Serie TV > Wynonna Earp
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Autore: aurora giacomini    03/03/2021    0 recensioni
C'è qualcosa che si muove fra quegli alberi, qualcosa di sbagliato... perverso.
La bestia ha gli occhi azzurri, azzurri come i ghiacci eterni.
Non puoi scappare, quando te ne renderai conto sarà ormai troppo tardi... se sopravvivi non sarai più lo stesso.
Dove si trova il segno che separa il genio dal folle? Forse è da ricercarsi nei confini di quella foresta.
-Avevo già caricato questa storia, ma era, diciamocelo, poco leggibile e davvero sgradevole... ho fatto del mio meglio per aggiustarla, correggerla e, sì, anche modificare e aggiungere alcune parti.-
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Personaggi: Nicole Haught; Wynonna Earp; Waverly Earp; Doc Holliday; Xavier Dolls; Jeremy Chetri; Personaggi Originali.
Coppie: Nicole Haught/Waverly Earp; Wynonna Earp/Doc Holliday.
Tag aggiuntivi: Esperimenti genetici (freeform) su Umani e Animali; G!P; Licantropia; Chimere.
Genere: Avventura, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Foresta degli Orrori '
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XXI
Luna Piena





 

Nicole sentì l’adrenalina scorrere in enorme quantità nel suo corpo. I suoi sensi si amplificarono e il suo occhio destro riuscì ad avere quasi la stessa potenza del sinistro; riuscì persino a vedere la goccia di sudore che stava per formarsi sulla fronte di Henry. Poté distinguere chiaramente i tre cuori nella stanza; quello di Waverly batteva più lentamente. Riuscì persino a sentire i respiri delle persone che erano nella macchina, fuori dalla proprietà. Non parlavano; distinse però il fruscio dei vestiti e il rumore delle loro armi; qualcuno digitava sulla tastiera di un computer.

Stava salutando Waverly quando Wynonna le aveva chiamate, e ormai il sole era tramontato: doveva fare in fretta, non c’era più tempo. La massima potenza l’avrebbe raggiunta quando la luna sarebbe stata in mezzo al cielo, allora, né uomini né macchine avrebbero potuto fermarla: sarebbe stata invincibile.

«Nicole, il tuo corpo... brucia!» constatò Wynonna, sciogliendo l’abbraccio. La guancia destra, che era stata a contatto con quella di Nicole, scottava quasi come quando si prende qualcosa dal forno, senza guanti.

La luna piena cominciava a fare effetto sul suo DNA, risvegliando cellule e processi chimici all’interno del suo corpo.

«Rimanete in casa», li pregò Nicole mentre la sua voce diventava bassa e profonda... non sembrava più neppure la sua.

«Cosa ti sta succedendo?» chiese Wynonna. La donna che aveva davanti, all’improvviso, non sembrava più la stessa Nicole che aveva avuto dinanzi fino a un minuto prima.

«Fate come dico!» ringhiò Nicole; fu un ringhio vero, come quello di una fiera.

Istintivamente, Henry si avvicinò alla moglie per proteggerla da un eventuale pericolo.

«Va tutto bene, Doc. Abbi cura di te, Nicole...» mormorò Wynonna, sfiorandole il braccio.

La donna stava per uscire, quando si bloccò. Si sbottonò la camicia e se la tolse, rimanendo solo con una canottiera nera. Si inginocchiò davanti a Waverly e le pose l’indumento rosso e nero sotto la testa, le fece una carezza sui capelli e la osservò.

«L’odore ci permette di rivivere intensamente qualcosa; ci permette, se lo vogliamo, di non dimenticare», disse, con una voce che non era più la sua.

Si rialzò.

«Addio, amici miei.»

«Nicole...» Wynonna mosse un passo verso di lei, ma la donna si stava giù richiudendo la porta alle spalle.

«Perdonaci, se puoi...» sussurrò.


Nicole uscì nell’aria fresca della sera. All’orizzonte c’era ancora l’ultimo rischiaro di sole, mentre dalla parte opposta un altro chiarore: la luna.

Non ho niente da perdonarvi, pensò. Mi chiedo se voi perdonerete me, quando scoprirete i segreti che non sono riuscita a rivelarvi. Troppi segreti... una vita di menzogne...

