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Autore: Ehyca    22/02/2021    0 recensioni
C'erano due periodi nella vita di Minseok; Pre-Lu Han e Post-Lu Han - e quando questi due periodi entrarono in contatto fu il momento che allineò ogni istante della sua esistenza.
Fino alla fine.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MARZO 2012

Un'altra mattina, un'altra notte passata a nuotare tra sogni di stelle e sfioramenti di dita. Minseok, ignaro, aveva dormito circondato da braccia calde e attente, con un piccolo nasino che gli sfiorava la nuca e labbra che scivolavano sulla sua pelle, delicatamente. Sebbene avesse percepito tutto, la sua mente letargica lo convinse che tutto quello non era reale e ricadde in un sonno profondo mentre degli occhi di cerbiatto lo guardavano con affetto.

Quando alla fine si svegliò, Minseok rotolò sul letto e il suo cuore sprofondò per la delusione di trovare lo spazio accanto a sé vuoto; freddo, bianco e a malapena stropicciato. Si domandò per un secondo se il ricordo di Lu Han che tornava a casa con lui la notte prima fosse solamente un'altra bugia che il suo cervello sembrava determinato a rifilargli, ma poi sentì una chiave girare nella toppa e la porta d'ingresso aprirsi.

Con le sopracciglia aggrottate per la curiosità, balzò giù dal letto e sgattaiolò fuori, sbirciando dalla porta con apprensione. Ed effettivamente, una figura snella era entrata nel suo appartamento e si stava sfilando le scarpe, avvolta in una pesante felpa blu. Solo quando il cappuccio della felpa scivolò via Minseok si rese conto che quella era la testolina bionda di Lu Han. Si schiarì la voce e Lu Han sollevò lo sguardo, sorpreso.

“Oh! Sei in piedi! Non ti ho svegliato, vero?”

“No, no. Ero già sveglio.” Entrò nella stanza e cercò di appiattirsi con discrezione i capelli che sentiva arruffati e spettinati sotto le proprie dita. Si rese presto conto che era una causa persa e si pentì di non essersi guardato allo specchio prima. Non aveva dubbi che anche le sue guance fossero estremamente paffute, lo erano sempre di prima mattina, ma non c'era molto che potesse fare al riguardo se non pregare che Lu Han non lo notasse. Proprio in quel momento, il suo sguardo cadde sulla cucina e rimase di ghiaccio.

“Wow. Cos'è successo qui?”

In qualche modo Minseok trovava difficile credere che un uragano si fosse abbattuto sul proprio appartamento colpendo solo la cucina prima di ritirarsi, ma visto quello che si ritrovava davanti agli occhi quella sembrava essere la sola spiegazione possibile. Lo spazio limitato del bancone era coperto di schizzi di cibo, utensili sporchi e gusci d'uovo, la maggior parte delle ante erano aperte e, ora che ci faceva caso, c'era un leggero odore di bruciato nell'aria.

“È... colpa mia, scusa. Ho provato a prepararti la colazione prima ma non ho mai cucinato quindi... è successo questo.” Lu Han agitò timidamente la mano in direzione del disordine e poi afferrò con gioia la busta che aveva portato con sé. “Va tutto bene, però! Sono uscito e ti ho comprato qualcosa, invece!”

Si avvicinò e agganciò i manici della busta alle dita di Minseok, sorridendo fiero. “Quando sono stato a New York per un concerto l'anno scorso ho mangiato questi bagels deliziosi, e dietro l'angolo c'è un posto che vende cibo americano e ho pensato che ti sarebbero potuti piacere quindi te ne ho preso un paio…” La sua voce si fece piccola piccola alla fine e cominciò a grattarsi un orecchio. Un'abitudine adorabile di cui si era accorto Minseok – una cosa che faceva sempre quando era imbarazzato.

Minseok non poté fare a meno di sorridere. “Lo hai fatto per me? Wow... voglio dire, grazie! Hanno un profumo strepitoso!” Si diresse in cucina e spinse via la spazzatura per fare spazio. “Come sei riuscito ad uscire senza venire travolto dalle tue fan?”

“La tua felpa. Scusa, l'ho presa in prestito – era il travestimento perfetto. Ho ricevuto qualche sguardo divertito ma per lo più la gente mi ha ignorato. È stata... una boccata d'aria fresca.” Fece scivolare una chiave sul bancone. “Ho preso anche questa.”

“Figo. Evviva.” Dopo aver aperto un cassetto e averne tirato fuori un coltello, Minseok frugò nella busta. “Ne vuoi uno?”

Lu Han strinse le mani. “Non posso. In realtà... dovrei andare.”

“Oh.” Minseok era sul punto di tagliare a metà un bagel quando sentì quelle parole. La mano si fermò a mezz'aria e il suo stomaco fece un tonfo per la seconda volta quella mattina. “Come mai?”

“Ho un'intervista a Busan stasera e sono già un po' in ritardo per il volo. Il mio manager mi sta già chiamando da stamattina. Credo sia incazzato.” Ridacchiò, sollevando l'orlo della felpa per sfilarsela ma fermandosi subito dopo. “…posso tenerla?”

“Certo, se vuoi.” A cosa gli serve la mia vecchia felpa usata? Si chiese Minseok. Ce l'aveva da anni – più di quanto non volesse ammettere – e non gli era mai andata giusta; risultava sempre larga e sformata su di lui, ma era perfetta per accoccolarcisi dentro nelle fredde giornate in cui non aveva nessuno su cui far colpo. Non si ricordava nemmeno l'ultima volta in cui l'aveva lavata. “Allora... quando ti rivedrò?”

Lu Han gli si avvicinò con un sorriso furbetto e gli cinse il collo con le braccia, nascondendo il viso sulla sua spalla. Riportò alla sua memoria i ricordi offuscati di quel venerdì sera, quando il suo fiato puzzava di alcol e a Minseok cominciava a non importare. “Non temere, piccolo raviolo. Tornerò,” mormorò Lu Han. “Abbiamo lezione domani! Non me la perderei per nulla al mondo!”

Una punta di sarcasmo nella sua voce fece ridere Minseok e i due si staccarono, anche se le sue dita rimasero su Lu Han un po' più a lungo. La figura della star era così esile tra le sue mani, con dei fianchi così stretti da fare invidia, persino sotto l'indumento pesante. Ritrasse le mani e nascose le guance rosse. “Le lezioni, certo...la parte migliore della mia settimana…”

Lu Han si sollevò il cappuccio sopra la testa, nascondendo i capelli e lasciando in mostra solamente il proprio viso angelico, al naturale. “Ci vediamo presto, Baozi.” Sulla porta d'ingresso si voltò, facendogli un ultimo occhiolino, per poi uscire.

Minseok non aveva mai fissato una porta così a lungo. Nemmeno una volta.

O pregato così intensamente che quella porta si riaprisse.



*



Ci volle qualche ora perché Minseok si svegliasse completamente e durante quel tempo riuscì ad essere relativamente produttivo, un gran cambiamento. Beh, un gran cambiamento per quel fine settimana almeno. La sua casa solitamente immacolata era stata un po' trascurata negli ultimi giorni dato che aveva avuto altre cose, molto più importanti e certamente più attraenti, a cui pensare. Normalmente la vista di uno spazio abitativo disordinato e disorganizzato era abbastanza da farlo andare fuori di testa, ma per qualche motivo al momento non sembrava importare più così tanto. La cucina era in condizioni terribili ma quasi non riuscì a trovare il cuore di pulirla – nessuno aveva mai provato a cucinargli la colazione prima. Non gli importava degli schizzi o delle macchie di bruciato rimaste attaccate alla padella nonostante le ore di ammollo o del continuo odore di bruciato che non se ne andò mai completamente. Pensò, tuttavia, che fosse il caso di cambiare le batterie del suo allarme antifumo, e si fece un appunto mentale di comprarne di nuove. Giusto per sicurezza.

