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Autore: Epic JP    24/02/2021    0 recensioni
(Non sto partecipando a qualche challenge o fandom indette da qualche gruppo perché non ho la più pallida idea su come fare queste cose XD) (Se qualcuno potesse spiegarmelo ne sarei grato)
Questa storia avrà luogo in questo periodo. O meglio, avrà luogo negli ultimi giorni dell'anno. L'idea sarebbe di pubblicare un certo capitolo (che tratterebbe del compleanno di Hinata) il 27. Non so dire con che cadenza caricherò e non so dire se farò in tempo a scrivere QUEL capitolo prima del 27... in ogni caso, ci proverò lo stesso. Scritto questo, introduciamo la storia.
Verso la fine di Dicembre, Naruto e Hinata progettano di festeggiare in un modo diverso dal solito ma una missione in arrivo per Naruto minaccia di mandare tutto all'aria. Ma nessuno può sapere in che modo l'Universo percepisce e reagisce quando accadono certe cose.
Buona lettura e (mi auguro) recensimento. Ci saranno anche immagini cover per ogni capitolo, alcune fatte dal sottoscritto e altre no. ENJOY!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Contesto generale/vago
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Capitolo 8: Omega & Alfa

 

Dopo aver fatto colazione, la coppia tornò in camera. Questa era la prassi che aveva sempre seguito fino a quel momento ma in quell'occasione le cose sarebbero andate in modo diverso. Se infatti tutti gli altri giorni si tornava nella suite solo per cambiarsi ed uscire, oggi si sarebbe passato un po' più di tempo in mezzo a quelle mura perché era necessario fare quattro chiacchiere a proposito degli eventi che avrebbero avuto luogo in quella particolare giornata.

 

Il maschio aveva implicitamente deciso di prendere parte alla festa ma c'erano dei dettagli di cui era necessario prendersi cura come, per esempio, la scelta del vestiario da sfoggiare per una tale occasione. Tutti e due si erano portati dei vestiti più consoni per importanti avvenimenti ma la decisione non si sarebbe rivelata così scontata.

 

Come poteva essere prevedibile, la persona più... preoccupata era la ragazza. Non appena la porta si chiuse dietro di lei, prese posto al tavolo dando un'occhiata quasi di rimprovero al proprio compagno: “Non avremmo dovuto consultarci un momento prima di dare una risposta così ovvia?”

 

Lui si sedette di fronte a lei abbastanza confuso dalle sue parole: “Non capisco, che intendi?”

 

“Hai praticamente detto a Mugetsu-Sama che stasera ci saremo anche noi.”

 

“Sì. E quindi? Non vuoi festeggiare anche tu?”

 

Lei scosse leggermente il capo: “N-non è questo.”

 

“E allora cosa?”

 

“Non... non credi che la tua presenza in strada potrebbe avere effetti indesiderati sulla missione che stai svolgendo?”

 

“Continuo a non capire, di che effetti parli?”

 

“Non lo so! Magari le sue guardie avranno qualcosa da dire o solleveranno qualche sospetto.”

 

“Che non esiste. Ci hanno già perquisiti quando abbiamo cenato insieme e mi è capitato di conversare col nostro amico in più occasioni. Se non ci si sono buttati addosso il primo giorno in spiaggia, dubito che lo faranno durante la festa di fine anno.”

 

Lei rispose con un sospiro e niente più. Non notando altre reazioni, lui riprese a parlare: “Posso sempre ricorrere a qualche clone. Non ho intenzione di passare tutto il tempo vicino a lui e se il trucco dell'attrice non è servito il primo giorno, potrei sfruttarlo stasera.”

 

A tale menzione, la corvina rifocalizzò lo sguardo sull'uomo di fronte a sé: “L'attrice? Quella del Kabuki? Vuoi di nuovo ricorrere alla tua controparte femminile?”

 

L'altro annuì convinto: “Mi pare una buona idea, il nostro uomo non sa che posso creare copie di diverso sesso e, anche se lo sapesse, la sola cosa che io e l'attrice avremmo in comune sarebbe il colore dei capelli, niente di più. Quindi non avrebbe nessuna ragione per sospettare qualcosa.”

 

“Potrebbe anche essere così ma... cosa farebbe se una delle guardie dovesse avvicinarla?”

 

“E cosa ti aspetti che faccia? Si comporterà come ci si aspetti che una signorina di teatro si comporti: avrà un atteggiamento infastidito e da snob.”

 

Per un momento la donna provò ad immaginare la scena e le sfuggì una breve risata: “Va bene, forse il tuo piano potrebbe anche funzionare.”

 

“E, se mi è consentito far notare un altro fattore a mio favore, il nostro amico non ha mai incontrato la mia controparte finora.”

 

“Davvero? Non l'avevi mandata in giro il primo giorno?”

 

“Sì, ma la signorina è andata in posti del tutto diversi da quelli che avevo immaginato. E alla fine, Mugetsu lo abbiamo incontrato noi al suo posto.”

 

“Anche questo è vero.”

 

Naruto si sporse leggermente in avanti parlando con tono melodico e sorridendo in modo gentile: “Quindi il discorso si può considerare chiuso? Sono riuscito a... far dissipare i dubbi e le paure che attanagliavano la tua mente?”

 

Istintivamente l'altra si tirò un po' indietro per mantenere la distanza ma rispose senza troppe rimuginazioni: “S-sì, lo hai... fatto.”

 

Il maschio tornò alla posizione di partenza sorridendo più genuinamente e tornando al suo tono abituale: “Bene, allora possiamo concentrarci sulla cosa più importante!”

 

“E... cosa sarebbe?”

 

Gli occhi azzurri della forza portante si spalancarono: “Ma come?!? Ti metti a fare la gnorri su un argomento importante come questo?!? Mi sorprendi, Hinata!”

 

“M-ma... ma io... cioè... d-di di qualche argomento s-stiamo parlando?”

 

L'uomo tornò a sorridere subdolamente: “Di cosa indosseremo per la festa di fine anno.”

 

- - -

 

Il successivo paio d'ore scivolò via passando in rassegna buona parte degli abiti più eleganti o formali che la coppia aveva a disposizione includendo sia quelli che erano stati portati da Konoha che quelli acquistati sul posto nei precedenti giorni. E dopo aver dibattuto sul tipo di vestito da indossare, i due si accordarono sull'indossare entrambi un kimono o uno yukata per l'evento in arrivo. Dopo questa prima scrematura, si passò alla scelta vera e propria dell'indumento. E anche questa operazione richiese altro tempo impiegato perché entrambi, magari per altruismo o per offrire la propria opinione o per far indossare al partner quello che andava più a genio, tentarono di influenzare la scelta del capo dell'altro occupante della stanza.

 

Nel bene o nel male, avrebbero potuto continuare a discutere fino all'anno successivo perché il punto di vista femminile tendeva a privilegiare l'eleganza e la sobrietà mentre il punto di vista maschile puntava ad esaltare la comodità e la mobilità che un possibile capo avrebbe potuto offrire. La cosa sarebbe davvero potuta durare più dei festeggiamenti non ancora iniziati ma venne raggiunto un compromesso: tutti e due avrebbero fatto la loro scelta in totale autonomia e si sarebbero lavati e cambiati a turno. In questo modo, ognuno avrebbe potuto operare la propria scelta sapendo bene che la controparte avrebbe comunque accettato quello che avrebbe visto davanti a sé. Gli sposi ebbero anche modo di scegliere insieme cosa avrebbe messo addosso l'attrice improvvisata: un kimono azzurro decorato da fiori di ciliegio e stelline gialle.

 

Risolto il problema del clone femmina, che decise di attendere accomodandosi al tavolo del soggiorno, i due si separarono: Naruto avrebbe scelto cosa mettere in camera da letto mentre Hinata andava a lavarsi in bagno.

 

Il figlio di Minato seguì il proprio istinto scegliendo un kimono arancione che si era portato dietro in vista di qualche evento importante. Si specchiò e sorrise a sé stesso, quella serata sarebbe stata indimenticabile quanto il compleanno della moglie... o magari anche di più. Si era sentito appagato dopo la notte d'amore che aveva chiuso quella giornata epocale ma, da allora, ogni altro tentativo di avere un momento più intimo con la sua consorte era fallito o aveva dato scarsi risultati. Già la mattina dopo il tempo aveva giocato a suo sfavore: se solo si fossero svegliati prima, avrebbe potuto avere un'altra interazione amorosa con la figlia di Hiashi e invece aveva solo potuto massaggiarle pelle e capelli mentre si lavavano. Era scappato anche qualche bacio qui e là ma niente di che.

