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Autore: FraJV_94    25/02/2021    0 recensioni
Vivienne Shepard è una giovane studentessa del college con una problematica famiglia alle spalle, alle prese con una minaccia proveniente dal passato che incombe su di lei. La sua protezione verrà affidata a una misteriosa Organizzazione, di cui Emily Lennox è la più brillante agente, da sempre impegnata nella ricerca di una pericolosa criminale.
La vita delle due donne si intreccia alle indagini, tra presente e passato, entrambe alle prese con amori difficili e destini complicati.
"-Devo farti un paio di domante. Vorrei che tu mi rispondessi con sincerità, se ti è possibile-
Vivienne lo guardò sorpresa. Era la prima volta da quando era arrivata in quel luogo che qualcuno la trattava con gentilezza, senza imporle di fare qualcosa.
Annuì.
-Allora, ti ricordi com'è iniziata la storia con David Cooper?-"
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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 EPILOGO   
 
Tre anni dopo 
 
Località segreta, Massachusetts 
 
-È con grande orgoglio che chiamo sul palco gli agenti promossi al V° livello!- 
Tra scroscianti applausi, Will Crew, seguita da Avery Wood e altri colleghi, salì sul palco dell’auditorium del Quartier Generale dell’Organizzazione per ricevere l’attestato che certificava la sua promozione.   
Will strinse la mano del Direttore, prima di guardare Evans, seduto in prima fila, che le sorrideva soddisfatto.  
Lei agitò un pugno in aria, felice, e poi scese dal palco, aspettando che anche Avery ricevesse l’attestato e la raggiungesse.  
-Ce l’abbiamo fatta!- esclamò poi, abbracciandolo. 
-Si, è incredibile! Stasera si va a Charlesdale a festeggiare- 
Will gli sorrise. -Non vedo l’ora- 
 

Bakersfield, California 
 
Dlin Dlon  
Il campanello suonò e Jake Marshal, indaffarato in cucina mentre preparava la colazione con uno strofinaccio sporco di farina e sciroppo d’acero posato sulla spalla, si affrettò a raggiungere la porta. 
-Oh, grazie Rebecca, meno male che sei arrivata!- esclamò, mentre una ragazza giovane e con i capelli rossi varcava la soglia.  
-Buongiorno Signor Marshall, le do subito una mano- rispose lei, dirigendosi verso la cucina. 
Jake si appoggiò alla ringhiera delle scale che portavano al secondo piano. -Casey, vieni a fare colazione! È arrivata Rebecca e devi andare a scuola- 
Dopo qualche momento, la bambina, indossando la divisa della scuola e con un piccolo zainetto sulle spalle, iniziò a scendere le scale.  
-Hai fatto i pancakes?- chiese. 
Jake annuì, sorridendo. -Certo. C’è un barattolo enorme di nutella che sta aspettando solo te-  
Quando Casey giunse al fondo delle scale, Jake le prese una mano e, insieme, raggiunsero Rebecca, la giovane babysitter, che ne frattempo aveva apparecchiato la tavola. 
Mentre Casey affondava il cucchiaio nella nutella, Jake sorrise. Non era stato semplice trovare la bambina, dopo l’arresto di Emma Ryan, che aveva spedito la figlia in un collegio privato del Vermont sotto falso nome, ed era stato ancor più difficile, per Jake, riuscire a costruire un rapporto con Casey. Dopo settimane, mesi, era finalmente riuscito a creare un legame con la bambina e, con la conferma del test del dna, a ottenere il suo affido. Era, poi, tornato a vivere in California, a Bakersfield, dove tutto era cominciato, finalmente sereno.  
Mentre la osservava spalmare la nutella sui pancakes, non riusciva a fare a meno di pensare a quanto fosse grato per quella piccola famiglia che era riuscito a costruire, per la presenza di Casey nella sua vita. Sentiva come se, finalmente, avesse trovato il suo posto nel mondo. 
 

