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Autore: nikita82roma    14/02/2021    6 recensioni
Rick e Kate ed un San Valentino. Sono passati alcuni anni dal loro primo San Valentino insieme, sono cambiate molte cose, sono cambiati loro, ma qualcosa non cambia mai...
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Silenzio.
Il loft era rimasto avvolto nel silenzio totale per la prima volta dopo mesi.
Kate si sorprese ad esserne egoisticamente felice. In quel preciso istante erano sparite tutte le remore che aveva avuto fino a pochi istanti prima, e stava apprezzando quel momento di quiete.
Castle era vicino alla finestra e la guardava con un sorriso compiaciuto e amorevole. Non ebbe bisogno di dirgli nulla, quando scomparve nella loro camera da letto, bastarono i suoi gesti e il suo labiale sfuggente. Gli stava solo chiedendo qualche minuto e anche se per lui era perfetta anche così, non potè non fare solo un cenno di approvazione con la testa e lasciare che si sentisse più a suo agio. Del resto, aveva molte ore in cui sarebbe stata solo per lui.
Non potè fare a meno, però, di immaginarla dietro quella porta: mentre si scioglieva i capelli e li agitava in quel movimento lento e liberatorio, come muoveva il collo per scaricare la tensione, come si rinfrescava il viso gettandosi l'acqua sul volto e poi alzava la testa lasciando qualche goccia scorrere tra le labbra e lungo il collo. La immaginava mentre si spogliava, gettando via i vestiti senza pensarci troppo e poi mentre si metteva qualcosa adatto per la loro serata, scegliendolo con cura, anche se lui le aveva detto che non sarebbe stato niente di particolare. Nei suoi pensieri non c'era nulla di malizioso, anche se era sempre fermamente convinto che gli abiti migliori di sua moglie fossero quelli ai suoi piedi quando lui glieli toglieva, ma in quel momento, in quel preciso momento, tutto quello a cui riusciva a pensare era semplicemente quanto amasse la donna dentro quella stanza e quanto fosse fortunato a passare ogni giorno con lei che gli aveva dato tutto quello che nella vita aveva sempre voluto, che lei era tutto quello che aveva sempre voluto.

Rick spostò lo sgabello del pianoforte, aprì la tastiera e cominciò a suonare qualche nota incerta prima di prendere coraggio e lasciare che le dita scorressero tra i tasti, più sicure di quanto immaginasse. 
Beckett era ancora dentro la loro stanza, quando il silenzio del loft fu spezzato da quella melodia che ci mise solo poche note a riconoscere. Era stato l'ultimo concerto al quale avevano assistito, invitati ad una serata di beneficienza il giorno prima di San Valentino dell'anno precedente, alla quale partecipava tutto il jet set e i politici più in auge del momento e lei ancora non aveva capito come e quando Rick aveva fatto in modo che questa canzone fosse dedicata proprio a lei prima dell'esibizione e lui non glielo aveva mai detto.
Era passato un anno e tante cose erano cambiate ancora nella loro vita, inaspettatamente, ancora una volta. Erano stati stravolti, felicemente stravolti, storditi e trascinati dagli eventi. Avevano tirato i remi in barca e lasciato che fossero le onde ad indicar loro la strada. Avevano assecondato la vita.
Kate era certa: se non avesse tenuto a bada i pensieri sarebbe scoppiata a piangere in quello stesso istante e non voleva. Fece un respiro profondo e uscì dalla stanza per raggiungerlo.

Castle si accorse che era uscita, non dal rumore della porta, né dai suoi passi, ma dal suo profumo e dalla presenza di lei che riusciva sempre a percepire, ogni volta orbitasse vicino a lui. La riconosceva, sapeva che c'era, senza vederla. Chiuse gli occhi e continuò a suonare e riuscì a farlo anche quando sentì la mano di Kate sulla sua spalla e poi accarezzarlo dietro il collo e tra i capelli. Deglutì e si interruppe. Fu in quel momento che lei approfittò per sedersi sulle sue gambe.
Appoggiò la testa sulla spalla e lui la strinse. Gesti istintivi, che ormai erano una routine. Sapeva se si appoggiava così voleva dire che aveva bisogno di un abbraccio, che era il suo modo per chiederlo, senza usare le parole. Il più delle volte non avevano bisogno di parlarsi.

