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Autore: MaxT    14/02/2021    5 recensioni
Questo racconto è basato su Somewhere only we know di marianna1317, rielaborato e completato da MaxT con l'aiuto dell'autrice originale.
Anni dopo essere morto nel mondo da incubo all'interno di un libro magico, Cedric redivivo si presenta alla porta della donna che ancora lo ama, la guerriera Orube.
Al rifiuto di dare spiegazioni sulla sua resurrezione si creano sospetti e incomprensioni, mentre le storie dei due personaggi si intrecciano con le realtà dei loro mondi natii, e con esuli che vivono in incognito nella città di Heatherfield.
Combattuti tra l'affetto per Orube e il loro dovere, le Guardiane e i saggi di Kandrakar cercano risposta a una domanda: c'è ancora una minaccia nascosta nel Libro degli Elementi?
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric, Orube
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Riassunto dei capitoli precedenti

 

Tre anni dopo essere morto all'interno del mondo nel magico Libro degli Elementi Cedric, ferito ed esausto, si ripresenta a Villa Rudolph.

Qui abita Orube, ancora innamorata di lui e tornata sulla Terra per riaprire la sua vecchia libreria.

La Saggia Yan Lin, informata, la incarica di chiedergli come ha potuto risorgere e uscire dal Libro degli Elementi, che Orube aveva riportato nello scantinato del Ye Olde Bookshop.

Il portale di Kandrakar viene spostato dallo scantinato al negozio di animali gestito da Matt Olsen.

Per un certo periodo Cedric e Orube convivono in modo apparentemente sereno gestendo la libreria e facendo vita ritirata, ma lui non risponde ad alcuna domanda sul suo ritorno.

Infine però si fa accompagnare nel seminterrato dove c'è ancora il Libro degli Elementi, ma davanti a questo ha una reazione che allarma Orube.

All'ennesimo rifiuto di Cedric di dare spiegazioni, Orube lo lascia, ma decide di non raccontare a Kandrakar l'episodio per non peggiorare la situazione del suo ex.

Nel frattempo, i contatti tra le Guardiane e Kandrakar sono resi difficoltosi dalla collocazione del portale nel negozio di animali, e loro decidono di chiedere a Orube di spostarlo a casa sua, non più frequentata da Cedric.

A Kandrakar il Saggio Endarno mette in questione con gli altri Saggi la condotta di Orube e sollecita a indagare attivamente su possibili minacce ancora contenute nel Libro degli Elementi.

Su incarico di Kandrakar, Will entra di nascosto nella libreria di Cedric e vi nasconde cinque segnalibri rivelatori di attività magica.

Il giorno dopo, Orube deve ammettere con Will che ha mentito, poi va alla ricerca di una palestra di arti marziali finchè incontra, sotto le mentite spoglie del maestro Stan Luther, il capo guerriero Yarr che aveva conosciuto anni prima a Basiliade.

Yarr le racconta di essere stato esiliato due anni prima perchè aveva criticato la preminenza della casta dei Guerrieri e degli ideali guerreschi nella società di Basiliade. Era stato condannato a morte, ma l'Oracolo aveva segretamente interceduto perchè la pena fosse commutata in esilio.

Il fratello di Orube, Ipitlos, era tra i suoi seguaci ma sfuggì all'arresto.

La domenica dopo le Guardiane vengono a casa di Orube, e il portale di Kandrakar viene magicamente trasferito nella sua soffitta, in fondo a un armadio. Endarno raccomanda di non far avvicinare né Elyon né Cedric al portale; questo riacutizza dei malumori, e Orube inizia a isolarsi dalle altre.

L'ultimo giorno di ottobre una giovane di nome Cassandra Smith entra, in compagnia degli amici Ashley e Josh, al Ye Olde Bookshop e resta sorpresa nel riconoscere Cedric. Come se non bastasse, appena apre un libro le appare un messaggio di Phobos: questo libererà la madre di lei, detenuta a Meridian e trasformata in un fiore, se lei convincerà Cedric a scendere nello scantinato.

In realtà Cassandra è Kendrel, la figlia del defunto Lord Luksas, fuggito con lei da Meridian all'avvento di Phobos ventuno anni prima.

