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Autore: arashinosora5927    16/02/2021    2 recensioni
Heylà gente, questa è una fic su San Valentino perché per me è tradizione scriverne una ogni anno.
Also nel 2016 in questo stesso giorno scrivevo una 592795 che non so perché sia stata posta in essere e una volta notato è stato d'obbligo rimediare.
Spero davvero che questa storia abbia il vostro cuore.
[5927]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il bello del giorno di San Valentino, era che durava un giorno solo appunto, un unico giorno in cui veniva evidenziato il fatto che le ragazze avevano occhi solo per i suoi due bellissimi migliori amici e a stento notavano la sua esistenza, cosa di cui era pienamente consapevole in partenza, ma che gli veniva proprio sbattuta in faccia di prepotenza in quella occasione; un solo giorno in cui sentirsi solo, più solo che mai, circondato da coppiette che sembravano così felici mentre poteva solo guardare da lontano la sua amata Kyoko-chan conscio del fatto che neanche quell'anno gli aveva preparato la cioccolata.

O almeno questo era stato il punto di vista di Tsuna per tanto tempo, ma adesso era al liceo e poteva dire che era tutto assolutamente e innegabilmente uguale. La differenza più eclatante era forse nella divisa scolastica, nella giacca giallo canarino spento che aveva un taglio più lungo evidenziando che nonostante tutto si era alzato in altezza, per il resto non era variata una sola virgola attorno a lui.

Seduto comodamente al suo banco si ritrovò a sospirare ancora una volta osservando come l'intervallo era diventato l'occasione perfetta per le dichiarazioni d'amore.
A sinistra c'era Yamamoto, circondato da così tante ragazze che era malapena visibile: ridacchiava e ringraziava accettando scatole di ogni forma e dimensione dalle pretendenti più disparate. Qualcuno avrebbe dovuto informarlo che accettare i loro regali significava accettare anche i sentimenti allegati e che a diciassette anni la scusa della passione per il cioccolato non era più accettabile.

A destra invece c'era Gokudera, nella stessa situazione, ma con un'espressione completamente diversa, sembrava sul punto di compiere un omicidio e la cosa peggiore era che quanto più sembrava incazzato tanto più le sue ammiratrici si entusiasmavano.
Gokudera non aveva accettato una sola scatola, aveva allontanato tutte le lettere, come se le sue mani fossero uno scudo le aveva usate per distanziarsi drasticamente. Inoltre guardava nervosamente l'orologio in attesa che l'intervallo finisse e potesse finalmente tornare a respirare normalmente senza invasioni del suo spazio vitale. In tutta sincerità voleva scappare e glielo si leggeva in faccia, ma sembrava praticamente impossibile senza dinamite e preferiva soffrire piuttosto che fare innervosire il suo boss.

Ah sì e infine c'era lui, osservatore passivo, carico di rassegnazione, perché consapevole che forse non era chissà che bellezza naturale, ma al contempo pensava che almeno una dichiarazioncina piccola piccola se la meritava.

Scosse la testa, quelli erano vecchi pensieri, antichi desideri che non avevano più le basi per reggere se non aggrappandosi a una bassa autostima.

Un compagno gli mise un braccio attorno alle spalle, si chinò appena perché i loro visi fossero alla stessa altezza.

"Che c'è Sawada? Neanche questo anno hai ricevuto niente?" gli domandò canzonandolo, sembrava avesse letto i suoi pensieri.

Tsuna alzò appena le spalle, a conti fatti non gli interessava davvero ricevere una dichiarazione se non era dalla persona che gli piaceva, ma le possibilità che ciò accadesse erano talmente basse che non si sprecava neanche a sperarci.

"Tsuna-kun" la voce di Kyoko sembrò fermare il tempo, congelare l'atmosfera nella classe e in un attimo gli sembrò che ogni sguardo fosse rivolto a loro.

La ragazza stringeva tra le mani un pacchettino attraverso cui la stoffa Sawada poteva intravedere molteplici cioccolatini a forma di cuore

"Tsuna-kun, ho fatto questi per te" disse Kyoko, i palmi erano leggermente sudati e il viso aveva un'interessante sfumatura rosea all'altezza delle guance.

