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Autore: liberaurora    23/02/2021    1 recensioni
Ho sempre desiderato che Luciano insegni a Carletto a pedalare. Altro mio sogno è vedere Clelia indossare un paio di pantaloni. È stato nel corso delle puntate incentrate sul ciclismo e sui calzoni della collezione Paradiso, pubblicizzati dalle veneri, che ho iniziato a ragionare su questa fanfiction così ricca. Ho immaginato la famiglia Cattaneo-Calligaris, che ormai è libera di vivere sotto lo stesso tetto, in una domenica speciale. Lucianone organizza una sorpresa per Carlo e Clelia. Quando il racconto si sposta verso l'ora di cena, emergono aspetti sulla vita personale di Clelia: mi piace pensare che la donna abbia la passione per la lettura (qui viene citato anche un bel personaggio che con i libri ci lavora…) e ho voluto anche accennare al suo pesante passato minacciato dalle violenze di Oscar. Fra momenti goliardici e riflessioni più serie, questi personaggi assaporano una piena quotidianità che gli episodi purtroppo non hanno mai mostrato, così come mi spiace che si sia persa l'occasione per approfondire la figura di Clelia come donna. Quando scrissi questa storia Roberta non era ancora partita (quanto manca!). Ho voluto coniugare le scene al presente per renderle più reali: è questo il futuro che desidero per loro.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Domenica. Sono le nove passate e ancora tutto tace a casa Calligaris-Cattaneo (sì, era proprio così che avevano fatto scrivere sulla porta e accidenti se suonava bene). Strano, perché Clelia di solito si alza piuttosto presto anche quando potrebbe riposare di più.
«Tanto meglio» pensa Luciano, «avrò un po' più di tempo per organizzarmi».
Per quella giornata il ragioniere con gli occhialoni ha qualcosa di speciale in mente per la sua famiglia.
Il giorno prima aveva rispolverato la sua vecchia bicicletta di quando era più giovane. L'aveva trascurata per troppi anni, ma con stupore si era reso conto che era rimasta davvero in buono stato e che avrebbe potuto ricominciare a usarla anche spesso senza problemi. Sempre quel sabato pomeriggio, con la scusa di andare da Vittorio, si era procurato altre due biciclette, una per Clelia e l'altra per Carletto.
Adesso che le osserva tutte e tre, lì davanti alla porta di casa, gli brillano gli occhi. Fa un sospiro, pensando a quanto lo renda felice riscoprire personalmente questa sua passione e soprattutto condividerla con i suoi pezzi di cuore. Per non farsi trovare del tutto arrugginito, il giorno prima aveva domandato a Federico di fare un giro insieme e il figlio aveva accolto l'invito con grande piacere. Certo, avrebbe potuto chiedere ad Armando: chi meglio di lui per farsi una pedalata come i vecchi tempi?! Ma Luciano aveva preferito chiederlo a Federico, pensando che sarebbe stata una bella occasione per passare del tempo insieme come padre e figlio.
Oggi, invece, toccherà al figlio più piccolo salire sul sellino e pedalare, e Luciano spera tanto di farlo divertire.

