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Autore: leila91    12/02/2021    31 recensioni
Hogwarts è casa, speranza, promessa.
Hogwarts è la famiglia che Sirius non ha mai avuto, l’umiltà di cui James ha inconsciamente bisogno, il coraggio che Peter ha sempre cercato e la redenzione in cui Remus non ha mai sperato.

(Wolfstar // Marauders // Partecipa al contest “Che bella parola ‘per sempre’” indetto da Pampa313 sul forum di EFP)
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Seeking the eternity










È da tutta la vita che i per sempre di Remus hanno il profumo di genziana intenso e speziato e la cadenza musicale della voce di sua madre.

Sono nelle storie, fiabe intrise di una magia più potente e diversa da quella del loro mondo, che Hope Howell gli raccontava prima di dargli la buonanotte.
(I suoi baci sapevano di cioccolato e il suo respiro caldo s’incagliava nei capelli biondi di Remus, il capo di lui premuto contro il suo petto.)

«E fu così che il principe ruppe l’incantesimo e poté sposare la bella Biancaneve.»
«E vissero per sempre felici e contenti, vero, mamma?»
«Sì, amore mio. Per sempre.»

 

Al per sempre Sirius non ha mai creduto davvero: non ci sono favole della buonanotte nella sua infanzia, niente principi, fanciulle in pericolo o mostri da sconfiggere armati di spada e del proprio coraggio.
Ci sono arazzi, i fili a intrecciare figure sinistre stringendole fra loro, rossi come gli stessi legami di sangue che essi rappresentano.
Le uniche storie che Walburga gli ha mai raccontato sono le origini e le gesta della nobile e antichissima casata dei Black: per ogni nuovo nome che Regulus impara, ripetendolo a pappagallo, a Sirius sale un conato di vomito.
(Arcturus, Pollux, Cassiopea: non sono stelle ma buchi neri di ambizioni e ideali rivoltanti.)

Il per sempre è quello che vorrebbero i suoi genitori per la loro famiglia, mentre lui, il loro erede, altro non desidera che vederla bruciare.
 
*
 

Hogwarts è casa, speranza e promessa.

Remus è cresciuto: ha dovuto farlo troppo presto, quando un mostro che sarebbe dovuto rimanere imprigionato nei racconti e nelle leggende, gli ha strappato crudelmente ogni speranza d’eternità.
Remus è rotto, imperfetto, troppo pericoloso per poter anelare anche a una sola briciola di amicizia.
Quello che è peggio è che non se ne reputa degno.
Ma Hogwarts è casa, speranza, promessa. E Grifondoro la culla dei coraggiosi di cuore.

 
«Ti sei perso una festa con i controfiocchi, musone.»
«Te l’ho detto, Sirius, ieri sera ero malato. Non potevo-»
«Malato ogni mese quando c'è la luna piena, Remus? Non trattarmi da idiota, mi conosci meglio di così.»

 
Il sopracciglio di Sirius si inarca allusivo e le guance di Remus assumono ogni sfumatura possibile, per i diversi significati di quella dichiarazione.
James lì di fianco ridacchia di gusto, Peter invece distoglie lo sguardo, imbarazzato.
Remus si ritrova suo malgrado a sorridere: si era illuso di poter custodire quel segreto per sempre, si era arreso all’idea che quel mostro che s’impossessa di lui a ogni plenilunio avrebbe finito per divorare i sentimenti di chiunque gli si fosse avvicinato.
Ma la belva non ha fatto i conti con i Malandrini.
Non ha fatto i conti con Sirius.

Remus sobbalza appena quando le braccia del moro lo circondano da dietro, e una scia di baci gli solletica il collo.
«Può raccontarci ogni cosa, Remus. Lo sai.»
Il plurale è involontario, ma così giusto.


«Per te ci saremo sempre.» James infatti rincara la dose con un occhiolino, passandosi una mano fra i capelli come ogni volta che la Evans è nei paraggi e Remus si lascia andare a una vera risata.
Subito dopo è un groviglio di braccia, spintoni e battute di pessimo gusto.

Hogwarts è casa, speranza, promessa.

