Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: eli_mination    26/02/2021    3 recensioni
[AU Distopico]
Sembrava tutto troppo perfetto per gli abitanti del Satellite. Dopo anni, finalmente si sarebbero riscattati con la costruzione del ponte che collega la zona malfamata alla grande città, Nuova Domino. Qualcosa va però storto, a qualcuno piace giocare con il tempo e inserisce un pezzo mancante nella storia che Allen, neo-diplomato nato nel Satellite che è cresciuto con i cambiamenti del suo luogo, conosce. Perché, improvvisamente, si ritrova in una guerra civile che vuole rivendicare i diritti di quell’isola? Con quale assurda coincidenza si unisce ad una banda di sciroccati del Satellite capitanati da Crow Hogan? E come mai quest’ultimo gli ride in faccia quando Allen gli racconta della lotta contro Z-ONE? In quello che sembra un assurdo sogno, Allen abbraccia la causa e darà un’importantissima mano alla rivoluzione in corso. Il tutto mentre cerca di capire come sia finito in quell’arco temporale a lui totalmente nuovo…
Genere: Angst, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crow Hogan, Nuovo personaggio, Yusei Fudo
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Allen’s POV

Con la testa tra le gambe, mi rendo conto che sto riuscendo ad immagazzinare più aria nei miei polmoni, così inizio a fare dei respiri più profondi. Accanto a me si è seduta Ruby, senza dire una singola parola. Ha una mano sulla mia schiena e mi massaggia delicatamente con dei movimenti circolari. Immagino che il mio stato abbia attirato parecchia preoccupazione, mi sento osservato da tutti. Non biasimo nessuno di loro, in questo momento sembrerò uno schifo. Interiormente, sembra che io mi stia calmando, anche se ho ancora nella testa quelle immagini e quella rabbia…

Sollevo lo sguardo (con le guance bagnate dal sudore e dalle lacrime, che fastidio…) e incontro quello di Alyssa, che ha l’aria di una persona in pena.

“Non sono stato in grado di salvare tutti…” sospiro, tremante.

“Allen, ascolta-”

“Tom, so quello che mi stai per dire. In situazioni del genere non possiamo salvare tutti. Noi non dovremmo essere nelle condizioni di dover salvare qualcuno!” scatto, interrompendo Tom.

“Calmati, ne parleremo dopo…”. Ruby mi afferra la mano. “Te la senti di rialzarti in piedi?”

“Vorrei stare ancora qui…” le faccio sapere. Sento ancora le gambe di gelatina, se mi mettessi in piedi rischierei di crollare. Poi, ho freddo. Voglio stare ancora un po’ accucciato.

“Ci tocca aspettare qui finché la situazione non si calma…” dice grave Alyssa. “Magari anche barricandoci…”

“Giusto… Tom, aiutami a mettere il lettino medico davanti all’ingresso. Non si può mai sapere!” dice il medico, ricevendo l’assenso del biondo. Mentre coprono l’ingresso con qualsiasi cosa gli capiti a tiro, Alyssa invece smanetta con il cellulare. Probabilmente si starà mettendo in contatto con dei nostri alleati per calmare la protesta senza altri morti, non lo so.

Poi tutto si ferma. Rimaniamo in silenzio, tutti in attesa che la situazione si calmi. Io rimango sul pavimento per non so quanto, finché l’assenza di alcun suono dall’esterno ci fa capire che la situazione sia tornata normale. Mentre aspettiamo nello studio a luci spente, si sono sentite delle voci che dicevano cose agghiaccianti:

“Che odio, questa gente… Muore e dobbiamo anche portarla via…”

Il dottore ci ha spiegato che, a rivolta sedata, la polizia ha anche il compito di sequestrare i cadaveri per occultare tutto quello che è successo. Per continuare a fare finta che vada tutto bene. Maledetti…

“Temo che abbiano tagliato il segnale…” comunica Alyssa, mettendosi il cellulare in tasca. “Ho fatto in tempo ad avvisare Crow e altri gruppi… Spero che lui e Jasper abbiano fatto lo stesso.”

 

Jasper’s POV

“Libero. Anche qui non c’è nessuno.”

Dopo l’avviso di Alyssa, come siamo giunti al covo ci siamo dovuti rimettere in sella alle nostre moto. Un’ennesima rivolta… Cristo, la gente non ha ancora capito come funzionano le cose qui!

Mi ritrovo a perlustrare le strade circostanti la zona della battaglia, comunicando a tutti di rientrare nelle proprie abitazioni per evitare di essere scambiati per manifestanti. Per mia fortuna, non mi sono ritrovato a discutere con nessuno o a tirare fuori la Glock.

