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Autore: AlbAM    14/02/2021    26 recensioni
Alba, trentenne single e convinta di essere destinata a rimanere tale, è assillata da un incubo ricorrente di cui non riesce mai a scoprire la conclusione.
Azaele, diavolo romantico e casinista, è convinto di aver riconosciuto in lei il suo amore perduto.
Michele, il suo migliore amico, è un angelo gentile e protettivo che è sempre finito nei pasticci per cercare di tirare il suo amico fuori dai guai.
In una Roma un po' reale e un po' inventata le loro vite si incrociano inevitabilmente.
Riuscirà Azaele a riconquistare Alba?
E Michele ce la farà a tenere l'amico lontano dai guai o finirà inevitabilmente per essere coinvolto nei pasticci combinati da Azaele per riconquistare la donna di cui è innamorato da quattrocento anni?
E Alba? Come cambierà, se cambierà, la sua vita? E se scoprisse di non essere esattamente la persona che ha sempre creduto di essere?
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Capitolo 20


Nascita di una strega


Alba, Azaele e Merlino, si lasciarono alle spalle la casa distrutta della signora Elena e camminarono tutto il pomeriggio, o meglio, per lo più aveva camminato Azaele portando di nuovo Alba sulle spalle.

Era ormai ora di cena quando finalmente arrivarono alla Locanda dell'Agnello macellato1, poco fuori Monterotondo. Azaele e Alba osservarono perplessi l'insegna, ma aveva cominciato a piovere ed erano troppo stanchi per cercare un'alternativa. Entrarono e presero due stanze, Alba era un po' preoccupata, non aveva molti soldi, ma Azaele sorrise e pagò per entrambi. Prima di salire in camera decisero di mangiare qualcosa e si sedettero a un tavolo. L'oste li raggiunse poco dopo e servì il piatto del giorno: agnello arrosto. Azaele e Alba, piuttosto affamati, si dedicarono all'arrosto senza parlare.

Erano passati pochi minuti quando la porta della locanda si aprì. Azaele sentì un brivido improvviso lungo la schiena, si voltò e vide tre frati incappucciati accomodarsi intorno a un tavolo, i suoi occhi incrociarono quelli di un uomo alto e magro, dagli occhi neri e freddi che sembrava il capo del gruppetto. "Sgherri dell'inquisizione" pensò il demone irritato, l'uomo sostenne il suo sguardo, un leggero sorriso gli increspò le labbra come se avesse intuito la vera natura di Azaele. Il demone stava per togliersi la soddisfazione di lasciare che i suoi occhi diventassero completamente neri e bui, ma poi pensò ad Alba, distolse lo sguardo dall'inquisitore e rivolse la sua attenzione esclusivamente alla ragazza che stava raccontando brevemente la sua vita.

Era cresciuta in una famiglia di artigiani. Purtroppo quando lei e i suoi fratelli erano ancora piccoli, la malaria si era portata via prima suo padre e poco dopo sua madre. Per sopravvivere erano dovuti andare tutti a servizio. Lei era stata fortunata perché era stata presa dalla signora Elena che le aveva fatto un po' da madre e l'aveva spronata a cominciare a studiare le erbe. Raccontò di come si era sempre sentita un po' diversa dalle altre ragazze perché non era stata mai tanto interessata a trovare un brav'uomo e sposarsi, quanto a studiare e aiutare la gente senza dipendere da nessuno, proprio come la signora Elena.

Azaele la osservava quasi ipnotizzato, non gli era mai capitato di fermarsi a parlare con un mortale. Il suo rapporto con gli umani, almeno fino a quel momento si era limitato ad accompagnare le loro anime all'inferno e in quei frangenti non è che ci fosse molto da chiacchierare. Con le donne aveva avuto qualche scambio in più, giusto perché ogni tanto si intratteneva piacevolmente con qualcuna di loro, ma anche in quei casi una volta finito il divertimento lui e l'umana di turno si salutavano cortesemente e ognuno andava per la sua strada. Azaele infatti, non era mai stato interessato a prendersi una “compagna”, non gli sembrava giusto condannare qualche ragazzina inesperta all'Inferno. Preferiva scegliere donne che avevano solo voglia di condividere il letto con lui per qualche ora e senza impegno. Almeno era stato così fino a quando si era imbattuto in Alba.