I segnalibri nascosti nella libreria hanno segnalato attività magica durante l'ingresso di Cassandra; le scene registrate da Kandrakar vengono mostrate alle Guardiane e a Orube. Si decide di indagare con prudenza sia sul libro del messaggio che sui tre clienti sospetti.

Il giorno dopo Cassandra si fa riconoscere da Cedric e gli domanda chi sia al potere a Meridian e come potrebbe tornarci. Su questo Cedric dà risposte incomplete perchè non vorrebbe perdere questo contatto interessante appena trovato.

Le indagini svolte dalle Guardiane non portano nessun elemento decisivo.

Loro vorrebbero affrontare direttamente Cedric per fare chiarezza; Yan Lin risponde che l'Oracolo considera la situazione delicata e vorrebbe occuparsene personalmente, ma al momento non può.

Orube si sente sempre più di peso per Kandrakar e si sfoga con Yarr, che le consiglia di parlarne con l'Oracolo.

Nel libro c'è tuttora lo spirito del defunto tiranno Phobos, che aveva assorbito energia magica dal portale di Kandrakar al quale era stato imprudentemente lasciato vicino da Orube. Phobos aveva resuscitato Cedric per farsi aiutare a ricreare il suo corpo. Alla ritrosia di Cedric, lo spirito lo costrinse minacciandolo di nuocere a Orube, e facendogli indossare una magica veste nera.

La prima missione di Cedric fu recuperare un'ampolla contenente lacrime di Phobos custodite in una cripta nel Metamondo; la seconda fu di procurarsi trecento bulbi di un particolare fiore per trasformarli in altrettanti nuovi mormoranti. La terza missione fu recarsi a Meridian e rubare nelle case di alcuni benestanti delle piccole scorte di acqua magica.

Cedric si trattenne per settimane nel mondo del libro per iniziare la trasformazione delle piantine in mormoranti. Finita l'acqua magica, Phobos lo rimandò a Meridian per sottrarne una quantità maggiore, ma qui Cedric scoprì che la città era sorvegliatissima dopo i suoi primi furti.

Tentò di sostituirsi al funzionario Alektor, ma quando costui lo riconobbe lui lo colpì, facendolo involontariamente cadere dall'alto. In preda al panico, Cedric fuggì da Meridian al cospetto di Phobos.

Lo spirito decise di prendere il controllo del corpo di Cedric per portare a termine la missione, ma lui si rifiutò e fuggì attraverso il portale già aperto verso Heatherfield. Phobos lo minacciò: se avesse osato dire a chiunque che lui era il nuovo signore del Libro degli Elementi, lui avrebbe trasferito a Orube tutti i ricordi più meschini di Cedric, in modo che lei lo disprezzasse per sempre.

 

 

Capitolo 21

Segreti incrociati

 

 

 

Appena rientrata dal lavoro, Cassandra sta riponendo il suo soprabito appeso a una gruccia su un bastone già carico, da appoggiare tra due massicce pile di libri. L'operazione è piuttosto delicata: basta una spinta laterale per far finire a terra libri, vestiti e grucce, ma lei ormai ha preso una certa abilità. Somiglia molto al gioco del Jenga.

Un bussare imperioso alla porta la distoglie dalla sua operazione. “Sì? Chi è?”.

“Signorina Smith, sono la signora Godwyn. Mi può aprire?”.

“Subito. Un minuto...”. Cassandra si innervosisce: sa benissimo cosa vuole la vecchia arpia.

Purtroppo la fretta non è una buona consigliera, quando si gioca a jenga. Non lo è neanche per quello che sta cercando di fare lei: una delle due pile frana a terra, e le resta in mano la bacchetta con tre vestiti malamente appesi.

“MERDA!!!”, sbotta.

“Come?”, si impenna la voce insistente dall'altra parte della porta. “Si decide ad aprirmi?”.

Lei appoggia come può i vestiti sul letto e va ad aprire. “Non dicevo a lei. Eccomi!”.

“Alla buon'ora!”, sbotta la vecchia Godwyn entrando nella camera. Dà un'occhiata di disapprovazione in giro. “Che cosa fanno tutti quei libri per terra?”.

A Cassandra verrebbero varie risposte, da 'Seguono la legge di gravità' a 'Si stanno riposando', ma il sarcasmo non conviene, quando si è indietro con l'affitto. “Sono caduti”, si limita infine a spiegare.