Dopo una doccia intenzionalmente molto più fredda di quanto non fosse abituato, afferrò il proprio fidato zainetto e uscì di casa. Per quanto tardi avesse fatto quella mattina, aveva ancora appuntamento con Jongdae in ufficio e molto lavoro da recuperare – un'altra cosa che aveva trascurato. Per socializzare e divertirsi, si era quasi scordato di aver abbandonato delle letture per il suo corso universitario. Non era decisamente un buon modo di iniziare l'anno accademico. Ma aveva ancora tempo per recuperare.

Spinse la porta pesante che portava fuori dall'ingresso dell'edificio e immediatamente si bloccò.

Chanyeol stava attaccando qualcosa su un lato del palazzo.

Minseok sbatté le palpebre. “Umm...Yeollie? Cosa stai facendo?”

Chanyeol sollevò lo sguardo con gli occhi sgranati e nascose subito quello che aveva in mano dietro la schiena. “Hyung! Err…niente! Non sto facendo niente.” Scosse la testa innocentemente, facendo ondeggiare i suoi riccioli.

Minseok alzò gli occhi al cielo e saltò gli ultimi due gradini. “Sei sempre stato un pessimo bugiardo.” Guardandosi intorno, finalmente vide con più chiarezza il poster suo e di Lu Han, che brillava rosso e bianco alla luce del sole ed era disseminato di foto del suo viso tondo, e che lo rendeva un po' più che nervoso. Sembrava persino che fossero state aggiunte nuove foto nelle poche ore dalla sua scoperta.

“Aspetta, ma queste sono della notte scorsa?” Indicò le nuove polaroid che mostravano la band in posa con Lu Han, il suo lungo braccio attorno a Minseok che lo tirava più vicino a sé. Tutti sembravano felici e rilassati; con una bottiglia in mano e con dei grandi sorrisi che incorniciavano i loro volti, il palco e gli strumenti musicali come sfondo. Sollevando un sopracciglio verso Chanyeol, chiese, “Le hai messe tu queste?”

“Forse.” Chanyeol si mosse a disagio e mostrò la mano che aveva nascosto in precedenza, stretta attorno ad un'altra polaroid. “Oh, hyung, non guardarmi così – ho pensato che sarebbe stato ancora più bello con la band. Oh, ma questa è la mia preferita.” Si avvicinò e attaccò felicemente un'ultima foto al centro del poster; una polaroid dei LuMin nella loro forma migliore, solo loro due che si sorridevano vicino al bar – spensierati e amanti della vita, in quel momento. Era decisamente la foto migliore – qualcosa di reale e personale in un mare di scatti segreti delle fan.

“Questa è anche la mia preferita,” giunse una vocina da dietro Chanyeol.

“Huh?” Minseok non l'aveva notato prima ma c'era una persona molto più piccola che sbirciava timidamente nascosta dietro la figura torreggiante del batterista; una ragazzina con una fitta frangetta e grandi occhi luccicanti. Afferrò il braccio di Chanyeol e sussurrò, “Yeollie, perché c'è una bambina nascosta dietro di te?”

La ragazzina sbuffò. “Non sono una bambina. Ho tredici anni.”

Chanyeol ritrasse il braccio dalla presa di Minseok. “Va tutto bene, hyung. È il suo poster.”

La ragazzina annuì, si fece avanti da dietro Chanyeol e si inchinò. “Sono Jung Minah; la tua più grande fan.” Sollevò il mento orgogliosa.

“La mia…fan?” Minseok non era ben sicuro di cosa rispondere. “E questo poster... l'hai fatto tu?”

“No, non da sola. Mi hanno aiutato anche le mie compagne di classe. Siamo fan di Lu Han, quindi siamo diventate anche tue fan ora. Fan della LuMin.”

Minseok era senza parole. Questo non era il genere di cose a cui era abituato. “Io…cos-…come hai scoperto dove abito?”

“Mia sorella era in un tuo corso l'anno scorso – Jung Miyoung? Musica Tradizionale Coreana 2? Ha detto che avete fatto un progetto insieme.”

Chanyeol mosse le sopracciglia maliziosamente e cominciò a punzecchiare il fianco di Minseok.

“Certo, certo, mi ricordo. È venuta al lavorare al progetto un paio di volte. Smettila di colpirmi!” Sbottò contro Chanyeol, il quale si ritrasse con un ghigno. “Ma…umm…grazie, immagino – per il poster. È carino.” Minseok si rivolse a Chanyeol, ancora un po' confuso dalla situazione. “E tu sei qui perché…?”

“Sono venuto per vedere se saresti venuto in ufficio o no oggi. Ho portato le foto per mostrarle a te e Jongdae, comunque, ma poi ho visto il poster e... beh... mi piaceva quindi le ho aggiunte.” Abbassò lo sguardo su Minah. “Hey, dovresti essere una fan anche degli Urban Blackout!”

“Chi sono gli Urban Blackout?”

“La mia band!” Le mostrò la foto sulla destra del cuore. “Vedi? Io sono il batterista.” Si indicò con fierezza il petto.

Minah studiò la foto con attenzione. “Siete famosi?”

“Non ancora, ma potremmo esserlo un giorno! Si spera…”

Lo squadrò dalla testa ai piedi. “Posso shipparti con qualcuno?”

“Err…” Guardò Minseok, il quale si limitò ad incrociare le braccia e lanciargli un'occhiata che diceva 'guarda in cosa ti sei cacciato ora'. “Beh, io e Baekhyun siamo piuttosto intimi...vedi il ragazzo con l'eyeliner? Lui è il cantante. Infatti…” Si portò lo zaino davanti e tirò fuori la custodia di un CD. “Ecco, prendi questo. Condividilo con i tuoi compagni.”

“Wow, grazie!” Prese il CD tra le mani come se fosse stato d'oro e se lo strinse al petto. “Posso avere il tuo autografo? Nel caso diventiate famosi?”

“Certo che puoi!” disse felice Chanyeol, con il sorriso che brillava al sole. Minah ripescò un quaderno e una penna dal proprio zaino e glieli passò. Minseok approfittò di quel momento per allontanarsi, mentre Chanyeol faceva un grande autografo stiloso per il quale aveva ovviamente fatto pratica.

Oppa?

Minseok si voltò e vide la ragazzina correre per raggiungerlo. “Posso avere anche il tuo autografo?”

“Err, certo. Okay.”

Minah gli spinse la penna e il quaderno tra le mani. A differenza di Chanyeol, non si era mai preparato una firma ai livelli degli Idol e fece del proprio meglio perché l'inchiostro marcasse il foglio in modo più professionale possibile. Non uscì poi così male.

Quando finì, le restituì il tutto e le arruffò i capelli lunghi. “Ecco qua. Ora torna a casa!”

“Grazie, oppa!” Si allontanò con un sorriso soddisfatto gridando, “LuMin e Urban Blackout fighting!

Chanyeol rise, dando una pacca sulla schiena all'amico. “Sei pronto, hyung? Posso darti un passaggio.” Diede un piccolo calcio alle ruote della sua bici blu metallizzato poggiata al muro accanto a loro. “Salta dietro.”

