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Autore: OrionNoYami29    22/02/2021    0 recensioni
Bernard Girikanan sta per festeggiare i suoi diciannove anni e decide di organizzare un party, al quale parteciperanno due persone speciali. La storia sarà divisa in due capitoli.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Premessa:
Ciao :) Prima di iniziare a leggere, vi avverto che come promesso ci sono menzioni di consumo di alcol e droga. A parte questa, la storia è completamente safe for work.
Ci si vede nell'angolino dell'autrice!

“Buon compleanno, Bernard!”
Ed ecco che anche l’ultimo degli invitati si era arrivato alla festa. Eppure, di Shinjou nessuna traccia. Suo padre lo aveva avvertito che avrebbe potuto fare un po’ di ritardo, dato che si trovava in Giappone per visitare la famiglia e avrebbe dovuto prendere un volo da Tokyo per giungere nuovamente in Russia. Ma Bernard non si aspettava che ci mettesse così tanto. Era decisamente impaziente, quasi preoccupato. E se Shinjou avesse deciso di rimanere con sua moglie e suo figlio? E se l’aereo fosse caduto durante il tragitto? O semplicemente, se effettivamente Shinjou non provasse alcun piacere a vederlo e quindi stesse facendo tutto il possibile per non arrivare in tempo?
“Sei senza speranza”, si ripeté mentalmente, mentre controllava con la coda dell’occhio l’entrata, pronto ad accogliere il giovane segretario in qualunque momento.
D’altro canto, la festa di era rivelata parecchio piatta. Yuliya era stata una dei primi ad arrivare, ma a parte un cordiale sorriso e un freddissimo “Auguri”, non gli aveva praticamente rivolto la parola. Adesso, se ne stava appoggiata ad un muro, circondata da altre ragazze ricchissime ed altri poveri illusi che tentavano di attirare la sua attenzione. Osservando lo scenario dall’esterno, poteva sembrare che fosse proprio Yuliya la festeggiata, la regina del ballo, mentre lui era uno dei tanti che facevano da sfondo. Appena giunti a casa Girikanan, gli invitati si dirigevano immediatamente dalla ragazza per salutarla, per poi finalmente ricordarsi di lui. Ai loro occhi, doveva apparire meno importante, rispetto alla bellissima figlia del neosindaco della città. E pensare che da bambini lui e Yuliya erano inseparabili. Quando i suoi genitori erano in viaggio per il mondo per aiutare i bambini in difficoltà, loro passavano pomeriggi interi a giocare ed esplorare il vastissimo giardino di Bernard, sorvegliati dal fedelissimo Gustav.
Ma poi, era intervenuta sua madre.
“Decisamente deprimente”
Forse avrebbe dovuto seguire la sua idea originale, un semplice pomeriggio in centro a Kazan con i suoi tre amici più stretti. Invece ora si trovava palesemente a disagio alla sua stessa festa.
-“Come sei serio. Non ti stai divertendo?” – lo incalzò Sasha, destandolo dai suoi pensieri.
Bernard sospirò pesantemente, non era dell’umore per sopportare nessuno.
-“Non proprio.”-
Poi si allontanò verso il tavolo dei drink, accompagnato dai sussurri e dalle risatine dei suoi amici, che avevano individuato nella giovane russa la causa del dispiacere del loro amico. Se avesse dovuto passare un’intera serata così, avrebbe preferito farlo da ubriaco. Iniziò così a riempire uno dei calici di cristallo posti sul tavolo con la vodka. Un intero bicchiere di vodka liscia. Magari dopo quattro drink simili sarebbe rimasto stecchito sul pavimento e non avrebbe dovuto tollerare ulteriormente la sofferenza di essere stato ignorato. Inghiottì rapidamente tutto il liquido trasparente del bicchiere e chiuse le labbra e gli occhi in una smorfia di disgusto.
-“Otanjoubi omedetou gozaimasu*, Bernard.”
Una voce familiare lo colse di sorpresa, convincendolo ad aprire gli occhi nonostante la sensazione orribile di repulsione non avesse ancora abbandonato del tutto i suoi sensi.
Shinjou.
L’incredulità lo aveva del tutto bloccato. Cercò di nascondere l’evidente stupore con un placido sorriso, mentre il suo stomaco per l’agitazione aveva preso il volo. Altro che farfalle nello stomaco.
“Grazie, Shinjou.”
Il moro ricambiò con un timido sorriso, sentendosi ancora in colpa per essere arrivato così tardi.
“Perdona il ritardo. Il traffico prima di uscire dalla città mi ha impedito di arrivare in tempo. Spero non ci siano stati grossi problemi in mia assenza.” -
Bernard annuì. In fondo, non c’era nulla da perdonare.
 
