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Autore: Jason Gaming    22/02/2021    1 recensioni
Storia partecipante al Crak&Sfiga Day 2021 indetto da Forum FairyPiece.
Juvia Lockser è una cucitrice per una rilevante industria tessile, c’è una sola cosa che vuole: non è gratitudine da parte dei superiori o una promozione, ma bensì essere ricambiata dalla persona che ama.
Con scarsi risultati.
Juvia era conscia che Gray Fullbuster non la amasse, e che non lo avrebbe costretto a farlo.
Dunque? Cosa poteva fare? Deprimersi? No, avrebbe dovuto trovare una alternativa, almeno per distrarsi.
Ma si sa: gli incontri più importanti son quelli non programmati.
Cosa potevo portare se non una AU Navia? Con accenni anche ad altre coppie stavolta, principalmente GaLe. Personaggi forse un pochino OC
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Gajil Redfox, Gray Fullbuster, Levy McGarden, Lluvia, Natsu
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quando si esce da un negozio d’abbigliamento con un nuovo capo ci si chiedono un paio di cose: “come mi starà?” oppure “riuscirò a far colpo con questo?”. C’è chi anche si dice “è stata veramente gentile la commessa!”. Ma la prima cosa che ci si chiede, ancora prima di acquistare il vestito o il paio di scarpe, è “Ma chi lo avrà fatto?”, e la risposta per quegli sciagurati però vien subito trovata quando leggono la marca sulla targhetta.

Ma a quel punto pare non fregare nulla a nessuno di chi si è sfasciato le dita per cucirlo no?!

Juvia Lockser era una incredibile cucitrice che lavorava per una grande ditta di abbigliamento , come riusciva a maneggiare ago e filo lei non ci riusciva nessuno; con la macchina da cucito era sorprendente, i ricami erano precisi e non si notava neppure un filo sporgere; il lavoro a maglia era la sua specialità, se non le fornivano i tessuti ci pensava lei a procurarseli, con ogni mezzo. In più occasioni era successo che i cretini ai piani alti le mandassero tessuti di lana o stoffa di qualità pressoché nulla. Ma la Lockser non si arrendeva mai, ci rimettesse un braccio, e poco ci mancò una volta, quando le scivolo il braccio nella macchina da cucito, 12 punti. Fatto sta che era dannatamente faticoso, per quanto anche abbastanza remunerativo, vista la rilevanza che la ditta aveva nell’industria dell’abbigliamento. Ma dopo un po’ il lavoro diveniva estenuante, per cui aveva bisogno di abbandonare il suo lato stacanovista, e andarsi a fare una bevuta in santa pace con amici. O meglio: con il suo futuro marito e amici.

Dopo aver finito di cucire la maglia appartenente ad un completo della nuova collezione primaverile, Juvia provvide a prendere i suoi di vestiti. Si infilò una camicetta azzurra con bottoni blu scuro ed una felpa di lana dello stesso colore di questi. Mentre controllava il cellulare per assicurarsi del luogo e dell’ora del randez-vous* ,iniziò a mettersi i collant neri e poi la sua gonna nero lucido, assicurandosi di coprire il tatuaggio sulla coscia sinistra. Terminò il suo outfit con degli scurissimi stivaletti in pelle. Prese la sua borsa, ci mise il portafogli ed il cellulare, dopo aver constatato che la posizione dell’incontro era a piazza Magnolia per le 19:45. Aggiunse inoltre una boccetta di profumo, una borraccia d’acqua ed una scatola di preservativi. Al pensiero la donna dai capelli azzurri assunse in espressione sognante tutt’altro che prevedibile, pensando a come riuscire a portarsi dietro il suo obbiettivo. Uscì dal suo appartamento, chiudendo a chiave con un paio di giri, per poi metterle in borsa ed apprestarsi a predere l’autobus per arrivare a qualche isolato dalla piazza, poteva essere il più bello dei posti ma era decisamente fra i più isolati.

Una volta scesa dal mezzo la cucitrice accelerò immediatamente il passo, era abbondantemente in anticipo ma preferiva arrivare sempre almeno un quarto d’ora prima per poter saltare addosso alla sua vittima al meglio delle sue capacità.