***
 
Luciano è ancora perso nei suoi pensieri. Solo quando sente un rumore in cucina torna alla realtà, rientra in casa e trova Clelia che si sta preparando un cappuccino.
«Buongiorno amore» le sussurra all'orecchio, dandole un bacio sul collo.
«Buongiorno a te» ricambia lei, baciandogli le labbra.
A interromperli ci pensa Carlo, che con i suoi piedini li ha già raggiunti senza che loro si siano accorti di nulla. Il piccolo si stropiccia gli occhi ancora assonnato e dà un affettuoso bacino sulla guancia prima a mamma e poi a papà.
Mentre Clelia e Carlo fanno colazione, Luciano ne approfitta per sgattaiolare in camera da letto. Venerdì si era fatto consigliare da Roberta il colore più adatto per dei pantaloni da regalare a Clelia. Avevano optato per un verde giada, anche se lui si era già dimenticato il nome di questa tonalità: ogni volta non capisce niente tra bottoni in cocco gloss e maglioncini in lana mohair, e d'altronde si sa che è più nel suo con i numeri! Quello di cui è certo però è che le sarebbero calzati benissimo.
Quando Clelia lo raggiunge in stanza, nota con sorpresa il paio di pantaloni distesi sul letto e guarda Luciano con aria interrogativa. Senza che possa fare in tempo a chiedergli nulla, lui la esorta: «Dai, provali. Li ho scelti per te!». Lei si sfila la vestaglia e con la curiosità di una bambina non perde tempo a infilarseli. Poi, già che c'è, si fa prendere da Luciano una camicetta bianca dall'armadio. Mentre lei si guarda allo specchio con aria convinta, lui si premura a dirle «Ti stanno d'incanto», posando le mani sui suoi fianchi.
«Che cosa ha in mente, ragioniere?» chiede Clelia al suo amato. Quanto le piace continuare a giocare con Luciano dandogli ogni tanto del lei!
Lui fa spallucce e le risponde «Lo scoprirai presto», accennando un'espressione enigmatica e un po' furbetta, come quelle che assume Carlo quando ha fatto una marachella, ma non lo vuole ammettere. «Allora mi fido di lei, come sempre» replica Clelia.
I due tornano in cucina dal bambino, che intanto ha finito latte e biscotti e si è messo a giocare con un modellino di 1100. Luciano si avvicina a lui e gli domanda: «Allora signorino, cosa vogliamo fare di bello oggi?». Carlo lo guarda dubbioso, poi rivolge il suo sguardo verso la mamma. Clelia allora interviene: «Mi sa che questo signore con gli occhialoni un'idea ce l'ha, ma non ce la vuole dire», riferendosi a Luciano, divertito da questa frase. Madre e figlio allora si scambiano uno sguardo complice e poi vanno all'attacco: iniziano a fargli il solletico a più non posso, urlandogli «Dai, confessa! Diccelo!».
«Basta, va bene. Avete vinto voi», dice lui ancora sopraffatto dalle risate. «Lo scoprirete molto presto. Intanto, ti piace come è vestita la mamma oggi?» domanda a Carlo. Il bambino fa sì con la testa un paio di volte con grande convinzione. «Bene, allora direi che non manca nulla».
Luciano si avvia verso la porta e aprendola fa loro cenno di raggiungerlo. Appena Carlo mette un piede fuori casa vede le tre biciclette che Luciano ha accostato lì fuori, ma senza nasconderle troppo. «Mamma mamma, guarda! Guarda che belle!», esclama allora Carletto. «Ma sono bellissime tesoro!» gli risponde Clelia, che sul viso ha un'espressione entusiasta come quella del figlio, ma anche sognante come quella di Luciano. Un'unione perfetta dei suoi due uomini insomma.
«Ecco la mia idea» – dichiara il ragioniere – «Se avete voglia, vi insegno ad andare in bicicletta, così oggi ci facciamo un bel giretto tutti e tre insieme». Carlo reagisce che meglio non si può: «Siiii, evviva! E poi non vedo l'ora di raccontarlo ai miei amichetti domani».
Clelia osserva la scambio di sguardi complici fra padre e figlio con quella luce negli occhi che ha quando è davvero tanto felice. Luciano si avvicina a lei con lo stesso luccichio e le fa una carezza sulla guancia. «Davvero una bella sorpresa, ragioniere», scherza lei, «Ed ecco spiegato il perché di questi pantaloni». Lui alza le sopracciglia e le sorride con dolcezza.
«Allora, siamo pronti?», dice poi Luciano, «In sella, giovanotto!». L'uomo aiuta Carletto a prendere posto sulla bicicletta e gli spiega come pedalare. «Iniziamo con una prova qui davanti casa e poi, se sarai bravo, ci faremo un bel giretto e magari anche una piccola gara pure con la mamma». Il bambino è già elettrizzato all’idea e, con una spinta del papà, inizia a pedalare per un pezzetto di marciapiede. Dopo essersi aggrappato per un po' al braccio del ragioniere, quest’ultimo prova spontaneamente a lasciarlo per farlo proseguire da solo. Quando i due genitori vedono la bravura di Carletto nel pedalare in autonomia, esclamano in coro: «Ma bravo! Questo bambino merita proprio un applauso». Carlo torna indietro da loro esultando: «È bellissimo andare in bicicletta!». Luciano lo guarda soddisfatto e allunga la mano verso la sua: «Batti cinque!».
«E tu, mamma, sei mai salita su una bicicletta?» chiede Carlo a Clelia. «Infatti mamma, vuoi provare anche tu?» incalza Luciano.
Clelia non risponde e quasi li ignora, ma con fare agile monta sulla bicicletta e inizia a pedalare spedita. Padre e figlio rimangono senza parole. Luciano sorride nel vederla così leggera in sella alla bicicletta e con quei pantaloni che le stanno una favola.
La donna torna indietro soddisfatta e si ferma a un palmo dal viso di Luciano: «Allora, che mi dice ragioniere?». Mentre lui raccoglie le parole per qualche istante, lei accarezza Carlo nei capelli. «Lei non smette mai di stupirmi». «Lo so» replica Clelia. Luciano si rivolge a Carletto: «Hai visto la mamma che brava?!». Il piccolo alza lo sguardo e le dice «Brava mamma! Così possiamo pedalare tutti insieme!». Lei gli rivolge un gran sorriso e lo prende in braccio, rispondendogli: «Sono certa che tu diventerai più bravo di me e di Luciano messi insieme!»
«Allora, direi che la squadra è al completo. Partiamo?» annuncia Luciano esaltato come un bambino davanti allo zucchero filato.

