Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: dramione5    27/02/2021    1 recensioni
Sono passati tre anni dalla fine della Guerra Magica. L'eroina del mondo magico viene colpita un giorno da un incantesimo di magia oscura che, come primo effetto, le fa perdere la memoria di quei tre anni e dei suoi avvenimenti più importanti tra cui la sua relazione con Draco. Chi è stato a lanciarle l'incantesimo e perché? Draco riuscirà a ricostruire il suo rapporto con Hermione?
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il respiro era affannoso, il sudore freddo le colava lungo la schiena facendola rabbrividire e gli occhi spalancati cercavano di penetrare la fitta oscurità che la circondava. Conosceva ogni singolo oggetto presente in quella stanza eppure non riusciva a scorgere il contorno nemmeno di un mobile. L'oscurità le era alleata, lo sapeva bene, ma non poteva fare a meno di sentirsi vulnerabile e terrorizzata. Ogni nervo del suo corpo era teso fino allo spasmo pronto a scattare e il cuore sembrava prossimo ad uscirle dal petto. Avanzò il più silenziosamente possibile portando avanti le mani con cautela per orientarsi e trovare la via d'uscita. Trattenne lacrime di paura e il suo respiro sempre più rumoroso consapevole che l'oscurità non l'avrebbe protetta a lungo e che un solo suono rivelatore della sua presenza le sarebbe stato fatale. Aveva appena trovato il letto a baldacchino quando un rumore di passi la fece bloccare.

<< Sanguesporco>> cantilenò piano lentamente con sinistra dolcezza la sua voce che le fece venire la pelle d'oca e la congelò di colpo con il cuore in gola. << Dove sei?>> chiese facendola tremare e pregare di non essere trovata. Il rumore dei passi di colpo cessò e passarono minuti di assoluto silenzio. Il suo corpo si irrigidì nell'agonia dell'attesa e la sua mente cominciò a immaginare tutte le cose terribili che le avrebbe fatto. Si vide morire lentamente in una pozza di sangue dopo un'agonia di ore o impazzire a causa della maledizione cruciatus. A quell'ultimo pensiero la fantasia prese il sopravvento e si immaginò al San Mungo folle con gli occhi di tutti pieni di pietà e dolore su di lei. Portò una mano alla bocca per soffocare un ansito per il panico mentre le lacrime silenziose le bagnavano il viso. Il suono dei passi tornò molto più vicino adesso facendola sobbalzare. I peli le si rizzarono sulla nuca e la bile le salì prepotentemente in gola. Era nella stanza con lei. << Esci fuori o vengo a prenderti io!>> gridò rabbiosamente la voce ora imperiosa, minacciosa che trasudava odio. Le orecchie fischiavano e la testa le pulsava mentre il panico la paralizzava e le toglieva il respiro. Ogni parte del suo corpo la spingeva a trovare una via di fuga ma non aveva più il coraggio di muoversi e rischiare di essere scoperta. "Draco! Draco! Aiutami!" ripeté il suo nome nella sua mente con disperazione, mentre stringeva con forza le coperte del baldacchino, come se il solo chiamarlo fosse sufficiente per farlo apparire accanto a lei per proteggerla. Si sentiva priva di forze e troppo debole per lottare eppure bastò pensare a lui, al suo sorriso, ai suoi baci, ai suoi occhi per reagire. Non poteva e non voleva abbandonarlo, gliel'aveva promesso e lei manteneva sempre le promesse. Impugnò la bacchetta e fece un respiro profondo. Forse c'era ancora una possibilità. Forse se fosse stata abbastanza veloce... Non c'era più tempo per pensare. Calcolò rapidamente la posizione della porta e corse contro di essa con uno scatto agendo d'impulso. Per la foga del movimento il pomello le si conficcò nelle costole e represse un lamento di dolore. In un attimo, prima che potesse aprirla, il proprio corpo vi fu schiacciato contro dal suo e urlò colta alla sprovvista dalla presa violenta e dolorosa sui suoi capelli che le fece reclinare il capo all'indietro. Sentendo l'adrenalina scorrere raggiunse velocemente con una mano il pomello e aprì la porta sbilanciando entrambi in avanti. Approfittando del suo momentaneo vantaggio con un incantesimo non verbale e un movimento rapido del polso lanciò uno schiantesimo contro il suo aggressore. Non riuscì a colpirlo ma il tempo che egli impiegò per respingere lo schiantesimo fu abbastanza per chiudersi la porta alle spalle, gettandovisi contro con il peso del suo corpo, e sigillarla con un incantesimo. Respirando a malapena, conscia che il pericolo non era stato ancora sventato, attraversò il corridoio correndo cogliendo con la coda dell'occhio il quadro di Narcissa Malfoy. Raggiunse la scala monumentale e pensò rapidamente a dove nascondersi guardandosi freneticamente intorno. Aveva appena deciso di scendere al piano inferiore quando però un urlo improvviso squarciò il silenzio facendola sussultare e mozzandole il respiro. Girò la testa di scatto con ancora il petto che si alzava e abbassava rapidamente per la paura e rimase in ascolto dimenticando la corsa di qualche attimo prima. La porta che aveva chiuso nel frattempo si spalancò con violenza ma non si mosse ormai paralizzata da quel richiamo agghiacciante e terribilmente familiare. Un orribile presentimento iniziò a serpeggiare in lei. Si guardò freneticamente attorno per trovarne la fonte mentre cercava di riconoscere la voce. Non apparteneva al suo aggressore, ne era certa perché riconobbe quel tipo di grida, raccapriccianti, intervallate a singhiozzi, disperate, piene di dolore, le stesse che una volta aveva emesso lei stessa. Qualcuno stava subendo una tortura. Le urla sempre più acute rimbombarono per tutto il Manor e le orecchie si riempirono del suono dei suoi singhiozzi sempre più striduli. Singhiozzi che, si rese conto con un brivido, conosceva fin troppo bene. Un braccio rotto e un'aureola bionda creata dai suoi capelli sul terreno umido le balenarono in mente e dimenticò come si facesse a respirare.

