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Autore: VigilanzaCostante    22/02/2021    4 recensioni
[Storia partecipante al contest "Sing A(ngst) Song!" indetto da KiddoB sul forum di EFP]
Erano passati tre mesi dal matrimonio più chiacchierato dell’anno, quando Harry Potter lasciò i suoi amici per prendere l’unico treno su cui sarebbe salito sempre: quello con direzione Hogwarts. I tre anni di apprendistato Auror sembravano essere andati in fumo, perché il Prescelto cambiò rotta e accettò – senza troppe remore – il posto come insegnante di Difesa contro le Arti Oscure offertogli dalla McGrannit.
|Draco/Harry, OS|
Genere: Angst, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Treni persi

 
 
Il Settimanale delle Streghe non perdeva mai l’occasione di raccontare qualche scandalo succulento, e il matrimonio di un ricco ex Mangiamorte, quale Draco Malfoy, non venne di certo ignorato. Sulla copertina l’anello scintillava sull’anulare della giovane Astoria, in un fotogramma in movimento che catturava il suo bel sorriso.
Era bella Astoria, Harry era pronto a concederglielo, ma qualcosa nel suo sguardo non lo convinceva del tutto. O forse il problema era chi aveva al suo braccio, forse il problema era lo sguardo canzonatorio di Draco Malfoy che sembrava sbeffeggiarlo anche dalla copertina. Appallottolò il giornale per buttarlo con forza dentro il cestino: quell’uomo, dall’aria aristocratica e le cicatrici profonde, doveva smettere di avere così tanto potere su di lui.
 
~·~
 
Erano passati tre mesi dal matrimonio più chiacchierato dell’anno, quando Harry Potter lasciò i suoi amici per prendere l’unico treno su cui sarebbe salito sempre: quello con direzione Hogwarts. I tre anni di apprendistato Auror sembravano essere andati in fumo, perché il Prescelto cambiò rotta e accettò – senza troppe remore – il posto come insegnante di Difesa contro le Arti Oscure offertogli dalla McGrannit. Perché decise di mollare tutto non lo sapeva nessuno, nemmeno Hermione, nemmeno Ron, se ne era andato semplicemente per tornare a casa, l’unica che poteva definire tale. Era molto da Harry, però, infischiarsene delle regole o di quello che gli altri si aspettavano da lui, facendo qualcosa di estremamente avventato. Ciò che non gli apparteneva era l’altra cosa che stava inevitabilmente facendo: scappare.
Ma Draco lo aveva proprio spezzato, spezzato a metà, finendo per essere il colpo di grazia dopo la guerra che aveva combattuto al fianco della morte. E per uno che ha sempre fatto fatica con le emozioni, con le relazioni, che senso aveva rimanere lì a ciondolare nell’attesa che quel dolore attanagliante passasse? Harry però no, non lo sapeva, che per quanto possa andarsene da se stesso non sarebbe scappato mai, che la sofferenza l’avrebbe accompagnato e il desiderio di un suo ritorno sarebbe rimasto lì, annidato nel suo cervello.
 
So you're leavin'
In the mornin'
On the early train

Erano passati tre mesi dal matrimonio più chiacchierato dell’anno, quando Draco Malfoy lasciò sua moglie per rincorrere un treno non ancora partito.
Non la lasciò per sempre, le disse che doveva fare delle commissioni non specificate e con uno scatto veloce fu fuori dal Maniero. Non sapeva nemmeno lui perché lo stava facendo: non era da Draco lasciarsi andare alla mera impulsività senza un minimo di raziocinio. Ma Pansy, l’unica a sapere tutto e custodire il suo macabro segreto, gli aveva detto che Harry sarebbe partito per Hogwarts quella mattina stessa, per cambiare lavoro, vita e ricordi.
“Stupido di un Potter” continuava a sibilare a denti stretti, anche se sotto sotto – nascosta tra la rabbia e il rimorso – c’era la consapevolezza che la colpa era sua, che lui aveva mollato la presa, lui era stato un codardo.
Quindi ora correva alla ricerca delle parole giuste, delle parole da sibilare alla fermata del treno, tra quel numero 9 e quella frazione quasi piena, ma in mano aveva il nulla di fatto. Che cosa si poteva dire alla propria nemesi, all’amore della propria vita, all’unico che sapeva ogni crepa della propria anima? Si poteva dire tanto, se loro non fossero stati Draco Malfoy e Harry Potter e se lui non avesse sposato una donna troppo giusta e troppo sbagliata al tempo stesso.
 
