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Autore: kioccolat    01/03/2021    0 recensioni
Tratto dal Primo Capitolo:
dall’altra parte della città, una bellissima ragazza bionda, trascinava con difficoltà un trolley.
“Davvero Huotou, non era necessario che mi accompagnassi fin qui. So cavarmela da sola!”
“Sono soltanto preoccupata Esther... E’ una nuova città di cui non sai nulla. Volevo almeno accompagnarti al tuo nuovo appartamento”
“Stai tranquilla! Ne ho preso uno economico. Si trova da quella parte”
Sorridendo, Esther, indicò una strada e, con fiducia, si avviò su quella.
“Esther, da quella parte c'è il cimitero…dobbiamo girare l’angolo e fare due metri per arrivare al tuo appartamento…”
Silenzio.
“Certo, lo sapevo ovviamente!”
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Accelerator, Esther Rosenthal, Misaka Mikoto, Shirai Kuroko, Shokuhō Misaki
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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9 – Ospedale

Esther stava aspettando in sala d’attesa preoccupata ed amareggiata. Il suo datore di lavoro si era sacrificato per lei…prendendosi contenitori di detersivo e ammorbidente in testa.

Appoggiò i gomiti alle ginocchia nascondendo il viso fra le mani.

“Calma…calma, andrà tutto bene…”

Continuava a ripeterselo da un bel po’, ma il suo battito cardiaco non accennava a rallentare. Sia per la preoccupazione, sia perché ripensava -troppo spesso- al breve momento in cui erano stati vicini. E’ buffo come, con poco, una persona possa cambiare improvvisamente ai nostri occhi… E, quel poco, Esther, lo aveva trovato in Accelerator quando l’aveva protetta.

“Devo pensare ad altro…”

Alzò lo sguardo vedendo, finalmente, un dottore con il volto che ricordava vagamente quello di una rana. Senza pensarci troppo si precipitò da lui per chiedere informazioni.

“Come sta?!”

Il dottore sospirò. Brutto segno.

“Pare che sia peggiorata molto. Non potrà camminare e gli serve assistenza… puoi occupartene tu?”

“E' COSI' GRAVE?! Verrò licenziata!”

Ci fu un lungo silenzio.

“Non sei la ragazza che accompagna il paziente alla 156?”

“No… stavo aspettando il responso del ragazzo alla 221…”

“Scusa, con tutti questi numeri non ci capisco più niente. Ho una certa età…E’ un nostro cliente abituale. Ti dirò, non lo vedevo da un po’ e mi ero preoccupato.”

“Abituale?”

“Si faceva male spesso in passato. Gli abbiamo messo soltanto una fasciatura. Penso che, chi lo abbia portato qui, abbia ingigantito la cosa.”

Esther fece una risata nervosa e, dopo aver salutato cortesemente il dottore, corse alla stanza di Accelerator per vederlo.

“Acc-“

Lo trovò a parlare con un signore sulla mezz’età. Erano rare le volte in cui lo aveva visto parlare con qualcuno… decise, così, di aspettare “il suo turno”.

“Mi si sta assottigliando la cartilagine del ginocchio…”

Constatò il signore sconsolato.

“Suppongo che lei sia un gran camminatore…”

“Esatto, facevo bellissime passeggiate con mia moglie. Mi dispiace non poterla più accompagnare…”

“Le ossa strisciano fra loro, deve far male… Le consiglierei un ginocchio bionico. Sicuramente è l’alternativa migliore.”

“Me lo hanno detto anche i medici. Ma sono titubante. Il solo pensiero mi mette i brividi…”

Era una visione strana. Accelerator che parlava normalmente con qualcuno. Ma soprattutto…di un ginocchio bionico? Dove era andato a prendere quelle informazioni? Ah giusto… aveva dichiarato di aver frequentato l’Università di medicina.

“Tu ragazzo? Perché sei qui?”

“Perché non mi sono fatto gli affari miei.”