Inizialmente, quando si era reso conto di cosa stava succedendo, si era solo voluto divertire a mettere i bastoni tra le ruote al branco di bifolchi che inseguivano la ragazza dai lunghi capelli ricci e neri. Per questo, dopo averla vista inciampare, aveva deciso di issarla sul ramo e nasconderla alla vista dei contadini. Nel momento in cui l'aveva stretta tra le braccia però, aveva sentito una strana sensazione di calore dentro il petto che era aumentata sempre più nell'arco della giornata.

Durante la cena, mentre ascoltava la ragazza raccontare la sua storia, a quella piacevole sensazione si era aggiunta anche la consapevolezza di aver incontrato per la prima volta in vita sua, qualcuno che potesse capire il senso di estraneità che aveva provato fin dal primo giorno della sua vita infernale. Erano millenni che si sentiva solo laggiù, a parte forse per quelle poche volte che si era ritrovato a collaborare con Sael, il demone timido e riservato che aveva un debole per Michele. Il collega però aveva un carattere molto chiuso e nonostante si dimostrasse sempre amichevole ed educato, tendeva a mantenere le distanze.

Un'altra esperienza che aveva in comune con Alba era la perdita dei genitori, anche se a dire il vero nel suo caso si trattava di un vero e proprio abbandono. Azaele non riusciva a capire come suo padre e suo madre avessero potuto compiere un'azione così crudele e ne soffriva ancora. A volte si chiedeva se la sua "ribellione" non fosse stato un tentativo, inutile, di attirare l'attenzione dei suoi genitori.

"Ti sto annoiando?" domandò improvvisamente Alba.

"No, certo che no!" rispose il demone che si era accorto di essersi perso nei suoi pensieri. "È solo che mi ritrovo nel tuo racconto!"

"Davvero?" domandò la ragazza stupita.

"Già" sospirò lui. "È tardi andiamo a dormire" concluse alzandosi. Accompagnò Alba fino alla sua camera, rimanendo poi a fissarla un po' imbarazzato. Si rese conto che desiderava passare la notte con lei, ma aveva percepito che la ragazza non era mai stata con un uomo e per quanto la desiderasse, non poteva pensare di farla diventare la sua "compagna", Alba non si meritava di finire all'inferno per colpa sua. La ragazza interruppe i suoi pensieri salutandolo con un sorriso un po' malizioso "Allora buonanotte, a domani!"

"Uh, si certo a domani!" rispose lui preso alla sprovvista.

Alba chiuse la porta, attese un attimo e poi la riaprì, ma Azaele era già scomparso. La ragazza sospirò delusa e dandosi della stupida richiuse la porta.

In realtà Azaele era ancora lì, invisibile e schiacciato contro il muro da Michele. "Che cosa cerchi di fare Azaele? Se credi che ti permetta di possedere quella ragazza e rovinarle la vita, ti sbagli!" sibilò l'angelo, furente.

"Non sto cercando di rovinare la vita di nessuno, idiota, sto cercando di salvarla dai bifolchi che vogliono bruciarla viva solo perché cerca di aiutarli curandoli con le erbe mediche! Tu e tutti voialtri siete solo dei sadici, vorreste vedere tutte le ragazze come lei morire in modo orribile!" rispose Azaele spingendolo via.

"Non ti permetto di insultare né me, né i miei colleghi. Sai benissimo che certe cose terribili accadono per istigazione dei tuoi indegni colleghi!" replicò l'angelo assestandogli un pugno in piena faccia. Azaele si portò una mano al viso "Ma sei impazzito? Per poco non mi hai rotto il naso!" urlò saltando addosso a Michele e facendogli perdere l'equilibrio. L'angelo cadde all'indietro rotolando giù per le scale e portandosi dietro Azaele. Non fece in tempo a rialzarsi che il demone gli restituì il pugno in faccia.

L'angelo, furibondo, lo afferrò per i capelli e lo sbatté violentemente contro la porta della locanda che si spalancò facendo finire il demone dentro una pozzanghera.

Per qualche istante nella locanda calò il silenzio mentre gli ospiti osservavano stupiti la porta ancora aperta. L'oste commentò che doveva essere stato un colpo di vento e andò a chiuderla. Tutti ricominciarono a chiacchierare come se nulla fosse successo, tranne gli uomini incappucciati che si scambiarono un breve cenno d'intesa.

Michele si avvicinò al demone e lo tirò su dal fango, Azaele ne approfittò per assestargli una gomitata nello stomaco. L'angelo si piegò in due per il dolore, Azaele si fermò ansimando, si passò una mano sul viso per pulirlo dal fango misto al sangue e gli domandò "Ti basta?".

