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Autore: syila    13/02/2021    4 recensioni
Il Palazzo d'Estate non aveva un centro.
Come il delta di un fiume, una volta oltrepassato il grande portone laccato, si disperdeva in mille rivoli tra padiglioni, terrazze, ponti e giardini che s'inerpicavano sulle pendici della Montagna di Giada fino a perdersi oltre il velo leggero delle nebbie.
La luce crepuscolare in cui era sempre avvolto quel lembo del Reame degli Spiriti lo rendeva ancor più irreale; i suoi edifici galleggiavano nel vuoto, circondati dall'aureola delle lanterne, mentre i drappi delle casate che li avevano abitati nei secoli sventolavano al capriccio della brezza, come grandi vele di seta sfilacciata.
A Leng Ye Xue quel luogo aveva sempre ispirato un senso di decadenza e malinconia, era un'eredità del passato di cui non aveva mai avuto troppa cura; a differenza dei suoi predecessori, non aveva mai fatto nulla per ingrandirlo o abbellirlo.
Era anche abbastanza certo che ci fossero alcune stanze in cui non aveva mai messo piede.
Dei vivaci schiamazzi lo distolsero dalla contemplazione della luce lunare che inargentava i tetti d'ardesia; probabilmente il suo ospite aveva scoperto lo stagno delle anatre.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Bagliori d'Oriente'
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Capitolo IV
Anche un viaggio di mille miglia inizia con un passo

“È inutile, tanto non ci riesco!”
Il foglio venne accartocciato e spedito con stizza dentro il cestino ormai colmo.
“Proviamo un'altra volta.” replicò Ye Feng preparando un nuovo foglio pulito.
“Questo è accanimento! Ho il polso che mi fa male e le dita rattrappite, facciamo una pausa almeno!”
“Dopo dieci minuti di lezione? Quando pasticci per ore col tuo telefono i crampi non li hai, come si spiega questo mistero?”
Alaric bofonchiò qualcosa riguardo ad un certo luogo dove avrebbe mandato volentieri il Signore degli Shen e tutta la sua stirpe su cui il maestro benevolmente sorvolò.
“La mano ti fa male a causa della postura scorretta; stai scrivendo su carta, non devi incidere una stele con mazza e scalpello.”
“La fai facile tu.”
“Ti mostro ancora come si fa.”
L'apprendista lo osservò scettico mentre tracciava gli ideogrammi con grazia e precisione; i tratti deposti dai sapienti tocchi di pennello formavano via-via i simboli e creavano un armonico equilibrio tra il bianco della pagina e il nero dell'inchiostro.
Alaric poteva apparire ottuso e svogliato, tuttavia sapeva riconoscere una cosa bella quando la vedeva e quel dannato mangiariso stava creando un'opera d'arte sotto il suo naso.
L'invidia gli suggerì la solita battuta acida.
“Sai che hanno inventato la biro quasi un secolo fa, vero?”
“Tracciare dei glifi magici a penna non è la stessa cosa, inoltre la tua calligrafia è pessima” rispose l'altro “l'esercizio ti aiuterà a migliorare e a creare incantesimi più efficaci, avanti ora prova tu.”
Il giovane francese intinse il pennello nell'inchiostro e si accinse senza entusiasmo ad imitarlo, ma dalla punta si staccò una grossa goccia di liquido nero, che imbrattò la superficie intonsa rendendola inservibile.
“Beh! Come quadro astratto ha il suo perché.” dichiarò soddisfatto, poi scrutò di sottecchi il maestro per vedere se nella sua maschera di porcellana si fosse aperta qualche crepa.
Ye Feng socchiuse le palpebre e si alzò.
Alaric non ebbe il tempo di capire le sue intenzioni, se lo ritrovò seduto accanto e d'istinto incassò la testa nella spalle, temendo uno scapaccione.
In passato i suoi mentori avevano usato le mani dopo che tutti gli altri metodi, dalle lusinghe alle minacce, si erano rivelati inutili.
“Impieghi troppa forza, il gesto deve essere fluido e delicato, perché è sufficiente una minima variazione di pressione a dare spessore ai tratti.”
Il maestro Leng gli prese la mano e la condusse a tracciare i primi segni sulla carta.
Il ragazzo, colto di sorpresa, non oppose resistenza e si lasciò guidare, affascinato dal modo elegante in cui il pennello si muoveva sul foglio.
Una parte di lui annotò anche il tocco caldo e gentile del Signore degli Shen e per la prima volta si trovò ad associare una sensazione piacevole al demonio che si era installato in casa sua.
“Ecco, è finito.”
Di già? Pensò quasi con rammarico, mentre il maestro gli lasciava la mano.
Nel disordine emotivo in cui si trovava non colse il tono velato della sua voce; l’indizio rivelatore della famosa crepa.

