Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender
Ricorda la storia  |      
Autore: DonutGladiator    25/02/2021    0 recensioni
Breve oneshot in un AU in cui Galra e Alteani sono due regni rivali che potrebbero trovare presto un'alleanza matrimoniale data dai due eredi al trono del regno.
Una breve escursione nella capitale alteana tra Lotor e Allura che scopriranno di avere parecchie cose in comune e la principessa dovrà scegliere se stringere la mano che le viene offerta dall'altro.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allura, Lotor
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa storia partecipa al COWT11
M4 - esplorare la città di notte

Essere l'erede al trono e la principessa del regno poteva essere il sogno di molte fanciulle.
Soprattutto di quelle che pensavano che ci fossero solo piaceri nel ruolo in cui sarebbero state relegate. Le feste, le cerimonie, i bei vestiti, i gioielli, l'amore di un padre per cui sei l'unica cosa che conta in questo mondo, i regali, gli inchini, la devozione del suo popolo e il rispetto per qualcuno che non aveva fatto altro che nascere nella famiglia giusta per avere simili favori.
Tutte cose di cui lei non aveva il minimo interesse.
Le feste non facevano per lei, non amava avere a che fare con le persone, le cerimonie peggio ancora, lì non c'era nemmeno la gioia di poter rubacchiare qualche tartina mentre le sue "guardie del corpo" erano distratte da altro, i vestiti e i gioielli non le interessavano e suo padre beh, suo padre le voleva sì bene, ma a volte la opprimeva talmente tanto con la storia che era l'erede al trono di Altea che le faceva venire la nausea.
Per quanto riguardava i pretendenti... era meglio non averne.
Odiava essere nata donna, sembrava che senza un uomo accanto non potesse dire di essere completa. Come se le servisse necessariamente qualcuno per definire la sua identità.
Che cosa se ne sarebbe fatta di un marito?
Non era la persona che aveva bisogno di qualcuno accanto per sentirsi soddisfatta.
Mentre pensava quella frase, affacciata al balcone della sua stanza, lo vide passare.
Il figlio del sovrano dei Galra che era venuto in visita per questioni diplomatiche e - lei lo sapeva bene anche se gli altri si rifiutavano di ammettere la verità- chiedere la sua mano.
Si erano già incontrati alcune volte in passato, quando erano entrambi dei bambini, ma Allura non ricordava moltissimo di lui, a parte che sorrideva raramente e aveva una predisposizione nel cacciarsi nei guai e farle sporcare i vestiti di fango.
Adesso, dopo più di dieci anni che non lo vedeva, sembrava cambiato, era arrivato un giovane elegante e ben educato, ma nonostante fosse ormai lì da più di tre giorni, non aveva ancora avuto modo di parlare con lui, quindi non aveva potuto constatare quanto del bambino avventuroso era rimasto dentro di lui.
I suoi occhi però avevano avuto modo di osservarlo diverse volte ed era arrivata alla conclusione che lo trovava molto bello: aveva lunghi capelli chiari, l'incarnato pallido e gli occhi magnetici e affilati, da quello che ricordava sua madre era un’alteana, per questo i suoi lineamenti di Garla erano ingentiliti e meno spigolosi di quelli di suo padre, che a prima vista gli era sembrata una persona molto severa e pericolosa.
Non che le voci del suo popolo aiutassero nel far passare un’immagine diversa del loro re.
Mentre chiacchierava con i funzionari del suo palazzo e rideva per chissà cosa era stato detto, si perse per un istante a guardarlo, immersa nei pensieri di una vita felice che poteva essere svolta in sua compagnia.
Chissà, magari lui poteva essere veramente la persona giusta.
Sorrise e poi incontrò il suo sguardo, distogliendolo subito e cercando di ricomporsi e sfuggire agli occhi che sapeva essere posati su di lei.
Doveva essere abituata agli sguardi degli altri, perché quel giovane la metteva così a disagio?
-Allura, principessa, tutto bene?- domandò la sua ancella, vedendola rientrare in tutta fretta nella stanza.
-Sì, splendidamente. Il sole è un po' forte oggi, ho pensato di rientrare e vedere qualcosa per il ballo di questa sera, magari fare qualche prova con un’acconciatura particolare.-
La donna le sorrise e poi prese uno dei suoi vestiti dall'armadio.