Michele non fece in tempo a rispondere che una luce angelica lì investì in pieno, Azaele cadde a terra urlando e contorcendosi per il dolore. Michele aprì le ali per proteggerlo, si girò verso la fonte della luce e implorò "Ti prego Ysrafael, basta, abbiamo capito!"

"Non ho sentito, il tuo amico!" rispose gelido il supervisore angelico senza interrompere il raggio di luce emesso dalla sua spada. "Ho capito, basta!" si lamentò Azaele che si era rannicchiato in posizione fetale cercando di rimanere il più possibile protetto dalle ali di Michele. Israfael interruppe il raggio di luce "Allora piantatela di comportarvi come due ragazzini! Michele vieni con me, è in corso una scaramuccia tra soldati del Papa e truppe spagnole, dobbiamo ritirare delle anime. Muoviti anche tu Azaele, alcune sono destinate alla tua parte!"

"Non prendo ordini da un supervisore angelico!" bofonchiò Azaele ancora a terra.

"Attento a come parli, demone!" lo minacciò Yrafael alzando nuovamente la spada, Azaele si nascose dietro Michele che intervenne "Ysrafael, perdonami, ma Azaele purtroppo ha ragione, sai bene che non può obbedirti! Forse è meglio aspettare che arrivi il suo supervisore!"

"Non c'è tempo per aspettare i comodi dei demoni, dobbiamo andare!" rispose Ysrafael. "Quanto a te, attento a quello che fai, la ragazza al piano di sopra non è tua, prova a toccarla e te ne pentirai!" aggiunse puntando la spada contro la gola di Azaele che evitò di replicare, il supervisore angelico era già abbastanza teso, non voleva rischiare di innervosirlo ulteriormente con qualche battuta sarcastica.

I due angeli aprirono le ali e lasciarono Azaele da solo a riflettere sul da farsi. Per il momento non aveva ancora ricevuto alcuna chiamata da Safet e comunque l'idea di lasciare Alba da sola lo preoccupava. Non erano tempi adatti per lasciare una ragazza sola, in una locanda in cui avevano deciso di sostare anche degli inquisitori, quei bastardi erano sempre in cerca di qualche poveretta da torturare e condannare al rogo. Azaele li odiava profondamente anche se riconosceva che avevano almeno il merito di essere ottimi clienti infernali. Erano talmente corrotti che molti di loro neanche si stupivano quando una volta esalato l'ultimo respiro si trovavano di fronte lui e non un angelo.

Rientrò nella locanda riflettendo sul da farsi e per la seconda volta incrociò lo sguardo dell'inquisitore. Di nuovo preferì mostrarsi indifferente, salì le scale e si stava avviando verso la sua camera quando sentì un lamento provenire dalla camera di Alba. Preoccupato si precipitò dentro e la trovò che piangeva e si lamentava nel sonno chiamando Elena. Il demone la svegliò dolcemente.

"Azaele" disse lei aprendo gli occhi e abbracciandolo stretto "ho avuto un incubo terribile"

"Ti stavi lamentando nel sonno, sono entrato perché ho temuto che stessi male" rispose lui stringendola tra le sue braccia.

"Ti prego Azaele rimani a dormire qui con me" lo supplicò la ragazza.

"Alba, i… io non credo che sia una buona idea" rispose lui a disagio.

"Perché? Sto bene con te, sei gentile, premuroso e…" Alba arrossì e sussurrò nascondendo il viso contro il petto di Azaele "... molto bello!"

Azaele non era abituato a sentirsi fare dei complimenti e soprattutto non si era mai considerato molto bello, al limite si sarebbe definito interessante o un tipo. Per essere un ex angelo infatti, era abbastanza basso, superava a malapena il metro e settanta, non era biondo e non aveva gli occhi azzurri o verdi. Certo aveva un fisico asciutto e muscoloso, come la maggior parte di angeli e demoni, ma insomma, se pensava ad una definizione di molto bello gli veniva immediatamente in mente Michele, non certo lui.

"Uh, bé... grazie!" rispose un po' imbarazzato. "Tu sei bellissima e molto dolce e… davvero, sei troppo… insomma non sarebbe giusto, capisci?" farfugliò "Tu devi trovare un bravo ragazzo e…"

Lei sorrise dolcemente "Io l'ho già trovato un bravo ragazzo. Mi ha salvato la vita e mi protegge da ogni pericolo!"

