Film > La Sirenetta
Segui la storia  |       
Autore: Clara_Oswin    23/02/2021    0 recensioni
Storie di pescatori narrano la presenza nelle acque di Deep Alley, di creature dal corpo per metà umano e per metà pesce. Nuotando un giorno in quelle acque Elena, trasferita da poco in quella città con la madre, terrorizzata vede qualcosa, non sa che quell'incontro cambierà per sempre il corso della sua vita. Segreti e verità mai svelate la catapulteranno in un mondo estraneo dal suo, dove alla fine anche lei si ritroverà a scegliere tra la vita e la morte.
Per saperne di più: Pubblico in questa sezione perché la storia si ispira molto ai personaggi originali di Ariel ed Eric, presenti nel corso della trama e durante la loro storia, questo però è un punto di partenza per qualcosa di nuovo, in cui la fiaba originale della disney si intreccia in un racconto di sirene come non l’avete mai letto.
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ariel, Eric, Re Tritone, Ursula
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cap 43 Quello che accadde dopo

 

Nella stanza era piombato un silenzio quasi surreale interrotto solo dal rumore del gocciolio della flebo; erano rimasti solo lei e Nick ed era giunta l’ora di mettere da parte definitivamente tutto quello che era successo tra loro.

“credo di non avere ancora avuto modo di ringraziarti per tutto quello che hai fatto”

“rapimento a parte?” scherzò lui

Ad Elena scappò una risata spontanea “si, direi rapimento a parte, hai dimostrato di esserci nel momento del bisogno, e di essere abbastanza coraggioso da affrontare la battaglia”

“tu lo chiami coraggio eh? Io direi che è stata una bella dose di incoscienza invece” si sporse sulla sedia, le sue mani corsero dentro un rigonfiamento nella tasca della giacca di pelle che indossava.

“prima che ti portassero in ospedale, sono riuscito a recuperare questo” le avvicinò un sacchetto nero di velluto, lei lo aprì rivelando il suo contenuto, gli anelli di Alimede.

Sgranò gli occhi rendendosi conto di non avere addosso i vestiti ma una camicia da ospedale.

“hanno dovuto letteralmente tagliarti i vestiti di dosso, ho pensato fosse meglio tenerli al sicuro in attesa di restituirteli. Non perderli” le fece l’occhiolino finale. Onestamente non si sarebbe mai aspettata che Nick recuperasse gli anelli dal suo jeans né che li tenesse al sicuro per poi restituirglieli. Se fosse stato un altro avrebbe potuto tenerli per sé, rubarli, nessuno avrebbe più saputo che fine avessero fatto gli anelli. Quelle azioni avrebbero portato ovviamente alla fine della tregua fra i due popoli e lei ne sarebbe stata la colpevole principale visto che custodirli era una sua responsabilità.

Tutto ciò era stato scongiurato dal ragazzo che con qualche livido le sedeva di fronte, “perché quella faccia sorpresa? Non hai ancora capito che sto dalla parte dei buoni?” le rispose sentendosi osservato.

“beh, i tuoi atteggiamenti non sono stati proprio quelli che si potrebbero definire tali…” strinse il sacchetto fra le mani, vicino alla lettera che ancora teneva in grembo. “ma confesso che ti sto rivalutando molto” gli sorrise.

“se dobbiamo essere compagni di viaggio, dobbiamo fidarci l’uno dell’altro e tenere gli occhi aperti, non possiamo sapere chi ci manderà il tuo fidanzato o l’altro membro che verrà scelto dai cacciatori, emh guardiani o come si chiamano loro adesso”

La bionda annuì. “che ne è stato dei cacciatori? Prima hai detto che non siete rimasti in molti.”

“già, quando è stato chiaro che non ci sarebbe più stata una guerra, la maggior parte ha deciso di lasciare la congrega, alcuni hanno manifestato il proprio dissenso, non tutti credono che il popolo del mare manterrà le promesse, ma fortunatamente sono una piccola minoranza. Chi è rimasto ha deciso di intraprendere una via pacifica, all’interno dell’ordine si stanno ancora stabilendo nuove gerarchie e regole, basta con capi segreti e riunioni notturne nei boschi.”

“cosa farà allora questo nuovo gruppo di guardiani?” chiese incuriosita dallo sviluppo che stava prendendo la storia.

Nick si stiracchiò pigramente, poi continuò il suo racconto “onestamente, nessuno di noi sa molto del popolo del mare, abbiamo cacciato le sirene per anni, ma a parte sapere che si nutrono di carne umana, sappiamo ben poco delle loro tradizioni, della loro cultura, se mai ne avessero una; diciamo che tenteremo di studiarli, di capirli e forse chissà riusciremo anche a comprenderli.”