Ovviamente, non è l’unica cosa a cui devo fare attenzione. A cosa dovrei stare attento, oltre alla gente stupida che appena cala la notte si riversa per le strade? Esatto, la polizia. Normalmente se ne fottono di un idiota in moto, ma ricordiamoci che l’unica ragione per cui i miei ex-colleghi se ne vanno in giro per il Satellite è perché è stato segnalato loro un movimento sospetto di gente che viola le regole del Grande Idiota. Quindi, se vedono me lì vicino, devo stare certo che partirà un inseguimento… Con tanto di esplosioni, quelle le aggiungo io.

Anche per questo vado piano con il mio mezzo, per non attirare l’attenzione… Sarebbe un peccato dare un colpo di acceleratore facendo rimbombare il suono del motore per tutta l’isola, no?

“Neanche qui sembra esserci gente, per fortuna…” dice Crow, parlandomi attraverso un dispositivo nel casco. “Anche se non mi sono avvi-”

La conversazione si taglia all’improvviso.

“Crow, mi senti?” provo a domandare. “Ci sei o sei morto?”

Mi fermo, poggiando un piede sull’asfalto. Controllo le tacche del segnale sul mio telefono e noto che al loro posto c’è un bel segnale di divieto. Ottimo, ci hanno tagliato di nuovo la linea. Ultimamente si sono svegliati, quegli stupidi. Hanno interrotto Crow proprio nel momento in cui stava per chiedermi di sposarlo. Non mi hanno nemmeno dato il tempo di dirgli di no… Ah, ringrazio il mio orientamento sessuale per non avermi fatto piacere gli uomini. Specialmente quelli con lo scopettone del cesso al posto dei capelli. Di colore arancione, precisamente.

Dunque, che fare? Continuerò a girare nei dintorni per assicurarmi che la gente abbia deciso di rimanere a casa propria oppure me ne vado? Decido di fare ulteriori perlustrazioni, non si può mai sapere. A volte gli stolti sono invisibili, devi passarci davanti più volte per notarli…

 

Alyssa’s POV

Anche le voci esterne sono sparite. Penso che sia finita.

“Dite che si possa dare il segnale di via libera?” domanda Ruby, alzandosi dal pavimento e aiutando anche Allen a rimettersi in piedi. Io e Tom sbirciamo dalle persiane. No, non c’è più nessuno in giro, nemmeno i poliziotti.

“Dobbiamo tornare a casa, ragazzi. Prima che ci scoprano.” sussurra il biondo.

“Spero solo che l’auto e la moto non abbiano subìto danni…” rispondo, aiutando Ruby a liberare l’ingresso.

“Fate molta attenzione, ragazzi!” ci raccomanda il medico. “Io e il vostro amico rimarremo qui, lascerò che lui si riprenda poi sarà libero anche lui.”

“Grazie mille…” ringrazia Allen.

“Mi raccomando, Rodd! Non farti più trovare con le mani nel sacco, mi sono spiegato?” lo minaccia Tom.

Rodd, ancora sdraiato sul lettino, alza le mani debolmente. Ha ancora la faccia tosta di dirci “Ah, chissà…”. Chissà… Chissà se la prossima volta non gli rifilo un pugno…

Usciti fuori, non ci mettiamo molto a sgattaiolare in macchina. Anche Lucy si infila in fretta il casco e parte subito per raggiungere casa. Prima di partire, osservo il foro di proiettile che ha rotto il vetro. Che palle, quando pioverà avremo dei problemi, a meno che non cambiamo auto. Potrei sempre tornare a fare una visita dallo sfasciacarrozze…

Do un ultimo sguardo alla strada, dove abbiamo visto quella donna morire, poi giro la chiave e accendo la macchina. Ci conviene sbrigarci.

 

Crow’s POV

Niente, questo coso non funziona. Che odio. Adesso non so cosa starà facendo Jasper, tantomeno so come dovremmo organizzarci con le perlustrazioni. Raramente ci vengono staccate le comunicazioni, per fortuna dopo tornerà tutto alla normalità. Abbiamo delle conoscenze che riparano i ripetitori, fungendo da elettricisti per noi.

Tra le varie cose che quelli di Nuova Domino hanno fatto per metterci in difficoltà, infatti, c’è anche tagliare i fili di… Non ne ho idea, non so come funzioni un telefono, sta di fatto che pensavano di fregarci le chiamate e i messaggi. Beh, non oggi. Ci siamo arrangiati fin troppo in questi anni per non sapere come riparare un contatore, un ripetitore o come si chiama lui! Ogni tanto, però, si ricordano di rompercelo di nuovo.