Oddio, è la fine, deglutì Minseok. Si strinse le spalline dello zaino sulle spalle e si sistemò sul retro della bici, afferrando con forza il metallo per tenersi in equilibrio mentre Chanyeol si sedeva sul sellino e cominciava a pedalare nel traffico mattutino.



*



Quando finalmente raggiunsero l'ufficio – Minseok con le ginocchia tremanti per il viaggio in bici più terrificante della sua vita – la testa di Jongdae era fermamente poggiata sulla tastiera del suo computer, e digitava freneticamente lettere a caso sullo schermo. Minseok dovette sbattere la porta un paio di volte prima che alla fine si svegliasse con un sobbalzo, con piccoli quadratini che gli segnavano le guance e la bava che gli scendeva da un angolo della bocca.

“Huh? Cos-? Qualcuno ha detto qualcosa?”

“Ho detto,” cominciò Minseok. “Sei fortunato ad avere un altro scrittore. Yeollie per poco non mi uccideva.”

Chanyeol sbuffò e si gettò sulla propria sedia girevole. “Non so davvero di cosa tu stia parlando, hyung. Ero lontano un miglio da quell'autobus. Non ci sarei mai andato addosso.”

Il cuore palpitante di Minseok sembrava dimostrare il contrario.

Jongdae si strofinò gli occhi e tirò fuori qualcosa dal primo cassetto della sua scrivania. “Tieni, hyung – hai visto questo?”

Era un quotidiano. Minseok lo prese e i suoi occhi guizzarono sulla prima pagina.

“Oh no…”

Ovviamente parlava di Lu Han. Metà copertina era occupata da uno scatto a figura intera del cantante che usciva dall'Enigma venerdì sera – solo che questa non era una foto lusinghiera fatta da una fan. Era uno scatto infelice che lo mostrava quasi collassare fuori dal locale, gli occhi socchiusi, e persino Minseok dovette ammettere che non sembrava buona per la sua reputazione. Ma era palese che il giornale avesse intenzionalmente scelto quella foto in particolare per il titolo che ne seguiva:

ONE LAST SHOT – IS THE PRECIOUS HALLYU DEER ON ITS LAST LEGS?

L'articolo sotto fece accapponare la pelle a Minseok; così tante false accuse di ubriaca dissolutezza e menefreghismo facevano apparire Lu Han come una celebrità qualunque con un problema col bere, cosa che Minseok sapeva non essere affatto vera. Sì, a Lu Han piaceva bere e sì, aveva un po' esagerato al club ma di certo non agli estremi che insinuava la rivista.

Minseok agitò il giornale arrabbiato. “Era stato invitato! Come ospite speciale! Dannazione, come possono scrivere queste cose su di lui?”

Jongdae scrollò le spalle e sorseggiò il proprio caffè. “Sono tabloid. Non hanno bisogno di un motivo. Solo di soldi.”

“Non era nemmeno così ubriaco quando ce ne siamo andati…” ruggì Minseok, sbattendo le pagine sulla scrivania con frustrazione. Chanyeol lo guardò cautamente prima di prenderle per leggere lui stesso.

“Non me ne preoccuperei troppo,” disse Jongdae. “Sono sicuro che Lu Han ci sia abituato.”

“Già, ma è questo il problema.” Minseok si passò le mani tra i capelli con un sospiro. “Deve affrontare questo tipo di falsità tutto il tempo. Come ci riesce?”

“Preparati, hyung. Dovrai affrontarlo anche tu molto presto, vedrai,” disse Chanyeol con una risatina. Quando Jongdae lo guardò confuso, aggiunse in un sussurro, “Minseok-hyung ha già un fanbase. Ha persino firmato un autografo

Davvero? Quando?” rise Jongdae.

Minseok lanciò un'occhiataccia a Chanyeol. “Non è un fanbase…una ragazzina ha semplicemente fatto un – oh, non ha importanza. Sei tu che distribuisci CD gratis!”

“Tutti devono iniziare da qualche parte! Voglio solo stare al passo con la tua popolarità!” Sghignazzò quando Minseok appallottolò un foglio e lo lanciò nella sua direzione dove rimbalzò sulla sua spalla. “Hey, hyung, ci ho appena pensato – hai ancora i tuoi CD? Di quelle canzoni che hai scritto?”

Minseok annuì lentamente. “Umm, sì, forse. Da qualche parte...”

“Me le ricordo!” disse Jongdae. “Scrivi ancora musica in questo periodo? Non sentiamo una delle tue canzoni da secoli.”

Minseok si sedette sulla sedia dietro la propria scrivania a disagio. La verità era che non scriveva più musica. Nonostante il suo corso di studio fosse composizione musicale, la sua passione per il cantautorato si era praticamente annullata negli ultimi mesi e scriveva canzoni puramente per motivi accademici; scarabocchiava qualche nota sugli spartiti per un voto decente o due. Era così diverso prima. Era così facile. La motivazione di esercitare la propria creatività gli veniva in qualsiasi situazione; mentre camminava in mezzo alla natura, quando una coppietta felice lo superava per strada, quando ascoltava i propri artisti preferiti – era come se le note si dipingessero da sole in colori sgargianti nella sua mente per poi riversarsi sullo spartito senza alcuno sforzo.

Ma ora non più. I colori non erano più così sgargianti e le opportunità di ispirazione sempre più rare. Non sapeva dove avesse sbagliato. Forse la banalità della sua vita mondana lo aveva finalmente raggiunto strappandogli via la sua musa.

“Dovresti scrivere una canzone per Lu Han.” Chanyeol sospirò e abbassò il giornale sconsolato. “A giudicare dalle cose, gli servirebbe davvero qualcosa di positivo.”

E oh, quanto Minseok avrebbe desiderato riuscirci.



*



Quella notte, dopo un'estenuante giornata passata di fronte al computer e ad ascoltare il nuovo album dei Big Bang 'Alive' in loop per un'altra recensione soporifera, Minseok tornò a casa e collassò sul divano, calciando via le scarpe. Con le mani dietro la testa e le caviglie incrociate comodamente, si sarebbe potuto addormentare con facilità su quei cuscini sformati, ma ancora relativamente morbidi, senza riaprire gli occhi fino al sorgere del sole – prospettiva allettante, se non fosse stato per quel pensiero che lo aveva tormentato sin da quella mattina.

Sospirando forte, Minseok si alzò in piedi e si diresse in camera. Da sotto il letto, tirò fuori una lunga custodia pesante e tornò sul divano, dove la posizionò sul tavolino di fronte a sé. Lentamente, aprì la custodia. Il cuore gli martellava di nostalgia; sembrava essere passata una vita dall'ultima volta che l'aveva usata.

Una tastiera. Ma non era una semplice tastiera per Minseok – era un regalo dei suoi genitori, donatogli poco prima che partisse per l'università; puro nutrimento per i suoi sogni fiorenti, genuini di infinito successo e creatività nel suo futuro promettente. Sebbene, negli ultimi mesi, avesse rappresentato solamente il suo misero atteggiamento di resa e le rare occasioni in cui aveva controllato sotto il letto per assicurarsi che fosse ancora lì, senza mai usarla, fossero diventate una routine a cui si era abituato un po' troppo.

Non questa volta, però. Poteva anche essersi convinto che il colori si fossero spenti, ma non poteva negare che alcuni si stessero riaccendendo e che le cose cominciavano a sembrargli nuovamente più belle. Sentì il bisogno di approfittare di quei momenti sporadici, di utilizzare quel muscolo atrofizzato che era la sua vena creativa e di sentire la passione scorrere nelle vene.

E tutto grazie ad un angelo celestiale.