I tre pedalano per un bel tratto di strada, rispettando una sorta di patto silenzioso che consiste nel mantenere tutti più o meno la stessa velocità. Visti da fuori questo fa pensare che siano proprio una famiglia dove tutti i componenti sono in armonia fra loro e dove nessuno viene lasciato indietro. In effetti è esattamente così, ma d'altronde loro sono stati uniti fin dal primo momento.
Tuttavia, il piano di Luciano però non finisce qui.

Quando l’uomo inizia ad avvertire un po' di fiatone, propone a Clelia e a Carlo di fare una pausa in prossimità di una panchina. «È già stanco, ragioniere?» scherza la donna. «Ebbene sì, sai che non riuscirei a mentirti» risponde lui. «Hai fatto bene a fermarti però, anch'io devo dire che avevo bisogno di riprendere fiato per un po'» aggiunge Clelia.
L'unico che avrebbe pedalato per l'intera città senza fermarsi mai è Carlo, che ormai è un tutt'uno con la bicicletta. Mentre i genitori si riposano sulla panchina, il bambino scende dalla bici e inizia a saltellare chiedendo di ripartire. «Tesoro, ancora un po' di pazienza. Lo sai che Luciano ormai non è più un giovanotto, anzi» scherza Clelia con il figlio, ma lanciando uno sguardo goliardico al ragioniere. «Ah sì?! Adesso vediamo se sono davvero come dici tu» replica Luciano, mentre Carletto guarda divertito entrambi i genitori. «Propongo una gara: bambino contro presunto “vecchio”. Carletto, ci stai?». Il figlio non se lo fa ripetere due volte e salta in sella alla sua bicicletta. Luciano si mette pure lui pronto e gli chiede: «Fino a dove vuoi che arriviamo?». Il bambino ci pensa un po' e poi risponde: «Fino a quella fontana laggiù». Luciano è d'accordo: «Affare fatto!». Clelia dà il via e i due partono, fino a che diventano un puntino lontano agli occhi della donna. Il bambino pedala come non mai e Luciano quasi fatica a stargli dietro, ma alla fine i due arrivano praticamente insieme al traguardo stabilito, entrambi affaticati ma col sorriso. «Sei grande papà!» urla Carletto a Luciano, che, travolto dall'entusiasmo del bambino, lo prende in braccio e lo stringe forte forte. Passano alcuni minuti e decidono di tornare indietro dalla mamma. Quando sono a metà percorso, vedono Clelia arrivare: ha deciso di raggiungerli, anche perché continueranno la loro gita in bicicletta in quella direzione. «Mamma!», esclama Carlo, «Abbiamo vinto tutti e due!». «E bravi a tutti e due allora!» risponde lei.

