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Autore: kanejvibes    02/03/2021    0 recensioni
In un mondo post apocalittico, dove il controllo è stato preso con la forza da una grande corporazione, Nina si ritrova a dover lottare per sopravvivere e proteggere i suoi fratelli minori, mentre il suo gemello è scomparso. E proprio quando pensa di essere al sicuro, un misterioso sconosciuto entra nelle loro vite, scombussolandole.
Tratto dal testo:
La verità era che era stato e sarebbe sempre stato un egoista.
Nel suo cuore, James lo sapeva.
Accettò quella verità e le sorrise appena per cercare di farla tranquillizzare.
"Non posso perderti, Nina".
Moriranno tutti al bunker? Sì.
Tuo fratello diventerà una cavia da laboratorio? Sì.
Ma tu sarai viva.
Chiuse per un attimo gli occhi e quando tornò a guardarla lei aveva quell'espressione di rabbia che spesso gli rivolgeva. Rabbia e odio. Ma un odio temporaneo, un odio che nascondeva tutt'altro.
Genere: Commedia, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 3

Nina aveva camminato per una decina di minuti senza smettere di piangere. Si fermò e tirò su con il naso, poi scacciò le lacrime dal volto con le mani.
Si maledì per essere stata così orgogliosa e si voltò. Forse sarebbe dovuta restare anche lei. Almeno non avrebbe perso quel che le restava della sua famiglia.
Chiuse gli occhi per un secondo e tirò di nuovo su con il naso, poi li riaprì e fu allora che sentì un rumore tra i cespugli alle sue spalle.
Tirò velocemente fuori la spada, spaventata. Ma poi si rilassò e fece per voltarsi.
Appena si fu girata un lupo immenso le fu addosso, facendola rovinare a terra e schiacciandola sotto il suo peso. La spada le cadde e fu inutile tentare di liberarsi.
Quella bestia era troppo forte.
Sentì poi gli artigli del mostro conficcarsi nella sua pelle, lacerandola.
Gridò un paio di volte, mentre tentava disperatamente di evitare le sue fauci spalancate. Il peso dell'animale sembrava che le stesse frantumando le ossa e la ferita alla spalla stava perdendo sangue. Non avrebbe resistito a lungo.
Era così che se ne sarebbe andata? Senza più una famiglia. Sola. Completamente sola.
Poi sentì il lupo gemere e improvvisamente smise di lottare e cadde di lato, morto.
Nina schiuse le labbra, osservando la scena tra un misto di shock e terrore.
Poi quando ebbe la visuale libera si accorse che era stato James a colpire il lupo alle spalle e aveva estratto la spada insanguinata per pulirla sulla pelle del mostro.
"Stai bene?", le chiese, osservandola.
"Cosa...? Cos'era quella cosa?", domandò lei, ancora scioccata, sentendo un dolore lancinante alla spalla.
Non aveva mai visto un lupo di quelle dimensioni.
"I WW controllano anche gli animali adesso. Li imbottiscono di farmaci per renderli più grossi e forti e li usano per scovare le piccole comunità nascoste nelle foreste", spiegò Jaime, porgendole una mano.
Nina, ripresasi, la rifiutò bruscamente, e si alzò.
"Ti avevo detto di non seguirmi. So...".
"Cavartela da sola, sì, ho visto", ridacchiò lui.
"Non avresti dovuto seguirmi", sbottò la ragazza, portandosi una mano alla spalla dolorante. Evitò di gemere.
"E adesso saresti morta. Forza, dai. Torna al campo con me".
"No".
I due si scambiarono uno sguardo e gli occhi penetranti di lui per poco non la fecero arrossire. Per un attimo, si sentì frivola come sua sorella. Si scostò una ciocca di capelli castani dal volto e cercò di tornare in sé.
"Preferisci davvero morire o stare lontano dai tuoi fratelli piuttosto che darmela vinta?", mormorò lui, aggrottando la fronte.