-Stavo pensando che potrebbe indossare questo vestito, dona al suo incartato e se non sbaglio il lilla è tra i colori preferiti del principe Lotor.-
Allura sbuffò: -Non mi interessa quali sono i suoi colori preferiti, indosserò qualcosa che mi stia bene addosso, niente di più niente di meno.-
-No, assolutamente, ha ragione, mi scusi se mi sono permessa.-
La giovane abbassò lo sguardo e ripose il vestito nell’armadio. Allura fece un piccolo colpo di tosse, accorgendosi che non era stata molto cortese con lei e cercò di aggiustare il tiro.
-Tranquilla Hinari, il tuo suggerimento era più che sensato, abbiamo un principe straniero in visita, mi sembra corretto assecondare i suoi gusti e andare a prendere una palette di colori che possa in qualche modo piacere.- la principessa sorrise e poi sostò di nuovo davanti la finestra della sua stanza, sbirciando verso il basso e notando che non c'era più né suo padre né la piccola delegazione con il principe dei Galra.
 
Quella sera infine aveva deciso di indossare il vestito che le era stato proposto da Hinari, perché effettivamente le donava e le piaceva l'effetto che i suoi capelli avevano su quel tessuto. Aveva deciso di lasciarli morbidi e fluenti, sciolti lungo tutta la schiena e di non mettere alcuna decorazione, affidandosi solo al vestito e al proprio aspetto regale.
Quando scese nella sala del banchetto, addobbata con i colori della delegazione dei loro ospiti, fece girare parecchi sguardi e avvicinatasi a suo padre, si fece dare un bacio sulla fronte con piacere, sorridendogli amabile.
-Sei splendida questa sera figlia mia.- le disse lui con un sorriso sincero.
-Grazie padre.- rispose abbozzando un piccolo giro su se stessa, facendogli ammirare il suo abito.
-Vieni, ti presento il principe Lotor, non avete ancora avuto modo di incontrarvi se non vado errato. Vedrai, ti sembrerà completamente una persona diversa rispetto al passato, è maturato parecchio.-
-No, non abbiamo ancora avuto modo di riallacciare i rapporti.-
Allura si fece trascinare da suo padre davanti al principe, splendido anch'egli nel suo completo scuro e i capelli legati in una coda bassa.
-Lotor, ti ricordi di mia figlia, la principessa Allura?- la introdusse suo padre.
La giovane fece un piccolo inchinò e poi allungò una mano verso il principe: -È un onore rivederla principe Lotor.- tintinnò, sbattendo appena le lunghe ciglia e guardandolo negli occhi.
-L'onore è tutto mio principessa.- rispose lui baciandole la mano e ricambiando lo sguardo.
Il re si allontanò cercando di essere più discreto possibile, nonostante continuasse a gettare ai due giovani tonnellate di sguardi che facevano sentire a disagio Allura.
Certe volte sapeva essere proprio un guastafeste, sembrava non vedesse l'ora che l'altro le chiedesse di sposarla e di vivere insieme per sempre.
Una piccola preferenza quella di suo padre, o andava errata? Che cosa poteva aver mai fatto per fare colpo su di lui in quel modo? Nessuno degli altri pretendenti c’era mai riuscito…
Lotor trattenne una risata nel vedere il comportamento del re e poi si girò verso la principessa.
-Questo pomeriggio l'ho vista mentre suo padre mi portava in visita al castello.-
-Sì, stavo prendendo un po' d'aria dopo una mattina di studio e stavo guardando cosa stava succedendo in giardino.-
Lotor sorrise: -Me ne sono accorto.-
Allura non seppe perché ma arrossì lievemente. Stava insinuando qualcosa o era stata una sua impressione?
-Le è piaciuto il castello?-
-Sì, mi è piaciuto tutto ciò che ho visto nel vostro regno. La vostra capitale poi è splendida, anche se immagino che di notte abbia tutto un altro tono...-
-Non saprei, non sono mai uscita in città di notte...-
-Cosa? Ma è la sua città, non ha mai fatto un giro per esplorare le bellezze notturne? I vari locali, i cibi che si possono trovare solo in alcune ore particolari...?-
-Mi dispiace, probabilmente è una mia mancanza, ma non ho mai pensato a chiedere a mio padre di uscire per la città a quest'ora, non credo nemmeno me lo lascerebbe fare.- rivelò Allura leggermente intristita da quella critica silenziosa che le era stata rivolta da un principe straniero.
