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Autore: Immersi nella vita    22/02/2021    0 recensioni
Le avventure tragicomiche delle Nazioni alle prese con i loro sentimenti.
[ Pairing: Gerita, Spamano, Fruk, Rochu ]
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9: Una festa in maschera - pt 1

Veneziano si guardò con apprensione allo specchio, un vestito verde avvolgeva le sue forme, un grembiule bianco era legato in vita e al collo vi era un fioccho rosso, i capelli ramati erano raccolti da un foulard bianco. Gli occhi ambrati vennero pervasi da un profondo senso di malinconia, nel riflesso dello specchio vide una versione più giovane di se stesso vestito con gli stessi abiti che ora aveva indosso . Sospirò e disse: " Sei sicura che sia una buona idea? " , la mano di Ungheria si poggiò sulla sua spalla : " Certo che lo è, sei magnifico! I miei vestiti ti sono sempre stati bene". Veneziano arrossì, e si chiese se era stata davvero una buona idea chiedere aiuto a Elizabeth. 
Tutto era iniziato quando America aveva specificato nel gruppo che la festa sarebbe stata in maschera, Feliciano indeciso su cosa indossare aveva chiesto consiglio all' ungherese.
 Italia si schiarì la voce, non voleva offendere Elizabeth, perciò nonostante i propri dubbi si limitò a dire: " Se dici che mi sta bene allora lo indosso con piacere. " tra sé e sé pensò ' spero solo che non mi prenderanno in giro'. Distolse gli occhi dal suo riflesso, si voltò verso l' amica e soggiunse: " Tu come ti vestirai? " Il volto di Ungheria divenne scuro e disse in modo cupo: " Oh Feli, non vado alla festa, vedi...Austria... . Dopo quello che tuo fratello ha detto su di lui non vuole farsi vedere molto in giro, se lui non va,  voglio rimanere insieme a lui, sai com' è fatto poi si deprime tutto da solo" . Feliciano strabuzzò gli occhi e sbiancò leggermente, improvvisamente si ricordò di quello che aveva detto suo fratello qualche settimana prima. Corrucciò le sopracciglia e disse in tono serio: " Ve, sai credo che Lovi abbia mentito. Non  abbiamo mai avuto modo di confrontarci su quello che è successo e non gliel' ho mai potuto chiedere, ma...mi sembra  tutto troppo strano. Non riesco a credere che Austria possa aver fatto una cosa del genere... " guardò le piastrelle del pavimento, uno strano senso di vergogna lo fece arrossire. Elizabeth gli scompigliò i capelli in modo affettuoso e disse: " Su, caro non è colpa tua. Non credo neanch' io a Romano, molti sono scettici sulle sue affermazioni, tranne Spagna,  il punto però è che vorrei davvero sapere il vero motivo per cui lo fa fatto. Perché inscenare quella commedia? ". Veneziano le regalò un tiepido sorriso e disse:" Non so perché lo abbia fatto, ma potrei chiederglielo, anche se non credo che mi dirà la verità". 
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Los Angeles, America

Quando Veneziano arrivò alla festa rimase stupefatto, davanti ai suoi occhi si palesò il caos. Le luci erano soffuse, la musica ad alto volume assordava le orecchie, e vi era un continuo via vai di Nazioni mascherate. 

Italia si guardò intorno spaesato, voleva salutare America, ma non riusciva a trovarlo fra la folla. Dopo qualche tempo riuscì a individuare Giappone vestito da samurai e si affrettò a raggiungerlo, per poco non inciampò nella gonna. " Ciaoo! Giappone come stai? "  la Nazione del Sol Levante si girò sorpresa in direzione dell' italiano, restò ad osservarlo per qualche secondo in modo contemplativo per poi dire in maniera cordiale: " Buona sera, Italia-kun . Sto bene grazie per l' interessamento, tu come stai? " L' italiano rispose sorridendo: " Sto bene, comunque, davvero Kiku, non devi usare tutta questa formalità, siamo amici! Il tuo vestito è bellissimo, sei un samurai!? " . Sul viso di Giappone nacque un piccolo sorriso, gli spiegò le origini del suo costume. Dopo aver terminato gli chiese: " Scusa se sono inopportuno, ma tu da cosa ti sei vestito? " Veneziano sentì le guancie andare a fuoco, tossicchiò e disse: " È stata un' idea di Ungheria, dice che i suoi vestiti mi stanno bene, comunque è come ero solito vestirmi da piccolo ". Giappone lo guardò sorpreso ma non chiese ulteriori spiegazioni. 