«Che ne dite di arrivare al Parco Sempione?» propone Luciano approfittando di questo ulteriore momento di pausa. «Luciano, ma sei sicuro? Non è che poi si fa troppo tardi per il pranzo?» risponde Clelia un po' dubbiosa. «Cara capocommessa, lei mi sottovaluta», replica Luciano, «Intanto, Carletto, tu che dici?». Il bambino si mostra più che favorevole all'idea. «Ora che abbiamo la sua approvazione, ti spiego, amore» continua Luciano. «Praticamente, mentre voi ancora dormivate, ho pensato di preparare dei panini da portare con noi durante questa gita, sperando di poter sfruttare questa bella giornata di sole per pedalare e per goderci un po' il Parco Sempione». «Ah, ma lei allora ha organizzato proprio tutto per noi, ragioniere!» risponde Clelia piacevolmente sorpresa.

 
***
 
Arrivati al parco, Carlo è al settimo cielo. Lascia la sua bicicletta appoggiata a un albero e inizia a correre sul prato. I due genitori lo guardano felici e divertiti mentre il bambino simula il volo di un aeroplano con le braccia. Posano anche loro le bici e approfittano di essere rimasti qualche momento da soli per scambiarsi un bacio appassionato. I loro occhi non hanno mai smesso di brillare da quando si sono prima incontrati e poi innamorati, ma oggi emanano una luce ancora più splendente. «Ti amo tanto, Luciano», dice Clelia staccando le sue labbra da quelle dell'uomo, «Sai sempre sorprendermi e farci stare bene».
Luciano ha ancora un po' di vertigini dopo il loro bacio, ma deglutisce e trova le parole giuste per rispondere alla donna che ama: «Clelia... Sono io ad amarti tanto tanto. Ogni giorno penso alla fortuna che ho avuto di incontrarti». Clelia gli sorride dolcemente e sta per dargli un altro bacio, quando con la coda dell'occhio vede arrivare Carlo.
«Se avete finito di baciarvi, io avrei fame», protesta in modo scherzoso il bambino. I due adulti si scambiano uno sguardo complice e ridono divertiti. Clelia guarda l'orologio ed esclama: «Accidenti! È già l'una e mezza! Ci credo che hai fame tesoro! Poi hai pedalato tanto e sei stato proprio bravo, ti meriti un bel pranzetto». Luciano tira fuori dallo zaino una tovaglia a quadri: «Mi aiuti a distenderla sul prato?» chiede a Carlo, coinvolgendolo così nella preparazione del picnic. Nel frattempo, la mamma cerca di capire cosa ha portato il ragioniere con sé: «Luciano, ma qui ci sono più fette di crostata che panini! Non ho parole, anche stavolta il bambino sei tu. Altro che Carlo!». Luciano la guarda e prova a giustificarsi: «Ma è così buona... e poi ci dà le giuste energie per il ritorno». «Lucianone, non ti preoccupare ti aiuto io a mangiarla!» dice Carlo alleandosi con il padre. «E va bene, mi arrendo. Ringraziate che sono una santa» risponde Clelia.
I tre si siedono sull'erba e mangiano di gusto tutto quanto, alternando le bocche piene alle risate divertite. Dei panini e soprattutto delle fette di crostata rimangono solo le briciole.
***