L'affittacamere si guarda in giro con disgusto. “Non sarà che il peso di tutti questi libri farà crollare il solaio, vero?”.

Cassandra vorrebbe rispondere 'Perché, la sua catapecchia non li sopporta?', ma opta per un più diplomatico: “No di certo”. Si astiene dall'aggiungere 'Visto che non c'è il peso dei mobili'.

“Bene”, riprende l'altra tamburellando col piede, “Lei sa perché sono qui, vero?”.

Cassandra la osserva con ostilità trattenuta. 'Non sarà che tamburellando il piede farà crollare il solaio, vero?'. vorrebbe ribattere, ma non può fare a meno di blandirla. “Sì signora”. Apre la borsetta ed estrae il portafogli. “Ecco centocinquanta dollari, è tutto quello che ho oggi, ma dopodomani...”.

L'affittacamere prende sgarbatamente le banconote porte da Cassandra, poi scruta nel portafogli che tiene aperto e, con un movimento fulmineo, artiglia l'ultima banconota sopravvissuta. “E questi dieci? Mi racconta bugie?”.

“E io come mangio?”.

“Affari suoi, signorina. Non si va al ristorante quando si hanno debiti!”.

Prima di uscire dalla porta, la Godwyn si volta per un ultimo anatema: “E se dopodomani non dovesse saldare, cominci a vendere un po' dei suoi libri”.

 

'Vecchiaccia orribile e avida', pensa Cassandra dopo che l'affittacamere è uscita, 'Quanto andava meglio prima che tu ti facessi vedere'.

Dopo un'occhiata desolata al suo portafogli, che ora contiene solo monetine, lo sguardo cade sui libri sparsi sul pavimento. Si siede scoraggiata, buttando l'occhio sul paccone di test universitari da correggere, presi in subappalto da uno dei detestati specializzandi di chimica farmaceutica: un modo come un altro di tirare vicino qualche soldino in più. Finché non le pagheranno quel lavoretto, avrà difficoltà anche a mangiare.

Hanno poco da malignare che è avara: le rette universitarie erano un pozzo senza fondo nel quale è rapidamente scomparso il piccolo tesoretto lasciatole dal padre, poi il breve periodo di disoccupazione prima di trovare lavoro ha peggiorato le cose, e così gli interessi dei prestiti che ha dovuto chiedere si trascineranno per almeno altri sei mesi.

Si consola pensando che, dopo quella data, il suo stipendio resterà intatto, e allora potrà permettersi qualche lusso in più, a partire da una nuova camera in un quartiere decente. E allora le sentirà, la Godwyn. Ah, le dirà tutto quello che si è tenuta dentro in questi ultimi anni.

Conta gli spiccioli che le rimangono, programmando le spese per i prossimi pasti.

Si dà il caso, pensa, che lei non sia un organismo fotosintetico e che abbia bisogno di mangiare di tanto in tanto, e anche di dormire sotto a un tetto.

'Mia madre non ha più questi problemi', riflette amaramente, 'da quando Phobos l'ha trasformata in una pianta'.

Guarda svogliatamente le pile di quiz da correggere. Magari questa sera starà su fino a tardi per smaltirne un po', ma ora il ricordo di sua madre ha deviato i suoi pensieri.

Riflette su Cedric e Phobos.

 

Che relazione c'è tra loro? Phobos nello scantinato... ma Cedric lo nasconde, lo sorveglia o lo teme?

E' chiaro che lui non sospetta che il tiranno l'abbia contattata di nascosto, eppure è impossibile che non sappia della misteriosa presenza: che altro motivo avrebbe per non andare mai nel suo stesso scantinato?

Un altro punto, ancora più essenziale: che potere ha Phobos? Chiaramente può vedere e comunicare al di fuori della cantina, ma sarebbe in grado di nuocerle a distanza? Forse no, visto che non è in grado di costringere il suo vecchio subordinato.

E cosa succederebbe se Cedric arrivasse a lui, nello scantinato? Lo libererebbe?

E come farebbe poi Phobos a tornare a Meridian, se Kandrakar controlla i portali? Come potrebbe mantenere la promessa di liberare sua madre?