"Non sei abituato a ricevere un no come risposta, vero?", sbottò lei, gli occhi verdi arrossati che lo scrutavano a fondo.
"No. E sinceramente non capisco perché continui a cercare di resistermi".
"Non sto provando. Ti sto resistendo".
"Oh, giusto", ribatté lui, ridendo, poi tornò improvvisamente serio.
"Sei ferita?", chiese, osservandola attentamente.
Nina allontanò la mano dalla spalla e vide la maglia completamente intrisa di sangue.
"E' solo un graffietto", commentò, scuotendo la testa.
Jaime schiuse le labbra poi la bloccò per un braccio, pronto a trascinarla al campo con la forza, se necessario. Ma Nina non oppose resistenza.

Annabelle le aveva fatto un impacco con alcune erbe mediche e le proprietà delle piante le avevano dato un lieve sollievo, ma comunque le era ancora difficile muovere la spalla.
Aveva smesso di rifiutarsi di mangiare e bere e aveva riposato gli occhi per un paio d'ore.
Non sapeva bene cosa sarebbe successo di lì in avanti, sapeva soltanto che non avrebbe smesso di cercare Dean. Non avrebbe mai smesso di cercare Dean.
Uscì dalla sua tenda e dovette sbattere le palpebre un paio di volte per abituarsi alla luce intensa del sole. Quando finalmente ebbe riacquistato piena vista, si guardò intorno, con curiosità.
La prima volta che aveva osservato il campo, l'aveva fatto in cerca di uscite o armi, sull'attenti, e già aveva avuto una visione spettacolare di quel posto.
Ma, senza la preoccupazione di una fuga o uno scontro, le sembrò di non aver mai visto posto più incantevole.
C'erano profumi e suoni che non aveva avuto il lusso di provare da così tanto tempo che quasi si era dimenticata di certe sensazioni.
Chiuse gli occhi, inebriata.
Poi, alla fine, la sua attenzione fu attirata da un gruppo di persone non lontano da lei.
Si avvicinò. Qualcuno stava parlando, ed erano tutti come ipnotizzati.
Non le ci volle molto per riconoscere la voce del lupo.
"...Quindi chiunque voglia unirsi alla squadra, mi raggiunga all'armeria tra cinque minuti. Potete andare", concluse, sorridendo appena.
Se ne andarono tutti, tranne Nicholas, che iniziò a discutere di qualcosa con Jaime.
Nina allungò il collo, incuriosita.
Richard venne verso di lei, sistemandosi gli occhiali, che, ormai vecchi, gli ricadevano fin troppo spesso sul naso.
"Come ti senti?", chiese, bloccandole la visuale. Sebbene fosse più piccolo di lei di tre anni, era comunque molto più alto.
"Sto bene", sbottò lei, cercando di non perdere di vista James e Nicholas.
Ma Richard non sembrava volersene andare.
"Ti fa ancora male?".
Nina lo fulminò con lo sguardo, poi si rese conto che probabilmente lui sapeva cosa stesse succedendo.
"Cosa ha detto? Che succede?", domandò, dando un'altra occhiata ai due alle spalle del fratello.
Rick si voltò un secondo, poi alzò le spalle.
"Alcune sentinelle hanno intercettato dei deeta verso nord. Stanno trasportando qualcosa e vogliono bloccarli", disse, non particolarmente interessato.
"Deeta? Dobbiamo andare anche noi, potrebbe esserci Dean!", esclamò lei, sorpassandolo per dirigersi verso gli altri due ragazzi, che appena si accorsero della sua presenza smisero di parlare.
"Che ci fai già fuori dalla tua tenda? Devi riposare", iniziò Jaime, guardandola intensamente, come se avesse potuto leggerle l'anima. Poi piegò la testa di lato e sorrise appena; un sorriso accattivante, inebriante, che- Nina ne fu certa- sarebbe riuscito a convincere chiunque. Ma non lei. Niente e nessuno le avrebbero impedito di cercare suo fratello.