Guardò verso il furgone parcheggiato nel cortile. Gli abbaglianti le impedivano di vedere all’interno, ma non aveva bisogno di vedere: sentiva ogni cosa.

Le portiere si aprirono e tre uomini vestiti di nero, armati di grossi fucili, scesero puntando le armi.

Dall’auto scesero anche un ragazzo, con indosso un camice bianco, e l’uomo dalla pelle scura che Nicole aveva incontrato all’ospedale.

«Agente speciale Xavier Dolls. Nicole Haught, sei invitata a seguirci. Se opporrai resistenza, apriremo il fuoco», la informò l’uomo, diretto e conciso.

Nicole si avvicinò lentamente, tenendo le mani alzate, per non dare loro motivo di sparare contro la casa.

«Molto bene», approvò l’uomo.

Nicole sperò facessero in fretta, cominciava a sentire dolore: la sua parte umana lottava contro la bestia.

«Verrai riportata nel tuo habitat. Al di fuori di quella regione, sei considerata troppo pericolosa per il genere umano e animale», la informò Dolls, senza muoversi.

Nicole cominciò a sudare; presto avrebbe perso il controllo.

«Veloce...» gracchiò, cercando di rimanere lucida.

L’uomo fece un cenno ai tre uomini armati, i quali cominciarono ad avanzare verso Nicole, lentamente e pronti a sparare.

La donna sentì un dolore acuto al petto e cadde ringhiando sulle ginocchia.

«Veloce!» supplicò, con voce innaturale. Doveva dire loro di immobilizzarla e renderla inoffensiva, ma le parole, semplicemente, non affiorarono alle labbra. Aveva aspettato troppo e la luna sorgeva troppo velocemente.

Il tormento era fortissimo: ogni cellula del suo corpo sembrava avvolta dalle fiamme, e più lei contrastava la trasformazione, più il dolore cresceva d’intensità.

Urlò e ringhiò di dolore. Stava impazzendo.

«Argento!» gridò, con l’ultimo briciolo di coscienza umana, poi si arrese: non poteva più combattere.

L’ultimo pensiero razionale andò a coloro che erano all’interno della casa: pregò con tutta se stessa che restassero dentro... e che fosse sufficiente.


 


 

Dalla finestra della cucina, Wynonna e Henry videro Nicole strappare i vestiti e trasformarsi in un gigantesco essere; qualcosa che avevano imparato a riconoscere come una chimera, anche se appariva omogenea, fisicamente.

«Miseria! E’ il lupo rosso che ho visto nella foresta...!» esclamò Henry, senza fiato. «Nicole è il lupo che ho incontrato alla prima uscita! Ecco perché il suo occhio mi ricordava quella creatura...» ragionò.

Wynonna non riuscì a dire nemmeno una parola. Non poteva a credere ai suoi occhi. Una parte di lei - la più grande - rifiutava totalmente il pensiero.

Henry lasciò una delle stampelle e mise un braccio attorno alle spalle di sua moglie. Wynonna tremava, forse di paura, forse di rabbia, lui non avrebbe saputo dirlo con certezza.

«Lei è sempre stata...» Wynonna non riuscì a terminare la frase: nel cortile si scatenò l’inferno.


 


 

Il lupo rosso ululò minaccioso al cielo.

«Codice Alpha!» gridò Dolls, estraendo una strana pistola dalla cintura. Sembrava uscita da un film di fantascienza degli anni ‘8o o ‘9o.

Il lupo si rivolse agli umani che aveva di fronte, mostrando le zanne aguzze e grondanti di saliva. Nei suoi occhi azzurri sembrò materializzarsi uno sguardo sadico e divertito. Ma erano solo gli occhi ferini di una bestia senza ragione, emozioni o sentimenti.

Nicole aveva mentito: il suo unico pensiero non era mangiare... ma uccidere.

Ringhiò e si lanciò verso i tre uomini armati.

«Fuoco!» urlò uno di loro, prendendo la mira su Nicole.

I proiettili non scalfirono nulla.