Azaele deglutì "Si, ma io non sono quello che pensi, voglio dire, non sono quello che… di cui hai bisogno… tu credi… ma io…".

"Io so solo che non avevo mai incontrato un uomo come te, prima d'ora, e che non ho mai provato per nessuno quello che sento per te. Quando sono tra le tue braccia non ho paura di nulla, perché so che ci sei tu a proteggermi!" rispose lei stringendosi ancora di più a lui e guardandolo con quei suoi grandi occhi verdi e innamorati.

Il demone, naufragò in quegli occhi, in quel leggero profumo di lavanda che emanava dal corpo morbido di lei, in quelle labbra così morbide e invitanti.

La attirò a sé e la baciò a lungo e quando finalmente tornarono a respirare, lei sussurrò "Io non voglio nessun altro che te!"

A quelle parole Azaele cedette completamente e dimenticandosi della sua vera natura la baciò e la accarezzò ancora e ancora, si liberò dei suoi vestiti e di quelli di lei e quando capì che era arrivato il momento l'amò dolcemente, abbandonandosi come non aveva mai fatto prima e rendendosi conto che per la prima volta nella sua lunga vita da immortale, stava provando quel sentimento che gli umani chiamavano amore.

Ed era bellissimo.


#


Safet sbuffò, non era affatto felice di quell'incarico, andare su e giù dalla terra all'Inferno per accompagnare le anime dei soldati, era di una noia mortale, soprattutto per lui che era più una creatura di pensiero.

Fortunatamente Azaele, tanto per cambiare, non aveva risposto alle sue convocazioni, per cui si era dovuto allontanare dall'area di recupero anime e andare a scovare dove si fosse cacciato, prima che qualche zelante collega se ne accorgesse e riferisse la cosa agli Arcidiavoli.

Gli era bastato concentrarsi un po' per individuare le tracce dell'aura di quello svampito e arrivare alla Locanda dell'Agnello macellato. Ancora meno c'era voluto per individuare la camera dove il demonietto, a quanto pareva, aveva appena finito di sollazzarsi con una ragazza umana che sembrava piuttosto giovane e carina e che dormiva abbracciata al suo petto. Azaele sorrise e posò le labbra sui capelli della ragazza, baciandoli delicatamente. Safet rimase interdetto. Non lo aveva mai visto comportarsi in quel modo con una donna, sospirò e decise di entrare comunque.

Azaele nel vederlo sussultò e coprì immediatamente la ragazza addormentata.

Safet notò il gesto ma non fece commenti, disse solo, cercando di assumere un tono abbastanza distaccato "Sei in ritardo e come al solito fai finta di non sentire le mie convocazioni! E risparmiami le solite scuse fantasiose, lo vedo da me il motivo del tuo ritardo!"

Azaele provò a replicare, ma Safet lo fermò "Vestiti e basta, ti ho detto che non voglio sentire scuse. Quando avremo finito sarai libero di tornare dalla tua compagna"

Azaele impallidì "Non è la mia compagna e solo una come tante!"

"Ma davvero? Strano, perché vedo un demone famiglio qui con voi!"

"Mi ha solo seguito, la sua strega è morta e…" Merlino miagolò indignato. Safet sorrise sarcastico "Non mi pare che la tua versione coincida con quella di Myrddhinx"

Azaele cominciò a balbettare "N...no, guarda che sta scherzando, ti sembro il tipo di demone che si prende una compagna?"

"In effetti no, mi sembri più il tipo di demone cretino che si è innamorato di una giovane femmina umana e cerca di negare anche a se stesso di averla destinata all'inferno" replicò lapidario Safet "Ora vestiti e seguimi, non te lo ripeterò un'altra volta!"

"Safet, ti prego, ci sono dei frati inquisitori al piano di sotto e come se non bastasse la ragazza non sa nulla della mia vera natura, se l'abbandono adesso, senza aiutarla ad accettare la sua nuova condizione, rischierà di usare i suoi poteri inconsapevolmente e combinare qualcosa di irreparabile!"

"Se dovesse succedere la colpa sarà solo della tua sventatezza, avresti dovuto dirle chi eri, permetterle di decidere consapevolmente se diventare o meno una strega. Ora non c'è tempo per rimediare al tuo errore, ti ordino di seguirmi, demone. Myrddhinx veglierà sulla ragazza mentre tu sei impegnato a svolgere i tuoi compiti!"

Azaele abbassò la testa e non osò più replicare, Safet gli aveva dato un ordine chiaro e preciso, non aveva modo di rifiutarsi.