“Quindi il tuo nome si scrive così?”
“Esatto.”
“Lo stesso nome che mi hai vietato di usare tirando in ballo una cazzo di regola caduta in disuso secoli fa?”
“Alaric ne abbiamo già parlato...”
“D'accordo, non ti agitare! Volevo solo dire che è venuto bene, sicuramente meglio di quelli che ho fatto finora, però manca qualcosa...”
Alaric Lafayette non sarebbe stato all'altezza della sua fama di allievo sfacciato e insolente, se non avesse aggiunto al capolavoro il suo tocco personale, disegnando a margine del foglio, a mo' di firma, un simbolo osceno dal significato inequivocabile.
“Un invito a scopare di più!”
“È scandaloso...” mormorò Ye Feng strappandogli il foglio di mano.
Il francese glielo contese con un ghigno divertito “Non sai proprio stare allo scherzo! Rilassati ogni tanto! Stacca, fai una pausa!”
La carta alla fine cedette e si ruppe, danneggiando il lavoro in via definitiva.
“Sei contento adesso?” il maestro era pallido di rabbia “Rovini tutto ciò che tocchi, forse per questo nessuna delle tue inutili cianfrusaglie funziona!”
L'apprendista si risentì di quelle parole, appallottolò il pezzetto di carta e lo gettò lontano.
“Non saranno delle stupide lezioni di calligrafia a farmi migliorare!”
“Forse, ma è ciò che farai fino alla fine del mese, ed ora scriverai il mio nome finché lo riterrò perfetto.”
“Il nome che non posso usare!” urlò il giovane, che prese un foglio nuovo su cui vergò indispettito dei calligrammi impeccabili a cui aggiunse in totale dispregio Il doit baiser plus!*

Sarà una notte molto lunga...




Una settimana prima.

Quando il Signore degli Shen ritrovò un barlume di lucidità si rese conto che stringeva tra le braccia il corpo esanime del padrone della bottega.
Lo aveva ucciso?
No.
Attraverso il flusso del sangue percepiva la flebile eco dei suoi battiti cardiaci.
Quindi cosa diamine era successo in quei pochi minuti?
Il ragazzo era così debole che era bastato un assaggio della sua energia vitale per prosciugarlo?
Ye Feng aveva più domande che risposte.
Tra le ipotesi, che si accavallavano nella sua mente confusa dall'ebbrezza, infine emerse un pensiero coerente: aveva mandato Dieter in cerca di aiuto e presto il notturno sarebbe tornato coi rinforzi.
Avrebbe dovuto dare delle spiegazioni.
Avrebbe dovuto giustificare quella vergognosa perdita di controllo.
Avrebbe dovuto restituire una fonte di cibo appena conquistata.
In circostanze normali una Piuma d'Airone* come lui avrebbe affrontato il problema, accettando le conseguenze col sereno distacco che gli insegnamenti della sua fazione esigevano.
Però c'era una preda ancora calda tra le sue braccia e il retaggio primordiale gli stava urlando di nasconderla in un posto sicuro, per non dividerla con nessuno.
A volte un impulso andava assecondato.
“Mi prenderò cura di te...” sussurrò al ragazzo svenuto e gli rivolse un sorriso gentile.