«Cessate il fuoco!» ordinò Dolls, cercando di prendere la mira sulla bestia: c’era il rischio che i proiettili colpissero qualcuno, rimbalzando a quel modo.

Il lupo puntò nella direzione di uno dei tre uomini, che si erano divisi.

Dolls sapeva di dover colpire la bestia, ma non poteva ucciderla e non poteva nemmeno rischiare di ferire uno dei suoi uomini, dal momento che non aveva una visuale pulita. La situazione aveva preso una piega che non si aspettava. Perché non era stato avvertito che la donna poteva perdere il controllo? Secondo le sue informazioni, quella chimera controllava a sua scelta la forma da assumere, essendo un licantropo e non un lupo mannaro.

L’uomo scelto come preda correva al massimo della sua velocità, ma era del tutto inutile: il lupo era molto più veloce di lui; se non l’aveva ancora catturato, era solo perché stava giocando.

«Devi portare la carica al 75%, altrimenti quello ci ammazza tutti!» strillò il ragazzo vestito da scienziato, che si era nascosto sotto il furgone.

«Dolls! Signore!» supplicò uno degli uomini, mentre seguiva con lo sguardo l’inseguimento del compagno.

«Mantenete la calma!» ordinò, maneggiando la strana pistola che aveva in mano. «Jeremi, maledizione! Dovevi darmi prima quest’informazione!»

La chimera si era stufata di giocare: aumentò la velocità e, quando fu a pochi metri dalla sua preda, saltò, un salto incredibilmente alto e lungo.

Fu schiacciato. Il colpo gli aveva rotto diverse ossa e ora stava soffocando sotto il peso della bestia.

«Maledizione! Perez!»

I due soldati presero a correre nella direzione del loro compagno a terra.

Il lupo chiuse fra le zanne la testa dell’uomo e, senza sforzo, la separò dal resto del corpo.


 


 

Wynonna urlò d’orrore. Non riuscì a credere di aver assistito alla morte di un essere umano, una morte violenta e crudele... una morte inutile. Non riuscì a credere fosse stato per mano di Nicole.

«Non guardare...» mormorò Henry, stringendo più forte il braccio attorno alle spalle della moglie.

In guerra si vedono molte cose, cose che nessuno dovrebbe mai vedere. Ma quello non era un campo di battaglia e il nemico era la loro amica Nicole, che senza esitazione aveva tolto la vita a un altro essere umano.

«Perché lo fai...?» mugugnò Wynonna, incapace di accettare quello che stava vedendo. «Ferma!» ordinò, mentre Nicole abbandonava il cadavere e si concentrava sulla prossima vittima.


 


 

Dall’essere provenne un ringhio che sembrò loro una risata.

«Al riparo! Attacca di nuovo!» avvertì Dolls, per mettere in guardia i sottoposti.

Il lupo osservò l’uomo con la pelle scura; ma, dopo aver annusato l’aria, decise di non essere interessato a lui.

Un uomo aveva cominciato a correre, in cerca di un rifugio. Puntava verso la porta della casa, mentre l’altro soldato rimaneva immobile, incapace di staccare gli occhi dal corpo senza vita del suo compagno.

La creatura ignorò l’uomo fermo e cominciò a inseguire quello che correva: una preda in movimento è più interessante di una ferma.

Lo raggiunse quando fu solo a pochi metri dal portico. Gli afferrò un braccio e, con un movimento poderoso della testa, lo lanciò in aria.

L’uomo atterrò malamente al centro del cortile, ma subito si rimise in piedi e riprese a correre, anche col braccio destro che penzolava inerme.

Il lupo gli diede qualche secondo di vantaggio, poi ricominciò a inseguirlo. Era chiaro stesse giocando.

Dolls prese a colpire la pistola che aveva in mano.

«Dannazione!»

«Qual è la percentuale?» chiese il ragazzo, che aveva chiuso gli occhi quando il lupo aveva cominciato ad attaccare.

«E’ al 35%!»

«Non basta neanche a fargli il solletico! Al 75%, forse, oltrepasserà l’epidermide...»

«I miei uomini stanno morendo! Dannazione!»

«Non doveva andare così, tutto questo non ha alcun senso! Nicole Haught non avrebbe dovuto attaccare gli umani!»

