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Autore: LadySerendipityathome    24/02/2021    0 recensioni
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1
Cercavo invano quella biglia,  non sarei riuscita mai e poi a trovarla in quella stanza che sembrava essere più un museo che un semplice salotto.
C'erano statue di ogni genere,dalle copie dei grandi maestri dell'arte come Michelangelo e Bernini a mezzi busti ritraenti quelli che erano gli antenati di mio cognato che non riusciva a liberarsene perchè secondo quest'ultimo quei busti davano più valore alla tenuta.
Per non parlare della miriade di quadri che si faceva a gara su quale fosse il più bello, sapevamo tutti però che l'arte rinascimentale aveva attorno a sè il potere di stragare chiunque con i suoi soggetti perfetti, basti pensare alla Venere di Botticelli per ricredersi.
I libri però erano la mia parte preferita della stanza, una ricca libreria si estendeva dal pavimento fino al soffitto, ospitava qualsiasi romanzo del passato e anche i più recenti, c'enerano per tutti i gusti.
Mi era capitato parecchie volte di essere rimasta sveglia tutta la notte in preda all'insonnia e di essere andata a leggere in salotto con la speranza di riprendere sonno, quando al mattino mia sorella mi trovava addormentata nel divano di fronte al camino mi rimprovera che così facendo avrei perso la vista prima che la vecchiaia mi colpisse.
Mia sorella Matilde era sempre stata cosi melodrammatica,di tutt'altro pensiero era mio cognato Charles che anzi sosteneva che la lettura era assai più efficace di qualunque altra erba in grado di favorire una migliore qualità del sonno.
Charles mi aveva più volte invitata a prendere qualunque libro e portarmelo in stanza, in modo da non risciare di rompermi l'osso del collo nel tentativo di prendere un libro troppo in alto, tuttavia dandogli ragione non riuscivo a fare a meno di quella stanza che ritenevo stimolante per la mia anima inquieta.
Quel pomeriggio probabilmente non mi sarei rotta nessun osso ma avrei sicuramente avuto le ginocchia sbucciate per il troppo stridio con il pavimento in legno, nulla che però un buon panno di acqua tiepida non avrebbe potuto fare.
In parte avrei voluto trovare quella biglia per zittire il mio nipotino Timoteo che avendo perduto il suo giocattolo preferito si era trasformato in una fontana,rischiando di allagare tutta la casa.
Ero ancora a quattro zampe quando mi ritrovai ad osservare un paio di scarpe tirate a lucido e che sembravano costare più del patrimonio di cui ero in possesso in quel momento.
Feci l'errore di alzare lo sguardo e quando mi accorsi che non si trattava di mio cognato Charles per poco non svenni per la vergogna di essere stata vista gattonare per tutto il salotto da un uomo che non avevo mai visto prima d'ora e di cui non potei non apprezzare la bellezza esteriore.
Era l'essere più bello che il mondo mi aveva dato l'opportunità di vedere, i capelli di un biondo scuro erano corti e in ordine, gli occhi verdi così vividi intenti a scrutarmi, un curato pizzetto di peli biondi gli contornava le labbra di cui il colore ricordava una rosa di Damasco, il naso così dritto e fiero sembrava essere stato progettato da un ottimo scultore, la mascella mascolina era rimasta contratta per tutto il tempo della mia indagine.
Tutto di quell'uomo gridava allo scandalo dalla bellezza dei tratti alla statura longilinea che trasudava eleganza e fascino da tutti i pori.
Mi ero rimessa in piedi giusto qualche secondo prima che Charles varcasse la porta e si iniaziasse a domandare se la cognata non fosse improvvisamente impazzita, mi accorsi un pò troppo tardi di avere tutto il vestito in disordine e che la scollatura aveva lasciato in vista gran parte del mio prosperoso seno.
Ero una tale vergogna per me stessa che scappai via come un fulmine da quella stanza e volai in direzione del giardino dove avrei trovato mia sorella intenta a discutere con la signorina Nelson su i nuovi capi che di lì a poche settimane avrebbero fatto parte del suo già immenso guardaroba, erano stati fatti su misura per lei dall'Italia, nostro luogo natio.
Quando Matilde si accorse della mia presenza per poco non le prese un colpo, tanto ero sconvolta da quell'incontro cosi inatteso e poco formale. Non avrei più dormito dopo quel giorno, ne ero più che certa.
Per la mia salute mentale preferii non raccontare nulla a mia sorella che avrebbe fatto la solita ramanzina sull'essere sempre composte e in ordine.
Speravo in cuor mio che quello sconosciuto non mettesse al corrente mio cognato sull'accaduto o non avrei più potuto alzare il viso dal pavimento.
Il sole quel giorno era più caldo del solito, nulla a che vedere con i giorni di pioggia dei giorni scorsi che avevano buttato nello sconforto tutta la casa che non vedeva l'ora di godere di quei rari pomeriggi estivi, non potei che calmarmi sotto di esso e godere della tranquillità di quel posto.
Durò poco prima che mia sorella riprendesse il discorso dove l'aveva lasciato, d'altronde quella era una sua particolarità, non perdeva mai il filo diversamente da me che non ricordavo mai nulla di quello che dicevo, nonostante questo mia sorella era una donna di buon animo e con uno spiccato senso dell'umorismo.
   
 
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