 

Aveva poi fatto un vero e proprio tentativo durante la loro terza immersione. Quando Hinata aveva trovato la perla nera, gli sarebbe comunque venuto l'istinto di baciarla ma aveva provato a spingersi oltre: le era caduta la bombola e quindi l'aveva baciata per passarle l'aria ma non si era fermato lì. Era giusto festeggiare il ritrovamento e, con i suoi gesti, sembrava che la corvina fosse della stessa idea ma quando lui era passato all'azione afferrandole una mammella era stato respinto. Per sua fortuna non c'erano stati sguardi troppo penetranti o interrogatori con dita puntate contro il petto ma la nave si era arenata comunque.

 

Questa nuova occasione poteva però rivelarsi vincente, doveva solo giocare bene le sue carte. Se fosse stato paziente e diplomatico, anche la fine di quest'ultimo giorno di Dicembre sarebbe rimasto impresso nella loro memoria. Avrebbe dovuto preparare ancora qualche dettaglio prima di pensare solo a divertirsi e a tenere d'occhio il diplomatico. E quando sarebbe arrivato il momento giusto...

 

Dei leggeri colpi sulla porta interruppero il suo flusso di pensieri: “Anata? Posso entrare?”

 

Gli tornò in mente chi si trovava dall'altra parte e si voltò rapidamente verso l'uscio dopo aver afferrato in tutta fretta il kimono: “Certo, Hinata. Accomodati.”

 

La donna varcò la soglia con i capelli già asciutti e un minimo di trucco in faccia ma con addosso solo un accappatoio celeste e, nonostante tutto quello che aveva avuto modo di vedere, il biondo non poté fare a meno di commentare lo spettacolo davanti ai suoi occhi: “Wow... è vero che dovrai cambiarti per uscire ma anche così sei una gioia per gli occhi. Non che normalmente tu non lo sia ma...”

 

Anche se le guance si erano lievemente arrossate, l'erede di casa Hyuuga mantenne i nervi saldi e prese la situazione in mano: “Sì, ho... ho capito cosa vuoi dire ma... dobbiamo sbrigarci. Il bagno è libero e quindi tu puoi andare a lavarti e vestirti. Così potrò finire di sbrigarmi anch'io.”

 

“Ah... sì, giusto. Lasciami... lasciami prendere la mia roba e...” Si accorse di avere già tutto in mano. Perciò rivolse un sorriso imbarazzato all'altra mentre si grattava la nuca con la mano libera: “Sembra che abbia già preso la mia roba.”

 

“Sì, così sembra. Potresti uscire ora?”

 

“Naturalmente, scusa per... il malinteso.”

 

Si affrettò a superarla e a richiudere la porta dietro di sé ma venne fermato dalla voce femminile: “Naruto-Kun?”

 

“C-cosa, Hinata?”

 

“Io... sp-spero che ti piacerà l'abito che... che sceglierò.”

 

Non si erano visti perché si stavano dando entrambi le spalle ma, per motivi puramente personali e sentimentali, Naruto comprese perfettamente lo stato d'animo della compagna e, sorridendo non visto, le diede la rassicurante risposta che meritava: “Sono certo che mi piacerà, principessa, sono certo che mi piacerà.”

 

Detto questo, chiuse la porta e si diresse verso il bagno lanciando un'occhiataccia al clone pesantemente truccato in attesa: “E tu vedi di non ripetere gli errori della tua predecessora!”

 

“E come potrei? Non so nemmeno cos'ha fatto o non fatto l'ultimo clone femmina che hai creato! Come ti aspetti che conosca i suoi errori?”

 

“Era un modo di dire! Cerca di stare attenta quando sarai là fuori!”

 

“Un omaccione potenziato da un demone si mette a dare lezioni ad un'innocua ed indifesa attrice adesso? Mi piacerebbe sapere che razza di mondo è mai questo!”

 

Il maschio sorrise di sottecchi: “Bene, vedo che stai già iniziando a recitare la tua parte.”

 

- - -

 

Passò un'altra ventina di minuti prima che il ninja uscisse dal bagno lavato, vestito, gasato e preparato. Ne aveva anche approfittato per creare quattro cloni che avevano ricevuto ordini precisi: dovevano attendere in bagno finché non fossero usciti tutti, dopo avrebbero dovuto fare un certo lavoretto.

 

Dando un'occhiata fuori dalla finestra aperta, Naruto vide che stava iniziando ad imbrunire ed era già possibile iniziare a sentire le prime urla giubilanti della gente in mezzo alla musica che stava iniziando ad essere suonata. Tuttavia vide anche che il sole iniziava a tramontare, il pomeriggio iniziava a declinare nella sera ma Hinata non si era ancora fatta vedere. Il biondo si rivolse quindi alla sua controparte mascherata: “Hinata ha per caso detto qualcosa?”

 

“No, non si è fatta sentire e, prima che tu lo chieda, nemmeno vedere.”

 

Lui si afferrò il mento con due dita: “È strano, di solito sono io quello che ci mette di più a sbrigarsi, come mai non è ancora uscita?”

 

“Non saprei dirlo, perché non provi direttamente a controllare?”

 

“Non è una cattiva idea, grazie per la dritta!”

 

La femmina sbuffò facendo ondeggiare una delle sue lunghe code bionde: “A volte a voi maschi serve un punto di vista femminile per risolvere i vostri problemi, non c'è nulla da fare.”

 

“Adesso stai esagerando, però! Ti ho ringraziata, chiudi il becco o ti farò esplodere facendoti diventare una palla di fumo!”

 

“E come la mettiamo con la sorveglianza dell'inviato del Daimyo?”

 

Il maschio rivolse un inquietante e macabro sorriso alla femmina: “Posso sempre creare un altro clone meno impertinente di te.”

 

Naruko rimase agghiacciata: “...”

 

“Ecco, brava. Rimani seduta e silenziosa.”

 

Chiusa la diatriba con la sua controparte, l'uomo si diresse verso la camera da letto e, certo che la consorte fosse pronta, abbassò la maniglia senza chiedersi se lo fosse effettivamente oppure no. Quello che accadde dopo colse entrambi di sorpresa: la camera era in penombra perché stava effettivamente imbrunendo ma non era stata accesa nessuna lampadina, quindi la figura che apparve davanti agli occhi del ninja era in penombra ma la mancanza di luce non riuscì comunque a sminuire il valore del suo aspetto.

 

La ragazza aveva deciso di indossare uno yukata dalle lunghe maniche viola con sfumature cremisi sparse a mo' di decorazione ma non era ancora del tutto pronta. Anzi, era stata colta proprio nel momento in cui lo stava indossando. Di conseguenza il marito ebbe modo di ammirare la porzione del seno ancora esposta, parte del suo busto e l'ombelico. Riuscì anche a notare che sotto l'indumento indossava qualcosa di ceruleo. La sua immagine inferiore terminava con dei calzini bianche e un paio di infradito rosse. Hinata sarà stata immersa in una parziale oscurità, ma a Naruto parve quasi di vedere globi di luce variopinta attorno a lei, tanto era stato ammaliato da ciò che stava ammirando.

 

Dall'altra parte, l'ereditiera si era bloccata quando la porta era stata aperta tenendo ancora i due lembi di tessuto che avrebbe dovuto ripiegare su sé stessa e fermare con una fascia. Era stata colta di sorpresa dalla parziale intrusione del compagno ma non aveva fatto o detto niente per farlo allontanare. Ciò nonostante, essere vista in tali condizioni le fece affluire sangue extra alla faccia e, desiderando finire quello che aveva iniziato, accennò un piccolo sorriso quasi supplicante prima di spiccicare parola: “A-Anata... do-dovrei finire d-di vestirmi. Po-potresti... ri-richiudere la p-p-porta, per... favore?”