"Mi riposerò quando sarò con mio fratello", sbottò, assottigliando gli occhi con sfida.
"Chi? Richard? Era qui poco fa, sarà tornato da Annabelle", ribatté Jaime, improvvisamente disinteressato, anzi, quasi irritato.
"Non Richard. Dean, il mio gemello".
Sia Jaime che Nicholas la guardarono: il primo con un'espressione indecifrabile, il secondo con sguardo sorpreso.
"Hai un gemello?", chiese il moro, mettendo le mani sui fianchi.
"Sì...e devo trovarlo. Devo andare là fuori".
Jaime, ripresosi dalla sua trance, rise forte.
"Non con quella spalla, no. Non sei di utilità a nessuno in quelle condizioni, anzi, sei solo d'intralcio", concluse, andandosene con la consapevolezza di esser stato chiaro.
"Non mi hai mai visto combattere. Non hai idea di quello che possa fare", disse lei, facendolo fermare.
"Non ne ho bisogno: non sei guarita completamente. Ti servono riposo e tranquillità. Non uscirai da questo campo", sibilò James, lanciandole un'ultima occhiata d'avvertimento, prima di andarsene verso l'armeria.
"Mi dispiace", commentò Nick, accarezzandole un braccio. Fece qualche passo, ma poi lei lo fermò.
"Aspetta! Per favore, devi farmi uscire di qui".
"L'hai sentito. Non posso".
"Sono più forte di quanto pensiate. Non sarò d'intralcio a nessuno, anche perché andrò da sola. Ti prego".
"Da sola? Andare da soli là fuori, con quella spalla, poi, è una missione suicida", rispose lui, scuotendo la testa.
"Oh, giusto. Mi ero dimenticata che il tuo padrone ti avesse dato un ordine. Perdonami", borbottò lei, voltandosi, certa di averlo provocato.
"Non è il mio padrone. E' come un fratello per me. E non è perché l'ha ordinato. Semplicemente, ha ragione. Non puoi andare là fuori con la spalla dolorante", mormorò Nicholas, affiancandola.
"Non posso restare qui, ok? Devo trovare Dean. Tu non capisci, non posso vivere senza di lui. La lontananza mi sta distruggendo, ma se morisse...", si bloccò, non riuscendo a terminare la frase.
Gli occhi le si inumidirono e dovette abbassare il volto per evitare che lui la vedesse.
"Ok. Ti aiuterò ad uscire, ma soltanto se mi lascerai venire con te".
Nina lo guardò e sorrise.

Nina era andata a salutare i suoi fratelli. Li aveva abbracciati entrambi, con la promessa che sarebbe tornata il prima possibile. Era stato difficile separarsi da loro, anche perché non avevano trattenuto le lacrime. Richard non capiva perché dovesse andare contro gli ordini di James, Annabelle non riusciva nemmeno a parlare, tanto era presa dai singhiozzi.
Finalmente, Nick, tornato dall'armeria con due spade per sé e il suo arco per lei, li aveva interrotti, facendola tornare con la mente alla sua missione.
"Starò bene: lo prometto", concluse, sorridendo tra le lacrime verso i fratellini, per poi allontanarsi velocemente.
"Allora, qual è il piano?", chiese, poi, passandosi una mano sugli occhi, per asciugarli.
"Il piano è chiedere a Fred di farci passare", disse Nicholas, indicando con un dito la guardia ad uno dei cancelli.
"Questo è il tuo piano?", ribatté lei, corrugando la fronte.
Nick alzò le spalle, scompigliandosi i folti capelli corvini.
"Chiederò gentilmente", sussurrò, sorridendo verso Fred, che ricambiò lo sguardo con sospetto, prima di alzare un braccio contro di loro per bloccarli.
"Non potete passare. Ho l'ordine di non far uscire nessuno".
