Libri > The Witcher
Segui la storia  |       
Autore: Davide Albertazzi    20/02/2021    0 recensioni
Una misteriosa bestia accerchiata da torme di gatti insanguina le periferie di Tredgor, gloriosa capitale della Redania, e solo il celebre witcher Geralt di Rivia , giunto in città a corto di denaro potrebbe essere in grado di fermarla! Tra vicoli mefitici , boschi infestati dagli Scoi'atel e cupe rovine molti pericoli ed inaspettati alleati lo attendono lungo la via pronti ad assalirlo con violenza o ad offrirgli pasti dalla dubbia commestibilità! (UN NUOVO EPISODIO OGNI DUE SETTIMANE)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Geralt di Rivia, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il laboratorio, un’unica grande stanza dall’aspetto diroccato, puzzava.
Un rivoltante odore di muffa, umido e putrefazione aleggiava denso nell’aria dell’antica rovina elfica che giaceva da tempo immemore nel sottosuolo della grande foresta.
Lunghe librerie cariche di tomi e rotoli di pergamena ne ricoprivano la parete meridionale affiancate da una larga scrivania sulla quale un caos di documenti, appunti e provette sembrava sul punto di debordare verso il pavimento lercio mentre lungo il muro opposto un laboratorio alchemico, completo di alambicchi e reagenti di ogni tipo tirati a lucido, contrastava nettamente con tutto il resto dell’ambiente.
Al centro dello stanzone un inquietante tavolo per le somministrazioni, simile a quello usato dai witcher durante la prova delle erbe, giaceva riverso su un lato, con il metallo contorto e le cinghie strappate.
Poco lontano, accanto ad una gabbietta aperta, un cadavere in decomposizione con un ampio squarcio nel ventre giaceva abbandonato a sé stesso.
“Posticino accogliente…” commentò Geralt guardandosi attorno “Chi è il cadavere?”
“Sono io!” rispose il nekker scollando le spalle “Ora ti spiego…”si sistemò gli occhialetti “Avrai notato che gli Scoiatel appestano i boschi di Redania ogni giorno di più vero? E che per quanto si sforzino quei bruti delle forze speciali della corona non riescano a fermarli in maniera definitiva! Così ho pensato, per la sicurezza della mia nazione, di ricercare io stesso una soluzione!” indicò gli strumenti alchemici “Attraverso i miei studi ho scoperto l’estrema malleabilità delle mutazioni che causano la trasformazione di un umano in un gatto mannaro, così ho impegnato il mio genio per tentare di rendere indipendente la trasformazione dal ciclo lunare ma collegandola alla volontà dell’infetto e contemporaneamente mantenendo vigile la suddetta volontà durante la fase bestiale!”
Geralt scosse la testa incredulo “Perché fare un cosa così pericolosamente stupida?”
“Per creare il cacciatore di Scoiatel definitivo, mi pare ovvio” esclamò Abernatius “Un soldato in grado di stanare gli elfi ovunque si nascondano!” scosse la testa “Purtroppo qualcosa è andato storto e quando ho iniettato il siero a Franz, il mio apprendista, lui si è trasformato, è impazzito, mi ha aggredito ed è fuggito… da allora insanguina le strade di Tredgor nutrendosi dei suoi concittadini ad intervalli di due giorni circa… è sempre stato ossessivo compulsivo… in ogni caso io mi sono salvato ad un passo dalla morte trasferendo il mio spirito in questo mostriciattolo che usavo per gli esperimenti e… beh in effetti è tutto.”
“Penso sia la storia più idiota che un mago mi abbia mai raccontato…” rispose Geralt scuotendo la testa.
“Quindi cosa posso fare per te ed il tuo amico?”
“Beh con il tuo aiuto penso di poter mettere a punto un antidoto! Mi servono solo un paio di ingredienti! Per la precisione un accelerante ed un reagente!”
“Va bene, puoi contare su di me…” disse Geralt “Il codice witcher mi impedisce di uccidere creature senzienti… Che cosa ti serve?”