I silenzio era tombale, per qualche istante non volò una sola mosca, solo quando Kyoko prese una mano di Tsuna e adagiò il pacchettino sul palmo il vociferare prese nuovamente piede.

"Sawada?! Quell'angelo di Sasagawa ha scelto uno sfigato come Dame-Tsuna?" chiese retoricamente un compagno e a quel commento ne seguirono molti altri sulla stessa impronta.

"Ma cosa ci trova il lui?"

"Io sono molto meglio!"

"Lui è insignificante, lei è perfetta."

Gli occhi di Tsuna si illuminarono, colti di sorpresa, le orecchie registravano a malapena quei commenti.
Sul suo viso si dipinse un sorriso, uno confuso, perché onestamente appena qualche anno prima avrebbe fatto i salti mortali per vivere una scena simile, ma adesso le cose erano cambiate.
Kyoko era venuta da lui a realizzare il suo sogno quando Tsuna ormai da un pezzo ne aveva trovato un altro.

"Kyoko-chan ti ringrazio, m-mi lusinga, ma mi dispiace non posso accettare..." mormorò il giovane boss dei Vongola e avrebbe voluto proseguire il suo discorso, ma fu interrotto dal vociferare violento che aveva ripreso ad animare la classe.

"Quel Sawada è proprio pazzo. Una gnocca come Sasagawa ti nota e hai anche il coraggio di rifiutare?!"

"Sasagawa scegli me!"

"E chi cazzo è questa che piace a Sawada adesso? Voglio proprio vederla in faccia, voglio vedere come è...per battere Kyoko Sasagawa."

"Lo sapevo che non ha le palle."

Tsuna continuava a registrare a malapena le voci fuori campo concentrandosi solo su Kyoko. Non era sorpreso che il suo cuore non stesse cercando di evadere dalla gabbia toracica o che il respiro non si era nemmeno degnato di mostrare un minimo di pesantezza del resto Kyoko era diventata da tanto tempo un'amica preziosa e niente di più.

"C'è un'altra persona nel tuo cuore?" chiese la ragazza mantenendo un tono dolce e tranquillo.

Tsuna annuì con un cenno del capo: mai in tutta la sua vita avrebbe immaginato di rifiutare Sasagawa Kyoko e invece eccolo lì, al centro della classe come un fermo immagine di tempi andati, tutte le persone in silenzio di contorno, a fare proprio questo.

"Capisco... in realtà lo sospettavo... e sono dalla vostra parte" disse Kyoko con un sorriso che non raggiunse gli occhi, allungò una mano per riprendersi la cioccolata e si allontanò con un inchino.

Nessuno dei due disse niente, ma ciò nonostante bastò quello sguardo fugace per confermare che le cose tra loro non sarebbero diventate strane e che sarebbe rimasto esattamente come era sempre stato, niente di diverso.

Sawada tirò un sospiro di sollievo, con quel gesto aveva ufficialmente annunciato a se stesso la fine di un capitolo e l'inizio di un altro.

Gli insulti si sprecarono, ne sentì così tanti che a stento gli parve di registrarli, si sentiva stranamente sereno, in pace con se stesso ed era di conforto vedere che nonostante la folla di ammiratrici Yamamoto e Gokudera stessero difendendo il suo nome attaccando chiunque lo offendesse, ognuno con la sua modalità.

Le orecchie di Tsunayoshi tornarono a sintonizzarsi sulle frasi che gli venivano rivolte quando sentì chiaramente una voce maschile dire "fammi vedere un po' chi piace a Sawada."
Ebbe a malapena il tempo di elaborarla quando vide chiaramente due dei suoi compagni frugare nella sua cartella per poi estrarre vittoriosi una scatola gialla di forma rettangolare.

Tsunayoshi sentì il cuore evadere dalla gabbia toracica, mentre con un balzo cercava di togliere l'oggetto incriminato da quelle mani che avrebbero potuto distruggerlo, se solo qualcuno avesse visto il nome che c'era su quella scatola sarebbe stata la sua fine.

"Così impari a spezzare il cuore di una bella ragazza innocente" rimarcò un compagno di classe, la maggior parte degli studenti presenti si stava comportando da spettatore, chi impotente e chi sembrava invece averci preso gusto ed essere solo in attesa di popcorn per godersi meglio la scena.

