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Autore: Ghostclimber    01/03/2021    2 recensioni
Gokudera ha passato due mesi in Italia nel vano tentativo di dimenticare il Decimo.
Ora è di ritorno, e dovrà decidere se continuare a fingere o guardare in faccia la realtà.
5927
Genere: Demenziale, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Tsunayoshi Sawada
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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So take your troublesome luggage
and put it on the next train home.
[...]
'Cause I've had enough bad news
to last a lifetime.





Gokudera sembrava essere andato in corto circuito.

Dopo che Tsuna gli aveva detto che intendeva davvero le cose che aveva detto, lui si era semplicemente immobilizzato, con la bocca semiaperta e gli occhi sbarrati.

-Go... Gokudera kun?- chiamò piano Tsuna. Inutile. Il terrore di aver definitivamente perso Gokudera, non solo come partner ma anche come amico, gli riempì gli occhi di lacrime. Con voce rotta, chiamò di nuovo: -Gokudera kun... ti prego...

-Decimo, posso...- bisbigliò, Gokudera, poi arrossì e deglutì. Anche i suoi occhi erano lucidi: -Posso... sfiorarvi?- Tsuna vide le mani di Gokudera che, tremanti, si alzavano. Non si prese la briga di rispondere a parole e intrecciò le dita alle sue.

Il contatto fu lieve, delicato, una carezza più che un tocco, eppure Tsuna se lo sentì rimbombare su per le braccia, come se le avesse usate per parare un qualche violento colpo.

Rimasero a sfiorarsi le mani, storditi dall'intensità del contatto; nessun pensiero coerente sembrava essere in grado di formarsi nella mente di Tsuna, che riusciva solo a desiderare che l'aria non si intromettesse mai più tra di loro. Era così bello avere le mani di Gokudera nelle proprie, così diverso da qualsiasi altro contatto fisico Tsuna avesse mai sperimentato, che si domandò vagamente come aveva potuto pensare che quello che provava per Kyoko fosse amore.

Un martello si abbatté sulla testa di Tsuna, che protestò: -AHIA! REBORN!

-Dame Tsuna, la colazione è pronta.

-E c'era bisogno di dirmelo a martellate?- chiese Tsuna, massaggiandosi la testa. Un bernoccolo di tutto rispetto stava già emergendo.

-Vi ho chiamati cinque volte, ma eravate sulla vostra nuvoletta.

-Ah.- Reborn rimase a fissarli ancora un po', e Tsuna si sentì un rivolo di sudore scendere lungo la spina dorsale. Colse uno scintillio negli occhi del killer e si chiese se sarebbe stato abbastanza pronto di riflessi da prenderlo e scaraventarlo in corridoio se avesse fatto qualche commento fuori luogo, ma per fortuna Reborn parve decidere di trattenersi; uscì in silenzio dalla stanza e Tsuna, nel suo stato di shock e stress, per poco non rischiò la vita lasciandosi scappare una risatina nel vedere il suo incedere goffo e poco elegante.

-Beh... dovremmo scendere, Decimo.- disse Gokudera, facendo scivolare le proprie mani fuori da quelle di Tsuna.

-Sì.- concordò Tsuna, -Poi però... insomma, dobbiamo parlare. In senso buono, quanto mi fa ansia questo modo di dire.- Gokudera ridacchiò.

-Chiedo scusa, Decimo, è che... Viola Bovino, la figlia del Boss, la pensa esattamente come voi, e una volta mi ha fatto uno scherzo a riguardo.

-Ti va di raccontarmelo mentre scendiamo?- Gokudera annuì e Tsuna gli si mise al fianco, cercando di soffocare la gelosia al pensiero che ci fosse un'altra persona che scriveva a Gokudera e il cui ricordo lo faceva sorridere.

-Un pomeriggio i Bovino hanno organizzato una gita allo zoo safari, io ho accettato perché mi sono dimenticato che quel giorno avevamo in programma altro e lei mi ha scritto un messaggio: “Dobbiamo parlare”. Dopo qualche minuto ha aggiunto: “Ma niente di grave, non preoccuparti”. Poi, mi ha detto, si è ricordata di una brutta esperienza allo zoo e ha scritto un altro messaggio: “Anzi, se fossi in te un po' mi preoccuperei!”- Tsuna forzò una risata.

-Forse non è così divertente, a raccontarlo...- disse Gokudera, un po' mogio.