Forse avrebbe dovuto interessarsi di più e visitare la sua città di notte, ma non era una cosa che le era mai passata per la testa, cosa poteva mai esserci di diverso durante la notte in una città che aveva più volte visitato durante il giorno?
La musica cambiò in un lento e varie coppie iniziarono a scendere nella pista da ballo.
-Mi concederebbe questo ballo principessa?- domandò Lotor allungandole una mano.
Lei la guardò per un lungo, interminabile istante, indecisa se fidarsi e prenderla, concedendo il ballo che le era stato domandato. Infine, decise che avrebbe rischiato.
-Sì.- Allura sorrise e congiunse la mano di Lotor con la propria.
Mentre una melodia lenta li guidava sulla pista da ballo, Lotor approfittò del momento per avvicinarsi di più alla giovane, sussurrandole un piano nelle orecchie.
Lui avrebbe potuto portarla a fare un giro nella capitale del regno durante la notte. Se si fosse fidata di lui l'avrebbe portata a vedere i posti più belli. C'era solo da evitare che le sue guardie del corpo e quelle personali del principe si chiedessero dove potessero essere finiti i due, quindi, bisognava ingannarli in qualche modo.
La giovane, la mano sulla schiena dell’altro e il volto nascosto, si trovò improvvisamente a sorridere nel sentirlo elencare il piano geniale che aveva avuto, pensando che c’era ancora traccia del bambino impiastricciato di fango che aveva incontrato ormai anni prima.
Fu così che una volta finito il ballo, i due giovani si separarono.
Allura dopo qualche istante disse a suo padre che preferiva rientrare nelle sue stanze a riposare. Lotor invece, con l'aiuto di una delle sue guardie, riuscì a sgattaiolare via senza che nessuno si accorgesse della sua assenza, lasciando che la guardia prendesse il suo posto data la loro somiglianza.
Si ritrovò alla porta della stanza della principessa qualche minuto dopo e bussato, ritrovò gli occhi azzurri della ragazza a dargli il benvenuto.
-Ancora non posso crederci. È la prima volta che faccio qualcosa di nascosto.-
-Sarà divertente, sei pronta?- chiese Lotor, notando che si era cambiata di abito, indossando qualcosa più comodo e una mantella con il cappuccio per nascondere i tratti. Anche lui aveva cambiato il tono con cui si rivolgeva a lei, tornando a darle del “tu”.
La giovane non disse niente, preferendolo alla maniera più formale con cui le si era rivolto inizialmente, decidendo che anche lei avrebbe evitato le formalità.
-Prontissima.-
-Bene, andiamo allora.- disse Lotor allungandole una mano. Allura lo guardò per un istante, decidendo in quelli che a lei parvero infiniti minuti ma che furono soltanto dieci secondi, se valeva la pena prendere di nuovo quella mano.
Decise che si sarebbe fidata di nuovo, così, la strinse.
 
Uscire dal castello fu molto semplice, la maggior parte dei controlli era nella zona dove si stava svolgendo il ballo, pertanto c'erano pochi servitori e pochi gendarmi in giro, evitarli fu una passeggiata.
-Sei mai salita su una moto?- chiese il giovane mentre attraversavano il giardino, fino alla zona dell'hangar dove avevano lasciato i loro mezzi.
Allura sorrise.
-Mai.-
-Questa serata segnerà molte prime volte per te, principessa.-
L'appellativo che tanto le dava fastidio sentito pronunciare nei suoi confronti, se usciva dalle labbra di Lotor le procurava degli strani brividi di piacere lungo tutto il corpo.
Non sapeva come definire quella sensazione che provava in sua compagnia, forse era l'eccitazione di fare qualcosa proibito, o forse semplicemente il suo aspetto e quello che in realtà faceva erano così in contrasto che la facevano sentire sul punto di fare anche lei qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato da una principessa. Si sentiva ribelle e pericolosa, ed era la prima volta in cui quella sensazione la faceva stare bene con se stessa.
Si strinse al giovane davanti a lei e chiuse gli occhi quando con un rombo, la moto fu messa in moto e si alzò da terra.
Dopo l'accensione non si levò altro rumore e uscirono fuori dal cancello in pochi istanti, arrivando nelle strade al di fuori del castello. Quando Lotor accelerò, la giovane strinse gli occhi e si lasciò scappare un piccolo gemito di paura, stringendosi di più al ragazzo alla guida.