"Meriti di essere punito, quindi adesso leggeremo ad alta voce il nome della ragazza che ti piace e vedrai come è bello essere rifiutati."

Tsuna si odiò, odiò aver pensato che dichiararsi a scuola nel giorno di San Valentino fosse stata una buona idea, che farlo in maniera tradizionale potesse essere di aiuto, che le ragazze avevano fatto un muro tra lui e sui migliori amici come se volessero impedirgli di essere soccorso.

Sentiva già le lacrime agli occhi mentre due compagni si lanciavano la scatola tra loro come se fosse una palla facendo leva sull'altezza di Tsuna che non era abbastanza, perché riuscisse a prenderla a mezz'aria, neanche saltando.

Supplicò loro di smetterla perché avrebbero rovinato il contenuto, li autorizzò rassegnato a fare ciò che volevano, purché lasciassero la malcapitata scatola.

Allora i due, incitati a gran voce da un coro di ficcanaso che aspettava solo il nome della bella amata da Tsuna, cercarono il destinatario sul retro mentre il cielo dei Vongola si preparava a rimanere nudo, spogliato dei suoi sentimenti che sarebbero stati dati in pasto ai presenti.

Fosse stato un po' più sicuro di sé, più forte e meno imbarazzato avrebbe fatto valere le sue ragioni senza farsi mettere i piedi in testa, ma la realtà era ben diversa e quei due ragazzi erano gli stessi che lo avevano bullizzato fin dall'asilo quando non riusciva a colorare rimanendo nei bordi o andare in bicicletta con le rotelle e togliersi quei demoni di dosso era arduo, ma in un angolo della sua mente Tsuna si ripeteva che era questo che succedeva quando si viveva in una cittadella tanto piccola con tre scuole in croce.

"Allora siete pronti? A Sawada piace..." il ragazzo dovette interrompersi il suo viso divenne un concentrato di gocce di sudore e poi scoppiò in una fragorosa risata.

"No vabbè, dillo tu, io non ce la faccio..." disse passando la scatola all'amico che parve invece rimanere completamente disgustato dalla rivelazione.

"A quanto pare Sawada parteggia per l'altra squadra" commentò con un tono carico di accusa.

"Gokudera, questa roba è per te" disse poi lanciandogli la scatola.

Tsuna nascose il viso tra le mani, non voleva vedere l'espressione di Hayato in quel momento, né tutte le altre.

Lo avevano spogliato e potevano ridere di lui quanto volevano, ma il disgusto sul viso del suo migliore amico lo avrebbe ucciso.

Yamamoto e tutti gli altri presenti furono testimoni del modo in cui la scatola colpì Gokudera dritto in fronte salvo poi ricadergli tra le mani mentre il suo viso era bianco e al contempo paonazzo.
Gli occhi erano tutti puntati su di lui, mentre i suoi erano leggermente lucidi.
Lo stupore era dipinto sulle facce dei più che a rallentatore videro Gokudera farsi spazio tra le ragazze che lo avevano bloccato e avanzare verso il loro compagno di classe fermo immobile in piedi come in preda a una paralisi, le mani davanti al viso.

Il cuore gli batteva all'impazzata e le mani fremevano.
Recuperato un minimo di contegno e dopo essersi assicurato che per quanto le gambe la raccontassero diversamente non sarebbe svenuto mollò un mal rovescio a uno dei ragazzi, un pugno ben assestato a quello che aveva avuto il fegato di tirargli contro qualcosa di così prezioso e godette vendendoli accasciarsi a terra rantolando di dolore.

"Questa roba, è mia!" sottolineò con un tono tagliente e si trattenne dallo sputare in faccia a quei ragazzi perché il Decimo sicuramente non avrebbe approvato, però dovevano comunque pagarla per tutto ciò che avevano fatto e per avere distrutto qualcosa che desiderava da così tanto tempo che non gli pareva vero che fosse successo.

"D-Decimo, è davvero per me?" domandò quando gli stava ad appena pochi centimetri di distanza, il tono instabile carico di emozione e speranza. Aveva letto il suo nome più e più volte mentre camminava tenendo tra le mani la scatola, ma aveva paura che si trattasse di un qualche malinteso.

