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Autore: Ale Villain    13/02/2021    1 recensioni
AGGIORNATA CON IL CAPITOLO 26 - MARZO 2024
Era così lei: niente di più che una studentessa dalla vita semplice, circondata da pochi affetti e con un passato misterioso, ma che ormai per lei non rappresentava che un mero ricordo. Era così lei, da quando era in quel mondo: ma per quanto ancora le sarebbe andato bene?
---
I.V era stranamente agitato. Non sapeva cosa aspettarsi, non sapeva nemmeno come approcciarsi e che motivazione dare a questa sua “visita” inaspettata.
[...]
Stava per muovere un altro passo quando sentì un rumore veloce, alla sua sinistra, proprio dove si trovava il soggiorno.
Si bloccò e si girò piano.
Finalmente la vide.
Era a pochi passi da lui.
E gli stava puntando contro una pistola.

---
Sospirò nervosa e fece per chiudere la porta; I.V, però, non glielo permise e posizionò con uno scatto il piede tra la porta e lo stipite.
Mise una mano sulla porta, spingendola fino ad aprirla nuovamente.
"Non costringermi a usare questi metodi" sussurrò, guardandola intensamente negli occhi.
Ambra deglutì. Quel timbro di voce l’avrebbe fatta impazzire, prima o poi.
Genere: Azione, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo IV: Nel quotidiano





 
I.V l’aveva osservata praticamente tutto il tempo. Aveva fatto esattamente come gli aveva chiesto Yunho e così le era stato dietro da quando erano usciti dal casolare quella sera.
Era stato bravissimo a non farsi mai vedere, ma era anche un po’ la sua specialità. Riusciva a passare in osservato, ma a non farsi sfuggire alcun dettaglio. Da quando era in quel mondo, inoltre, se si mescolava con la gente cercava di vestirsi il più ‘normale’ possibile. Aveva preso spunto dai diversi ragazzi che aveva incrociato più volte e aveva provato a ricreare uno stile simile.
C’era da dire, però, che Ambra non era troppo attenta a cosa succedeva intorno a lei. Quindi, nel complesso, I.V non doveva impegnarsi troppo per riuscire a tenerla d’occhio senza farsi beccare.
Ambra camminava sempre con passo piuttosto spedito, ma era perennemente persa nei suoi pensieri. Più volte aveva preso in pieno delle buche, si era scontrata con delle persone, aveva fatto cadere ciò che aveva in mano. Insomma, doveva già occuparsi di sé stessa, non aveva tempo per far caso anche a cosa le succedeva intorno.
I.V sbadigliò, stiracchiandosi appena. Era appostato davanti al muro di un palazzo da diversi minuti. Davanti a lui, il bar in cui erano seduti Ambra – di cui vedeva le spalle – e Richard, di fronte a lei. Non sapeva di cosa stessero parlando, ma non aveva nemmeno troppa voglia di sentire i loro discorsi. La prima parte del tempo l’avevano passata a baciarsi, e lui aveva dovuto far leva su tutta la sua tenacia per non abbandonarli lì e andare a vomitare.
