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Autore: lunablu__birichina87_    17/02/2021    0 recensioni
Cosa succederebbe se Malachai Parker nel tentativo di battere l'allegra combriccola dei fratelli Salvatore e di salire al potere della Congrega Gemini, liberasse il contenuto di un'antica reliquia andata perduta dalla congrega?
E se Malachai Parker non fosse a conoscenza di cosa ci sia effettivamente in quella reliquia e liberasse il potere più forte e oscuro di tutti.
E se quel potere oscuro appartenesse a Ruby Mirea Reyes, la vera erede della congrega Gemini?
Che cosa succederebbe se Malachai, ossessionato dal potere cercasse di uccidere Ruby?
E se lei per addomesticarlo lo trasformasse in un tenero gattino?
Cosa farà il nostro Malachai?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Kai Parker, Nuovo personaggio | Coppie: Damon/Elena
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Pov Ruby.

 

Ruby uscì di scatto il busto fuori dall'acqua. Il rumore delle gocce che schizzavano fuori dalla vasca finendo sul pavimento le arrivò alle orecchie, così come la pioggia che continuava a scrosciare fuori.

Sussultò, lasciando che l'aria le entrasse finalmente nei polmoni e aprì gli occhi.

Schiuse le labbra, espirando via l'anidride carbonica e si portò le mani a coprirsi il viso, ansimando per via dell'apnea.

Lasciò scivolare le dita bagnate dalla fronte alla nuca per poi intrecciarle tra i capelli bagnati, strizzando gli occhi per via del mascara sciolto a causa dell'acqua.

Si ritrovò a fissare le mattonelle color pesca umide e intrise di vapore, spossata per via di quel flashback.

Non era la prima volta che le capitava di rivivere un suo ricordo come se fosse appena accaduto, ma ogni volta era sempre uno shock per lei.

Si morse il labbro inferiore.

Le ferite del suo passato erano ancora tremendamente aperte e continuavano a bruciarle ogni qual volta chiudeva gli occhi, fresche come appena fatte.

E nonostante si sforzasse di non pensarci, queste prepotentemente si fiondavano da lei, sfondando una porta ormai già aperta.

Si girò per afferrare l'asciugamano, ma sbarrò gli occhi quando notò la presenza di Kai che tranquillamente, se ne stava a fissarla con molto interesse sul mobile di ceramica accanto al lavandino.

Sussultò, ricordandosi che fosse nuda con mezzo busto fuori dall'acqua.

Immediatamente si coprì il seno con le braccia fulminandolo con lo sguardo.

<< Ma che cavolo stai facendo, gattaccio pervertito? >> Strillò, alzando il tono di voce indignata, continuando a coprire la sua nudità sotto lo sguardo intenso del gatto.

<< Come sei entrato? Credevo di aver chiuso la porta >> Fece alzando la voce di un'ottava, spostando lo sguardo sulla porta del bagno semichiusa.

Sbarrò gli occhi.

Non l'aveva chiusa in realtà, ma l'aveva solo socchiusa convinta di averlo fatto. Aveva pensato tra sé che Kai, a giudicare dalla situazione in cui si trovasse, non sarebbe stato così idiota da entrarle in bagno e invece...

Lo guardò in cagnesco.

<< Esci subito di qui o giuro che ti trasformo in una blatta e poi ti schiaccio! >> Ruggì rabbiosa, schizzandolo con l'acqua, bagnando la mobilia di ceramica e il muro oltre che il micio.

Kai per tutta risposta fece un piccolo scatto di sorpresa, e miagolando di disapprovazione, come un fulmine se la svignò schizzando fuori dal bagno.

Lei sbuffò pesantemente.

Possibile che non poteva nemmeno fare il bagno in pace?

Afferrò l'asciugamano, uscì dalla vasca e se lo avvolse attorno al corpo.

Dei brividi di freddo la percorsero dappertutto, causandole la pelle d'oca.

Brrr...

La pioggia in sottofondo che picchiettava contro la finestra non aiutava, anzi, i brividi parvero aumentare portandola a tremare infreddolita.

Velocemente si avvolse i capelli nell'altro asciugamano e si infilò l'intimo pulito, cercando di riscaldarsi facendo movimenti veloci.