Al suo ritorno Dieter, accompagnato da Leng Ye Xue, dal Cacciatore e dal Maestro della Morte, trovò la porta spalancata e il negozio deserto; l'unico indizio che vi si fosse svolta una lotta erano un paio di manette magiche spezzate, abbandonate a terra.




Alaric aveva gli occhi aperti già da qualche minuto e stava fissando un soffitto riccamente intagliato.
Quei motivi orientali gli davano una certa preoccupazione; aveva la sensazione di essersi perso un passaggio importante della sua breve esistenza, un evento fondamentale per capire perché sopra di lui c’erano draghi e nuvole al posto della consueta travatura a vista.
Un lieve fruscio di seta attirò la sua attenzione e scoprì un altro fatto piuttosto antipatico: muovere la testa gli dava la nausea, mentre il resto del corpo risultava non pervenuto.
Mugugnò un'imprecazione e provò ad alzarsi, ma al suo sforzo di volontà non corrisposero risultati apprezzabili.
In compenso una nuova immagine sostituì il panorama del soffitto intagliato: era un volto, piuttosto bello considerò l'apprendista e dalla sua espressione trapelava una sollecita premura.
“Ti sei svegliato.”
“Fanculo...” fu l’esaustiva risposta.
Alaric infatti aveva riconosciuto in quel viso i tratti familiari dello spocchioso asiatico arrivato in bottega nel pomeriggio.
Cosa ci facesse lì e perché sembrasse tanto dispiaciuto erano due interrogativi al momento senza risposta.
“Comprendo il tuo disappunto.”
“Ti assicuro che sei davvero lontano dal comprendere la mia incazzatura, quindi fammi un favore: alza il culo e vattene...” e per dare maggiore enfasi alla sua dichiarazione sollevò la mancina in un vago cenno di congedo.
“Temo sia impossibile, questa è casa mia.”
La nuova informazione lo mise definitivamente in allarme e con tutta la prontezza di cui era capace puntellò i gomiti, sollevò il busto e lo apostrofò puntandogli contro l'indice “Che cazzo ci faccio a casa tua? Riportami al mio laboratorio!”
“No.”
“No?” Alaric lo fissò sconvolto “Che significa no?”
“Significa no, resterai qui.”
Suonava piuttosto definitiva come affermazione e all'apprendista non piacevano i divieti, figurarsi le imposizioni.
“Io me ne vado adesso invece! Prova a fermarmi e vedrai di cosa sono capace razza di... di sanguisuga!”
Facendo uno sforzo sovrumano riuscì a mettere i piedi giù dal letto, ma alzarsi era tutta un'altra faccenda.
“Allo stato attuale non sei in grado di farlo, mettiti giù e riposati.”
“Deve ancora nascere chi può darmi degli ordini!”
Il giovane scivolò a terra poi, dando prova di grande tenacia, cominciò ad avanzare a carponi, deciso ad andarsene il più lontano possibile dal tizio con gli occhi a mandorla, che era rimasto seduto sulla stuoia e lo osservava impassibile arrabattarsi per guadagnare l'uscita.
Non fece comunque molta strada, le forze gli vennero meno e si accasciò in via definitiva sul pavimento.
“Ehi... Ti seccherebbe?”
“Vuoi il mio aiuto?”
“Sono in questo situazione a causa tua, sarebbe molto gradito!”
“La parola magica?”
“Vaffanculo!”
“Mi dispiace quella non funziona, prova ancora...”
Il mangiariso sembrava divertirsi un mondo, lui al contrario aveva dei validi motivi per disperarsi; non era rimasto un solo atomo di magia nel suo corpo, il venerabile stronzo probabilmente l'aveva bevuta tutta.
“Spero che ti sia andata di traverso...” sibilò dopo l'ennesimo tentativo fallito di rialzarsi.
Dalla scomoda posizione in cui si era spiaggiato vide un lembo delle sue vesti bianche fluttuare e un attimo dopo l'altro era chino su di lui.
“È il motivo per cui ti trovi qui, senza volere ho preso la tua energia magica al posto dello Yin in eccesso; erano entrambi molto sbilanciati, volevo solo placare la tua ira immotivata e risolvere l'equivoco.”
“Potevi spiegarti a voce invece di baciarmi e...”
Alaric s'interruppe ricordando all'improvviso il famoso passaggio perduto negli eventi concitati del pomeriggio.
“Porca di quella... Tu mi hai baciato!” esclamò sconvolto.
“È così che un Signore degli Shen prende l'energia dei viventi. In realtà esistono anche metodi meno piacevoli: cannibalismo, dissanguamento, eviscerazione...”
“No! No! Frena! Non me ne frega niente delle tue usanze alimentari, voglio solo tornare al mio laboratorio! Non c’è bisogno che ti disturbi ad accompagnarmi, fammi chiamare qualcuno e verranno a prendermi.”
“Impossibile.”
“P-perché?”
“Perché siamo a casa mia.”
“Questo l'avevo capito...”
“A casa mia. In Cina.”
Il giovane francese impiegò alcuni istanti ad elaborare la notizia, poi cominciò ad urlargli contro insulti irriferibili.
Tra minacce e maledizioni trovò il modo di fargli sapere che quello era un sequestro di persona e ne avrebbe risposto ai signori di Serannian.
Ye Feng ritenne opportuno lasciarlo sfogare e alla fine gli chiese: “Pagherebbero un riscatto?”