Infilò le mani nello zaino per terra e ne tirò fuori quel groviglio di spaghetti che erano le sue cuffiette attaccate all'iPod. Una delle prime cose che si era assicurato di fare quella mattina fu scaricare Into Your World di Lu Han, e aveva aspettato tutto il giorno per ascoltarla. Non sarebbe stato come ascoltarla dal vivo, ma sarebbe stato abbastanza per conservare il bellissimo ricordo di quei preziosi minuti che ora portava nel cuore come un tatuaggio indelebile.

Con una cuffietta nell'orecchio, lasciò scivolare le dita sui tasti quando la musica cominciò a suonare, accarezzandoli gentilmente come per stuzzicarsi. Non sapeva cosa fosse, ma qualcosa nella voce di Lu Han in quella canzone intima fece sciogliere le sue inibizioni e risvegliò qualcosa dentro di lui – gli fece venir voglia di creare qualcosa di importante. Come succedeva una volta.

Come aveva voluto una volta.

E alla fine, le sue dita non poterono fare a meno di arrendersi e muoversi sui quei tasti e aspettare che i colori cominciassero a dipingere sulla sua anima.



*



La luna si era elevata alta nel cielo scuro mentre la notte avvolgeva Minseok e gli rubava i sogni; con la cuffietta ancora a malapena nell'orecchio mentre la sua testa riposava su una pila di spartiti punteggiati di ispirazioni.

Non sapeva che, a poco meno di duecento miglia da lì, in una solitaria camera d'albergo un certo qualcuno lo stava sognando a sua volta.

*

Passò quasi metà settimana prima che rivedesse Lu Han.

Ma, sorprendentemente, riuscì ad avere notizie di lui ogni giorno in un modo o nell'altro.

Che fosse un messaggio durante la sua prima lezione, completato da una foto scattata dalle ultime fila dei banchi:

Baozi, guarda! Sono a lezione! Come un vero studente! ㅋㅋㅋ Potrei addormentarmi, è noioso senza di te T_T ~ LH

O una scatola di ciambelle che lo attendeva fuori dall'ufficio con un bigliettino sopra che, non fu sorpreso di vedere, aveva qualche baozi scarabocchiato sopra.

Minseok sospirò. Si chiese se scrivere MINSEOK a caratteri cubitali e con un pennarello indelebile sul braccio di Lu Han lo avrebbe aiutato a ricordagli il suo nome, ma ne dubitava. I disegnini lo fecero sorridere, comunque, mentre si abbuffava con soddisfazione e Jongdae lo guardava con invidia e lo stomaco borbottante.



*



I giorni sembrarono volare e un nuovo fine settimana si avvicinava.

Giovedì mattina era giunto luminoso e sereno e Minseok si godette il sole tiepido sulla pelle mentre si faceva strada per il campus per incontrare uno dei suoi tutor. Come sempre, c'erano degli occhi che lo fissavano curiosamente quando passava; alcuni cercavano di capire dove lo avessero visto prima e altri bisbigliavano eccitati agli amici accanto – la cosa più strana era che Minseok ormai considerava tutto questo la normalità.

Aveva appena superato il dipartimento di Scienza e Tecnologia quando una paio di mani apparvero improvvisamente davanti ai suoi occhi.

“Indovina chi sono,” sussurrò una voce al suo orecchio.

Kim Taeyeon?!?” scherzò con finta sorpresa. Le mani scomparvero e Lu Han saltò di fronte a lui, felice come un bambino. “Aw, cavolo. Avrei giurato fosse una voce di donna!”

“Molto divertente, piccolo raviolo. Vuoi sapere delle belle notizie?”

“Cosa?” Cominciarono a camminare insieme, fianco a fianco.

“Domani sera. All'Enigma. Biglietti VIP per tutti noi.”

“Noi? Chi sarebbe ‘noi’?

“Tu, io, l'altro ragazzo della rivista e la band, ovviamente. Infatti, è imperativo che li porti con te – sono loro il motivo per cui ho organizzato tutto.”

Minseok si strinse le mani. “Sei sicuro di voler uscire anche questo fine settimana? Dopo...?”

Lu Han aggrottò le sopracciglia confuso e poi lentamente annuì. “Ah. Hai letto i giornali, vero?” Gettò un braccio attorno alle spalle di Minseok. “Ti ho mai detto che quella tua testolina si preoccupa troppo? E poi, come ho già detto – non lo faccio per me.”

Si staccò da Minseok quando raggiunse il proprio bivio. “Fai preparare i ragazzi per le 22 – e assicurati che il loro look sia swish – davvero swish. Capito? Vi passo a prendere io.” Gli lanciò un sorriso da togliere il fiato e lo salutò, scomparendo in fondo alla strada con un gruppetto di ragazze che lo seguiva poco dietro. “Non te ne pentirai, Baozi! E ricorda: swish!



*



Dire che Chanyeol e il resto della band fossero eccitati di andare all'Enigma con Lu Han sarebbe stato un eufemismo. Dopo parecchi minuti in cui era rimasto scioccato con la bocca aperta, Chanyeol aveva poi cominciato a saltare su e giù ripetutamente, agitando le braccia, ed emettendo squittii che Minseok immaginò solo i cani avrebbero potuto udire. Anche Baekhyun aveva saltato di gioia, per poi preoccuparsi se sarebbe stato meglio con una camicia blu o argentata, facendo alzare gli occhi al cielo a Kyungsoo. E Tao... beh, Tao rimase calmo e risoluto come al suo solito ma la leggera incurvatura delle sue labbra rivelò quanto in realtà anche lui fosse felice.

Minseok, al contrario, aveva sentimenti contrastanti. Da una parte, era eccitato di tornare, specialmente con tutti i suoi amici e vestito in modo adeguato. Dall'altra, però, temeva che i giornalisti e gli haters potessero distorcere la realtà delle azioni della star e creare un ulteriore scandalo.

Non sapeva se il suo cuore avrebbe potuto reggere altri articoli di quel genere.

Nonostante tutto, quando venerdì sera arrivò, Minseok sentì le farfalle danzargli nello stomaco rendendolo nervoso. Sembrò avere lo stesso problema di Baekhyun, non sapendo cosa indossare e passando molto più tempo di quanto non avrebbe dovuto davanti allo specchio, acconciandosi e ri-acconciandosi i capelli per la centesima volta. Non aveva la più pallida idea di quale stile gli stesse meglio, quindi alla fine si arrese ad una semplice capigliatura disordinata, passandosi un paio di volte il gel tra i capelli con le mani.

Guardò il proprio riflesso annuendo. Andava abbastanza bene.

Bzzp, bzzp, sentì il cellulare vibrare in tasca.

Siamo fuori. Sei già pronto? ~ LH

Sì. Dammi due secondi per prendere le mie cose ~ B


Gli ci vollero un paio di secondi per rendersi conto che si era firmato con la ‘B’ di Baozi e rise. Lu Han sembrava davvero essere riuscito ad insinuarsi nella sua testa.

Minseok si picchiettò le tasche per controllare di avere chiavi e portafogli e poi uscì di casa, cercando di non pensare a quanto fosse swish e a se Lu Han avrebbe approvato perché lo avrebbe solamente spinto a tornare su e cambiarsi. Ancora.

Respiri profondi. Vai bene così. Lu Han sarà da mozzare il fiato. Tutti si divertiranno. Smettila di toccarti i capelli. Non leggere altri giornali, erano i pensieri che gli scorrevano in testa come dei titoli di coda.

E poi quello che vide una volta uscito fu abbastanza da farlo fermare sui propri passi.

Una limousine.