-Benvenuta nel mondo esterno!- disse l’altro urlando per sovrastare il vento che ovattava la sua voce e il rumore della moto.
Mantenendosi stretta a Lotor, Allura pian piano riaprì gli occhi, osservando le strade vuote e l'ambiente notturno, illuminato dalla luce della luna e delle stelle che risplendevano nel cielo.
Erano ancora nella zona esterna alla città, ma anche solo quelle strade sembravano completamente diverse rispetto a quando usciva di giorno, nell’auto della sua famiglia. Riusciva già a vedere in lontananza le mille luci che si sprigionavano dalla capitale, piena di vita nonostante l'ora tarda. Una parte di lei non immaginava che di notte succedesse qualcosa nella sua città, come se oltre le persone anche le strutture andassero a dormire e si svegliassero direttamente il giorno dopo.
Stretta a Lotor sorrise mentre il vento le accarezzava il volto e le scompigliava i capelli. Per il momento era contenta di aver seguito l’altro in quell’avventura.
In circa venti minuti di volo, arrivarono alla periferia della città, per poi, dopo altri dieci minuti, arrivare proprio in centro città.
Allura era sbalordita di vedere tutte quelle persone che camminavano per le strade del centro, per la maggior parte giovani come lei e Lotor, che urlavano, chiacchieravano e facevano baldoria, come se ci fosse un’enorme festa in atto anche in città e non solo al suo palazzo.
-Come mai c'è tutta questa gente?- domandò la principessa al suo accompagnatore.
-Beh, è ancora presto, non ci sono solo le feste al palazzo, sai? Anche il popolo ha le proprie feste e tradizioni, specialmente tra i giovani.- disse Lotor sorridendole.
-Ma certo, lo so benissimo!- esclamò Allura, cercando di non far notare all'altro che in realtà le stava aprendo un mondo di cui non sapeva effettivamente nulla.
Lasciata la moto, i due iniziarono a camminare tra la folla, esplorando la città, un nuovo mondo in cui Allura si lasciava trasportare a ogni minima nuova cosa.
Si lasciava trascinare a ogni nuova cosa che i suoi sguardi incrociavano, artisti di strada, bancarelle che vendevano cibo e bevande, gruppi di ragazzi che chiacchieravano tra loro e altre che improvvisavano balli in mezzo la strada, ristoranti, discoteche e persino il monumento dedicato a suo padre in quella luce era completamente diverso rispetto al giorno...
-Tieni.- disse Lotor passandole un bicchiere di carta.
-Cos'è?- domandò la ragazza odorandolo e sentendo l'odore pungente di alcool arrivarle alle narici con anche troppa forza.
-In realtà è una delle vostre specialità. Non so bene con cosa sia fatto, è a base alcolica e miele ed è molto buono, assaggia, è dolciastro.-
Allura odorò un'ultima volta prima di azzardare un timido assaggio della bevanda. L'aveva già provato prima. Era strano, forte ma allo stesso tempo dolce.
Anche Lotor portò un bicchiere alle labbra e bevve un lungo sorso, per poi tornare a sorridere alla compagna.
-Dove vorresti andare?- chiese.
-Voglio andare dappertutto! Vedere cosa succede in piazza, poi spostarmi nella zona del mercato, al museo e vicino alla chiesa.- esclamò la ragazza con più entusiasmo di quanto in realtà avesse voluto far trasparire.
Lotor sorrise di nuovo, sebbene i suoi occhi rimanessero imperscrutabili. C'era qualcosa di lui che Allura non riusciva a decifrare, come un segreto nella sua personalità che non voleva rivelarle, lo aveva già notato quando erano bambini e doveva costatare che quel mistero era rimasto dentro di lui. Cercò di non pensarci, si erano rivisti dopo anni solo da poche ore, era normale non voler parlare di tutto con quella che per l’altro era solo un'estranea.
-Vedo che la mia idea non è stata così malvagia, è bello vedere questo sorriso sul tuo volto, Allura.- rispose lui, allungandole di nuovo una mano.
Lei arrossì nel sentirlo pronunciare il suo nome. Era la prima volta che qualcuno estraneo alla sua famiglia non la chiamava con il suo titolo.
Strinse la sua mano e sorrise di nuovo, radiosa.
Quel giovane le piaceva.