“Chi?”
“I maghi di Serannian pagherebbero un riscatto per la tua restituzione?”
Gli rispose un silenzio offeso quanto mai eloquente.
“Lo immaginavo. Adesso se me lo permetti ti aiuterò ad alzarti, poi ti porterò qualcosa che ti aiuterà a riprenderti in fretta.”
“Ho delle alternative?”
“No.” rispose placido Ye Feng.
Subito dopo lo sollevò per la collottola come un cucciolo e lo prese in braccio.
Avevano un'altezza e una corporatura simili, tuttavia il Signore degli Shen possedeva una forza nettamente superiore, che dava l'impressione di dosare col bilancino.
Davanti a quella forma di “scortese cortesia” l'apprendista ritenne opportuno tenere il becco chiuso, almeno fino a quando il suo Ospite si presentò con un vassoio su cui troneggiava un piatto colmo di ravioli al vapore, dal profumo invitante.
“Beh, l'aspetto è buono...” disse dopo averne punzecchiato uno con le bacchette.
“I miei baozi ti faranno recuperare le energie perdute.” dichiarò l'autore dei manicaretti, lasciando trapelare una sfumatura di compiacimento.
“Un attimo... Pensi che basti offrirmi il pranzo per rimediare al danno? Guarda che non funziona così! Accumulare forza magica richiede tempo, è un lavoro lungo e faticoso, io avevo impiegato un mese a raccogliere quella che tu hai tracannato in un istante!”
“Un mese?”
“Esatto, un mese intero speso a rastrellarla dai cerchi di pietre e dagli anelli fatati o a mendicarla da qualche anima pia disposta a separarsi dalle sue scorte!”
“Quindi la mia teoria era esatta: sei debole.”
“Gli insulti sono compresi nel menù o li servi a parte come contorno?”
“Non è un insulto, ma una costatazione; il tuo livello di magia è basso, non sei in grado di produrla o di conservarla, figuriamoci usarla per difenderti o realizzare artefatti funzionanti.”
“Tu invece sei stronzo e non devi nemmeno sforzarti troppo per starmi sulle palle!”
L'interpellato incassò l'apprezzamento senza battere ciglio e questo smontò il giovane mago, abituato a frequentare soggetti aggressivi, che gli avrebbero risposto per le rime.
“Quindi qual è il tuo piano? Cos'hai in mente?” chiese rompendo un silenzio che stava diventando imbarazzante.
Ye Feng non aveva un piano, quando aveva preso il ragazzo aveva seguito l'istinto predatorio insito nella sua natura.
Non aveva fatto programmi per il “dopo” e più tempo passava a contatto con quella specie di gatto selvatico, meno voglia aveva di scoprire se c'era altro in lui oltre al pessimo vocabolario e alla maleducazione.
“Ti porterò nel Reame degli Spiriti, dove la magia scorre ovunque senza restrizioni, lì potrai fare il tuo raccolto, poi sarai libero di andare.”
Le sue parole ebbero l'effetto di un'ampolla di acqua benedetta agitata contro un demone: Alaric sgranò gli occhi e ricominciò ad inveire.
“Sei impazzito? È un posto pericoloso!”
“Lo conosci?
“So quanto basta: è pieno di creature mostruose e succedono cose brutte ai maghi che vi si avventurano! Quindi no grazie, io là non voglio comparire nemmeno in fotografia!”
Il Signore degli Shen a quel punto ritenne superfluo spiegargli che lui veniva proprio dal mondo degli Spiriti e se l'avesse accompagnato non avrebbe avuto nulla da temere.
Inoltre si trattava di un luogo meraviglioso da visitare per un mago della Terra.
“Inesperto, debole e coi paraocchi...” mormorò manifestando un certo disappunto, l'ignoranza lo infastidiva più delle sue offese.
“Ha parlato il primo della classe! Tutto a modo, perfetto, senza una ciocca di capelli fuori posto! Chissà com'erano orgogliosi i tuoi insegnanti e chissà che spina nel culo dovevi essere per i tuoi compagni!”
“Non dovresti parlare di cose che non conosci.”
Il tono di Ye Feng s'indurì.
L'apprendista intuì che aveva toccato un punto delicato e volle infierire.
“Basta guardarti per capire che non ti si fila nessuno! Del resto chi vorrebbe appresso una piattola immusonita, scommetto che le uniche ragazze con cui sei uscito le hai dovute pagare!”
Lo schiaffo arrivò del tutto inatteso, lasciando Alaric completamente attonito; aveva percepito lo spostamento d'aria, il rumore secco e quando la guancia cominciò a bruciare l'altro si trovava già sulla porta della camera.
“Chi non sa misurare le parole deve essere preparato a subirne le conseguenze. Chiamerò qualcuno e ti farò riaccompagnare a Serannian.” disse in un bisbiglio appena percettibile e se ne andò senza curarsi della reazione del giovane mago.
“Sei un uomo represso, meschino e triste! Le persone come te meritano di restare da sole!” urlò alle sue spalle una voce distorta dalla rabbia e da singhiozzi affannati.
A metà corridoio il padrone di casa si fermò e fu tentato di tornare sui suoi passi, ma alla fine rimase dov'era.
Cosa poteva rimproverare al ragazzo stavolta?
In fondo aveva detto la verità..