" Italia , sei tu? " 

Veneziano si voltò verso la persona che lo aveva chiamato, era Prussia. Era vestito da cavaliere teutonico, si avvicino ai due e mise una mano sulla spalla dell' italiano. " Ciao, Prussia! " lo salutò il settentrionale, aggiunse " Come stai? " , la mano lasciò la sua spalla, Gilbert disse felice: " Magnificamente, sono bellissimo con questo vestito! " , prima che potesse continuare ad autoincensarsi, Giappone disse: " Salve, Prussia-san. " . Solo allora l'albino notò la presenza del nipponico, sorrise e disse: " Ciao, Giappone. Stai davvero bene con quel vestito, sei un ninja!? " . Giappone mantenne il suo aplomb, strinse solo leggermente i pugni e disse: " No, è un abito da samurai vedi.... " . Feliciano smise di ascoltare, concentrò la sua attenzione nella stanza e notò America vestito da cow boy che stava parlando con Inghilterra, quest' ultimo era conciato da pirata, sembravano discutere animatamente di qualcosa.
Si riscosse quando si accorse che lo avevano chiamato, si voltò verso Prussia. "Ve' ?" il tic verbale gli scappò con facilità dalle labbra; il prussiano disse: " Ti avevo chiesto perché ti sei vestito così, sei davvero carino con la gonna~" . Veneziano si sentì arrossire e pensò per l' ennesima volta che ascoltare Elizabeth fosse stata davvero una pessima idea. Spiegò velocemente il motivo, stava per aggiungere altro quando notò suo fratello. Non si aspettava che sarebbe venuto alla festa, fino all' ultimo aveva negato, effettivamente dal suo abbigliamento si capiva che non si era molto impegnato.
.

Romano guardò spaesato la folla intorno a sé, non era molto facile vedere attraverso i buchi della sua 'maschera'. Era un foglio da stampante A4 a cui aveva fatto due fori con la matita, era attaccata al viso tramite un elastico. Pensò ' Non sarà il miglior travestimento del secolo ma è pur sempre qualcosa' , non ci aveva  messo molto impegno nel costruirla, voleva solo vedere com' era la festa per poi andarsene.  Sicuro che nessuno lo avrebbe riconosciuto , iniziò ad aggirarsi per la sala.

 " Romano? "

Lovino imprecò internamente e si voltò verso il fratello, alla fine il suo era davvero un travestimento così scadente!? Dietro i fori della maschera i suoi occhi brillarono ostili e disse: " Ma come ti sei conciato? " . Suo fratello lo guardò in modo strano, disse: " È una lunga storia, tu invece perché hai un foglio di carta in faccia? ". Romano tossicchiò e disse seriamente:" Non è un foglio di carta è una maschera. " . Feliciano stava per controbattere, ma fu interrotto dall' arrivo di Spagna. Lo spagnolo abbracciò il meridionale e disse tutto felice: " Hola~ mi querido, Perché hai un foglio in faccia? " . Romano sentì il sangue nelle vene ribollire, diede uno spintone ad Antonio, staccandosi dall' abbraccio soffocante e urlò: " Non è un foglio, bastardo! È una cazzo di maschera, perché nessuno lo capisce!? " prese fiato : " Tu non... " si interruppe. Sgranò gli occhi e sentì mancarsi il fiato, Antonio era vestito da pirata, la camicia bianca aperta sul petto, la giacca appoggiata sulle spalle, una fascia a cingergli la vita, le gambe avvolte dai pantaloni di belle, il capo sormontato da un capello piumato. Romano sentì le guance diventare calde e pensò con rabbia ' Perché i suoi vestiti sono così belli? Perché deve sembrare così figo!?' . Il meridionale disse a fatica: " Lascia perdere". 

Vennero interrotti dall' arrivo di Prussia, Gilbert mise un braccio sulla spalla dello spagnolo e disse: " Ehi Anto' sei venuto anche tu~" gli occhi del prussiano si soffermarono su Romano, un ghigno gli attraversò le labbra, si staccò da Antonio e disse: " Sei tu, Süd Italien? ". Lovino non gli rispose, alché l' albino staccò la maschera da viso dell' italiano. Romano lo guardò indignato, una vena si gonfiò sulla sua fronte, e urlò: " Come osi rovinarmi la maschera!? Hai idea di quanto ci ho messa a farla!?? " più parlava e più diventava rosso in viso. Prussia alzò le mani in segno di resa, cercò di scusarsi ma fu fermato da uno schiaffo dietro la nuca. Il prussiano guardò allarmato l' amico dietro le sue spalle, Antonio aveva un' aura omicida intorno a sé. Restituì la maschera a Lovino e iniziò a correrre zoppicando, lo spagnolo alle sue calcagna; il meridionale ignorò la scena e fissò affranto la sua maschera. Disse a Veneziano: " Vado ad aggiustarla, ho lo scotch in tasca" e si allontanò verso un angolo della sala. 