Quando hanno concluso di pranzare, Carlo allarga le braccia per afferrare sia la mamma che il papà e portarli a sé: «Vi voglio tanto bene!» sussurra alle orecchie di entrambi. «Anche noi, tanto» rispondono come in coro Clelia e Luciano.
Dopo aver sistemato tutto quanto, i tre si distendono felici sul prato. Clelia tira fuori il romanzo Il posto delle fragole di Bergman, Luciano chiude gli occhi e Carletto non sta fermo un attimo.
Passano dieci minuti e Luciano si rende conto che sarebbe meglio lasciare Clelia a leggere un po' tranquilla. Allora si avvicina all'orecchio di Carlo per proporgli «un piano segreto per fare un regalo alla mamma». Il bambino non ha bisogno di altro per convincersi ad aderire, anche se non sa ancora di che si tratta. Luciano congeda Clelia: «Carletto e io andiamo a fare un giretto qua intorno, buona lettura amore». Lei risponde: «Mi raccomando, non allontanatevi troppo. Mi piace l'idea che nei momenti in cui alzerò lo sguardo dal libro saprò di riuscire a vedervi, anche se sarete dei puntini lontani nel parco». «Va bene, mamma!» rispondono padre e figlio. Il piano di Luciano consiste nel raccogliere dei fiori per portarli a Clelia da parte di tutti e due. Lui in particolare avrebbe preso una margherita e avrebbe creato un pensiero speciale per la donna che ama.
Clelia ormai è arrivata all'ultima pagina del libro e, quando a Luciano pare il momento giusto per interrompere qualche istante la sua lettura assorta, fa cenno a Carlo di nascondere dietro la schiena il mazzo composto prevalentemente da margherite. Clelia distoglie lo sguardo dalla pagina e si accorge del loro ritorno, ma, in particolare, nota che entrambi stanno nascondendo qualcosa: «Cosa avete combinato? Come mai avete tutti e due le mani dietro la schiena?», chiede allora con tono scherzoso. Padre e figlio si guardano un attimo, annuiscono simultaneamente e infine Carlo esclama: «Sorpresa!», tirando fuori il suo mazzolin di fiori per porgerlo alla mamma.
Il sorriso di Clelia si estende come un ampio arcobaleno e, ancora stupita e felice, esclama a sua volta: «Ma grazie! Sono bellissime!». Carlo le salta addosso per abbracciarla e quando sono uno fra le braccia dell'altra le sussurra all'orecchio: «È stata un'idea di papà e mi sa che anche lui ha qualcosa da darti». Clelia intanto nello stringere il figlio sta sorridendo a Luciano che li guarda felice. L’uomo, tuttavia, si accorge del suo cambio di espressione sul volto della donna, dopo che il figlio le ha rivelato qualcosa sottovoce. Così, ne approfitta per prendere la mano sinistra della donna e per porgerle il suo dono. Le fa cenno di chiudere gli occhi, prende il suo anulare sinistro e le infila un anello creato con lo stelo intrecciato di una margherita. Infine, le dà un bacio a fior di labbra. Quando Clelia apre gli occhi è estasiata dal gesto di Luciano e le sue pupille verdi brillano più che mai. Mentre gli accarezza una guancia e lo riavvicina a sé per baciarlo, mima con le labbra un sincero «Ti amo». Le loro fronti una contro l'altra permettono di far riflettere i loro occhi come quasi coincidessero, finché a sovrapporsi sono le loro labbra. Potrebbero andare avanti per ore a baciarsi così su quel prato, ma dopo un po' Carlo si scosta dalle braccia della mamma e i due adulti sono costretti a fermarsi. «Allora amore, come mi sta questo anello?» chiede Clelia al bambino, che non esita a rispondere: «Che bello mamma!». «Grazie a tutti e due, mi rendete sempre la donna più felice del mondo» conclude Clelia, tirando entrambi Luciano e Carlo a sé e abbracciandoli forte.

 
***
 
Restano ancora un po' distesi sull'erba. Dopo una mezz'oretta Clelia guarda il suo inseparabile orologio ed esclama: «Uhh, com'è passato veloce il tempo! Si sono fatte le cinque e mezza!». Alza lo sguardo verso Luciano e nota che ha gli occhi chiusi. Gli scuote dolcemente il braccio, provando a svegliarlo: «Luciano, hai sentito cosa ho detto o, come credo, ti sei davvero addormentato?». A quella domanda il ragioniere fa uno scatto, apre gli occhi e risponde: «No no, non stavo affatto dormendo... Dicevi, amore?». «Dicevo che sarebbe ora di andare. Fra poco fa buio e non siamo esattamente dietro casa. E poi prima di cena devo fare il bagnetto a Carlo» continua Clelia. «Ah, il bagnetto di Carlo...» risponde il ragioniere con un tono in parte ironico, ricordando le altre volte in cui lei aveva nominato questo impegno così irrinunciabile». Poi continua: «Ho capito, sveglio il bambino allora. Ma prima...» e si avvicina a Clelia per baciarla.
 