“Aris ha promesso che non ci sarebbero più stati attacchi e poi hai sentito anche tu Ursula, la liberazione da quegli anelli ha portato qualcosa di buono,”

“staremo a vedere” rispose enigmatico lui guardando improvvisamente fuori dalla finestra. Poco prima c’era un bel sole caldo, adesso nell’arco di pochi minuti tutto si era ingrigito e da un momento all’altro avrebbe iniziato a piovere.

Attese per un po' in silenzio che lui ricominciasse, ma a quanto pare i suoi pensieri erano stati distolti da qualcosa, o forse qualcuno.

“Notizie di Lara?”

Elena non l’aveva più vista da quella notte quando le aveva miracolosamente liberata permettendogli di salvare la sua vita e quella di Aris. Quella ragazza era stata molte cose, compagna di classe, confidente, spia, nemica, liberatrice, mezza coda.

Nick scosse la testa turbato.

“cosa è successo quando ci siamo separati?”

“lei, mi ha detto addio.” Disse mesto il ragazzo.

Lei tentò di rassicurarlo. “è stata una notte folle, nessuno di noi sapeva se saremmo sopravvissuti o meno”

“tu non capisci” inclinò la testa e prese a fissare il pavimento, i gomiti sulle gambe mentre si teneva la testa come se stesse scoppiando.

“spiegamelo tu allora” tentò di risultare dolce, era evidente che c’era qualcosa che non andava. “lo sai che ti puoi fidare”

“ecco…” iniziò a farfugliare “lei ha preso la balestra, mi ha dato un bacio, ma non era un bacio normale,” alzò lo sguardo per puntarlo in quello di lei, forse Elena era una delle poche persone che poteva davvero capire cosa fosse dire addio a qualcuno con un bacio “era come se mi stesse dicendo addio…” prese un’altra pausa “si è tuffata da quell’altezza assurda. Era un salto impossibile, non sono nemmeno sicuro che non sia morta sfracellata” i suoi occhi si arrossarono, abbassò nuovamente il volto stringendo le dita fra i capelli. Non voleva farsi vedere in quelle condizioni, aveva provato a scacciare quel pensiero in tutti quei giorni, ma l’immagine di lei sfracellata sugli scozzi, fatta a pezzi dalle rocce era insopportabile.

“non era un salto impossibile per una sirena” tentò di incoraggiarlo,

“tu l’hai vista Elena, lei è debole! Non è una sirena completa, non può fare quello che gli altri fanno, non l’ho più vista nemmeno durante la battaglia. Quando anche tutti se ne sono andati l’ho cercata per tutto il bosco, l’ho cercata persino lì fra gli scogli. Ma non l’ho trovata.” Una lacrima era scesa silenziosa sul suo viso, lui prontamente l’asciugò facendo finta di niente. Non era un debole, non poteva piangere.

“Nick…” lei non lo aveva mai visto così sconvolto.

Aveva visto molti volti di Nick, da dolce ragazzo della porta accanto a cacciatore senza scrupoli in missione speciale, ma nelle sue varie sfumature non l’aveva mai visto così fragile. Non sapeva bene che tipo di relazione ci fosse fra lui e Lara, ma era evidente che lui ci teneva, e anche parecchio.

Il ragazzo si alzò dalla sedia, “è meglio che vada adesso, devi riposare” si voltò di spalle per non fare vedere un’ennesima lacrima che aveva preso a scendere fuori dal suo controllo.

“Nick, sono sicura che Lara è viva, e sta bene.” Non è vero, non era sicura proprio di niente, ma quel ragazzo aveva bisogno di sentirselo dire, il castano le fece un cennò di ringraziamento, poi senza ulteriori indugi aprì la porta ed uscì.

Per la prima volta dal suo risveglio dalla mattina finalmente Elena era rimasta sola.

 

****

La pioggia aveva preso a picchiettare lentamente sulla sua finestra, il suo cervello aveva iniziato a rielaborare la serie infinita di informazioni ricevute nell’arco di quella giornata. Nelle mani aveva ancora il sacchetto di velluto che le aveva dato Nick, non si sarebbe mai più dovuta separare da quegli oggetti, erano troppo importanti e il destino di quella pace dipendeva da lei. Prese il sacchetto e lo nascose sotto il suo cuscino dove poteva averlo sempre a portata di mano, sicura che nessuno avrebbe potuto sfilarlo senza che se ne fosse accorta.

In grembo teneva ancora la lettera di Aris, sembrava il momento giusto per leggerla finalmente, aveva ancora in mente le parole enigmatiche della strega del mare…  

“spero che non rimanga solo a lungo…”

Con mano tremante girò la busta che recava in bella grafia il suo nome, sul retro era presente uno di quei sigilli in ceralacca che si usavano perlomeno nell’ottocento, la consistenza era diversa da quella della cera e sicuramente il materiale era qualcosa di idroresistente, ma sul bollo era impresso uno stemma con un tridente sormontato da una corona rinchiuso in una specie di onda, non dovevano esserci dubbi che quello fosse il simbolo reale di Atlantica.