 
La loro esplorazione durò per più di due ore, camminarono in lungo e in largo, vedendo tutti i posti che Allura conosceva già alla luce del sole sotto un altro tipo di luce, quella della vita notturna, che rendeva in qualche modo le cose diverse, più pericolose ma anche più divertenti.
Lotor rimase per tutto il tempo al suo fianco, stringendole la mano, passandole qualche strano cibo o bevanda e sorridendole gentile. Allura non sapeva se era la situazione a renderla così volubile con il principe o se in qualche modo stare con lui la rendeva assuefatta alla sua compagnia, fatto stava che più tempo passavano insieme, più lei non voleva separarsi da lui.
-Quando dovresti tornare a casa?- domandò mentre si stavano riposando a una delle panchine esterne del giardino della chiesa, lontano dalla confusione del centro, mangiando palline di carne fritta avvolte in un piccolo involucro di carta.
-Tra due giorni se tutto va bene.-
Allura si rattristò leggermente, due giorni erano pochissimi da poter passare con l'altro, contando anche il fatto che durante il giorno entrambi avevano degli impegni ai quali non potevano mancare.
Si ritrovò a pensare che gli sarebbe mancato.
-Da non crederci…- sussurrò.
-Cosa?- chiese Lotor.
-Tu. Praticamente non ti conosco e pensare che non potrò vederti mi fa rattristare, nonostante abbiamo passato solo poco tempo insieme. Qual è il tuo segreto? Come fai a incantare così tanto le persone? Anche mio padre sembra ti adori…-
Prima che lei potesse finire il suo discorso, Lotor scoppiò in una risata sincera. Non l'aveva ancora sentito ridere, quindi Allura rimase sorpresa nel sentirlo scoppiare in una risata così cristallina a quelle sue parole.
-La mia domanda fa così tanto ridere?- domandò, mentre gonfiava le guance leggermente offesa, aspettando che l'altro smettesse di riderle addosso. Non era carino prendersi gioco di una principessa.
-Scusami, è la prima volta che qualcuno mi dice una cosa simile... non...- riscoppiò a ridere, trascinando quella volta anche Allura nella risata, influenzata da quelle dell’altro.
Risero per qualche istante, poi rimasero in silenzio per qualche minuto, riprendendosi e asciugandosi gli occhi, evitando di guardarsi per scoppiare di nuovo a ridere come due bambini.
-Nessuno mi aveva mai detto che incanto le persone.- disse il principe rompendo il silenzio.
-Lo fai davvero, è una cosa che mi manda veramente in confusione, non riesco a inquadrarti e mi irrita non riuscire a capire qualcuno.-
Lotor sorrise di nuovo, si voltò verso di lei e le passò un dito tra i capelli, spostandole una ciocca dietro un orecchio. Poi ritornò a fissare il cielo davanti a loro.
-Sai Allura, il regno da dove provengo è diverso da quello di tuo padre, da noi la forza misura la potenza e la ricchezza delle persone. Non abbiamo tempo per essere diplomatici, quello che conta sono i fatti e quanto si è bravi nella carriera militare. È un regno che non vale la pena di visitare, i campi sono lasciati a loro stessi e anche i cittadini hanno ben poche carriere oltre a quella dell'esercito. Siamo dei grandi combattenti, abbiamo assoggettato con la guerra molti popoli nella nostra galassia, però... Però è il momento di cambiare.-
La principessa ovviamente conosceva la potenza e la fama dei Galra, in più di un'occasione suo padre aveva rischiato di scendere in guerra contro di loro, venendo sempre fermato dall'intervento dei suoi consiglieri. Mettersi contro quel popolo significava solo di sprecare risorse che in quel momento non avevano e probabilmente oltre alle perdite militari sarebbero usciti sconfitti da una guerra simile, soprattutto perché tutti i tentativi di creare una delegazione di Regni da parte di suo padre non aveva funzionato e quindi erano per conto loro e non erano di certo un popolo di combattenti.
-Io sono diverso da mio padre, non appena prenderò il controllo del trono voglio far sviluppare il mio popolo sotto altri punti di forza, ci siamo espansi in lungo e il largo e cosa ne abbiamo ottenuto? Non abbiamo un'autosufficienza economica che ci permetta di vivere senza i prodotti delle nostre colonie, non abbiamo un'economia florida e dei prodotti di punta da scambiare con gli altri regni più evoluti. Abbiamo solo il potere militare che ci rende una popolazione temuta e rispettata.- negli occhi di Lotor c'era una luce che non gli aveva ancora mai visto negli occhi.