"Facciamo parte della squadra di Jaime. Mi ha chiesto di prendere una cosa dall'armeria e poi di raggiungerlo".
Fred assottigliò gli occhi, poi guardò la ragazza e alzò un sopracciglio.
"Mi dispiace. Non mi è stato detto niente a riguardo".
"Immagino che Jaime si sia scordato di informarti. Ha molte cose per la testa", fece Nicholas, facendo qualche passo verso il cancello, ma il ragazzo gli si piantò davanti.
"Come ti ho già detto: non posso farti passare".
"Stai davvero mettendo in dubbio le mie parole? Pensi che Jaime sarà contento quando tornerà e saprà che non hai fatto passare il suo secondo?",  sibilò Nick, tagliente, con gli occhi scuri e minacciosi che lo fissavano con rabbia.
Fred deglutì a fatica.
"Mi...mi ha detto di non far uscire nessuno".
Nick gli si avvicinò fino a quando le sue labbra furono vicinissime al suo orecchio.
"Fred...ti ucciderà", disse, piano, ma in modo così atono da far accapponare la pelle.
Nina schiuse le labbra.
Fred tremò e, schiarendosi la voce, si fece di lato.
"Credo...che...in fondo, non si arrabbierà se faccio passare te", mormorò, non riuscendo più a guardarlo negli occhi.
Nick non disse niente, uscì dal cancello senza guardarsi indietro, e Nina, dopo un attimo di esitazione, lo seguì.
"E' stato...agghiacciante", commentò, dopo qualche minuto di silenzio.
"E' stato necessario. Non ci avrebbe lasciato passare altrimenti", si spiegò lui, senza guardarla.
"Ti ha creduto. Jaime...lo ucciderebbe veramente?", chiese, cercando con fatica di seguirlo, mentre si legava i capelli in una coda.
Ovviamente quella conversazione non lo metteva a suo agio perchè aveva preso un'andatura a cui Nina stava difficilmente dietro.
"Non...non credo".
"Non credi? Quindi non lo sai con certezza...", commentò lei, aggrottando la fronte.
"Ascolta, Nina, adesso non è il momento", sbottò lui, chinandosi per seguire le tracce lasciate dalla squadra delle Ombre.
"Pensi che gli farà del male per non aver seguito i suoi ordini?", continuò lei, preoccupata.
Nicholas chiuse gli occhi e sospirò.
"Io...mmh...sì. Sì, lo punirà", disse, alzandosi.
"Cosa? No, non possiamo. Dobbiamo tornare indietro".
"Non vuoi più trovare tuo fratello?".
Finalmente, Nicholas si voltò: aveva uno sguardo duro, ma segnato da tristezza.
"Sì, certo che lo voglio...".
"Allora dobbiamo muoverci. Più aspettiamo, più il rischio di perderlo per sempre aumenta", disse, riprendendo a camminare.
"Quant'è che lo hanno preso?", chiese, ancora.
Ma poi si rese conto che Nina non lo aveva seguito e si voltò a guardarla.
Lei sospirò.
"Tre...uhm...".
"Tre giorni?", la imbeccò lui, tornando sui suoi passi per avvicinarsi a lei.
Nina si morse il labbro e abbassò gli occhi.
"Tre mesi?!", sbottò lui, schiudendo le labbra.
"Nina, ti rendi conto che...".
"Tre...anni", lo interruppe, sentendo le lacrime che combattevano per uscire. Ma fu più forte di loro e le respinse, guardandolo.
Nicholas era rimasto immobile, a elaborare quell'informazione.
Nina non osò aggiungere altro, si sentiva già abbastanza in colpa per quello che sarebbe successo a Fred. Se avesse continuato a parlare si sarebbe sentita un'idiota.
Nick strinse le palpebre un paio di volte e annuì con la testa.
"Ok...andiamo", mormorò, riprendendo a camminare.
"Aspetta...cosa?", fece lei, seguendolo.
