Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: smokelife11    20/02/2021    1 recensioni
Elisa e Mattia tutto si aspettavano dalla vita tranne ritrovarsi sposati a 18 anni. Costretti a una convivenza forzata, i due imparano a conoscersi poco a poco. Ma cosa succederà quando Elisa conosce Francesco e scoprirà che Mattia è sempre stato fidanzato?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un sacco di gente la squadrava dalle scarpe consunte ai capelli sporchi e ancora nessuno riusciva ad associare quella figura esile alla ragazza di pochi mesi prima. Sorriso sempre sulle labbra, sguardo dolce e lineamenti morbidi.
Come tutti i giorni era andata a prendere la sorella minore a scuola. Si poggiava al muretto vicino all'uscita e aspettava che la bambina uscisse.
Poco distante una donna, che lei conosceva bene, la guardava di sottecchi ma non si avvicinò a salutarla, non l'aveva quasi riconosciuta.
Quella donna, Laura, se ne stava a parlare con le altre mamme e si lamentava, come sempre, del comportamento del figlio, Mattia.
In effetti un po' tutti, grandi e piccini, si chiedevano del suo repentino cambiamento. La loro era una famiglia conosciuta e rispettata in paese, una delle più ricche. Lui aveva iniziato a uscire con una compagnia poco raccomandabile e finì dentro per essere stato trovato in possesso di erba. Fu rilasciato poiché le dosi erano troppo esigue per essere incriminato di spaccio.
Tuttavia aveva gettato fango sulla fama della famiglia Dalmi e sua madre non si era vista in giro per un bel po' di tempo.
Ma tempo poche settimane e le strade si erano ripopolate della sua presenza e lei aveva ricominciato a squadrare da testa a piedi chiunque.
Perfino a Elisa, quella piccola ragazzina che ora la guardava con invidia, era mancata.
La campanella suonò e Elisa si affrettò a cercare con lo sguardo la sorellina, Sara.
Capelli mossi, occhioni vispi e sempre svegli, prima era di corporatura più robusta come la sorella mentre ora era più gracile.
La bambina indicò alla maestra la sorella, e lei anche se non avrebbe potuto la lasciò andare. Solo perché conosceva la loro storia.
Le due si incamminarono insieme, la più grande domandò alla bambina com'era andata a scuola mentre le sfilava dalla spalla lo zaino.
Laura le osservava e si chiese cosa fosse successo loro ora che le aveva riconosciute.
-Non ho più visto la madre nè il padre, sai per caso che fine abbiano fatto? -
Domandò Laura alla donna con cui stava parlando interrompendola bruscamente mentre questa parlava con il figlio.
-Hanno ben altro a cui pensare che venire a prendere la figlia- rispose la donna facendo una carezza al figlio.
-Ovvero?- insistette Laura.
-Il padre ha perso il lavoro ed era il solo a portare soldi a casa, la madre si è sempre occupata delle figlie. Mentre ora è anche lei alla continua ricerca di lavoro. Pensa che pure la ragazza, Elisa, con solo diciassette anni sulle spalle, li aiuta e si occupa della più piccola-
Laura nel mentre fissava le figure delle sorelle allontanarsi , e ascoltando le parole dell'amica un'idea le balenò in mente. Un'idea molto vantaggiosa per entrambe le famiglie.
 
Nonostante non si curasse più, Elisa era sempre bellissima. Era uguale alla madre: stesso sorriso, stessi lineamenti, perfino stessa voce e modo di parlare.
Quel giorno stava rientrando a casa e vedeva che la gente la osservava ma lei si faceva scivolare via quelle occhiate e non provava neanche a pensare ciò che si pensava di lei e della sua famiglia in paese, anche se se lo poteva immaginare.
Attraversò la via principale del paese e fermò più di una volta lo sguardo sulle vetrine dei negozi.
Guardava quei vestiti candidi, belli e profumati esposti, poi abbassava lo sguardo e vedeva la sua maglietta, certo era ancora in buone condizioni, ma l'aveva acquistata tre anni prima e il rosso sgargiante che era un tempo si era ridotto a un rosso spento e scolorito. Con dei piccoli schizzi di tempera blu su un angolo. Aveva detto a sua sorella di stare attenta a non sporcarsi a giocare con le tempere e alla fine quella che si era sporcata era stata proprio lei.
Passò davanti alla pasticceria e l'odore di dolciumi le fece brontolare lo stomaco. Da piccola comprava sempre la torta al cioccolato per il compleanno e il pasticcere sbagliava sempre a scrivere il suo nome. Nelle foto ricordo lei soffiava candeline piantate in una torta decorata con la scritta "Buon compleanno Lisa".
Ma lei era contenta lo stesso.
Girò in un vicolo poco distante dalla pasticceria e camminò fino a casa dei suoi nonni. Dopo il licenziamento del padre avevano venduto la casa e si erano trasferiti dai nonni, ma dovevano trovare una nuova sistemazione, era difficile campare due famiglie con una sola pensione.