Mise le mani nelle tasche dei jeans scuri e poggiò la nuca sul muro dietro di sé. Si stava annoiando a morte. I giorni di Ambra erano vuoti e inutili, da quando l’aveva riportata a casa. Durante tutta la prima settimana di osservazione, la ragazza aveva girato più e più volte. I.V aveva quasi faticato a starle dietro.
Quegli ultimi giorni, invece, non aveva fatto assolutamente nulla. Non si era mossa di casa e lui era ritornato al casolare sempre prima del solito.
Solo quel giorno aveva deciso di uscire, prima la mattina per andare in università, poi il pomeriggio per uscire con il fidanzato.
Aveva deciso di ignorare cosa si stessero dicendo, semplicemente perché li aveva visti sorridersi a vicenda più e più volte, perciò ipotizzò che fossero i soliti discorsi sdolcinati.
Si insospettì però, quando, dopo essersi alzati entrambi, Ambra aveva poggiato sul tavolo un foglio spiegazzato. I.V si staccò dal muro alle sue spalle, per fare qualche passo in avanti e cercare di capire di cosa si trattasse.
Essendo un cacciatore aveva una vista nettamente superiore alla media, ma finché il foglio rimaneva piegato non poteva di certo sapere cosa ci fosse scritto.
Vide ad un tratto Richard prenderlo e aprirlo, incuriosito. Vista la grandezza e la leggera trasparenza che permetteva di intravedere delle scritte, I.V pensò potesse trattarsi della lettera. Non andava bene se finiva nelle mani di un umano qualunque. La notizia non doveva diffondersi così rapidamente, soprattutto se, come sospettava Yunho, c’era lo zampino di qualche altro cacciatore.
Ambra, però, parve del suo stesso parere: strappò infatti il foglio dalle mani del ragazzo, lo ripiegò e lo rimise in tasca. Poi si allontanarono entrambi dal tavolino.
I.V pensò al da farsi. Forse era il caso di fare un discorsetto alla rossa. Il dubbio che potesse aver raccontato qualcosa al suo ragazzo c’era e non poteva rischiare che avesse spifferato tutto.
Decise di contattare Yunho, allontanandosi da lì non appena li vide uscire dal bar.
“Allora?” rispose subito l’altro, appena prese la chiamata.
“Allora niente” disse I.V, prendendo una strada opposta rispetto a quella che aveva fatto prima per seguirli “Mi sa che il suo ragazzo ha messo mano alla lettera”
“Cosa?” fece Yunho “Sei sicuro?”
“No, però sono piuttosto certo che un’occhiata veloce sia riuscita a dargliela” e spiegò tutta la situazione.
“Quindi, in realtà, non sei neanche certo che quella fosse la lettera”
“No” confermò, scuotendo appena la testa “Però Jeim mi ha detto che se l’era messa in tasca. E il giubbotto è sempre lo stesso”
Yunho rimase in silenzio per qualche secondo.
“Era questo che intendevi quando dicevi che era impulsiva?” domandò “Visto che gli ha strappato di mano la lettera…”
“Sì, esattamente” rispose I.V “Ho avuto paura si fosse strappata” ammise poi.
“Vedi perché conviene tenerla d’occhio?” mormorò Yunho e I.V poté immaginarlo alzare le sopracciglia soddisfatto “Vai a ribadirle che questa storia non deve espandersi”
I.V sbuffò appena e chiuse la chiamata. Prese una strada secondaria e si avviò verso casa della ragazza, sperando di sbrigarsela in poco tempo.
 