I capelli un po' più corti e più brizzolati, qualche ruga in più, gli occhiali da vista che si era arreso a portare, ma il sorriso impertinente di sempre, gli occhi azzurri nei quali poteva perdersi e trovare tutto il suo mondo, il suo abbraccio sicuro con quelle sue braccia forti che la facevano sentire a casa in ogni posto si trovassero, perché c'era lui e c'erano loro. Aveva quella leggera barba proprio come la prima volta che lo aveva visto, e se lo guardava gli sembrava ancora più bello di quella sera, ma non glielo avrebbe detto, o forse sì, dopo, però. Sorrise e si morse il labbro, ma lui non la poteva vedere.
Erano passati nove anni da quando stavano insieme, dodici da quando lui aveva cominciato a girarle intorno: non ricordava nemmeno più cosa volesse dire vivere senza di lui, senza la sua presenza costante in tutto quello che faceva. Se chiudeva gli occhi pensava fosse solo ieri che era entrata da quella porta dicendo che voleva solo lui, perché anche se era cambiato tutto, non era cambiato niente: voleva sempre e solo lui e sapeva che non le sarebbe bastata tutta la vita insieme a lui. Gli accarezzò il volto, lo prese tra le sue mani, lo guardò negli occhi per alcuni lunghi secondi dicendogli nel totale silenzio tutto il suo amore. Lo baciò teneramente sulle labbra, appoggiandole su quelle di lui assaporando il contatto con la sua bocca morbida: amava suo marito, lo amava terribilmente, in quel modo così totale che lui le aveva fatto scoprire al quale lei non sapeva né voleva fare a meno.

Una mano di Rick scese sotto la maglia di Kate, facendo scivolare le dita sulla pelle della schiena di sua moglie. La sentì rabbrividire. Non era il freddo.
Adorava che riuscisse ad avere sempre lo stesso effetto su di lei, che erano passati gli anni, erano cambiati loro e le loro vite, ma nulla di quello che c'era tra loro due ed anzi, se era cambiato qualcosa lo era in meglio. Era diventato di più, era cresciuto, come erano cresciuti loro ed il loro rapporto: più consapevoli, più maturi, più sicuri. E tutte le emozioni si erano amplificate quando parte delle paure che li condizionavano le avevano lasciare andare.
Amava Kate, amava tutto di lei, con tutto se stesso. Amava la donna che era e che era diventata, senza mai tradire sé stessa. Amava tutto quello che faceva per lui e per loro ed era esattamente quello che lui credeva lei sarebbe stata, quando era lei stessa a non crederlo possibile. Amava la sua mente brillante ed il suo corpo splendido e per lui era sempre la donna più bella del mondo, non erano gli anni ad averla cambiata, né i segni del tempo e della vita. Non c'era una cicatrice che la rendesse meno desiderabile ai suoi occhi, anzi ognuna gliela faceva amare di più. Era sempre la sua musa dalle lunghe gambe, perché la continuava ad ispirare ogni giorno.
Quando le labbra si separarono, Kate appoggiò la fronte su quella di Rick. Si sorrisero a vicenda, come due adolescenti al primo appuntamento a casa soli. Riuscivano ancora a stupirsi di loro stessi, nonostante i loro sentimenti fossero così consolidati, ancora il loro amore li sorprendeva, come un fulmine improvviso che rischiara la notte. Si baciarono ancora, un bacio più intenso, passionale, profondo. Un lungo bacio di quelli che li lasciava letteralmente senza fiato, che avevano sempre meno tempo per scambiarsi, che mancava loro come l'aria in quello stesso momento. Avrebbero avuto tutta le sera e tutta la notte. Non li avrebbe disturbati nessuno, avrebbero recuperato tutto il tempo e tutti i baci non dati, o almeno molti.

"Non ti vestire elegante e non ti truccare". Questo le aveva chiesto e questo aveva fatto, per quell'appuntamento sui generis di suo marito, perché lei, al contrario di lui, riusciva a fare quello che gli veniva chiesto.
Sarebbe stato un San Valentino speciale, glielo aveva promesso, e veramente, non trovava nulla di più speciale di una sera a casa soli loro due, una bottiglia di vino, un tagliere di formaggi e quelle tartine che piacevano tanto a Kate che avrebbero potuto imboccarsi a vicenda.
Ryan e Jenny si erano offerti di tenere Lily per quella sera, un favore che Castle avrebbe ben ricompensato; Alexis e Martha si sarebbero occupate di Jake e Reece: era la prima sera che non dormivano con loro da quando erano nati e anche se quel suo lato protettivo e materno che non sapeva nemmeno di avere fino a quando non era nata Lily, con i gemelli si era decuplicato, nella quiete tra le braccia di suo marito, sapeva che era stata la cosa giusta. Una serata solo per loro, se la meritavano.

"Ti piace un appuntamento così?" Le chiese più tardi mentre erano placidamente seduti stretti sul divano, sposandole una ciocca di capelli dal viso che non potè fare a meno di accarezzare.
"È perfetto" Gli rispose togliendogli gli occhiali e mordendosi il labbro, mentre con la mano sul petto lo invitava a sdraiarsi e si avventurava sopra di lui.
Da lì a poco, sarebbe stato ancora tutto più perfetto.
 

‘Cause all of me
Loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
Give your all to me
I’ll give my all to you
You’re my end and my beginning
Even when I lose I’m winning
‘Cause I give you all of me
And you give me all of you


Una bellissima versione solo piano di questa canzone che mi ha accompagnato nella scrittura. https://www.youtube.com/watch?v=b3E6E6hYSSI


   
 
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