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Autore: Kei_Saiyu    26/08/2009    4 recensioni
Come tante fotografie, immagini al rallentatore le passarono davanti agli occhi, i momenti in cui i due suoi migliori amici erano insieme.
Il biondo e rumoroso Naruto che in ogni momento gridava come un bambino piccolo -Ah…- per cercare di attirare l’attenzione del suo migliore amico, che ovviamente anche se non l’avrebbe mai dato a vedere si era già accorto di cosa avesse attirato l’attenzione del dobe; e così senza neanche dargli la soddisfazione a mezza bocca rispondeva -nn…-.
Risposta che faceva infuriare il biondino, che non capiva quanto quel semplice monosillabo li legasse.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Allora, questa fan fiction non è mia, ma di Erika, una mia amica. Ovviamente, ho il permesso di pubblicarla ù_ù

Me l’ha consegnata come regalo di compleanno, che era ieri, e ne sono contenta, visto che è anche la sua prima shonen ai XD

Grazie ancora Erikuccia XD

 

 

Per un istante le nostre vite si sono incontrate... le nostre anime si sono sfiorate.

 

Oscar Wilde

 

 

 

 

Ah/un – no – kokyu

 

 

 

 

Camminava per le strade di Konoha, la mente altrove, mentre il leggero vento autunnale soffiava andandole a scompigliare i lunghi capelli rosa.

La sua mente era altrove, a tempi lontani quando era ancora una bambina dodicenne che inseguiva i suoi sogni.

 

Anni addietro, quando ancora era felice.

I suoi sogni, quelli ormai si erano infranti irrimediabilmente.

Il ragazzo che aveva sempre creduto essere il suo principe azzurro l’aveva rifiutata.

Se ne era andato per inseguire la sua vendetta, lasciandola indietro, ad aspettare, a soffrire.

 

Gli anni erano passati ed un nuovo amore era entrato nella sua vita, un amore che nuovamente l’aveva fatta soffrire.

Inconsapevolmente, senza neanche rendersene conto, ma lo aveva fatto.

Forse se lo era meritato, dopotutto lo aveva rifiutato per anni, come poteva pretendere che l’aspettasse per sempre?

 

Sospirò tristemente. Il vento la investì in pieno con le sue folate, lame fredde che sembrava facessero a brandelli il suo corpo.

Il suo cuore era stato dilaniato tempo addietro.

Gli occhi verde smeraldo s’incupirono leggermente.

In fondo doveva immaginarlo che sarebbe andata a finire così, lo sapeva da molto tempo, dal giorno in cui per caso era passata davanti a quel tempio.

 

Un vecchio tempio scintoista immerso nel verde e lussureggiante bosco che circondava Konoha.

Vi era passata davanti dopo il ritorno da una missione in solitaria e ne fu talmente incuriosita che non seppe resistere alla tentazione di visitarlo.

Da allora aveva maledetto ogni giorno la sua curiosità.

La sua intelligenza, il suo intuito.

Malediva quel lontano giorno in cui la verità le si era mostrata davanti in tutta la sua lampante chiarezza.

 

Con la mente ripercorse ogni centimetro di quel luogo, sentiva il vento primaverile accarezzarle la pelle.

Dalla foresta il canto degli uccelli, e i versi di decine di altri animali nel pieno della stagione degli amori.

La sua attenzione improvvisamente venne attirata dai due guardiani del tempio.

Enormi statue di pietra che raffiguravano due cani-leone.

Antiche bestie che proteggevano ogni tempio scintoista.

Le tornarono alla mente le parole di un vecchio libro, non sapeva il perché, ma prepotenti rimbombavano nella sua testa:

 

 

 

“I cani leone in origine erano un cane e un leone, ed erano molto diversi nell’aspetto, fino a quando gli scultori con il passare degli anni non trovarono più semplice scolpirli con le stesse proporzioni, unendoli in un unico essere.

Nella tradizione un cane-leone ha la bocca sempre aperta e si chiama Ah, l’altro con la bocca sempre chiusa si chiama Un, o meglio nn.

“Ah” è il primo suono che si emette quando si nasce; “nn” è l’ultimo suono prima di morire.

“Ah è il respiro inalato che da inizio alla vita; “nn” è il sospiro del sollievo, il soffio che permette alla vita di fuggire.

Tra i due intercorre un’intera esistenza, un universo intero ruota intorno ad un singolo respiro.

“Ah” è anche il primo simbolo dell’alfabeto giapponese, “n” è l’ultimo.

E così fra questi due cani leone abbiamo anche la A e la Z, l’Alfa e l’Omega.

In antico sanscrito, “ah-un” significa la fine e il principio dell’universo; l’infinito liberato.

In Giappone, quando tra persone esiste una perfetta sintonia, come tra un pianista e un violinista in un duetto, si dice ah/un-no-kokyu.

Kokyu significa respirare, e tutta la frase fa pensare ad una perfetta, splendida armonia.

Due anime un solo respiro.

Su un piano meno esoterico ah/un-no-kokyu si può ben paragonare alle vecchie coppie sposate, o agli amici di vecchia data, capaci di completarsi le frasi a vicenda.

Uno dice: “AH….” E l’altro gli risponde con un “nn…”.”