Detto così, suonava davvero molto deludente… Per un attimo il volto della bionda si rabbuiò leggermente. Dopo quel salvataggio eroico, sentire queste parole, non era esattamente il massimo.

“E’ una cosa da niente. Sarei potuto non venire…”

Accel si sdraiò sul letto accavallando le gambe

“Ma chi mi ha portato qui, era davvero angosciata. Non mi dispiaceva vederla preoccupata per me.”

A queste parole, un sorriso apparve sul volto di Esther. In qualche modo sentiva di aver ricevuto un complimento velato… E ne era felice.

“Ah queste ragazze. Anche io con mia moglie ero così felice da giovane…”

Dopo una occhiataccia al signore, Accel si girò velocemente verso la porta. Non c’era nessuno.

“Qualche problema ragazzo?”

“No, mi sembrava di aver visto un’ombra. Mi sarò sbagliato.”

Non aveva sbagliato. Fino a un attimo prima, la ragazza, era in piedi davanti la porta ma, dopo aver sentito le parole di Accel (che per tutti non avrebbero avuto valore e significato), Esther dovette attendere qualche attimo prima di riuscire a levarsi dal volto un sorriso abbastanza sciocco e il leggero rossore che le dipingeva le guance.


 

Se nella stanza 156 la situazione era serena, alla 221 era un po’ diversa.

Una ragazza dai lunghi capelli biondi stava guardando fuori dalla finestra. Ormai conosceva a memoria quel paesaggio, dopotutto si ritrovava li da un bel po'.

“OTHINUS!!!”

Un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi color cielo entrò trafelato.

“Scusa sono arrivato tardi…”

Iniziò ad ansimare e si lasciò cadere sulla sedia lì accanto.

“Tranquillo Thor…”

La ragazza cercò di sorridere per far, in qualche modo, calmare Thor ma, nel viso di Othinus, si percepiva chiaramente l’angoscia e paura che stava provando

“Dai! Sei in gran forma anche stavolta no? Uscirai prestissimo!”

Thor era sempre stato positivo e, da quando Othinus era in ospedale, le faceva sempre visita per tenerla allegra e spensierata. La bionda non aveva parenti su cui fare affidamento e, per questo, Thor aveva dato la sua più completa disponibilità. Non che gli dispiacesse da una parte…

“Ti hanno fatto altri controlli?”

“I soliti…la loro espressione non cambia mai…”

Vedendola rabbuiarsi, pensò che forse da quel momento sarebbe stato meglio chiedere ai medici le condizioni e risultati dei controlli.

“Senti! Sicuramente uscirai a breve anche questa volta! Dimmi un posto che ti piacerebbe visitare! Ci andremo insieme!”

“Dove trovi tutta questa sicurezza?”

“Devi essere la prima a crederci e sicuramente essere più ottimista. Quindi? Dove vorresti andare?”

“Un posto eh…fammi pensare”

Chiuse un attimo gli occhi riflettendo. Una flebile luce entrava dalla finestra illuminando il volto di Othinus… Per Thor, lei, era sempre stata irraggiungibile. E lo era tutt’ora. Dalla prima volta che l’aveva incontrata, era scoppiato quello che chiamano “colpo di fulmine”. Avevano iniziato essendo semplici conoscenti ma, dopo attente ricerche sulle abitudini di Oth, Thor riuscì ad avvicinarsi a lei e diventare un suo stretto amico.

Ma niente di più. Il coraggio che aveva nell’affrontare la vita, spariva completamente al solo pensiero di confessare i suoi sentimenti.

“Mi piacerebbe andare al lago…”

“….al lago?”

“Si, Ne va bene uno qualsiasi. Magari prendere una barchetta e fare un giro. Penso che sarebbe divertente…”

“Beh…lago sia! Avrai il tuo cavaliere che remerà per te!”

“Cavaliere? Io qui vedo solo te.”

“Antipatica!”