Si asciugò i capelli pensando a un modo in cui punire quel pervertito di Kai, che nonostante le sembianze feline non avrebbe mai potuto pensare che fosse così maniaco a tal punto da spiarla.

Non che lo conoscesse in realtà.

Corrugò le sopracciglia.

In effetti, ora che ci rifletteva meglio, di Kai non sapeva proprio nulla. Aveva trasformato un ragazzo in un gatto costringendolo a vivere con lei per punizione, ma la realtà dei fatti è che stesse vivendo con uno sconosciuto il quale avrebbe potuto essere benissimo un Serial Killer.

Staccò la presa del phon dalla spina e ripulì per bene il bagno cercando di non scivolare come una pera sul pavimento bagnato; entrò in camera sua e si vestì cercando qualcosa di decente nell'armadio.

Aprì le ante e restò a fissare i suoi pochi capetti che era riuscita a rubare.

Si era basata apparentemente sull'aspetto fisico di Kai, senza nemmeno prendere in considerazione con chi stesse vivendo. Non sapeva il suo cognome, né la sua famiglia, né da dove provenisse. Nulla.

Arricciò le labbra, corrucciando il volto mentre si infilava degli Skinny neri a vita alta e un maglioncino bianco a collo alto.

Avrebbe indagato un po', giusto per sapere con chi avesse a che fare.

Si ravvivò i capelli davanti allo specchio e si sistemò il trucco.

Dopotutto, non sarebbe stato difficile cercare informazioni su un Sifone, poiché la Congrega aveva dei registri sui quali trascrivevano ogni nascituro di ogni famiglia.

Sorrise, ammirandosi allo specchio.

Ma prima avrebbe dovuto parlare con la famiglia Parker e l'unico modo per farlo era rivolgendosi ai fratelli Salvatore.

Una cosa alla volta e avrebbe sistemato tutti e messo ordine alla sua vita.

Scese di sotto, taccheggiando per via dei lunghi stivali rosso fuoco che indossava cercando con lo sguardo Kai.

Fece vagare lo sguardo nel salotto e lo trovò sul tavolino di legno, accanto al Grimorio di Oneida, intento a farsi un bidet con la lingua.

Arricciò il naso, leggermente disgustata.

<< Ti diverti? >> Fece avvicinandosi a lui, divertita.

Kai per tutta risposta sobbalzò, mettendosi seduto. Prese a fissarla e poi miagolò per ben tre volte di fila.

Ruby sollevò il sopracciglio sinistro, fissandolo corrucciata.

Pensava davvero di cavarsela in quel modo, cercando di giustificarsi facendole gli occhi dolci? Perché stava davvero camminando su un campo minato, proprio con la persona sbagliata.

Certo, quegli occhietti e quel musetto erano davvero adorabili tanto da farla sciogliere; ciò nonostante non poteva dargliela vinta così facilmente altrimenti sarebbe diventato una specie di vizio spiarla mentre fa la doccia o il bagno.

Poggiò le mani sulle ginocchia, chinandosi in avanti per fissarlo meglio.

<< Sappi, che sono una persona molto rancorosa. E, se per caso ti venisse nuovamente la brillante idea di spiarmi, - Inclinò il viso di lato, notando il gatto arretrare leggermente- Ti trasformo davvero in uno scarafaggio >>

Lui si piegò in avanti mostrando i canini, soffiandole contro minaccioso, facendole sollevare gli occhi al cielo.

<< No, no, signorino. Ho ragione io e su questo non si discute. >> Si avvicinò al tavolo anche lei, fissandolo seriamente negli occhi, facendolo arretrare timoroso con la coda tra le gambe.

<< Sto uscendo. Vedi di non combinare disastri come l'ultima volta, perché sappi, che non scherzo quando parlo >> Lo minacciò con voce ferma, sollevando il dito indice con la mano destra, facendogli capire la gravità della situazione.

Kai balzò giù dal tavolo, filandosela chissà dove e lei si infilò la giacca dirigendosi verso la porta.

Prima di uscire volse lo sguardo alle sue spalle, trovando il micio fissarla di sottecchi vicino alla porta della cucina. Lo salutò con la mano, come se nulla fosse e uscì.

