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Autore: _Layel_    23/02/2021    0 recensioni
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Yaoyorozu vive in una grande villa e per quanto la compagnia di tazze da tè possa essere piacevole, a volte si sente sola. Uraraka vuole rimediare.
Aka: Uraraka trova un gatto e decide che sarà il compagno perfetto per Momo.
Prompt #1: 4 trova un gatto\cane abbandonato. Non può prendersene cura, così lo lascia di nascosto davanti casa di 2 o 6.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kyoka Jiro, Momo Yaoyorozu, Ochako Uraraka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yuki



 

Prima che il ritiro nei boschi iniziasse ai ragazzi erano stati concessi un paio di giorni da passare con la propria famiglia senza l’impegno della scuola. Ovviamente i bravi studenti studiavano e si allenavano anche durante quel breve periodo di pausa.

 

Ochaco, pur considerandosi una brava alunna che voleva mettercela tutta per diventare un eroe, non poté rifiutare di passare un pomeriggio con i suoi genitori.

 

Sua madre aveva organizzato la giornata ben due settimane prima. Non che ci fosse molto da organizzare, trattandosi di una gita al lago, ma sua madre era sempre stata una perfezionista. Una perfezionista molto entusiasta. Il lunedì precedente l’aveva chiamata durante la pausa pranzo e Ochaco, dopo essersi scusata da Midoriya e Iida, aveva risposto immediatamente, preoccupata che potesse essere successo qualcosa.

 

“Pronto? Mamma?”

 

“Tesoro, mi senti? Hai già mangiato?”

 

“Si, io… mamma è successo qualcosa? State bene?”

 

“Eh tesoro, non c’è male, ma parlami di te! Ti stai divertendo?”

 

“Mamma, sono a scuola quindi se-”

 

“So che sei a scuola Ochaco, non sono ancora così vecchia!” Sua madre la interruppe con una risata.

 

“Non era quello che intendevo,” disse Ochaco velocemente, “è che tra poco iniziano le lezioni e non voglio fare tardi. Quindi se hai bisogno di qualcosa…”

 

“Ah, si. Volevo chiederti se il costume rosso ti andasse ancora bene, che se no sabato ci fermiamo a prenderne uno nuovo.”

 

Costume rosso? Lei non si ricordava di averne uno. L’unico costume da bagno che le andava ancora più o meno bene era quello rosa di sua cugina… Ah! Forse un tempo era rosso. Sua madre stava probabilmente parlando di quello. Di quello o del costume della scuola che avrebbe dovuto essere blu. Sperava parlasse del costume di sua cugina. Le andava un po’ stretto ma non voleva che i suoi dovessero comprarne un altro, quindi se lo sarebbe fatta andare bene. Per cosa poi, era una bella domanda.

 

“Si, si, mamma, quello va bene. Perché?”

 

“Beh, io e papà pensavamo di andare al lago il prossimo fine settimana. Così prendi una piccola pausa, che ne dici?”

 

“Si, che bell’idea! Papà mi insegnerà finalmente a pescare e-“ Venne interrotta dalla campanella che annunciava l’inizio delle lezioni pomeridiane. “Ora devo andare mamma, ti voglio bene.”

 

“Anche io, tesoro. Ciao.”

 

Ochaco rientrò in classe e fortunatamente All Might-sensei non era ancora arrivato. Ora che ci faceva caso non vedeva neanche Midoriya. Visto che aveva un po’ di tempo si avvicinò al banco di Jiro dove l’altra ragazza stava chiacchierando con Momo.

 

“Hey! Scusate l‘interruzione, Jiro mi potresti prestare i tuoi appunti di inglese? Dell’ultima lezione non ho proprio capito nulla.” Fece un piccolo inchino e un grande sorriso le spuntò in viso quando Jiro annuì senza esitazione e le allungò il suo quaderno.