Si svegliò di soprassalto paralizzata, con gli occhi spalancati e i capelli incollati al collo per il sudore. Era completamente al buio e le orecchie le fischiavano. Si guardò immediatamente attorno spaventata ma quando riconobbe le tende del baldacchino illuminate dalla flebile luce lunare e il letto su cui era sdraiata si rilassò tirando un sospiro di sollievo. Era stato solo un incubo. Rilassò i muscoli e chiuse gli occhi cercando di non pensare a ciò che aveva sognato ma un urlo glieli fece riaprire di scatto facendola sobbalzare violentemente. Le urla si ripeterono interrotte solo da singhiozzi disperati e si mise a sedere con il respiro affannoso mentre il panico la soffocava e le attanagliava lo stomaco. Riconobbe immediatamente quella voce e non ebbe alcun dubbio su chi stesse gridando perché quelle urla e quei singhiozzi li aveva appena sognati. Girò il capo di scatto verso il letto di Draco per convincersi che fosse solo una delle sue tante allucinazioni, che il biondo in realtà fosse al sicuro sotto le coperte ma lo trovò vuoto. Perse la testa. Scese dal letto ignorando i brividi di freddo e si ritrovò a tremare convulsamente avendo paura per lui. Uscì dalla stanza di corsa cercando di capire dove Draco si trovasse e attraversò il corridoio a perdifiato guidata dall'intensità delle sue urla. "Sto arrivando, resisti" pensò disperatamente nella sua mente mentre si chiedeva come fosse possibile che qualcuno fosse entrato al Manor. Le urla tornarono più forti di prima, segno che era vicina a lui, e ansimando scese le scale con foga quasi scivolando avendo compreso da dove provenissero le grida. Appena scese le scale e si avvicinò al salotto però ogni suono cessò tranne un flebile sibilo che le fece venire la pelle d'oca. Distrattamente si rese conto di non aver preso nessuna arma con sé ma ormai non poteva più fermare le proprie gambe che la stavano conducendo in avanti. Trattenne il respiro e avanzò stavolta più cauta cercando di penetrare l'oscurità con lo sguardo. Fu quando quasi si convinse di aver sbagliato posto che la vide: un'ombra quasi confusa con il divano in pelle contro cui si stagliava. Si fermò di colpo e si sentì sul punto di vomitare perché ora che aveva capito era troppo tardi. L'ombra che per tutto quel tempo si era nascosta e l'aveva seguita ovunque andasse adesso era uscita allo scoperto e le si stava mostrando. Un raggio di luna illuminò fiocamente la porzione di pavimento dinanzi a lei e un senso di orrore la costrinse a fare un passo indietro. Avrebbe voluto coprirsi gli occhi e tornare in camera per nascondersi sotto le coperte ma non riuscì a muovere nemmeno un muscolo scioccata da ciò che stava vedendo. Una donna dai capelli crespi e scuri era seduta sul pavimento, le ginocchia erano raccolte al petto e dondolava avanti e indietro facendo scatti rabbiosi con la testa e ridacchiando. La testa cominciò a girarle e la bile le salì in gola nel momento in cui riconobbe l'inconfondibile matassa di capelli, l'espressione folle e la sua risata sinistra e terrificante. Un singhiozzo proruppe dall'oscurità all'improvviso facendola sobbalzare e solo allora vide il resto di ciò che si stava svolgendo davanti a lei. Bellatrix impugnava un coltello intriso di sangue e lo abbassava ripetutamente verso il basso come se... come se... Spostò ulteriormente lo sguardo e aprì la bocca in un grido muto di orrore mentre vedeva la lama conficcarsi nella gamba straziata e scorticata di Draco. Il biondo era riverso sul freddo pavimento agonizzante e quasi soffocava nel suo stesso sangue che gli imbrattava il viso e il pigiama.

