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Autore: The_Real_W    27/02/2021    1 recensioni
1991, Eija Tarakovi scopre di essere un mago e parte sull'Espresso per Hogwarts nello stesso anno del famoso Harry Potter.
Ha inizio la sua nuova vita nel mondo della magia.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Neville Paciock, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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"Ma sei proprio sicuro?" chiese Ron. "Non so neanche quanto è profonda la buca"

Harry non lo ascoltò e si calò attraverso l'imboccatura, fino a quando non rimase appeso solo per le punte delle dita. "Se mi succede qualcosa, non venitemi dietro. Andate dritti filati alla voliera dei gufi e mandate Edvige da Silente. Siamo intesi?"

"D'accordo" fece Ron e gli altri due annuirono.

"Ci vediamo tra un attimo, o almeno spero"

E Harry mollò la presa. Trascorsero lunghi secondi in cui si sentiva solo la musica di Eija. Ron ed Hermione fissavano il buco con il fiato sospeso, finché...

"Tutto a posto!" sentirono Harry gridare da là sotto. "Si atterra sul morbido, potete saltare!"

Ron non ci pensò due volte e sparì in un istante, seguito subito da Hermione. Eija fu l'ultimo, si avvicinò lentamente alla botola, cercando di trattenere la paura, smise di suonare e si lanciò nel vuoto. L'ultima cosa che sentì prima che l'oscurità lo inghiottisse fu il latrato di Fuffi che si era svegliato.

"Che cos'è questa roba?" esclamò Ron dopo aver toccato il fondo "È morbida e... un po' viscida"

"Ahi!" gridarono in coro Eija ed Hermione.

"Mi sei atterrato sopra" si lamentò lei. "Spostati!"

"Scusa, non si vede niente" rispose lui a fatica.

"Sembra una specie di pianta. Immagino sia stata messa qui per attutire la caduta" disse Harry.

"Dobbiamo trovarci metri e metri sottoterra, al di sotto della scuola" osservò Hermione dopo essersi levata Eija si dosso.

"È stata proprio una bella fortuna che ci fosse questa pianta" commentò Ron allegro.

"Fortuna?" Strillò Hermione. "Non credo proprio!"

Mentre parlavano, la pianta aveva iniziato ad avvolgere dei tentacoli, formati dai suoi stessi rami e foglie, attorno ai loro arti. La ragazza era riuscita a spostarsi in tempo, ma gli altri tre non erano stati altrettanto rapidi.

"State fermi! Io lo so che cos'è questa: è il Tranello del Diavolo!"

Ma Harry e Ron si stavano già divincolando come matti per evitare i tentacoli della pianta, Eija invece era stato meno fortunato e si era rannicchiato su se stesso, portando le braccia attorno al collo per evitare di essere soffocato, ma aveva sottovalutato la forza della pianta e cominciava a sentire dolore in tutto il corpo sotto la pressione di quei rami infernali.

"MA SEI DIVENTATA MATTA?" urlò Ron a un certo punto. "SEI UNA STREGA, SÌ O NO?"

Subito dopo Eija avvertì un forte calore provenire dalla sua sinistra e la stretta della pianta si allentò di colpo, facendolo cadere sul duro pavimento di pietra ansimante e dolorante; Hermione lo aiutò a rimettersi in piedi.

"Fortuna che a lezione di Erbologia stai sempre attenta, Hermione" disse Harry asciugandosi il sudore dalla fronte.

"Già" aggiunse Ron tra la risata e l'indignazione.. "E fortuna che Hermione non perde mai la testa in situazioni di emergenza... 'Non c'è legna!'... ma insomma!"

"Grazie" sussurrò Eija all'amica.

"Da questa parte" fece Harry indicando l'unica via d'uscita: un passaggio fra due pareti di pietra muschiata, abbastanza illuminato da vedere dove mettevano i piedi, ma di cui non si scorgeva la fine e da cui proveniva solo il rumore di un lieve gocciolio di acqua.

"Stai bene?" chiese Hermione a Eija, che aveva ancora il respiro affannato.

"Sì" rispose lui. "È andata bene alla fine, anche se mi chiedo come abbia fatto Piton a passare il Tranello del Diavolo senza dargli fuoco"

"Magari è stato rapido come Hermione e l'ha evitato" rispose Harry.

"Forse..." rispose pensieroso.

"A proposito di Piton" intervenne Ron. "Come facevi a sapere che avrebbe provato a rubare la pietra oggi?"

"Ho saputo da Vitious che Silente non era a Hogwarts, poi ho sentito che la McGranitt vi aveva trovato al terzo piano, quindi ho capito che volevate scendere nella botola e dopo la cena sono andato lì ad aspettarvi"

"Ma noi non ti abbiamo visto davanti alla porta" disse Harry.