"So cosa vuol dire stare in pensiero per un fratello", ribatté lui, senza fermarsi.
"Hanno preso anche tuo fratello?".
Nick sorrise appena.
"No. E non è un fratello", mormorò, osservando il bosco davanti a sé.
Nina alzò le braccia, aspettando una risposta chiara.
"Aline...è mia sorella", disse lui, guardandola con la coda dell'occhio.
"Oh, la ragazza amorevole che voleva uccidermi su richiesta di Jaime, intendi?".
Nicholas rise, piegando la testa di lato.
"E' una spina nel fianco per la maggior parte del tempo. Ma è mia sorella, farei di tutto per lei. Se la perdessi...", si fermò per un attimo e sospirò.
"Ciò che voglio dire è che capisco come ti senti".
Si scambiarono uno sguardo intenso, poi lui sorrise appena.
"Ti prometto che farò qualsiasi cosa in mio potere per aiutarti a ritrovarlo. Anche se dovrò mettere a rischio la mia vita".
"E allora sei proprio un idiota", li interruppe una voce alle loro spalle.
Si voltarono per vedere Aline venire verso di loro con un'espressione furente sul viso.
"Aline...da quant'è che ci stai ascoltando?", mormorò il fratello, schiudendo le labbra.
"Abbastanza da sapere che sono una spina nel fianco per te, Nick", sbottò la mora, stringendo con rabbia la lancia che aveva nella mano destra.
"Non è tutto quello che ha detto", rispose Nina, prendendo le difese di Nicholas, che non sembrava in grado di reagire.
"Tu stai zitta, stronza manipolatrice. Non hai idea di quanto Nick stia rischiando per te", disse la mora, sulla difensiva. Poi si voltò verso il fratello e addolcì appena lo sguardo.
"Torniamo al campo. Perché dovresti cercare di farti ammazzare per una che è qui da cinque minuti?".
"Perché so come mi sentirei se dovessi perderti. E se posso aiutare Nina a ritrovare suo fratello, farò ciò che è in mio potere per far sì che si ritrovino".
"Se sono tre anni che non si vedono non c'è speranza che sia ancora in sé. E' perduto!".
Nina scattò e si avvicinò pericolosamente alla mora, guardandola male.
"Non è perduto. Finché sarò in vita, non sarà mai perduto!", ringhiò, stringendo i pugni.
L'avrebbe colpita se Nick non l'avesse tirata indietro.
"Non ha senso litigare tra noi. Dobbiamo andare. Aline, se non vuoi aiutare, per favore, torna al campo".
"Sì, ma non senza di te".
"Ho promesso di aiutarla".
"Non mi importa delle tue promesse. Chi è lei in confronto a me? Torniamo al campo insieme. Nick, l'unica cosa che ci guadagnerai andando con lei è la morte certa. O peggio", mormorò Aline, accarezzando la guancia del fratello.
"Ho fatto una promessa. Ed intendo mantenerla".
Lo sguardo di Aline si indurì di nuovo e indietreggiò.
"Tu e le tue promesse. Molto bene. Fai ciò che vuoi. Almeno quando sarai morto non sarò più una spina nel fianco per te", concluse acida, andandosene velocemente.
Nick sospirò e Nina gli si avvicinò, sfiorandogli un braccio.
"Se vuoi seguirla, non ti biasimerò. Mi hai fatta uscire dal campo, è già abbastanza. Non serve che tu venga con me".
"Nina, sei ferita. Senza di me, non hai probabilità di sopravvivere, figuriamoci di salvare tuo fratello".
Lei sospirò, abbassando gli occhi.
Poi, entrambi sentirono Aline urlare.
"Aline!", fece subito Nick, correndo nella direzione in cui lei era sparita. Nina lo seguì.
La videro che cercava di lottare a mani nude contro una dozzina di deeta, dato che la sua lancia era rimasta a terra a qualche metro da lei.