A Hermione scappò un rantolo e un singhiozzo nel vederlo in quello stato e attirata da quel suono, che nel silenzio sembrò più forte del normale, la mano di Bellatrix si fermò e il suo dondolio per un attimo cessò. I suoi occhi neri, spiritati si posarono su di lei lentamente guardandola vorace come se avessero potuto succhiarle via l'anima ed Hermione sostenne il suo sguardo con le labbra socchiuse, congelata sul posto rigida e tesa con le braccia lungo i fianchi, le mani serrate a pugno. Le due si fissarono per un po', poi Bellatrix scoppiò in una risata rauca e stridula che la fece sussultare. << Draco, caro, abbiamo compagnia>> gli sussurrò confidenziale strisciando su di lui e avvicinando il viso al suo sorridendo esaltata. Conficcò la lama sul suo fianco facendolo urlare quando lui cercò di allontanare il viso da quello della zia. << La sanguesporco si unisce a noi>> lo informò e Draco spalancò gli occhi provando a muoversi e ad opporsi alla cieca singhiozzando e muovendo la testa a destra e sinistra. Bellatrix gli diede un malrovescio che lo fece urlare. << Quante volte ti ho detto che noi non ci mischiamo con questa feccia, eh Draco?>> gridò fuori di sé dandogli un altro malrovescio. La vide alzare nuovamente il braccio per affondare la lama sul suo petto e il panico che prima l'aveva paralizzata le diede l'adrenalina per reagire. Scattò senza pensare e si gettò sopra di lui facendogli da scudo con il suo corpo. Il colpo non tardò ad arrivare. Il coltello si conficcò sulla sua schiena e urlò accecata dal dolore cercando di aggrapparsi alle lastre di marmo del pavimento per sopportarlo. << Togliti di mezzo!>> le gridò Bellatrix ma Hermione non si mosse mentre le lacrime di dolore e paura le bagnavano il viso.

<< Scappa>> le sussurrò Draco facendo uno sforzo immane per stringerle il braccio. Hermione trovò il coraggio di guardarlo in viso e notò la strana angolatura della spalla. Troppo concentrata su di lui non si accorse dello schiantesimo che Bellatrix le lanciò e prima di potersi spostare per evitarlo si ritrovò sbalzata violentemente qualche metro più avanti. Battè la testa e scivolò con un tonfo e un gemito di dolore che rimbombò per tutto il Manor. Si portò la mano alla testa che pulsava dolorosamente e cercò di mettere a fuoco la stanza. Ignorando la fitta riportò lo sguardo immediatamente verso Draco e lo trovò a malapena in piedi tenuto in equilibrio dalla violenta presa sui suoi capelli di Bellatrix in piedi dietro di lui. La zia scuoteva la testa scontenta di qualcosa e a quel gesto Hermione tremò alzandosi con fatica.

