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Autore: Vallyrock87    17/02/2021    15 recensioni
Per gli umani e demoni, il tempo scorre diversamente. Rin da bambina è cresciuta nel villaggio di Musashi insieme a Kaede. Ma quando Rin diventa adulta, Sesshomaru capisce di nutrire dei sentimenti per lei. Così diventano una famiglia, ben presto arrivano anche i figli. Ma lo scorrere del tempo nessuno lo può fermare e Rin non può essere riportata in vita nuovamente da Tenseiga. E Sesshomaru si trova ad andare a trovare ogni giorno la tomba della moglie, ripercorrendo tutti i loro ricordi, ecco che cosa pensa in quel momento il glaciale principe dei demoni.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaken, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che buffa storia è la vita. Ho passato anni, dopo la morte di mio padre a cercare di avere la sua zanna per poter diventare un guerriero invincibile come era lui. Credevo che avessi bisogno di una spada per poter essere potente e forte. Ma mi sbagliavo, avevo fatto male i miei calcoli.

Ho odiato mio fratello Inuyasha perché a lui era stata affidata quella stessa zanna che io bramavo così ardentemente. Mi chiedevo perché mio padre avesse pensato a proteggere lui e quella debole ed insignificante umana quale era sua madre. Invece di pensare a me, suo figlio maggiore, un demone completo che aveva bisogno ancora di lui. Contavo forse meno di quegli esseri inferiori?

No. Non contavo di meno, io ero suo figlio, ma sono anche un demone non avevo bisogno di protezione perché mi sapevo difendere benissimo anche da solo. Lo capii molto tempo dopo. Capii che Inuyasha aveva bisogno di essere difeso da sé stesso. Che il suo sangue di demone avuto in dono da mio padre sarebbe stata la sua condanna se non avesse avuto Tessaiga con sé. Mentre io ho sempre avuto il controllo su me stesso.

Credevo che confrontarmi con demoni più forti di me mi avrebbero fatto sentire invincibile. Eppure, sentivo che c’era qualcosa che mi mancava. Qualcosa di importante. E poi… e poi sei arrivata tu piccola Rin. Sei arrivata in punta di piedi, hai visto questo demone che per una volta si sentiva ferito non solo nel corpo ma anche nell’anima, e senza avere timore ti sei presa cura di lui. Con i tuoi sorrisi,  con la tua spensieratezza e la voglia di vivere.

Ti ho resuscitata con Tenseiga pensando al tuo sorriso, pensando che non fosse giusto che una creatura innocente come te potesse morire così presto. Dovevi vivere Rin, perché te lo meritavi, perché tu meritavi una seconda possibilità, meritavi di essere felice.

Ho continuato a portare con me Tenseiga perché credevo di poterti riportare in vita quante volte volessi. Credevo scioccamente, che la vita fosse qualcosa da poter reclamare indietro a proprio piacimento. Quanto sono stato ingenuo e sciocco allora. Ho capito quanto tu fossi importante per me, quando ho rischiato di perderti seriamente nell’aldilà e se non fosse stato per mia madre forse non saresti diventata grande.

La tua vita era preziosa per me, niente avrebbe avuto più alcun valore se tu mi avessi lasciato così presto. Piccola Rin, non sai quanto tu abbia contato per me, per questo demone che un tempo nemmeno sapeva di avere un cuore.

Eri così piccola e spaventata, non da me, ma da quegli umani che ti trattavano come se fossi una nullità. Ti fidavi di me perché sono stato l’unico ad interessarsi a te, a proteggerti. Non hai mai dubitato di me. Non hai mai pensato che potessi tradirti o farti del male in qualche modo, nemmeno quando ho portato via le nostre figlie appena nate, senza darti alcuna spiegazione.

Poi, dopo la sconfitta di Naraku e dopo averti lasciata al villaggio insieme a quella vecchia sacerdotessa, tu, non hai mai smesso di aspettarmi. Non hai mai smesso di corrermi incontro sorridente. Ed io a volte speravo che ti dimenticassi di me, che non mi corressi più in contro sfoggiando uno dei tuoi sorrisi più belli. Perché meritavi di meglio che uno come me, meritavi di prendere come marito, un umano che ti rendesse felice. Credevo di non poterti dare ciò che desideravi. Mi sbagliai un'altra volta. Non mi rendevo conto che ciò che desiderassi fossi io. Che avresti voluto essere felice solo con me e con nessun altro.