 

“Eh? Ah? Cos... AH! S-sì, scusami. Io... credevo fo-fossi pronta. Colpa mia! Richiudo subito!”

 

Non attese una replica e fece come aveva dichiarato rischiando anche di incastrare un lembo di tessuto nell'uscio. Sapendo che l'altra stava bene ed era quasi pronta per uscire, decise di sedersi di fronte al suo clone, la quale lo guardò fissa e inespressiva: “...”

 

“...”

 

“E allora?”

 

“Allora... cosa?”

 

“A che punto era Hinata?”

 

La domanda lo fece arrossire leggermente: “N-non sono affari tuoi!”

 

“Oh, io credo di sì invece. Sono o non sono un tuo clone?”

 

“E questo cosa centrerebbe col discorso?”

 

“Beh, quando noi spariamo, tu incameri i nostri ricordi. Magari per una volta potresti condividere tu qualcosa con un clone, non pensi?”

 

“N-non... non mi faccio di questi problemi. E comunque s-se fossi stata davvero interessata a sapere come stava Hinata, saresti andata tu stessa a controllare!”

 

“Per farmi fermare a metà strada da te? Sappiamo entrambi, per forza maggiore, quanto vuoi tenerti tua moglie tutta per te. Il che è anche comprensibile, ma non vedo perché dovrei passare guai per della semplice curiosità.”

 

“Perché stiamo parlando di mia moglie, non della tua!”

 

L'altra sorrise furbamente: “...era nuda quando hai aperto?”

 

L'originale rispose solo spalancando gli occhi: “!!!”

 

“~Ahhh... allora il mio intuito femminile funziona bene, malgrado la matrice da cui sono stata generata. Quando ti è piaciuto coglierla senza niente addosso~?”

 

“N-NON ERA SENZA NIENTE ADDOSSO!!!”

 

“Abbassa la voce, vuoi farti sentire dalla tua bella?”

 

“Io... tu...”

 

Io vorrei solo sapere cosa tu hai visto quando hai aperto la porta, fine della storia.”

 

Lui incrociò le braccia ruotando il busto su un lato ed accigliandosi: “Non ti dirò niente, ci sono cose che non ho intenzione di condividere neanche con i miei cloni.”

 

“E se rivelassi ad Hinata il tuo piano... a cavallo fra i due anni?” La testa bionda scattò come una molla solo per trovarsi davanti un sorriso volpino, spietato e truccato: “~Non credere che non mi sia accorta della presenza di altri 4 cloni nel bagno. Non conosco di certo i dettagli della cosa ma sono sicura che far sapere alla ragazza che qualcuno resterà in camera dopo la vostra uscita sarà sufficiente a farle sorgere qualche sospetto~”

 

“Tu... io... se non chiudi il becco all'istante, ti...”

 

“...cosa? Mi eliminerai? E poi quanto altro tempo saresti disposto a perdere per truccare un altro clone? Vuoi divertirti un po' alla festa, sì o no?”

 

Per un momento, apparve una vena pulsante sulla fronte maschile ma, dopo alcuni attimi, scomparve mentre l'uomo emetteva un lungo sospiro chiudendo gli occhi: “Va bene, che cosa vuoi sapere esattamente?”

 

“In che condizioni hai trovato la tua sposa nella stanza.”

 

“Prima di parlare voglio sapere perché vuoi saperlo, non sei neanche un clone maschio, quindi non dovrebbero interessarti certe cose.”

 

“Ohohohohohohoh... hai ragione, fisicamente sono una donna ma sono stata generata da un maschio e anche se fossi femmina perché la mia matrice è femmina... ogni donna sarebbe invidiosa della silhouette di Hinata Hyuuga! Quindi svuota il sacco, dimmi cos'hai visto e non fare economia sui dettagli!!!”

 

L'imbarazzante situazione in cui un marito avrebbe dovuto descrivere la moglie nel bel mezzo della preparazione ad un terzo elemento fu evitata grazie all'intervento, inconscio, dell'oggetto dell'ipotetica descrizione: “Ehm... Anata?”

 

Tutti e due le versioni di Naruto si voltarono verso la fonte del nuovo suono e videro quello che l'originale aveva visto incompleto: Hinata aveva finito di indossare lo yukata, si era messa una fascia che si abbinava con esso intorno alla vita, aveva la collana appena forgiata al collo ed era pronta ad andare ma, mentre l'uomo vide di nuovo i globi luminosi intorno a lei, la seconda donna si alzò quasi di scatto avanzando verso di lei: “Hinata! Ma che splendido completo che ti sei messa, sei un vero schianto!”

 

La portatrice del Byakugan accolse il complimento un tantino confusa: “Err... grazie...?”

 

La bionda la raggiunse ed iniziò a muoversi intorno a lei come un granchio: “Ma fatti guardare per bene... WOW! I colori ti fanno risaltare la carnagione, i capelli e gli occhi tutti insieme contemporaneamente e il modo in cui ti sta addosso mette in risalto il tuo fisico atletico!”

 

“Ehm... va bene... credo.”

 

“Aspetta, fammi dare una controllata più da vicino...”

 

La cosiddetta controllata fece squittire ed arrossire la sposa: “Eeep!”

 

“Incredibile! Sotto lo yukata hai poco o niente! In base a quello che sento cos'è che stai indossando... un tanga, forse?”

 

Naruko aveva pensato bene di eseguire la sua ispezione usando come strumenti le proprie mani e la prima area che aveva analizzato, con una palpata, era stato il fondoschiena di Hinata. La donna avrebbe forse protestato col marito se lui non fosse scattato più veloce di un lampo giallo per afferrare strettamente i polsi della sua controparte ed allontanarla dalla sua partner onde evitare che quest'ultima subisse altre molestie. E non si era fermato solo a tale gesto, i suoi occhi erano diventati quasi fiammanti mentre prendeva la parola: “È meglio che ti ricordi cosa devi fare e in che modo invece di pensare a cosa indossa mia moglie, c-a-p-i-t-o?”

 

La bionda, ora seriamente spaventata, aveva solo annuito prima di essere liberata ed avviarsi verso l'uscio della suite. Naruto invece si era rivolto di nuovo verso l'umana reale: “Hinata, stai bene? Spero che... tutto sia a posto.”

 

Quest'ultima era ancora lievemente scossa e rossa in viso: “N-Naruto-Kun... pe-perché il tuo clone mi ha toccato i-i-il sedere?”

 

Lui venne colto da una breve crisi di panico che si manifesto col gesticolio confuso degli arti superiori: “No-non lo so! Posso assicurarti che non è stata un'idea mia! I-io non ti farei m-mai una cosa si-simile prima di uscire insieme!”

 

La corvina socchiuse gli occhi sospirando e facendo fluire via il sangue in eccesso dalle gote mentre il cuore tornava a battere a velocità normale: “V-va bene. Ora c-che sono pronta anch'io, possiamo... possiamo andare?” Accompagnò la domanda sollevando la mano ed attendendo che venisse presa.

 

L'Eroe di Konoha recepì il messaggio e prese con delicatezza le dita delicatamente forti della corvina: “Naturalmente, principessa. Andiamo ad unirci al resto del Villaggio!”

 

- - -

 

Mentre il trio lasciava l'Hotel, nella suite lasciata chiusa alcune persone iniziarono a confabulare fra loro: “Hey, dite che è ora?”

 

“No, è ancora troppo presto. Dobbiamo attendere un altro po'.”

 

“Ma il capo non ha detto di muoverci dopo l'uscita sua e delle altre?”

 

“Sì, ma ripeto che non dobbiamo muoverci subito. Aspettiamo ancora un po'.”

 

“Ma quanto ci toccherà attendere ancora? Sono stufo di stare chiuso in bagno!”

 

“Se non ti sta bene, posso farti sparire subito, basta un colpo abbastanza forte e non esisti più.”

 

“E poi come lo fate il lavoro con 1 in meno?”

 

“BASTA!!! Quando sarà alla giusta distanza, il capo ci trasmetterà un segnale! Quello sarà il momento in cui dovremo agire, non prima e non dopo.”

 

“...mi ricordate di nuovo cos'è che dovevamo fare? Con tutti questi battibecchi, ho dimenticato il motivo della nostra creazione.”