“Mi stai prendendo in giro…”

Il finestrino posteriore si abbassò e musica rimbombante lo raggiunse. “Oh, non ti avevo detto che avrei portato una limousine?” gridò Lu Han. “Ora sbrigati! Hai sempre così tanta paura delle macchine o cosa?”

Il viso di Chanyeol si fece spazio accanto al suo, con un bicchiere di champagne in mano. “Hyung, guarda! Una cavolo di limousine! Salta su! È così incredibile!

Minseok non poté fare a meno di ridere per quello in cui si era trasformata la sua vita. Tutto questo non era normale.

E stava amando ogni secondo di essa.

Saltò su quando la portiera si aprì per poi richiudersi dietro di lui. Sembrava essere l'ultimo dato che gli altri erano già tutti lì – Jongdae, con una camicia viola acceso, un farfallino e un gilet, portava i capelli come un giovane Tom Hanks; Baekhyun aveva scelto la camicia argentata alla fine, in contrasto con i capelli scuri e il makeup che gli illuminava la pelle; Chanyeol indossava una semplice camicia bianca e una sottile cravatta nera che lo faceva sembrare sorprendentemente sofisticato nonostante i capelli ricci e selvaggi; Kyungsoo sedeva elegante in blu scuro; Tao era il più suadente di tutti, con una camicia rosa pallido, la giacca di un completo e un singolo diamantino all'orecchio che brillava sotto le luci da discoteca che Minseok notò solo in quel momento. Avevano tutti un lungo bicchiere, dal quale stavano bevendo un liquido pallido e bollicinoso, e ridevano insieme.

E poi c'era Lu Han; una camicia celestina con le maniche lunghe sollevate fino al gomito, glitter dello stesso colore sugli occhi che si sfumava in un blu più scuro, come al solito. A Minseok ricordava una nereide malinconica che danzava nell'acqua al chiaro di luna e mandò giù velocemente qualche sorso di alcol per bloccare quella similitudine ridicolmente poetica che gli aveva invaso la mente.

Minseok aveva optato per qualcosa di semplice e di classe; una scelta classica di-

“Nero, huh? Ti affidi a quello che conosci – mi piace. Ti sta bene,” disse Lu Han, squadrandolo da capo a piedi. “Un leggero miglioramento rispetto all'outfit della scorsa settimana.”

Rise quando Minseok lo punzecchiò scherzosamente sulle costole. “Brutto impertinente – non sapevo che saremmo andati per locali la scorsa settimana!”

“Scuse, solo scuse…”

Chanyeol e Baekhyun cantavano a gran voce e con entusiasmo, forse un po' stonati, e giocavano con i pulsanti luminosi dietro i propri sedili – fecero cambiare colore alle luci diverse volte e fecero aprire una gran varietà di scompartimenti nascosti pieni di snack e bottigliette in miniatura di soju, rendendoli ancora più eccitati. Uno dei bottoni fece aprire il tettuccio e i due colpevoli si guardarono stupiti.

“Che figo! Andiamo!” Chanyeol afferrò la mano di Baekhyun e lo tirò su, entrambi uscirono nell'aria notturna, gridando a pieni polmoni. Minseok alzò gli occhi al cielo; non poteva portare quei ragazzini da nessuna parte.

Quando gli altri li raggiunsero, stringendo i propri corpi in quello spazio ridotto,Lu Han scivolò sui sedili in pelle più vicino a Minseok e fece tintinnare i loro bicchieri.

Si avvicinò e sussurrò, “Ganbei.” La parola solleticò l'orecchio di Minseok e sentì un brivido percorrergli la schiena. Cercò di non pensare a quanto le labbra di Lu Han fossero vicine al proprio collo.

Minseok deglutì e diede una pacca alla coscia di Lu Han. “Oh no, non ricominciare – mi ritroverei a terra ancora prima di arrivare lì!”

“Forse questo è il mio piano.”

Guardò Lu Han con gli occhi spalancati, ma la star si limitò a ghignare e a voltarsi timido.

Chanyeol si riabbassò, i capelli scompigliati come se avesse preso la scossa, e urlò, “Hyung! Dovresti provare! È divertentissimo!”

Prima che potesse dire qualcosa, la mano di Minseok fu improvvisamente circondata da quella di Lu Han, e si ritrovò in piedi nella limousine.

Il vento gli colpì il viso e soffiò tra i suoi capelli quando la sua testa sbucò dal tettuccio, facendo ridere il cantante quando cercò, invano, di risistemarseli. Ma nonostante quello, la brezza era rinfrescante e in un certo senso lo mandò su di giri. Sollevò un braccio in aria e sentì il vento danzare tra le dita. Le persone lo guardavano attraverso i finestrini delle proprie auto e qualcuno suonò il clacson per attirare la sua attenzione ma non gli importava. Si sentiva libero.

Lu Han posò il mento sulla spalla di Minseok e parlò al vento, “Ho detto ganbei, piccolo raviolo. Sai di non poter ignorare un ganbei.”

Minseok non ebbe altra scelta se non arrendersi a quella vocina e alzare gli occhi al cielo drammaticamente prima di buttare giù lo champagne e lasciare il bicchiere vuoto dondolare in mano al proprio fianco.

Rabbrividì. “Se il mio fegato cede, do la colpa a te.”

“In quel caso potrai avere il mio – sempre che funzioni ancora.”

Minseok rise. “Non potresti vivere senza il tuo fegato, Lu Han.”

“Ma... nemmeno tu potresti.”

La limousine frenò ad un semaforo rosso e furono travolti da un coro di “Lu Han! Lu Han!” da un gruppetto di ragazze in vestiti succinti vicino ad un ATM. Lu Han le salutò e mandò persino loro un bacio, per il quale gridarono e fecero finta di svenire teatralmente. Quando il motore ruggì e la limousine riprese a muoversi, un paio di ragazze cominciarono a correrle dietro, sfilandosi i tacchi a spillo per inseguire la celebrità a piedi nudi sul marciapiede. Ma i loro sforzi furono vani, svanendo in niente se non dei gridolini in lontananza.

Minseok gli afferrò un fianco. “Quanto ti piace stuzzicare.”

“Lo adorano. Tu no?” I suoi occhi si spostarono inequivocabilmente sulle labbra di Minseok.

Sin troppo.



*



Quello che accadde quando arrivarono al locale fu qualcosa che Minseok non si era aspettato, sebbene rimanesse un mistero il perché continuasse ad aspettarsi qualcosa. A questo punto avrebbe potuto benissimo farsi trascinare dal corso degli eventi.

A differenza del venerdì sera precedente, dove l'ingresso dell'Enigma era stato organizzato e gestito, questa volta fu un po' diverso – sembrava ci fossero almeno un centinaio di persone riunite fuori, senza contare la fila all'interno del locale stesso. Una sfilza di paparazzi li stava aspettando e, non appena la limousine si avvicinò, si sollevarono le macchine fotografiche davanti al viso e cominciarono a scattare freneticamente, circondando il veicolo. Chanyeol e Baekhyun premettero le mani contro il vetro oscurato e guardarono la scena meravigliati.

“Tutto questo è per te?” chiese Baekhyun, a bocca aperta.

Lu Han incurvò le labbra timidamente. “Non solo per me.”

La limousine parcheggiò lungo il passaggio e lo stesso uomo robusto che Minseok riconobbe dalla settimana prima aprì la portiera. Lu Han scolò lo champagne e, poco prima di lasciare l'auto, si girò verso gli altri ragazzi.

“Statemi dietro. Oh, e non dimenticatevi di sorridere.”