Forse era ambizione?
-Non voglio che il mio popolo venga ricordato nella paura, che gli altri regni abbiano il terrore di chiederci un trattato di scambio o altro. Voglio essere ricordato per riportare il mio popolo all'antico splendore che aveva secoli fa, quando ancora non fondavamo sulla forza il nostro impero e potevamo contare sulla tecnologia e i prodotti del nostro duro lavoro. Voglio essere ricordato non con timore, ma con rispetto e ammirazione.-
-Mi sembra un progetto di tutto rispetto.-
-Grazie…-
Quella volta fu Allura che allungò la mano verso di lui, che prontamente la strinse.
-Sono contenta di avere avuto modo di rincontrarti. Mi sarò ancora sporcata di fango, ma il bambino del passato ha fatto un’incredibile maturazione e spero che riuscirà a portare a termine quello che si è prefissato.-
Lotor strinse appena le labbra. La giovane seppe subito che c’era qualcosa che lo turbava, ma non insistette nel chiedergli quale fosse il problema.
-Sono più che certa che mio padre ti concederà ciò per cui sei venuto. Se hai bisogno di una piccola spinta metterò volentieri io una buona parola per te.- disse la ragazza abbassando lo sguardo sulle sue gambe, imbarazzata dalle sue stesse parole.
-Principessa, io…- prima che potesse finire la frase Allura si spinse verso di lui, chiudendo la distanza tra le loro labbra. Fu un bacio delicato e brevissimo, la ragazza si staccò quasi immediatamente, imbarazzata per l’impulsività che l’aveva spinta contro l’altro.
Si portò una mano alle labbra e abbassò di nuovo lo sguardo, mentre l’altro rimaneva in silenzio osservandola.
-Mi dispiace.- disse, dato che Lotor sembrava non aver intenzione di dire nulla riguardo quello che aveva fatto a parte fissarla incredulo: -Di solito non sono così, cioè, non mi è mai capitato di baciare una persona senza il suo consenso, all’improvviso, senza nemmeno chiedere…- Allura era entrata nel panico del silenzio dell’altro e adesso non sapeva come fare per risolvere la situazione in cui si era cacciata, tremendamente imbarazzata per il gesto impulsivo che aveva avuto.
-Forse conviene che torniamo a palazzo, inizia a fare fresco e domani alzarsi diventerà difficile…- si alzò dalla panchina e fece qualche passo, ripetendosi mentalmente che aveva avuto una pessima idea e che probabilmente aveva sconvolto l’altro.
Sicuramente non era venuto per chiedere la sua mano, cosa che lei aveva dato troppo per scontato ma di cui effettivamente non era stata informata da nessuno.
Quanto poteva essere stata stupida? Mentre sentiva che la prima lacrima scivolava lungo la sua guancia, la mano di Lotor si strinse al suo braccio, facendola voltare verso di lui chiudendo di nuovo la distanza tra di loro con un bacio.
Allura portò le mani a stringerlo dietro la schiena, mentre sentiva che ulteriori lacrime le scivolavano lungo le guance e il contatto tra le loro lingue si faceva per la prima volta più intenso. Rimasero incastrati nel bacio per qualche istante, prima di separarsi di nuovo, i respiri appena alterati e le labbra arrossate.
-Mi hai preso alla sprovvista, non pensavo che una principessa potesse prendere l’iniziativa a quel modo.- disse Lotor con un sorriso, passandole un dito sotto gli occhi, asciugando la scia di lacrime che era scesa sul suo viso.
-Non conosci tante cose di me.- rispose lei con un sorriso.
-Ricordo benissimo che tempo fa seguendoti mi facevi sempre sporcare di fango, direi che abbiamo fatto passi avanti.-
Allura rise:-Guarda che eri tu che mi facevi sporcare di fango durante i tuoi stupidi piani di assalto ai fortini e cose del genere!- disse stringendolo in un abbraccio.
-Probabile.- sussurrò Lotor, passandole di nuovo una mano sulla guancia, mentre la guardava intensamente negli occhi.
-Ribadisco che dovremmo andare, altrimenti rientrare a palazzo potrebbe essere difficile.-
L’altro sorrise prima di incamminarsi nuovamente dopo avevano lasciato la moto, per poi riprenderla e tornare indietro.