Spagna raggiunse Prussia, che si era andato a nascondere dietro la spalle di Francia. Lo spagnolo si avvicinò velocemente  ai due, il francese era vestito da moschettiere, un aura elegante e cavalleresca lo circondava. " Gilbert che diavolo ti è preso prima!? " chiese arrabbiato l' iberico. L' albino si fece piccolo dietro le spalle del francese e disse in modo gracchiante: " Francis, salvami! Questo mi ammazza!! ". Francis sospirò sconsolato, si passò una mano sulla barba curata e disse alzando le mani:" Mes amis, calmatevi. Fate un respiro profondo e ditemi cosa c'è che non va". Antonio stava per raccontare il terribile misfatto dell'amico quando sentì un urlo. Si sentì raggielare il sangue. ' Lovino!?' . 

Iniziò a correre nella direzione del grido,  e si ritrovò di fronte a una strana scena. Bulgaria aveva la guancia rossa, mentre Romano si era portato una mano tremante alle labbra e lo guardava con occhi lucidi di rabbia. " Brutto bastardo perché lo hai fatto!?'' urlò irato Lovino, le sue guancie erano rosse, il viso teso. Bulgaria si passò una mano sulla guancia e disse schifato: " Potevi evitarmi lo schiaffo, se lo avessi saputo accettavo verità" . Spagna si mosse e si mise davanti a Romano, disse in tono cupo: " Che è successo? " . L' italiano strinse un braccio di Spagna e disse dietro le sue spalle: " Questo bastardo mi ha baciato! " . Il viso di Antonio si oscurò, i suoi  occhi si iniettarono di sangue. " E lui mi ha dato uno schiaffo! " disse in sua difesa il bulgaro. Spagna strinse  con forza i pugni e digrignò i denti, una densa e oscura aura omicida lo avvolse, in quel momento Bulgaria si rese conto dell' immane cazzata che avava appena fatto. Indietreggiò e alzò le mani, un brivido ghiaciato gli scese lungo la schiena, disse con voce strozzata: " Andiamo, amico, non intendevo...ecco...posso spiegare! Non è colpa mia, stavamo giocando a "obbligo e verità" e mi hanno obbligato a baciare Romano! " mentre parlava Spagna aveva sguainato la sua sciabola. 

Antonio si diresse inesorabile verso il bulgaro, alzò il braccio, i suoi occhi accecati dalla rabbia; Bulgaria urlò spaventato, la lama calò,  riuscì a spostarsi in tempo, lo aveva solo sfiorato. Si portò una mano al braccio, sanguinava. Una scossa di adrenalina attraversò il suo corpo, iniziò a correre, Spagna lo inseguiva, Bulgaria stava per essere raggiunto, si girò, afferrò una ciotola di patatine e le tirò nella sua direzione. Questo diversivo gli diede il tempo necessario per fuggire.

 Perso il suo obiettivo, tornò rammaricato al fianco di Romano. Rinfoderò la spada e chiese in tono preoccupato: " Stai bene? ". Lovino arrossì e disse:" Certo che sto bene, era solo un bacio... tu piuttosto perché ti metti a fare l' esibizionista!? Guarda come ci stanno fissando tutti... " boffonchiò: " inseguire qualcuno con una sciabola, che cretino....". Spagna lo guardò serio, gli prese la mano e disse: " Non è "solo" un bacio, Lovino. Se ti è stato dato senza il tuo consenso è un fatto molto grave. Non volevo attirare l' attenzione e farti sentire in imbarazzo, querido, solo che mi sono davvero arrabbiato..." gli strinse la mano: " ma se dici che sei apposto, allora sono felice" gli sorrise dolcemente. Lovino percepì una strana sensazione alle dita, come una scossa, e mollò la mano dello spagnolo; strise il pugno. Quella sensazione di calore era passata dalle dita e gli aveva solleticato il cuore, scombussolandogli i battiti. Fece finta di tossire e disse che voleva mangiare. 