La carta era spessa e pesante rispetto quella a cui era abituata Elena, i fogli erano di un verde turchese e profumavano di mare, lo stesso profumo che aveva Aris. L’inchiostro era un marrone con delle sfumature bronzate, insolito ma di certo non c’era niente di ordinario nel ricevere della corrispondenza direttamente da Atlantica.

Mise in ordine i vari fogli ed iniziò la sua lettura. 

 

“Non so bene come iniziare questa lettera, onestamente non ne ho scritte molte in vita mia, ma credo dovrò iniziare a prenderci confidenza visto che sarà l’unico modo in cui potrò comunicare con te per un po' di tempo.

Ho mandato tutti i giorni un messaggero fidato per avere tue notizie, Ursula mi ha scritto che ti trovi in ospedale con una brutta ferita alla gamba e che probabilmente dovrai restarci per ancora un po' di tempo. Fino a che resterai lì le ho chiesto di portarti le mie lettere personalmente, (a questo proposito, ti ho mandato della carta e inchiostro speciale da Atlantica così che tu possa rispondermi), spero di ricevere una tua lettera molto presto.

Se mi fosse stato possibile sarei già lì al tuo fianco, ma da quando sono diventato l’erede al trono non mi è concesso nemmeno abbandonare il palazzo, sono prigioniero in casa mia e non mi è permesso allontanarmi nemmeno sotto scorta.

Fra qualche giorno si celebrerà l’incoronazione e nonostante io stia per diventare ufficialmente un re mi sento totalmente impotente quando si tratta di proteggere le persone che amo. Quella notte ti ho visto svenire davanti ai miei occhi ed ho dovuto guardare inerme altre persone che ti soccorrevano. Non ho potuto fare niente e mi sono sentito inutile.

Non piace sentirmi inutile, non poterti stare accanto come vorrei, averti messo così a rischio...

So che forse te ne dovrei parlare di persona, ma non so ancora quanto tempo passerà prima di poterti rivedere, non appena la tua gamba sarà guarita dovrebbe partire anche la squadra che stiamo formando per portare a termine la missione degli anelli, potrebbero passare settimane se non mesi, ma io non ho intenzione di rinunciare a te.

Spero che Ursula abbia avuto il tempo di aggiornarti su quello che sta succedendo in questi giorni, nel momento in cui mi sono sbarazzato degli anelli Atlantica sta cambiando, le sirene e i tritoni stanno cambiando, come se tutta l’oscurità legata a quegli oggetti fosse stata finalmente estirpata. Ursula mi ha messo al corrente di essere tornata in possesso di arti magiche che credeva di aver perduto per sempre, forse limitate dalla presenza degli anelli.

Quindi ecco la mia proposta, so di chiederti tanto, e che probabilmente non ho il diritto di farlo, ma se lo sto facendo è perché ti voglio con me, qui ad Atlantica, per sempre.

Se Ursula riuscisse a trovare un modo sicuro saresti disposta a diventare una sirena per vivere con me?

Posso sopportare qualunque cosa se so che sarai al mio fianco.

Ti prego, non arrabbiarti, avrei voluto chiedertelo di persona, spiegarti tutto quello che sento, ma per il momento sono rinchiuso a palazzo, e tu lì ospedale senza la possibilità di venire da me.

Dì solo una parola, ed io capirò qualunque sia la tua scelta. Ma se dovesse essere sì metterò tutta Atlantica sottosopra pur di trovare una formula, una pozione, un modo sicuro per farti restare qui con me. So che insieme supereremo tutto.

Spero troverai il tempo di scrivermi, perché se non vederti è già una sofferenza, non avere tue notizie sarebbe una tortura.

 

Aspetterò con ansia ogni tua lettera.

Ti amo

Aris”

 

Elena stringeva in mano la lettera scioccata da tutto ciò che aveva letto. Esisteva davvero un modo per poter vivere con Aris? Diventare una sirena era il sogno di tutte le bambine, no? Un sogno, un gioco, ma diventarlo sul serio? Abbandonare la sua vita da umana, niente università, niente tecnologia, niente di tutto ciò. Certo, sarebbe stata una vita totalmente diversa, una vita di cui onestamente non sapeva assolutamente nulla.

Aris però l’aveva fatto.

Aveva rinunciato a tutto, sapendo che non sarebbe tornato mai più ad Atlantica per vivere con lei sulla terra.