"Sì..." mormorò Tsuna abbassando il muro fatto dalle sue mani dietro il quale aveva nascosto il viso, le guance leggermente solcate da lacrime.

Il cuore di Gokudera scalpitò e per un attimo gli mancò il respiro, posò delicatamente la scatola sul banco più prossimo alla sua mano e poi portò quella stessa sul petto perché forse sì, dopotutto quell'organo che serviva a tenerlo in vita stava per esplodere.

Tsuna sospirò profondamente chiese al proprio corpo di reggerlo mentre iniziava a iperventilare. Era perfettamente cosciente di avere non pochi spettatori eppure davanti agli occhi di Hayato ogni singolo contorno era scomparso ed erano rimasti da soli. Tsuna si era sentito improvvisamente pronto ad affrontarlo.

"I-Io... non l'ho scelto... e tu non devi accettarlo, ma mi sono innamorato di te e ho pensato che fosse il giorno giusto per fartelo sapere. Poi possiamo dimenticare tutto, perché me la farò passare, te lo prometto, però al contempo volevo solo ch-" Tsuna a stento registrò come era stato interrotto, in una pioggia di sussulti che erano così tanti da sembrarne un unico forte quanto un urlo.

La sola cosa che seppe dopo era che nel silenzio più totale le labbra di Gokudera si erano posate sulle sue in un gesto impulsivo e rapido, ma vi si erano attaccate come colla e ora non sembravano volerlo lasciare andare in alcun modo. Sentì le sue mani che lo stringevano poco sotto le spalle come se volessero comprimerlo, incapaci di allentare la presa. Per lo stupore dimenticò come si respirasse e gli occhi rimasero sgranati così da poter ammirare l'intera scena.

Nell'instante in cui Gokudera si allontanò Tsuna si specchiò nei suoi occhi e poi si ritrovò la sua lingua in bocca e si scoprì incapace di lasciarla andare e desideroso di accarezzarla con la propria. Le mani di Hayato si infilarono sotto la maglietta e mantenendosi basse reclamarono il possesso della sua pelle in una stretta protettiva.

Attorno a loro sussulti e versi strani, di stupore, di vergogna, di disgusto. Tra i presenti c'era anche chi esultava come Yamamoto che non era ancora corso ad abbracciarli solo per lasciare loro vivere insieme quel momento così intimo nonostante la platea.

Tsuna si ritrovò stretto stretto tra le braccia di Hayato, sentì le sue labbra sul collo in dei teneri bacini delicati e appoggiò la testa sulla sua spalla e per un lungo istante niente sembrò avere importanza niente che non fosse Hayato e il modo in cui i loro corpi si stavano reclamando in un abbraccio che sapeva di promesse, amore e sicurezza.

Poi lentamente tornarono alla realtà, l'imbarazzo tinse i loro volti e le voci attorno a loro si fecero rumorose.

Molte ragazze si lamentarono perché Gokudera era sprecato come omosessuale dal loro punto di vista, altre invece già cercavano un nome per la ship dal momento che li trovavano molto carini insieme e sapevano che avrebbero dato soddisfazioni dopo un bacio così plateale. La maggior parte dei ragazzi sembrava congelata, altri invece gioivano al pensiero che Tsuna si fosse preso uno dei più ambiti della scuola così da lasciare più ragazze a loro, Yamamoto a stento tratteneva le lacrime dall'emozione.

"D-Decimo, sono desolato. So che avrei dovuto impedire a questi stronzi di lanciare la scatola, ma ho sempre pensato che vi piacesse ancora Sasagawa e quando ho scoperto che non era più così il mio corpo si è rifiutato di muoversi. Ero troppo curioso almeno quanto gli altri per proteggere il vostro segreto.." mormorò Gokudera.

Tsuna alzò un sopracciglio confuso, ammirò il suo riflesso negli occhi di Gokudera -doveva ammetterlo, già preannunciava che sarebbe diventata la sua attività preferita- e cercò di regolarizzare il respiro.

"È davvero questo ciò che ti preoccupa?" chiese perplesso.