 
 
***

 
 
Ambra aveva deciso che quella sera si sarebbe concessa un po’ di tempo per sé stessa, per cercare di schiarirsi le idee e non pensare troppo a quello che stava succedendo.
Cacciatori, lettere provenienti da altri mondi, Richard che non le credeva e suo fratello che non le parlava.
Era successo tutto così velocemente che non aveva avuto nemmeno il tempo di metabolizzare. Il problema principale, però, era che non poteva contare proprio su nessuno. L’unica persona che aveva pensato potesse darle una mano, era l'amica più stretta che aveva. C’era solo il problema che non voleva in alcun modo metterla nei casini, per questo aveva evitato di raccontarle cosa fosse successo.
Alla fine, aveva deciso di nascondere la lettera in uno dei suoi cassetti posti sotto al letto. Giovanni non entrava quasi mai in camera sua, ma in quel caso le stava tornando utile soprattutto il fatto che lui non pulisse mai nella sua camera. Era sempre lei ad occuparsene, quindi aveva pensato che nasconderla lì fosse l’ideale.
Dopo essere entrata in doccia, si massaggiò per bene un balsamo per il corpo che le avevano regalato al compleanno scorso. Profumava di mango, era molto dolce. Si risciacquò per bene e si avvolse nell’accappatoio e uscì dalla doccia, trovandosi di fronte allo specchio tutto appannato.
Rimase qualche minuto con l’accappatoio addosso mentre si spalmava una crema per il viso e poi si avviò in camera sua. Il pigiama, piegato e pulito, già l’attendeva sul letto.
Si vestì velocemente e si fece una treccia morbida. Mentre piegava l’accappatoio per portarlo di nuovo in bagno, sentì un rumore al di fuori della finestra della camera, sul bancone. Non ci diede molto peso e lasciò la stanza, dirigendosi in bagno. Vi rimase qualche secondo in più per pulire lo specchio e, già che c’era, lanciò uno sguardo alla camera di Giovanni.
Il fratello era seduto sul letto, la schiena contro la testiera e stava cambiando i canali del televisore svogliatamente. Ricordò quando gli aveva detto che voleva andare a vivere con lui: Però la camera con il letto matrimoniale è mia. Ambra sapeva perfettamente che sarebbe stato inutile provare a contestare, perciò si era tenuta quella che in principio doveva essere la camera degli ospiti.
Sospirò malinconica, mentre ritornava in camera sua. Fece appena in tempo a mettervi piede dentro, quando sobbalzò letteralmente, lanciando un urlo.
Si tappò immediatamente la bocca, con forza.
“Che c’è?” urlò Giovanni.
Ambra deglutì un paio di volte, togliendo piano le mani dalla bocca.
“N-Niente… Niente!” rispose, per poi chiudere di colpo la porta di camera sua dietro di sé.
Come diavolo aveva fatto I.V ad arrivare sul balcone di camera sua? Abitavano al terzo piano, diamine.
Il ragazzo sbuffò dalle narici, per poi alzare il sopracciglio. Sempre quello col piercing.
Ambra si avvicinò titubante alla portafinestra e l’aprì appena, giusto per poter sentire quello che aveva da dirgli.
“Come hai fatto a salire?” gli domandò, a bassa voce. Osservò velocemente il suo outfit: non aveva la tuta militare, ma una maglia a maniche lunghe larga, che gli scopriva appena le scapole, e dei pantaloni scuri. Al collo, aveva legato un foulard morbido. Si rese conto che la catena che di solito teneva legata in vita, ora l’aveva penzolante sui pantaloni, come fosse una lunga cintura.
“Ho saltato e mi sono arrampicato” rispose laconico, facendo chiaramente intendere che non avrebbe dato ulteriori spiegazioni.
Ambra strinse le labbra, gettando un’occhiata fugace alla porta dietro di sé. Giovanni sembrava non essersi accorto di nulla.
“Non perdere tempo a farmi entrare” continuò poi, accennando appena un tono sarcastico “Ma non ti preoccupare, sarò veloce. Il tuo ragazzo è riuscito a leggere la lettera?”
Ambra fece per rispondere, ma richiuse le labbra poco dopo.
“Come fai a…?”
I.V sbuffò sonoramente.
“Sono incaricato di tenerti d’occhio” spiegò “Quindi sì, so che oggi vi siete visti in un bar e lui ha avuto tra le mani la lettera”
Ambra aprì bocca per parlare, ma la richiuse subito dopo. Ottimo, in pratica aveva appena scoperto di essere stata pedinata tutto il giorno, forse anche tutti i giorni. Ringraziò mentalmente sé stessa per non essere uscita di casa nelle giornate precedenti.
“Da quanto mi segui?” domandò, incuriosita e intimorita dalla risposta allo stesso tempo. Fortunatamente per lei, il cacciatore non era intenzionato a farglielo sapere.
