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Autore: ValeKikyo    22/02/2021    0 recensioni
Questa sarà una raccolta di fanfiction Hurt/Comfort, in generale one-shot totalmente a sé stanti, scritte per il gruppo FB "Hurt/Comfort Italia Fanfiction & Fanart", nelle challenge altre persone danno un prompt e lo scrittore deve adattarsi ad esso, quindi tratteranno tutti di temi diversi, unica cose in comune, la dinamica hurt/comfort, spero vi piacciano!
Genere: Guerra, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Tagli A, in seguito ad un grave trauma, sviluppa un serio problema di autolesionismo.
B se ne accorge e cerca di aiutarlo.

Tagli

Tutto Romano si sarebbe aspettato, meno che Germania lo chiamasse a Berlino, insomma, che diavolo voleva da lui il mangiapatate?!
-Finalmente sei arrivato-
-Tsk, cosa cazzo vuoi?!-
-Si tratta di Gilbert-
L’espressione dell’italiano cambiò immediatamente, ed entrò in casa come una furia.
-Che cazzo è successo?! Cosa gli hai fatto?!-
Lovino si avvicinò a lui minaccioso, guardandolo furente nonostante il divario di altezza.
-Non gli ho fatto niente, ma si è rinchiuso in camera e non mi ascolta, forse con te è disposto a parlare-
-Mpfh, nemmeno io dopo essere stato 50 anni sotto le torture di Russia vorrei vedere la tua brutta faccia-
Ludwig ignorò la battutaccia, e si limitò a condurlo alla porta della camera del fratello, a cui l’italiano non esitò a bussare furiosamente.
-GILBERT! APRI QUESTA CAZZO DI PORTA O GIURO CHE LA SFONDO!-
Dall’altra parte rispose solo il silenzio.
-Tsk, ora ci penso io-
-Non vorrai veramente sfondar…-
Ma non fece in tempo a finire a frase, Romano tirò fuori un coltellino svizzero e cominciò a scassinare la serratura, dopo pochi secondi, quella scattò.
Germania non nascose il suo stupore.
-E adesso lasciaci in pace- entrò e gli sbatté la porta in faccia ancora prima di dargli tempo di rispondere.
Non appena si girò verso l’ormai ex-Prussia, per poco non gli prese un infarto.
Gilbert era sul letto, una lametta in mano, le lenzuola sporche di sangue, il suo sangue, per la precisione.
-Ma cosa cazzo…-
L’altro sembrò come risvegliarsi, sobbalzando e alzando lo sguardo verso di lui.
-Lovino…-
-…COSA STRACAZZO HAI FATTO?!-
Si gettò verso di lui, togliendogli la lametta di mano e gettandola lontano.
-Perché non muoio?-
-…cosa?-
-Sono stato sciolto nel 1947, quando ero sotto Russia ero Germania dell’Est, ma adesso sono stato riunito a mio fratello, quindi perché sono ancora vivo? Perché non muoio?-
-Ti sembra il modo giusto per scoprirlo?!-
-Io non capisco…-
L’albino aveva uno sguardo stralunato, lo guardava ma non lo vedeva veramente.
Romano non avrebbe mai immaginato che il dominio di Russia gli avrebbe fatto un effetto del genere.
Certo, non era un mistero che fosse sadico a volte, ma da qui a ridurre Gilbert in quello stato…
Lovino cercò di calmarsi, andò in bagno a prendere la cassetta del pronto soccorso e tornò da lui.
-Piuttosto…perché sei qui?-
-Mi ha chiamato quello stronzo di tuo fratello, era preoccupato per te e pensava che con me avresti parlato-
Aprì il flacone di disinfettante, prese il cotone e cominciò a pulirlo dal sangue, scoprendo i tagli che si era fatto.
Ovviamente era andato a ricercare le vene più importanti, quelle che sapeva, che in un essere umano avrebbero causato la morte…ma a quanto pare, la Prussia non era ancora giunta veramente alla sua fine.
-Perché lo hai fatto?-
L’altro non rispose, mentre lui gli curava le ferite.
-Gilbert, parlami, o giuro che non mi muovo da qui-
-Allora non parlerò mai più-
Romano rimase per un attimo interdetto, poi avvampò violentemente, concentrandosi sulle sue ferite.
Erano incisioni precise e profonde, le intenzioni dell’altro erano chiare.
Gli pulì per bene tutto il sangue, poi prese la garza e cominciò a bendarlo lentamente.
-Sei sopravvissuto alla Guerra Fredda passata sotto il dominio sovietico, non rovinarti così-
-Ma io dovrei essere morto…lo hai visto un mappamondo di recente Romano? Io non ci sono più…-
-Tecnicamente nemmeno io ci sono più!- lo guardò con rabbia, afferrandolo per il mento -Italia è mio fratello, non io-
-Non è vero…anche tu sei Italia…-
-Ed evidentemente, anche tu sei Germania adesso-
-E se invece fossi diventato umano?-
-Oh fidati, saresti già morto, guarda quanto sangue c’è su queste lenzuola…-
Gilbert guardò in basso, come rendendosi conto in quel momento di quanto sangue aveva perso.
-Oh…-
-Non ti preoccupare, si sistema tutto, l’importante è che tu guarisca…rimarrò qui a Berlino per un po’ con te, d’accordo? Così mi racconti cosa ti ha fatto quello stronzo di Russia-
L’altro sgranò gli occhi e cominciò a scuotere la testa.
-No…no…no ti prego, non farmelo ricordare…no…-
Cominciò a respirare affannosamente, in preda ad un attacco di panico, Romano lo abbracciò di slancio, facendogli appoggiare la testa sul suo petto.
-Hai ragione…scusa…non voglio sapere niente…-
Parlava lentamente, col suo tedesco sdentato, accarezzandogli i capelli dolcemente.
L’albino affondò il viso contro di lui, cominciando a piangere a dirotto fra le sue braccia.
-Non volevo…che Ludwig…mi vedesse…in questo stato…-
-Ci penso io a te, non ti preoccupare, non lascerò Berlino fino a che non starai meglio-
Gilbert annuì, stringendosi di più a lui.
In quanto fratello maggiore, non poteva lasciare che il minore lo vedesse in quel modo, e Romano lo capiva benissimo.

Buonasera a tutte con questa nuova storia!
Come vedete, come nella storia precedente mi era stato dato un prompt preciso che ho dovuto rispettare, decidendo di abbinarlo a questa splendida coppia.
Spero che questa raccolta continui a piacervi, alla prossima!
  
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