 

“Mille grazie! Domani mattina te lo riporto, sono sicura che i tuoi appunti mi aiuteranno un sacco.” Alzò un pugno con entusiasmo, stringendo al petto il prezioso quaderno.

 

“Se hai bisogno di una mano sarei entusiasta di dartela!” Si offrì Yaoyorozu, una luce brillante negli occhi. “Domani pomeriggio potremmo studiare insieme a casa mia.” Concluse con un sorriso emozionato che si allargò quando Ochaco accettò entusiasta. Momo era la migliore della classe, non avrebbe mai rifiutato un’opportunità di studiare con lei. Inoltre le piaceva passare del tempo con l’amica.

 

“Beh, uhm, anche a me servirebbe ripassare un po’…” Le guance di Jiro erano leggermente rosse e aveva gli occhi incollati al banco. 

 

“Oh, ma certo! Siete invitate entrambe!” Yaoyorozu parlò a voce un po’ troppo alta, attirando l’attenzione dei loro compagni di classe.

 

“Yaoyorozu sta dando uno study party?”

 

“Yaomomo anche io ho bisogno per matematica, Mina ha provato a spiegarmela ma ci ho capito meno di prima.”

 

“Non è colpa mia, sei tu che sei un idiota.”

“Ragazzi, posso unirmi?”

 

Yaoyorozu accettò felicemente tutte le richieste e si ritrovò ad organizzare una piccola uscita di classe per quel pomeriggio, con la sua villa come destinazione.

 

“Sicura che ai tuoi genitori vada bene? Siamo diventati un po’ tanti…” Le chiese Ochaco, dubbiosa, sapeva che se sua mamma si fosse trovata tante persone per casa senza preavviso, li avrebbe felicemente accolti, e poi le avrebbe fatto la ramanzina del secolo.

 

“Oh, no devi preoccuparti. Mia madre e mio padre sono molto impegnati con il lavoro, quindi sono spesso fuori casa.” il sorriso di Momo si fece più flebile. “Apprezzo molto la vostra compagnia.” L’ultima frase venne sentita solo da Ochaco e Jiro, che la stava guardando con l’espressione di chi sapeva molto di più di quello che Yaoyorozu aveva ammesso.

 

Ochaco stava per darle un grande abbraccio quando All Might entrò nella classe, spiegando a gran voce di cosa avrebbero parlato in quella lezione di fondamenti dell’eroismo, mentre Iida li istruiva a prendere posto.

 

___________________

 

 

Stava aiutando suo papà a caricare le ultime borse nel baule, il lago era solo a un paio di ore da casa, quindi potevano tranquillamente andarci in auto. Incastrò l‘ultimo zaino nel portabagagli e sospirò sollevata. Si girò per andare a prendere la felpa che aveva lasciato da qualche parte in salotto. Il clima estivo e portare le valige per le scale le avevano fatto venire caldo e aveva abbandonato la felpa nell’appartamento.

 

Davanti alla porta del condominio vide un piccolo gattino che si stava risposando nella sottile ombra di un lampione. Il pelo bianco era quasi grigio per lo sporco e de quanto era magro probabilmente non mangiava da giorni. Ogni tanto miagolava piano, forse chiamando la mamma che aveva perso. 

 

A Ochaco si strinse il cuore e corse velocemente nel suo appartamento, facendo le scale due alla volta. Quando scese dovette essere più cauta, attenta a non rovesciare la ciotolina di latte che aveva in mano. La posò a qualche passo dal gattino, per evitare di spaventarlo e guardò con tenerezza mentre il micio faceva risplendere la ciotola.

 

“Ochaco! Faremo tardi. Hai trovato la felpa?” Urlò suo padre dal parcheggio poco lontano.

 

“Shhh. Papà vieni a vedere.” Gli fece un gesto con la mano per invitarlo ad avvicinarsi. Sua madre rimase nell’auto, l’espressione concentrata mentre spuntava la lista che si era preparata prima di fare le valige.

 

“Cosa c’è?” Il papà di Ochaco chiese quando raggiunse sua figlia.