<< Sei sempre stato debole, debole come tuo padre>> commentò con una voce che trasudava disgusto strattonando i suoi capelli. Draco non reagiva più con gli occhi socchiusi e il viso tumefatto. << Hai macchiato l'onore della nostra famiglia e per cosa poi?>> continuò ed Hermione poté scorgere una lieve sfumatura di tristezza. << Per questa Sanguesporco che non è degna di respirare la nostra aria!>> riprese a urlargli contro strattonandolo un'altra volta e sputando a terra. Era nuovamente furiosa, spaventosamente fuori di sé e la riccia si sentì morire quando la vide portare il coltello alla sua gola.

<< No! No!>> gridò correndo verso di loro con il labbro che le tremava e il cuore pronto a uscire dal petto. << Io scomparirò dalla sua vita, lo prometto, non mi vedrà mai più>> implorò freneticamente cercando di afferrare il coltello ma quello aderì ancora di più alla sua gola. << Uccidi me al suo posto, ti prego!>> gridò piangendo e singhiozzando violentemente.

<< A te penserò più tardi>> le promise con un ghigno e una luce sinistra negli occhi. << Ma prima devo occuparmi di ciò che è contaminato>> continuò guardando il nipote. << Per la famiglia>> gli sussurrò all'orecchio e gli baciò la guancia. Hermione si gettò contro di loro ma il movimento del suo polso fu più veloce e gli tagliò la gola con il coltello. Gettò il corpo privo di vita ai suoi piedi.<< Che spreco>> commentò incolore scuotendo la testa.

<< No!>> gridò Hermione scioccata. Le gambe non la ressero e cadde in ginocchio accanto a lui. Le lacrime le appannarono la vista e non riuscì a respirare sopraffatta dai singhiozzi mentre alla cieca passava le mani sul suo corpo macchiandosele del suo sangue. << Draco, ti prego!>> urlò mentre lo scuoteva per le spalle e fissava i suoi occhi spenti e spalancati. Si piegò su se stessa dilaniata dal vuoto e dal dolore insopportabile al petto. Tremava e singhiozzava convulsamente, poteva sentire la magia scorrere in lei, saturare l'aria. Una risata proruppe dalle labbra di Bellatrix ed Hermione si ritrovò a fissare il vuoto ancora scossa da violenti tremiti e pervasa da un sentimento diverso dal dolore che la stava portando alla follia. Odio, odio viscerale. Nella sua vita non aveva odiato mai nessuno tranne Voldemort e adesso Bellatrix poteva essere felice di avere anche in questo un posto accanto a lui. Come se qualcuno avesse tirato i fili si alzò in piedi lentamente fuori di sé non capendo più nulla, la magia era pronta per esplodere e con soddisfazione notò il suo sorriso incrinarsi. Distese il braccio destro davanti a sé come se stesse impugnando la bacchetta e senza esitare sibilò: << Crucio>>. Accadde però qualcosa di inaspettato. L'incantesimo le si ritorse contro investendola completamente. Senza sapere come si ritrovò distesa sul pavimento di marmo a contorcersi e a urlare per il dolore che non risparmiava nessuna parte del suo corpo come se tanti minuscoli coltelli la colpissero ovunque contemporaneamente. Un corpo le si sdraiò sopra e urlò se possibile ancora più forte per la paura mentre sentiva mischiarsi la risata di Bellatrix e il suo nome gridato dai suoi amici. Qualcuno le strattonò le spalle e le prese il viso tra le mani. Mosse alla cieca le mani per allontanare chiunque la stesse toccando e socchiuse gli occhi con difficoltà per capire cosa le volesse fare Bellatrix. Quando però vide chi c'era sopra di lei la maledizione cessò insieme al dolore. Un silenzio assoluto aleggiò nel salotto. Draco la sovrastava con il suo corpo, il suo viso era sconvolto e gli occhi erano gonfi di pianto ma era vivo, senza nessuna ferita a deturpargli il viso. Che allucinazione era mai questa? Bellatrix era riuscita a farla impazzire? Scoppiò a piangere portando le braccia davanti agli occhi per proteggersi sapendo in cuor suo che tutto ciò non era reale, che era morto. Draco, o l'allucinazione di Draco, le fece sollevare il busto con delicatezza e le pose il capo sul suo petto mentre le accarezzava i capelli. Continuò a piangere soffocando le urla, riprendendo a tremare e quando delle macchie nere le apparvero davanti, segno che avrebbe perso conoscenza, si aggrappò al pallido fantasma di Draco non volendo lasciarlo. Presto però tutto divenne buio.

