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Autore: Khailea    16/02/2021    0 recensioni
La fiction si basa sul gioco Pokémon Ranger Tracce di Luce, riguarderà una mia partita nel gioco ed io descriverò ogni battuta, ogni passaggio e descriverò tutto ciò che vedrò. Potranno venir aggiunte alcune battute o addirittura alcune scene e tutta la serie racconterà anche delle sensazioni dei personaggi.
E' già presente anche la fiction del gioco Pokémon Ranger: Ombre su Almia
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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La giovane ragazza si sentiva come se stesse precipitando da molto più tempo di quanto non fosse in realtà.
In più punti il corpo le doleva terribilmente e la pelle le pizzicava, era certa avesse riportato numerose bruciature ma al momento non riusciva a pensare a nulla, nemmeno al fatto stesse cadendo.
Sperava Martino stesse bene, che il suo gesto fosse bastato ad aiutarlo.
Sperava anche che lo Staraptor non fosse stato ferito, e che fosse volato via in tempo.
La testa continuava a girare incessantemente, ma riuscì a sentire oltre al sentore di fumo anche l’odore del mare.
Con un po’ di fortuna quindi, sarebbe riuscita a sopravvivere.
Sforzandosi di aprire gli occhi la ragazza guardò il proprio Styler, lo schermo era danneggiato e non sembrava in buone condizioni. Il mini-polmone usato per poter respirare sott’acqua però era ancora integro, e per sicurezza se lo mise, esattamente pochi secondi prima che il suo corpo toccasse l’acqua.
L’impatto non fu morbido, e l’acqua salata sulle ferite le fece bruciare ancor di più, però era viva, e lo sentiva chiaramente.
Lasciò per qualche tempo che i movimenti del mare la cullassero, facendo il possibile per non addormentarsi e non perdere il mini-polmone, ma presto si rese conto che qualcos’altro mancava.
-“Lo Styler di cattura si è staccato! Emergenza! Riposiziona al più presto lo Styler di cattura! Lo Styler di cattura si è staccato! Emergenza! Riposiziona al più presto lo Styler di cattura!”-
Perfino nell’acqua la voce dello Styler era abbastanza chiara da attirare la sua attenzione, e lo Styler di cattura stava lentamente sprofondando verso il fondo del mare. La ragazza cercò subito di raggiungerlo, quando notò un Pokémon simile ad una piccola manta azzurra afferrarlo con i piccoli dentini, scambiandolo forse per un’esca e portandolo via con sé.
Non le rimase altra scelta se non quella di nuotare quanto più velocemente possibile per raggiungerlo.
Il mini-polmone aveva un’utile funzione oltre a permettere di respirare sott’acqua, ovvero il concedere una spinta più rapida per nuotare nel momento in cui la carica era sufficiente.
Il Pokémon aveva un leggero vantaggio rispetto a lei, ed andò subito ad infilarsi tra un passaggio nelle rocce largo poco più di quattro metri. Fortunatamente anche a quella profondità la luce continuava ad essere presente, lasciandole vedere chiaramente lo splendido paesaggio sottomarino composto da lucidi coralli rosa e da un’acqua limpida.
Peccato che non poté godersi la scena, perché come il Pokémon notò era inseguito cominciò a creare delle grosse bolle d’aria, che se l’avessero colpita l’avrebbero spinta indietro rispetto al punto in cui si trovava. La Ranger dovette quindi nuotare a zig-zag per evitarle, ma bastarono quattro scatti ben calibrati per riuscire a raggiungerlo.
Nel mentre erano sbucati fuori dalle pareti rocciose sottomarine, raggiungendo un ampio spazio pieno di colonne antiche. Non vi badò molto in verità, probabilmente era un luogo di studio per molti esploratori ed appartenevano semplicemente a qualche civiltà decaduta. La cosa più importante era il fatto che il Pokémon aveva abbandonato lo Styler di cattura, fuggendo mentre questo affondava nuovamente andando a raggiungere una piattaforma con un curioso simbolo sopra d’essa; sembrava quasi una tiara ai cui lati c’erano delle piume dai vari colori.
Era veramente splendido, ma doveva sistemare lo Styler al più presto, e sott’acqua non fu così semplice, ma in qualche modo ci riuscì.
-“Styler riposizionato!”-
Era veramente un sollievo sentirglielo dire. Rilassando i muscoli la ragazza sperò quasi di poter venir trasportata a galla senza dover far nulla, ma sapeva bene di dover nuotare parecchio per riuscirci. Voleva solamente raggiungere la riva più vicina, curare le sue ustioni e contattare la Federazione, per sapere se Martino stava bene.
La voce robotica dello Styler però la distolse da questi pensieri.
-“Pericolo! Pericolo! Enorme oggetto in avvicinamento!”-
L’acqua attorno a lei sembrò quasi vibrare mentre un sordo rumore si faceva sempre più vicino. Guardandosi attorno confusa la Ranger cercò di capirne la provenienza, ma la luce rispetto a prima era diminuita e non riusciva a vedere se non a più di qualche metro più in là.
-“Pericolo! Pericolo! Corrente estremamente forte! Corrente-te-te-te-te bz bz bz bzzz…”-
Ad un certo punto riuscì ad intravedere un’ombra nera nell’acqua, che in una manciata di secondi si allargò pericolosamente fino a quando non riuscì a distinguere completamente una grande imbarcazione di metallo, che si muoveva ad una velocità allarmante.
Anche se ormai era troppo tardi per evitarla cercò comunque di spostarsi per evitare la collisione, ma finì inevitabilmente trascinata dalla corrente d’acqua creatasi, venendo sballottata senza controllo.
Le sembrò di essere dentro un vortice infinito dal quale non aveva alcun controllo. Tentò comunque di proteggersi la testa nascondendola tra le braccia, ma quando con la schiena sbatté contro una delle colonne il dolore fu tale da impedirle di mantenere quella posizione, e così non poté proteggersi quando finì contro le pareti rocciose lì vicino.
Tutto ciò che riuscì a sentire in quel momento fu un acuto dolore, poi, tutto divenne nero.
 