Minuto dopo minuto la ragazza si ritrovava sempre più impaziente, se non fosse stato per il suo (quasi) infallibile senso della decenza, avrebbe preso a mangiarsi le unghie e poi anche le dita. 

Si sedette in una panchina vicino ad una paninoteca, tentata anche dal profumo di salsicce arrosto incorniciate con insalata e maionese. Continuò ad aspettare sempre più impaziente, maledicendo la sua smania di arrivare in anticipo, ed il suo cellulare che indicava ancora le 19:40, il suo senso della decenza stava per venir meno e sinceramente venir vista nel mezzo di attacco isterico non era il migliore degli scenari.

Ad un passo dallo sclero sentì un colpetto sulla testa, voltandola poté constatare la presenza di un uomo alto, scuro e ricoperto di piercing. La donna percorse con la vista la figura fino ai suoi diabolici occhi rosso cremisi. Mentre lei abbozzò un sorriso questi sfoderò un ghigno, “Sul punto di esplodere idiota? Ghehe!” ecco l’imprenditore siderurgico più irritante e spaventoso al mondo: Gajeel Redfox, nonché amico di data storica per Juvia, e forse anche il suo migliore amico. “Juvia non ne poteva più di aspettarvi.” “Son passati solo dieci minuti. Placa la tua ossessione per Gray almeno per un istante.” ribatté il moro conscio delle manie dell’amica. “Non dovresti stressarti in questo modo sai?”, a queste parole una piccola figura si palesò da dietro l’energumeno, sistemandosi i capelli di un azzurro poco più chiaro di quello della cucitrice, “Ci sei anche tu Levi!” al vedere la fidanzata del suo amico la donna si esaltò pensando ad un appuntamento a quattro. La sua espressione oltremodo sognante fece intuire ai due cosa stesse pensando, al che Gajeel sospirò a vuoto, rivolgendosi poi alla dolce metà “Glielo dici tu o glielo dico io?”, la domanda “che cosa?” non si formò neppure nella testa di Juvia che stava pensando a tutt’altro. Quando poi la piccola Levi la fece ridestare, rispose anche al ragazzo, “Faccio io, tu la faresti deprimere.” sentenziò con aria esasperata, per poi rivolgersi all’azzurra. “Ecco Juvia... vedi devi sapere che...

 

Circa un ora dopo in un bar non troppo distante:

 

“PERCHÉ GRAY-SAMA NON È VENUTO CON NOI!!!” essendo oramai noto che la Lockser era un ubriaca di tipo “depresso”, a testimonianza di ciò c’era il fatto che ogni qualvolta lei alzasse il gomito finisse in lacrime, questa né approfittò per piangere durante tutta la serata, rimuginando sul fatto che il suo obbiettivo avesse scelto di non presentarsi, poiché era occupato con una altra donna, e sul non essere abbastanza per lui.

Accanto a lei era collocato un Gajeel non esageratamente brillo, ma neppure sobrio, che ascoltava il disco senza porsi troppi problemi, e senza dimostrarsi neppure troppo sorpreso. D’altronde non era la prima volta che Juvia si ritrovava a piangere per quell’uomo: Gray Fullbuster. Un loro caro amico con cui andavano anche a liceo, istruttore di scii e di pattinaggio, oltre che possessore di una bellissima pista, su cui spesso andavano a farsi un giro. Peccato che questo amico non fosse molto propenso alle relazioni, o almeno quelle serie, e neppure alla gentilezza, difatti era sempre stato un tipo molto freddo e anche piuttosto distaccato. Oramai era routine che la Lockser si disperasse per lui, nonostante il giorno dopo si riprendesse sempre senza problemi, ma stavolta era diverso, stavolta ne sarebbe potuta uscire facilmente distrutta. Non era di certo una novità che Gray uscisse (ed entrasse) con (e dentro) altre ragazze, ma la ragazza, a suo malgrado, lo aveva accettato. Ma ce ne erano alcune in particolare, donne molto vicine a Gray, che non sarebbero state per lui solo una notte da una botta e via. Ed Ultear Milikovich era una di queste.