Aprì la serratura del portone e scivolò all'interno del palazzo, salutò un paio di persone lungo le scale, ma queste non risposero, si limitarono a fissarla. Lei continuò per la sua strada fino ad arrivare al pianerottolo del piccolo appartamento dei nonni.
Infilò la chiave nella serratura della porta d'ingresso e entrò in casa.
-Ciao a tutti!- urlò.
Sistemò lo zaino a terra e appese la giacca all'attaccapanni. Notò una pelliccia appesa, non l'aveva mai vista in casa. Di certo non poteva essere di sua madre e tantomeno di sua nonna.
Si chiese di chi fosse.
Varcò la soglia della cucina dove,tutti i giorni i nonni e i genitori la aspettavano per pranzare tutti insieme.
Quel giorno però non c'erano solo loro ma anche un ospite.
Elisa si bloccò sulla soglia della cucina, osservava la figura slanciata seduta con grazia su una sedia in vimini.
Scarpe dal tacco affilato, calze nere e tubino perfettamente dritto.
Laura.
-Ciao, Elisa- Laura si alzò e salutò la ragazza con un'improvvisa dolcezza e amicizia che non le aveva mai riservato.
La ragazza ricambiò il saluto con un sorriso abbastanza soddisfacente seppur confuso e spaesato.
Si sedette accanto alla madre che le strinse forte la mano e con gli occhi pieni di lacrime.
-Mamma che hai?- Elisa alzò una mano per asciugare le lacrime della madre ma quelle continuavano a sgorgare imperterrite.
-Elisa- la chiamò Laura, distogliendo l'attenzione della ragazza dalla madre.
-Oggi sono venuta qui per dare una mano alla tua famiglia e anche alla mia-
-Hai trovato un lavoro ai miei?- chiese ingenua e speranzosa la ragazza.
-No, tesoro. Ho proposto loro qualcosa di ancora meglio-
-Cosa meglio di un lavoro? Adesso è l'unica cosa che ci serve-
-Sembri un'adulta dal modo in cui parli-
-Sono dovuta crescere in fretta io-
Laura avvicinò la sedia al tavolo e guardò Elisa fissa negli occhi.
-Ho proposto una cosa ai tuoi genitori e loro hanno voluto sentire il tuo parere prima di prendere una decisione-
-Ovvero?-
-So che avete problemi economici mentre io ho problemi con mio figlio per questo io pensavo...-
Silenzio, in quella stanza non ci fu altro. Solo sguardi fugaci, respiri carichi d'ansia in attesa di sapere ciò che Laura aveva proposto. Ansia di sapere come avrebbe reagito Elisa, di cosa avrebbe deciso.
Elisa pensò a tutto: lavorare per lei, assumere il padre come autista, fare da babysitter al figlio, persino alla vendita degli organi ma mai avrebbe pensato ciò che le disse la donna pochi secondi dopo.
-Sposa mio figlio-
Quella frase le rimbombava in testa e non capiva il significato di quelle parole . Le ripeté più volte tra sé ma non acquistavano valore.
Tre semplici parole le avevano mandato in pappe il cervello. E scombussolato la vita.
-Cosa scusa?-
-Sposa mio figlio- questa volta il senso delle parole travolse Elisa come una tempesta. -Verrai a vivere da noi, in un appartamento del casale e ogni mese passerò un assegno ai tuoi genitori-
L'attenzione della ragazza passò su assegno: se i suoi genitori avessero avuto quei soldi avrebbero potuto smettere di appoggiarsi ai nonni e ricominciare una vita nuova, avrebbero potuto dare tutto alla sorella minore che finalmente si sarebbe potuta sentire uguale agli altri.
Però per dare tutto questo alla sua famiglia avrebbe dovuto passare la sua vita con un ragazzo sconosciuto.
Era pronta a tutto questo?
-Ci devo pensare- si alzò e uscì di fretta di casa. Doveva stare da sola e godersi quello che erano gli ultimi momenti della sua vecchia vita.
Ripercorse la strada a ritroso, ripassò davanti alla pasticceria e al negozio di abbigliamento. Iniziò a correre sotto la pioggia che aveva iniziato a cadere dal cielo grigio. Aveva lasciato l'ombrello a casa e si stava bagnando da capo a piedi ma non le importava, l'acqua le scivolava sulla pelle e portava via con se tutte le preoccupazioni.
Si recò al giardino comunale, da piccola sua nonna la portava sempre lì. Si divertiva sempre molto: giocava con le amichette al salto della corda, a palla avvelenata, con l'elastico...
Poi era stato il suo turno di portare la sorella al parco e guardarla giocare con le amiche.
Chi l'avrebbe portata se lei se ne fosse andata ?
Chi avrebbe ricordato al nonno di prendere la pillola per la pressione?
Chi avrebbe aiutato la nonna a fare le pulizie in casa?
Ma se lei avesse rifiutato la proposta di Laura, chi avrebbe portato i soldi a casa?
Doveva sacrificare la sua vita per rendere quella della sorella e dei genitori migliore.
Lì da sola al parco, sotto la pioggia, decise di sposarlo.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: smokelife11