-No, no, anzi! Cioè, mi immagino la tua faccia, è che...- Tsuna si fermò in cima alle scale e prese Gokudera per il polso: -Lo so che te l'ho già chiesto, ma... sicuro che lei non ti piace?- Gokudera esitò. Fu un secondo, ma in quel secondo Tsuna si sentì morire. Poi, Gokudera disse: -Non mi piace, ma... Decimo, perdonatemi, ci siamo ubriacati e abbiamo fatto sesso!- Tsuna ne fu così sconvolto che ci mise un attimo ad accorgersi che Gokudera stava chiedendo perdono in ginocchio, sbattendo la testa contro il pavimento. Si riscosse solo quando Bianchi apparve alle sue spalle e lo fece sobbalzare dicendo: -Hayato, finalmente hai perso la verginità!

-Ah... aneki...- immediatamente, Gokudera rotolò su un fianco, mentre dal suo stomaco arrivavano rumori minacciosi.

-Bianchi! Copriti la faccia, per l'amor del cielo!- ordinò Tsuna. Decisamente la giornata non stava andando nella maniera prevista. Non che fosse mai successo, ma tant'è, Tsuna pensava che a volte non sarebbe stato poi così male.

-Gokudera kun, alzati.- disse, inginocchiandosi di fianco a lui.

-Decimo, chiedo perdono, io... io non volevo, lei neanche, non mi ricordo niente, pensavo di aver sognato vo... CHIEDO PERDONO!- Tsuna decise di assecondare la fitta al petto che l'aveva colto a quel “pensavo di aver sognato voi”. Improvvisamente gli parve che tutti i tasselli del puzzle avessero trovato una collocazione. Si chinò e cinse Gokudera in un abbraccio fin quando non lo sentì smettere di tremare. Poi gli scostò una ciocca di capelli dal viso e disse: -Gokudera kun, non devi chiedermi perdono. È successo, ok, sarò eternamente geloso di questa ragazza, ma se mi dici che non ti piace io ti credo. E se mi dici che pensavi di essere con me, io...- Tsuna si interruppe. Non sapeva esattamente come proseguire.

Le dita di Gokudera gli sfiorarono delicatamente i fianchi, e Tsuna trovò le parole: -...io penso che se lavoriamo bene sul discorso di oggi, magari possiamo farlo diventare realtà.- Gokudera divenne un blocco di marmo.

-Gokudera kun, ci sei?- chiamò Tsuna, scuotendolo.

-Decimo?!- rispose lui, alzando il viso, arrossato e sconvolto.

-Oh, grazie al cielo, temevo di averti fatto prendere un colpo!

-Decimo, io...- senza il minimo preavviso, Gokudera sfuggì dalle braccia di Tsuna, che rimase perplesso a chiedersi cosa diavolo stesse succedendo.

Vide un vaso galleggiare a mezz'aria, di fianco a sé, e lo acchiappò istintivamente.

-Cosa succede?- chiese Gokudera, in allerta, la dinamite già in mano. Tsuna si aggrappò al corrimano della scala e rispose: -Non lo so!

-FUUTA!- chiamò Reborn. Sembrava allarmato, il che terrorizzò Tsuna. Reborn allarmato è quel genere di cosa che ti fa rimpiangere di essere nato. Sentì un braccio di Gokudera che gli circondava la vita e lo guardò, una muta domanda negli occhi.

-Vi aiuto a scendere, Decimo, dobbiamo scoprire cosa sta succedendo a Fuuta.- dalla cucina, intanto, venivano i richiami allarmati anche di Bianchi, I-Pin e Lambo. Gokudera utilizzò il corrimano per spingere entrambi verso il basso, cercando come poteva di nuotare nell'aria priva di gravità. Tsuna represse un brivido: di solito, il raggio d'azione di Fuuta non era così ampio, si limitava ad una stanza sola, e il fatto che Reborn lo stesse richiamando in tono di tale urgenza aggiungeva panico al panico.

-Cercate di aggrapparvi alla porta, Decimo.- disse Gokudera, poi lo lanciò verso la porta della cucina. Tsuna allungò la mano con cui non reggeva il vaso e ghermì lo stipite.

Avvertì Gokudera di fianco a sé, ma non vi badò: Fuuta era sospeso in mezzo alla cucina, le braccia spalancate e la testa reclinata all'indietro, gli occhi bianchi e ciechi, mentre tutto ciò che non era ancorato al terreno galleggiava a mezz'aria.