 

Uno degli altri presenti emise un lungo sospiro rassegnato: “Allora, dobbiamo...”

 

- - -

 

Subito dopo essere uscita dall'Hotel, la coppia si accorse di quanto la strada sembrasse cambiata rispetto al giorno prima: nastrini colorati erano stati avvolti intorno ad ogni struttura tubolare e albero, nappe e panni variopinti erano come apparsi dal nulla sui muri degli edifici, un vociare confuso di bambini ed adulti riempiva l'aria mescolato a note musicali di canzoni tradizionali e la stessa larghezza delle strade era diminuita perché su ogni lato erano state posizionate bancarelle di ogni genere. In mezzo a tutto questo, una folla festante vestita nei modi più vari che ondeggiava in tutte le direzioni in modo casuale.

 

C'erano gruppi di persone accalcate ad una bancarella col tiro a segno o gruppetti di bambini vaganti con dolci e caramelle in sacchetti di carta, coppiette mano nella mano, gruppi famigliari in movimento da uno stand all'altro per soddisfare tutti i pareri. Naruto, Hinata e Naruko si ritrovarono in mezzo a questa baraonda cacofonica dopo aver percorso solo pochi metri.

 

Ma il ninja in missione non aveva del tutto perso il senso del dovere. Il trio si diresse verso un angolo meno affollato prima che il biondo si rivolgesse alla sua controparte femminile: “Adesso è ora di dividerci, tu vai a cercare Mugetsu.”

 

“E se lo trovo cosa faccio?”

 

“Niente, mantieni le distanze ma resta abbastanza vicina per controllare i suoi movimenti. Se possibile senza dare nell'occhio e far capire cosa stai veramente facendo.”

 

L'altra si mise le mani ai fianchi mentre la figlia di Hiashi si limitava ad osservare i due confusamente divertita: “Credi davvero che mi fare beccare?!? Lo sai almeno chi sono io?”

 

“Sei un clone femmina che si è truccata per sembrare un'attrice e che è impegnata in una missione di osservazione, adesso vai!”

 

“Errato! Io sono Naruko Kabuki, la migliore attrice di teatro che il mondo abbia mai visto!”

 

Dopo tale dichiarazione, la suddetta tirò su la faccia a mo' di aristocratica e, continuando a tenere i dorsi delle mani sui fianchi e facendo ondeggiare i fianchi, si separò dai due andando a mescolarsi col resto della folla. Mentre il biondo rimase ad osservare il punto in cui era svanita con bocca semi-aperta ed espressione interdetta per qualche secondo, la corvina ridacchiò coprendosi il muso con una mano: “È divertente vedervi interagire.”

 

L'altro si voltò verso di lei: “Interagire? In che senso?”

 

“Beh... non è possibile parlare materialmente con sé stessi e questa è già una cosa particolare ma chi può parlare con una sua versione in un altro sesso?”

 

“Non... non stavamo parlando, stavo solo cercando di rimettere in riga un clone difettoso. Se non fosse stato per l'orario, l'avrei fatta esplodere per quello che ti ha fatto.”

 

“Che mi ha fatto lei o che le hai fatto fare tu?”

 

“Hinata... sappiamo entrambi quanto ti abbia già toccata, è certo quanto il nostro Nindo che in futuro continuerò a toccarti e sai che tipo di uomo sono, secondo te ti farei mai una cosa del genere? Considera anche i miei precedenti!”

 

Lei sfoggiò uno dei sorriso che solitamente lui le riservava incrociando le braccia dietro la schiena: “Oh... lo faccio, Anata. E potresti fare benissimo una cosa del genere...”

 

“...Hinata, io...”

 

Non dandogli il tempo di giustificarsi, terminò la frase: “...se non sapessi che mi ami.”

 

Il messaggio non venne recepito subito: “Io... io... eh? C-cosa? Che... che hai detto?”

 

La corvina si sollevò sulle punte dei piedi, per quanto potesse, e avvicinò la propria faccia a quella di lui: “Naruto-Kun, tu mi ami, non è vero?”

 

“I-io... certo che ti amo, Hinata. Con tutto il mio cuore!”

 

“Allora non hai bisogno di giustificare le azioni di altre persone.”

 

Subito dopo la fine della frase, la donna regalò un tenero e breve bacio all'uomo, che rimase comunque mezzo stupito dalla mossa e non fece altre azioni finché la moglie non lo tirò da una mano: “Avanti, andiamo a divertirci!”

 

- - -

 

Durante la prima mezz'ora fu la ragazza a guidare il duo in mezzo al tutto. Passarono davanti a bancarelle dove si preparava del cibo, ebbero modo di vedere e assaggiare cibi tipici del posto che non servivano al ristorante del Dragon. Forse non erano considerati abbastanza prelibati o adatti ad un pubblico straniero, ma tutti e due trovarono quello che assaggiarono gustoso. Ad un certo punto si fermarono a guardare una sfida in atto: due novelli pescatori si stavano sfidando nella cattura dei pesci rossi con dei retini e tutti e due sembravano molto bravi, tanto che una piccola folla si era radunata intorno a loro. La gara era continuata finché il retino di uno dei due non si ruppe decretando la vittoria dell'altro. La cosa si era conclusa con complimenti reciproci, un applauso, una stretta di mano e la liberazione dei pesci catturati.

 

Un'altra bancarella attirò la loro attenzione: c'era un peso su una piccola leva collegato ad un'asta verticale con una campanella in cima. I potenziali giocatori venivano dotati di un martello con cui avrebbero dovuto colpire l'altro capo del sistema. Si vinceva se il colpo era abbastanza forte da far salire il peso fino a far tintinnare la campanella. C'era una fila per poter partecipare e Hinata incoraggiò il marito ad unirsi ad essa. Lui aveva opposto della resistenza affermando che avrebbe umiliato gli altri partecipanti senza nemmeno volerlo ma uno sguardo sufficientemente elaborato della corvina fu sufficiente a convincerlo.

 

Per poco l'intera struttura non venne sollevata dalla spinta che il pesetto aveva ricevuto ma, com'era prevedibile, l'unico elemento vincitore in mezzo ai partecipanti fu la forza portante che non fu costretto a ripagare gli eventuali danni all'apparato solo perché era riuscito a trattenersi in qualche misura. La moglie si era goduta l'intera scena trattenendo più volte le risate che tendevano ad uscire dalle labbra.

 

Proseguendo per la strada si ritrovarono ad ammirare uno spettacolo di contorsionisti equilibristi. Un quartetto di uomini con abiti aderenti aveva formato una torre umana usando i propri corpi come travi per una quinta persona, una donna dai corti capelli neri, che si arrampicò su di loro con agilità e mostrando quanto fossero sciolti i suoi arti. E quando raggiunse la cima, tutto il gruppo si sollevò in aria e arrivò abbastanza in alto da avere il tempo di cambiare configurazione ed atterrare non più come una torre umana, ma come una piramide sormontata ancora una volta da un sorridente volto femminile. Ci fu un altro scroscio di applausi accompagnato da richieste di bis e lancio di fiori.

 

Fu mentre gustava uno stecchino coperto di pezzetti di carne che Naruto notò una faccia nota in mezzo al fiume di facce anonime intorno a lui ma, prima di agire, rese la cosa nota anche alla donna insieme a lui: “Hinata, guarda da quella parte!”

 

“Dove? Che c'è?”

 

“Lì, vicino a quel bancone con i barattoli allineati.”

 

Per semplificarle il lavoro, il biondo indico celermente la direzione e questo permise alla kunoichi di vedere quello che aveva visto lui: “Ma quello non è Mugetsu-Sama?”

 

“Sembra proprio di sì. E non vedo il mio clone nelle vicinanze, dove diavolo si è cacciata questa volta quella bisbetica?”

 

“Vuoi che scansioni l'area col Byakugan?”

 

“No, non è necessario. Evitiamo di attirare l'attenzione su di noi, se qualcuno facesse caso alla tua Abilità Innata potremmo perdere la nostra copertura. Contatterò la ragazza mentalmente, dammi un minuto e ti dirò dov'è.”

 

“D'accordo, prenditi tutto il tempo che ti serve.”