***
 
Tornati a casa, Luciano dà una sistemata alla sala e invece Clelia si occupa di lavare il figlio.
In attesa che sia pronta la cena, Carletto gioca nella sua stanzetta, mentre i genitori cucinano e conversano un poco.
«Allora, ti è piaciuto questo romanzo di Bergman?» chiede Luciano. «Nonostante lo abbia letto un po' a intermittenza, devo dire di sì. Grazie per avermelo chiesto» risponde Clelia accarezzando la guancia di Luciano, che le pone un'altra domanda: «Bene, sono contento. Hai già un'idea di quale vorresti leggere ora che questo l'hai finito?». Clelia ci pensa un po' e poi risponde di essere indecisa fra due, ma che ancora deve comunque acquistarli. «Ah, capisco», replica Luciano, «Io, come sai, non ci capisco molto di letteratura, ma magari potresti chiedere un consiglio a Federico. Sono sicuro che è la persona giusta per aiutarti nella scelta». «Ottima idea, magari un giorno di questi gli propongo di andare insieme in libreria, così che possa suggerirmi anche qualche altra idea per le mie future letture» risponde Clelia.
«Ti piace molto leggere, vero? Si vede che non lo fai solo come passatempo» domanda il ragioniere mentre mescola la pasta. «Sì, molto. Da bambina amavo perdermi nei libri che trovavo in casa, anche se magari a volte non li capivo ancora del tutto. Mi hanno sempre dato un senso di libertà e di evasione davvero unico», racconta Clelia. «Poi quando ero ragazza ho avuto un'insegnante di lettere bravissima e questa passione non ha fatto che aumentare sempre di più». Luciano la ascolta incantato, ma approfitta del piccolo momento di pausa della donna, che nel frattempo sta assaggiando il sugo, per dichiararle: «Amo sentirti raccontare con così tanta passione. C'è una sola cosa che non mi è piaciuto sentirti dire però». Qui Luciano attende qualche secondo e poi continua: «Perché hai detto “Da ragazza”? Tu sei ancora una ragazza!» esclama infine, suscitando in Clelia un'adorabile risata.
Dopodiché, la donna prosegue la sua narrazione: «Poi, invece, una volta sposata con Oscar i libri sono diventati quasi proibiti per me. Non voleva che li leggessi perché temeva che con "quelle stupide storielle", come li chiamava lui, potessi mettermi "strane idee in testa". Però quando riuscivo, li leggevo comunque. Per fortuna la mia vicina di casa aveva una grande libreria che mi metteva gentilmente a disposizione e, nei momenti in cui Oscar era fuori casa, non potevo fare a meno di tuffarmi in quelle pagine che, sebbene solo per qualche ora, mi permettevano di evadere dalla quella gabbia che era il mio matrimonio». Mentre Clelia parla, Luciano si intristisce per via del suo naturale istinto empatico verso le persone, e soprattutto verso la donna che ama. Clelia invece è sì triste e turbata perché non è mai semplice tornare con la mente a quei giorni così difficili, ma tutto sommato può sentirsi anche serena, forse perché da tempo ormai ha cercato di non soffrire più per quell'inferno che ha dovuto vivere. Vuole godersi il presente e il futuro, anche se sa che il passato ogni tanto bussa alla sua porta sotto forma di incubi. «Il periodo più terribile sono stati gli ultimi mesi che ho vissuto a Trieste, quando la vicina si era dovuta trasferire e Oscar non perdeva occasione per maltrattarmi. Non solo mi era venuta a mancare la possibilità, per me vitale, di leggere, ma anche di avere magari una persona vicina a cui chiedere aiuto se le cose si fossero messe peggio di quanto già non fossero, come poi purtroppo è successo». Clelia si interrompe e fa cenno a Luciano di assaggiare lui, questa volta, il sugo. I due annuiscono, comunicandosi così, mentalmente, che ormai è pronto. La donna allora chiama il figlio: «Carlo! Amore, vai a lavarti le manine che qui è pronto!».
Mentre apparecchiano, Luciano chiede a Clelia, riferendosi al figlio: «Invece a lui, che tu sappia, piace leggere?». La donna risponde: «Beh, a scuola so che non gli dispiace seguire le lezioni di italiano, però credo che ancora non si sia approcciato del tutto alla lettura per conto suo». Appoggia i piatti a tavola e continua: «Sai cosa?! Mi piacerebbe capire quali sono i libri adatti per la sua età, che possano incuriosirlo... Se solo potessi confrontarmi con Elena [Montemurro]. Lei che fa la maestra elementare saprebbe certamente indicarmi dei testi. Sicuramente è una ragazza davvero in gamba e credo che se non si fosse trasferita saremmo potute diventare buone amiche», conclude Clelia.
Luciano, che ha ascoltato attentamente ogni parola, pensa a cosa potrebbe fare per soddisfare questo piccolo ma importante desiderio di Clelia. «Forse intanto potresti chiedere a Beatrice visto che Serena è poco più grande di Carlo». «Hai ragione, anche lei è mamma, tra l'altro di due figli, e quindi potrebbe essermi d'aiuto».
Luciano però sente che potrebbe pensare anche a qualcosa di più. Nel frattempo che distribuisce le posate, finalmente gli viene in mente un'idea: «Pensavo che uno di questi fine settimana potremmo anche andare a trovare Elena a Torino. Non è poi molto distante... Così potremmo vedere una città nuova e soprattutto potresti passare una giornata in compagnia di Elena». Clelia si illumina e confessa: «Sai che ogni tanto ci ho pensato, ma poi ho finito sempre per accantonare l'idea perché mi sembrava troppo complicato da organizzare? Mi hai letto nel pensiero!». Luciano le sorride e risponde: «Ho semplicemente pensato a cosa potesse renderti felice». «Come fai sempre, amore mio» risponde Clelia, che approfitta del fatto che Carlo ancora non sia arrivato per spingere Luciano su una sedia, sedersi sulle sue gambe e baciarlo appassionatamente.
***

