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Autore: Europa91    14/02/2021    2 recensioni
Sarebbero potuti passare giorni, mesi, anni, eppure Dazai non avrebbe mai dimenticato quel freddo pomeriggio d’inverno. Ogni particolare era impresso nella sua memoria, come se fosse stato marchiato a fuoco. Non avrebbe mai dimenticato quel giorno; il giorno in cui aveva perso Odasaku per sempre.
[partecipa al Cow-T di Lande di Fandom]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Osamu Dazai, Sakunosuke Oda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Cow-t – Seconda settimana – M2

Prompt: 002 Morte nel pomeriggio - Hernest Hemigway

Fandom: Bungou Stray dogs

Rating: SAFE (Angst, morte di un personaggio)

Numero Parole: 1909

Note: Ennesima descrizione della morte di Odasaku. Ho pianto tanto a scriverla però il prompt era troppo allettante XD

 

 

 

 

 

 

Sarebbero potuti passare giorni, mesi, anni, eppure Dazai non avrebbe mai dimenticato quel freddo pomeriggio d’inverno. Ogni particolare era impresso nella sua memoria, come se fosse stato marchiato a fuoco. Non avrebbe mai dimenticato quel giorno; il giorno in cui aveva perso Odasaku per sempre.

 

L’ormai ex Dirigente della Port Mafia avrebbe potuto tracciare con assoluta precisione ogni singolo dettaglio presente in quella scena. Era come se la sua mente avesse scattato un’istantanea di quel momento per poterlo conservare per sempre.

 

Il sole stava ormai tramontando e i primi raggi del crepuscolo filtravano attraverso le pareti infrangendosi sui numerosi pezzi di vetro cosparsi sul pavimento. C’era distruzione ovunque eppure, uno strano senso di quiete. La battaglia era ormai conclusa. Quando Dazai era accorso sulla scena, aveva soltanto potuto osservare i resti dello scontro che si era appena consumato e al quale non aveva fatto in tempo a partecipare. Fece un paio di passi in avanti, sentendo il rumore di vetri rotti cozzare contro le suole delle sue scarpe. Non ci fece molto caso. Ogni suono arrivava come ovattato alle sue orecchie. Era in uno stato di totale confusione, anzi, stava provando un’accozzaglia di sentimenti ed emozioni totalmente nuovi, che non sapeva descrivere o affrontare.

 

Il ragazzo non sembrò notare i vari corpi distesi a terra che si trovò a superare senza batter ciglio, cercando di non incespicarsi. La sua attenzione era rivolta solo all’uomo dai capelli rossi che in quel momento giaceva riverso al centro del salone. Immobile.

 

In pochi passi lo raggiunse, perdendo il suo cappotto durante quella corsa disperata. Si gettò su di lui senza esitazione;

 

Odasaku”

 

Provò a tirare l’amico verso di sé, notando solo in un secondo momento tutto quel sangue. Si fissò per qualche secondo la mano, le sue bende erano tinte di rosso. Non ci voleva credere. La situazione sembrava essere più grave del previsto.

 

Sei un idiota Odasaku”

 

Fece una pausa.

 

Sei un completo idiota”

 

Strinse il pugno. Era arrabbiato Dazai. Con se stesso, con Oda, con Mori, con il mondo intero. Perché diavolo le cose erano dovute finire in quel mondo?

 

Perché gli hai dato corda?”

 

Aggiunse lanciando solo allora una rapida occhiata al cadavere di Gide. Se quell’uomo non fosse stato già morto gli avrebbe sparato all’istante. Intanto Odasaku si era tirato a sedere, respirava, anche se sempre più a fatica. Era pallido, troppo.

 

Dazai”

 

La sua voce era ormai ridotta ad un sussurro. Quasi irriconoscibile. Il moro non riusciva ad alzare lo sguardo. Faceva male, troppo. Si sentiva impotente e non lo sopportava. C’era questa strana sensazione di dolore all’altezza del petto, come se gli mancasse improvvisamente l’aria e i suoi polmoni fossero stretti in una morsa. Forse perché la sua mente aveva già analizzato la situazione? Sapeva che quello era un addio, che il suo amico non sarebbe sopravvissuto. Quelli erano gli ultimi momenti che avrebbero trascorso insieme.

 

Dazai, c’è una cosa che voglio dirti”

 

Non voleva ascoltarlo. Dazai non era ancora pronto a lasciarlo andare. Non lo sarebbe mai stato.

 

No. Smettila. Puoi ancora farcela”

 

In quel momento non sapeva se lo stesse dicendo solo per convincere se stesso o l’altro. Stava soffrendo. Proprio lui. Uno dei più spietati Dirigenti nella storia della Port Mafia stava per mettersi a piangere come un ragazzino. Odasaku però non era come tutti gli altri. Era suo amico. Una parola che Dazai non era solito usare con leggerezza. Fece un lungo respiro;

 

Anzi, ce la farai! Sono sicuro…”

 

Oda però non lo lasciò terminare la frase, con un movimento improvviso allungò un braccio fino ad accarezzargli il volto. Anche attraverso la stoffa delle bende che gli ricoprivano quel lato del viso, Dazai riusciva a percepire come il calore del corpo dell’altro si stesse affievolendo. Era fredda la mano di Odasaku, mentre gli donava quell’ultima carezza.

