Se di qui passi una sera
e dal molo tu ti affacci
tra le verdi alghe molli
scorgerai i miei capelli
volteggiar nell'acqua nera.
Folle scelsi di adorare
chi fuggiva i miei abbracci.
Sentimenti senza vita,
come bambole di stracci,
son fardelli appesi al collo.
Mi adagiai così sul fondo
in un dì di primavera.
Nel sommerso mondo buio
con le carpe e con i lucci
danzo in una festa eterna
e talvolta mi diletto
a spaurir giovani amanti
che si celano in cantucci
quando al lume di lanterna
sotto l'acqua loro appaio.
Se dal molo poi ripassi
su dai cercami tra i sassi!
Sono sola e sai mi basta
che tu dica ciò che pensi,
se mi trovi ancora bella,
anche se non ho la pelle
e le ossa sono a vista.
Amico mio Viandante
Ti scongiuro, non scappare!
Io già sogno che ritorni
e mi guarderai nuotare
a fior d'acqua, una ninfa
poi mi tenderai la mano
per portarmi via lontano
nella tua città di mare
dove in anse dolci, chiare
mi potrò con te bagnare.
Finalmente dopo un'era
sono pronta a riaffiorare,
ma non riesco più a spostare
il macigno che ho sul petto.
Il destino ormai è scritto:
"Che la donna nel laghetto
resti immobile dov'era".