Col passare degli anni la bambina che avevo salvato, quella bambina che era scampata alla morte per ben due volte. Aveva lasciato posto ad una donna. Qualcosa in me mutò quando iniziai a vedere quanto fosti diventata bella. Forse per qualcun altro non eri una bellezza così sconvolgente. Ma lo eri per me e questo mi bastava. Mi sono trovato ad innamorarmi di te senza volerlo, senza rendermene conto.

Ma ho avuto paura che tu non mi potessi ricambiare. In fondo sono sempre stato il tuo “Signor Sesshomaru”. Non sai che infinita gioia ho provato quando mi hai confessato che tu ricambiavi i miei sentimenti. Mi ricordo ancora la prima volta che abbiamo fatto l’amore, come eri impacciata, goffa e imbarazzata. Mi hai fatto molta tenerezza. Ti promisi che non ti avrei fatto del male che avrei aspettato i tuoi tempi. E così feci. Quella notte fu una tra le notti più belle della mia vita, non la dimenticherò mai. Dopo qualche tempo, tu mi facesti il regalo più bello che mai avessi potuto desiderare. Due splendide figlie che ora sono cresciute anche loro, e hanno intrapreso la loro strada.

Purtroppo, però il destino ha voluto che tu mi salutassi un ennesima volta e questa volta definitivamente. Nel corso degli anni il tempo ha lascito dei chiari segni su dite, la vecchiaia ha iniziato a farsi sentire sul tuo corpo, mentre io sono rimasto quello di sempre. Ho visto l’apparire delle prime rughe sul tuo volto. Ho visto la tua pelle raggrinzirsi. Ma per me sei rimasta sempre uguale nonostante gli evidenti segni del tempo. Quel sorriso, il tuo sorriso, non si è mai spento.

E me lo hai regalato un ultima volta prima di andartene per sempre da questa terra, ma non dal mio cuore.

Te ne sei andata come sei arrivata, in punta di piedi. Nel silenzio più assoluto.

Ed ora sono qui davanti alla tua lapide a sfiorare la fredda pietra pensando di carezzare la tua buffa testolina di bambina. Una folata di vento mi scompiglia i capelli e penso che sia tu che mi vieni a salutare. Che mi fai notare la tua presenza. Mi siedo ai piedi di quello che è il tuo giaciglio eterno e rimango come sempre per un tempo indefinito in quel luogo dove sembra che governi la pace. E per un istante mi concedo una piccola debolezza, una lacrima corre giù per il mio viso senza che io ne abbia il controllo. Dopo qualche istante il mio fedele servitore a cui tu hai voluto bene come ad un padre si avvicina con un mazzo di margherite in mano, quelle che tu eri solita raccogliere quando eri bambina per poi farne una coroncina. Quando lo vedo arrivare mi alzo e lascio che anche lui ti saluti, poggiando i fiori vicino alla lapide. Jaken a differenza mia, non ha lo stesso autocontrollo e si sfoga in un fiume di lacrime. Ci allontaniamo dirigendoci dove Jaken ha lasciato il drago a due teste che tu avevi chiamato Ah-Un. Me ne vado riprendendo il mio cammino, ma non prima di averti lasciato un mio pensiero. “Questo non è un addio ma un arrivederci”. E so che domani verrò di nuovo qui a trovarti e a darti il mio saluto.

Non ho mai dimenticato quella piccola bambina che mi ha sorriso quella volta in quel bosco, quando ero ferito. Perché in fondo anche se sei cresciuta. Tu sei sempre rimasta la mia piccola Rin.




Angolo Autore
Questo scorcio di pensieri sono ispirati alla vignetta che ho postato sopra. Qui ho voluto descrivere tutte le sensazioni che mi ha fatto provare vederla. E se devo essere sincera  mentre la scrivevo mi sono commossa da sola. 
Come sempre spero vi sia piaciuta. 
Alla prossima puntata di una delle mie fic ;)
   
 
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