Una volta per strada, mentre i suoi tacchi incontravano l'asfalto e qualche pietrolina, si ritrovò a pensarci meglio.

Infilò le mani nelle tasche del giubbino camminando a testa alta sul marciapiede.

Fuori era buio ed erano ormai le diciannove di sera. La frescura della notte mista all'umidità dell'aria la fecero rabbrividire e oltre il freddo iniziò a sentire il naso freddarsi, diventando un pezzo di ghiaccio.

Sospirò.

Le dispiaceva trattarlo così; anche perché ai suoi occhi ora era un gatto. Urlargli contro e minacciarlo la facevano sentire quello che tutti pensavano di lei: un mostro.

Una parvenza di senso di colpa le salì dallo stomaco fin su per l'esofago fermandosi in gola; ma il suo raziocinio, freddo e lucido, aiutato dalla fredda temperatura che l'avvolgeva le ricordò che fosse un ragazzo e che lei, di quel individuo, non ne sapeva proprio nulla.

Chi lo sa, magari se lo meritava tutto quello che gli stava capitando. O magari no.

Ma qualcosa, o meglio, il suo istinto le diceva che fosse la prima deduzione quella giusta, poiché una persona buona che di certo non si meriterebbe tutto quello, non se ne andrebbe in giro a cercare di uccidere la gente come Kai ha fatto con lei.

Prese un bel respiro, buttando subito fuori l'anidride carbonica.

Rincuorata dalla sua brillante deduzione, sollevò il mento e si avviò con passo sicuro verso casa Salvatore, fissando davanti a sé con quello sguardo serio di cui tutti avevano timore di incrociare.



 

°°°°

Casa Salvatore.

Ore 19:30






 

Camminò attraverso il vialetto che conduceva dinnanzi all'enorme dimora dei Salvatore. Un'immensa e meravigliosa villa molto antica catturò il suo sguardo violaceo.

Sbatté le ciglia e a mento alto si diresse vero la porta d'entrata.

Quante volte l'aveva vista da lontano quando era ancora una bambina? E quante volte aveva desiderato di entrarci, solo per soddisfare la sua curiosità?

Molte in effetti.

Aveva sempre immaginato che il suo interno fosse molto raffinato e antico, come l'interno di un meraviglioso castello; con poltrone di velluto rosse e candelabri di cristallo in ogni stanza, tende pregiate e mobilia aristocratica.

Sorrise imbarazzata.

Chissà quanto sarebbe sembrata stupida se solo lo avesse rivelato in giro; una ragazzina che sognava il principe azzurro che la salvasse dai suoi bulli e che subito dopo, la portasse a vivere nel proprio castello per vivere felici e contenti.

Ah, beata fanciullezza innocente.

Che cosa non avrebbe dato per poter ritornare indietro e ricominciare tutto daccapo, in modo tale da cambiare il suo passato e sistemare le fondamenta del suo futuro.

Ma purtroppo non era possibile. Viaggiare nel tempo avrebbe avuto ripercussioni gravi sul futuro e di certo, non avrebbe rischiato un tale caos nel mondo solo per sistemarsi la vita.

Il passato era passato, e doveva rimanere tale.

Superò la piccola arcata dell'entrata e si fermò davanti alla porta d'ingresso.

Prese un bel respiro e si preparò a bussare, concentrandosi sui suoi poteri e visualizzando ogni possibile incantesimo di difesa che avrebbe potuto salvarle la vita.

Ma improvvisamente, l'enorme porta di legno si aprì di scatto, quasi ci fosse qualcuno dall'altra parte che, arrabbiato, l'avesse aperta rischiando di scardinarla.

Ruby si irrigidì di colpo, quando vide la figura dinnanzi a sé; quest'ultima si apprestava ad uscire con uno sguardo irato, sguardo che, non appena incrociò il suo violaceo assunse un'espressione sbalordita.

Ruby si ritrovò a fissare un ragazzo alto e moro, con i capelli leggermente lunghi sulla nuca e due grandi occhi blu, profondi più dell'oceano.

Lo stesso ragazzo che le parve di aver già visto.