Il messaggio dell'allievo sorprese Ye Xue nel mezzo di un'agitata riunione segreta.
Yun Bai stava tentando di mediare col Maestro della Morte, che una volta saputo del rapimento dell'apprendista aveva dato di matto, paventando terribili quanto imprecisate conseguenze su tutti loro se la notizia fosse trapelata, giungendo ai vertici del reame magico.
Il Signore degli Shen riferì brevemente ai presenti di avere una traccia, poi prese il suo amante per mano e lo trascinò a casa di Ye Feng, all'altro capo del mondo.
Il pupillo li accolse con la solita flemma, interrompendo la melodia a cui si era dedicato nel frattempo, su un guqin di antica e preziosa fattura.
“Che cosa è successo!” chiese il mentore, tralasciando i preamboli e il povero mentalista, che cercava di raccapezzarsi dopo il traumatico viaggio interdimensionale.
“Ieri sera Dieter si è infilato in una bottega di oggetti magici e il proprietario non ha gradito la nostra... natura. Ha cominciato ad urlare ed offenderci, io ho provato a spiegargli che non avevamo cattive intenzioni, ma lui ha perso il controllo e...”
“Lo hai perso anche tu.” concluse il maestro.
“Per questo lo hai portato a casa tua?” chiese Yun Bai, che aveva smaltito gli effetti del teletrasporto e si era avvicinato.
“In parte si.” ammise a denti stretti Ye Feng “Insieme al suo Yin ho assorbito anche l'energia magica e lui è svenuto, ho pensato che qui avrebbe avuto modo di riprendersi in fretta.”
“E adesso come sta?”
Ye Xue decise di non indagare sulle reali motivazioni che lo  avevano spinto a fare un balzo di migliaia di chilometri solo per aiutare un povero mago incappato nelle sue ire. 
“Meglio direi...”