Shinjou d’altro canto, si sentì sollevato dalla reazione del giovane. Dopo qualche attimo di silenzio tra i due, Shinjou si congedò e si mise in disparte, per eseguire il compito che gli era stato affidato. Bernard fece lo stesso e tornò dai suoi compagni di classe.
-“Sei tutto rosso. Che ti è successo? – domandò uno di loro.
-“Sarà l’alcol.” – lo prese in giro Sasha.
Bernard non rispose e lasciò credere che quella fosse la reale motivazione. Non avrebbero mai capito.
Appoggiatosi alla colonna lì vicino, cominciò a spiare Shinjou da lontano cercando di non farsi notare. Era imbarazzato. Probabilmente controllare una mandria di ragazzini non era la sua massima aspirazione lavorativa. E si era fatto quattordici ore di aereo per questo. Per fare un tale sacrificio, dovrebbe averlo a cuore almeno un po’. Sì, sicuramente Shinjou gli voleva bene. Questo gli riscaldò il cuore. Anche se i suoi sentimenti erano molto più che semplice affetto, il fatto di non essere completamente indifferente all’uomo lo consolava. “E’ sposato, Bernard”, si ricordò mentalmente, come se stesse rimproverando se stesso. La presenza di una moglie e di un figlio complicava sicuramente le cose. E Bernard non voleva essere la causa della sofferenza di nessuno, non si sarebbe mai messo in mezzo. Sarebbe rimasto in disparte, proprio come ora, ad ammirarlo da lontano.
Notò in quel momento, di non essere l’unico a provare interesse per Shinjou. A pochi metri dal segretario infatti, un gruppo di ragazze mai viste prima, lanciavano strane occhiate all’uomo. Poteva giurare di aver visto una di loro spingere una loro amica verso Shinjou, nel tentativo di motivarla a farsi avanti. Davvero imbarazzante. Bernard non si sarebbe mai reso così ridicolo.
Il giovane segretario di Orion era palesemente a disagio; la musica troppo alta e il caos della festa lo avevano convinto a prendere un po’ d’aria in giardino. “Bernard è un ragazzo responsabile”, pensò. Cosa sarebbe potuto succedere in pochi minuti di assenza?
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-“Posso cambiare musica? Ho portato una chiavetta con le mie canzoni preferite!” -implorò Sasha.
Bernard acconsentì, per non doverlo sopportare mentre si lamentava o lo accusava per l’ennesima volta di essere troppo rigido. Il cambio di musica non lo turbò molto, almeno finché non vide alcuni coetanei tirare fuori dalle giacche una strana sostanza color muschio in piccoli sacchetti.
Se lo doveva aspettare, mai consentire agli amici di invitare degli estranei. Questi dovevano essere pazzi per fumare dentro la sala. Oh, se suo padre ne fosse venuto al corrente non gli avrebbe mai più permesso di organizzare feste fino alla fine dei suoi giorni. Era necessario intervenire. Bernard si fiondò verso un gruppo di ragazzi, che sembravano distribuire cannabis agli altri invitati. Ecco, gli sarebbe toccato fare il rompipalle della situazione, quello precisino e antipatico.