Nina notò subito il terrore negli occhi di Nicholas, consapevole del fatto che non sarebbe riuscito a salvare la sorella, senza perdere la vita provandoci.
Comunque, mise mano alle spade.
Mentre stava per attaccare, vennero sorpassati da Jaime e la sua squadra, che presero totalmente il controllo della situazione.

Tornando verso il campo, Nina si rese conto che l'unica parte positiva in tutto quel casino era che nessuno fosse morto.
Jaime non aveva detto una parola da quando aveva salvato Aline, ma era livido.
Si percepiva la sua ira lontano un miglio.
Seppure portasse Aline in braccio, camminava così velocemente che era difficile stargli dietro.
Nessuno aveva osato dire una parola.
Quando finalmente furono arrivati all'accampamento, Jaime lasciò Aline nella sua tenda e dette alcuni ordini a due guardie, poi si allontanò.
Nick lo seguì e Nina si sentì di fare lo stesso, nonostante una nota di paura le si stesse insinuando sotto la pelle.
"Mi dispiace, James", iniziò Nick, quando furono nella sua tenda.
"Ti dispiace?!", sbottò lui, voltandosi di scatto.
"Potevate essere tutti morti! Aline poteva essere morta in questo momento! E per cosa, poi? Perché tu hai voluto assecondare i capricci di una ragazzina?", sibilò, ghignando, furioso, verso Nina, che dovette abbassare la testa, imbarazzata.
"So che sarebbe potuta finire molto male, ma...quando mi ha detto che suo fratello era scomparso...io...".
"Non mi importa di quello che ha detto. Non sappiamo dove si trovi, né, tantomeno, se sia ancora vivo. Ma Aline è viva. Tu sei vivo. Non rischierò i miei uomini per qualcosa di incerto".
"Non è incerto. Dean è qui vicino, ed è vivo", si intromise Nina, facendo un passo Avanti.
Jaime sbuffò, ma si rilassò appena.
"Mi dispiace che tu abbia perso tuo fratello, ma almeno ti restano Richard e Annabelle. Non tutti qui sono così fortunati", disse, guardandola.
Nina scosse la testa, avvicinandosi ancora.
"No. Tu non capisci. Mio fratello è qui. Lo sento".
Jaime alzò un sopracciglio, e rise con finto divertimento.
"Lo senti? Cos'altro senti? Perché avrei davvero bisogno di una sensitiva", sbottò, scettico, facendo uno sbuffo sprezzante.
Nina assottigliò gli occhi, lanciandogli uno sguardo tagliente.
"Non sono una sensitiva".
"Giusto. Perché tutto questo è ridicolo! Sarete anche gemelli, ma non c'è una connessione angelica. Se non l'hai notato, questo non è il paradiso. Se è qualcosa, è l'inferno. Hai perso tuo fratello. E' morto".
"Jaime", lo interruppe Nick, scuotendo la testa, ma James lo ignorò, avvicinandosi così tanto a Nina che non rimase che qualche millimetro tra di loro.
"Tuo fratello è morto e non c'è niente che tu possa fare a parte vendicarlo", disse, duro.
Nina tremò, incapace di trattenere le lacrime, che bagnarono prepotentemente le sue guance.
"Ma non ora, ora sei troppo debole per qualsiasi tipo di missione", concluse lui, uscendo velocemente dalla tenda.
Nick lo seguì.
"Jaime, mi dispiace. So che non avrei dovuto disobbedirti. Non ho pensato bene a...".
"Chi vi ha aiutato a uscire?", lo interruppe brusco il lupo.
Nick indugiò, mordendosi l'interno guancia.
Sapeva che Fred sarebbe stato punito severamente e non voleva permetterlo, ma quando Jaime si voltò, non riuscì a negargli una risposta.
"E' stato Fred...", sussurrò, abbassando gli occhi.
Jaime fece una smorfia piena di rabbia e si allontanò rapidamente, facendo cenno ad un paio di guardie di seguirlo.

  
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