Uscì in un oceano di flash e Minseok lo seguì con riluttanza; gli altri sbucarono dietro di lui ansiosi. Era un mare stordente di luci accecanti e grida, ma una mano lo afferrò e lo tirò in avanti. D'istinto si allungò indietro e prese la mano di Jongdae, formando una sorta di catena per riuscire a superare la folla.

All'improvviso Lu Han si fermò per fronteggiare il muro di macchine fotografiche che venivano tenute a bada dalla sicurezza, e i ragazzi si misero in riga accanto a lui. Si posizionò velocemente tra Jongdae e Chanyeol e sfoggiò un sorriso smagliante. Tra le voci tuonanti, Minseok riuscì a distinguere alcune frasi:

Lu Han! Lu Han, da questa parte!

Lu Han, novità sul nuovo album?

Lu Han, chi sono questi ragazzi? State collaborando?

Sollevò il mento e alzò la voce. “No, nessuna novità sul nuovo album. E loro sono i miei amici. In realtà,” indicò i membri della band. “Questi sono gli Urban Blackout, un nascente gruppo indie. La loro musica è fantastica – dovreste decisamente dargli un ascolto!”

La folla impazzì e la band si immobilizzò per lo shock, incapaci di chiudere la bocca. Baekhyun e Chanyeol si guardarono un secondo per poi iniziare a posare per le fotocamere; Baekhyun era una delizia per gli occhi che faceva urlare le ragazze e Chanyeol l'anima della festa con il suo sorriso tutto denti. Kyungsoo sembrava nervoso ma Tao gli passò un braccio attorno alle spalle e lo strinse, facendolo rilassare leggermente.

La musica degli Urban Blackout! Su YouTube!” gridò sopra il rumore Chanyeol, senza più riuscire a contenere l'eccitazione e quasi tremando per tutta l'attenzione che stavano attirando.

Lu Han ben presto li condusse all'ingresso dove il buttafuori fu contento di farli entrare senza problemi. Non c'è bisogno di controllare i nomi sulla lista degli invitati quando hai l'aspetto giusto.

Tipico.

Quando arrivò, tutti collassarono dentro l'ascensore.

“Questo dovrebbe riscuotere un po' d'interesse,” sospirò Lu Han, appoggiandosi alla parete dell'ascensore.

“Mi sono sentito come una celebrità – una vera celebrità! È stato incredibile! Saremo famosi!” Baekhyun afferrò il braccio di Kyungsoo e saltò su e giù.

Chanyeol si teneva il petto con una mano. “Il mio cuore... mi fa un po' male, a dire il vero…”

Lu Han rise. “Beh, mi rimetterei in sesto velocemente se fossi in te. Ci sono altre persone importanti che voglio che incontriate.”



*



In un offuscato turbinio di bottiglie di champagne scintillanti e docce di laser colorati, i ragazzi si persero nella folla vestita elegantemente, mescolandosi con spiriti ricchi e in estasi . Tao, soprattutto, sembrava essere nel proprio elemento – sembrava un modello raccolto direttamente dalle passerelle di Shanghai piuttosto che dalle correnti dei corridoi della SNU, il suo profondo sguardo sexy attirò più di uno sguardo nella propria direzione. Baekhyun non poté fare a meno di leccarsi le labbra guardando le ballerine mezze nude che strusciavano i propri corpi sui pali in un angolo della pista da ballo, mentre Chanyeol parlava con tutti e chiunque e si allungava sopra le teste delle persone per prendere da bere per sé, Jongdae e Kyungsoo dai vassoi dei camerieri.

Ci fu un momento in cui Lu Han scomparve, per tornare poi con un uomo dall'aspetto professionale al seguito. A quanto pare era un rappresentante della FNC Entertainment col quale aveva parlato brevemente durante il suo viaggio a Busan e Lu Han era entusiasta di presentargli i ragazzi degli Urban Blackout ai quali aveva segretamente fatto molta pubblicità nell'industria, con sorpresa di tutti.

Naturalmente i membri della band rimasero ammutoliti per lo shock quando scoprirono chi volesse conoscerli, e poi si inchinarono profondamente così tante volte che Lu Han dovette chiedere loro gentilmente di smetterla. Mentre cominciavano a conversare eccitati con il rappresentante della FNC, Lu Han si allontanò seguito da Minseok.

“Hai realizzato tutti i loro sogni stasera, te ne rendi conto?” gli disse da sopra la spalla. Lu Han si voltò e si illuminò mentre Minseok faticava a trovare le parole. “Io…non so cosa dire. Ma grazie.”

Lu Han annuì e si chinò per farsi sentire sopra la musica. “Le persone hanno bisogno di sentirsi dire cosa godersi in questo mondo, è questa la triste verità. Quindi ho preso io la decisione per loro. Diamine, quei ragazzi hanno talento, carisma, presenza scenica – tutto quello che ti possa venire in mente. E le loro canzoni sono fantastiche. Si meritano una possibilità di avere successo!”

All'improvviso la sua attenzione venne catturata da qualcosa alle spalle di Minseok e cominciò a saltellare, agitando le braccia. “Jongin-ah! Sehun-ah!

Minseok si voltò e sentì un tonfo allo stomaco. Due di quelli che avrebbe potuto definire solamente come l'equivalente coreano dei modelli di Victoria's Secret si stavano dirigendo verso di loro, mozzando il fiato a chiunque incrociassero. Uno di loro era alto e quasi etereo – una costante espressione impassibile dipinta sul viso; l'altro, pelle scura e alto quasi uguale, emanava abbastanza sicurezza di sé e fascino misterioso da far venir voglia a Minseok di nascondersi al buio di una stanza e non mettere mai più piede fuori.

Lu Han, d'altro canto, non sarebbe potuto sembrare più felice di così. “Sono così contento che siate venuti! Questo è B-”

Minseok. Il mio nome è Minseok,” lo interruppe velocemente. L'ultima cosa che voleva era che questi due sconosciuti pensassero a lui come a un oggetto di scherno, sempre che già non lo pensassero.

“Giusto. Minseok, questi sono Jongin e Sehun, i miei ballerini qui a Seoul.” Tirò entrambi in un abbraccio e Minseok si ritrovò a distogliere lo sguardo quando uno dei due sembrò stringerlo un po' più a lungo. “Sehun-ah, devi assolutamente raccontarmi tutto del Super Show, dev'essere stato incredibile…”

Lu Han e Sehun si allontanarono con i visi vicini. Il ragazzo chiamato Jongin rimasse accanto a lui, giudicandolo spudoratamente di sottecchi.

Il ballerino sbuffò. “È carino.”

“Cosa?” Minseok cercò di raddrizzare la schiena e gonfiare il petto nel tentativo di sembrare più alto, invano.

“Quanto ti struggi per Lu Han. Ma immagino che sia questo che fanno gli animali da compagnia.”

Minseok per poco non si strozzò con il drink. “Chiedo scusa?”

Jongin si avvicinò. “È questo che sei, no? Sei il cucciolo di Lu Han che lo intrattiene quando è annoiato e che gli porta pubblicità. Sarà triste quando ti dovrà abbandonare, ma non ti preoccupare,” Il suo viso era un po' troppo vicino ora e ruggì tra i denti; “Gli passerà. Perché, affronta la realtà, troverà in fretta un nuovo cucciolo con cui giocare.”

Quelle parole bruciarono come veleno sebbene Minseok non avrebbe voluto ammetterlo. Il suo sguardo si spostò su Lu Han che ora stava ancora più vicino all'altro ballerino e gli sussurrava all'orecchio.