Romano e Spagna si avvicinarono al tavolino degli snack, Lovino guardò sdegnato una chicago pizza e decise di mangiare delle chips. Il tavolo era strapieno di varie cibarie e di molto alcol, si versò  un bicchiere di vino. Iniziò a riempirsi lo stomaco, cercando di non pensare a quello che era successo prima. Si guardò in giro e notò il 'mangia-rane' che stava parlando con il 'mangia-scone' poco distanti da loro. " Antonio, che facevi prima? " chiese la voce melodiosa del francese. 

Spagna stava per rispondere quando vide come era vestito Inghilterra. Anche il britannico sembrò accorgersi della stessa cosa, erano entrambi travestiti da pirati. Si fissarono intensamente e le loro menti vennero oltrepassate dagli stessi ricordi, quelli della loro antica rivalità, che li aveva portati  a combattersi ferocemente in mare*. Il britannico sorrise sfrontato e disse: " Mi copi, eh? ". Spagna lo  guardò malamente e disse: " Forse quello che copia sei tu! ", l' inglese rise e disse:" Guarda che facevi schifo come pirata, sai alla fine come andata finire con la tua 'invincibile armata', no!? " un ghigno di sfida gli solcava il volto, gli occhi brillavano come un tempo. Lo sguardo di Spagna bruciava di rabbia, stette zitto.

 Romano disse: " Smettila bastardo, lo sai anche tu che Spagna è meglio di te! ", Lovino spalancò gli occhi, quelle parole gli erano sfuggite dalla bocca senza che volesse. Si maledisse internamente, ma ormai era troppo tardi. Lo spagnolo lo guardò stupito e sorrise orgoglioso, abbracciò Romano e disse:" Sentito!? Se il mio Romanito dice che sta meglio a me, allora vuol dire che è così! " Lovino arrossì, ma non disse nulla si limitò a bere un sorso di vino. Francia rise e disse divertito: " Allora state insieme? " Romano sputò il vino che stava bevendo in faccia a Francis, si era quasi strozzato. Il viso del francese si contorsero di rabbia e disgusto, mentre l' inglese al suo fianco se la rideva di gusto. Francia agguantò per un bavero della giacca Inghilterra e disse scazzato: " Piantala di ridere o giuro che ti faccio smettere io" l' inglese, ancora con il sorriso fra le labbra, gli afferrò la mano che lo strattonava e disse a un soffio dal suo viso: "Provaci".  A interromperli fu la voce dell'italiano: " Sbaglio o siete voi due che state insieme " . Si voltarono entrambi  verso Romano, Inghilterra tolse la mano da quella del francese, Francia mollò la presa dalla sua giacca. Si guardarono in modo intenso, il primo a interrompere il contatto visivo fu il britannico. Si schiarì la voce  e disse arrabbiato: " Non capisci proprio niente, io e quella rana non stiamo insieme" una risata gorgogliante proruppe dal suo petto, aggiunse : " ...Io e lui? Manco morto! " . Gli occhi di Francia brillarono in modo particolare, sorrise forzatamente e disse in tono piccato: " Andiamo, Angleterre, così mi offendo! Guarda che non sono così brutto! " mise il broncio. Inghilterra corrucciò le folte sopracciglie e disse rivolto all' italiano: " Comunque non hai risposto alla domanda di Francia, allora state insieme? ". Romano ingnorò lo sguardo di Antonio e bevve un altro po' di vino, iniziava a sentirsi la testa leggera, disse:" Certo che no! Ma siete proprio cretini!? " le sue mani iniziarono a sudare. Spagna non disse nulla. Francis e Antonio si guardarono con simpatia, entrambi erano bloccati in una situazione simile. 
.

Veneziano si guardò sperduto in giro, vide in un angolo della sala Cina in un bellissimo vestito tradizionale parlare con Russia, quest' ultimo indossava un costume da orso. Yao stava ridendo, Ivan era chinato su di lui e Cina giocava affettuosamente con le sue orecchie.