«Perché lo sta facendo?!»

«Non ne sono sicuro, però penso abbia a che vedere con la luna piena.»

«Cosa? E’ possibile che...» Le domande di Dolls furono interrotte dalle urla del uomo che la chimera stava inseguendo... e che ora stringeva fra le zanne.

«Ti prego! Lasciami! No, no, no!» strillò, cercando di liberarsi. Ma più lui si agitava, più le zanne penetravano nella carne e la laceravano.

Mollò la presa, ma solo per addentare la gola e strappargli via la trachea.


 


 

Waverly riprese i sensi. Le ci vollero alcuni secondi per riordinare le idee, poi ricordò tutto.

«Nicole!» esclamò, tirandosi su.

Sentì delle urla strazianti provenire dal cortile. Stava per aprire la porta quando Wynonna e Henry uscirono dalla cucina.

«Ferma!» imposero.

«Che diavolo sta succedendo là fuori? Dov’è Nicole?!»

Wynonna e Henry si scambiarono uno sguardo terrorizzato.

«Dov’è Nicole?!» chiese ancora, sovrastando le urla.

«E’ là fuori. E’ la causa di tutto questo», rivelò Henry, chinando la testa e scuotendola.

Waverly sentì che il cuore batteva troppo forte nel suo petto, avrebbe potuto saltar fuori da un momento all’altro.

«Cosa vuoi dire...?»

«Nicole è il lupo rosso. Lei... lei sta... Cazzo!», fu tutto quello che Wynonna fu in grado di replicare.

«Si è trasformata? Devo fermarla!» annunciò Waverly, che improvvisamente aveva una visione chiara.


La ragazza aprì la porta e corse fuori prima che sua sorella potesse afferrarla.«Nicole! Basta!» ordinò Waverly, uscendo di corsa inseguita da Wynonna, che le gridava di fermarsi.

Le bastarono pochi secondi per accorgersi del sangue che allagava il cortile. Lo stomaco si rigirò, ma represse i conati per concentrarsi su Nicole.

Il lupo uccise il terzo uomo. Quello non aveva fatto nulla per scappare o difendersi: era rimasto paralizzato dalla paura e dall’orrore.

«Nicole, dannazione! Ora basta!» gridò ancora, avvicinandosi al lupo. «Che diavolo stai facendo?!»

L’animale si voltò a guardarla, incuriosito.

Wynonna cercò di inseguire la sorella, ma Henry la fermò.

«Sei impazzito? Lasciami andare!» gridò, cercando di liberarsi.

«Ormai siamo allo scoperto: se iniziamo a correre e ad agitarci verremo attaccati. Muoviti lentamente», le rispose, ragionevole.

Wynonna dovette usare tutto il suo autocontrollo per mettersi a camminare dietro a Waverly, la quale era sempre più vicina a Nicole.

«State indietro!» ordinò Dolls, che aveva avuto bisogno di alcuni secondi per rendersi conto di quello che stava succedendo.

Il lupo ringhiò e cominciò a trottare verso Waverly.

La ragazza rimase ferma. Aveva paura, tanta paura, ma correre era la cosa più stupida che potesse fare in quel momento.

Il lupo era a soli pochi metri da lei.

«Oh, no... ti prego...» mugugnò Wynonna, bloccandosi.

Il lupo rallentò la corsa mostrando le zanne.

«Ora fermati, Nicole», le chiese Waverly, allungando un braccio verso le zanne; un gesto assolutamente folle.

Il lupo non morse la mano di Waverly, la annusò. Poi, senza preavviso, saltò e atterrò su di lei.

Ci furono imprecazioni e urla d’orrore.

«Nicole!» esclamò Waverly, mentre il lupo la annusava e cominciava a leccarle la faccia come un cane. Non l’aveva atterrata con le zampe, ma con la vaporosa pelliccia del petto.

«Ma che diavolo?!»

Tutti i presenti - compreso Jeremi, che aveva riaperto gli occhi - erano increduli: la belva sanguinaria, ora, giocava come un cucciolo...

Fissarono la scena incapaci di muoversi e respirando piano, come se avessero paura di rompere la magia.

