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Autore: Animer_otaku    27/02/2021    1 recensioni
“Credevo che una principessa potesse andare ovunque.”
“Non questa principessa.”
[possibile Inukag]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kagome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer:‌ ‌Questi‌ ‌personaggi‌ ‌non‌ ‌mi‌ ‌appartengono,‌ ‌ma‌ ‌sono‌ ‌proprietà‌ ‌di‌ ‌Rumiko‌ ‌Takahashi;‌ ‌questa‌ ‌storia‌ ‌è‌ ‌stata‌ ‌scritta‌ ‌senza‌ ‌alcuno‌ ‌scopo‌ ‌di‌ ‌lucro.‌





Nonostante la ridarola, gli scherzi e tutto il cibo con cui si erano ingozzate, verso le tre del mattino erano crollate. Eri, Yuka e Ayumi dormivano profondamente nei sacchi a pelo stesi a terra. Eri aveva spalmato la mano sulla faccia di Yuka e Yuka teneva braccia e gambe allargate a mo’ di stella occupando posto per due. Ayumi -rimasta la più sobria anche quella sera- era l’unica delle tre a dormire tranquillamente nel suo s
acco a pelo. L’ulteriore coperta che si erano prese da condividere era finita per terra e non copriva più nessuno.

I due occhi castani le fissarono brevemente. "Non hanno questi problemi."

Kagome si rigirò ancora una volta nel suo letto e fissò la parete nella penombra della sua camera, dando le spalle alle amiche addormentate.


«Un film?»

«Ovvio! Che pigiama party è senza un buon film!» Yuka sventolò con foga la custodia di un film, eccitatissima. Kagome riuscì a malapena a mettere a fuoco qualche figura a disegni animati sul DVD. «Abbiamo preso Aladdin, era il mio cartone preferito quand’ero piccola! Un classico!»

Anche Eri e Ayumi giunsero le mani in adorazione.

«Oh, è bellissimo, Kagome!»

«Non sai cosa ti sei persa a non averlo mai visto!»


«Beh, se proprio ci tenete...»


Eri e Yuka avevano cantato a squarciagola sulle canzoni e Ayumi aveva fatto gli occhietti a cuore su tutte le scene di coppia. Kagome aveva preferito seguire in silenzio e tranquillità la storia, prima di quella volta non aveva mai visto quel film. E quando alcune scene in particolare erano passate sullo schermo della piccola TV che avevano portato in camera sua, non aveva più potuto distrarsi, gli occhi che seguivano attentamente i personaggi e le vicende e le amiche -quando non passavano il loro tempo a commentare le singole scene- tutte compiaciute di aver scelto il film giusto. Le era dispiaciuto quando era finito, quel film l’aveva davvero colpita.

Perché sembrava la sua storia.

 

<< Non sono mai neppure uscita dalle mura di questo palazzo! >>

<< Ma Jasmine, tu sei una principessa… >>

<< Beh, allora forse non voglio più essere una principessa! >>

 

<< Gente che ti dice dove devi andare, come ti devi vestire… Senza mai poter fare le tue scelte, ti senti così… in trappola ...>>

 

<< Non ti andrebbe di fare un giro con me? Potremmo uscire dal palazzo... Vedere il mondo… >>

 


Al solo ripensare alla storia, Kagome sentì il cuore appesantirsi nel petto.

Una principessa che il padre non lasciava uscire da palazzo. Una ragazza che la madre non lasciava viaggiare nel tempo.
 

§
 

«Mi dispiace, Kagome. Ma non posso lasciarti tornare là.» Erano sedute al tavolo della cucina. Nonostante tutti gli avvenimenti di quel giorno, Sota e il nonno erano già a dormire. E soltanto sua madre la fissava con occhi di apprensione e tristezza. «Ti credo quando ci dici che hai viaggiato nel tempo fino all’epoca Sengoku. E proprio per questo non posso lasciarti tornare in un posto del genere.»

«Lo so mamma, è pericoloso! Anch'io ho rischiato di morire tra Joro e Yura! Ma io voglio tornarci!» Kagome contrasse i pugni e dovette stringere i denti per darsi una calmata.