Feliciano si sentiva solo, voleva trovare Ludwig. Si andò a scontrare contro qualcuno, si sbilanciò all'indietro, e cadde a terra. " Italien? " il suo cuore saltò un battito. Una mano si protese ad aiutarlo, Feliciano la afferrò e si tirò in piedi. La gonna lo rendeva goffo nei movimenti. Sollevò il viso e sorrise a Germania, disse: " Ciao, che bello vederti! Ti stavo cercando tutta la sera, mi stavo chiedendo se eri venuto. ".  Il tedesco lo guardò per qualche minuto senza dire niente, si riscosse e balbettò: " S-sì , che bello vederti...c-cioé Prussia mi ha costretto a venire alla festa, quindi sono qui.. " arrossì. Italia gli sorrise felice, il suo ciuffetto si arricciò, disse: " Ti sta bene la divisa, sei bellissimo" i suoi occhi risplendevano di meraviglia. Il suo corpo era avvolto da una divisa prussiana. Le decorazione in oro risplendevano dolcemente, il capo era sormontato dal cappello che gettava ombra sugli occhi. Ludwig disse: " T-tu.. " si schiarì la voce e riconquistò la lucidità : " Perché sei vestito così? " . Veneziano disse: " È stata un' idea di Elizabeth, e tu perché hai scelto questo abito? ". Ludwig sospirò e disse sconsolato:" È stato Gilbert, ha detto che voleva vedermi con una sua vecchia divisa, ha iniziato a fare discorsi sentimentali, e ho deciso di accontentarlo" Veneziano si fece scappare una breve risata. 

 Ludwig lo guardò attentamente in silenzio per qualche attimo, improvvisamente si sentì la testa pesante, non riusciva a capire cosa lo stava turbando, ma una strana sensazione di nostalgia gli avvolse il cuore. Distolse lo sguardo dall' italiano, si sentiva mancare il fiato. 

Il momento di stordimento durò solo un attimo, poi passò. Veneziano lo guardava da sotto la frangetta con occhi curiosi, vivaci. Gli sorrise dolcemente, il sorriso che gli rivolgeva sempre, e gli chiese impulsivamente: "Vuoi ballare con me?" . Germania lo guardò sorpreso, arrossì e disse: " Italien, che vuoi dire? Perché dovrem-" si interruppe, Veneziano lo stava guardando impaziente, gli occhioni ambrati brillavano di tenera aspettativa. Lud pensò ' perché assomiglia a un cucciolo?' non ebbe il coraggio di deluderlo, in fondo erano mascherati, c' era molta gente, nessuno gli avrebbe visti. Ingoiò il suo imbarazzo, prese la mano dell' italiano e gli sussurrò all'orecchio: "Va bene". Il ciuffo di capelli sulla spalla di Feliciano si arricciò a forma di cuore, lo guardò felice e lo abbracciò. Poggiò la fronte sul suo petto e disse: " Pensavo avresti rifiutato", la voce tremava di emozione, sollevò il viso e lo guardò profondamente negli occhi, Germania fu il primo a distogliere lo sguardo, si sentì le orecchie calde.

Trovarono un posto della sala un po' più appartato, Veneziano mise le mani sulle spalle del tedesco, Germania a sua volta gli avvolse delicatamente la vita con con braccio. Ondeggiarono lentamente a ritmo di musica, in quel momento c'era una ballad lenta. Feliciano tolse una mano dalla sua spalla e gli prese la mano libera, intrecciò le dita con le sue. Ludwig era leggermente rigido e impacciato, non sapeva ballare e si sentiva in imbarazzo, ma Feliciano non  ci badò molto. Veneziano strinse la mano del tedesco e disse: " Lud rilassati, sei troppo rigido, tranquillo non mi offendo se mi pesti i piedi " per tutta risposta il tedesco gli calpestò la gonna. Feliciano si sbilanciò in avanti, Ludwig lo strinse a sé per non farlo cadere. Italia scoppiò a ridere, gli avvolse entrambe le braccia intorno al collo e lo guardò divertito, i suoi occhi brillavano come le stelle. I loro visi erano  vicini, i respiri si mescolarono fra loro. Ludwig sentiva il dolce odore  speziato dell' italiano inebriarlo, le sue labbra a pochi centrimetri da quelle dell' altro. 

Sentirono uno sparo.

Si ripresero entrambi da quel mezzo stordimento che li aveva colti, la dura realtà ruppe la bolla di calore che li aveva intrappolati. Si separarono velocemente dall' abbraccio, e notarono tutto intorno a loro un via vai continuo, del vociare sempre più intenso e delle urla. Era successo qualcosa. 
.

Note:

*La guerra anglo-spagnola (1585-1604)

Note dell' Autrice:

Salve, mi scuso per l'immenso ritardo. Questo capitolo è uscito più tardi di quanto previsto, essendo molto lungo l' ho diviso in due parti. Ringrazio col cuore tutti i cari lettori che sono arrivati fino a questo punto e che hanno deciso di dare un'occhiata. 
Non fatevi scrupoli nel commentare, attendo con ansia le vostre recensioni.
(´・ω・`~)
 
   
 
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