Hayato sorrise, gli rivolse uno sguardo capace di illuminare il mondo e gli prese entrambe le mani nelle proprie.

"E ovviamente mi scuso anche per avere dato spettacolo, ma sono così felice che non mi pento di niente. Pensare che sono io... neanche nelle mie fantasie più audaci avrei mai immaginato di vedervi rifiutare Sasawaga per me..." disse sull'orlo di lacrime di commozione.

"Neanche io mi pento di niente" mormorò Tsuna.

"Specialmente perché questa è la buona volta che tutte le ragazze ti lasciano in pace e io non devo più sopportare questo strazio..." disse finendo la frase con una punta acida che lasciava trapelare tutta la gelosia accumulata.

Gokudera lo abbracciò nuovamente, recuperò la scatola a lui indirizzata e la strinse in una mano.

"Posso aprirla?" domandò dolcemente.

Tsuna era sul punto di rispondergli quando nella classe fece ingresso l'insegnante dell'ora successiva e tutti tornarono in automatico si propri posti, tutti tranne loro, neanche l'avevano sentita la campanella.

"Sawada, Gokudera, non so cosa stia succedendo tra voi due, ma avrei bisogno di fare lezione quindi se vi staccate gentilmente, mi fate un favore."

Quel commento li riportò nuovamente alla realtà spingendoli a ritornare seduti ai propri posti. L'adrenalina in circolo era incommensurabile e in tutta risposta Gokudera aprì la scatola sul proprio banco.

Aveva preso qualche botta motivo per cui quei ragazzi fuori scuola avrebbero ricevuto il resto, ma il cuore di cioccolata era ancora intatto.
Hayato aveva le palpitazioni, non osò neanche sfiorarlo perché sapeva di poterlo rovinare. Sul fronte c'erano i loro nomi, scritti elegantemente con quella che sembrava cioccolata bianca.

Gokudera scoppiò il lacrime ignorando il commento dell'insegnante che disse "mi fa piacere che la storia ti faccia questo effetto.del resto il musical in inglese che vi ho assegnato è molto intenso" ironicamente, conscia del fatto che al suo alunno non gliene poteva importare di meno.

La tempesta dei Vongola recuperò la letterina sotto il cuore separata da un altro strato che serviva a preservarne la forma oltre che rispettare le norme igieniche e la aprì leggendone il contenuto.

Neanche si rese conto dello sguardo attonito di Tsuna o dell'insegnante che disse "vuoi condividere la tua gioia con la classe?" mentre i suoi occhi scorrevano le parole che per troppo tempo aveva desiderato sentire.

Se tutto è andato a buon fine sono riuscito a consegnarti questa scatola e adesso stai leggendo questa lettera. Non lo so, forse è stato stupido dartela a pranzo, sul tetto, mentre eravamo da soli per poi abbandonarti perché avevo troppa paura di vedere la tua reazione, ma non riuscivo più a tenermelo dentro. Ogni volta che ti guardo ormai mi batte forte il cuore, sento una strana sensazione allo stomaco e vorrei diventare invisibile. Penso che sia un gran casino, ma Reborn mi ha minacciato e ha detto che dovevo dirti come mi sento o la famiglia ne avrebbe risentito e tutte quelle cose che dice lui insomma. Io invece ho deciso di dirtelo perché è troppo forte ormai e preferisco che tu lo sappia.

Mi piaci, mi piaci un sacco e non so nemmeno da quanto, non ho idea di quando è iniziata. So solo che ne ho piene le scatole di tutte quelle ragazze che ti ronzano intorno e di vederti ricoperto di scatole e lettere che non degni di uno sguardo. Questo anno volevo che ci fosse anche la mia, ho pensato che l'avresti almeno guardata e mi piace credere che ti possa persino fare piacere.

Ti prego, sii sincero. Dimmi di sì solo se provi qualcosa per me, in caso contrario ti supplico cancella tutto, non voglio perdere il mio migliore amico. Dimentica la questione del braccio destro, non è il boss dei Vongola a chiederti se questo pomeriggio vuoi venire al cinema con lui, ma è Tsuna ed è solo Tsuna che vuole una tua risposta. Allora, vuoi uscire con me, Hayato?