Prima di morire, suo padre Luksas le aveva dato istruzioni precise: Kendrel avrebbe dovuto aspettare due anni per essere certi che la profezia della caduta e del suicidio di Phobos si fosse avverata; quindi avrebbe dovuto cercare Yan Lin, l'anziana Guardiana di Kandrakar, presso il suo ristorante Silver Dragon, e chiederle di essere rimpatriata a Meridian.

Purtroppo, quando il momento arrivò e lei si presentò a cercarla, il ristoratore cinese suo figlio le rispose stupito che Yan Lin era morta da quasi due anni, e lui non sapeva niente di Kandrakar o cosa che fosse.

Già, il suicidio di Phobos... secondo la profezia, dovrebbe essere già avvenuto da anni. E allora, chi o cosa è l'entità che l'ha contattata? Un fantasma? Un redivivo? Un cadavere pensante in una cripta?

Sulla base del consiglio di suo padre, la condotta migliore potrebbe essere quella di farsi notare da Kandrakar. La strada più semplice potrebbe essere quella di frequentare Cedric, sperando di attirare la loro attenzione o di scoprire il nome di qualche emissario della congrega.

Però, se anche questa strada avesse successo e lei fosse riportata nella sua città natale, sarebbe in grado la regina Elyon di mantenere la promessa al posto del fratello caduto in disgrazia?

E se Rastel fosse già stata liberata da Elyon?

Poi, un pensiero più cupo: e se in tutti questi anni fosse morta?

 

Ha deciso: questa sera passerà a trovare Cedric. Tra l'altro, deve restituirgli il libro: sono passate tre settimane da quando lui glielo ha prestato.

Torna a dargli un'ultima sfogliata: a lei non sembra molto interessante, ma vuole verificare meglio prima di restituirlo.

Quando le capita in mano il segnalibro bronzato, lo soppesa: le dà una sensazione strana, come se irradiasse una debole emissione di energia magica. La sensazione è simile, anche se più tenue, a quella che provava stando vicino a suo padre, soprattutto quando la addestrava nei trucchi magici. Inoltre, è simile a quella che percepiva vicino a Cedric.

Sarà vero che Cedric è senza poteri, poi? Di certo il suo corpo emette energia, è possibile che non riesca a utilizzarla neanche in minima parte?

In compenso, sembra che lei riesca a utilizzarla al suo posto: il giorno in cui se l'è trovato davanti in libreria, d'istinto ha usato un trucco magico per non essere riconosciuta, e ha funzionato al di là delle sue speranze.

Può essere che lei e Cedric siano complementari? Cosa potrebbero fare, assieme?

Torna ad osservare il segnalibro.

Se questo manufatto è magico, perché Cedric gliel'ha dato? Per sorvegliarla? E che cosa può realmente fare? E' l'equivalente di un localizzatore, di un microfono o di cos'altro?

Troppe domande. Dovrà cercare qualche risposta prima di poter prendere qualsiasi decisione.

E, ancora una volta, l'unico da cui può averle è proprio Cedric.

 

 

 

 

Mentre chiude a chiave la porta del negozio, Cedric vede passare sul marciapiede opposto una persona conosciuta. Quella è Cassandra, con un cappello a tese in testa! Ma perché tira dritto? E perché così furtiva?

Cedric va pensieroso al banco per la chiusura serale della cassa. Che cosa sta succedendo?

Pochi minuti dopo, qualcuno bussa, E' lei, con un cappello diverso sulla testa.

“Cassandra? Ma cosa... No, mi spiegherai dopo”.

“Ciao Cedric. Innanzitutto, ti rendo il tuo libro”. Estrae dalla borsa il volume che le aveva prestato. “Non sarebbe male in mano a un carpentiere, ma non lo metterei in cima alla lista delle mie priorità”.

“Non fa nulla”. Va per rimetterlo a posto.

“Una domanda, Cedric: cos'è quella specie di segnalibro che c'è dentro?”.

“Questo, dici?”. Apre il volume e prende in mano l'oggetto, rabbuiandosi. “Non ce l'ho messo io. Come mai ti ha colpito?”.

“Così. E' speciale. Ne hai altri?”.