“Il primo ingrediente è un fiore abbastanza raro, Axilea Farnensis! Per nostra fortuna un discreto numero ne sboccia sempre in primavere in una radura non troppo lontano da qui...”
“Fammi capire…” domandò Geralt grattandosi il collo “Ti serve un witcher per raccogliere un fiore?”
“Oh no!” esclamò il nekker sistemandosi gli occhialetti “Tu mi servi per convincere il proprietario!” e così dicendo si avviò verso l’uscita del laboratorio, seguito dal witcher.
I due improbabili compagni avanzarono nel sottobosco per una quindicina di minuti fino a che, giunti davanti da un muro di intricati cespugli, il nekker gli fece cenno di fermarsi.
“Non fare movimenti bruschi…” gli intimò nella mente “E tieni pronta la spada d’argento nel caso.”
Geralt annuì, poi entrambi scostarono le frasche ed avanzarono.
La radura era idilliaca, l’essenza stessa della primavera incarnata in un trionfo di piante rigogliose.
Una sottile erbetta appena nata di un verde brillante ricopriva il terreno, mentre un soffice tappeto di fiori rosa pallido vi aleggiava sopra con i petali mossi dalla brezza che spandevano un profumo dolce ed acuto nell’aria.
Solo un elemento stonava.
Al centro della radura, sopra ad un falò di legna ancora verde, che nessun uomo sano di mente avrebbe mai pensato di usare, un grosso pentolone di ferro dall’aria vecchia e consunta bolliva allegramente, gettando verso il cielo una colonna di fumo mefitico.
Lì accanto un grosso troll cantava una canzonaccia mescolando di tanto in tanto.
Grosso, brutto, con la pelle ruvida e spessa e la testa incassata tra le spalle, la creatura portava sul capo un paio di pantaloni annodati e riempiti di paglia che sembravano la ridicola parodia di un cappello da cuoco, mentre sul corpo tozzo indossava una pelle di cervo scuoiata molto male con le zampe anteriori legate dietro il corto collo e quelle posteriori dietro la schiena, formando quello che era a tutti gli effetti un grottesco grembiule.
Il troll, assorto profondamente nel suo lavoro, era intento a mescolare con cura la brodaglia ribollente nel paiolo con una specie di mestolo ricavato da un bastone ed un elmo da fante redandiano, chiaramente trafugato da un campo di battaglia, tanto che ogni volta che lo sollevava per assaggiare una sorsata della sbobba metà gli colava sul grembiule dal buco di freccia sulla nuca che aveva presumibilmente ucciso il proprietario.
Geralt alzò le sopracciglia e si schiarì la voce.
Il troll sobbalzò quasi rovesciando il pentolone e si voltò verso di loro.
“Ohhhh” esclamò squadrando con gli occhietti il bizzarro duo “Un nekkek e un wiccicoso! Ma… strano… perché wiccicoso non tenta di uccidere nekkek?”
“È meno stupido di quanto sembra…” esclamò Abernatius nella testa di Geralt.
“Noi… siamo amici!” disse Geralt al troll “Non sono qui per farti del male”
“Oh, wiccicoso amico di mostri? Tu wiccicoso speciale!” indicò la sbobba “Se tu no venuto a uccidere… tu venuto per delizioso odore di zuppa!” si girò verso di loro zoppicando vistosamente sulla gamba destra.
“Volete ciotola? Me è Gomb! Più grande cuoco troll di tutti troll cuochi!” esclamò agitando in aria il mestolo
“No… ti ringrazio ma… abbiamo già mangiato!” rispose Geralt sporgendosi per osservare l’interno del paiolo.
Una mano, un piede ed un ammasso di interiora chiaramente umane galleggiavano in mezzo al liquido rossastro.
“Ma dimmi,” continuò il witcher alzando impercettibilmente la mano verso la spada d’argento “quali ingredienti hai usato per cucinare questa… delizia?”