Draco rimase fermo in ginocchio con Hermione svenuta tra le braccia e non ebbe bisogno di alzare la testa per sapere che anche Harry e Ron dovevano avere la sua stessa espressione scioccata.

<< È ferita!>> gridò Ron pallido in volto e apprensivo rompendo il silenzio facendoli tutti sussultare e inginocchiandosi immediatamente accanto al biondo esaminando la schiena di lei. Draco la strinse maggiormente contro il suo petto per permettere ai Grifondoro di esaminarle la schiena. << Sembra la ferita di una pugnalata>> sussurrò sgomento e scuro in volto ad Harry che aveva seguito l'amico.

<< Come... come è possibile?>> chiese Draco tremante, perso e ancora scioccato mentre osservava anche lui la ferita con orrore. << Non è entrato nessuno al Manor, lo saprei>>

<< Nessuno le ha procurato questa ferita, ha fatto tutto da sola>> comprese Harry cui tremò la voce. A tutti fu chiaro a cosa si riferisse.

<< Ma che razza di incantesimo può fare una cosa del genere?>> chiese Ron sempre più spaesato, frustrato e angosciato per non aver potuto ancora fare nulla contro di esso.

<< Vorrei saperlo anch'io, non ho mai visto nè studiato niente di simile>> rispose Harry preoccupato.

<< Un problema alla volta. Per adesso occupiamoci di Hermione, al resto penseremo dopo>> intervenne Draco risoluto provando ad ostentare sicurezza e controllo mettendo fine al loro dialogo e attirando i loro sguardi su di sé. Nessuno dei due Grifondoro ebbe qualcosa da ridire. << Portatela di sopra e prendevi cura di lei, io vi farò portare le pozioni curative>> continuò senza dare modo loro di replicare porgendo con cura e delicatezza il corpo privo di sensi di Hermione. Un tremore improvviso del labbro però incrinò la sua maschera di controllo e Harry che prese in braccio Hermione vide chiaramente un uomo distrutto.

<< La porto io in camera, così rassicuro anche Ginny>> disse Harry non volendo che il biondo rimanesse solo sapendo che sarebbe presto crollato. Ron non si oppose anche lui ancora sconvolto.

Harry salì in fretta le scale e si avvicinò alla porta della camera in cui Ginny si era chiusa per proteggere il bambino.

<< Ginny>> la chiamò con calma per non allarmarla. << Sono io, apri>> le disse dietro la porta. Udì la sua voce sbloccare con un incantesimo la porta e aprirla immediatamente. Il volto era pallido e teso ma allo stesso tempo combattivo e in mano stringeva la bacchetta sulla difensiva. << Stiamo tutti bene, non c'è stato nessun attacco. Il Manor è sempre stato al sicuro>> la rassicurò portando una mano sulla sua per farle abbassare la bacchetta per poi spostarla sul suo viso accarezzandolo. Ginny sembrò quasi afflosciarsi mentre si appoggiava allo stipite della porta chiudendo gli occhi per un attimo per il sollievo. Tremò leggermente scaricando l'adrenalina e la paura che aveva avuto per l'incolumità di suo figlio e suo marito.

<< Che cosa è successo?>> chiese Ginny con un filo di voce tremante guardando Hermione svenuta tra le sue braccia.