Well I could say everything's all right
And I could pretend and say goodbye
 
Quando si trovarono sotto il cielo di settembre gli occhi di Draco, gelidi e imperturbabili, si scontrarono contro il verde cristallino di Harry, limpido come lui era sempre stato e sapeva essere. La sorpresa lampeggiava sul suo sguardo: che cosa ci faceva lì? Voleva rendere ancora più difficile quell’addio? La sorpresa si trasformò in rabbia e si dovette aggrappare alla maniglia del suo baule e della sua valigia, per evitare di infrangerli per terra e prendere a pugni quel viso spigoloso, pugni al sapore di baci.
«Sei venuto a dirmi addio, Malfoy? Pensavo l’avessi già fatto.»
«Non partire Potter, non fare il vigliacco.»
Si incrinarono le costole di Harry, il cuore tremava e la rabbia si univa alla speranza. Lo voleva ancora accanto a sé? Ma non poteva, non poteva restare, non per un uomo sposato.
«Io il vigliacco? Io?» Le valigie tremavano e traboccavano non solo di vestiti e cimeli, ma anche di sentimenti repressi. Nessuno gli aveva insegnato a reprimere le emozioni e quindi erano lì, schiacciate dentro un baule a prendere polvere, che zampillavano per uscire a tutti i costi.
E Draco non ebbe più il coraggio di chiedergli di restare, perché aveva sprecato quella sua punta Grifondoro in frasi sconclusionate. Voleva solo dirgli che poteva amarlo anche se era sposato, che sarebbe stato più vero di qualsiasi contratto, che non doveva tornare a Hogwarts perché aveva smesso di essere la sua casa. Voleva dirgli che sarebbe stato perfetto come professore di Difesa contro le Arti Oscure ma che, egoisticamente, non accettava di immaginarlo così lontano fisicamente di lui, non importava che i metodi per spostarsi nel mondo magico fossero innumerevoli, sapeva che se avesse cambiato vita non si sarebbero visti mai più. Ma non disse niente.
Harry sorrise di un sorriso amaro, che increspò le sue labbra sottili e bruciate.
«Buona vita, Draco.»
 
Got your ticket
Got your suitcase
Got your leaving smile
Though I could say that's the way it goes
And I could pretend you won't know
That I was lying...
 
Draco rimase bloccato per minuti, o forse per ore, a guardare di traverso il finestrino dove Harry era seduto, con quel biglietto tra le mani in attesa del controllore e la voglia di addormentarsi con la testa appoggiata al vetro. Draco lo guardò in quella docilità che credeva essere inosservata, e si chiese perché dovevano essere un ex Mangiamorte e il Salvatore del Mondo Magico, si chiese perché non potevano semplicemente essere due giovani uomini alla ricerca del proprio futuro. Voleva salire su quel treno ma non c’era posto per lui, non c’era posto tra le mura di Hogwarts per chi l’aveva violata, tradita, sbeffeggiata. Hogwarts – se ci pensava bene – era stata anche la sua casa, ma poi tutto era svanito come fumo e le illusioni da bambini avevano lasciato posto ai demoni. Non poteva scappare anche lui, non aveva nessun senso farlo insieme.
Pensò ad Astoria che non aveva fatto nulla, proprio nulla, per meritarsi un marito non innamorato di lei, pensò al figlio che potrebbero avere, al piccolo uomo del futuro che poteva avere una chance d’essere migliore di lui.
Salutò con un ultimo sguardo (non visto) l’uomo che lo aveva prima salvato e poi cambiato. Lo salutò senza dirlo, pensando che forse l’amore era proprio quello, lasciar andare.
“Non ci credi nemmeno tu alle stronzate che dici” sibilava cattiva la voce dentro di sé. Ma inesorabile era la sua scelta, non si poteva tornare indietro.
Harry non seppe mai che Draco l’aveva amato – ma di fatto era così: disse “Ti amo” senza dirlo, quel giorno, sperando che bastasse.
 
Cause I can't stop loving you
No, I can't stop loving you
No, I won't stop loving you
Why should I?
 
 
Il Settimanale delle Streghe non perdeva mai l’occasione di raccontare qualche scandalo succulento, e il matrimonio dell’eroe del mondo magico, quale Harry Potter, non venne di certo ignorato. Sulla copertina l’anello scintillava sull’anulare di una Ginny Weasley incinta, il cui volto imperlato di sicurezza rimaneva stoico davanti al flash dei riflettori.
Era bella Ginny, per essere una Weasley, anche se Draco faceva fatica ad ammetterlo. O forse il problema era chi aveva al suo braccio, forse il problema era lo sguardo trasparente di Harry Potter che sembrava trapassarlo anche dalla copertina.
Appallottolò il giornale per buttarlo con forza dentro il cestino: quell’uomo dal coraggio del leone non aveva mai smesso di avere potere su di lui.  
 
 
 






 

NDA:
So bene che la Rowling ha previsto per Harry una carriera da Auror ma io, sinceramente, l’ho sempre visto meglio come insegnante di Difesa contro le Arti oscure. È stato proprio questo mio headcanon a darmi l’espediente giusto per farlo scappare da ciò che lo ha fatto soffrire.
Questa OS è breve, ma ho cercato di essere più intensa possibile. La Drarry è una coppia che amo ma di cui faccio molta fatica a scrivere. Spero che sia di vostro gradimento.
Mati
   
 
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