Non aveva mai avuto piacere di conoscere di persona i fratelli Salvatore, ma aveva avuto il privilegio di scorgerli in lontananza tempo fa, quando ancora era una bambina.

E sorprendentemente, Ruby si rese conto che, quello stesso ragazzo che la fissava con uno sguardo sorpreso, incatenando i suoi bellissimi occhi blu con i suoi viola, era lo stesso che aveva smaterializzato assieme alla ragazza nipote di Parker Senior, il giorno in cui è stata liberata da Kai.

Era lui, uno dei due fratelli Salvatore.

<< Tu! >> La voce irata del ragazzo le giunse alle orecchie come un secchio d'acqua gelata, ridestandola immediatamente dai suoi pensieri.

In un battito di ciglia, si ritrovò con la schiena spalmata contro l'arcata di legno dell'entrata. La mano del ragazzo serrata attorno alla sua gola e non sembrava intenzionato ad allentare la presa.

I suoi grandi occhi blu la scrutavano intensamente, cercando si scorgere una sua debolezza o un barlume di innocenza nei suoi occhi violacei. Innocenza che non avrebbe mai trovato, perché Ruby era tutto, tranne che innocente.

<< Che fortunata coincidenza, io e Stefan stavamo giusto discutendo su di te >> Il tono di voce ironico, e a tratti arrogante cercava di mascherarsi dietro un sorrisetto strafottente.

A Ruby ricordò molto Nicolas Baker, con quel suo fare da bulletto strafottente; sempre con la battutaccia pronta e sorprendentemente bravo ad aizzare le risse.

Ma Ruby sapeva benissimo quale fine avesse fatto il vecchio Nick, ma il Signor Vampiro Salvatore no.

Sostenne il suo sguardo, trattenendo il respiro per evitare di soffocare ulteriormente e gli sorrise.

<< Bene, eccomi qui >> Riuscì a dirgli, cercando il più possibile di regolare il tono di voce, trovandolo un tantino difficile a giudicare dalla stretta sul collo e dal braccio che premeva con forza contro il suo petto per tenerla ferma.

Avrebbe potuto liberarsi facilmente usando la magia, ma aveva deciso che avrebbe cercato di essere diplomatica, per cui si trattenne il più possibile.

<< Sono venuta per parlare. Per cui potresti lasciarmi – fece, fissandolo intensamente cercando di sembrargli sincera- per favore >>

Il bel moro tentennò, scrutandola assottigliando le palpebre. Sollevò il mento, facendole una radiografia e poi finalmente, allentò la presa.

Fu in quel momento che qualcun altro uscì dalla casa, avvicinandosi a loro due velocemente.

<< Che sta succedendo qui? Tutto ok? >> Fece il secondo uomo, scrutando il bel moro dagli occhi blu.

Quest'ultimo annuì e finalmente si decise a lasciarla, premettendole nuovamente di respirare tranquillamente.

<< Sì tutto ok Stefan. Parli del diavolo...>> E la indicò con il mento, non allontanandosi minimamente da lei, facendole capire che non si fidasse minimamente.

Beh, neanche lei si sarebbe fidata di uno sconosciuto che, seppur non conoscendola, l'avesse spedita in una fitta foresta senza saperne il motivo.

Avevano tutto il diritto di essere irritati nei suoi confronti.

Il ragazzo, Stefan Salvatore le rivolse un'intensa occhiata, facendole anche lui la radiografia soffermandosi particolarmente sui suoi occhi viola, sostenendo sicuro il suo sguardo.

<< Quello che Damon voleva dire, - e gli lanciò un'occhiatina come a volerlo rimproverare- era che dopo quella sera, quando ci hai spediti in quel bosco... >> Damon a quelle parole le regalò un sorrisetto irritato, incrociando le braccia al petto.

<< Diciamo che non è stata propriamente una bella mossa ragazzina, specialmente dopo tutto quello che accade in questa città >> Continuò Damon, fissandola dall'alto della sua altezza verso il basso.

Stefan annuì, fissandola seriamente continuando il discorso.

<< Io e mio fratello ne stavamo appunto discutendo. Vogliamo sapere se sei con noi o contro di noi >> Con quelle parole, il suo tono di voce si fece più basso, più cupo.