<< È stato come quando siamo stati catturati dai Ghermidori e portati qui>> le rispose Harry visibilmente scosso con gli occhi lucidi e il labbro che tremava. Ginny gli accarezzò una guancia apprensiva e stava per chiedergli maggiori spiegazioni quando entrambi notarono che Hermione stava riprendendo conoscenza. Decisero con un solo sguardo di rimandare la discussione. << È ferita, vado a curarla>> le comunicò Harry iniziando a voltarsi.

<< Aspetta, lasciala a me, la curo io>> gli disse Ginny ed Harry annuì portando l'amica in camera sua e posandola sul suo letto. Le pozioni erano già pronte sul comodino. << Vi raggiungo dopo>> promise la rossa accarezzandogli ancora una volta il viso comprensiva prima che il marito tornasse da Ron al piano di sotto. Nel frattempo Hermione si era svegliata e si guardava attorno con agitazione e ansimante per il dolore. << Hermione>> la chiamò Ginny avvicinandosi piano a lei per non allarmarla. << Mi riconosci?>> le chiese con dolcezza quando la riccia la fissò a lungo studiandola e solo nel momento in cui Hermione annuì si sedette sul bordo del letto accanto a lei. << Sei ferita e ti devo curare, ti posso toccare?>> le chiese con delicatezza non volendo forzarla rendendosi conto dello stato instabile in cui versava. Hermione si rilassò leggermente e annuì. Ginny la fece mettere a sedere sul letto e le tirò su il pigiama in modo da scoprire la ferita sulla schiena. Hermione non si oppose assecondandola mentre fissava il vuoto assente, cosa che non sfuggì agli occhi attenti dell'amica sempre più preoccupata. La rossa le risanò la ferita con il dittamo, pulì via il sangue e la fasciò in rigoroso silenzio. Appena finì l'abbracciò ma la riccia non ricambiò l'abbraccio mantenendo la stessa espressione di prima. << Va tutto bene>> le sussurrò Ginny per cercare di rassicurarla ma la reazione fu del tutto inaspettata. Hermione scoppiò a piangere singhiozzando violentemente e tremando visibilmente mentre si piegava su se stessa. Ginny l'abbracciò ancora più stretta e la fece sdraiare con delicatezza. Si sdraiò accanto a lei portandole la testa sulla sua spalla ed Hermione si aggrappò alle sue braccia. << Cos'è successo, Hermione?>> le chiese. << Puoi dirmi qualunque cosa, lo sai>> continuò mentre le accarezzava i capelli. La riccia si sentì al sicuro tra le sue braccia e non disse nulla non riuscendo a smettere di piangere.

<< Ginny>> la chiamò Hermione quasi senza voce disperata tra i singhiozzi sentendosi alla deriva.

<< Sono qui>> le rispose con calma stringendola a sé e attendendo pazientemente che si calmasse ma il suo pianto non accennava a finire.

<< Dr... Draco>> esalò solamente ancora più tremante quando pronunciò il suo nome.

<< È stato Malfoy a farti questo?>> le chiese Ginny irrigidendosi incredula ma Hermione scosse velocemente la testa.

<< Lui... lui è...>> esordì interrotta da un singhiozzo. << è morto>> finì, il pianto si fece ancora più disperato e Ginny intuì cosa doveva essere successo. Le prese immediatamente il viso tra le mani per guardarla negli occhi.

<< Hermione, tu ti fidi di me?>> le chiese e in risposta la vide annuire. << Malfoy non è morto, credimi>> cercò di rassicurarla ma la riccia scosse la testa.

<< Non è possibile, io l'ho visto morire, ho sentito le sue urla>> rispose quasi afona e con la voce roca.

<< Non era reale>> le rispose con quanta più delicatezza possibile provando a farla ragionare. << Se Malfoy avesse davvero urlato non credi che Harry e Ron si sarebbero subito precipitati per capire cosa stesse succedendo?>> le chiese ed Hermione non poté che darle ragione.

<< Allora è vivo?>> chiese la riccia quasi non riuscendo a crederci volendo ancora una volta una conferma e quando la ricevette l'abbracciò piangendo stavolta di sollievo e felicità.

