Serie TV > Il paradiso delle signore
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Autore: Danielle96    14/02/2021    0 recensioni
Storie autoconclusive. What it e Missing moments su Cattegaris e personaggi a loro legati!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Le prime luci del mattino illuminano il salone semideserto e accarezzano timidamente l’ingresso della cucina, disegnando sul pavimento un percorso preciso. Clelia arriva a passi lenti e silenziosi dal fondo del corridoio, rimanendo affascinata da quel gioco di luci e ombre che dipingono la sua nuova casa. Ancora non si è abituata a quell’ambiente nuovo, né tanto meno all’idea di avere una casa nuova, in cui abitare con la sua famiglia. Persino la parola “famiglia” le fa uno strano effetto. Non le sembra vero di poter vivere con Carlo, Luciano e la bambina in arrivo come una famiglia vera e propria. Un sogno. Un sogno talmente grande che fino a poche settimane prima non avrebbe avuto neanche il coraggio di immaginare. Entra in cucina stiracchiandosi e sistemando la sua vestaglia color pesca, stringendo appena appena la cinta in vita per poi accarezzare delicatamente il ventre nella speranza, ancora vana, di sentire qualche movimento dentro di sé. Sorride pensando a quando finalmente la meravigliosa creatura che cresce dentro di lei sarà grande a sufficienza da farle sentire fisicamente la sua presenza. Prende un pentolino per scaldare un po’ di latte e cerca il pane avanzato dalla sera prima per tostarlo. Si muove silenziosamente tra i mobili della cucina, facendo attenzione a non fare rumore e a non urtare accidentalmente a causa del buio che ancora investe parte della stanza. Non le va di accendere la luce, ha ancora gli occhi assonnati e vuole godersi l’avanzare di quei raggi di sole nella penombra, in attesa che arrivino ad illuminare tutto l’ambiente. Si siede accanto al tavolo aspettando che il pane sia pronto ed inizia a sorseggiare il latte dalla sua tazza nuova, guardandosi intorno e contemplando gli spazi di quella cucina ancora spoglia, bisognosa di essere arredata. L’intera casa è ancora abbastanza vuota. Ci sono solo pochi mobili vecchi, qualche utensile in cucina, un divano dalla fodera sdrucita e un letto non proprio comodo che le impedirebbe di riposare bene se non fosse per Luciano che, ogni sera, l’accoglie fra le sue braccia lasciando che trovi una posizione comoda e che si addormenti con la testa sul suo petto. E poi c’è un lettino più piccolo dove hanno momentaneamente sistemato la coperta preferita di Carlo, avvicinando una sedia alla testiera per utilizzarla a mo’ di comodino e poggiarci sopra il suo carillon. L’arredamento è ancora tutto da rifare ma per ora quel poco che c’è, lasciato dagli inquilini precedenti, è più che sufficiente. Del resto, è stato già un colpo di fortuna enorme essere riusciti a trovare un appartamento in così poco tempo. Poco più di una settimana prima erano ancora a Milano, nella casa nuova di Luciano per la quale Clelia aveva ancora tante idee, a partire dalle tende in soggiorno fino alle decorazioni floreali che le sarebbe piaciuto mettere sui davanzali delle finestre, per dare un tocco femminile alla casa e impedire che i proprietari scoprissero che lui abitava lì da solo, a differenza di quanto avevano fatto credere per ottenere l’appartamento. Ed ora eccoli qui, in una casa in cui non devono più fingere, da cui lei e Carlo non devono più sgattaiolare ogni sera perché non possono fermarsi a dormire. Questa casa è tutta loro e nessuno può ostacolarli. Clelia si alza di scatto per prendere il pane, che rischiava di bruciarsi mentre era assorta nei suoi pensieri. Se Luciano l’avesse vista non avrebbe esitato a fare una delle sue battutine, rivendicando il primato di solo e unico boicottatore di cene e colazioni, nemico giurato di forni e tostapane! Adagia le fette in un piattino e prende il barattolo con la confettura e un cucchiaino per poi trasferirsi in salone a fare colazione. Ormai è sveglia del tutto e vuole godersi interamente la luce che invade la casa. Arriva nei pressi del divano e, mentre sta per sedersi a fare colazione, nota qualcosa sul mobiletto accanto alla porta d’ingresso, qualcosa che fino a ieri non c’era e che non poteva di certo passare inosservato in mancanza di soprammobili. Si precipita incuriosita verso il mobiletto per capire di cosa