“Oh cazzo...” berciò una voce dal corridoio che li fece voltare tutti “Ti avevo chiesto di chiamare qualcuno di Serannian, non la Santa Inquisizione cinese!”
“Io vengo appunto da Serannian,...” iniziò Yun Bai, muovendo un passo nella sua direzione, poiché il ragazzo avanzava malfermo sulle gambe e sembrava piuttosto alternato.
“Non vi avvicinate!” esclamò Alaric, che li puntava con l'indice fremente di sdegno “Avrò anche esaurito la forza magica, ma venderò cara la pelle!”
Maestro e allievo si scambiarono una lunga occhiata.
“Capisci ora?” mormorò Ye Feng.
“Credo di cominciare a capire...” rispose l'altro.
“Sono un mago e sono qui per aiutarti, non devi avere paura...” il mentalista provò a rassicurarlo, però Alaric non gli lasciò nemmeno terminare la frase.
“Io non ho paura! Io sono incazzato!”
“Ti garantisco che il mio allievo...” s'intromise Ye Xue, ma venne a sua volta zittito.
“Il tuo allievo mi ha baciato!”
Il colpevole alzò gli occhi al soffitto.
“E mi ha dato uno schiaffo!”
“Devi ammettere che il tuo comportamento è stato poco onorevole e niente affatto cortese con lui.”
I Signori degli Shen volsero lo sguardo a Yun Bai, il più giovane perché non lo aveva mai sentito usare un tono così duro e fermo, l'altro perché lo conosceva e non preannunciava niente di buono.
“Lui e quel succhiasangue sono entrati nella mia bottega e hanno toccato le mie cose!”
“Hai un negozio, è normale che la gente entri ed esamini gli articoli in vendita.”
“Loro non sono persone! Sono delle disgustose sanguisughe!”
“Yubi...” mormorò Ye Xue, preoccupato dal modo violento in cui il Qi del mago aveva reagito a quelle parole.

“Sai quali sono le regole del Dominio.”
“Io...”
“La Prima Signora è molto tollerante nei confronti di tutte creature sovrannaturali, le ama e le protegge, a qualsiasi razza appartengono.”
“Questo cosa...”
“Che provvedimenti prenderebbe verso chi ha aggredito e offeso un suo ospite a causa di uno sciocco pregiudizio?”
Alaric trovò difficile replicare; c'era la concreta possibilità di essere buttato fuori a calci dall'unico dominio magico disposto ad accettarlo.
“Lui mi ha picchiato e mi ha rubato la magia di un mese!”si limitò a ribattere, ostinato.
Yun Bai poteva piegare la sua volontà come un'esile canna di bambù, tuttavia una simile forzatura avrebbe accresciuto il rancore e la diffidenza del ragazzo, quindi fece appello al suo spirito diplomatico e fornì alle parti lese una soluzione perfetta.
“Io ti restituirò l'energia magica e non farò parola di questo incidente coi signori di Serannian...”
“Adesso si ragiona...”
“In cambio tu sarai l'apprendista del maestro Leng Ye Feng per un mese.”
“Piuttosto la morte!”
“Sei davvero sicuro di preferire la morte?”
Yun Bai scandì con esasperante lentezza ogni parola; qualcosa lasciava intuire che avrebbe provveduto lui stesso ad esaudire il desiderio del giovane francese, se fossero arrivate ulteriori recriminazioni.
“A nessuno interessa la mia opinione?” bisbigliò Ye Feng.
“Certo mio eccellente allievo, ma so anche quanto sia importante per te mantenere gli impegni presi!” esclamò Ye Xue posandogli la mano sulla spalla“In questo modo potrai prenderti cura di lui come desideravi!”
“ēn shī * per favore...” lo supplicò l'altro con l'aria di un condannato a morte.
“Ah, non devi ringraziarmi! Ora forza andate a preparare le vostre cose, torniamo tutti a Serannian!”