Lui svincola il discorso, scuro in volto. “Facciamoci una passeggiata”. Cedric prende il soprabito e il cappello. “Hai già mangiato?”.

“Stasera no. Ho dovuto scegliere: o la cena, o il pranzo di domani”.

 

Appena usciti, le chiede: “Cassandra, cos'erano quelle strane manovre che facevi prima davanti al negozio? Perché non sei entrata subito?”.

“Quelle?”. Alza le spalle. “Niente, ho voluto dare un'occhiata se ci fosse qualcuno che aveva l'aria di sorvegliare il negozio”.

Cedric scuote il viso. “Così non individueresti alcun pedinatore. Tutt'al più daresti di più nell'occhio”.

Cassandra annuisce, guardando per un po' i passanti attorno a lei.

Cedric riprende: “Sarai già consapevole che, se mi frequenti, potresti essere sorvegliata anche tu, vero?”.

Lei annuisce. “Oltre a Kandrakar e possibilmente all'FBI, si è aggiunto qualcun altro alla lista dei nostri pedinatori?”.

“Non che io sappia”. Si ferma a osservare una vetrina, dando un'occhiata furtiva verso dietro, e lascia che un gruppetto di passanti li abbia superati. “A meno che non consideri te come una pedinatrice”.

Lei ridacchia e si calca il cappello sugli occhi. “Hai voglia di scherzare!”.

Dopo qualche passo, Cassandra cambia argomento. “Allora, quei segnalibri... ne hai trovati altri?”.

“Sì, ce n'è qualcun altro”.

“E non li hai messi tu”. Riflette. “Potrebbe essere stata la libraia di prima? La Pantera?”.

A sentir parlare di Orube, Cedric si irrigidisce. “La Pantera, questa non l'avevo mai sentita”, scherza tra i denti.

“Come si chiama? Rebecca?”.

“Rebecca Rudolph”, risponde Cedric, ma poi si pente di averle detto il cognome.

“Era la tua donna?”.

“Quante domande”, brontola Cedric irritato, “Comunque sì, siamo stati assieme per un paio di mesi. Per ora abbiamo rotto”. Tace un po' di malumore. “Poi, chi sa cosa ci riserva il futuro?”.

Cassandra insiste: “Lei sapeva di questa sorveglianza?”.

Cedric fa un vago cenno di assenso. “E' stato tra i motivi della rottura”.

“Ma allora, lei sapeva di Kandrakar?”.

Qui Cedric capisce che non può dire la verità: rivelare il nome di qualunque adepto della congrega darebbe modo a Cassandra di rivolgersi direttamente a lui per essere rimpatriata. “Ho fatto l'errore di accennarlo, e ha creduto che la prendessi in giro per nascondere qualche storia più terrena di criminalità”.

“Quindi Rebecca non è di Meridian?”.

“No, non sa niente di tutto ciò”, risponde irritato. “E ora, vogliamo cambiare discorso? La rottura con la mia ex non è esattamente un argomento che mi metta di buon umore”.

Mentre Cassandra tace, Cedric cerca di scacciare il pensiero, ma una domanda continua a resistere: 'Chissà cosa starà facendo Orube, adesso?'.

 

 

 

 

Nell' atmosfera ovattata di un salone di Kandrakar, l'Oracolo siede davanti a lei, levitando due spanne al disopra della pedana di candido granito.

“Orube, era parecchio tempo che volevo parlarti a quattr' occhi”.

“Signore, ho molto da chiedervi. Voi saprete già che ho incontrato il vostro vecchio allievo Yarr sulla Terra”.

“Naturalmente”. L'Oracolo accenna un gesto misterioso con tre dita.

D'improvviso, Orube ha l'impressione che l'acustica della sala sia cambiata: che sia diventata più sorda, ancora più ovattata di prima.

“Ciò che Yarr mi ha raccontato a proposito di Basiliade mi ha turbata profondamente”.

“Conosco le idee del mio vecchio allievo a questo proposito”.

“Ho saputo anche che mio fratello Ipitlos le condivide. Vorrei andare a Basiliade per parlare con lui”.

Il saggio resta apparentemente impassibile, ma la guerriera ha l'impressione, per un attimo, di vedere una rete di rughe attorno ai suoi occhi.