"Sono a tanto così dall'assegnarvi un compito per casa che parli delle emozioni di Gokudera" disse l'insegnante infastidita da quel comportamento, ma al contempo colpita perché non era cosa da tutti i giorni vedere il suo pupillo dall'atteggiamento a teppista piangere lacrime di gioia stringendo una lettera al petto.

Quel commento spinse Gokudera a ricomporsi rendendosi conto che si era mostrato fin troppo vulnerabile, ma senza conseguenze.
*****

La lezione si concluse senza intoppi, ma non appena suonò la campanella Tsuna si avvicinò al banco del suo -forse ragazzo, forse adesso doveva chiamarlo così?- cercando di comprendere le sue reazioni.

Gokudera non gli diede neanche un attimo per parlare che lo strinse nuovamente forte forte tra le sue braccia. Stavolta all'abbraccio si unì anche Yamamoto che li strinse a sé con un allegro "auguri!".

"Grazie" rispose Gokudera con un tono fiero, mentre Tsuna si sentiva ancora confuso, era tutto successo così incredibilmente in fretta.

****

Quando si ritrovarono fuori scuola Gokudera a stento riusciva a contenere l'entusiasmo.

"D-Decimo, possiamo tenerci per mano?" chiese allungando il mignolo della mano sinistra verso il pollice della mano destra di Tsuna.

Il giovane boss esitò mai poi intrecciò le dita con quelle di Hayato e si fece più vicino.

"Mi sembra di capire che andremo al cinema insieme oggi pomeriggio" commentò poi sentendo le guance scottare.

"Sì, al cinema e ovunque vogliate. Mi basta stare insieme per essere felice" squittì Gokudera facendosi ancora più vicino.

Tsuna continuò a camminare fermandosi a pensare che Hayato era davvero adorabile, con quella faccina da cucciolo e l'espressione di un bambino in un negozio di caramelle.

"Comunque devo farvi i miei complimenti per la cioccolata. La forma è perfetta e avete scritto così bene i nostri nomi."

Tsuna rise appena istericamente, non gli avrebbe detto che quello era il tentativo meglio riuscito di tanti che avevano richiesto un intero pomeriggio fino a sera e che solo grazie all'aiuto di sua madre era riuscito a scrivere i nomi e che in quel momento Lambo lo aveva preso in giro, seguito da I-pin che lo aveva rimproverato e Fuuta che con le sue classifiche gli aveva dato speranza. Bianchi lo aveva invece fulminato con lo sguardo, "ci siamo capiti, Sawada" aveva detto. Reborn se la rideva canzonandolo per ogni tentativo andato a vuoto e scoppiando a ridere quando Tsuna aveva pensato di potergli nascondere suoi sentimenti per Gokudera dicendo che voleva solo fare una cosa carina per lui.

"Tipo un cuore con i vostri nomi a San Valentino? Non mi sembra per nulla sospetto. Cose che gli amici si regalano ogni giorno..." aveva commentato sarcastico il tutor e aveva ragione, Tsuna lo aveva ammesso.

"Già, ci ho messo molto impegno..." commentò.

Raggiunsero il cinema scambiandosi parole dolci, i pensieri di Hayato viaggiarono velocemente a tutti i tentativi che negli anni aveva fatto lui salvo poi arrendersi perché i fornelli erano suoi acerrimi nemici e di comprare la cioccolata a Tsuna proprio non se ne parlava, inoltre non credeva davvero di avere speranze e non voleva essere rifiutato.

Quando si spensero le luci i sedili gli sembrarono talmente comodi da poterci sprofondare dentro e baciare Tsuna gli venne naturale.

Nell'istante in cui le loro labbra si ritrovarono Sawada seppe con certezza che era il San Valentino migliore della sua vita fino a quel momento e che dopotutto la festa che tanto odiava poteva essere davvero bella se condivisa con la persona giusta.
Non avrebbe più odiato quella giornata, forse era ambizioso a pensarla così, ma ogni anno l'avrebbe festeggiata con Hayato rendendola sempre più speciale. Gli anni sarebbero passati e si sarebbero ritrovati sempre più innamorati, se ne convinse quando ritrovò se stesso negli occhi dell'altro e vi lesse le stesse intenzioni.
   
 
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