Waverly carezzò la pelliccia macchiata di sangue mentre il lupo continuava a leccarle la faccia, agitando la coda.

«Va tutto bene, Nicole. Grazie di esserti fermata.»

Dolls distolse l’attenzione dalla scena e guardò il monitor della pistola: 79%.

Prese la mira e sparò.

Il lupo guaì e ululò di dolore. Pochi istanti dopo cadde a terra, al fianco di Waverly, e tornò umano.

«Che cosa gli hai fatto?» inquisì Waverly, guardando l’ago ancora conficcato nella pelle nuda di Nicole.

«Sta solo dormendo», rispose l’uomo, chinandosi per controllare.

«Waverly!» Wynonna corse da sua sorella, si inginocchiò e l’abbracciò.

«Non è cattiva, semplicemente non poteva controllarsi...» spiegò. «Non voleva fare del male a nessuno...»«Aiutami a metterla sul furgone», ordinò Dolls, rivolgendosi al ragazzo che stava finalmente uscendo da sotto il mezzo.

«Aspetta!» Wynonna si alzò in piedi, mettendosi fra Nicole e l’uomo. «Permettimi di vestirla. Non lascerò che tocchiate il suo corpo nudo, non la violerete così!»

Dolls mosse un passo verso Wynonna, guardandola dritta negli occhi.

«Qua attorno ci sono tre corpi dilaniati! Corpi di figli, fratelli, padri e mariti, che non vedranno mai più i loro cari, e tutto ciò a cui riesci a pensare è il pudore del responsabile di questa carneficina?!»

«La colpa è vostra!» intervenne Waverly. «Se l’aveste lasciata in pace sarebbe corsa lontano, l’avrebbe fatto per non fare del male a nessuno! Le tue mani sono sporche di sangue almeno quanto le sue!»

«Tu lo sapevi!?» gridò Dolls, furioso. «E sai anche perché non ti ha attaccato!?» inveì ancora, avvicinandosi minacciosamente a Waverly.

«Sta’ lontano da mia sorella!» Wynonna spinse via l’uomo. «Anche tu sei stato ignorato, come lo spieghi?!» gridò, diventando sempre più aggressiva e protettiva.

«Questi non sono affari tuoi.»

«Non mi ha attaccato perché... perché sono sua: qualcosa da proteggere», rispose Waverly, guardando Nicole. «Probabilmente non avrebbe attaccato neppure mia sorella e suo marito: ci considera il suo branco...»

«E questo che vorrebbe dire?! Fatevi da parte!»

«Ragazzi, ehi! Per favore, cerchiamo di ragionare», propose il ragazzo, tentando di non guardare né i cadaveri né il corpo nudo di Nicole.

«Rimani al tuo posto», ordinò Dolls.

«Lasciale fare, Xavier. E’ pur sempre una donna; non possiamo toccarla contro la sua volontà... sopratutto perché siamo due uomini, e lei è... incosciente e nuda...» protestò Jeremi, continuando ad avanzare.

«Grazie», fece Wynonna, secca, mentre studiava il ragazzo senza capire cosa davvero ci facesse lì.

«I mostri non meritano questo trattamento», sputò Dolls, allontanandosi però di qualche passo.

«L’unico mostro sei tu!» gridò Waverly, arrabbiata.

«Prima di andare via, ho bisogno che tu mi dica delle cose. E’ per la sua sicurezza e per la nostra», disse Jeremi, avvicinandosi a Waverly.

La ragazza annuì, decidendo di fidarsi di quel ragazzo gentile.

«Mentre porto via loro», cominciò Dolls, indicando i cadaveri, «voi rivestitela. Se provate a farla scappare, vi troverò e vi ucciderò tutti.»

«Resto con loro. Non faranno nulla», promise Jeremi.

Dolls lo guardò per alcuni secondi, poi: «La minaccia è valida anche per te, sai che non scherzo.»

Il ragazzo annuì con veemenza.

 


 

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Dolls aveva caricato tutti i corpi e le loro parti sul retro del furgone.

Lanciando un’ultima occhiata al gruppo, si allontanò dalla proprietà.