 
Rientrare a palazzo fu nuovamente molto semplice, nessuno li fermò, nemmeno quando Lotor riaccompagnò Allura alla sua stanza.
-Grazie per avermi fatto vivere quest’avventura.- sussurrò la ragazza con un leggero sorriso sul volto.
-Mi sono divertito in vostra compagnia, principessa.- rispose Lotor, tornando a darle del “lei”.
-Dovremmo rifarlo di nuovo prima o poi.-
L’altro sorrise e si avvicinò verso di lei, scoccandole un bacio su una guancia.
-Sì, direi che ci sono i presupposti per scappare di nuovo da palazzo e andare a divertirci in città. Anche se ormai un po’ di prime volte sono state fatte.-
Allura arrossì, ripensando al loro primo bacio. Anche quello per lei era stato una prima volta.
-Ce ne sono molte altre da provare, no?- rispose con un sorriso.
Lotor fece un sorriso diverso dal solito e poi le accarezzò una guancia: -Non vedo l’ora.-
-Allora, buona notte.-
-Buonanotte.-
L’alteana chiuse la porta e sorrise, appoggiata su di essa, prima di gettarsi sul proprio letto, soffocando una risata.
Si era divertita. Si era veramente divertita insieme all’altro e adesso voleva solo rivederlo.
Era contenta che si fosse aperto con lei e le avesse rivelato qualcosa di ciò che voleva fare come sovrano, le piaceva la sua risoluzione e il fatto che tenesse così tanto al suo popolo e al progresso che voleva portare tra la sua gente.
Stretta al suo cuscino, Allura si trovò a fantasticare su una possibile proposta da parte dell’altro. Avrebbe accettato? Suo padre sarebbe sicuramente stato felice nel sentire che c’era effettivamente qualcuno che le piaceva.

Mentre Allura fantasticava sulla sua vita Lotor si era ricongiunto con le sue guardie del corpo.
-è andato tutto secondo i piani?- domandò una di loro mentre rientrava nella stanza degli ospiti che condividevano.
-Sì, la principessa non sospetta niente.- sussurrò Lotor, la voce incerta.
-Eccellente, sono sicuro che Lord Zarkon sarà fiero di quello che stiamo facendo.- rispose una delle altre guardie, mentre faceva segno all’altro di sedersi e di raccontare quello che era successo.
-Anche re Alfor non sospetta nulla di ciò che abbiamo intenzione di fare, domani mattina inoltre, ti ha invitato a fare colazione con lui e sua figlia, poi si è offerto di farti vedere la stanza del reattore, finalmente.-
-Sarà il momento in cui dovrai agire. Domani, quando ti porterà nella stanza sarete solo voi due, è il momento più adatto per mettere a segno il piano, ucciderlo e rubare il nucleo del pianeta.-
Lotor abbassò lo sguardo. Era stato lui che aveva ideato quel piano, certo che avrebbe potuto evitare inutili spargimenti di sangue e prendere il nucleo che serviva alla sua gente in pochi e semplici passi, ottenendo la fiducia del re di Altea, ma dopo quella sera non era così sicuro di voler portare a compimento ciò che aveva così sapientemente ideato.
Per la prima volta si trovava di fronte a delle persone vere e non solo alla teoria. Pensava sarebbe stato più semplice fregare il prossimo, ma avendo a che fare con persone ingenue come Allura o suo padre si era reso conto che qualche dubbio veniva anche a lui.
-Non starai avendo dei dubbi?- domandò uno dei suoi uomini, notando l’espressione sul suo volto.
-No, porterò a termine la missione. Sono solo stanco, ho bisogno di riposare.-
-Mi raccomando principe, contiamo su di lei per la missione.-
-Non deluderò il mio popolo, non di nuovo.-
Le due guardie uscirono dalla stanza lasciandolo solo con i suoi pensieri, facendogli presagire che avrebbe passato l’intera nottata a rigirarsi nel letto e a pensare ai pro e ai contro della sua missione, cercando di capire se avrebbe potuto evitare, in qualche modo di uccidere la persona che l’aveva accolto nel suo palazzo ma completando ugualmente la missione che suo padre gli aveva affidato.
Un modo doveva esserci per forza, e lui l’avrebbe sicuramente trovato.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Voltron: Legendary Defender / Vai alla pagina dell'autore: DonutGladiator