Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |      
Autore: sacrogral    21/02/2021    14 recensioni
Credo che questa storia sia un omaggio alla notte delle lucciole. E ricordo che la mia penna è più adatta, si sa, all'avventura e alle trame definite, quindi metto le mani avanti.
Son riuscito a non vestirmi di rosso per una notte d'amore, solo per dire. Ma se avete voglia di fuggire dalla realtà, si fa leggere.
Citazioni bibliche, ma da uomo di terra, non di cielo.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
E fu sera e fu mattina.

Dove eravamo? Difficile ricordare. Un letto, ma forse un letto di fiori bianchi.  Una pioggia di note, ma forse solo un canto, di usignoli o di civette o di gufi, chissà. Un trasalire di stelle lontane. Guardavo il cielo, vedevo mille luci; il cielo, con le sue mille luci, guardava solo me. Solo noi. Un risalire la marea, un incantarsi di linee e frammenti, il tuo corpo da scoprire piano, senza fretta alcuna. Il tuo corpo come una mappa geografica, di fiumi e di laghi, di pianure e di colline, dove lo stanco peregrino può riposare finalmente e per caso e non per merito. Niente ho fatto per meritarlo, ma tutto avrei dato per arrivare finalmente qui, al centro del tuo cuore, al centro di te, che mi guardi smarrita e innamorata, dove io posso vedere sfumato il tuo viso che riflette una domanda sola – e io ho la risposta, piena, liquida, perché è giusto diventare acqua per te che sei vaso, e l’erba che è alcova, ma forse sono solo lenzuola di una natura accogliente, in una fatica che è percorso e piacere, e tu che sei così mia che neanche riesco a dirlo, neanche a pensarlo davvero. E non mi stupisce tutto questo, no, i gesti son gesti antichi, provati e ripetuti e adesso scoperti, nella voce che riflette gli specchi di quello che son sempre stato, di quello che son diventato adesso. Non mi sorprendo nel dire quel che mille volte ho già detto – Ti amo, Oscar – al cielo nell’alba più chiara, alla notte nel suo mantello più scuro, a me medesimo, sempre, anche quando io stesso mi ripetevo il contrario, nella ribellione, nell’anelito, nel desiderio che diveniva acqua di sorgente, e fiume sprecato ma non più dannato. Più del gelsomino profuma il tuo profumo, più della rosa è limpido il tuo profumo.  Non penso a niente, ma mi invadono i pensieri di tutti gli uomini di tutti i tempi, ognuno a ricordarmi che è stato qualcosa di importante per questo universo intero e completo.

Sorgenti che scaturiscono da un monte unico e roccioso, perché son roccia su di te che sei terra madre; sorgenti che piangono, che esultano e zampillano gridando; nel silenzio che sconvolge e come crema di miele ci avvolge, tu che sei la sposa e io che sono lo sposo e migliore del vino è il tuo amore, migliori del vino sono i tuoi baci sulla bocca, il tuo profumo è cedro e mirra e io sono il tuo principe, non aver paura di correre insieme a me per sentieri di luna, io sono il tuo albero e tu puoi riposare alla mia ombra. Oscar, lascia che io riposi fra i tuoi seni, lascia che dimentichi ogni pensiero – niente che non sia te abbia spazio in questo luglio crudele, in questa via di speranze false, di illusioni perdute sul nascere appena. Sii per me realtà, sii vita, convincimi che ogni cosa è perfetta, che c’è uno scopo e un fine e una fine.

Fioriscono le bacche del ginepro per noi, si aprono i fiori del ciliegio e del susino, fragole di bosco sbocciano come occhi della terra, lucciole brillano come occhi dell’aria – lascia che ti scopra attonito, che ti conosca ancora, da capo e da zero. Parlami ancora con parole d’amore, che non le ho mai sentite e mi colgono improvvise e impreparato, e mi colmano di una gioia nuova; lascia che dica parole d’amore, io infante che non le so pronunciare; se adesso tu sparissi ti cercherei per valli scoscese e attraverserei montagne e strade rocciose, e chiederei a chi incontrassi: “Avete visto la mia anima? Dov’è?” – penso – mentre ti sfioro per farti vibrare piano, mentre ti stringo per farti urlare piano, mentre ogni cosa diventa argento e mirra e la Luna è solo una falce nel cielo.

Sei uno spicchio di melagrana, mia amata, il profumo del tuo respiro è come quello dei pomi più dolci, i tuoi seni come grappoli d’uva e come sei bella, adesso, nell’abbandono e nella resa, tu che sai usare la spada e sei il dio della guerra, fulgida come il sole, terribile come schiere di armigeri – ma che questa non sia battaglia, stavolta non sia battaglia, prendi il mio respiro, dimentica passato e futuro e sia solo il presente. Dimentica per pochi istanti, lascia che tutto scivoli come le ore che per noi son cariche di promesse, e sapore di frutti freschi. Dimentica il dovere e l’orgoglio – sciogli i nodi, reclina la testa, che il nostro volere sia uno solo; abbassa le ciglia per ascoltare te stessa e me, che non riesco a smettere di sussurrarti che ti amo e che questa è la vita e tutto il resto è solo spreco, come la pioggia che cade sui lastricati di una Parigi lontana, fredda e spietata.

Solo noi esitiamo davvero, e solo adesso. Quello che doni e ricevi è sangue di vita e non di morte, il rosso non è più rabbia e furore, solo gioia di vita piena, lascia i fiori candidi avvolgere le armi e noi, toglierò io le spine che ti avvolgono una ad una, finché resti solo carne intatta e fresca; e fresche son le mie parole nella notte, mentre gli alberi son colonne d’argento e la luna è un anello d’oro da mettere al tuo dito, mia sposa, mia sorella, e niente è più prezioso dei tuoi capelli. Tutta sei bella, mia sposa. I tuoi fianchi son opera di un maestro, la tua pelle è rubata alle perle, la tua bocca è giglio e porpora. Non vi è in te un solo difetto. Mi hai reso folle d’amore con anni di sguardo, con un solo monile di carne del tuo corpo, dolcezza indescrivibile è il tuo bacio, le tue mani son bianche e leggere come colombe.  Sei scoperta da scoprire, sogno da sognare. Amare il tuo corpo è mezzo per giungere a te, al tuo cuore indomito, alla tua anima rigorosa e fiera, arresa e sciolta per me, per me solo. Mi accosto a te con mani pure, candida rosa da accarezzare, fontana che irrora i giardini – tu rendi bella la notte, rendi bella la luna, mi insegni la bellezza e la vita in un sospiro di piacere, mi incanti di antichi incanti, mi narri mille storie, col bagliore dei tuoi occhi nel buio, sotto le mie mani che tremano di te.

Non chiudere gli occhi, guardami per la prima volta. Ogni cosa è nuova. Nuovo il cielo, nuovi i colori che vedo, vedo ogni cosa, potente è la mia vista e indescrivibile la visione e tutto è diverso, filtrato dal tuo amore, che guarisce e gioisce. Non potessi vedere mai più nient’altro, ho visto tutto e tutto ho avuto.

E fu sera e fu mattina.

Quell’alba era un’alba nuova, la prima aurora del mondo.
Avemmo una vita felice, una vita sempre insieme. Tutto il resto della nostra vita lo passammo insieme.  Ne fui certo allora guardando nei tuoi sogni, mia donna, abbracciata a me.                      
          
  
Leggi le 14 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: sacrogral