La donna dai boccoli azzurri rammentava le parole di Levi continuamente: “Ecco... Juvia... vedi devi sapere che...- ricordava la suspance tremenda- Gray ha trovato una ragazza, stavolta “permanente”. Quindi temo tu ci debba rinunciare.”, E meno male che io la avrei fatta deprimere , era un commento che si leggeva a caratteri cubitali dipinto dall’espressione di Gajeel, che fortunatamente ha evitato di esprimere, forse per benevolenza.

Juvia scelse di affogare i suoi mali pensieri con l’alcool. Tuttavia due bicchierini non bastano a farti passare per sbronza, almeno non di fronte ai tuoi amici più stretti. La donna di fatti si accorse che la sua “recita” non era stata proprio fra le meglio congegnate. Ma i suoi amici finsero comunque di cascarci, o almeno Gajeel, Levi era realmente sbronza e non se ne accorse per davvero. In quei momenti era meglio lasciar sfogare Juvia, e darle la sensazione di apparire credibile e “normale”.

Nel mentre l’azzurra osservava la coppia in un dolce momento: una Levi sbronza e ridente, condizione spesso ritrovata quando si ubriacava, che stava aggrappata ad un rivoltoso Gajeel come un koala. Invidia. Ecco cosa provava in quel momento. Null’altro che mala invidia. E se ne vergognava, tanto pure.

Sperava solo che la sua presenza non risultasse superflua, che non apparisse come una terza incomoda, che non risultasse un fastidio per i suoi amici che tentavano di consolarla. “Oh a proposito.” l’improvvisa voce di Gajeel arrivò a destare entrambe, che cosa voleva dire? “Dal momento che dividere il conto in tre è una rottura di coglioni ho pensato di invitare qualcun altro .” gli occhi di Juvia si spalancarono, non si aspettava minimamente un nuovo arrivo, e tanto più che fosse stato proprio Gajeel ad invitarlo. “Inoltre. Juvia.” si schiarì la voce il moro “Non vorrei rompere ma è meglio che in sua presenza non parlassimo... insomma... di tu sai chi.” Il “Chi?” proveniente dalle loro spalle vece passare tutta la vita davanti ai tre, “che schifo di vita.” pensò Juvia quando ripercorse tutti o rifiuti ricevuti dal corvino. Un uomo si sedette accanto alla Lockser e proseguì con i suoi interrogativi “Tu sai chi. Chi Ferro Vecchio?” domandò mentre ordinava una bottiglia di birra per unirsi a suoi compagni. Juvia lo riconobbe poco dopo, lo conosceva già, seppur non molto bene. Era Natsu Dragneel, anche lui un vecchio amico di Gajeel, ed anche di Gray a quanto sapeva. Erano andati molto spesso al ristorante che gestiva ed in cui lavorava anche come cuoco: “Da Salamander”. la risposta del moro fu tempestiva e tutt’altro che positiva, “Tanto per iniziare pensa ai fatti tuoi! E secondo: TI SEMBRA MODO DI ARRIVARE ALLE SPALLE DI QUALCUNO?!” sbraitò infine. 

Passate un paio d’ore Juvia poté constatare ,nel suo pianto mascherato, che il rosato era una persona molto solare, allegra e soprattutto cortese. Lo aveva visto finora solo nei suoi panni di lavoratore, e quindi la sua cortesia verso i clienti era d’obbligo. E invece era propio il suo carattere ad essere fatto così.