Quella voce nociva continuò. “Non appartieni a questo mondo. Lo sai tu, lo so io. Goditi i tuoi quindici minuti di fama…Baozi.”



*



Visto che la band stava socializzando e stringendo mani ad esperti dell'industria nella zona VIP, Jongdae era riuscito a trascinare Minseok sulla pista da ballo per mostrare le proprie mosse discutibili ma Minseok dovette ammettere che il suo cuore non era in pace e, invece, si ritirarono al bar.

Sei il cucciolo di Lu Han.

Non appartieni a questo mondo.


Scosse la testa fortemente. Era determinato a non lasciare che quelle parole gli demolissero lo spirito, non stasera. Né mai. Perché non erano vere. Lui significava più di quello.

Doveva significare di più.

Come era tipico del proprio carattere, Jongdae riuscì a farsi coinvolgere in una discussione concitata riguardante la musica con il barista dietro il bancone. Minseok gli doveva ricordare spesso che non sei un avvocato ancora, non devi vincere ogni dibattito in cui ti ritrovi coinvolto. Ma, ovviamente, non lo ascoltava mai.

Minseok rimase in piedi pensieroso accanto al menù dei cocktail, mescolando meccanicamente il proprio drink, quando una voce gentile gli sussurrò all'orecchio:

Mi annoio. Andiamo da qualche parte.

“Hm? Cosa?” Ma si ritrovò trascinato via, delle dita delicate gli circondavano il braccio e lo trascinavano in mezzo alla folla di corpi che si muovevano fino all'uscita d'emergenza nel retro del locale. Fissò scettico Lu Han quando aprì la porta e spinse fuori Minseok. C'era una scala scura che riportava al piano terra e lontano dall'ingresso dell'edificio, dalle fan e dai paparazzi, fortunatamente.

“Dove sono andati i tuoi amici?” chiese il più casualmente possibile Minseok, pregando silenziosamente che fossero caduti ai confini della Terra.

“Intendi Jongin e Sehun? Probabilmente ancora da qualche parte dentro il club – staranno bene. Conoscono abbastanza persone.”

“Sembrate piuttosto vicini…”

Svoltarono l'angolo e continuarono dritti in una strada vuota. “Lo siamo. Li conosco da quando si sono uniti alla compagnia qualche anno fa. Sono dei ballerini incredibili. Le cose che riescono a fare i loro corpi... voglio dire, wow…”

Minseok deglutì. “Quando ballano, giusto? Intendi quando ballano?”

“Certo, quando ballano, raviolo sciocchino. Cos'altro avrebbe potuto significare?”

Dei fari illuminarono all'improvviso i loro dintorni e il muso di una Mercedes nera sbucò dal nulla.

“Ah. Niente limousine?”

“Non esiste ancora un'app per quello,” lo prese in giro Lu Han. “Ti stai abituando un po' troppo alla vita di lusso, Baozi? Dovrò cominciare a smettere di viziarti con tutte queste comodità…”

“Ti prego non farlo, me le sto godendo.” Minseok lo seguì dentro l'auto. “Dove stiamo andando?”

“Vedrai.”



*



Guidarono un po' fuori dal centro di Hongdae, lungo le sponde del fiume Han. Era tardi ormai e incrociarono poche auto sulla strada, salvo qualche taxi che riportava a casa gli abitanti di Seoul ubriachi o che avevano lavorato fino a tarda sera.

La macchina superò un ponte – Minseok non riconobbe quale, sentiva le palpebre farsi pesanti – e si fermò una volta raggiunta l'altra sponda. Lu Han tirò fuori un fagotto da sotto il sedile anteriore e lo aprì, rivelando la vecchia felpa di Minseok e la sua amata fiaschetta nascosta nella tasca. Si infilò la felpa e fece cenno a Minseok di uscire insieme a lui.

L'aria era pungente ma sopportabile. Lu Han lo condusse verso l'ignoto, camminando avanti ma voltandosi di tanto in tanto per assicurarsi che Minseok lo stesse seguendo. Avevano imboccato un sentiero circondato da erba tutt'intorno, il quale si allontanava dalla strada principale e portava verso il fiume. Il terreno si inclinò leggermente in salita per un piccolo pezzo e, quando Minseok raggiunse la cima, gli sfuggì un sospiro.

Il profilo della città sull'acqua era da mozzare il fiato – proseguiva per miglia da entrambi i lati del ponte illuminato, e le centinaia di luci delle finestre riflesse sulla superficie del fiume danzavano come lucciole. C'era silenzio; l'unico suono che si udiva era quello del leggero traffico che sembrava essere a un intero mondo di distanza.

C'erano solo lui, Lu Han e le lucciole.

Lu Han sospirò soddisfatto. “So che non è molto ma...mi piace venire qui ogni tanto, e fingere che le luci della città siano stelle. Dato che non si possono vedere in altro modo.” Si sdraiò sulla collina erbosa svitando il tappo della fiaschetta, e Minseok si unì a lui, abbassandosi le maniche della camicia per proteggere la pelle dal terreno freddo. Il cielo scuro era spento, l'inquinamento degli edifici torreggianti celava i delicati puntini di luce che li fissavano dall'alto dell'universo.

“È pazzesco pensare che tutto derivi dalle stelle, vero?” chiese Lu Han, prendendo un sorso. “Tu. Io. Tutto ciò che vediamo intorno a noi ogni giorno – tutti gli elementi fusi dentro una gigantesca fornace nucleare e poi rilasciati nell'universo dove alla fine collassano sotto la loro stessa gravità. Una supernova.” Si voltò verso Minseok e si passò un dito sotto il mento. “Una stella è morta perché noi potessimo essere qui stanotte, Baozi. Bellissimo, vero?”

“Già, è... piuttosto affascinante, sì. Wow.” Minseok riuscì a malapena a distinguere un puntino bianco sulla tela nera sopra di loro e si chiese quali straordinarie cose avrebbe creato un giorno quando avesse raggiunto la fine di quella lunga esistenza. Sempre che non fosse già successo. “Come mai sai così tanto su queste cose?”

“I viaggi in aereo sono noiosi quindi ho cominciato a scaricare libri sull'astronomia e cose da leggere duranti i voli più lunghi. È davvero tutto molto interessante. Ti fa ricordare quanto insignificante tu sia nel grande schema delle cose. Ti fa tornare umile.”

“Non potrai mai essere insignificante. Per nessuno,” sussurrò Minseok.

“A volte mi chiedo se non sarebbe meglio che lo fossi.”

Si tirò su sui gomiti. “…Che vuoi dire?”

Lu Han sospirò profondamente e si alzò a sedere, chinandosi e sollevandosi il cappuccio sopra la testa per nascondere il viso.

“Un tempo, volevo solamente cantare e creare quel tipo di musica che fa sentire le persone felici con se stesse. Ora tutto ciò che faccio è spingere le persone ad affamarsi, a farsi tagliuzzare il viso, ad odiarsi perché non sono conosciute dal mondo o perché non hanno un conto bancario senza fondo. Forse hanno ragione su di me; forse quello che scrivono è la verità. Forse quello che sono in realtà è... solo veleno.” Sputò l'ultima parola con disgusto e prese un lungo sorso dalla fiaschetta. “La verità, Baozi... è che leggo i libri di astronomia per ricordare a me stesso che là fuori ci sono cose migliori, cose più belle e straordinarie, perché... sinceramente? Non ne vedo più poi così tante ormai.”

Minseok sentì la bocca secca. “È... davvero questo che pensi?”