 

Si guardarono negli occhi con la consapevolezza che ormai fosse giunta la fine.

 

Ascoltami”

 

Ogni parola che usciva dalle sue labbra gli provocava fitte lancinanti di dolore. Odasaku però non si era ancora arreso, c’era un’ultima cosa che doveva fare prima di andarsene, doveva salvare Dazai dall’oscurità che prima o poi l’avrebbe divorato.

 

Lui era un assassino, eppure era stato capace di cambiare, forse anche per l’amico sarebbe stato lo stesso.

 

Dazai trasalì. Era davvero la fine. Oda stava veramente per lasciarlo.

 

Mi hai detto che si può trovare una ragione di vita anche vivendo in un mondo di violenza e di spargimenti di sangue”

 

Era già stanco di ascoltare. Non voleva sentire altro;

 

Si, l’ho detto ma adesso che importa?”

 

Era troppo da sopportare.

 

Non la troverai”

 

Erano sempre più vicini. Dazai poteva sentire il respiro caldo di Oda a pochi centimetri dalle sue labbra. Quando era stata l’ultima volta che era successo? Che erano stati così vicini? Se avesse saputo come si sarebbe evoluta tutta quella faccenda non lo avrebbe mai lasciato investigare sulla Mimic. L’ormai ex Dirigente si incolpava per non aver capito prima il piano di Mori-san e come Odasaku sarebbe dovuto essere l’agnello sacrificale per il bene della Port Mafia.

 

In tutto ciò non riusciva a staccare gli occhi dal amico morente. Dazai non stava più capendo nulla, la sua mente era nel caos, allo stato attuale non era nemmeno certo di respirare.

 

Dovresti già saperlo”

 

Odasaku fece una pausa per prendere fiato, ogni parola si faceva sempre più dolorosa per entrambi;

 

Che tu sia dalla parte di chi uccide, o da quella di chi salva le persone, non arriverà mai niente e nessuno che potrà ribaltare le tue aspettative sul futuro”

 

Oda aveva ragione, e lo sapeva bene. Dazai stava combattendo con tutte le sue forze per impedire alle lacrime di uscire. Non voleva piangere, non doveva farlo. Sarebbe solo stato tutto più difficile.

 

Niente a questo mondo riuscirà mai a riempire il vuoto che hai dentro”

 

Oda sapeva che forse stava esagerando, ma doveva scuotere in qualche modo la coscienza di Dazai. Non era così facile cambiare la propria vita, ne era consapevole.

 

Vagherai per sempre nell’oscurità”

 

Seguirono interminabili minuti di silenzio, come se tutto intorno a loro si fosse cristallizzato. Dazai sentiva che stava mentalmente e psicologicamente per crollare, non poteva sopportare altro. Era vicino al punto di rottura. Faceva così male vedere Oda in fin di vita. Sentiva quel dolore sconosciuto farsi strada dentro di lui, scavare e consumarlo lentamente. Se questi erano i sentimenti, era felice di non averli mai provati fino a quel momento. La sofferenza era così devastante che gli toglieva il fiato, ad ogni respiro era come essere trafitto da mille aghi.

 

Odasaku, cosa dovrei fare?”

 

Era disperato. Sperava che il suo amico potesse fornirgli delle risposte. Cosa ne sarebbe stato di lui senza Oda Sakunosuke nella sua vita? Non ci voleva pensare, in quel momento Dazai non riusciva a realizzare anche solo l’idea di un mondo in cui Odasaku non fosse stato al suo fianco.

 

Stai dalla parte di chi salva le persone. Se per te non fa differenza diventa un uomo buono. Salva i deboli e proteggi gli orfani. So che per te aggettivi come “buono” e “cattivo” non contano molto, ma almeno miglioreresti un pochino”

 

Concluse l’uomo con l’accenno di un sorriso. La sua mano era ancora lì, ferma sul volto di Dazai che non aveva mai smesso di guardarlo, mentre quelle parole si facevano strada nella sua mente. Non le avrebbe mai dimenticate. Quelle erano le ultime volontà di Odasaku. Gli venne solo una domanda;

 

Come fai a saperlo?”

 

Come poteva Oda essere così sicuro che sarebbe diventato un essere umano migliore. Si trattava di Dazai, il cui sangue era nero, più sordido di quello di chiunque altro nella Mafia . La stila delle sue gesta pesava come una spada di Damocle sopra le loro teste. Come poteva esserci redenzione per un tipo come lui. Oda però rispose senza esitazione;

 

Ovvio che lo so. Lo so meglio di chiunque altro. Perché... sono tuo amico”

 

Quello fu il punto di rottura. In quel momento qualcosa dentro Dazai si ruppe per sempre. Erano consapevoli entrambi che la parola “amico” racchiudeva in sé molti altri significati. Loro non erano amici, forse non lo erano mai stati. Erano un qualcosa che loro stessi non erano mai stati in grado di definire. Dazai restò per qualche istante in silenzio. L’ultima frase lo aveva scosso parecchio. Odasaku non stava solo cercando di dirgli addio ma stava cercando di salvarlo. Faceva male, troppo. Era stranziante.