Quando Levi ebbe riacquistato un po’ di lucidità prese da una parte il fidanzato per un momento e gli chiese sottovoce “Ma per quale motivo hai invitato lui? Lo sai in che rapporti è con.. beh, lui!” “Proprio per questo lo ho inviato. In sua presenza ci saranno molte meno possibilità di parlare di Gra-“ Gajeel non si fermò in tempo, ed il rosato passò dall’avere un espressione calma e raggiante, ad uno schifato viso. “Chi?” domandò senza troppi problemi, “Non ti interessa fiammella! Pensa a bere piuttosto. Non mi dirai che solo un bicchiere è bastato per sfiancarti?!” Il moro sghignazzò in modo provocatorio, tentando invano di distrarre il cuoco dal suo discorso. “Natsu-San e Gray-Sama non erano amici?” Ecco che l’alcol iniziava ad avere effetti sulla cucitrice, scordatasi dell’avvertimento di Gajeel. “Sama?” si voltò il rosato, sconvolgendo Juvia con un cupo sguardo omicida, “Ora che ci penso...” in quel momento Natsu realizzò che la donna andava sempre dietro all’istruttore di pattinaggio, senza mai ricevere troppe attenzioni. “Dì un po’ Ju-chan- soprannome appena creato dal rosato, che alla ragazza non dispiacque per nulla- Perché vai dietro a quel freddo, stronzo, stupido coglione?” “Eccolo che parte...” sospirò esasperata Levi. Juvia non poté fare a meno di mostrare il suo disappunto, era sempre stata molto orgogliosa di Gray, e non aveva mai avuto davvero ripensamenti sul fatto di esserne innamorata, anche se la faceva a volte star male “Natsu-San non dovresti parlare male di Gray-Sama!” riuscì a dire soltanto per evitare di accendere troppo la conversazione, “Quell’uomo è un coglione.” come sarebbe andata a finire era prevedibile, mannaggia “Fa tanto il figo ma alla fine è solo uno stronzo che dovrebbe darsi una bella calmata!” Juvia era praticamente in escandescenza, sembrava fosse fatta di olio messo a bollire. “Gray-Sama invece è carino e gentile! Semplicemente sa quando c’è bisogno e quando non c’è bisogno di esserlo!”

“Ma non dire stronzate Ju-Chan! Lo fa per puro opportunismo!”, la discussione divenne talmente accesa da parer un litigio, “Ed inoltre!” Incominciò l’azzurra, “Gray-Sama non fa il figo! Lui È-FIGO!”, al rosato spuntò (un’altra) vena pulsante in fronte, e nel mentre i due fidanzati guardavano la scena titubanti, come fosse la ripresa di una guerra in trincea.

“Ok scherzi a parte.” Sbucò una Levi ritornata un po’ brilla, “Non ce la avrai ancora con lui per Lu-Chan?” Gajeel ritrasse immediatamente il suo koala per salvaguardarne la vita, in verità Dragneel aveva le sue giuste motivazioni per essere incazzato con Gray, anche se metterci una pietra sopra non sarebbe stato male, visti gli anni che erano passati. Il cuoco ,dopo aver mimato con le labbra qualche imprecazione ed una decina di minaccia di morte, si ricompose (per modo di dire) e chiese “Chi?” oramai era il suo pronome preferito, oltre che la domanda che gradiva di più. “Non prendermi per il culo.” Ecco che l’alcol ebbe mali effetti anche su Redfox, “Ci ricordiamo entrambi la biondina. E ci ricordiamo entrambi cosa ti ha detto quando ti ha lasciato “Voglio qualcuno di più maturo. Che prenda la nostra relazione seriamente!”. Per poi mettersi con Gray- a quelle parole la cucitrice assunse un’espressione assassina che ricordava quella di Natsu- e la cosa bella è che si son lasciati dopo due settimane di sesso no-stop.” terminò secco, e Levi pensò che fosse il caso di chiamare l’ambulanza, e anche la polizia visto che si preannunciava l’avvenire di un omicidio. “Io non sono incazzato con lui perché mi ha rubato la ragazza...- disse a stento il cuoco- sono incazzato perché la ha lasciata dopo averla usata solo per scopare!” “Ah non perché per metterti con lei avevi dovuto lasciare Lisanna?”, il cuoco guardò di sottecchi l’amico, pronto a saltargli al collo. Juvia però si accorse che Gray non aveva fatto soffrire solo lei, ma anche altri. Sia donne che uomini a quanto pare. “Oppure...” ricominciò il moro, ed a quelle parole il cuoco rabbrividì, aveva già capito quale argomento voleva tirare fuori, e non fece in tempo a dirgli “fottiti” che l’imprenditore aveva pronunciato il fatidico nome “Non sarà per Erza?” il rosato perse un battito, e la Lockser spalancò la mascella, sapeva bene chi fosse Erza Scarlet, ed anche in che rapporti fosse con Gray. “Ah ho fatto centro eh fiammella?!” Sghignazzò il moro “Non provare a negare! Me lo ha raccontato lei stessa!”, Natsu ricordava perfettamente il casino successo durante i loro ultimi anni di liceo. Conoscevano Erza fin da quando erano bambini ed erano cresciuti insieme, giocavano insieme, mangiavano insieme, cazzeggiavano insieme, bevevano insieme, facevano addirittura il bagno insieme e, cosa più importante, NON scopavano insieme. Erza era un paio di anni più grande di Natsu e Gray, e loro la avevano sempre vista come una sorella maggiore. Per cui avevano fatto un “giuramento”: nessuno dei due ci avrebbe mai provato con lei, anche perché sarebbe stato respinto sicuramente. Ma quando Erza arrivò al suo ultimo anno di liceo Gray non seppe trattenersi. “Non ebbe molto successo. Ricordo che Erza lo riempì di botte, e gli disse di placare gli ormoni.” rise Redfox nel ricordare quell’evento. Inutile dire che Natsu gli saltò addosso, iniziarono a prestarsi in malo modo per una mezz’oretta buona quando poi le ragazze decisero che una lapide in più al cimitero non era necessaria.