Tornando a noi, che fare adesso? Le strade sono silenziose, nessun segno di vita. L’unica cosa che mi ha permesso di capire che la rivolta c’è effettivamente stata sono stati dei nuovi segni di spari e un decrescente casino da quando sono arrivato. Per non dimenticare il sangue. Quello si lava via solo con la pioggia, a volte nemmeno quella basta…

Sospiro. Quando finirà mai questa situazione?

Cerco anche di valutare cosa fare. I ragazzi erano andati allo studio medico, forse dovrei avviarmi da quella parte, così faccio capire loro che va tutto bene, che possono uscire da lì… Spero che siano riusciti a rifugiarsi… Quando Alyssa mi aveva chiamato, lei e Tom erano all’esterno dello studio e si stavano nascondendo poco lontano. Io avevo appena messo piede nel covo, ma non ci ho messo niente a ripartire a tutta velocità. Ho dovuto ricorrere anche alle ali della Blackbird per arrivare più velocemente. Certe volte vorrei non essere in grado di provare ansia e preoccupazione per gli altri, l’agitazione di Alyssa mi ha trasmesso i suoi stessi sentimenti.

Risalgo sulla moto, infilandomi di nuovo il casco. Sta cominciando a fare freddo, la giacca di pelle che mi sono messo non aiuta per nulla. Non vedo l’ora di coricarmi, è stata una giornata piuttosto pesante, ci mancava soltanto un’altra protesta… Sono stanco di dover combattere, ma mi ricordo ogni volta il perché lo sto facendo. Basta questo per farmi andare avanti.

La mia moto fa parecchio rumore quando viene accesa, complice un ottimo motore, eppure non è abbastanza per coprire un altro suono… Di un altro motore…

Mi guardo intorno. Il buio non mi permette di vedere molto, ma sono certo di aver visto qualcosa correre nell’oscurità. Una moto, una macchina? Non lo so, ma potrebbe essere qualsiasi cosa. Mi lancio all’inseguimento, cercando di aiutarmi ad identificare il veicolo con i fari della mia moto. Niente, va troppo veloce.

“Dai, questo è tutto quello che sai fare?!” mi dico, ruotando ancora il polso e cercando di accelerare. Devo raggiungere chiunque sia alla guida, voglio essere sicuro che non sia qualcuno che possa fare del male ai miei amici. O a chiunque altro.

Raggiungiamo una zona poco più illuminata e riconosco il veicolo. È una macchina e da quel poco che vedo sembra essere anche una di quelle della polizia. Proveniva da… La stessa strada dove si è consumata la protesta… Sto temendo il peggio…

“Coraggio, forza!” dico, incitando la Blackbird ad andare ancora più veloce. Ormai sembra essere al limite. Non importa, ho bisogno di sapere.

La mia mente è talmente offuscata che i miei riflessi non captano più i movimenti dell’auto. Credevo di essere distante, invece una spinta laterale mi smentisce. Mi sento sbalzare via dalla moto e impattare sull’asfalto, ma non prima di riconoscere il viso di chi stava guidando attraverso uno degli specchietti… Alyssa.

 

Allen’s POV

“Ma che-”

Alyssa perde momentaneamente il controllo dell’auto, sbandando leggermente ma mantenendo la tenuta sulla strada.

“Cosa diavolo è stato?!” chiede allarmato Tom. Le pupille verdi di Alyssa si spalancano all’improvviso dopo averle puntate sullo specchietto retrovisore alla sua sinistra. Lo sterzo si gira a destra e noi ci ritroviamo ad essere spinti dall’altra parte. Un’inversione di marcia molto brusca.

“Si può sapere che cazzo ti pren…” inizia a domandare Tom, rimanendo di sasso per quello che vede davanti. Mi sporgo, un po’ intontito, e noto anche io… Quella moto a terra è la Blackbird… Crow…

In un attimo, dopo aver frenato bruscamente, Alyssa si fionda fuori dalla macchina e corre verso di lui. Esco anche io, così che io possa giudicare l’entità dei danni, in particolare per assicurarmi che non si sia fatto troppo male. Da quello che vedo, però, la situazione sembra seria: Crow si regge lo stomaco, urlando dal dolore e incapace di muoversi. Merda… Spero che non si sia spappolato la milza perché io non sono affatto pronto ad eseguire il mio primo intervento chirurgico!

“Crow, cazzo!” esclama Alyssa, in preda all’ansia e con le lacrime agli occhi, sollevandogli il busto.