“Ingredienti? Gomb usato tanti ingredienti!” esclamò fiero il troll “Usato elfi, umani e anche alcuni nani!” si piegò in avanti “Difficile eh! Nani coriacei, deve cuocere più di tutti altri, mentre elfi secchi, va messi per ultimi e mescolati tanto mentre uomini teneri, anche se prima tu deve togliere guscio di metallo!”
Abernatius sbiancò sotto la coriacea pelle marroncina.
“Dove hai preso gli… ingredienti?” domandò Geralt avvicinando la mano alla spada “Li hai uccisi tu?”
“Uccisi? No no!” esclamò il troll alzando le braccia “Io no uccide, Gomb cuoco no cacciatore! Gomb raccolto tutti ingredienti da alberi dove loro cresciuti!”
“Alberi?” domandò Geralt inarcando le sopracciglia “Stai dicendo che gli umani crescono sugli alberi?”
“Anche nani ed elfi!” esclamò il troll contento “Io gira per foresta, vicino a strada, giorno prima… albero vuoto… giorno dopo rami pieni di elfi!” alzò un dito “Loro cresciuti durante notte! Così io raccoglie e cucina! Alcuna puzza perché un po’ maturi…” si chinò, strappò un pugno di fiori rosa da terra e li gettò nel paiolo “Ma io insaporisce tutto con bei fiori! Bei fiori grande ingrediente segreto di Gomb!”
Geralt scosse la testa.
“Beh almeno le forze speciali redaniane qualcuno stanno aiutando…” ridacchiò Abernatius nella mente del witcher “Forza Geralt, chiedigli i fiori!”
“È chiaro che sei un bravo cuoco Gomb…” disse il witcher poco convinto “Ora noi dobbiamo andare, ma prima dovremmo raccogliere alcuni dei tuoi fior…”
“Voi non raccoglie proprio niente!” esclamò il troll agitando il mestolo in aria “Io capito, voi vuole rubare ingrediente segreto di Gomb! Ma nessuno ruba miei ingredienti segreti! Se voi stacca fiori io stacca vostre braccia!”
“No, no, c’è un equivoco!” esclamò Geralt alzando le mani “Noi siamo qui per aiutarti!”
“Aiutare?” ripeté Gomb corrucciando la fronte sotto al ridicolo cappello.
“Sì, aiutare” continuò Geralt “I fiori che stai usando sono molto… velenosi e noi dobbiamo portarli via!”
“Non possibile!” esclamò il troll “Io mangia sempre zuppa con fiori e mai stato male!”
“Perché è… un veleno lento” rispose il witcher abbassando gli occhi verso la gamba zoppicante del troll.
“Hai visto cos’hanno fatto alla tua gamba?”
“Nooo” disse il troll “Gamba male perché Gomb scivolato ieri!”
“E scivoli molto spesso?” domandò Geralt.
“No, solo ieri” rispose il troll confuso.
“E cosa avevi mangiato prima di scivolare?” chiese Geralt stringendo gli occhi.
“Io mangiato… zuppa di fiori” rispose il troll sgranando gli occhi.
“Visto?” esclamò Geralt “Sono stati i fiori a farti cadere! E ti succederà di nuovo se continui a mangiarli!”
“Tu… ragione!” esclamò il troll, poi preso dalla furia afferrò il pentolone e lo rovesciò a terra, riempiendo il terreno di liquami e cadaveri mezzi bolliti “FIORI CATTIVI, FIORI FA MALE A GOMB!” urlò iniziando a pestare e colpire con il mestolo i fiori che lo circondavano.
“Lascia che ti aiutiamo a liberarti di fiori cattivi!” esclamò Geralt chinandosi e raccogliendo una manciata di candidi petali rosa “Così farai più in fretta.”
“Sì, voi aiuta! Voi aiuta a strappare tutti FIORI CATTIVI!” esclamò il troll annuendo così vigorosamente da far cadere il cappello.
“Geralt, sei un genio!” esclamò la voce del nekker nella sua mente.
Pochi minuti dopo la strana coppia si allontanava dalla radura con le braccia piene dei profumati fiori rosa.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > The Witcher / Vai alla pagina dell'autore: Davide Albertazzi