Ricominciarono a bere come spugne, ridendo e scherzando, tentando di far pesare poco quel discorso, continuando rispettivamente a diffamare Gray per poi sorbirsi le difese disperate di Juvia. Al giungere delle 23 Gajeel riportò a casa la fidanzata per evitare di farle commettere qualche danno. Invece Juvia decise di farsi accompagnare fino all’autobus da Natsu, più che altro per continuare a litigare. “Rinuncia a quel coglione!” “Smetti di dargli del coglione!”, continuavano a imporsi l’uno sull’altra senza provare neppure ad argomentare le loro sfuriate. Un “Beh tanto le parole tue parole non cambieranno quanto possa essere fantastico Gray-sama!” fu la frase più ragionata che venne fuori in quella discussione. Le urla di una sbronza depressa e di uno sbronzo incazzato proseguirono fino alla fermata dell’autobus da dove Juvia era arrivata in precedenza. Si guardarono un po’ intorno, senza però vedere il mezzo di trasporto. La donna iniziò a preoccuparsi, non era esattamente la migliore delle situazioni trovarsi a piazza Magnolia in piena notte e senza un posto dove stare, o meglio, almeno raggiungibile. Continuò a girarsi e rigirasi in torno, cercando con la vista il passaggio per casa. Intravide l’autobus in lontananza, ma c’era un problema: se ne stava andando. A quel punto la Lockser si accorse di una cosa: fermata sbagliata. Per una decina di minuti buoni si sentirono solo le sue imprecazioni a più divinità, alcune note altre meno, oltre che qualche risata sfuggita al rosato.

Dire che era fottuta era un eufemismo, il primo albergo, dato che B&B* o motel erano anche più distanti, era a due ore almeno di distanza, e da sbronza ci avrebbe messo anche di più, e l’alternativa era dormire sul marciapiede. “Ascolta Ju-chan...” il rosato la fece destare dai suoi pensieri “Perché non vieni da me?” d’un tratto il marciapiede sembrò incredibilmente caldo, comodo ed invitante. “Casa mia sta’ qua vicino.” continuò il cuoco, rendendo sempre più confusa la donna, “Per quale motivo mi stai invitando?” Si decise a domandargli, al che il ragazzo sorrise “Beh non posso di certo lasciarti in questa situazione!” Disse allegramente, “E poi...” aggiunse con fare malizioso, “...potrebbe essere un bel modo per far ripicca al ghiacciolo!” ecco, beh se lo aspettava d’altronde. Fatto sta che Juvia accetto ben volentieri l’invito del nuovo amico.