Se fosse diventata una sirena avrebbe ancora potuto avere la possibilità di conservare le sue gambe? Da quello che sapeva le sirene potevano diventare umane quando desideravano andare sulla terra a differenza dei tritoni. Questo forse era un dilemma che solo Ursula avrebbe potuto chiarirle, ma prima avrebbe dovuto trovare un sistema per trasformarla in sirena.

E così alla fine quel momento era arrivato davvero. Re Tritone aveva proposto una cosa simile certo che lei non sarebbe mai sopravvissuta a quel processo, Aris si era opposto con tutto sè stesso e aveva deciso di diventare lui un umano per stare con lei, ma adesso tutto cambiava ancora una volta. Se come diceva Aris poteva esistere un modo sicuro, una magia fatta da Ursula in persona che le avrebbe dato la coda senza però mettere a rischio la sua vita, cosa avrebbe scelto di fare lei? Come allora, anche adesso non nutriva alcun dubbio sul da farsi.

Aris l’aveva fatto per lei, lei l’avrebbe fatto per loro.

Era l’unico modo per restare insieme se volevano avere un futuro, No, non avrebbe rinunciato a quella possibilità.

Si stese sul letto tentando lentamente di voltarsi su un fianco, sentiva la pelle della gamba tirarsi sotto la pressione dei punti.

Come sarebbe stata la sua vita sott’acqua?

Provò ad immaginarsi una sirenetta, come quei giochi si facevano da bambini in cui si poteva immaginare di essere qualunque cosa, questa volta però l’immaginazione era solo un preludio ad una possibilità reale. Di che colore sarebbe stata la sua coda? Avrebbe fatto molto male la crescita delle branchie? Però poter respirare sott’acqua era sempre stata una sua fantasia, poter esplorare le profondità marine con Aris, sembrava un sogno ad occhi aperti.

Però Aris era un Re, avrebbe dovuto governare il suo regno, avrebbe ancora avuto tempo per lei? E se un giorno lo avrebbe sposato avrebbe dovuto governare su Atlantica?! Ma che ne sapeva lei di come si governava un regno!

Affondò la faccia nel cuscino, aveva iniziato a pensare troppo e le stavano già venendo mille dubbi. Ma la domanda riguardava il suo futuro e non era una cosa che poteva prendere alla leggera, quella scelta avrebbe cambiato la sua vita irrimediabilmente.

La domanda principale che si pose fu: Amava davvero Aris?

Certo che lo amava.

Ma fino a che punto sarebbe stata disposta a spingersi per amore?

La riposta le venne spontanea.

Allungò il braccio verso la carta e l’inchiostro che Ursula le aveva lasciato poco prima di uscire dalla stanza, poi si tirò a sedere ed iniziò a scrivere la sua risposta.

 

*

 

“sei stata più veloce di quel che pensassi” le rispose Ursula prelevando dalle sue mani la busta che aveva finito di siglare. “spero di essere portatrice di buone notizie” le sorrise gentile la donna.

“vuoi sapere quello che gli ho risposto, non è vero?” Elena si distese sui cuscini esausta, aveva dormito tre giorni ma si sentiva come se avesse appena corso una maratona, in più gli antidolorifici dovevano aver smesso di fare effetto perché iniziava a sentire parecchio dolore alla gamba e a tutte le restanti ossa che aveva ancora intere.

La strega si sedette sul suo letto, “solo se me lo vuoi dire”

“Ursula, io non so niente su come si governa un regno…” esordì lei sbuffando. “però voglio stare con Aris, è sbagliato?”

“tesoro mio,” le accarezzò una mano che teneva in grembo “nessuno sa fare qualcosa fino a che non l’impara.”

Elena la guardò negli occhi con nuova speranza, “devo andare adesso, devo consegnare questa lettera affinchè Aris la possa leggere al più presto possibile, aspettava con ansia tue notizie.”

Prima che la strega si potesse alzare, Elena la fermò con una mano. “sto davvero facendo la scelta giusta?” chiese retorica più a se stessa che alla donna che aveva di fronte.

“questo mia cara, solo il tuo cuore può saperlo.”

Con un gesto fluido si alzò dal letto, le diede un bacio sulla fronte e uscì dalla porta.

Elena sospirò appoggiandosi al cuscino, aveva bisogno di riposare, una serie di pensieri aveva preso ad affollarle la mente violentemente, ma adesso non voleva pensare a niente di tutto ciò. Con gli anelli di Alimede nascosti sotto al suo cuscino, chiuse gli occhi, e si abbandonò fra le braccia del sonno, dove sperava avrebbe potuto svuotare la mente da tutto.

Ma quando la mattina seguente si sarebbe svegliata in un bagno di sudore con gli occhi sgranati dalla paura, ebbe la consapevolezza che quello che stava facendo era davvero un grosso sbaglio.

 

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > La Sirenetta / Vai alla pagina dell'autore: Clara_Oswin