 

“Guarda. Non è carinissimo?”

 

“Molto. Anche se un po’ sporco.”

 

“Non ha collare poverino. Papà non possiamo lasciarlo qui!”

 

“Beh, di certo non può venire con noi. E in casa non c’è abbastanza spazio, lo sai…” vide lo sguardo determinato della figlia, lo sguardo di quando aveva preso una decisione e niente le avrebbe fatto cambiare idea. La stessa espressione che a vote vedeva nello specchio. “Magari un rifugio potrebbe ospitarlo? Starebbe in compagnia di altri gatti e ce n’è uno che è di strada.”

 

Ochaco rifletté per un momento, fronte corrucciata e naso arricciato. Poi si illuminò e fece un grande sorriso a suo papà.

 

“Ho un’idea migliore.”

 

________________

 

 

I suoi compagni sul pullman stavano chiacchierando del ritiro, curiosi e leggermente preoccupati di cosa li aspettasse. Ochaco stava scegliendo quale canzone ascoltare, quando sentì ciò che Yaoyorozu stava dicendo a Jiro e decise di aspettare un attimo a far partire la musica.

 

“…veramente bizzarra questo sabato.” 

 

“Cioè?” Anche Jiro non stava ascoltando la musica, concentrata sulla ragazza seduta vicino a lei.

 

“Stavo per iniziare lo studio pomeridiano quando ho sentito suonare il campanello. Mi sono chiesta chi potesse essere ad un orario tanto inusuale e sono andata ad aprire la porta di persona. Ho deciso di non svegliare Yoshida-san, è un po’ avanti con gli anni e non volevo disturbarlo per una faccenda tanto elementare.”

 

“Yoshida-san?” La interruppe Jiro.

 

“Esatto,” annuì emozionatamente Yaoyorozu. “È il maggiordomo di famiglia. L’ultima volta che sei venuta ho voluto accoglierti personalmente, non credo che tu abbia avuto il piacere di conoscerlo.”

 

“Ugh,” dal tono della voce Jiro stava probabilmente facendo una smorfia. “Mi dimentico sempre quanto sei ricca. Comunque, vai avanti.”

 

“Apro la porta, aspettandomi uno dei collaboratori di mio padre, hanno l’abitudine di visitare negli orari peggiori, e al loro posto trovo uno stupendo gattino bianco. Tutto solo però.”

 

“Il gatto ha suonato il campanello?” La prese in giro la vicina di posto.

 

“Beh, mi sembra improbabile.” Yaoyorozu la guardò con rimprovero e Jiro scoppiò a ridere a quella buffa espressione. “Il veterinario ha detto che non aveva nessun Quirk, ovviamente non è stato lui a suonare il campanello.”

 

“L’hai già portato dal veterinario?! Ma non l’hai trovato due giorni fa?”

 

“La prima cosa che ho fatto è stata contattare il veterinario di famiglia, per poi invitare Yuki a entrare e dargli del filetto.”

 

“Oh, bella scelta. Yuki mi piace proprio.”

 

Yaoyorozu arrossì leggermente prima di sorridere dolcemente. “Sono molto felice di averlo trovato. Lo conosco da poco tempo ma ha già reso la casa molto meno vuota.” La ragazza sussurrò l’ultima parte e Ochaco quasi non riuscì a sentire con tutto il baccano che stavano facendo i suoi compagni.

 

Jiro mise una mano sulla spalla di Yaoyorozu e le rivolse un piccolo sorriso, le orecchie leggermente rosse. “Ti terrà lui compagnia quando io non ci sono.” Yaoyorozu alzò lo sguardo e ricambiò il sorriso.

 

Ochaco si mi le cuffie, decidendo che aveva sentito abbastanza e che origliare non era comunque molto eroico. 

 

Il bon umore non l’abbandonò per tutto il giorno, nemmeno quando Aizawa-sensei li fece precipitare giù da una montagna.

   
 
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