I-Pin era rannicchiata in un angolo del soffitto, come un curioso insetto, il tavolo era più o meno alla sua altezza, come anche le sedie. Frammenti di cibo volteggiavano come foglie al vento. Bianchi si stava reggendo al piano della cucina, dietro alla sua testa le griglie dei fornelli; fortunatamente sembrava che non ci fosse più nulla sul fuoco.

Lambo piangeva, cercando di liberarsi dal frigorifero sotto cui sembrava essere incastrato; Reborn, aggrappato alla maniglia, lo prese per i capelli e gli diede uno strattone. Il pigiama di Lambo si strappò, e un istante dopo tutto quanto ricadde al suolo, compreso Fuuta.

Tsuna mollò il vaso per terra e corse dal ragazzino: gli sollevò delicatamente il capo da terra, poi lanciò un'occhiata a Lambo e trasse un sospiro di sollievo nel vedere che Reborn l'aveva salvato appena in tempo. Piangeva e urlava, ma era indenne.

Fuuta, invece, aveva perso conoscenza.

-Decimo, come sta?- chiese Gokudera, avvicinandosi.

-Non lo so, è svenuto...- rispose Tsuna, cercando il battito. Le dita di Gokudera sfiorarono le sue e riuscirono nell'impresa: -Batte forte. Starà bene, credo.

-Tsuna nii...- chiamò Fuuta con una vocina sottile sottile. Tsuna vide che aveva gli occhi pieni di lacrime e chiese: -Fuuta, come stai? Cos'è successo?

-Tsuna nii, la coppia più felice della mafia sono Xanxus Vongola e Superbi Squalo.

-Ah, sono una coppia?- chiese Gokudera.

-Tutto questo casino perché quei due stanno insieme?- chiese Reborn, tenendo Lambo a distanza di braccio mentre l'altro bambino cercava di fargli lo scalpo per avergli strappato il pigiama.

-Mi... ehm... mi fa piacere per loro.- disse Tsuna. Era sincero, ma condivideva i dubbi di Reborn.

Bianchi si intromise: -Non erano Mamma e Papà?- Fuuta la guardò e il suo mento si mise a tremare. Scosse la testa, poi scoppiò in un pianto dirotto.

 

Nessuno sembrava avere più fame, nemmeno Lambo.

Tsuna sbloccò il cellulare, poi lo bloccò di nuovo: -Non so cosa fare.- disse.

-Si potrebbe provare a chiamare Nana.- disse Reborn, ma non sembrava convinto. Gokudera scosse la testa: -Se è appena successo qualcosa, dubito che vorrà parlare al telefono.

-E poi non vorrà far preoccupare Tsuna.- aggiunse Bianchi, giocherellando con un pezzo di pane.

-Ahhh, vorrei poterle leggere nel...- Tsuna si bloccò, la testa tra le mani, e alzò il viso: -Chrome!

-Ottima idea, Decimo!- concordò Gokudera, -Andiamo a Kokuyo Land!

-Kufufu.- una voce risuonò nella cucina e Tsuna cadde dalla sedia per lo spavento. Lambo e I-Pin si misero a urlare e si abbracciarono, spaventati.

-Sawada Tsunayoshi. Chiedi il mio aiuto?- chiese Mukuro, accomodandosi come se niente fosse sul piano della cucina.

-Veramente preferirei Chrome che mi fa meno paura, ma...

-Ma io sono più bravo di lei, kufufu.

-Oh, beh, immagino che...

-Ora silenzio, Sawada Tsunayoshi.- Tsuna si zittì.

 

-Signora Sawada?- chiamò una donna dal forte accento italiano.

-Sì?- chiese Nana, voltandosi, -Ci conosciamo?- Iemitsu si era allontanato per andare ad ordinare un altro drink per entrambi, e subito quella donna si era avvicinata al tavolino del pub sul selciato di Piazza di Spagna dove Nana lo aspettava.

-No, ma conosco suo marito.- disse lei in un giapponese un po' stentato, -Possiamo parlare?

-Iemitsu è andato a prendere un drink, sta per tornare, se vuole può aspettare qui con me!- ribatté Nana, sorridendo.

-No, io... voglio parlare con lei, non con lui.

-Oh?- la donna si sedette al tavolino di fronte a Nana e lanciò una rapida occhiata all'interno del locale per accertarsi che Iemitsu non stesse arrivando.

-Signora Sawada, io... oh, mi dispiace, mi dispiace tanto!