si tratta e rimane molto colpita nel vedere cosa c’è: una scatola di cioccolatini ed una rosa, il più romantico degli abbinamenti. Le sue labbra disegnano d’un tratto un sorriso gioia su quel volto incredulo, cancellando la curiosità per lasciare spazio ad una spropositata euforia. Accarezza delicatamente il fiore con le punte delle dita, partendo dai petali per poi sfiorare lo stelo, stando attenta a non pungersi con le protuberanze lasciate dalle spine accuratamente recise. Per un attimo prende in mano la rosa, intenzionata a inebriarsi del suo profumo, così delicato da essere però sopraffatto da quello più intenso emanato dai cioccolatini. Erano giorni che aveva una voglia matta di cioccolato ma tutte le volte che lei o Luciano ne avevano comprato un po’ avevano dovuto subito fare i conti con la golosità di Carlo, sempre pronto a reclamare la sua porzione, impedendole di conseguenza di appagare del tutto il suo desiderio. Libera velocemente la scatola dall’involucro esterno e lascia che quell’aroma così intenso si sprigioni nell’aria. Dopo aver goduto per qualche secondo di quel profumo inizia a percorrere con le dita i bordi del vassoietto, meditando attentamente su quale cioccolatino scegliere, per poi tuffare l'indice e il pollice su quello che l’aveva colpita di più. ‘’Beccata!’’ La voce di Luciano la coglie di sorpresa provocandole un fremito, subito placato dall’abbraccio in cui non esita a stringerla, premendo il suo petto contro la schiena di lei. La cinge col braccio sinistro, mentre con la mano destra le accarezza il viso e il collo, per poi continuare a percorrere il suo torace fino a depositare la mano sul ventre, in modo da salutare con una carezza anche la bambina. ‘’E va bene, ammetto la mia colpa, mi hai colto con le mani nel sacco!’’ dice Clelia ridendo, per poi volgere la testa indietro verso di lui come per chiedere un bacio. ‘’Che ci fai sveglio a quest’ora? Lo sai che non voglio che ti alzi presto solo per farmi compagnia. Sto bene, davvero!’’. ‘’Non volevo lasciarti fare colazione da sola, non oggi. Più che altro non volevo perdermi la tua espressione davanti a questa sorpresa... e non volevo che finissi tutti i cioccolatini.’’. Pronuncia quest’ultima frase con fare talmente serio da risultare buffo e suscitare in Clelia una sonora risata, subito soffocata dalle dita di lui poggiate delicatamente sulle sue labbra: ‘’Shh sveglierai Carlo!’’. ‘’Scusa, hai ragione’’ dice lei, provando a trattenere la risata ‘’se dovesse svegliarsi ora... allora sì che dovrai rinunciare ai cioccolatini!’’. Luciano mima di nuovo un’espressione di broncio, ancora buffa, ma questa volta talmente tenera da indurla ad addolcirlo con un bacio. ‘’Grazie. È stato un pensiero bellissimo’’ dice Clelia commossa e ancora ingiustificabilmente sorpresa. Resta per qualche secondo con il viso premuto contro il suo, mantenendo il contatto con la sua pelle e riuscendo a percepire ogni suo minimo respiro. ‘’Clelia... credevi davvero che me ne sarei dimenticato?’’ ‘’Forse... più che altro non ci speravo. Sono state giornate molto indaffarate, è facile perdere la cognizione del tempo e non ti avrei biasimato se te ne fossi dimenticato e poi...’’ ‘’e poi basta!’’ la interrompe Luciano alzando gli occhi al cielo e stringendola ancora di più a sé. ‘’Quando la smetterai di stupirti di tutto ciò e accetterai quello che ci sta succedendo? Questa nuova vita che finalmente è arrivato il momento di vivere?’’ Clelia sorride abbassando lo sguardo e incantandosi nel guardare le mani di Luciano intrecciate sul suo ventre. ‘’Prima o poi arriverà il giorno in cui realizzerò che tutto questo sta accadendo davvero e che non è più solo un sogno’’ fa una pausa di qualche secondo per guardare il sorriso compiaciuto di lui ‘’ma fino ad allora...’’ ‘’fino ad allora continuerai a conservare questo tuo sguardo perennemente incredulo e indescrivibilmente affascinante. Giusto? ’’ ‘’Forse... mi sa che deve rassegnarsi, ragioniere!’’ ‘’Devo ammettere che non mi dispiace in fondo, amo il modo in cui ti brillano gli occhi quando non riesci a credere a quello che hai davanti... anche se si tratta solo di una scatola di cioccolatini e di una rosa!’’ Le dà un altro bacio sulla guancia e questa volta è lui a restare incollato al suo viso, con le labbra poggiate sulla sua pelle morbida. ‘’È che sta accadendo tutto così in fretta che non riesco a capacitarmi... se solo penso che due anni fa a quest’ora eravamo al Paradiso con Oscar che tentava in tutti i modi di farsi assumere dal dottor Conti... un incubo’’ dice scuotendo la testa presa dall'angoscia che accompagna quei ricordi. ‘’Un incubo che per fortuna è finito poco dopo’’. ‘’Già, per fortuna’’. ‘’Un anno fa invece c’era Ennio...’’ aggiunge poi Luciano con voce ancora piuttosto seria. ‘’Un altro incubo?’’ chiede Clelia, questa volta con tono quasi ironico e con il semplice intento di stuzzicarlo. ‘’Un incubo terribile!’’ dice Luciano, scuotendo la testa a sua volta. ‘’Certo, nulla a che vedere con quello che abbiamo vissuto due anni fa, con tutti i problemi realmente gravi abbiamo dovuto affrontare. In fondo Ennio era una brava persona e soprattutto ti trattava bene, per quel poco che vi siete frequentati. Eppure ogni volta che vi vedevo insieme morivo dentro’’. ‘’Ti capisco… capitava anche a me quando ti vedevo con Silvia, anche se si trattava pur sempre di tua moglie e sapevo di non aver il diritto di essere gelosa. E in fondo non potevo neanche biasimare la tua scelta.” La sua espressione resta cupa ancora per qualche secondo, finché quei ricordi dolorosi sono spazzati via dalle parole di Luciano: “per fortuna che poi c'è stata la scelta giusta… da cui non possiamo più tornare indietro!” Sorridono, entrambi col cuore colmo della serenità faticosamente conquista. “A proposito... com’è che era? Risotto e ossobuco? Non credere di cavartela così facilmente tirando in ballo Ennio senza menzionare i tuoi primi esperimenti culinari!’’ ‘’Beh, in effetti meritano una menzione d'onore: per essere la mia prima volta devo ammettere che fu proprio un risotto coi fiocchi... peccato che a rovinare quella cena non fu la mia cucina’’. ‘’Già... Federico’’. ‘’Sì, Federico. Menomale che anche quell’incubo è finito presto’’ ‘’E nel migliore dei modi, perché ora lui sta bene e ti ama anche più di prima! Sei riuscito a sentirlo poi ieri? Come sta?’’ ‘’Bene, l’ho chiamato dalla cabina vicino alla latteria quando sono uscito a comprare i cioccolatini. Mi ha detto che non sa se oggi potremo sentirci perché sarà fuori tutto il giorno per il matrimonio di Bergamini e della signorina Rossi’’ ‘’Gabriella... quanto mi piacerebbe farle gli auguri di persona’’ dice Clelia con un velo di nostalgia. ‘’Ah non dirlo a me, sarei proprio entusiasta di andare al matrimonio del secolo e di festeggiare al circolo, nel covo dei Guarnieri. Se solo penso che Federico sarà lì con loro io...’’ ‘’Ahhh Luciano basta, non ricominciare! Sai bene che Federico tiene solo a te e che non si farà abbindolare da Umberto’’. ‘’Lo so, però...’’ ‘’Però niente!’’. Questa volta è Clelia a zittirlo, rigirandosi fra le sue braccia per guardarlo meglio negli occhi e rassicurarlo. ‘’Non hai più ragione di crucciarti per questi motivi! Adesso sono io a dirti che devi smetterla di sorprenderti per tutto il bene che tuo figlio ti riserva e soprattutto che devi accettare che le cose finalmente stanno andando per il verso giusto!’’. ‘’Però... come sei saggia! Mi sembra di averle già sentite da qualche parte queste parole...!’’ Clelia a volge gli occhi al cielo, con sguardo spazientito e divertito al tempo stesso. ‘’E va bene, prenditi pure i tuoi meriti ma non montarti la testa!’’ ‘’Non lo farò!’’. Si perdono per qualche secondo a contemplare l’uno il sorriso dell’altro, per poi avvicinarsi lentamente e scambiarsi un bacio appassionato. ‘’Che dici? Assaggiamo questi cioccolatini?’’ ‘’Assaggiamoli. Chissà se sono speciali come quelli che aveva Salvatore in caffetteria. Te li ricordi?’’ ‘’Certo che me li ricordo... io ricordo tutto!’’ Si scambiano un ultimo sorriso prima di voltarsi entrambi verso i cioccolatini. Un dettaglio prima non notato distrae Clelia, allontanando nuovamente il momento dell’assaggio: un biglietto, posizionato per tre quarti sotto la scatola, con solo un lembo di carta appena visibile a cui precedentemente non aveva fatto caso. ‘’E questo?’’ si affretta ad aprirlo per scoprirne il contenuto. Le parole, scritte con quella grafia che conosce così bene, prendono vita attraverso la voce di Luciano, che le sussurra all’orecchio facendo da eco alla sua lettura silenziosa, dopo essersi riavvicinato per darle un altro bacio: ‘’Buon San Valentino, amore mio!’’
   
 
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