I tre cenano con appetito e parlano di quanto sia stata bella questa domenica. Finalmente padre e figlio scoprono anche l'origine della scioltezza di Clelia nell'andare in bicicletta: «E così non vi aspettavate che fossi capace di pedalare in questo modo» esordisce Clelia. «Beh, in effetti mi hai stupita» replica Luciano. La donna allora spiega: «Dovete sapere che quando andavo al liceo c'era una mia amica che veniva sempre a scuola in bicicletta. Io ero curiosa di provarla e, prova oggi, prova domani, alla fine ero diventata piuttosto capace». «Sei proprio una donna dai mille talenti» esclama Luciano, che non tarda a ricevere una risposta: «È in vena di complimenti, ragioniere?» scherza Clelia. «Ma certamente, anzi se vuoi continuo volentieri» risponde Luciano divertito. «Come siete buffi voi due» ridacchia Carletto.
***

Dopo aver messo a letto Carlo, Clelia passa dalla sala per dare un bacio a Luciano, dicendogli di voler andare a dormire. Lì per lì l'uomo ricambia il bacio e le promette di non addormentarsi sul divano, come a volte gli succede.
La donna si sta avviando verso l'altra stanza, quando sente: «Ma dove vai, bellezza in bicicletta?». È Luciano che sta canticchiando sottovoce, attirando a sé Clelia. «Che cos'è tutta questa voglia di cantare, ragioniere?» risponde lei. «Credo sia un'altra delle cose irrazionali che faccio da quando ti ho conosciuta» sussurra lui. «Luciano...»: Clelia sorride, accarezzandogli la guancia, e poi continua: «Se volevi convincermi a restare un po' qui con te ci sei riuscito benissimo, sai?! E ti dirò di più: speravo me lo chiedessi».

Ormai i due sono distesi sul divano. Luciano interrompe ogni tanto questo vortice d'amore per pronunciare una parola per ogni bacio scambiato:
«Sai... qual è... l'unico difetto... di questi pantaloni... che... ti stanno... benissimo?».
«No, quale?» risponde Clelia, sorpresa e curiosa di avere una risposta. «Che ci si mette di più a sfilarli, a differenza di una gonna o di un vestito» svela lui. La donna ride alzando gli occhi al cielo e poi riprende a baciarlo appassionatamente, passando le dita prima fra i capelli di lui e poi lungo la sua schiena, fino ad arrivare a sfilargli la camicia dai pantaloni. Infine, Clelia risponde a Luciano: «Tanto noi non abbiamo fretta. C'è tutta la notte davanti».


 
   
 
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