 

Ho capito”

 

Riuscì a mormorare. Stava ancora combattendo una battaglia interiore per non mettersi a piangere, non voleva che Oda lo vedesse così, doveva mostrarsi forte. A volte ragionava ancora come il ragazzino che era, non poteva evitarlo.

 

Lo farò”

 

E lo avrebbe fatto davvero, avrebbe cambiato vita solo per lui, per esaudire quel ultimo desiderio. Erano ancora stretti in quel disperato abbraccio e si guardavano negli occhi. C’erano ancora così tante, troppe, cose che volevano e dovevano dirsi ma il tempo giocava contro di loro. Ogni minuto era prezioso, non poteva essere sprecato. I granelli di sabbia sulla clessidra della vita del rosso si stavano esaurendo.

 

Le persone esistono per salvare se stesse eh”

 

La voce di Oda era sempre più debole. No, non era possibile.

 

Quanto è vero”

 

Abbozzò un ultimo sorriso. Poi spirò.

 

Il braccio che teneva ancora posato sul volto di Dazai e sui suoi capelli, cadde portandosi con sé anche i bendaggi che avevano ricoperto il viso del ragazzo. Il moro non mosse un muscolo. Per qualche istante rimase fermo con lo sguardo fisso sul ormai cadavere di Odasaku. Una parte di lui doveva ancora elaborare e realizzare il tutto. Soprattutto accettarlo.

 

Era davvero morto? Era così dunque che ci si sentiva quando si perdeva la persona più importante della propria vita. Faceva schifo. Il mondo senza Odasaku era orribile, ma Dazai doveva andare avanti. Lo aveva promesso. Avrebbe cambiato la sua vita e lo avrebbe fatto per esaudire le ultime volontà dell’amico. Oda aveva ragione, a lui non importava di nulla, uccidere, essere ucciso, era un modo come un altro per passare le giornate mentre cercava inutilmente d’inseguire la morte. Mentre ora, con il cadavere dell’amico tra le braccia il tutto assumeva un altro significato. Si sentì così stupido oltre che impotente. Avrebbe fatto il possibile perché Odasaku fosse fiero di lui.

 

Era davvero così forte il potere che l’amico esercitava su di lui? Anche nella morte, Dazai voleva rispettare il suo ultimo desiderio. Non doveva esserne troppo sorpreso, Odasaku era l’unico che lo avesse mai conosciuto per davvero, che avesse visto Dazai Osamu in ogni sua sfaccettatura, luci ed ombre compresi, eppure lo aveva accettato per quello che era.

 

Gli passò velocemente una mano tra i capelli, pulendoli dalla polvere e dal sangue che stava iniziando ad incrostarsi sulle punte. Gli accarezzò il viso, trovandolo freddo, troppo. Era una bellissima statua di marmo, Odasaku. Perfetto anche nella morte. Una bellissima Biancaneve, solo che questa volta non sarebbe arrivato nessun principe a risvegliarla. Dazai lo posò a terra, lasciandogli un ultimo, veloce, bacio a stampo su quelle labbra sempre più pallide. Si alzò in piedi e finalmente pianse.

 

Il sole stava calando. Presto la notte sarebbe scesa sulla città di Yokohama. Per la prima volta, Dazai sperò che l’oscurità non arrivasse mai. Avrebbe dato qualsiasi cosa perché quel freddo pomeriggio di gennaio non finisse, avrebbe riavvolto il tempo, solo per poter riavere Odasaku con sé. Per potergli parlare ancora una volta.

 

Si ricordava di aver detto molto tempo prima, che la notte era quel momento della giornata apparteneva alla Port Mafia, ma ormai tutto quello apparteneva al passato. Era come un eco di un’altra vita, una con la quale non voleva più avere a che fare.

 

Uscì dall’abitazione prima che qualcuno lo vedesse. Aveva preso una decisione. Doveva solo andare avanti e continuare a vivere.

 

Si fissò per l’ultima volta la mano sinistra, il sangue di Odasaku era ancora ben visibile sulle sue bende. Si asciugò il volto, pulendolo dalle ultime lacrime, mentre una leggera brezza gli scompigliava i capelli.

 

Il giorno in cui Oda Sakunosuke era morto anche una parte di Dazai Osamu se n’era andata con lui. Quello che era rimasto era un uomo che avrebbe vissuto solo per mantenere una promessa. Odasaku lo aveva incatenato alla vita, con le sue ultime volontà lo stava obbligando a diventare una persona migliore.

 

Intanto il sole era scomparso dietro l’orizzonte portandosi dietro anche l’ultimo calore presente nel cuore di Dazai.

 

  
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