-Che cos'è successo?- chiese Nana. Il suo istinto materno la spinse a prendere le mani della donna, che sembrava avere una decina d'anni in meno di lei ma che nella sua disperazione sembrava poco più che adolescente.

-Signora Sawada, Iemitsu... lui... mi aveva detto che voi avevate divorziato!

-Ci dev'essere un equivoco, signorina, noi siamo felicemente sposati!- la corresse Nana, poi incrociò il suo sguardo addolorato. La sconosciuta scosse il capo.

-Lei... e mio marito...?- chiese.

-Mi aveva giurato che avevate divorziato! Altrimenti non avrei mai osato, non sono quel genere di...

-Oregano, che cosa diavolo ci fai qui con mia moglie?- chiese Iemitsu. Nana lo guardò: l'uomo sembrava fin troppo sulle spine.

-Cara, questa è Oregano, una mia collega. Oregano, mia moglie Nana. Vieni, non scocciamo la mia mogliettina con questioni di lavoro, andiamo...

-Non è una questione di lavoro, Iemitsu, lo sai benissimo.- lo interruppe Oregano. Sembrava molto arrabbiata e Nana temette che fosse sul punto di fare una scenata in mezzo alla piazza.

-Oregano, sant'Iddio...

-No, Iemitsu, qui il problema non sono io.- sibilò la donna in italiano. Nana non capì le esatte parole, ma comprese che la donna, Oregano, stava accusando Iemitsu. Si intromise: -Iemitsu, questa donna dice che le hai raccontato che abbiamo divorziato.

-Oregano, che diavolo dici!- Iemitsu rise, ma era troppo, troppo sulle spine. Persino Nana, che tendeva a chiudere gli occhi di fronte ai problemi nella speranza che si sistemassero da soli, vedeva che la questione non era risolvibile.

-Iemitsu.- la voce di Nana era calma, ma insolitamente bassa, -Sei andato a letto con questa donna?- l'uomo esitò molto a lungo, troppo a lungo. Nana prese il suo silenzio come una risposta affermativa. Si rivolse alla donna, parlando lentamente per farsi capire: -Oregano, cara, posso chiederti un passaggio fino all'albergo? Vorrei riprendere le mie cose e andare via.

-Certo, signora Sawada.

-Chiamami Nana, mia cara.

-Nana, amore mio, per favore... non fare stupidaggini, io...- uno schiaffo sulla guancia interruppe le patetiche scuse di Iemitsu. Nana si massaggiò il polso, poi disse: -Andiamo, Oregano? Per favore?

-Certo, Nana.- le due donne si allontanarono dalla piazza.

 

-Oya oya, Sawada Tsunayoshi, non ho buone notizie.- disse Mukuro.

-Eh... lo immaginavo. Cos'è successo?

-Posso dirlo con parole mie?- Tsuna sospirò, ma concesse: -Vai.

-È successo che tuo padre è un pezzo di merda traditore figlio di puttana. Senza offesa per la nonna, Sawada Tsunayoshi.

-Quel bastardo ha tradito la mamma?!- sbottò Tsuna.

-Sì. Con Oregano, del Cedef. Lei non sapeva nulla, credeva che avessero divorziato.

-Io lo ammazzo. Reborn, posso ammazzarlo?

-Temo che non si possa fare.- rispose il killer.

-Potresti chiamare Xanxus e dirgli che Iemitsu ha detto che ha il culo grosso.- propose Bianchi, -Ci penserà lui a tutto.- Tsuna esitò, poi ribatté con voce tremante: -Terrò a mente l'opzione.

-Posso fare qualcos'altro, Sawada Tsunayoshi?- chiese Mukuro.

-No.- rispose Tsuna, chiedendosi vagamente come mai Mukuro fosse così gentile, -No, grazie. Sei stato di grande aiuto. Cazzo, la mamma tornerà a casa, adesso, no?

-Suppongo di sì, Tsuna.- disse Reborn, -Contatterò Lal Mirch per saperne di più.

-Giusto, io posso chiamare Basil. Anzi, Gokudera kun?

-Sì, Decimo?

-Chiameresti tu Basil? Io faccio finta di niente e resto qui col telefono libero a vedere se la mamma mi chiama.

-Senz'altro, Decimo!- Gokudera parlò in tono allegro, ma Tsuna riconobbe la preoccupazione e la rabbia dietro alle sue parole. Si rese conto di saperlo leggere come un libro aperto e, per un istante, si domandò come sarebbe stato poterlo fare per tutta la vita.

 
   
 
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