“Orube, prima di affrontare questo argomento, è necessaria una precisazione e una raccomandazione. Questa storia è come un veleno per Kandrakar. Portare le divisioni politiche del nostro mondo natale all'interno di una Congrega che ha la serenità e lucidità del giudizio come presupposto per il suo operare è come versare benzina nel tempio dei Quattro Bracieri”.

Lei annuisce, impressionata. “Io non voglio creare danno”, assicura.

“Allora non dovrai parlare a nessuno di Yarr e delle sue idee, né di quelle di tuo fratello Ipitlos”.

“Le sue idee, dunque, vi scandalizzano?”.

“Non ho detto questo. Da parte mia non posso schierarmi, perché qualunque mio pronunciamento potrebbe essere enormemente divisivo per la Congrega. Però io ho intercesso per salvare la vita a Yarr, e questo non solo va al di là di quelle che sono le finalità di Kandrakar e contro i principi di non ingerenza con i mondi, ma riguarda un uomo le cui idee scandalizzerebbero almeno la metà degli adepti della Fortezza, che provengono in gran parte da Basiliade. Per questa ragione, c'è stato un accordo tra me personalmente e le autorità di Ashasvir. Loro hanno interesse che Yarr e le sue idee vengano dimenticate. Per me è necessario che nessuno, a Kandrakar, sappia che ho intercesso per lui e soprattutto perché. La gravità di ciò supera di gran lunga i pretesti con cui, qualche anno fa, fui esautorato ed esiliato da un usurpatore. Quindi ti prego di regolarti di conseguenza”.

L'Oracolo fa cadere un lungo silenzio significativo.

“Ho compreso, Signore”, afferma solenne Orube. “Potete contare sulla mia assoluta discrezione”.

“Ne sono certo”. Un'altra pausa, poi l'Oracolo riprende: “Per quanto riguarda la tua visita a Ipitlos: puoi tornare liberamente a Basiliade per rivedere la tua famiglia. Però dovrai prendere ogni precauzione affinché tu, come adepta di Kandrakar, non possa essere associata con un movimento politico illegale. Se così avvenisse, non potrai sperare in alcun appoggio da parte della Congrega”.

 

 

 

 

Note sul capitolo 21

 

La parte finale di questo capitolo accenna possibili elementi di lettura per alcuni avvenimenti riportati nel fumetto W.I.T.C.H. che, alla loro pubblicazione, mi sembrarono molto forzati.

Il primo episodio, all'inizio della seconda annata, fu l'ostilità viscerale della custode delle Stille Luba per le W.I.T.C.H. , che arrivò fino al punto di manomettere le fonti del potere degli Elementi pur di dimostrare che le Guardiane terrestri erano inadeguate.

A cosa può essere stata dovuta tanta ostilità? Possiamo immaginare che Luba avesse le sue candidate a ricoprire questo ruolo, la prima delle quali era proprio Orube, che naturalmente non era consapevole del sabotaggio perpetrato dalla sua mentore.

La prevalenza della 'lobby' di Basiliade può anche spiegare l'eccessiva comprensione che i saggi di Basiliade ebbero per la condotta di Luba, obiettivamente degna della corte marziale.

Il secondo episodio in linea con questo sfondo fu l'iniziale manifestazione di ostilità di Orube verso le W.I.T.C.H. durante la terza annata del fumetto, fumosamente motivata affermando che erano state responsabili della morte di Luba per mano della Guardiana rinnegata Nerissa.

Il terzo episodio fu il processo pretestuoso all'oracolo Himerish nella quarta serie, portato avanti da Endarno, che in realtà era posseduto da Phobos.

Chiunque ci fosse dentro la testa dell'ex generale di Basiliade, è chiaro che Endarno ebbe credito da parte di più della metà dei 'saggi', nonostante che le sue tesi fossero evidentemente manipolatorie.

Inoltre, nel corso dell'elezione del nuovo Oracolo, Endarno fu preferito alla candidata rivale Yan Lin, che era terrestre. Anche in questo caso, il credito sproporzionato dato al candidato accusatore può essere spiegato con il timore della 'lobby' di Basiliade di veder ridotta la sua influenza dalle scelte fatte da Himerish in favore di Guardiane e Saggi provenienti da un mondo diverso.

 

  
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