Natsu si caricò sulla schiena la ragazza dopo pochi passi, erano entrambi stanchi, e la ragazza non era dello stato d’animo migliore. Non ci misero molto prima di arrivare davanti ad una scalinata in ferro scuro, che il rosato cominciò a salire lentamente. La ragazza sentiva ad ogni passo una spinta verso la sua schiena e le sue spalle, erano larghe, calde e solide, ci si sarebbe potuta tranquillamente addormentare, in fin dei conti anche il ciliegio in fiore che si ritrovava in testa era molto comodo. E poco ci mancò che si addormentasse davvero, a confermarlo c’era il fatto che chiuse gli occhi un momento, è quello dopo li aprì, ritrovandosi davanti ad una porta in procinto di aprirsi. Quando entrarono la prima cosa che la Lockser sentì fu una dolce e meravigliosa sensazione di calore, e non era solo a causa dell’alcol. Era, più che una casa, un appartamentino, piccolo ma accogliente, la camera da letto era probabilmente inesistente, visto il letto che si trovava in quella che pareva essere la sala, e che era poi collegata alla cucina. Natsu chiuse la porta con un leggero calcio, e si avvicinò al letto con lenzuola a quadri con la sua ospite, in quel momento Juvia pensò seriamente che forse sarebbe stato davvero meglio restare a dormire sul marciapiede, conscia, malgrado la totale mancanza di sobrietà, di come sarebbe andata a finire quella sera. A sua grande sorpresa il rosato si sedette per farla cadere dolcemente sul materasso, per poi rialzarsi ed andare a prendere una coppia di bicchieri. Prendendo poi una bottiglia d’acqua chiese “Hai fame Ju-chan?”, fame? A quell’ora e dopo tutto quello che avevano bevuto e mangiato? In effetti non poteva negare che lei non fosse riuscita a mangiare chissà che cosa, considerato il fatto che tutto veniva rubato dal rosato. L’azzurra annuì, ed osservò poi l’uomo avvicinarsi a lei con uno dei bicchieri, pieno d’acqua fresca. “Dammi un momento, nel mentre bevi.” le porse il bicchiere con uno smagliante sorriso, e le guance arrossate dall’alcol, la donna accettò di buon gusto l’ospitalità del cuoco, che nel mentre aveva tirato fuori un pentolone ed una bottiglia d’olio di mais. “Dimmi...” incominciò mentre apriva la bottiglia “Perché ti piace così tanto Gray?”, la domanda la lasciò spaesata, non si aspettava che volesse approfondire la discussione. “L’amore per Juvia... è semplicemente amore.” Rispose la donna ingenuamente, facendo ridere Natsu, non di cattiveria o di scherno, ma in modo puro e genuino. Tuttavia la risata si bloccò dopo poco, “Non sei molto credibile sai? Non sei mai stata insieme a lui. E lui neppure ti considera, eppure non intendi rinunciare a lui nonostante tutto.” parlava alla donna con tono calmo, senza voler insinuare nulla o imporsi, ma la Lockser era brilla, e triste, tanto, quindi le sue parole ebbero per lei un peso maggiore “Ecco vedi...”, non era un argomento di cui amava particolarmente parlare, eppure in cuor suo sentiva di dovergli raccontare tutto. Il rosato aveva oramai messo l’olio di mais a bollire nel pentolone, la donna era quasi ipnotizzata nel vederlo e nel sentirne l’odore, “Fu quando ero agli ultimi anni del liceo, ora che ci penso ho conosciuto anche te alla Fairy Tail- incominciò ricordando i vecchi tempi, mentre Natsu aveva tirato fuori un pacco già aperto di spaghetti- Ebbene io conoscevo Gray-Sama solo tramite Gajeel, non provavo ancora nulla per lui. L’unica cosa che pensavo a suo proposito è che fosse semplicemente molto figo.” A quelle parole sul volto di Natsu si dipinse in espressione contrariata, facendo sorridere la ragazza. “Ebbene... io a quel tempo- deglutì un attimo prima di parlare- avevo un problema di anoressia...”, al sentire quelle parole Natsu si bloccò con lo scolapasta in mano, fra tutti i “problemi” che attanagliavano le persone, l’anoressia era quello che in assoluto Natsu prendeva più seriamente. Riprendendo a muoversi Natsu scolò gli spaghetti e li mise in piatto in cui aveva messo in precedenza pane grattugiato, Juvia penso a quanto quella ricetta fosse strana mentre continuava a parlare “Non riuscivo a parlarne con nessuno, che fossero i professori, o degli amici... non riuscii a dirlo neppure a Gajeel.- proseguì la ragazza- fino a quando non venne qualcuno ad aiutarmi.” In quel momento Juvia assunse in espressione sognante, ricordando l’uomo che le era stato vicino per quel tempo “Gray-Sama scoprì il mio problema, mi stette accanto, mi aiutò ad uscirne fuori.” “E da quel giorno non hai avuto occhi che per lui.” concluse al posto suo il rosato, al quale la ragazza annuì. Natsu prese gli spaghetti dopo averli impanati leggermente e li rimise in pentola, tirando poi fuori del prezzemolo, confondendo ancora di più la ragazza con quella strana ricetta. “Sai...” le disse Natsu “Io lo ho sempre detto: il cibo è vita. L’ultima cosa vorrei mi succedesse in questa vita è proprio soffrire d’anoressia.” il suo tono era consolatorio e comprensivo, pare avesse capito per quale motivo si era innamorata di Gray, “Tuttavia...” s’incupì “Tu non devi trattarti così. Pensi solo a lui e questo non va bene.”, il rosato prese due piatti e ci mise gli spaghetti cucinati, mettendoci poi sopra il prezzemolo precedentemente tritato. Spostò il tavolino vicino al letto e ci appoggiò i piatti, riempiendo poi nuovamente d’acqua il bicchiere di Juvia.