 

L'ex allievo di Kakashi chiuse gli occhi e si concentrò: -...Hey, dove accidenti ti sei cacciata?-

 

-Sono in giro per il Villaggio a godermi la festa, dove si suppone che debba essere secondo te?-

 

-Nelle vicinanze di Mugetsu Vasuki, razza di smemorata!!!-

 

-E SE NON L'HO ANCORA TROVATO È FORSE COLPA MIA?!?-

 

-SI DA IL CASO CHE IO E MIA MOGLIE LO ABBIAMO APPENA VISTO E TU NON SEI NELLE SUE IMMEDIATE VICINANZE, DOVE DIAVOLO TE NE SEI ANDATA DI PRECISO?-

 

-COME HO DETTO, SONO PER LE VIE! NON POTEVO SAPERE IN ANTICIPO DOVE FOSSE IL TIZIO, TI ASPETTAVI FORSE CHE AVESSI UN SISTEMA RADAR INCORPORATO NEL MIO SENO?!?-

 

-...limitati a raggiungerci e trova una zona nascosta, vedrò di avvicinarmi in modo casuale per tenerlo in zona ancora un po'...-

 

-Ecco, bravo! Finalmente fai qualcosa di utile!-

 

-Io faccio sempre cose utili, il solo errore che ho fatto da quando sono in questo Villaggio è stato quello di ricorrere a cloni come te.-

 

-...E questo che vorrebbe dire?-

 

-Che quando questa serata sarà finita, non ricorrerò più a cloni femminili. Adesso datti una mossa e raggiungici o ti faccio esplodere scegliendo di ignorare le potenziali conseguenze!-

 

Il ninja risollevò le palpebre rivolgendosi sorridente alla kunoichi in sua compagnia: “Non è chiarissimo dove si trovi ma sta iniziando ad avvicinarsi alla nostra posizione.”

 

“Bene, è una buona notizia. E noi invece che facciamo?”

 

“Beh, siamo per le vie del Villaggio, stiamo passando in mezzo alle bancarelle e c'è tanta gente in giro... cosa potrebbe mai capitare se incrociassimo casualmente un nostro connazionale?”

 

La nobile diede un'altra occhiata al diplomatico: “Immagino... niente di male.”

 

L'altro sorrise di più: “Allora proseguiamo e, se lo incrociamo, salutiamo il nostro amico! Magari potrebbe darci qualche altra dritta visto che è così ben informato su questo posto.”

 

“Va bene.”

 

Gli shinobi si fecero strada continuando a mangiare verso quello che aveva tutta l'aria di essere un tiro a segno alternativo. Più si avvicinavano e più era possibile capire meglio come la cosa funzionasse: invece di esserci un bersaglio disegnato su un pannello verticale da colpire con uno shuriken o un kunai, qui bisognava far cadere dei cilindri usando come proiettile una sferetta. E, almeno dal loro punto di vista, c'erano due o tre persone impegnate in una competizione.

 

Dimenticandosi momentaneamente di chi avrebbero dovuto incontrare per caso voluto, i due si fermarono a poca distanza per assistere alla sfida in atto. Uno aveva ancora in piedi due bersagli, un altro doveva buttarne giù cinque e un terzo elemento, che forse era il meno capace, aveva davanti ancora l'intera piramide di barattoli.

 

Ancora un paio di lanci e la situazione si capovolse: il primo non riuscì a mettere a segno nessuno dei due lanci, il secondo ne riuscì ad abbatterne un paio e il terzo capovolse le aspettative facendo cadere cinque bersagli su sei. Ora era arrivato il momento del lancio finale e tutti i partecipanti si stavano concentrando mentre gli spettatori intorno a loro, magari percependo la tensione dell'aria, si erano ammutoliti.

 

Ci fu un ultimo gesto condiviso dai tre lanciatori e le cose cambiarono di nuovo: il primo riuscì a colpire solo un bersaglio su due, il secondo finì di distruggere la costruzione mentre il terzo fallì di pochi millimetri. Ci fu un attimo di silenzio per recepire gli avvenimenti e poi la folla espresse la sorpresa e l'ammirazione per il personaggio vincente con urla ed applausi mentre il gestore del gioco si accingeva a riformare gli edifici barattolosi per incoraggiare un nuovo trio a giocare. Espresse ancora una volta le regole che i due turisti della Foglia si erano persi: chi fosse riuscito ad abbattere tutta la piramide con al massimo due lanci, avrebbe vinto un premio a scelta fra quelli disponibili. Prima i due non ci avevano fatto caso ma appesi al tetto della struttura c'erano una miriade di peluche con forme animali, mitologiche, fantasiose o ispirate a personaggi famosi come l'attuale Kazekage.

 

Naruto si sarebbe certamente offerto se una voce alla sua sinistra non si fosse espressa prima che potesse farlo lui: “Io ho un trio pronto!”

 

La maggior parte della gente raccolta si volse verso la sorgente della voce, inclusi i due sposi, e tutte le paia di occhi caddero sulla figura di Mugetsu Vasuki. Per un momento, il ninja biondo venne colto dal panico: -Ma che?!? E lui quando mi è arrivato così vicino? Dove accidenti è finita quella sgualdrina chiacchierona?!?- Comunque fu il gestore a rivolgersi direttamente a lui: “Tu sei solo 1, dove sono gli altri 2 partecipanti?”

 

Mugetsu ridacchiò con sicurezza prima di poggiare le mani sulle spalle dei due connazionali ancora esterrefatti: “Sono proprio qui, non li vedi? Siamo 3 e siamo pronti, credo che i requisiti per giocare siano soddisfatti.”

 

“Beh, sì. Venite avanti, allora.”

 

Esercitando una leggera pressione, il cortigiano fece avanzare la coppia mentre abbassava il tono di voce per poter parlare col ragazzo: “Vedo che hai mantenuto la parola, l'anno non è ancora finito e ci siamo rivisti.”

 

“Ah... sì. M-ma... perché stiamo... facendo questo?”

 

“Vi ho notato durante la precedente partita e ho visto quanto il gioco ti interessi, potresti fare un regalo a tua moglie.”

 

“Beh... forse, ma...”

 

“Ti chiedo solo una cosa.”

 

Il ninja ingoiò della saliva temendo il peggio: “C-cosa?”

 

“Cerca di non umiliarmi troppo, per favore.”

 

Non ci fu tempo di scambiare altre battute perché il trio raggiunse la zona di gioco e il gestore pose quattro sfere davanti a ciascuno facendosi poi da parte: “Prego, cominciate!”

 

Il primo a lanciare fu il diplomatico e, colpendo a metà altezza, fece cadere la metà superiore dei cilindri. Poi toccò alla femmina del gruppo e, con un singolo colpo ben calibrato, riuscì a far cadere in una volta cinque barattoli su sei. Guadagnò anche un piccolo applauso dalla folla dietro di lei. Infine fu il turno di Naruto che, forse facendolo apposta o forse no, lanciò troppo in alto e troppo a sinistra facendo solo dondolare il barattolo in cima alla piramide.

 

Venne il momento del secondo tentativo e, ancora una volta, Mugetsu lanciò per primo ma mandò giù solo due terzi dei suoi bersagli. Comunque ottenne anche lui un riconoscimento per la sua bravura. Hinata lo imitò e, come si aspettavano quasi tutti i presenti, l'ultimo cilindro venne abbattuto e un altro applauso si levò alle sue spalle. A quel punto, il gestore prese la parola: “Bene, signorina, ha vinto la gara. Ora può anche scegliere un premio fra quelli esposti.”

 

La donna avrebbe collaborato se la persona alla sua sinistra non fosse intervenuta: “Prima della premiazione, potremmo finire la nostra partita, io e il signore?”

 

L'uomo dietro il bancone lo guardò confuso: “Ma la partita è finita. La signorina ha già vinto.”

 

“Vero. Ma prima di noi c'è stato un altro giocatore che al primo lancio non ha colpito niente per poi recuperare con i successivi. Non possiamo verificare se anche il mio avversario è capace di ciò? Non ci vorrà molto.”

 

L'altro lo squadrò grattandosi il mento, poi diede un'occhiata sospetta al biondo e infine si rivolse alla vincitrice attuale: “Cosa ne dice, signorina? Ha intenzione di attendere la fine del giro prima di reclamare il suo premio?”