Era diretto in un punto isolato dove incenerire i corpi: nessuno doveva sapere della loro morte, tranne i suoi diretti superiori. Non gli piaceva l’idea, ma quella era la politica del Black Badge.

 


 

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Waverly e Wynonna trasportarono in casa il corpo di Nicole.

Dopo averla lavata, vestita e messa sul divano, tutti si riunirono nel salotto.

«Cosa c’era in quella siringa, cosa le avete iniettato?» inquisì Wynonna.

«Argento liquido a medio basso... Non importa... Sappiamo essere l’unica sostanza che può fermare... um... quelli come lei», rispose Jeremi.

«Come sapevate di lei?» chiese Waverly, accarezzando i capelli di Nicole.

«Non posso rispondere.»

«Cosa volete da lei?»

«Non posso rispondere.»

«Chi siete?» continuò, decisa a non arrendersi.

«Non posso rispondere», ribadì, per la terza volta.

«Hai intenzione di rispondere così a tutto?» sbottò Wynonna, minacciosa.

«Mi dispiace, ma davvero non posso. Ora devo fare io qualche domanda, se posso...»

«Cosa vuoi sapere?» chiese Wynonna, senza perdere del tutto la nota minacciosa.

«Penso parlerò con la ragazza: lei sembra saperne di più», replicò Jeremi.

«Dimmi...»

«E’ mai capitato che perdesse il controllo, come questa sera?»

«Non la conosco da molto tempo. Sono stata con lei per qualche giorno e per due settimane è rimasta in coma.»

«Hai detto che voleva andare via per non fare del male a nessuno. Quindi sapeva che c’era la possibilità che perdesse il controllo?»

«Da quello che ho capito, succede quando c’è la luna piena: non può contrastare il processo in alcun modo.»

«Perché ha massacrato tutti quelli che incontrava senza ritegno, mentre a te ha riservato delle feste, come quelle di un cane domestico?»

«Ho già risposto a questo: sono sua. Ci considera il suo branco», ribadì.

«Su quali basi? Voglio dire, se non ha più coscienza di sé, come ha fatto a riconoscerti?»

«Come fanno gli animali a comunicare tra loro, a riconoscere l’amico dal nemico? Con i suoni, con l’odore. E’ una questione di chimica.»

«Sei una... Non lo so, cosa sei?»

«Sono un’antropologa e una zoologa, fra le altre cose», rispose Waverly, senza smettere di carezzare i capelli di Nicole.

«Ho capito. La luna piena dura due, tre giorni...» rifletté lui, ma il discorso fu interrotto.

Nicole cominciò ad agitarsi nel sonno.

«Cosa le succede?» chiese Wynonna, mentre Jeremi si allontanava, terrorizzato.

«Nicole, sono io, va tutto bene», sussurrò Waverly.

«Portiamola fuori! Se si trasforma in casa farà del male a sé stessa e a noi», propose Doc.

Wynonna e Waverly si guardarono, annuendo.

Presero Nicole, che continuava a dimenarsi, e la portarono sul portico.


 


 

Dolls rientrò nella proprietà degli Earp e notò che erano tutti fuori.

«Che sta succedendo?» indagò, scendendo dal furgone.

«Non ne sono sicuro, ma penso dipenda dal fatto che la luna sia sempre più alta nel cielo», rispose Jeremi, allontanandosi da Nicole.

Estrasse una siringa dalla tasca del giubbotto.

«Le inietterò un’altra dose.»

«No, potrebbe ucciderla.»

«Correrò il rischio.»

«No!» gridò Waverly, mettendosi a difesa di Nicole.

«Spostati o ti sposto io», minacciò Dolls.

«Attento a come parli a mia sorella!» intervenne Wynonna.

«Togliti!» ordinò Dolls, che si era accorto del risveglio di Nicole. Spinse via Waverly, facendola cadere a terra.

Wynonna stava per colpirlo, ma Nicole fu più veloce: con gli occhi che brillavano di blu, si avventò sull’uomo e lo scaraventò a diversi metri di distanza.

«Non toccarla!» ringhiò.

«Nicole!» esclamò Waverly, correndo verso di lei.

«Va tutto bene, piccola?» s’informò, prendendola tra le braccia.