“Sarà stata la scelta giusta? Gli abbiamo addossato una grossa responsabilità.”
“Il ragazzo gli interessa!”
Yun Ban e Ye Xue, rimasti soli, erano usciti nel portico dove si aveva uno poetico scorcio notturno della profonda vallata, che si estendeva ai piedi dell'antica dimora.
“Da cosa lo deduci Gege? A me sembrava davvero disperato all'idea di occuparsi di lui e anche io, da mago, avrei dei forti dubbi.”
“A-Feng è con me da qualche secolo ormai, lo conosco come le mie tasche; è la prima volta che porta la cena a casa... Ahi!” il suo amante lo aveva colpito con una pacca sul braccio e lui ridacchiando aggiunse “Anzi è la prima volta in assoluto che porta qui qualcuno oltre me, fidati bǎo bèi, lui gli piace.”




La Luna aveva fatto capolino tra le nubi, enorme, luminosissima, appena velata dagli strascichi del breve temporale che si stava dileguando oltre il profilo delle montagne.
A Serannian pioveva spesso di notte, per ridurre al minimo i disagi dei suoi abitanti duranti il giorno; una bizzarria a cui Ye Feng non si era ancora abituato, come le isole galleggianti nel cielo, i mille portali che davano accesso ad altrettante dimensioni, gli alberi sussurranti, o le creature luminescenti che popolavano il buio.
Distolse lo sguardo dai vetri imperlati di pioggia e si accorse che il suo apprendista si era addormentato chino sul tavolo, lasciando a metà l’ennesimo foglio di esercitazioni.
Poteva svegliarlo e pretendere che finisse il lavoro, ma vista l’ora sarebbe stata una crudeltà gratuita, troppo anche per quella canaglia ingrata, che sciupava il suo talento e si divertiva a provocarlo facendo il bastian contrario.
L'indomani avrebbe provveduto a sottrargli le ore spese dormendo dal famoso totale mensile, un modo davvero disonesto di passare più tempo con lui, ma cos'altro poteva fare?
Finché durava quella forzata convivenza poteva vederlo, avere la sua attenzione, anche gli strilli certo e le battute volgari.
Il rumore della sua presenza; così fastidioso all'inizio, stava diventando un piacevole sottofondo, che rendeva le notti meno tediose e i riposi diurni meno tormentati.
“Dormi bene Alaric, fai bei sogni, tu che puoi...” gli bisbigliò sistemandogli sulle spalle una calda coperta di lana.

Fine quarta parte


⋆ La voce dell'intraprendenza ⋆

Carissimi bentrovati e Buon Capodanno Lunare!
Con un lungo flashback scopriamo finalmente le ragioni che costringono due poli opposti come il Signore degli Shen Junior e il lazzarone francese a convivere.
Che non si siano uccisi a vicenda è già una specie di miracolo, perché davvero non hanno niente in comune...
Eppure...
Eppure qualcosa si muove sotto le apparenze rigide e distaccate di Ye Feng e in quella testa calda di Alaric.
Le cose tra i due sono destinate ad evolversi, ma serve un catalizzatore di eventi che innescherà finalmente la reazione chimica tra loro.
Con questo capitolo si chiude la prima parte delle vicende dei cinofrancesini in trasferta, ma la seconda è già in lavorazione, con altri quattro capitoli che approfondiranno la relazione tra le coppie e sveleranno qualche altro segreto del loro passato.
Arriverà in tempi non troppo lunghi spero, per la vostra gioia (o disperazione X°D).
Nel frattempo ringrazio di cuore i miei inossidabili commentatori Tenar e Old Fashioned e anche chi legge silenziosamente; Alaric promette una pinta di birra nanica e una bottiglia di assenzio a chi sarà così coraggioso da rivelarsi!

TERMINI:
Il doit baiser plus: in francese significa letteralmente "Deve scopare di più".
Piuma d'Airone: la fazione del Mondo degli SPiriti a cui appartiene Ye Feng
ēn shī: in cinese maestro, in modo molto formale e rispettoso



   
 
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