 

La suddetta balbettò qualche parola non comprensibile confusa dall'atteggiamento accomodante del connazionale. Poi scambiò uno sguardo col marito e, vedendolo confuso almeno quanto lei, comprese di dover decidere da sola: “Beh... credo che... si possa fare. N-non succederà nulla se... attendo un po'.”

 

L'uomo scosse la testa quasi sconsolato prima di voltarsi di nuovo verso Mugetsu: “E va bene, andate pure avanti e mostrate cosa sapete fare.”

 

Naruto, che aveva capito poco o male la ragione che aveva spinto il diplomatico a far continuare il gioco, lo guardò interdetto e l'altro rispose con un fugace occhiolino. Avendo capito di poter lanciare di nuovo, si voltò verso la piramide e prese la mira. Il successivo lancio fece rimanere in piedi solo due barattoli. Dietro di lui si alzò un brusio sorpreso mentre il suo momentaneo avversario si voltava verso la gente indicandolo con una mano: “Lo vedete? Non bisogna mai giudicare al primo sguardo. Chiunque può sorprendere se ha la possibilità di farlo.”

 

Tutti e due presero la terza sferetta mentre il silenzio tornava sovrano. Siglando un silenzioso accordo, lanciarono insieme e, come aveva preannunciato il cortigiano, il biondo sorprese tutti: mentre la sfera a sinistra mancò il cilindro, quella a destra mandò a terra gli ultimi resti della piramide. Ci fu un'altra esclamazione di sorpresa dietro i giocatori ma, quasi come se niente fosse, Mugetsu si rivolse alla corvina: “Prego, signorina. Ora può scegliere il suo premio.”

 

- - -

 

La ragazza aveva scelto un pupazzo a forma di coniglio bianco con decorazioni rosse e blu, ma ora non c'era quello al centro dei suoi pensieri. Avevano lasciato lo stand sia per lasciare spazio ad altri aspiranti lanciatori e sia per parlare un po' col personaggio che li aveva coinvolti in una sfida senza pretesti. Avevano preso posto ad un tavolo circolare in mezzo ad altri tavoli sistemati nella zona per sedersi e riprendere fiato o consumare qualcosa o scambiare quattro chiacchiere. Non dovettero neppure formulare una domanda perché l'uomo in loro compagnia tirò subito fuori l'argomento: “Scommetto che vi state chiedendo perché ho fatto quello che ho fatto, ho ragione?”

 

La risposta fu data all'unisono: “Sì, su tutta la linea.”

 

“Hihihihihi... beh, diciamo che vi ho notato in mezzo alla folla e ho pensato di rompere subito il ghiaccio nel modo più spensierato possibile. Dopotutto, cosa c'è di meglio del gioco per sciogliere eventuali tensioni?”

 

Rispose la corvina: “Pr-probabilmente niente, Mugetsu-Sama.”

 

Lui le puntò un dito contro: “AH!”

 

“Ah... Mugetsu. Mugetsu e basta.”

 

“Così va molto meglio, non trovate?”

 

La parola passò alla reincarnazione di Hashirama: “Posso chiedere dove solo le guardie, se mi è concesso? Non le ho notate qui intorno.”

 

“Oh... non farti ingannare, sono più vicini di quanto potresti sospettare. Per l'occasione mi hanno garantito che io non vedrò loro ma loro vedranno tutto intorno a me. Ho ottenuto una piccola vittoria facendogli promettere che non si avvicineranno se non sarò in reale pericolo.”

 

Ai due sfuggì una risatina nervosa mentre, per puro istinto, si davano un'altra occhiata intorno sebbene Naruto si stava ancora scervellando per capire dove fosse finito il suo clone. Tornò comunque a guardare l'interlocutore: “Quindi... noi siamo in giro da quasi un'ora, lei... tu da quanto viaggi da una bancarella all'altra?”

 

“Più o meno dalla stessa quantità di tempo, perfino oggi mi è toccato cercare di risolvere delle questioni burocratiche internazionali.”

 

“Sul serio? Di che pratiche parli? Se possiamo saperlo, s'intende.”

 

“Ci sono dei problemi con un mio collega della Sabbia. Un problema di risorse nella zona del confine, più che altro. Attualmente si trova sotto il controllo del Fuoco ma secondo lui dovrebbe tornare alla Sabbia e tutti i miei tentativi di trovare un compromesso, magari una cogestione dello sfruttamento, sono falliti finora.”

 

La nobile rientrò nella conversazione: “Ma... perché sono sorti del problemi tutto d'un tratto?”

 

“Vedi, il Paese del Fuoco ha ottenuto quella zona dopo un vecchio conflitto combattuto con la Sabbia ma ora che c'è la pace e tutte le Terre Ninja sono unite in un'alleanza comune, ci sono delle persone altolocate che pretendono di avere indietro pezzi di territorio persi in passato. In particolare, il diplomatico con mi trovo a mercanteggiare è l'attuale ultimo discendente della famiglia che per anni ha sfruttato quella zona.”

 

Il ninja si grattò il mento: “Davvero un bel problema. Mi piacerebbe poter dare il mio contributo per risolvere questa sorta di vecchia faida.”

 

Mugetsu fece ondeggiare una mano con noncuranza: “Non devi preoccuparti di questo, Naruto. È il mio lavoro, non il tuo. È grazie a te se da ora in poi non ci saranno più scontri fra le Terre Ninja, hai dato il tuo contributo già prima che sorgesse il problema. E poi... non dovresti pensare a cose come questa, specialmente quando sei nel ben mezzo di una festa e accompagnato dalla tua splendida moglie.”

 

Hinata si imporporò leggermente sentendosi complimentata: “Mu-Mugetsu... io... grazie.”

 

“Non devi ringraziarmi, ho detto solo la verità. Come ho fatto quando ci siamo conosciuti in spiaggia e quando abbiamo cenato insieme. E, parlando di cenare, avete già assaggiato qualcuna delle pietanze servite stasera?”

 

Mentalmente tutti e due i ninja di Konoha dovettero elogiare la capacità del diplomatico dei Daimyo di dirigere la conversazione verso gli argomenti che preferiva, erano passati con una velocità sorprendente dalle ragioni per il gioco alla politica e dalla politica al cibo. La conversazione fluì come un olio mentre il tempo scorreva piacevolmente. E poi, quasi all'improvviso, il biondo ricevette un messaggio mentale: -Hey, vi ho trovati!-

 

-Finalmente, ci hai messo un'eternità! Cos'è che ti ha trattenuta?-

 

-Prima un gruppo di bambini che non avevano mai visto un'attrice attraente come la sottoscritta nella loro vita e dopo i loro genitori che chiedevano una piccola esibizione. Non potevo mica dirgli di no.-

 

-Va bene... dove ti trovi precisamente ora?-

 

-Seduta dietro di voi ad una decina di tavoli di distanza, sto mangiando un gelato alla crema.-

 

-Non ti ho chiesto di dirmi anche cosa stai facendo, mi interessava solo la tua posizione!-

 

-E io ti ho dato delle informazioni aggiuntive! Sei forse morto per questo?-

 

-No, ma mi hai intasato la mente senza motivo!-

 

-Oh! Sono davvero mortificata di averti causato questo dolore immenso! Adesso che abbiamo finito i convenevoli, come procediamo?-

 

-Come probabilmente avrai notato, io e Hinata siamo con Mugetsu, ma non ci resteremo per tutta la sera. Quindi voglio che lo tieni d'occhio per tutto il tempo senza farti notare. E se dovesse succedere...-

 

-...interpreto il mio personaggio, l'accattivante attrice che incarna lo spirito più puro del Kabuki!-

 

-...cerca solo di non fare sciocchezze. Mugetsu non è uno stupido e la sua perspicacia fa concorrenza a quella del maestro Kakashi.-

 

-Tranquillo, ricordati che io possiedo tutto il fascino femminile che tu non hai, se mai dovessi trovarmi in difficoltà, mi basterà sfoggiarlo e la situazione muterà a mio favore.-

 

-...d'accordo. Allora passo e chiudo. Vedi di non attirare attenzioni indesiderate!-

 

-Disse quello che mi ha creata apposta per questo lavoro.-

 

La mente della forza portante tornò al suo posto e riprese ad ascoltare quello che stava venendo detto a breve distanza: “...e a quel punto si fa rosolare il tutto finché non assume una colorazione dorata.”