Wynonna e Henry rimasero immobili: sapevano che Nicole non avrebbe fatto del male alla giovane. Ma a loro? Waverly aveva la sua tesi, ma era meglio non mettere alla prova la fortuna.

Dolls rimase a seduto a terra, non riuscendo a credere all’ennesimo cambiò di comportamento della donna dai capelli rossi. Presto riprese il controllo e tornò all’attacco con la siringa in mano.

«Cosa pensi di fare con quella?» ringhiò Nicole, girando su se stessa in modo da avere Waverly dietro di sé.

«Farò in modo che tu non faccia più del male a nessuno», rispose Dolls, continuando ad avanzare.

«A chi ho fatto del male?» chiese Nicole, disorientata. Ma Dolls che si avvicinava era un problema maggiore, quindi cambiò soggetto: «Non riesco a trasformarmi, se è questo che ti preoccupa: qualcosa mi blocca.»

Dolls non ascoltò e continuò ad avanzare verso Nicole. Quando fu a pochi centimetri da lei, alzò la siringa, pronto a colpire. Ma Nicole afferrò il braccio dell’uomo e lo storse, fino a quando non lasciò cadere la siringa, che fu prontamente recuperata da Waverly.

«Dammela!» ordinò, mentre Nicole lo lasciava andare.

«Lasciala stare! Sei venuto per me, giusto? Allora prendimi e lascia in pace la mia famiglia!» ringhiò.

In risposta, Dolls le sferrò pugno sullo zigomo.

Waverly, Wynonna e Henry non si aspettavano di vederla volare in aria, come fosse stata colpita da un treno in corsa.

Nicole si rialzò, ringhiando; i suoi occhi brillavano sempre di più di quel loro bestiale azzurro.

«Hai fatto una cosa davvero stupida...» mugugnò Henry.

Dolls prese a correre verso la donna, rassicurato dal fatto che non si fosse ancora trasformata.

«Fra poco la luna sarà al centro del cielo, stupido! Perché vuoi farti uccidere?» guaì Nicole, mentre la sua voce cambiava appena.

Dolls non rispose e continuò ad avanzare, minaccioso.

«Non voglio farti del male!» quasi lo supplicò.

«Non vedi che si è arresa? Fermati, Xavier! Ci farai ammazzare tutti!» gli urlò Jeremi.

Dolls, che era a pochi passi da Nicole, aumentò la velocità, pronto a colpirla ancora.

«Stupido!» ringhiò, correndo anche lei contro di lui, intenzionata a fermarlo.

L’impatto fra i due corpi fu assordante. Waverly non poté fare a meno di ripensare allo scontro tra Nicole e il lupo nero.

«Neppure lui è umano...» constatò Wynonna, seguendo lo scontro fra Dolls e Nicole.

I due si colpirono a vicenda con calci e pugni. Dolls sembrava in vantaggio, ma Nicole non aveva intenzione di mollare.

«Mi sono consegnata, e tu vuoi ancora lottare? Sei uno stupido!» ringhiò. Era sofferente, perché il suo corpo lottava contro tre avversari: Dolls, qualcosa che le impediva di trasformarsi e la luna piena.

Dolls approfittò dell’attimo di distrazione di Nicole e le diede una violenta ginocchiata allo stomaco; lei cadde a terra, ringhiando dal dolore. Ma a Dolls non bastò e la prese a calci in volto.

«Fermati!» gridarono Waverly e Wynonna, correndo per arrestare la sua furia.

Dal naso e dalla bocca di Nicole colavano rivoli di denso sangue scuro; quell’uomo era dotato di una potenza incredibile.

«Ci penso io!» annunciò Jeremi.

Tutti, tranne Nicole, si voltarono verso di lui: il ragazzo indossava quella che sembrava una maschera antigas e in mano aveva uno strano oggetto tondeggiante.

Dolls si allontanò immediatamente da Nicole, correndo verso il furgone.

«Mi dispiace...» mormorò Jeremi, lasciando cadere a terra la sfera.

Prima che qualcuno potesse capire cosa stesse succedendo, il cortile fu immerso da una nebbia verde; Waverly, Nicole, Wynonna e Henry persero i sensi.

  
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