<< Lo faccio salire da te?>> le chiese Ginny ma la risposta di Hermione la spiazzò.

<< No, ho bisogno di stare da sola>> rispose esausta staccandosi dall'abbraccio e rabbuiandosi mentre poggiava la testa sul cuscino. Ginny la guardò per niente convinta vedendola rannicchiarsi su se stessa distrutta con la mente che visibilmente stava elaborando e analizzando ciò che le era successo. Rimuginare non le avrebbe fatto bene, lo sapeva, ma non la volle forzare oltre. Si limitò a coprirla con le coperte e uscì dalla stanza.

Scese le scale e la scena che vide davanti a sé non fu migliore della precedente. La prima cosa che vide fu il fratello in piedi al centro del salotto con gli occhi gonfi di pianto. Gli andò incontro e l'abbracciò venendo prontamente ricambiata. << Come sta?>> le chiese Ron immediatamente.

<< L'ho curata, la ferita non era grave ma è distrutta. Che cosa è successo?>> gli chiese sempre più preoccupata.

<< È stata torturata con la maledizione cruciatus>> le spiegò con voce malferma guardandola negli occhi.

<< Chi? Chi è stato?>> chiese Ginny sconvolta.

<< È questo il punto, nessuno>> le rispose facendole rizzare i peli sulla nuca.

<< È stata lei>> concluse sgomenta ottenendo solo un cenno di assenso come risposta.

<< È stato terribile, Ginny. Ho provato a fermare la maledizione ma qualsiasi cosa io facessi era inutile. Mi è sembrato di rivivere quel giorno>> si sfogò coprendosi il viso con le mani. Ginny l'abbracciò ancora una volta potendo solo immaginare come avessero vissuto un'esperienza del genere e a quel pensiero si rese conto di aver dimenticato il vero testimone di quell'orrore. Si girò verso il divano e fu lì che lo vide, rannicchiato in un angolo come se avesse voluto scomparire mentre Harry provava a convincerlo a bere un bicchiere d'acqua. Ginny si staccò da Ron e si avvicinò a loro palesando la sua presenza.

<< Come sta Hermione?>> le chiese Harry apprensivo e nell'udire quelle parole Draco alzò la testa e la guardò con gli occhi e le labbra arrossate per il pianto e il viso se possibile ancora più pallido del normale.

<< L'ho curata, la ferita non era grave>> si limitò a ripetere per poi posare gli occhi su Draco. << Vai da lei, Malfoy, ha bisogno di te>> gli disse ma lui scosse la testa.

<< Per stanotte ho fatto abbastanza>> commentò con voce rauca. << È meglio che vada Weasley da lei>>

<< Merlino, che cos'è che avresti fatto?>> gli chiese trattenendosi dallo sbuffare per la loro testardaggine.

<< Mi sembra abbastanza chiaro cos'abbia visto>> rispose e gli sfuggì un singhiozzo. << E perché no? Chi ti dice che non abbia visto me puntarle contro la bacchetta per torturarla invece della mia cara zia? Ho visto come mi ha guardato, ho visto le sue lacrime. Sono stato un Mangiamorte dopotutto, la cosa non dovrebbe poi così tanto sorprendermi>> continuò con voce incredibilmente ferma e sarebbe sembrato distaccato da tutto questo se non fosse stato per le lacrime che gli solcavano il viso. Ginny ammorbidì lo sguardo e si sedette accanto a lui.

<< Io non posso sapere cosa avete visto>> iniziò con calma vedendolo osservare il vuoto come aveva fatto Hermione poco prima. << Ma so cosa lei ha visto e ti assicuro che non puoi essere più in errore di così>> continuò riuscendo ad attirare la loro attenzione.

<< Cos'ha visto?>> le chiese Ron impaziente di capire cosa stesse succedendo.

