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Autore: Lloyd Garu    27/02/2021    1 recensioni
"Mello, non deludermi"
L'uomo alzò lo sguardo con un sorriso beffardo, rammentando quelle parole di tanto tempo fa.
"Prova a rimanere deluso ora, L!"
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Quindi saresti tu L?”. Chiese una piccola figura alla porta.
Il miglior detective al mondo ruotò con una certa calma la sua sedia girevole, in modo da vedere l’intruso. Era un ragazzino non particolarmente alto, dai lunghi capelli color grano ed occhi glaciali, vestito con una specie di pigiama completamente di nero. L non si scompose minimamente alla sua vista, rimanendo seduto sui piedi scalzi.
“Chi sei?”. Chiese con voce apatica.
Il ragazzino non rispose subito, quasi a volerlo sfidare, ma la pressione dello sguardo dell’uomo lo fece presto desistere, mai prima d’ora aveva incrociato degli occhi tanto crudi e persuasivi:
“Sai già il mio nome, sai già chi sono.”. Commentò, seccato dall’esser stato messo in disagio, lui che si era illuso di poter discutere da pari.
L continuò a guardarlo con fare sufficiente, mentre prendeva in mano una barretta al cioccolato: “Mi piacerebbe che fossi tu a dirmelo.”. Commentò tra un morso e l’altro.
“V-vorresti che io ti parlassi?”. Chiese il bambino, i cui occhi erano ora colmi di gioia e speranza, avvicinandosi di qualche passo al detective: “Mi chiamo Mello, sono un bambino dell’orfanotrofio di Wammy’s House.”.
“Mi hai sorpreso Mello, difficilmente mi sarei aspettato che uno di voi riuscisse a penetrare fin qui, sei degno delle attenzioni che ti sto dando.”. Si congratulò l’altro, mentre riponeva la carta del cioccolato.
“Davvero ti sei interessato a me?”. Chiese piacevolmente sorpreso il biondo, avvicinandosi ancora di più, ora c’erano solo due metri tra lui ed L.
“Sei pur sempre il secondo ragazzo più talentoso della Wammy’s House, dopotutto.”. Rispose per nulla entusiasta, per poi aggiungere: “Anzi, forse il primo.”.
A quelle parole il cuore di Mello provò una nuova sensazione, si sentì improvvisamente al caldo, nonostante sia la stanza che il suo padrone fossero abbastanza freddi, e soddisfatto. La persona che più glorificava ed ammirava, fino ad allora ritenuta quasi una figura mitica ed eroica, si stava congratulando con lui, quando nessuno lo aveva mai fatto, fatta eccezione per il suo amico Matt. Aveva persino detto che poteva essere il numero uno dell’orfanotrofio, spodestare il tanto detestato Near e diventare il futuro L.
“Ma stai attento Mello, il desiderio di potere che hai potrebbe renderti ciò che odi di più. Mi hanno raccontato anche dei tuoi brutti atteggiamenti verso Near.”. Aggiunse L, tornando a guardare il computer posto alle sue spalle: “Non farti bruciare dal desiderio di superarlo.”.
Il ragazzo fece altri quattro passi, avvicinandosi ulteriormente al detective, il quale alzò lo sguardo abbastanza stupito.
“Near ti ha già incontrato?”. Domandò infastidito Mello.
“No.”. Rispose sereno L: “Non sono sicuro che la cosa gli interessi troppo.”.
Il biondo non sembrò troppo d’accordo: “Anche lui riuscirà di certo a trovarti, spero che tu non gli dia false speranze.”. E fece per andarsene, ma venne fermato dalla voce del detective.
“Anche tu non dovresti farti false speranze Mello, non ho ancora scelto nessuno come mio erede, né tu né Near né nessun altro.”. Commentò, girandosi verso il ragazzo, senza sbilanciarsi. Allungò poi una delle sue barrette di cioccolato, facendogli segno di tenersela.
Mello sorrise entusiasta. Afferrò il dolce in modo da non rovinarlo minimamente e si incamminò verso la porta, voltandosi una volta arrivatovi: “Quando ci rivedremo sarà  il giorno in cui tu mi sceglierei per diventare L.”. L si limitò ad un: “Arrivederci Mello, non deludermi.”. Il ragazzino uscì dalla stanza, guardando quello strano uomo per l’ultima volta.
Mentre usciva dal palazzo, evitandone tutti i sitemi di sicurezza come aveva fatto all’andata, Mello pensò che se L era l’unica persona che lo aveva veramente apprezzato, allora lo avrebbe sempre protetto. Non importava come, non importava quando, ma il nome di L sarebbe stato sempre al sicuro finché lui sarebbe vissuto. Inoltre quella barretta al cioccolato sembrava molto buona. La scartò e l’addentò avidamente. Era davvero squisita.

 

 

 

Aveva preso proprio una bella botta. L’airbag non aveva potuto fare molto, ma perlomeno gli stava permettendo di pensare nei suoi ultimi secondi di vita. Era stato quell’invasato bastardo di Mikami, aveva usato il Death Note per ucciderlo, proprio come aveva previsto. Mello si sforzò di sorridere con le sue ultime forze, assumendo quasi una smorfia di follia. Alla fine era stato lui a sacrificarsi, ancora una volta, per risolvere le cose e far trionfare Near. Aveva abbandonato la Wammy’s House per trovare Kira, avendo ormai intuito che Roger avrebbe scelto quello stupido albino come nuovo L. Si era unito alla mafia, l’aveva conquistata sporcandosi le mani, riuscendo finalmente a sfidare Kira a viso aperto ed arrivando ad ingannare persino gli Shinigami. Aveva ucciso e fatto prosperare il crimine per raggiungere quello scopo, ed ora si stava anche facendo ammazzare.  Tutto per vendicare la morte di quello strano individuo che gli aveva regalato la sua prima barretta di cioccolato. Dannato Near, lui sarebbe sopravvissuto ed avrebbe preso quel nome. A quanto pare doveva proprio finire così, più tentava di sovvertire il destino e più quello si faceva crudele.
“Vedi almeno di catturare quel pazzo, Near!”. Pensò beffardo il biondo, per poi tentare di sollevare lo sguardo verso l’alto, riuscendoci a malapena: “Allora L? Penso che dopo questo non potrai proprio rimanere deluso! Mi dispiace non riuscire a rivederti, ma credo propio che il mio posto d’ora in avanti sarà l’inferno.”.
Un attimo dopo il cuore smise di battere ed il viso dell’uomo cadde privo di vita sul volante del camion.

   
 
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