Hogwarts è la famiglia che Sirius non ha mai avuto, l’umiltà di cui James ha inconsciamente bisogno, il coraggio che Peter ha sempre cercato e la redenzione in cui Remus non ha mai sperato.

 
*

Remus ride, ha ricominciato a farlo.
Ride quando per l’ennesima volta Lily afferma di preferire un bagno con la piovra gigante a un’uscita ad Hogsmeade con James.
Ride per qualche sciocca imitazione di Sirius o per i maldestri tentativi di trasfigurazione di Peter.
Ride suo malgrado per gli scherzi che gli amici architettano ai danni di Severus, sebbene dopo i G.U.F.O. però, qualcosa sia cambiato e siano diventati meno pesanti, con suo immenso sollievo.
Ride più spesso di quanto avrebbe creduto possibile, fino a perdere il fiato e Sirius glielo ruba del tutto, nei pomeriggi primaverili sulla riva del lago.
Hanno diciassette anni, la vita sulle labbra e sulla punta delle dita.

Dopo tanto tempo il per sempre s’insinua nuovamente nei suoi pensieri senza chiedergli il permesso, non importa se il mondo sta impazzendo e una guerra incombe.
Non importa se la fine della scuola è sempre più vicina: in fondo non deve coincidere necessariamente con la fine di
tutto.


*


L’idea di una mappa nasce un sabato di fine aprile, a pochi minuti dal tramonto.
La pioggia, caduta incessantemente per giorni, ha finalmente concesso una tregua al nord della Scozia e Sirius lo ha trascinato nella Stamberga Strillante praticamente di peso.

«S-sei davvero un bastardo, Felpato.»
Il tono di Remus trasuda desiderio e insoddisfazione, mentre le mani del compagno lo portano sempre più vicino al limite, fermandosi ogni volta appena prima.
«Dovresti saperlo ormai: capita molto raramente che io abbia buone intenzioni,» Sirius gli risponde a un centimetro dalle labbra, la bocca piegata da un ghigno malandrino.
Ma è una recita, e lo sanno bene entrambi di che potere abbiano gli occhi supplicanti di Remus.
Sirius infatti cede poco dopo e lo fa suo totalmente, ancora una volta.

«Non voglio che tutto questo finisca.»

Non pensava di dirlo davvero ad alta voce, Remus, e chiude gli occhi avvertendo le dita di Sirius farsi largo fra i suoi capelli, accarezzandoli dolcemente.

«Parli di noi? O della scuola?»

Di tutto.
Remus strofina il viso contro il petto del ragazzo di cui si è perdutamente innamorato, a dispetto di tutto, cercando di imprimere quegli istanti nella memoria. Non ha mai desiderato così tanto un pensatoio dove conservare quei momenti per sempre.
Sempre sempre sempre.
Non vi è spazio per altre parole nella sua mente, o per altri pensieri che non siano quelli di trovare un modo per far durare in eterno quello che lui e i Malandrini hanno trovato a Hogwarts, e l’uno nell’altro.
Immortalare il percorso che hanno fatto insieme.

Ed eccola l’illuminazione che stava cercando.

«Sirius,» la testa di Remus si solleva di scatto, «cosa stavi dicendo a proposito delle buone intenzioni?»








 
Chiamiamolo un pessimo tentativo di Wolfstar, ma tant'è.
Non sono del tutto convinta (e quando maiii?) ma a rimuginarci ancora non concludo nulla ^^".
Ringrazio di cuore Pampa per aver indetto il contest e avermi dato la possibilità di scrivere sul mio vecchio amore, la prima OTP slash della mia adolescenza.

Qualche nota: Hope Howell stando a quanto ho trovato in rete era babbana di nascita, per questo ho deciso di farle raccontare a Remus la storia di Biancaneve.
Dubito che l'idea della mappa del Malandrino sia davvero venuta per prima a Remus, ma mi serviva per esigenze di copione :)

Ringrazio chiunque abbia letto fin qui e ancora di più chi vorrà lasciare un commento.
Alla prossima!

Bennina vostra.

 
 
   
 
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