- “Posso sapere cosa avete intenzione di fare? Se volete fumare erba, fatelo in giardino.” – urlò, in maniera sorprendentemente autoritaria. Tutti i presenti rimasero interdetti, tranne uno. 
- “Stai tranquillo, Bernard. È solo una festa, ci si deve divertire.” -
Bernard non poteva crederci. La bambina con cui passava le giornate in giardino all’asilo era diventata una consumatrice incallita di cannabis. Ed era riuscita a zittirlo con una sola frase. Sapeva di avere un certo ascendente su di lui e aveva sfruttato questa cosa a suo vantaggio. Bernard non poteva prendersela con lei.
-“Lo capisco, ma l’odore di fumo si attacca ai tessuti. Non voglio guai.” –
I presenti sembrarono abbastanza convinti e decisero tacitamente di seguire le indicazioni del festeggiato. Phew. Pericolo scampato. 
Yuliya tuttavia, non parve volere sentire ragioni e rimase immobile.
-“Sei sempre così noioso?” -gli domandò la ragazza, con una leggera punta di sarcasmo.
- “Spesso. E tu?”
- “Io non sono noiosa. Dovresti provare a rilassarti ogni tanto, sei un robot.” –
- “E tu non dovresti fumare questa roba. Chissà da dove viene, potrebbe farti male.” -proferì l’albino, pentendosene poco dopo.
- “Ti preoccupi per me?” – Yuliya ridacchiò, sapeva di aver fatto centro: -“…Ti va di provare?”
Il diciannovenne era indeciso. Forse era davvero troppo rigido. Voltandosi, aveva constatato con enorme disperazione che solo tre persone erano uscite, mentre gli altri avevano continuato indisturbati a fumare e alcuni di loro avevano addirittura iniziato a distribuire cocaina. Avrebbe potuto cacciarli di casa, ma da solo non avrebbe ottenuto granché. Se ne sarebbe occupato Shinjou, una volta rientrato. La tentazione di accettare e omologarsi si fece sempre più insidiosa. Infine accettò, portandosi alla bocca lo spinello mezzo fumato di Yuliya. Inspirò, soffocandosi al primo tentativo con una quantità di fumo eccessivo. Dopo qualche prova, gli fu chiaro come agire. La sensazione di beatitudine provata spinse Bernard a chiederne una seconda. Non poté provare rimorso per questa scelta, aveva la mente completamente vuota e priva di pensieri. Si sentì completamente rilassato, quasi stanco. Per paura di perdere l’equilibrio si distese sul divanetto più vicino. Distesa accanto a lui sul tappeto, c’era Yuliya, ormai al terzo spinello della serata. Bernard sembrò non accorgersene nemmeno, fissava il soffitto con sguardo perso, quasi ipnotizzato. L’atmosfera era ovattata, quasi sospesa, mentre la musica risuonava nella stanza come se provenisse direttamente dalla città.
- “Lo fai tutti i giorni?” –
-“Spesso.”- sussurrò la ragazza passandogli un’altra sigaretta -“…Buon compleanno, милая.*”