 

Apparentemente si era perso qualcosa perché gli altri due ora stavano discorrendo di cucina e il maschio doveva appena finito di spiegare una qualche ricetta alla femmina: “Grazie molte per le informazioni, Mugetsu ma... come fai a sapere tutto questo? Cioè, non solo di cucina, ci hai anche dato informazioni approfondite sulle altre baie e sembra che tu sia preparato su ogni argomento di discussione.”

 

“Beh, come ho detto in passato, mi piace documentarmi sui luoghi dove devo andare. Inoltre, essere un membro della corte del Daimyo lascia abbastanza tempo libero per acculturarsi fra una missione diplomatica e l'altra.”

 

Volendo dimostrare di non aver perso pezzi, Naruto annuì prendendo la parola: “Sarebbe bello se ci fossero più persone come te. Si potrebbero evitare molte situazioni spiacevoli.”

 

“Vero, ma più persone come me non farebbero molta differenza.”

 

Il biondo sollevò un sopracciglio confuso: “Che vuoi dire?”

 

“Non importa quanti diplomatici cosmopoliti ci sono al mondo, la cosa più importante è la mentalità della gente.”

 

Ci fu una domanda emessa da due bocche: “Mentalità della gente?”

 

“Sì, uno può essere anche il diplomatico migliore del mondo ma il popolo è la vera anima di un Villaggio, una Nazione o un Paese. E se la mente del popolo non cambia, anche un esercito di diplomatici competenti risulterebbe inutile.”

 

Mentre il ninja rimase a bocca aperta, la kunoichi trovò delle parole da usare: “Mugetsu... è... quello che hai detto è davvero... profondo. Se ci fossero state più persone che la pensano come te in passato, si sarebbero potute evitare molte tragedie e guerre.”

 

Lui fece un breve inchino col capo: “Ringrazio molto per il complimento, Hinata Hyuuga, ma non ritengo di essere un esempio di persona ideale. Anche se non si vedono, ho anch'io delle ombre alle spalle di cui non vado fiero.”

 

La conversazione sarebbe continuata se non fosse iniziato un nuovo evento serale: una nuova musica si alzò su tutte le altre suonate fino a quel momento e il trio vide persone singole, coppie, nuclei familiari o intere comitive dirigersi tutte verso un'unica direzione. Tuttavia, anche in questo caso, il solo a sapere cosa stava accadendo era Mugetsu Vasuki: “Deve trattarsi dell'Ultimo Ballo.”

 

Ancora una volta la coppia si espresse unendo le corde vocali: “Ultimo Ballo?”

 

“Sì, deve mancare poco alla fine dell'anno e le autorità di Enotorc hanno organizzato un doppio evento finale: un ultimo ballo prima che scocchi la mezzanotte, come suggerisce il nome. E poi, a partire dai minuti precedenti la mezzanotte, partirà uno spettacolo pirotecnico con fuochi d'artificio e allegati che durerà fino al, cosiddetto, giorno successivo. Probabilmente l'intera esibizione durerà dai 10 ai 15 minuti.”

 

Lo aveva già accennato quella mattina, li aveva introdotti alla cosa durante la loro colazione, ma adesso le informazioni erano più precise. Tuttavia, invece di domandarsi come il tipo avesse fatto ad ottenerle, il figlio di Minato si compiacque di constatare che gli orari delle celebrazioni favorivano enormemente quello che intendeva fare con la moglie nel quasi immediato futuro.

 

Mugetsu diede loro la spinta finale: “Dovreste andare anche voi, vivete un'altra esperienza tipica di questo luogo!”

 

Hinata, che si era voltata a vedere il flusso di persone, si voltò di nuovo verso di lui: “E... tu non vieni? Non vuoi unirti anche tu alle danze?”

 

“Beh, una delle cose per cui non sono portato è la danza. Non vorrei causare vergogna al mio Paese e dare problemi alle mie guardie, se messe alle strette non so cosa potrebbero pensare di fare per assicurare la mia sicurezza.”

 

Alla donna sfuggì una risatina nervosa ricordando quanto i bodyguard potessero essere puntigliosi: “Allora forse hai ragione, è meglio non fare bagni di folla nel tuo caso.”

 

Lui annuì e la coppia iniziò ad alzarsi salutandolo ma, nel momento in cui fecero il primo passo, lui sollevò una mano: “Aspettate!”

 

La coppia di Konoha si fermò sul posto voltandosi di nuovo verso di lui e la corvina parlò per entrambi: “C-cosa c'è?”

 

Facendo un mezzo sorriso, Mugetsu indicò la collana che la donna aveva al collo: “È un ottimo pezzo d'artigianato. Da dove arrivano le perle?”

 

Hinata pose istintivamente la mano sul gioiello menzionato prima di fare un piccolo sorriso e dare la sua risposta: “Da qui, specificatamente da una baia che qualcuno ci ha invitato a visitare.”

 

- - -

 

Quello che sembrava un confuso e ravvicinato ballo popolare si era rivelato essere un ritrovo per danze di ogni tipo, anche quelli per coppie. I ninja della Foglia ci avevano messo poco a trovare la zona riservata a gente come loro e si erano uniti alle altre coppie danzanti. Il ritmo era quello di un lento e quindi la donna cinse il collo maschile con le sue esili braccia mentre l'uomo afferrava i fianchi femminili per tenere l'altra vicino a sé. Per un po' danzarono guardandosi teneramente negli occhi ma dopo un paio di giri, l'ereditiera si godette le vibrazioni del petto del marito contro la sua guancia. Passò altro tempo senza che nessuno dei due dicesse nulla anche se, tranne per la musica che li faceva muovere più o meno ritmicamente, stavano iniziando ad ignorare ogni elemento esterno ai loro esseri.

 

Il piano dell'Eroe era però pronto e presto, volente o dolente, la moglie sarebbe stata coinvolta per giocare il proprio ruolo. Tanto valeva iniziare a prepararla psicologicamente: “Principessa?”

 

“Mmmh? Cosa c'è, Anata”

 

“Mi piace questa vacanza... sto vedendo un sacco di luoghi nuovi, assaggiando cibi mai provati e vivendo esperienze uniche... insieme a te. Credi che sia la tua presenza a rendere tutto perfetto o sono io ad essere in un Genjutsu senza saperlo?”

 

“Hihihihihi... non saprei, Anata. Credi di essere vittima di un'illusione?”

 

“Non saprei davvero... magari potresti aiutarmi a capire. Di solito, un elemento esterno è sempre utile per uscire dalle illusioni...”

 

Hinata, che aveva chiuso gli occhi, decise di stare al suo gioco e alzò la testa sollevando anche le palpebre: “Magari potrei aiutarti davvero, ma che genere di aiuto potrei offrirti?”

 

“Mmmh... non saprei. E se tentassi qualcosa di fisico? Credi che funzionerebbe?”

 

Lei sorrise di più: “Possiamo vederlo subito...”

 

Si sollevò sulle punte e gli diede un bacio sulle labbra richiudendo le palpebre e venendo imitata dallo sposo. Durò un attimo che parve un'ora: “Allora? È reale o no ciò che vedi e senti?”

 

Il partner ricambiò l'espressione: “Non potrebbe essere più reale per me...”

 

I due continuarono a danzare ancora per un tempo indefinito. Ad un certo punto però ogni melodia venne interrotta e tutte le persone riunite si voltarono nella stessa direzione: verso il mare. E fra esse c'erano anche la forza portante e la figlia di Hiashi. C'era un piccolo palchetto di legno nel punto in cui finiva la pavimentazione artificiale e iniziava la sabbia, non era più alto di trenta centimetri e c'era spazio solo per una persona. Che si sollevò sopra la folla quasi subito per parlare: “Buonasera e buona festa a tutti voi, sono il governatore di Enotorc e vi faccio i migliori auguri per un nuovo anno.”

 

Venne risposto con un forte applauso e molte grida gioiose: “Bene, sono contento di vedere che il morale è alto. Sono certo che molti di voi non sono abitanti del Villaggio e questo mi dà ancora più gioia! Sapere che la mia piccola comunità attira così tanti stranieri è un motivo di vanto per me e per tutti i residenti di questo insediamento!”