 
 
 
 
 
 
 
In quello stesso istante, sull’imbarcazione…
 
Tutto sembrava essere nelle condizioni ottimali, non erano state rivelate imbarcazioni nei dintorni, e nessuno avrebbe dovuto essere a conoscenza della loro posizione. Non appena furono certi che tutto il necessario fosse pronto, l’apertura delle unità venne aperta.
-Alle Unità Dadavolante! L’obbiettivo è Dolcegoccia! Partenza immediata!-
La voce dall’unità di controllo diede ufficialmente il via all’operazione, e dal passaggio uscirono dieci individui, tutti vestiti con la stessa divisa verde e marrone. Uno di loro era incaricato di capitanare il gruppo, e si posizionò davanti a loro con aria autorevole.
-Perfetto, si parte. Ascoltate! Dolcegoccia è un’isola deserta. Potremo fare il nostro lavoro senza preoccuparci di essere visti!-
Il gruppo si scambiò sei sorrisetti complici, per poi partire alla volta dell’isola.
Qui, completamente ignari di cosa sarebbe accaduto da lì a poco, i Pokémon vivevano in pace trascorrendo serenamente il loro tempo. Un piccolo gruppo di Pokémon in quel momento si trovava nei pressi di un grande tronco cavo, mentre un piccolo esserino giallo con un ukulele tra le zampette suonava mentre i suoi amici cantavano seguendo il ritmo della musica.
Il loro canto venne però interrotto da un sibilo estraneo, e tutti alzarono gli occhi al cielo vedendo quegli strani oggetti volare contro di loro; immediatamente spaventati cominciarono a disperdersi, mentre gli ospiti indesiderati approdavano sull’isola.
-Sparpagliatevi! Dividiamoci e catturiamoli tutti!-
-Ricevuto!-
Incapaci di difendersi i piccoli furono i primi ad essere catturati, spinti con l’inganno tutti nello stesso punto, con la minaccia di strani apparecchi che emettevano delle onde violacee, che nel momento in cui li colpivano li ipnotizzavano, privandoli della propria volontà.
I Pokémon più grandi tentarono di attaccare i nemici in modo da dar tempo ai più piccoli di fuggire, ma vennero soggiogati con altrettanta facilità, e presto quelli liberi rimasero in pochi.
-In un tempo così breve abbiamo catturato davvero un sacco di Pokémon!- disse uno degli uomini con soddisfazione, guardando l’apparecchio avevano ai polsi. -E’ tutto merito dei nuovi guanti della sottomissione! Non siamo riusciti a trovare il Pokémon che cercavano, ma non importa. Almeno ora sappiamo che non si trova qui. Torniamo alla base a prenderci i complimenti dal capo! Unità Dadavolante! Ritiriamoci!-
A quel richiamo tutte le unità si sollevarono in cielo, tornando verso l’imbarcazione in mare.
L’isola Dolcegoccia si era fatta d’un tratto tremendamente silenziosa, di quel genere di silenzio che spezza il cuore al ricordo della gioia prima presente in quel luogo.
Non si sentiva più alcun suono, né le urla spaventate dei Pokémon, il fruscio delle foglie, o lo zampettio degli abitanti dell’isola, ad eccezione del lamento dell’unico Pokémon riuscito a nascondersi dai rapitori, lo stesso piccolo Pokémon che fino a poco prima aveva suonato con allegria il suo piccolo ukulele, e che ora non riusciva più a trovare nessuno dei suoi amici.
 