Entrambi, dopo poco, scoppiarono a ridere. Anche quel giorno Thor poteva ritenersi soddisfatto. Il sorriso di Othinus, per lui, era la cosa più bella che potesse esistere.


 

Ormai si era fatta sera e, Accelerator, era stato dimesso. La cosa che gli sembrò più strana, era il fatto che, durante la sua permanenza, Esther non si fosse fatta viva.

Pensava che avrebbe passato mezz’ora a scusarsi… E invece nemmeno l’ombra. Stupida ragazzina. Doveva aspettarselo.

Arrivato a casa, entrò con la sana intenzione di buttarsi sul letto e mettersi a dormire….

Tuttavia, appena aperta la porta, un turbine di allegria gli saltò addosso. Aggrappandosi a penzoloni al collo.

“Last Order. Cosa diavolo stai facendo?!”

“Papà! Ti aspettavo! Guarda che bella! Scommetto che sarà tutto buonissimo!”

“Ma di che stai parlando?”

Last Order scese dal collo di Accel con un salto e, dopo avergli preso la mano, lo trascinò nella sala da pranzo.

“Guarda quante cose buone! C’è anche il dolce!”

“ Che festa è oggi?”

Il ragazzo guardò il tavolo, imbandito con i più vari cibi. Ancora fumanti.

“Esther, oggi pomeriggio, è arrivata di corsa ed ha preparato tutto. Ci ha messo un po’, ma l’ho aiutata anche io. Quindi non si è stancata! Se ne è andata poco prima che tornassi tu.”

“Davvero? Cosa hai fatto?”

“Ho apparecchiato!”

“Ah…”

Dopo poco, i due si sedettero ed iniziarono a mangiare. Il cibo era tutto squisito, ma l’espressione di Accelerator era abbastanza corrucciata.

“Non ti piace?”

“Last… Ti piacerebbe andare a scuola?”

“A scuola?! Magari! Ringo me ne parla sempre!”

“Chi è Ringo?”

“E’ una mia amica, la incontro sempre al parco giochi. E’ spesso con quel tuo amico strano…”

In quel momento, alla mente di Accel, tornò il viso di Kakine. Solo lui poteva essere definito strano. Cosa diavolo stava facendo quell’idiota? Si metteva a fare il pedofilo? Aveva ingaggiato una bambina per farla avvicinare a sua figlia e rapirla? No, si stava facendo sicuramente troppi problemi. Non era da lui pensare troppo e fare tutti questi film mentali.

“Mi ha anche invitato a casa sua!”

“Coff, coff, coff….”

“Papà mangia piano o rischi di strozzarti. Fino a che età potrei andare a scuola?”

Accelerator bevve un sorso d’acqua e si riprese da tutto ciò che aveva pensato. Ma le parole di Last Order, gli fecero piombare addosso una realtà che non voleva affrontare di nuovo.

“Beh, dipende. Ci sono più…gradi.”

“Wow… Esther che grado ha?”

Il padre della bimba fece una smorfia.

“Perché chiedi il suo, e non il mio?”

“Dormi sempre. E’ impensabile che tu vada a scuola. Lei sembra più intelligente!”

E di nuovo, in quella stupida giornata, una ragazza lo sminuiva per il solo fatto che non aveva finito l’Università. Ma quanto poteva essere crudele il genere femminile?!

“Ti sbagli. Ho soltanto preso una pausa. Studiavo troppo e quindi gli insegnanti mi hanno concesso delle ferie.”

“Oooh…perciò funziona così? Quindi domani andrai a scuola?”

Silenzio di tomba. Non voleva deludere sua figlia, ma nemmeno tornare in quella galera. Non sarebbero bastate quelle due a smuoverlo dalla sua decisione. Guardò Last Order aprendo bocca per parlare. Gli occhi della bambina brillavano e un sorriso era stampato sul suo volto.

“E’…ovvio che ci andrò.”


 

   
 
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