Lu Han non disse nulla per un po' e poi lentamente annuì con la testa. “Non so perché ti sto dicendo tutto questo. Non è giusto che affronti tutta la merda che è la mia vita.”

Qualcosa si accese dentro Minseok, a quel punto; una rabbia, una passione, qualcosa che non aveva provato da tanto tempo, che sembrava quasi sconosciuta. Balzò in piedi, strappò la fiaschetta dalle dita di Lu Han e, con tutta la forza che riuscì a trovare, la lanciò in aria e la guardò cadere nell'acqua sotto di loro.

He-!” cominciò Lu Han, ma Minseok non lo stette a sentire.

“Guardami,” gli ordinò, inginocchiandosi davanti a lui e afferrando il viso di Lu Han tra le proprie mani. “Tu sei la cosa più bella che io abbia mai visto, mi hai capito? Dentro e fuori – e non posso più vivere un secondo della mia vita sapendo che pensi così male di te stesso – non lo accetto, non posso. Gli avvoltoi non se ne andranno mai, saranno sempre... pronti a beccare e strappare fino a che non arriverai al punto di rottura ma tu puoi essere forte e sconfiggerli – se non per te, allora fallo per me perché, dannazione, non so cosa mi potrebbe accadere se ti arrendessi. Io non sono così forte. Riesco a malapena a mantenere il controllo semplicemente guardandoti.”

Sollevò un braccio in direzione dell'acqua e puntò il proprio sguardo sui suoi occhi lucidi. “Non hai bisogno di quella schifezza, okay? Non hai bisogno del soju o del baijiu o della birra o di qualunque cosa sia quello che bevi, perché quella merda non sistema niente. Tu vali molto più di quello. Hai me – lascia che sia io la persona in cui affogare le tue sofferenze, perché sai una cosa? Io non sono una bottiglia, io non posso finire. Io voglio affrontare la merda che è la tua vita perché grazie a te i colori si sono riaccesi. Ho così tanto per cui ringraziarti, Lu Han... non ne hai la minima idea.”

Il labbro di Lu Han tremò quando le lacrime caddero dalle sue folte ciglia e si lanciò contro il petto di Minseok, cingendolo forte con le braccia. Minseok si chinò di lato e affondò sull'erba, stringendo Lu Han e accarezzandogli i capelli morbidi quando il cappuccio cadde indietro.

La cosa più strana era che quasi riusciva a toccare i profili taglienti dell'anima distrutta di Lu Han che si impigliavano delicatamente alla sua pelle, che cercavano di strappare le cuciture che a malapena lo tenevano insieme – ma non faceva male, nemmeno un po'. Gli faceva solamente venire voglia di stringerlo ancora più forte, di proteggerlo da quel solitario mondo contorto e di far sì che tutto fosse perfetto.

Perché era questo che un angelo meritava.

Le sue labbra si posarono sulla sua testa. “Scriverò questo articolo per la rivista e ti mostrerò al mondo – mostrerò il vero te, lo prometto. E se il mondo non si innamorerà di te come dovrebbe allora…” Fece una pausa quando la sua voce si ruppe e tirò su col naso. “Allora significa che non sono un bravo scrittore e abbandonerò il mio lavoro. Ci stai?”

A Lu Han sfuggì una risatina e annuì contro il suo petto. Usò la manica della felpa per asciugarsi gli occhi, sbavandosi il trucco sulla pelle come alla fine di ogni serata, e sollevò lo sguardo sul viso di Minseok. “Grazie, Baozi. Di tutto.”

Anche con la poca luce, il viso di Lu Han era così vicino che Minseok non avrebbe voluto fare altro che sedere lì con lui in eterno e contare ogni singolo ciglio, ogni poro della sua pelle, e baciare ogni lacrima che cadeva, e gli faceva male sapere che ne aveva già perse possibilmente migliaia nella sua vita.

Lascia che recuperi il tempo perduto, desiderava dire. Almeno, lascia che ci provi.

Con una mano afferrò il suo mento, le labbra così vicine che sentiva il respiro di Lu Han solleticargli la bocca, ma esitò.

Sarà triste... quando ti abbandonerà

Invece, Minseok fece scivolare le mani su e giù sulle braccia tremanti di Lu Han. “Andiamo, torniamo alla macchina prima di congelare.” E prima che io affoghi nei miei stessi sentimenti.



*



Si tennero per mano mentre tornavano indietro; era confortante e naturale, come una vecchia abitudine.

Ma quando risalirono per il sentiero, all'improvviso delle voci gridarono:

Oppa! Oppa!

Lu Han oppa!

Lu Han si irrigidì. “Wow, ci hanno davvero seguito fino a qui... impressionante…”

“Quelle sono…fans? Le fans ti seguono?”

“Già. Sei pronto a correre?”

“Correre? Cos-?”

Lu Han balzò in avanti trascinando Minseok con sé quando le ragazze urlanti cominciarono a rincorrerli lungo la strada. Minseok sarebbe stato spaventato dall'intera esperienza se Lu Han non avesse riso per tutto il tempo; gli piaceva davvero stuzzicare.

Potresti semplicemente fermarti e parlare con loro!” gridò Minseok, cercando di non inciampare sul terreno sconnesso.

“E dove sarebbe il divertimento?

Invece volarono come polvere catturata dal vento e planarono verso la Mercedes in lontananza – solo che non era sola. Almeno una mezza dozzina di altre macchine si erano riunite lì attorno, alcune le bloccavano persino la strada. L'autista, che in realtà Minseok non aveva mai visto prima, stava discutendo con un gruppo di paparazzi agitati che gesticolavano teatralmente con le loro grandi macchine fotografiche appese al collo. Lu Han si bloccò.

“Cosa facciamo ora?” chiese Minseok, guardandosi velocemente alle spalle per cercare le fan che però erano rimaste indietro.

Lu Han non disse niente. Si limitò a spostare il proprio sguardo da Minseok, alla macchina, ai fotografi e poi di nuovo su Minseok con espressione calcolatrice.

“Lu Han? A cosa stai pensando?”

“Sto pensando…” mormorò, e poi un sorriso affettuoso gli sollevò gli angoli della bocca. “Vienimi dietro.”

E, con le spalle dritte, marciò verso il caos, le dita ancora intrecciate con quelle di Minseok.

Naturalmente i paparazzi impazzirono quando lo videro. Minseok non aveva idea di cosa ci facessero lì – qual era il grande scoop? Dovevano averli seguiti dal locale, pedinando il loro veicolo, ma per cosa? Una sua foto con un amico? Cosa c'era di così eccitante in questo?

Lu Han, chi è questo ragazzo?” gridarono.

“Sii sincero: state insieme?

“Cosa rappresenta lui per te?

A quel punto le ragazze li avevano raggiunti, affannate e ansimanti, e stavano puntando i loro telefoni nella loro direzione.

Tutti gli occhi erano puntati su di loro.

Il cuore di Minseok batteva così forte nel suo petto che era sicuro che potessero sentirlo tutti.

Tutto ciò che Lu Han fece in quel momento fu tirarlo vicino a sé e pronunciare con voce chiara:

“Wǒ de*.”

Tutto si fermò in quel momento, o almeno sembrò andare a rallentatore, quando portò una mano sulla nuca di Minseok, affondandola tra i suoi capelli e avvicinando il suo viso al proprio, e le loro labbra si incontrarono a metà strada di fronte al mondo intero; pelle su pelle, petto contro petto, e i fuochi d'artificio esplosero dietro le sue palpebre.

Il Paradiso, sembrava, non era poi così lontano dopotutto.

 

 

 

*Wǒ de: Mio.

  
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