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Autore: historiae    22/02/2021    1 recensioni
Nel canyon che si estende oltre il confine di Magix viene rinvenuta una forza magica altamente distruttiva, una traccia sepolta del fuoco oscuro della Fenice d'ombra.
I migliori studenti di Magix vengono immediatamente inviati in missione per trovarla e sopprimerla. Anche le Trix, appena rilasciate da Roccaluce e quindi ritenute innocue, fanno parte della squadra di ricerca.
L'accoglienza non è calorosa: nel rivedere Darcy dopo tanto tempo, Riven viene travolto dal risentimento. I ricordi del tradimento sono ancora nitidi e dolorosi.
Ma presto i sentimenti di entrambi si fanno contrastanti. C'è ancora qualcosa nell'aria, una fiamma che non si è estinta.
La forza maligna della traccia magica si ripercuote sulla natura, e le montagne di Magix, ora, nascondono insidie mortali da cui i ragazzi devono uscire incolumi; ma scopriranno che nel riporre di nuovo fiducia nelle Trix, potrebbero avere messo a rischio la vita di tutti.
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Storia ispirata al fumetto n°19: "Mostri senza padrone".
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Darcy, Riven
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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-Là!- tuonò l'uomo mentre tendeva il braccio al massimo delle sue forze, indicando ai due compagni l'anfratto che si apriva nella roccia grezza e coperta di muschio fradicio.
I due, pochi passi indietro, tenevano lo sguardo basso sul sentiero fangoso, lasciando che i loro stivali imbrattati di fango facessero presa sul terreno, mentre la pioggia sferzava i loro cappelli, ormai inutili. Alla vista del riparo, affrettarono il passo fino a raggiungere l'apertura, dove si liberarono degli zaini e si sedettero, riprendendo fiato.
Apparentemente, il freddo e l'umidità non riuscivano a distoglierli dal loro buon umore. Il più giovane dei tre si tolse il cappello, aprì lo zaino e mise mano alla grande quantità di reperti geologici che lui e i suoi compagni erano riusciti a reperire in quelle ore, prima che la pioggia li sorprendesse.

-Guardate che roba. Ce n'è abbastanza da riempire un intero museo.-

-Sarà valsa la pena di impantanarci nel fango al crepuscolo per qualche fossile?-

-E rilassati. Ci sarà ancora luce per un bel pezzo.-

E con gli occhi che brillavano estrasse e rimirò un frammento di pietra focaia dal colore mai visto prima.

-Si sta affievolendo.- fece il compagno, rivolgendo lo sguardo verso le nuvole che sovrastavano la montagna. -Al bosco manca meno di un'ora, basterà attraversarlo e saremo a Magix. Ma direi di muoverci, se non vogliamo passare la notte qui dentro.-
Quando si voltò, del ragazzo erano rimaste solo una borsa sporca di fango abbandonata sul terreno sabbioso e la luce intermittente di una torcia che si muoveva a tentoni verso l'imbocco della grotta. Il compagno di mezzo, preso dalla fretta di fermarlo, aveva dimenticato di accendere la sua.

-Non fare stronzate, Jim! Lo sai benissimo dove ci troviamo.-

-Ma di che cosa hai paura? Non penserai di...-

-Non ho paura di quello, Jim, so anche io che fine ha fatto. È stato...-

-E' stato sconfitto, giusto? Quindi non abbiamo proprio niente da temere.-

-Non ti azzardare. Se il Consiglio lo viene a sapere ci daranno una tale punizione che non ce la scorderemo più. Nessuno si fiderà più di noi. Mi hai sentito?-

Il giovane si addentrava nelle fessure sempre più opprimenti del canyon.

-Jim, obbedisci e torna immediatamente indietro. Ascolta tuo padre!-

Livido di rabbia, l'uomo aguzzò per un attimo i sensi, mentre l'amico di mezzo si faceva circospetto accanto a lui. C'era uno strano odore nell'aria, come di cenere.
La luce del frontalino del ragazzo lampeggiava in lontananza, ma non era più l'unica a illuminare le pareti brune. Un flebile bagliore rossastro si intravedeva dalla stretta imboccatura che sembrava sbucare in un nulla spoglio e indefinibile. Non era una luce accogliente, e l'energia che emanava aveva un che di sinistro e nauseabondo.
Un lungo boato scosse l'anfratto, e i due uomini non poterono fare nulla quando una pioggia di scaglie di pietra grandi e acuminate come ghimberghe precipitarono facendo scomparire dalla loro vista la lucetta che fino ad allora avevano tenuto d'occhio.
L'uomo più grande chiamò il nome del figlio più volte e con il compagno avanzò nella strettoia, mentre il boato si faceva più intenso e l'odore della cenere si faceva più pungente e penetrante.
L'uomo cominciò a scostare con forza le scaglie di pietra scura ferendosi più volte le mani e cercando invano di sollevare quelle più pesanti, mentre l'ultima traccia della speranza di rivedere il figlio cominciava ad estinguersi. Mentre la strettoia si liberava dalle rocce, si cominciava a vedere qualcosa. Oramai la curiosità si era fatta padrona anche dei due timorosi che poco prima avrebbero preferito restare all'oscuro di quali misteri nascondesse quel luogo.
L'uomo più grande precedette il compagno per qualche metro ancora, finchè l'odore di cenere si fece soffocante.
Quando poi la natura di quel bagliore igneo si palesò ai suoi occhi, e vide ciò che ne scaturiva, liberò un grido di orrore.

  
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