"Mi ero nascosto dietro un'a..." Eija smise di parlare. "Lo sentite anche voi?"

"Che cosa?" domandò Harry.

"Sento un fruscio... come una specie di battito d'ali"

Si misero tutti in ascolto. "Sì, lo sento anche io" fece Ron poco dopo.

Man mano che avanzavano, al fruscio si unì anche un tintinnio metallico e quando arrivarono in fondo al passaggio si ritrovarono in un'alta camera molto illuminata e dal soffitto a volta. Era piena di creature simili a uccellini dei più disparati colori scintillanti, che svolazzavano di qua e di là. Sul lato opposto c'era un grande portone di legno massiccio.

"Pensate che quegli uccelli ci attaccheranno se attraversiamo la camera?" disse Ron.

"Non sono uccelli" lo corresse Eija. "Sono chiavi, guardate bene. Sono chiavi con le ali"

"Allora questo vuol dire che..." esclamò Harry scrutando la stanza. "Ma certo! Dobbiamo usare quei manici di scopa appoggiati al muro e trovare la chiave giusta che apre il portone!"

"Ma sono centinaia, come faremo a trovare quella giusta?" ribatté Hermione.

"Se esaminiamo la serratura, potremmo capire che tipo di chiave ci serve" fece Ron iniziando ad attraversare la stanza. Nessuna delle chiavi sembrò notare la sua presenza.

"Ci serve una grossa chiave di vecchio tipo... probabilmente d'argento come la maniglia"

Harry prese una scopa e si alzò in volo. Grazie alla sua abilità da Cercatore, in meno di un minuto aveva già individuato la chiave descritta da Ron, ma siccome questa sfuggiva via velocissima, fu necessario che coordinasse gli altri tre per intrappolarla e bloccarle le vie di fuga. Una volta catturata, Harry la infilò nella serratura senza tanti complimenti.

"Pronti?" chiese Harry. Tutti annuirono e lui aprì il portone.

La camera successiva si illuminò non appena varcarono la soglia. Si trovavano sul bordo di una gigantesca scacchiera, dietro ai pezzi neri, tutti molto più alti di loro, scolpiti nella pietra e privi di volto. I bianchi erano dalla parte opposta, e ancora più in là stava la porta che avrebbe permesso loro di andare avanti. La scena era stupefacente, ma un brivido di paura li percorse da capo a piedi.

"E adesso, che cosa facciamo?" sussurrò Harry.

"Ma è chiaro, no?" rispose Ron. "Dobbiamo giocare e attraversare la stanza fino ad arrivare dall'altra parte"

"E come facciamo?" chiese Hermione nervosa.

"Dovremmo prendere il posto di alcuni pezzi mancanti" notò Eija. "Però cosa succede se veniamo mangiati? Guardate la scacchiera: è piena di detriti, sembra che qualcuno abbia giocato prima di noi, sarà stato Piton..."

Ron andò a parlare con il cavallo nero ed ebbe le conferme della sua idea.

"Qui bisogna pensarci bene" disse. "Bisogna scegliere con attenzione"

"Il pezzo più sicuro è il re perché non viene toccato fino alla fine. Mentre non è il caso di impersonare dei pedoni, troppo esposti. Quindi restano..."

"Torre, cavallo e alfiere" concluse Ron. "Harry andrà al posto del re, Eija al posto dell'alfiere ed Hermione al posto della torre. Io farò il cavallo"

I pezzi li sentirono e i quattro nominati dal rosso uscirono dalla scacchiera per lasciare loro il posto. I bianchi fecero la prima mossa e la partita cominciò. Ron era il migliore a scacchi e dirigeva le mosse dei neri che si spostavano seguendo i suoi ordini, Eija provava ad aiutare, cercando dei punti deboli nella strategia, ma Ron se la stava cavando bene da solo. Ogni volta che perdevano un pezzo però, i bianchi lo distruggevano sul posto, riducendolo in polvere; erano spietati e tutti e quattro i ragazzini erano terrorizzati dall'idea che in ogni momento potesse toccare a loro. Grazie alla bravura di Ron però, riuscirono a sopravvivere illesi fino a quando la regina bianca si girò proprio verso di lui.

"Oh no..." sussurrò Eija spaventato.

"Sì... è l'unico modo. Devo lasciarmi mangiare" disse Ron rassegnato.

"NO!" esclamarono contrariati gli altri due.

"Ma a scacchi è così! Bisogna sapere quando sacrificare dei pezzi. Quando lei mi mangerà, voi sarete liberi di fare scacco matto"

   
 
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