 

                                                                                                               Will Ferguson

Autostop con Buddha

Viaggio attraverso il Giappone

 

 

 

 

La rosa scosse la testa sconsolata ricacciando nei meandri della mente quello strascico di libro.

Quelle pagine che aveva stracciato non appena tornata a casa, in preda alla rabbia e alla disperazione, mentre calde lacrime rigavano il suo volto per poi andarsi a infrangere sulla copertina in pelle.

 

Quella statua e quel libro le avevano perfettamente reso chiara la situazione.

Ciò che stava accadendo intorno a lei.

Quello che aveva sempre saputo, ma che mai aveva voluto accettare. Almeno fino ad allora.

 

Come tante fotografie, immagini al rallentatore le passarono davanti agli occhi, i momenti in cui i due suoi migliori amici erano insieme.

Il biondo e rumoroso Naruto che in ogni momento gridava come un bambino piccolo  -Ah…- per cercare di attirare l’attenzione del suo migliore amico, che ovviamente anche se non l’avrebbe mai dato a vedere si era già accorto di cosa avesse attirato l’attenzione del dobe; e così senza neanche dargli la soddisfazione a mezza bocca rispondeva -nn…-.

Risposta che faceva infuriare il biondino, che non capiva quanto quel semplice monosillabo li legasse.

 

Per Sakura lo scoprire quella sintonia fu un duro colpo.

Sapeva che quei due erano amici, ma giorno dopo giorno si rendeva conto che l’armonia che c’era sempre stata fra Sasuke e Naruto era qualcosa che andava oltre la semplice amicizia.

 

Come recitava quello stupido libro, quei due così differenti fra di loro, uno l’opposto dell’altro erano un ah/un-no-kokyu esemplare.

Anche se per anni Sasuke aveva affermato di voler spezzare il loro legame, di non volere il biondino fra i piedi, l’armonia e la sintonia che vi era fra i due ragazzi era talmente tanto evidente, che solo lei troppo persa prima per l’Uchiha e in seguito per Naruto non si era accorta di quanto quei due fossero innamorati.

Forse per un po’ non se ne erano resi conto neanche loro, ma con il crescere tutto era cambiato.

 

Le ci era voluto un sacco di tempo per abituarsi a quella situazione, a quella nuova visuale, ma alla fine ci era riuscita.

Ora quando posava lo sguardo sui suoi compagni di team, quando vedeva le iridi azzurre di Naruto risplendere di felicità.

Quando vedeva il volto sempre freddo di Sasuke, riscaldarsi e i suoi occhi addolcirsi, non poteva fare a meno di sorridere. Di gioire per loro.

 

Era in quei momenti si rendeva perfettamente conto di quanto quei due fossero sempre stati completi insieme.

Il giorno e la notte.

Il sole e la luna.

Due entità separate.

Due anime che danzavano e s’inseguivano giorno dopo giorno per ritrovarsi sempre.

 

Improvvisamente si ricordò che quel giorno era il compleanno di Naruto.

Un sorriso andò ad ornare il suo volto nel momento in cui pensò al modo in cui il biondino avrebbe festeggiato.

Già li immaginava insieme, il primo che allegro ordinava una dopo l’altra le ciotole del suo amato ramen, mentre l’Uchiha lo osservava scettico, ma con una luce maliziosa negli occhi che faceva ben intendere quali fossero le sue intenzioni da lì a poche ore.

 

Sakura li osservava da lontano, si era diretta al chiosco per augurare un buon compleanno al suo migliore amico, ma vedendo quella scena così dolce, intima, decise che avrebbe rimandato al giorno seguente.

Sicuramente Naruto non si sarebbe offeso.

 

Osservava dolcemente i due ragazzi, quel momento d’intimità, mentre un tiepido vento autunnale soffiava e le luci soffuse della sera rosso cremisi andavano svanendo, per lasciar posto alla scura notte.

 

Silenziosamente, dopo aver gettato un ultimo sguardo ai due, a quelle due persone che aveva amato più della sua stessa vita si allontanò, lasciandoli soli in quel mondo che si erano creati.

Un mondo solo per loro due. Per due anime che in realtà erano una sola.

Al vento sussurrò:

 

“Buon compleanno Naruto.”

 

 

 

 

 

Angolino degli auguri:

 

 

Dunque, l’ ho riletta cercando di trovare alcuni errori, ma sono troppo stanca per riuscire a focalizzarli.

Morale della favola non ho trovato l’incongruenza verbale che mi avete fatto notare, ma spero vivamente che non sia grave, la sistemate voi… ih ih.

Ero troppo emozionata a scrivere questa storia, una shonen ai per il tuo compleanno, sperando che venisse fuori qualcosa con un senso compiuto, che alcuni errori mi sono sfuggiti.

 

Comunque visto che il regalo per il tuo compleanno te    l’ ho fatto aprire con due giorni di anticipo, puoi pubblicare la storia, sperando che nessuno mi lanci dei pomodori dietro o invii qualche virus al pc… eh eh.

 

Ho aggiunto anche una frase di Oscar Wilde che mi sembrava appropriata, ma che non ho potuto mettere sul libro che ti ho regalato.

Ciaoooooooo

 

Ancora tantissimi auguri di buon compleanno

 

Erika

 

 

 

 

   
 
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