Il pozzo era stato sigillato con nuove pergamene, la porta del tempietto chiusa a chiave. Inuyasha non aveva ancora fatto la sua comparsa nell'epoca moderna; o per un po' aveva desistito da andarla a prendere per tornare alla ricerca dei frammenti, oppure questa volta le pergamene avevano funzionato. E Kagome aveva la brutta sensazione che sua madre avesse chiesto a Sota di tenerla d’occhio quando lei non era a casa con loro, per impedirle di avvicinarsi al tempio.

E non poteva non riconoscere le ragioni che avevano spinto sua madre ad agire così. Entrambe le volte in cui era riuscita a tornare nell’epoca moderna aveva riabbracciato con forza la sua famiglia. Tra la sorpresa attonita del suo primo arrivo nell’epoca Sengoku, il millepiedi Joro e la comparsa di Yura, per qualche terribile istante aveva davvero pensato di non riuscire a rivederli mai più.
Lei stessa, al suo primo ritorno, aveva tentato di dimenticare tutta quella storia. E quando aveva seguito Inuyasha all’interno del tempietto per combattere Yura non aveva davvero voluto tornare indietro nel tempo, quanto fare l'impossibile per proteggere la sua famiglia.

Ma adesso qualche ora era passata.

Si sentiva in colpa.

In fondo era stata colpa sua se la Sfera era andata in frantumi. Se l’epoca Sengoku avesse corso un nuovo pericolo per via dei demoni e degli umani malvagi che si sarebbero impossessati dei frammenti sarebbe stata soltanto colpa sua. E poi…
Era un mondo pericoloso -aveva avuto davvero paura, quando quel millepiedi l’aveva quasi uccisa e i capelli di Yura le avevano aperto ferite sulla pelle- ma affascinante.
E lei aveva appena capito di volerci tornare. «E’ colpa mia se la Sfera è andata in frantumi! Sono l’unica a poter rintracciare i vari frammenti, è compito mio riunirla!»


«Ed è mia la decisione!» Il tono si fece più duro e gli occhi di sua madre si riempirono di lacrime disperate. «Non voglio che Inuyasha un giorno si presenti al pozzo, e ci dica che sei stata uccisa da qualche demone!»

«Non morirò! Ho i poteri spirituali che ho ereditato da Kikyo, e ci sono Inuyasha e Kaede a proteggermi! Non sono più una bambina!»

«Non è un gioco, Kagome! Rischi la vita!»

«LO SO!»

Qualcuno bussò alla porta e la sorpresa fece trasalire entrambe. Quando si rese conto di avere una scusa per rimandare anche solo di un attimo l’argomento, Kagome si alzò con uno scatto da tavola e si precipitò alla porta. Gli occhi affranti di sua madre la inseguirono. «Kagome!»

Eri le saltò addosso ed entrò come una furia in casa. Più tranquille, Yuka e Ayumi la seguirono all'interno e salutarono con calma la madre dell’amica. Avevano tutte e tre uno zaino sulle spalle.

Kagome fece a malapena in tempo a riaversi dalla sorpresa che si ritrovò circondata dalle amiche. «Kagome, il tuo compleanno è stato tre giorni fa!»

«Perché non sei venuta a scuola?»

«Non ti sei fatta nemmeno sentire!»

«Beh, ecco vedete...»

«...abbiamo avuto un’idea fantastica: pigiama party per recuperare il tuo compleanno! Qui e ora!»

«Io ho pensato al cibo!
»

«Abbiamo già preso anche i sacchi a pelo!»

Le tre giunsero le mani e la fissarono con occhi supplicanti. «Allora Kagome, che ne dici?»

«Ma...»

«Mi sembra davvero un’ottima idea.» La ragazza che aveva raggiunto già due volte l’epoca Sengoku si voltò. Sua madre si era alzata dal tavolo e sorrideva alle sue amiche con condiscendenza. «In fondo non vi siete viste per tre giorni. Un pigiama party anche improvvisato andrà più che bene.»

«Grazie, signora Higurashi!» Eri, Yuka e Ayumi chinarono il capo in un breve inchino, gli occhi che brillavano dall’eccitazione.
Quando incrociò lo sguardo di sua madre, per un attimo Kagome dimenticò le amiche che la tiravano per il braccio lungo le scale che portavano in camera sua.