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Shinjou aveva deciso di fare una lunga camminata per mettere distanza tra sé stesso e la rumorosa residenza dei Girikanan. La villa era circondata da un enorme parco naturale. Il luogo ideale dove poter riposare e pensare. Immerso nel verde, percorse tutto il sentiero boscoso finché non si ritrovò al confine della tenuta. Qui, ormai infreddolito e stanco, fu costretto a tornare indietro. Shinjou camminò con passo indeciso verso la grandissima dimora del suo capo, dove ad attenderlo ci sarebbero stati i soliti adolescenti scatenati. Per niente entusiasmante.
Arrivato di fronte all’entrata si accorse che alcuni erano in giardino e che si muovessero in maniera parecchio insolita. Il timore che covava crebbe all’impazzata una volta raggiunta la porta di casa aperta, dove ad accoglierlo ci fu un fortissimo odore. Questo divenne sempre più insopportabile man mano che avanzava verso la sala dei ricevimenti. Giunto nella sala della festa, la disperazione lo colse da tutti i lati: disordine, bicchieri distrutti, giovani impegnati in atti promiscui, tracce di polvere bianca sui tavoli e musica a tutto volume.
Preso dall’angoscia di dover rispondere personalmente di questo guaio al proprietario di casa, iniziò a cacciare gli invitati uno ad uno. Con alcuni fu più semplice, con altri fu costretto a chiamare le guardie della tenuta per farsi aiutare. Il più difficile da mandare via fu il povero Sasha, in evidente stato di ebbrezza e ancora voglioso di festeggiare. Bernard riuscì a salutarlo con la mano da lontano, cercando di non farsi notare da Shinjou, visibilmente adirato. Yuliya era fuggita in mezzo alla folla, sotto consiglio dell’albino, che era riuscito, seppure con mille problemi di coordinamento, a chiamare un taxi. Nel frattempo, sotto ordine di Shinjou, la servitù si era precipitata a mettere in ordine e aprire le ampie finestre, nel tentativo di cambiare l’aria il più velocemente possibile. Dopo circa un’ora, Bernard vide apparire finalmente Shinjou.
Colto dai sensi di colpa, si avvicinò a lui cautamente. Shinjou lo anticipò, pronto a rimproverarlo per il comportamento poco esemplare tenuto durante la serata.
-“Sei un irresponsabile. Pensavo sarebbe stata una festa tranquilla, non un rave party, Bernard. Hai idea di cosa sarebbe potuto succedere? Sono estremamente deluso.” –
-“Mi dispiace. Mi sono lasciato coinvolgere.”-
-“Hai fumato anche tu?” -chiese Shinjou con tono inquisitorio, avvicinandosi pericolosamente a Bernard per annusare i suoi vestiti, in cerca di tracce. La distanza ridotta a zero tra i due uomini fece diventare Bernard del colore delle tende in salotto.
-“Scusa, Shinjou.” - continuò Bernard, sperando di vedere lo sguardo di Shinjou addolcirsi. L’uomo sospirò profondamente e fissò negli occhi il diciannovenne. Bernard non riuscì a reggere lo sguardo del segretario per più di alcuni secondi e si limitò ad osservare per un po’ il pavimento, per poi volgere la vista verso un punto indefinito del viso del suo interlocutore. Non ancora del tutto in sé, l’albino volle lasciare la stanza per riposare, ma le gambe lo tradirono facendolo cadere a terra dopo tre passi. Shinjou corse verso di lui per aiutarlo, sollevandolo con forza dal pavimento e appoggiando il suo braccio sinistro sulla sua spalla. Appena Bernard riuscì a rimettersi in piedi, annullò definitivamente la distanza tra i due corpi con un timido bacio. Shinjou non sembrò respingere quel contatto, mentre l’albino continuava a premere le labbra contro le sue. Dopo un paio di secondi, il russo allontanò il viso, sotto l’espressione ancora stupita dell’amante. Si sarebbe concesso solo un bacio, uno solo. Non avrebbe permesso ai suoi sentimenti di distruggere una famiglia. Nel tempo, Shinjou avrebbe dimenticato questo momento. Avrebbe dato la colpa all’alcol e al fumo e non avrebbe mai sospettato che sotto quel gesto sconsiderato ci fosse amore. Bernard ne era sicuro. Si congedò e si diresse in camera sua, usando i mobili della stanza come supporto durante il tragitto. Prima di salire le scale si voltò per un’ultima volta e si rivolse a Shinjou:
-“Non lo dirai a mio padre, vero?” –
Shinjou fece segno di sì con la testa e andò verso l’uscita, ancora confuso per l’accaduto.

 
 
 *Otanjoubi omedetou gozaimasu: buon compleanno. (in giapponese)
* милая: tesoro.
  

Angolino dell'autrice
Ciao! Spero che questa storia vi sia piaciuta. Ho avuto un po' di difficolta a cercare di rendere il tutto il meno cringe e ripetitivo possibile. L'idea iniziale era dare equo spazio sia a Yuliya che a Shinjou, ma ho temuto non venisse apprezzato. Quindi più ShinBer per tutti (?). 
Questa storia non ha finale, perchè non riuscivo a crearne uno, rip.

​Alla prossima!
 
 
 
                                                                                                                                             
 
 
 
 
 
 
 
 
                                                                                                                                             
 
 
 
 
   
 
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