“No, ferma!” le dico io. “Non toccare niente!”

Accidenti, che pensava di fare?! Se si fosse rotto anche la schiena? Non era affatto un incidente da niente, quello! Ok, che fare? Lui è a terra, sofferente, ho Alyssa che non fa altro che piangere e chiedere scusa a Crow, gli altri rimangono attorno a me in tensione per lui…

“Amico, dove ti fa male?” gli domando, approfittandone del suo stato cosciente. Mi piego vicino a lui, vicino ad Alyssa. Che diavolo gli sarà venuto in mente per buttarsi sull’auto?!

“Ovun… que…” riesce a dire a fatica il povero motociclista con voce strozzata. Bene, non so da dove partire… Provo iniziando a tastargli l’addome e ottengo una reazione che non mi aspettavo… Inizia a ridere.

“HAHAHAHA! Scusate ragazzi, hahaha…” dice, trattenendosi dal ridere e alzandosi in piedi… come un ninja, come se nulla fosse, facendo rimanere tutti di sasso. Ditemi che non fa sul serio…

“Quindi stai bene…” commenta Ruby, esasperata ma sollevata.

“Beh, non posso dire di non essermi fatto proprio nulla, ma come potete vedere sono in piedi!” esclama lui, tornando a ridere sguaiato, trattenendosi la pancia e piegandosi in due. Tiro un sospiro di sollievo ma continuo a pensare a quello scherzo di merda… Ci ha fatto seriamente preoccupare!

“Beh, nemmeno la Blackbird ha avuto troppi danni… Niente che una mano di vernice non può aggiustare!” commenta guardando le condizioni della sua moto, che presenta vari graffi sulla fiancata che avrà strusciato sull’asfalto al momento della caduta, e sollevandola. La sua giacca presenta alcuni squarci, ma lui non sembra avere ferite.

Alyssa si alza in piedi, asciugandosi le lacrime. Cavolo, ammetto che la reazione che ha avuto è stata piuttosto triste ma perfettamente comprensibile. Era lei a guidare l’auto e se Crow si fosse fatto male sul serio non se lo sarebbe mai perdonato.

“Ora mi spieghi cosa cazzo ti è saltato in mente per scaraventarti sulla nostra auto?!” gli domanda rabbioso Tom, spintonandolo sulla spalla.

“Ehehe… Scusate, ragazzi, credevo si trattasse della polizia in borghese…” afferma, con una mano dietro la testa. “Da quando c’è la dittatura nessuno va più in giro con le auto! Poi, sapendo che stavate tornando a casa, ho avuto paura che vi potessero fermare e arrestare, perciò ho provato a guadagnare tempo! Invece eravate proprio voi!”

Mh, gli credo. Preferisco questa versione piuttosto che pensare che lui l’abbia fatto completamente a caso.

“Scusa, Crow…” esordisce Alyssa. “Sei sicuro che non ti sei fatto nulla?”

“Ehm, sono tutto dolorante sulla schiena ma per il resto sto bene!” le sorride lui. Lei gli si avvicina.

“Ne sei proprio sicuro? Nemmeno alla testa?”

“Non vedi che ho il casco?” la rassicura, togliendoselo. Lei lo osserva con sguardo pieno di stizza, poggiando poi la mano sulla sua guancia.

“Mh… In realtà c’è qualcosa che non va in te…” dice. Cosa?

“Ah, davvero? Che intendi… dire?!” domanda lui, allarmandosi nel momento in cui Alyssa allontana la mano dal viso del ragazzo per “riappoggiargliela” con un potente schiocco… In altre parole, gli dà una sberla.

“Il tuo cervello, ecco che cosa non va!” gli urla contro, facendo per gettarsi di nuovo su di lui ma venendo trattenuta da Tom e Ruby. Crow indietreggia per la botta.

“Ohi ohi…” commenta, coprendosi il punto colpito.

“Cosa hai in quella testa di merda per fare questi scherzi del cazzo?!” continua ad infierire Alyssa, arrabbiatissima. “Pensavo che ti fossi fatto malissimo!”

“Mi hai fatto più male così che con tutto l’incidente…” ridacchia lui, provocando l’ennesima reazione nella dark, che si divincola dalla presa dei suoi amici.

“Te lo sei meritato, bastardo infame! Mi hai fatto preoccupare!”

Si appresta subito a rimettersi alla guida, dirigendosi verso il sedile dell’auto, venendo però fermata dallo stesso Crow, che la blocca per il polso.