Le lacrime erano scomparse, ma la forza e la determinazione erano rimaste. E la tristezza, sebbene ricacciata in fondo, era sempre quella.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa per tenerla nell'epoca Sengoku, il pigiama party improvvisato di Eri, Yuka e Ayumi l'aveva soltanto aiutata. Parlarci non sarebbe servito a nulla. "Davvero, Kagome. Mi dispiace. Ma non ti lascerò tornare là."

Era la sua ultima parola.

La porta si richiuse alle sue spalle, e Kagome si ritrovò prigioniera nella sua stanza.

 

§
 

E poi c’era quel ragazzo… Kagome storse improvvisamente la bocca. Inuyasha era scemo, insensibile e maleducato, ma la incuriosiva. Non la interessava in quel senso, la interessava e basta. “Tanto figurati se mi innamorerò mai di uno così...”

Lei aveva detestato lui e lui aveva detestato lei dal primo momento, ma in fondo avrebbe potuto soltanto anche solo farle da guida in quello strano mondo. Al di là della Sfera, avrebbe anche potuto approfittarne per entrare a far parte di quell’epoca misteriosa. Le sacerdotesse in vesti bianche e rosse che sconfiggevano i demoni con arco e frecce; i paesani vestiti con gli abiti tradizionali del sedicesimo secolo; i feudi, i castelli e le corti, le famiglie nobiliari che giocavano per il potere...
L’aveva già chiamata una volta per nome, era stato un primo passo.


Doveva farsi venire qualche idea e agire d’astuzia. Forse Sota e il nonno non erano determinati come sua madre; forse, in un modo o nell'altro, sarebbe riuscita a portarli dalla sua parte. Come Jasmine era riuscita a fuggire da palazzo, anche lei ce l'avrebbe fatta.

“Io tornerò là.”
Il pugno che stringeva la coperta si contrasse. Kagome si rigirò ancora una volta nel letto e strinse gli occhi, decisa. Ignare di ogni cosa, le tre amiche nei sacchi a pelo continuarono a dormire. “Tornerò nell’epoca Sengoku.”

 

<< Mi dispiace tanto. Ma non posso restare qui e lasciare che decidano della mia vita. >>


Qualsiasi cosa avrebbe fatto la sua famiglia, sarebbe tornata.










 

Angolo autrice:
Ciao a tutti! ^-^
Mi sono sempre domandata come facesse la famiglia di Kagome a stare tranquilla davanti ai suoi continui andirivieni tra un’epoca e l’altra, fossi stata io a poter viaggiare nel tempo probabilmente mi avrebbero murata viva in casa… E così, forte della mia ossessione passione per la Disney, mentre ci pensavo un po’ su mi è tornato in mente il film di Aladdin :3 (a cui appartengono tutte le frasi che ho citato nella storia, io non ho nessun diritto su di loro!) E’ vero che al di là del parallelismo tra il What if di questa FF e il fatto che nel film Jasmine non può andare da nessuna parte non c’è molto altro in comune tra i due (a parte la ship dai, tanto lo sapevamo benissimo fin dal primo episodio che Kagome e Inuyasha sarebbero finiti assieme B)) ma intanto ho voluto concentrarmi su questa parte ;)
Vale lo stesso per il titolo che ho messo alla fanfiction: nel live-action di Aladdin (a cui appartengono il titolo e l’introduzione di questa fanfiction), Speechless cantava soprattutto la rabbia di Jasmine per le costrizioni a cui era sottoposta in quanto donna, più che il fatto che non potesse andare dove le pareva… Diciamo che a parte il fatto che non ho mai idee passabili per i titoli in questo caso mi sono voluta prendere un po’ di licenza poetica e interpretarlo come un possibile “silenziamento” della famiglia di Kagome verso di lei, senza voler sentire le sue ragioni e continuando a fare di testa propria tenendola bloccata nell’epoca moderna.
Spero che come storia non sia venuta troppo noiosa o ripetitiva, ogni volta che rileggevo le frasi mi veniva da sprofondare da quanto mi sembravano ermetiche “^^
Un bacio, a presto!! :*

Animer

   
 
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