 
 
 
 
 
 
 
Attorno alla ragazza ancora non c’era altro che buio, non riusciva a muovere il corpo e non capiva se fosse ancora in acqua o meno. Poi, un ricordo, di quando venne convocata alla Federazione Ranger pochi giorni prima.
Assieme a lei c’era Martino, e si trovavano nella sala riunioni assieme al professor Frenesio; qui il pavimento era formato da un gigantesco schermo verde, che permetteva di vedere tutti i dati necessari alle varie missioni.
-Giovani Pokémon Ranger! Ho sentito parlare molto delle vostre prodezze.- cominciò l’uomo guardandoli, rendendoli già fieri del lavoro svolto in quegli anni. -Sono il professor Frenesio, il capo del dipartimento di tecnologia della Federazione Ranger. Avrete sentito parlare di me, no? Non occorre che rispondiate.-
Certo che lo conoscevano, e visto l’alto numero di Ranger era comprensibile non fosse lo stesso per l’uomo.
-Vi ho voluti qui oggi per assegnarvi una missione speciale.-
A quelle parole entrambi i giovani drizzarono le orecchie.
-Una missione…speciale?!- chiese infatti il ragazzo entusiasta.
-Immagino che ne abbiate sentito già parlare anche voi. C’è un gruppo di mascalzoni che cattura con la forza i Pokémon per servirsene per i propri scopi. Il nome di questo gruppo è…i Bricconieri di Pokémon.- disse l’uomo facendo una piccola pausa ad effetto, non tradendo comunque la serietà della cosa. -Sono dei mascalzoni senza scrupoli che operano individualmente. Ma ultimamente, pare si stiano unendo in un unico gruppo. Il perché, però, nessuno lo sa. Quello che è certo, è che stanno tramando qualcosa di losco. Vorrei dunque che vi recaste nella regione di Oblivia per scoprire cosa stanno tramando e fermarli prima che sia troppo tardi.-
-Può contare su di noi, signore.- rispose la ragazza annuendo, ma una voce la interruppe.
-Ehi! Ehi!!! Un secondo, fermi tutti!-
Nella sala fece capolino, correndo come un forsennato, Willy, il simpatico membro della Federazione Ranger che aiutava tutti al meglio che poteva e regalava sorrisi ad ogni dove. Era un omaccione alto e robusto dai capelli e gli occhi castani, che tutti conoscevano.
-Volete sapere tutto sulla regione di Oblivia? Lasciate fare a me, Willy, portavoce della Federazione Ranger.- disse l’uomo con un largo sorriso ed una luce negli occhi, ma il professore non sembrava entusiasta della sua interruzione.
-Willy! Darò io tutte le spiegazioni necessarie, non mi serve il tuo aiuto!-
-Ma…professor Frenesio! La prego, non mi privi anche delle poche responsabilità che mi restano.- uggiolò l’uomo tristemente.
Alla fine il professore sospirò sconsolato, annuendo debolmente ben sapendo altrimenti non avrebbe mai smesso di lamentarsi.
-Grazie mille!- nuovamente con il suo solito sorriso Willy si voltò verso i due Ranger, schiarendosi la gola. -Lasciate che vi faccia una breve introduzione alla regione di Oblivia. Questa regione, in un certo senso, è un posto dimenticato dal mondo. Insomma, uno spensierato paradiso!-
-Non c’è dubbio, è davvero un paradiso. Ma forse è questo il motivo per cui è presa di mira da quella gentaglia. E’ talmente pacifica che ha soltanto un Ranger di zona.- aggiunse il professore pensieroso.
-Lo slogan della regione di Oblivia recita: “Oblivia, un mondo di antiche rovine e isole leggendarie”. Promettente, vero?-
-Sì, certo. Pare che recentemente sia stata assalita dagli Scoprirovine. Se riesco a prendermi un po’ di ferie, voglio andare anch’io a esplorarla…- disse il professore sfregandosi il mento con una mano. -Ad ogni modo, non dovete abbassare la guardia anche se sono isole così pacifiche.-
-Lasciatemi iniziare adesso la seconda parte dell’introduzione a Oblivia. Sono nove parti in tutto, quindi mettetevi pure comodi!- disse gioioso Willy, mentre i due Ranger sbiancarono guardando il professore in una richiesta di aiuto.
-Direi che può bastare così, invece! Se hai davvero così tanta voglia di lavorare, ti dico io cosa fare!- sbottò il professor Frenesio guardandolo, fissandosi poi sui due rimasti in silenzio. -Non c’è tempo da perdere adesso, iniziate subito la nuova missione!-