Si girò verso Alba, la osservò dormire qualche istante e poi con la morte nel cuore seguì Safet che si era lanciato fuori dalla finestra con le ali spiegate.


#


Il sole non era sorto da molto quando Alba si svegliò e allungò una mano per cercare Azaele. Ma al suo fianco non c'era nessuno. Si guardò intorno stupita, l'unico essere vivente oltre a lei era Merlino che la fissava muovendo nervosamente la coda. Pensò che probabilmente il ragazzo era andato a recuperare la sua roba in camera e magari la stava aspettando giù per fare colazione insieme e decidere cosa fare. Mentre scendeva dal letto notò che la sua ferita era completamente rimarginata e se ne stupì, anche se non si trattava di nulla di grave, non si aspettava di guarire così velocemente.

Si lavò e vestì in fretta e provò a bussare alla porta della camera di Azaele. Il ragazzo non rispose. Alba si accorse che la porta era solo socchiusa, gettò uno sguardo dentro ma non c'era nessuno, sospirò e decise di scendere, Merlino la seguì silenziosamente.

La sala da pranzo della locanda era quasi vuota, gli unici avventori era tre frati incappucciati che la osservarono insistentemente. Provò uno strano brivido e un malessere profondo, ma evitò di rispondere al loro sguardo. Erano frati inquisitori, gente da cui la signora Elena le aveva sempre detto di tenersi lontana. Anche Merlino sembrava aver avuto lo stesso pensiero perché si dileguò tra i tavoli senza farsi notare.

Alba si avvicinò all'oste e gli domandò se aveva visto Azaele. L'uomo scosse la testa e rispose che non lo vedeva dalla sera prima.

La ragazza capì che il giovane se n'era andato senza salutarla, ma non riusciva a credere che si fosse semplicemente divertito per poi abbandonarla in quel modo. Dentro di sé sapeva di avere stretto un legame profondo con lui e che presto si sarebbero incontrati di nuovo. Decise di mangiare qualcosa e partire al più presto per raggiungere Roma, dove avrebbe sicuramente trovato un lavoro nuovo e, ne era certa, anche Azaele.

Appena mise piede fuori dalla porta riapparve Merlino che miagolò e le saltò in braccio con un balzo, irrigidendosi come se fosse spaventato. La stessa Alba si sentì gelare il sangue. “É il vostro gatto?” domandò una voce fredda e tagliente alle sue spalle, la ragazza si girò lentamente, ma sapeva già di chi era quella voce. Guardò l'uomo incappucciato negli occhi e rispose calma “É l'unico rimasto della cucciolata della mia vecchia gatta, padre, era malata ed è morta poco dopo. Molte persone scacciano dalle loro case i cuccioli di gatti neri, ma San Francesco ci ha insegnato ad amare ogni creatura di nostro Signore, non sono riuscita ad abbandonarlo al suo destino!”

L'incappucciato sembrò colpito positivamente dal modo sincero in cui aveva risposto Alba, che in realtà aveva mentito. Elena le aveva raccontato che Merlino un giorno si era presentato alla sua porta e non se n'era più andato, ma per qualche motivo la ragazza aveva intuito che era meglio raccontare una storia diversa.

L'inquisitore domandò ancora “Viaggi sola? Non è usuale per una giovane donna come te!”

Alba cominciava a provare un forte mal di testa e una sensazione di rabbia verso quell'uomo che si permetteva di curiosare nella sua vita, ma ancora una volta capì di dover mantenere la calma e rispondere con semplicità “Vado a Roma a cercare servizio, padre, e a dire il vero fino a ieri non ero sola, un giovane educato che faceva la mia stessa strada si è offerto di accompagnarmi. Purtroppo stamattina ho scoperto che se n'è andato via senza salutarmi. Ci sono rimasta un po' male, ma in fondo non era un suo obbligo continuare il viaggio con me. Aveva i suoi impegni e sarà dovuto partire presto!”

Ancora una volta l'inquisitore sembrò soddisfatto, la giovane aveva ammesso di essere stata in compagnia del giovane bruno con cui l'aveva vista cenare la sera prima. “Molto bene, vai in pace ragazza e buona fortuna per il tuo lavoro!”

Alba rispose educatamente al saluto e si avviò verso la strada che portava a Roma. Merlino stretto tra le sue braccia, si rilassò e ricominciò a respirare.


Nota 1: spero che John Landis non venga mai a saperlo...

   
 
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