“Ehi, dai… Sei molto dolce per esserti preoccupata per me, ma tranquilla che mi hai ancora tutto intero!” continua a prenderla in giro. Alyssa fa mollare la presa a Crow con un movimento del braccio.

“Vai a farti fottere!” gli dice, sedendosi e chiudendo la portiera davanti a lui, non intenzionata a dargli ulteriore spago.

“Che dire, ha ragione!” commento io. “Sicuro che non ti sei fatto proprio niente di niente?”

“Sta anche fin troppo bene.” risponde Alyssa, arrabbiata.

“Le passerà, oggi è stata una giornata tosta per tutti noi!” la giustifica Tom. Già, lo è stata…

“Comunque, vi giuro che non è stata una mossa completamente a caso, è che le comunicazioni di qualsiasi tipo sono state disabilitate e non avevo alcun modo di contattarvi. Inoltre, qui non si vede un cazzo e vista la situazione non ho dato per scontato che foste voi…” spiega il rosso. “Tra l’altro, se proprio vogliamo dirla tutta, neanche Alyssa mi ha visto… Ma non fa nulla, cara!”

“’Cara’…” si infastidisce lei, con Ruby che, seduta al lato passeggero, la trattiene per un braccio.

“Beh, che dire… Si ritorna?” propongo io. “Sono stanco, vorrei riposare… Magari facciamo un resoconto della giornata a casa…”

“Eh no! Tu stanotte non dormirai!”

Che vorrebbe dire Crow?... Ah, dannazione, è vero! Stanotte tocca a me fare la guardia, stavolta per davvero! Ed io che volevo dimenticarmi di tutto…

“Beh, non importa, tanto per quello che ho visto oggi non sarei riuscito comunque ad addormentarmi… Ne sono certo…” rispondo.

“Sicuro di stare bene, Allen?”

“Si, Crow, solo tanti eventi messi assieme…” tronco io. Non so se sono in grado di parlarne adesso…

“D’accordo, allora ci vediamo a casa… Vero, Alyssa?”

“Sempre che io non decida di appiattirti sotto le ruote…” ribatte lei, facendo rombare il motore minacciosa.

“Devi solo prendermi!”

 

Finalmente a “casa”! Ad attenderci c’è Lucy, che ci chiede come mai ci avessimo messo più del dovuto. Attendiamo il ritorno di Jasper per raccontarglielo, ed ecco che ci aggiorniamo su tutto: in primis, la protesta e quello che abbiamo visto, poi Rodd è stato curato (ed io che in tutto quel trambusto avevo anche dimenticato di aver fatto quell’esercitazione con il dottore) e infine Crow e i suoi scherzi del cazzo (sentendo quel racconto, Jasper ha riso, dando il cinque al pel di carota e sfottendo Alyssa, con l’effetto di irritarla ancora di più). Dall’altra parte, Crow e Jasper raccontano dei loro giri di ricognizione e di quello che hanno notato. Lucy, invece, ha qualche notizia in più… Che sicuramente attira l’attenzione del capo.

“Mentre mi dirigevo qui, per qualche assurdo motivo mi sono ritrovata dei motociclisti che mi dicevano di tornare a casa per stare al sicuro dalla polizia… Normale, ho detto loro che venivo proprio da lì e che mi stavo mettendo al sicuro… Prima di andarsene, hanno detto qualcosa come… Non so, si stavano riferendo ad una certa persona che aveva consigliato loro come muoversi e ne stavano discutendo… Spero di aver capito bene quello che ho sentito…”

“Che nome hanno fatto?” domanda anche Ruby, curiosa come tutti noi altri.

“Non ne sono certa, ma c’è solo una persona qui che potrebbe chiamarsi in quel modo…” parla lei, incrociando le braccia. “Quindi… Dovrebbero aver menzionato un certo ‘Yusei’.”

 

Angolo Autrice

Hello, bitches!

Oggi ho pubblicato il capitolo un po’ tardi (complici vari impegni ^^’) e mi ritrovo a scrivere ora l’angolo autrice… Ops!

Allora, canzone di oggi è Petrified di Fort Minor (aka Mike Shinoda dei Linkin Park ^^’), che è adattissimo allo stato d’animo della povera Alyssa. Ah, Crow…

Intanto, colgo l’occasione per ringraziare i miei recensori abituali CyberNeoAvatar e Jigokuko, oltre che tutte le persone che seguono la storia ^^

Non ho molto da dire sul capitolo, è abbastanza autoesplicativo, alla fine xD Avevate riconosciuto la figura di Yusei? Eh, qualcuno si (Jigo, ti vedo u.u)!

Ci sentiamo la prossima settimana, ciauuu! ^^

  
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