 
Long Caye, Belize 
 
Il vecchio e sgangherato telefono fisso del piccolo chiosco sulla spiaggia, quel pomeriggio afoso, iniziò a suonare. Il chiosco era in legno, con il tetto coperto da palme folte e rinsecchite, ed era frequentato da surfisti che, soprattutto in quel periodo dell’anno, si affollavano per domare le migliori onde.  
Emily Lennox, che indossava un costume colorato e un paio di shorts di jeans, si sporse sul bancone per rispondere al telefono.  
-Oliver’s Cabin?- fece, mentre spostava alcuni bicchieri sporchi nel lavello della piccola cucina.  
“Ah-ah non riesco a credere che tu alla fine abbia ceduto... Oliver’s? Ma davvero, Lennox?” 
Lei sorrise. -Rogers, proprio non ce la fai a farti gli affari tuoi, eh?- 
“Oh no, Ems, l’impicciona sei sempre stata tu” 
Emily scoppiò a ridere e si sedette su uno sgabello. -Allora, ti stai cagando sotto?-  
“Si... Mi sembra una cosa così stupida... dopo tutti questi anni” 
Lei inclinò a la testa. Lanciò un’occhiata a Oliver James che stava servendo delle birre ad alcuni clienti seduti sulla spiaggia. -Si, beh, è passato del tempo... Ma certe cose non cambiano mai, te lo assicuro-  
“Lo spero davvero. In ogni caso, tieni una birra al fresco anche per me, qualcosa mi dice che ci vedremo presto” 
-Ti aspettiamo-  
“E per il resto, tutto bene? Tu stai bene?” 
Emily sentiva di aver trovato il suo posto nel mondo. Gestiva quella piccola attività in un angolo remoto della terra che assomigliava tanto a un pezzetto di paradiso insieme a Oliver James, l’uomo della sua vita. Tutto stava andando per il meglio.  
-Lo sai, Rogers, lo sai- 
 