Mangiarono di gusto quello spuntino da dopo cena, e rimasero in silenzio per un po’. La donna dai capelli azzurri interruppe la quiete “Grazie per la tua ospitalità Natsu-San.” al che il ragazzo le sorrise raggiante, “Posso capire perché tieni tanto a lui... sai, Gray.- alla fine l’argomento principe era sempre l’istruttore di pattinaggio- Ma se proprio devo dirtelo... lui non ti merita.” Juvia si destò all’istante “E non è giusto che tu ti deprima per colpa sua.” Il rosato le si avvicinò lentamente, “Ma Juvia ama tanto Gray-Sama...” riuscì a dire la ragazza mentre indietreggiava nel letto, “Non dovresti metterci una pietra sopra?” Le domandò Natsu mentre la inseguiva, “Sei cattivo Natsu-San...” “E anche tu sei cattiva Ju-Chan... a farmi sentire così geloso.” Quella fu l’ultima parola che pronunciò prima di chiudere definitivamente le distanze con lei, baciandola delicatamente. La Lockser  raccolse le forze e si staccò solo per un attimo, prese il telefono ed iniziò a cercare un contatto nella rubrica telefonica. Natsu la guardava dubbioso, oltre che irritato per essere stato interrotto. La donna portò il telefono all’orecchio, nel mentre togliendosi la felpa e gli stivali. Dopo un paio di squilli si sentì rispondere una voce femminile dall’altra parte del telefono “Sei tu Ultear? Beh poco importa, puoi dire a Gray-Sama che non lo disturberò più.” Un istante e riattaccò secca, prendendo poi fra le mani la testa dell’uomo di fronte a lui, incollando le proprie labbra sulla sua bocca. Poté anche giurare di sentire formarsi un ghigno sulle labbra quando Juvia, rovistando nella sua borsa senza staccarsi da lui, aveva tirato fuori la scatola di preservativi destinata a Gray.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Randez-vous= incontro, appuntamento

 

B&B= Bed and Breakfast

 

Angolo dell’autore

 

Scusate sono in ritardissimooooo.

Speravo di portarla in tempo ed alla fine la ho finito in fretta e furia e la ho pubblicata a un orario indecente. Come se non bastasse neppure il giorno prefissato (vabbè è poco più dell’una e mezza di notte ma comunque.)

Avevo pensato all’inizio di portare una altra ship, ma alla fine era destino che portassi una Navia. Che poi scusate ma quale occasione migliore di portare questa ship evitando sguardi omicidi da parte dei fan Gruvia (fra cui anch’io) se non questo giorno? XD

C’è da dire anche che la storia è venuta più lunga del previsto, spero di non avervi fatto cadere le palle e di esser stato chiaro è coinciso.

Beh non so che altro dire se non “Evitate di massacrarmi”? haha

Un saluto da parte di me stesso Jason

   
 
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