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Autore: Fiore di Giada    16/02/2021    0 recensioni
La ragazza sussultò, stupita. Teodoro non le stava dicendo nulla di nuovo, eppure il suo tono basso, roco, vibrava d’una emozione a stento frenata.
E non poteva non negare di avvertire una debole, flebile speranza sorgere in lei.
– Ma non è solo la tua arte a piacermi. Tanto più ti conosco, quanto più desidero che tu faccia parte della mia vita, o dea. – proseguì lui.
Prese il pacchetto e, trattenendo a stento il tremito delle mani, lo aprì.
Su un cuscino di seta bianca, era poggiato un anello d’oro, sormontato da una rosa dai petali di corallo vermiglio, cosparsi di piccoli diamanti tagliati a brillante.
La giovane, sorpresa, ora guardò Teodoro, ora fissò l’anello. Il suo amico non lasciava nulla di intentato.
Quell’anello, così inconsueto, era stato scelto per una ragione.
N.B:Flora Gentile non è un OC, ma è una rielaborazione del personaggio della fidanzata di Vulcano Rosso, che viene nominata nella bio del lottatore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Con passo rapido, nervoso, Vulcano Rosso percorreva il lungomare.
Di tanto in tanto, si fermava, si stringeva il mantello attorno al corpo, poi lasciava vagare il suo sguardo sul paesaggio.
Nel cielo, libero da nubi, simile ad una lastra di turchese, brillava un sole piuttosto caldo e i suoi raggi sfioravano il mare, sciogliendovi deboli riflessi dorati.
Sorrise, compiaciuto. Il tempo era stato assai clemente, malgrado fossero in pieno febbraio.
Il lungomare, in quel momento, risplendeva d’una luce quasi primaverile.
Spero di non combinare guai., pensò. Aveva scelto uno sfondo splendido, ma non era tranquillo.
Temeva di rovinare la sua dichiarazione con qualche dichiarazione insensata.
Ed ella, Flora Gentile, non amava la spacconeria fine a se stessa.
Il suo senso di giustizia era sconfinato e non avrebbe mai accettato la sua militanza in quella setta.
E non poteva condannare le sue opinioni.
Si rigirò il pacchetto che aveva tra le mani. Quella giovane artista, conosciuta nel suo ultimo viaggio a Parigi, era ormai per lui la sua dea.
Di lei, ammirava la bellezza mediterranea, che si univa ad una intelligenza vivace e ad una volontà ferrea.
Non si era arresa ad una esistenza sventurata, priva dell’amore di una famiglia.
Accennò ad un sorriso. Per lei, aveva abbandonato l’Organizzazione.
E non si pentiva della sua scelta.
A lei avrebbe offerto il mondo, se ella glielo avesse domandato.
Un debole rumore di passi interruppe i suoi pensieri e il giovane si girò.
I suoi occhi si posarono sulla figura snella di Flora, avvolta in un ampio cappotto di lana blu scuro, con guanti di cachemire neri.
Le sue gambe sottili calzavano degli stivali neri, dal tacco alto, e, sulla spalla, aveva una borsa a tracolla nera, adorna di fregi metallici argentei.
I lunghi capelli neri, raccolti in una coda, ondeggiavano ad ogni suo passo e al suo collo era appeso un ciondolo d’argento, terminante in un cristallo d’ametista, tagliato a cuore.
Spero che le piaccia il mio regalo., pensò, preoccupato. E se avesse disprezzato il suo dono?
Malgrado il suo amore per i capi di buona qualità, Flora non amava i regali troppo costosi.
La sua felicità era in una serata a teatro, immersa nella musica di Donizetti e Rossini.
Si scosse e le si avvicinò, un sorriso sulle labbra. No, non poteva lasciarsi dominare dalla preoccupazione.
Flora non era stupida e avrebbe compreso la limpidezza delle sue intenzioni.
Teodoro, che cosa c’è? Perché mi hai portata qui? – chiese ella, curiosa. Era tornata nella sua città natia, dopo anni trascorsi tra Barcellona, Parigi e Milano, e aveva rivisto quell’eccentrico compaesano.
Il loro legame, che sembrava destinato a rompersi con la sua partenza, si era ricostruito e rafforzato.
Il combattente sospirò, poi i suoi occhi, scintillanti d’emozione, si fissarono in quelli di lei. Sì, finalmente poteva dichiararle il suo amore.
Da quando ti ho conosciuta… Sono stato catturato dalla tua arte. Nei tuoi quadri, vi è il riflesso dell’armonia rinascimentale. Col tuo pennello, catturi quella suprema bellezza. – cominciò il combattente, serio. Tante volte aveva preparato il suo discorso, ma, in quel momento, le parole svanivano e mutavano, come i riflessi della luce sull’acqua.
La ragazza sussultò, stupita. Teodoro non le stava dicendo nulla di nuovo, eppure il suo tono basso, roco, vibrava d’una emozione a stento frenata.
E non poteva non negare di avvertire una debole, flebile speranza sorgere in lei.
Ma non è solo la tua arte a piacermi. Tanto più ti conosco, quanto più desidero che tu faccia parte della mia vita, o dea. – proseguì lui.
Prese il pacchetto e, trattenendo a stento il tremito delle mani, lo aprì.
Su un cuscino di seta bianca, era poggiato un anello d’oro, sormontato da una rosa dai petali di corallo vermiglio, cosparsi di piccoli diamanti tagliati a brillante.
La giovane, sorpresa, ora guardò Teodoro, ora fissò l’anello. Il suo amico non lasciava nulla di intentato.
Quell’anello, così inconsueto, era stato scelto per una ragione.
Teodoro, tu… – chiese, la voce spezzata e gli occhi lucidi di gioia. Era stata una sorpresa meravigliosa per lei.
Il suo sentimento era corrisposto e cessava di essere un sogno adolescenziale.
Puoi darmi la tua mano? – chiese il giovane, gentile.
La giovane gli porse la mano sinistra ed egli, con un gesto fluido, le infilò l’anello al dito anulare della mano sinistra.
Per alcuni istanti, Flora si guardò la mano e fissò il monile. Era meraviglioso.
Teodoro aveva saputo capire il suo amore per gli oggetti d’artigianato.
Oltre la sua maschera eccentrica, palpitava un animo ardente, seppur dolce.
Grazie… E’ un regalo magnifico. – disse ella, il volto raggiante di felicità. La sua fama d’artista si stava espandendo e, a questa, si aggiungeva l’amore.
Non poteva sentirsi più felice e appagata.
Egli le cinse la vita con un braccio e la attirò contro il suo petto. Finalmente, poteva sentire contro la sua pelle la sua fragranza di frangipani.
Flora si appoggiò con la testa sul petto di lui e chiuse gli occhi, mentre le mani di Teodoro si immergevano nei suoi capelli.
Per te, questo e altro. Ti darei il mondo, se tu me lo chiedessi, mia splendida dea. –





   
 
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