 
Campus di Harvard, Cambridge, Massachusetts 
 
I laureandi di quell’anno, al termine della cerimonia di consegna del diploma di laurea, lanciarono in aria i loro cappellini neri prima di abbracciarsi e iniziare a festeggiare. Si trovavano all’aperto, nel campus dell’università, attorniati da studenti, amici e familiari. 
Vivienne salutò raggiante i suoi genitori seduti fra il pubblico, agitando una mano.  
Li raggiunse poco dopo, evitando la nonna, Allyson Shepard, che cercava di attirare la sua attenzione mentre parlava con il Rettore della facoltà di legge, di cui Vivienne sarebbe stata alunna nel giro di qualche mese.  
-Congratulazioni!- esclamò sua madre, abbracciandola felice. 
Suo padre le diede un bacio sulla guancia. -Complimenti!- 
-Viv, devi venire con me!- si intromise Bentley, afferrando la sorella per un braccio.  
Vivienne, che sotto la toga nera indossava un elegante vestito rosso corto sopra le ginocchia e senza maniche, abbinato ad alti sandali neri, imprecò un po’. -Guarda che non riesco a correre con queste scarpe!- protestò, cercando di stare dietro la passo del fratello.  
-Dai, non rompere, devo farti vedere una cosa- 
Tra la folla spuntarono Naomi ed Elena. -Congratulazioni!- 
Naomi abbracciò Vivienne, che ricambiò contenta.  
-Grazie ragazze! Stasera dobbiamo festeggiare!- 
-Chiaro, ma,- rispose Naomi, cercando qualcosa nella sua grande borsa nera, -facciamo subito un brindisi!- esclamò, tirando fuori una bottiglia di spumante. 
Vivienne scoppiò a ridere e abbracciò di nuovo l’amica. 
-Scusate ragazze, mia sorella vi raggiunge subito!- fece Bentley, riprendendo a trascinare la ragazza.  
Dopo qualche metro, Vivienne si liberò dalla sua presa. -Senti, mi vuoi dire cos’è questa storia? Anzi, non mi interessa. Ti devo parlare di Grant- 
Bentley sbuffò. -Non mi interessa proprio parlare del tuo damerino, ad essere onesti. Dovresti aver già capito che non siete fatti per... Dai, muoviti- 
Vivienne, senza dire una parola, rimase ferma con le braccia incrociate sul petto. 
Lui la osservò in silenzio per qualche istante, prima di inclinare la testa e guardarla con una strana espressione. -Viv, ne possiamo parlarne dopo?- 
Lei strinse gli occhi. -È una cosa importante-  
-Beh, sai già cosa penso di Grant Robbins, non starò a ripetermi. Ma adesso devi venire con me, un momento. Capirai- 
-Se è una cosa stupida con quel deficiente di Daniel, giuro che mi incazzo-  
Bentley alzò gli occhi al cielo, seccato. -Muoviti e non rompere- 
-Potresti almeno sforzarti di essere interessato a quello che ti devo dire! E poi oggi è la mia giornata!- protestò ancora lei, iniziando a seguirlo nella folla.  
-Si, sorellina, sarò felicissimo di sapere tutto quello che hai da dirmi su quello li, ok, ma adesso muoviti e vieni con me- 
Si allontanarono dal fiume di persone e raggiunsero una parte del campus in cui c’era un piccolo parco di ciliegi in fiore.  
-Ma vuoi dirmi dove stiamo andando? Guarda che è...- iniziò lei, prima di interrompersi, le gambe improvvisamente molli. 
In piedi vicino a uno degli alberi di ciliegio in fiore, c’era lui.
A Vivienne sembrò che il mondo intorno a loro scomparisse. Com’era sempre successo, d’altronde. 
Rimase immobile per qualche istante, gli occhi spalancati e la bocca improvvisamente asciutta. Non riusciva a crederci.  
Di fronte a lei, con in mano un mazzo di fiori e nel completo blu notte che aveva indossato anni prima per una cerimonia nel quartier generale dell’Organizzazione, c’era Chris Rogers. I capelli castani erano pettinati ordinatamente, c’era qualche piccola cicatrice in più sul volto e la barba era leggermente incolta, come sempre.  
-Ciao ragazzina- le disse, sorridendo.  
Lei si avvicinò, incredula e stordita, le gambe sempre molli.  
-Come stai?- chiese ancora Chris, cercando di riempire quel silenzio, un po’ imbarazzante per lui. 
Lei, che al contrario era tutto fuorché imbarazzata, lo abbracciò con uno slancio, le braccia intorno al collo.  
-Agente di III° livello Chris Rogers. Non riesco a crederci- balbettò infine, sorridendo come non mai. 
-Congratulazioni per la tua laurea- disse ancora lui, porgendole i fiori. -Questi sono per te-  
-Sono bellissimi, grazie- rispose lei, tornando improvvisamente con la mente a tre anni prima, quando per la prima e ultima volta, Chris le aveva donato dei fiori. Si sentì emozionata come allora, come se il tempo non fosse passato. Sapeva benissimo che anche lui, come lei, era tornato a quel momento con la mente, non aveva bisogno che lui lo dicesse. 
Vivienne avrebbe voluto fargli un milione di domande ma non riusciva a dire nulla. I suoi occhi lo scrutarono e si portò una mano davanti alla bocca, ancora sorpresa. Era stata investita da una sensazione strana, come se si trovasse in un sogno e lui potesse scomparire da un momento all’altro. Sentiva l’impellenza di assicurarsi che lui fosse lì per davvero.  
-Chris, che cosa ci fai qui?-  
In quei tre anni erano successe tante cose. Vivienne era cresciuta e aveva assunto sempre maggiori responsabilità all’interno dell’impresa familiare. Per mesi aveva faticato a riprendere in mano la sua vita, dopo che Emma Ryan e l’Organizzazione erano piombati nella sua vita e l’avevano sconvolta, e soprattutto non aveva mai accettato del tutto che con Chris fosse finita, ma si era imposta di andare avanti. Aveva avuto altre relazioni e aveva provato ad innamorarsi di altri uomini, fino a capire di non averne davvero bisogno. Aveva sempre saputo che non ci sarebbe mai stato paragone con i sentimenti che aveva provato per Chris, con quei sentimenti che provava ancora e che tanto aveva faticato tanto per imboscare. Non avrebbe permesso che un solo incontro con lui li facesse affiorare ancora. Non voleva rimettere di nuovo insieme tutti i pezzi, perché sapeva che, aperto il suo cuore, richiuderlo sarebbe stato doloroso ed esasperante.  
Chris la guardò sorridendo, senza celare un pizzico di malinconia. -In tutti questi anni non ho smesso di pensare a te, e a noi. Ho girato mezzo mondo e ho visto e fatto cose che... Eppure continuavi a tornare tu. Ho saputo da tuo fratello che ti saresti laureata oggi, e ho pensato fosse l’occasione giusta- 
-Perché?-  
Lui respirò a fondo, prima di rispondere. -Non sono più Agente di III° livello- 
Lei lo guardò confusa. -Sei stato promosso? Sei diventato il Direttore?- 
Chris ridacchiò. -Ma no. Non hai capito?- 
Vivienne lo guardò contrariata per qualche momento, senza capire dove volesse arrivare. Stava per ribattere qualcosa di poco carino, quando si accorse dell’evidenza. Sentì il cuore accelerare e lo stomaco contorcersi. -Non sei più un agente dell’Organizzazione?- 
Lui sorrise e annuì. -Da qualche settimana sono diventato un agente speciale dell’FBI- 
Vivienne capì il significato di quelle parole dopo qualche istante. Realizzò che lui era finalmente libero.  
-Vuoi dire... Mi stai dicendo che...-. Iniziò a farsi aria con le mani, mentre gli occhi si riempivano di lacrime. Stava succedendo. Quello che aveva sperato e sognato per anni, stava accadendo proprio in quel momento.  
-Sono venuto oggi perché speravo di vederti e di chiederti di uscire con me, sai, per un caffè o per una cena, cose che fanno le persone normali, insomma. Ma temo di essere in ritardo-  
Lei scosse la testa. -Sei molto in ritardo-  
Il sorriso di Chris si spense. -Mi dispiace così tanto, ma dovevo provarci- disse, infine. 
-Agente Speciale Rogers, ti stai già arrendendo?- rispose Vivienne, con un ghigno. Le sembrava che quegli anni non fossero trascorsi, si sentiva esattamente come allora.  
-Io credevo che … Perché ci ho provato, ti giuro, ho provato con tutto me stesso ad andare avanti, a metterti via, ma non ci riesco e non voglio. Ho sperato fino all’ultimo che mi avessi aspett...- 
Vivienne non gli diede tempo di finire la frase perché gli diede un bacio sulle labbra. Lui la strinse e la baciò con passione, finché lei non fece un passo indietro.  
-Sei... sei sicura? È passato tanto tempo e vorrei fare la cosa più giusta per te-  
-Ah, già, tu e la cosa giusta da fare... Senti, c'è un’unica persona che ho sempre voluto al mio fianco e che, fino a ieri, era da qualche parte a salvare il mondo. Chris... Se sei tornato per restare, vorrei proprio prendere quel caffè insieme a te. Una volta soltanto sono stata più sicura di così- rispose lei, sperando che lui ricordasse la loro prima volta e le parole che si erano detti in quell’occasione.  
Lui sorrise e Vivienne capì che si ricordava di quel momento. -Non voglio che rinunci a... Magari cambi idea e non vorrei...- 
Lei gli diede un altro bacio e lo zittì. -Non hai idea di quanto abbia sperato di rivederti in questi anni e adesso sei qui, e col cavolo che ti lascio andare un’altra volta!- esclamò, ridendo. -Voglio stare con te, Chris Rogers, da tipo... sempre- 
Chris la strinse a sé e la sollevò un po’ da terra. -La tua famiglia sarà furiosa- ridacchiò mentre lei gli baciava il collo.  
-Se ne faranno tutti una ragione e ormai... Ormai non c’è più nulla che possano fare- 
Lui la guardò sorpreso. -In che senso?- 
-Beh, non sei l’unico che ha qualche novità. Sono stata ufficialmente nominata come erede principale e ho cominciato a lavorare con il Consiglio di Amministrazione. Presto sarò il CEO della Shep Corp e... sai cosa? Non c'è nulla che possano fare ormai, se non accettare questa cosa. Se andrà avanti, certo- rispose lei, sorridendo.  
Lui le accarezzò i capelli, guardandola dritto negli occhi. -Non ho mai smesso di amarti- 
-E io non ho mai smesso di essere la tua ragazza- 
 