<< Non ti ha visto torturarla, Malfoy>> riprese a parlare rivolgendosi al biondo che la fissava con il fiato sospeso. << Ti ha visto morto>> rivelò e Draco spalancò gli occhi socchiudendo le labbra. << L'ho rassicurata su questo ma è comunque distrutta e la conosco abbastanza per poter dire che ha bisogno di te anche se non l'ammetterà mai>>

Sollievo, dolore e dubbio passarono sul viso del Serpeverde mentre lo sguardo si posava sui due Grifondoro chiedendosi se non fosse il caso che fossero loro a consolarla ma Ron parlò e rispose alla sua muta domanda. Quella notte il rosso aveva visto nel biondo se stesso, un amante distrutto dal dolore, e per la prima volta si convinse che l'amava davvero. Non aveva mai visto quel suo aspetto così fragile, sul punto di rompersi, non l'aveva mai visto piangere a quel modo, come può fare solo un uomo innamorato.

<< La tua sola presenza ha avuto successo dove i nostri incantesimi e tentativi di mettere fine alla maledizione hanno fallito. Hermione in questo momento ha bisogno della persona che ama e che la ama. Vai da lei, Malfoy>> lo esortò stupendo tutti.

Draco si alzò dal divano e dopo un cenno del capo in segno di gratitudine si avviò verso le scale salendo al piano superiore. Aprì piano la porta della stanza di Hermione e la richiuse con delicatezza non volendo provocare nessun rumore brusco. Osservò il letto e riuscì a individuare la presenza di Hermione solo dal rigonfiamento sotto le coperte sotto cui era totalmente immersa. Si avvicinò al letto e dal modo in cui lei respirava capì che era sveglia. Scostò con delicatezza le coperte e si sdraiò sul lato vuoto accanto al suo. Osservò per un attimo il punto in cui un suo ricciolo usciva dal suo nascondiglio improvvisato e Draco capì di cosa avesse bisogno. Con lentezza avanzò verso di lei e l'abbracciò stretta provocandole un sussulto facendo aderire il suo petto alla schiena di lei. Dopo qualche attimo sentì le mani di lei toccare con prudenza le sue braccia per riconoscerlo o per essere sicura che lui fosse davvero lì e Draco tuffò il viso sotto le coperte poggiando il viso contro la sua spalla. Hermione di colpo gli fece staccare le braccia dalla sua vita e Draco di conseguenza allontanò il corpo dal suo mettendo fine all'abbraccio ferito, deluso da se stesso per non averla capita ma tutti i suoi pensieri e le sue preoccupazioni vennero messe a tacere dalla riccia. La Grifondoro uscì la testa dal suo nascondiglio, si girò verso di lui in modo da essergli di fronte e lo abbracciò stretto affondando e nascondendo il viso nel suo petto. Draco ricambiò l'abbraccio con il cuore che batteva impazzito e la riccia allontanò di poco il viso dal suo petto per guardarlo in viso, per assicurarsi che stesse bene, che fosse senza un graffio. Gli accarezzò il volto e i capelli, mentre il biondo faceva lo stesso, non potendo credere di poterlo ancora toccare. Gli allacciò le braccia al collo e affondò il viso nei suoi capelli ancora tremante. Il biondo la strinse a sé con forza togliendole il respiro lasciandole dei teneri baci sulla mascella e accarezzandole i capelli. Hermione spostò la testa in modo da guardarlo in viso e lo baciò con lentezza e dolcezza trovando le sue labbra salate e trattenendosi dal piangere al pensiero di come l'aveva visto ridotto. Draco portò entrambe le mani sulle sue guance e le schiuse le labbra approfondendo il bacio fremendo quando la sentì rispondere con altrettanto ardore e passione riversandogli tutto il dolore e la paura che aveva avuto per lui. Si staccarono per riprendere fiato e Draco le baciò il viso tenendola stretta contro il suo petto. Quando però la sentì irrigidirsi si staccò dalla sua guancia e la guardò vedendo i suoi occhi spostarsi per la stanza come se temesse di vedere qualcuno. Draco comprese subito di cosa avesse paura così le fece posare la testa sul suo petto e tirò su le coperte nascondendo entrambi. La sentì rilassarsi e si sdraiò su di lei per farla sentire protetta dal suo corpo e riprese a baciarla con dolcezza per portarla via da tutto l'orrore che aveva vissuto e che era ancora vivido in lei.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: dramione5