“La domanda te l’ho fatta prima io. E tu non mi hai ancora risposto”
Ambra sospirò appena, lasciando perdere l’argomento.
“No, non penso” rispose lei infine, con sincerità “Gliel’ho strappata via dalle mani subito”
I.V annuì appena. Sapeva già che era la verità, lo aveva visto con i suoi occhi, ma voleva essere sicuro che non avesse intenzione di mentirgli.
“Vedi di non far trapelare questa storia a nessuno, è chiaro?” disse il cacciatore, tornando all’espressione seria che aveva di solito “Nessuno di noi vuole finire nei casini per colpa tua”
Ambra non seppe cosa rispondere, si limitò ad abbassare lo sguardo.
I.V indietreggiò di qualche passo e fece per tornarsene da dove era venuto, quando alla rossa venne in mente una cosa, all’improvviso.
“Aspetta!”
I.V si girò svogliatamente.
“Credo di aver scoperto qualcosa” mormorò lei, titubante, cercando le parole giuste per spiegarsi “Ho provato a bruciare la lettera e a bagnarla… Ma non è successo niente”
I.V si avvicinò veloce a lei. Quest’ultima sussultò non appena lo vide avvicinarsi a quella velocità. Per timore, fece per socchiudere la portafinestra, ma I.V mise una mano sul vetro e, con poca forza, riuscì a tenerla aperta.
“Cos’hai detto?” domandò lui, assottigliando lo sguardo.
Ambra deglutì.
“Ho provato a bruciarla perch-“
“Sei scema o cosa?” la interruppe lui, alzando appena la voce.
Ambra gettò, nuovamente, uno sguardo alle sue spalle. Ancora una volta, Giovanni sembrava totalmente immerso nel programma televisivo che stava seguendo. Da lì si poteva sentire quello che stavano dicendo gli attori, talmente era alto il volume.
Deglutì appena, prima di parlare nuovamente.
“Ci ho provato, ma… Ma tanto è la copia, no?” tentò, farfugliando e gesticolando appena “Non succede nulla se…”
“Non succede nulla?! Tu hai la lettera originale!” tuonò I.V
Ambra si bloccò e corrugò la fronte. “Jeim mi ha detto che io ho la copia”
“Non hai la copia, non esiste nessuna copia” disse lui rapidamente “Ti abbiamo dato la lettera originale”
Ambra si zittì, cercando di elaborare quello che le aveva appena detto.
“Non ci arrivi?” domandò lui, retoricamente “Vogliamo liberarci di te il più in fretta possibile. Jeim e Hoseok stanno cercando altre bande di cacciatori, io ti sto tenendo d’occhio e Won Hu sta facendo altre ricerche” su di te, pensò, ma evitò di dirlo ad alta voce. “Meno ci sono collegamenti con te, meglio è”
Ambra boccheggiò qualche istante, distogliendo appena lo sguardo. Se lo doveva aspettare, certo, ma di sicuro non le aveva fatto piacere saperlo in modo così cruento.
“La lettera però ci serve. Intera” sottolineò lui “Abbiamo urgenza di sapere perché sia finita da noi”
Detto ciò, le rivolse un ultimo sguardo e si allontanò nuovamente.
“I.V”
Il ragazzo la guardò. Era la prima volta che lo chiamava per nome.
“Non ti fa pensare a niente quello che ti ho detto…?”
Il ragazzo alzò un sopracciglio.
“Che sei un’irresponsabile. Ti basta?”
Ambra sbuffò piano, cercando di non dare a vedere quanto quella sgridata le avesse dato fastidio.
“Intendo… La lettera non si è bruciata e non si è inzuppata quando l’ho messa sotto l’acqua. È strano, no?” spiegò, titubante e senza sapere se guardarlo negli occhi oppure no. La metteva piuttosto in soggezione.
I.V per una volta sembrò interessato a quello che aveva da dire. Si mise entrambe le mani nelle tasche dei jeans scuri, in attesa che la rossa continuasse a parlare.
“Ho pensato potesse provenire dal mio mondo… E intendo quello degli elementi” si affrettò a specificare “Oppure dal vostro mondo”
I.V fece un passo verso di lei.
“Vai a prendere la lettera. Ora.”
 












 


Angolo Autrice
Ho un po' interrotto il capitolo sul più bello, ma era uno stacco diciamo necessario. Questo in particolare è molto corto, lo considero quasi un capitolo di passaggio, anche solo per avere una panoramica di come si svolgeva il pedinamento di I.V nei confronti di Ambra.
Più andiamo avanti, più sono contenta della piega presa da questa storia, anche perché ci sono dettagli che forse potrebbero apparire insignificanti, ma che poi torneranno più avanti e sotto una luce diversa si capranno bene determinate dinamiche.
Anche se per ora è solo una la persona che mi sta dando dei feedback, ringrazio comunque tutte le persone che stanno leggendo la mia storia.
A presto.
  
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