A Ruby parve per un secondo di ritrovarsi davanti due puma dallo sguardo intimidatorio; due predatori sul punto della caccia, i quali scrutavano la loro futura preda con minuziosa attenzione.

<< Dopo quella breve minaccia a Jo, io credo che sia più la seconda >> Continuò Damon, regalandole un'occhiataccia assottigliando le palpebre.

Ruby dopo un breve tentennamento, prese un bel respiro e poi scosse i suoi boccoli rossi, regalando un sorriso ai due.

<< Se fossi davvero contro di voi, per quale motivo sarei così pazza dal presentarmi qui? >> Fece con ovvietà, scrollando leggermente le spalle e staccandosi finalmente dall'arcata di legno.

I due si scambiarono una breve occhiatina.

<< Diciamo che non saresti né la prima né l'ultima che prova a giocare con noi fingendosi un'amica del cuore >> Il tono di voce ironico e arrogante di Damon la irritò leggermente, ma Ruby non demorse. Era già abituata a quel tipo di trattamento grazie a Nicolas perciò si lasciò scivolare di dosso la frecciatina maliziosa.

<< Non ho mai detto di voler diventare tua amica, ho solo specificato di voler parlare con voi due >> Ricambiò lo sguardo strafottente, avvertendo delle scintille di irritazione nei suoi occhi profondi.

Non le era mai sembrato così difficile parlare con qualcuno come in quel momento, poiché in partenza lei non piaceva a nessuno; per cui cercare di essere carina per farsi ascoltare le sembrava più difficile che scalare una montagna a mani nude.

<< Ma dai! Posso solo immaginare di cosa >> Fece strafottente, inclinando la testa di lato continuando a fissarla con sfida.

Ruby lo fissò sollevando un sopracciglio, volgendosi verso Stefan fissandolo curiosa.

<< Fa sempre così con le persone? >> Lo indicò con il pollice della mano destra, fingendo che non fosse proprio lì di fronte a lei e che non la stesse minimamente ascoltando.

Il fratello alzò gli occhi al cielo.

<< Bene. Credo che convenga continuare questa conversazione in casa >> E le fece un cenno con il capo, invitandola ad entrare, lasciandola piacevolmente sorpresa.

Questa era nuova. Per la prima volta non aveva dovuto ricorrere alle minacce o alla magia per farsi ascoltare e questo solo perché...

Perché?

Beh, era confusa in realtà. Lo aveva solo chiesto e finalmente dopo anni riceveva un briciolo di gentilezza; quasi si commosse se non fosse per la battutaccia di Damon alle sue spalle.

<< Sì, ma certo! Invitiamola per un Tè magari, ormai questa casa è diventata circolo per casi disperati. Il prossimo chi sarà, Matusalemme? >> Si lagnò, seguendoli subito dopo chiudendo con fare brusco la porta.

Lo ignorò e una volta dentro, per poco non soffocò con la sua stessa saliva.

Gli interni di quella casa erano semplicemente bellissimi. Sbarrò gli occhi quando vide i divani in pelle rossa, le tende in tinta, la mobilia antica e aristocratica di pregiata fattura risaltare in tutta la loro bellezza; perfino i lampadari erano antichi, però non di cristallo, almeno quelli.
Porca miseria se ci aveva azzeccato con la fantasia!

E lei che si era data dell'idiota per tutte le volte che ci aveva fantasticato su nel suo letto ad occhi aperti; per poi scoprire che non sembrava più realistico di così.

Ora si sentiva davvero una scema.

Chiuse le labbra, dopo essersi accorta di aver fissato l'immensa casa a bocca aperta e si schiarì la voce.

Seguì Stefan a destra trovandosi nell'immenso salotto, dove un bellissimo camino era acceso e un vivacissimo fuoco scoppiettava.

Il castano dagli occhi verdi si sedette su una poltrona rossa, invitandola a fare la stessa cosa. Ruby prese un bel respiro e si avviò, avvicinandosi al tavolino centrale e sedendosi su uno dei divani rossi, tra i morbidi cuscini in tinta unita del medesimo colore.