*Fine*

 
Eccoci giunti al termine di questa storia. Volevo, innanzitutto, ringraziare tutti i lettori silenziosi che hanno seguito le avventure di Vivienne e tutte le persone che hanno inserito la storia fra le preferite, le seguite e le ricordate.  
Ho creato questi personaggi anni fa e la bozza di questa storia è rimasta prima stesa su carta e poi archiviata nel mio pc per molto, troppo tempo, finché non ho trovato il coraggio di condividere tutto questo con altri, con voi.  
Da grande amante del lieto fine, non potevo che dare a tutti i miei personaggi una conclusione serena e positiva, mi piace pensare di aver trattato tutti loro nel modo migliore con questo finale, anche chi ha sofferto maggiormente nel corso della storia (e si, mi riferisco proprio al povero Jake Marshall che forse tra tutti i personaggi è stato il più bistrattato). La piccola parentesi dedicata a Will e Avery è quella che mi convince meno e che fino all’ultimo non sapevo se inserire. Infatti, originariamente la storia di Vivienne nasce come spin-off di una long dedicata a Will e ambientata proprio dopo la promozione ad agente di V livello, long che ho scritto un miliardo di anni fa e che non ha mai visto la luce su questo sito. Quando ho capito che non avrei mai pubblicato la sua storia, ho comunque deciso di darle un ultimo spazio in questa storia, come giusto riconoscimento al personaggio che, in fin dei conti, ha dato origine a tutto il resto. 
Spero con tutto il cuore che la vicenda vi abbia appassionato e che Vivienne vi sia piaciuta, mi piace pensare che le sue avventure possano aver strappato un sorriso a qualcuno. 
Mi piacerebbe conoscere le vostre opinioni e impressioni, vi sarei molto grata se impegnaste qualche minuto per scrivere un commento, anche critico. Sarebbe molto importante per me :)  
 
Detto questo, vi anticipo che ciò che è accaduto a Vivienne nei tre anni che trascorrono fra il capitolo 25 e l’epilogo è già stato scritto: negli anni ho stilato tre mini-long che ho intenzione di pubblicare a breve.  
Ho anche iniziato a imbastire un secondo capitolo, che però al momento è in forma estremamente embrionale e in fase di sviluppo. Chissà che un giorno non riesca a pubblicare anche questo... 
 
Al momento non mi sento di aggiungere altro, vorrei solo rinnovare i ringraziamenti nei confronti di tutti voi. Quindi... GRAZIE! 
 
Con affetto, 
 
Fra :) 
  
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