-Sì signore!- risposero i due scattando sull’attenti, mentre Willy non era per nulla impaurito dai toni bruschi dell’uomo.
-Ha del lavoro da farmi fare? Mi raccomando però, che sia divertente!-
-Non ti preoccupare, vedrai che ti piacerà. Bene, tornando a noi, giovani Ranger…dirigetevi subito alla regione di Oblivia. Dovete ostacolare i piani dei Bricconieri di Pokémon! Proteggete la natura e la pace della regione con l’aiuto dei Pokémon!-
-Va bene!- rispose Martino annuendo, e come tradizione voleva i due si esibirono nella propria posa Ranger, un gesto caratteristico per ciascuno di loro che segnava l’inizio o la fine di una missione. -Alla volta delle isole di Oblivia allora!-
Il ricordo cominciò lentamente a svanire, lasciando sprofondare nuovamente la ragazza nell’oscurità, fino a quando non iniziò a sentire una delicata brezza sul suo corpo, e del calore sotto di sé.
Aprendo gli occhi sentì chiaramente tra le mani la morbidezza della sabbia, ed il fresco odore del mare salmastro. La luce del sole le colpì gli occhi impedendole di aprirli per svariati minuti, ma alla fine riuscì a mettersi quantomeno a sedere, togliendosi quanta più sabbia possibile dalla faccia e dalla divisa.
Sembrava essere approdata su un’isola, ma non aveva idea se fosse abitata e dove esattamente si trovasse.
-“Posizione attuale…coordinata X 055666 coordinata Y 355671. Attenzione. Infiltrazione di acqua marina nei circuiti del Navigatore dello Styler. Posizione attuale…coordinata X 05 bz-bz-bzzz…coordinata Y bz-bz-bz…attenzione. Infiltrazione di acqua marina nei circuiti del bz-bz-bzzz…”-
-Oh no…-
Non andava bene per niente, doveva assolutamente trovare qualcuno in grado di ripararlo. Lei purtroppo non ne aveva le competenze, e sicuramente nemmeno gli attrezzi, visto normalmente ci pensavano gli Assistenti. Almeno lo schermo sembrava intatto.
-“Regione di Oblivia, Dolcegoccia bz-bz-bzzz…recupero programma del Navigatore in corso. Recupero programma del Navigatore in corso. Verifica proprietario Styler. Prego inserire nome del proprietario.”-
Era ridotto veramente male, ma la ragazza riuscì comunque a digitare il suo nome sullo schermo; Alessandra.
-“Alessandra, giusto?”-
Sul piccolo schermo comparvero due piccoli indicatori, uno con un No e l’altro con un Sì, lei premette quest’ultimo.
-“Il proprietario è Alessandra. Verifica nome terminata. Programma parzialmente recuperato!”-
-Solo parzialmente?-
A quanto pare era il meglio poteva sperare al momento.
-“Per utilizzare le funzioni dello Styler, tocca l’icona sullo schermo in basso a destra e apri il menu dello Styler. Per saperne di più, consulta il glossario nel menu dello Styler.”-
-Va bene, cerchiamo intanto di contattare qualcuno.- disse la ragazza armeggiando con le funzioni, ma fu tutto inutile.
-“Recupero funzione di trasmissione impossibile. E’ temporaneamente impossibile mettersi in contatto con Martino.”-
La ragazza sperò che fosse a causa del suo Styler danneggiato, e non perché fosse successo qualcosa all’amico.
-Ti prego, almeno dammi qualche informazione sull’isola…-
-“Posizione attuale...coordinata X 055666 coordinata Y 355671. Regione di Oblivia, Dolcegoccia. Ricerca dati…Dolcegoccia non è abitata da esseri umani. Al largo della costa nord di Dolcegoccia, invece, si trova Regiobaleno, un’isola abitata da esseri umani.”-
Ok, non era stata estremamente fortunata, ma nemmeno così sfortunata. Doveva solo raggiungere l’altra isola e magari trovare il Ranger di zona di cui aveva parlato il professore.
-Sicuramente ci saranno dei Pokémon nei dintorni, potrebbero aiutarmi a fare una zattera, o se sanno volare darmi un passaggio.-
Le sue condizioni non erano al massimo, anche se l’energia dello Styler era carica. Le ustioni a causa dei colpi al plasma si erano arrossate, e la testa e la schiena le facevano male a causa degli urti subiti in acqua.
-Che cos’era quella specie di sottomarino? Un mezzo così non mi sembra molto adatto ad una regione apparentemente tanto pacifica.-
Difficilmente l’avrebbe scoperto a breve, ma avrebbe avuto il tempo per pensarci una volta arrivata a Regiobaleno.
   
 
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