Damon restò in disparte, avvicinandosi al minibar dove aveva esposte molte bottiglie di alcool invecchiate.

Spostò lo sguardo su Stefan e si ridestò dai suoi pensieri quando si accorse che la stesse fissando intensamente a braccia incrociate.

Il calore della stanza dovuto al fuoco che scoppiettava la rilassarono quel poco che bastava per farla sciogliere un po'. Sostenne lo sguardo di Stefan e lo ringraziò per l'ospitalità.

<< Figurati! >> Anticipò Damon prima che potesse farlo il fratello. Si servì un bicchiere di quello che sembrava essere Bourbon, per poi voltarsi verso di lei.

<< Oh, scusa ma non offro alcool ai minorenni >> Continuò ironico, sollevando leggermente il bicchiere a mo' di ''cin, cin'' per poi portarselo alle labbra e sorseggiarlo.

Stefan sospirò pesantemente, dandole l'impressione che anche lui fosse parecchio irritato dagli atteggiamenti strafottenti del fratello.

<< Scusalo, lui è fatto così. Impara a ignorarlo, in certe situazioni si rivela molto utile >> Le consigliò con ovvietà, come se ci fosse abituato.

Ruby si inumidì le labbra, annuendo semplicemente.

<< Ma certo, ignoriamo il vecchio Damon! Talvolta mi chiedo da che parte tu sia >> Borbottò lui dietro il fratello, continuando a sorseggiare il suo Bourbon.

Ruby iniziò a sentirsi leggermente in imbarazzo; quei due erano alquanto strani. Sembrava di essere in un gioco di ruolo dove il primo impersonava il poliziotto buono mentre l'altro il cattivo e insieme, avrebbero dovuto farle l'interrogatorio.

Scosse la testa confusa.

Non le sembrava il momento di perdersi in certe futili fantasie.

Fissò i due dopo un bel respiro.

<< Ok. Potrei dedurre che voi due sappiate esattamente chi io sia, giusto? >> Iniziò, attirando l'attenzione dei due vampiri.

Stefan si limitò ad annuire, non distogliendo il suo sguardo smeraldino dal suo, mentre Damon, dopo aver finito il suo alcool se ne servì un secondo bicchiere.

<< Oh, eccome se lo sappiamo. >> Afferrò il bicchiere, girandosi verso di lei nuovamente, fissandola divertito.

<< Diciamo che abbiamo le nostre fonti, Ruby Mirea Reyes >> Scandì il suo nome, sorseggiando subito dopo il liquido ambrato e le fece un sorrisetto malizioso.

<< Inizia a parlare, e fai in fretta >> Il tono di voce si fece più gelido, più serio e il suo sguardo cambiò velocemente, diventando tremendamente di ghiaccio.

Ruby deglutì, sistemandosi una ciocca di capelli rossi dietro l'orecchio.

Aveva l'impressione che quella sarebbe stata una lunga serata.






















 

Spazio autrice:

Ok, ragazz* ora iniziano i veri giochi. La trama inizia a scorrere e più andremo avanti più inizierà a farsi più interessante.

Piaciuta la sorpresa dei fratelli Salvatore? Credo proprio che tutto si sarebbero aspettati, tranne che Ruby si recasse di persona a casa loro.

Beh, chissà che cosa succederà nel prossimo capitolo. Secondo voi come andrà a finire? Ci sarà una rissa? Diventeranno amici per la pelle?

Io ho l'acqua in bocca e non dirò proprio nulla, lascerò a voi la fantasia.

Comunque volevo avvisarvi che negli aggiornamenti ci metterò più tempo, poiché tutti questi capitoli li avevo già scritti in precedenza (almeno i primi dieci) e dunque ora che sono a corto devo scriverli no? Lol.

Quindi sì, sarò più lenta negli aggiornamenti ma non mollerò la storia a metà. Ci tengo troppo ed è il mio primo libro serio, per cui state tranquilli.

Vi inizio ad amare ancor di più perché sto notando che le visualizzazioni aumentano per cui un mega bacio a tutti coloro che leggono questa storia perché mi rincuorano e rendono felice.

Bene, adesso vado e alla prossima con il capitolo sedici!  Baci.

 

  
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