 

Ci fu un altro forte applauso che venne fermato da un gesto delle sue mani: “Sono certo che abbiate già avuto modo di gustare la nostra cucina in questa serata e le nostre bellezze naturali nei giorni precedenti. Se invece ci sono persone giunte solo oggi... vi auguro una buona permanenza senza rovinarvi la sorpresa anticipando cosa troverete qui.”

 

Questa volta, la battuta causò risate e risatine sparse: “In ogni caso, mancano poco più di dieci minuti alla fine dell'anno e posso dire che abbiamo tutti intenzione di chiuderlo in bellezza, dico bene o dico giusto?”

 

Ottenne risposte varie, anche se tutte consenzienti. Anche Naruto rispose in modo affermativo, anche se la sua idea differiva da quella del tizio, comunque il discorso andò avanti: “E cosa c'è di meglio dei botti per chiudere una porta e aprire un portone? Fatemi sentire!”

 

Questa volta non ci fu una vera e propria risposta, la folla esplose in urla, applausi, fischi ed esclamazioni creando una cacofonia incomprensibile e, allo stesso tempo, perfettamente in grado di esprimere l'umore generale. Tuttavia, un turista non rispose all'appello. Al contrario, sfruttò la copertura sonora per rivolgersi alla persona al suo fianco: “Non trovi che ci sia un po' troppo rumore in questa zona?”

 

“Beh, forse. Ma non penso che durerà a lungo, perché lo chiedi?”

 

“Perché pensavo di andare da un'altra parte, lontano da qui.”

 

“Ma fra poco inizierà lo spettacolo di fuochi artificiali.”

 

“Lo so bene... e ho in mente di godermelo in tua compagnia e solo in tua compagnia.”

 

“C-che vuoi... di-dire?”

 

“Preparati a spostarti nel modo più rapido che tu abbia mai concepito!”

 

“C-cosa?!?”

 

L'intera azione ebbe luogo in un secondo: prima Naruto venne avvolto in un'aura dorata, poi sollevò la moglie fra le braccia e poi si mosse così velocemente che fece svanire entrambi dalla vista di tutti gli altri presenti prima ancora che qualcuno potesse pensare di aver visto due persone sparire. Il secondo dopo aver posto la sua domanda, Hinata si ritrovò fra le braccia del marito, tornato normale, su una parete verticale. Ovviamente la prima reazione fu un misto di panico e sorpresa con una spolverata di spaesamento: “C-cosa?!? AH!!! DO-DOVE SIAMO?!? C-come... quando... chi ci... dove... Na-Naruto-Kun! Co-cosa? Dove?!? Dove siamo?!? Co-come siamo arrivati qui?!? Che... che è successo?!?”

 

Prima di rispondere, il maschio la fece sfogare attendendo con tutta la calma che lei aveva perso per strada. Solo dopo la valanga di domande liberate, il biondo iniziò a dare le risposte richieste in ordine di emissione: “Siamo al Dragon Hotel, principessa. Nello specifico, siamo sulla parete dove si affaccia la nostra suite. Siamo arrivati qui senza che te ne accorgessi perché ho sfruttato il Chakra di Kurama per muovermi il più in fretta possibile. E non è successo nulla di grave, volevo solo che potessimo sistemarci in tempo.”

 

“S-sistemarci... in tempo?”

 

“Certo, per lo spettacolo pirotecnico.”

 

“N-non... non credo d-di... capire.”

 

“Forse allora è meglio entrare dalla finestra, poi tutto diventerà più chiaro.”

 

“E-entrare da-dalla finestra? M-ma... la fi-finestra è c-ch-chiusa.”

 

Lui ammiccò: “Non ne sarei così sicuro.”

 

Tenendo la donna al sicuro fra i suoi arti superiori, l'uomo si avvicinò al buco rettangolare della parete e si fece largo spostando le tende fluttuanti a causa della leggera brezza notturna. Una volta dentro, fece scendere la sua passeggera quando fu certo che quest'ultima potesse stare in piedi. La prima cosa cosa che notò, e che la sorprese, fu la presenza del loro gigantesco letto a cuore nel soggiorno: “M-ma cosa...” Si rivolse al partner: “...co-cosa ci fa il letto q-qui?”

 

Lui le rivolse un sorriso rilassato: “Avevo intenzione di godermi i fuochi d'artificio stasera, ma poi ho avuto un'altra idea per rendere questo momento ancora più speciale.”

 

“C-che cos'hai in... m-mente?”

 

Lui mise le mani di lei fra le sue: “Ho lasciato dei cloni in bagno prima di uscire per fargli portare il letto qui. In questo modo ci godremo lo spettacolo e la brezza notturna mentre avremo il nostro momento.”

 

“N-n-no-nostro mo-momento?”

 

“Sì, principessa. Finiamo l'anno e iniziamo quello nuovo facendo la stessa cosa. Uniamoci a cavallo dell'Omega e dell'Alfa e lasciamo che solo le luci fuori illuminino i nostri corpi.”

 

La portatrice del Byakugan comprese la situazione, pur avendo la faccia rossa e il cuore ancora in fremente attività, la sua mente comprese la richiesta implicita del marito ma non era del tutto sicura su quale risposta dare: “A-Anata... i-io... io...”

 

Una prima esplosione lontana tinse il cielo stellato di verde e anche i due vennero investiti dalla luce mutando colore per pochi secondi. Pur non volendo forzare gli eventi, il ninja diede un'altra spinta mentre le spostava con delicatezza un ciuffo di capelli dalla spalla: “L'Alfa si avvicina, tesoro, e ancora di più l'Omega... che cosa decidi?”

 

Non fu in grado di capire cosa la attraversò, ma la corvina percepì qualcosa dentro di lei attraversare il suo intero essere, spazzando via ogni traccia di panico o imbarazzo e lasciandola solo con una calma lucidità. La scelta era sua, avrebbe potuto accontentarlo e far vivere ad entrambi una nuova esperienza amorosa o rifiutare l'offerta e tornare nel luogo da cui erano svaniti. Tuttavia, non ebbe dubbi sulla scelta da fare. Mentre il cielo si illuminava di una luce dorata, Hinata prese le mani del marito e se le pose sulle spalle facendo infilare un paio di dita sotto il tessuto del suo yukata. Poi iniziò a sciogliersi la cintura senza mai spostare i suoi occhi perlacei da quelli oceanici di lui: “Decido di farlo, Anata. Uniamoci ed uniamo con noi l'Omega di un anno e l'Alfa dell'altro.”

 

Se qualcuno avesse guardato verso la finestra della suite avrebbe visto solo i contorni di due figure nere impegnate in movimenti amorosi. E lo sfondo sarebbe stato cangiante in continuazione a causa delle diverse tinte che venivano liberate con ogni esplosione. Anche i suoi provenienti dai due non sarebbero stati percepiti perché coperti dai rumori provenienti dal mondo oltre la finestra. E anche quando lo spettacolo pirotecnico ebbe fine le due figure non rimasero nell'ombra, solo che in quel caso gli sprazzi di luce non erano più emessi nel mondo esterno: dopo l'inizio dell'anno nuovo e la fine dei fuochi i due vennero avvolti da due auree, arancione e violacea, che si mescolarono quasi subito avvolgendo i due amanti in fiamme di Chakra arancione con sprizzi di viola.

 

Si erano uniti poco prima di mezzanotte ma non cessarono di interagire finché non esaurirono le energie e il loro desiderio amoroso cadendo sul letto ancora avvinghiati ed uniti. Il loro amore era così forte da riuscire a mantenerli insieme anche dopo il trionfo della stanchezza sulla loro resistenza fisica.
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Note d'Autore: dunque... ho atteso parecchio tempo in attesa di conoscere un'opinione eppure nessuno si è preso la briga di piazzare un singolo commento. Siccome non conosco nessun'altra opinione, ho deciso di andare avanti secondo la MIA idea. Se vi sta bene, OK. Se non vi sta bene... cavoli vostri BD. Scherzo ovviamente. Comunque se avete qualcosa da dirmi... sapete cosa fare. Ciao!

 

   
 
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