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Autore: KlarolineShipper    03/03/2021    0 recensioni
Davina riporta Camille in vita dopo 7 anni, e Klaus si troverà a fare una scelta diviso tra la donna che ama e la donna che pensava di aver amato.
Manderà in fumo sette anni di relazione con Caroline, facendosi influenzare da chi lo circonda?
Ci saranno conseguenze per le sue azioni e scoprirà un importante segreto
Una mini storia di 8 capitoli con angoscia e tanto dramma prima di arrivare al finale.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Katherine Pierce, Klaus, Mikael, Rebekah Mikaelson, Stefan Salvatore
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Caroline aveva insistito per trascorrere l'ultimo mese di gravidanza nel cottage di suo padre, nonostante Stefan e Damon l'avessero supplicata di andare a vivere con loro. Katherine aveva tentato invano di convincerla che andare dai Salvatore fosse la scelta migliore, in quanto aveva maggiore spazio e soprattutto era lì che stavano allestendo la stanza della bambina. Ma Caroline voleva continuare a restare lontana da occhi e da orecchie indiscrete, soprattutto perchè Stefan l'aveva avvisata che Rebekah lo stava tartassando di messaggi da settimane.


Caroline amava Rebekah come una sorella e si sentiva in colpa per essere scomparsa dalla sua vita da un momento all'altro senza nemmeno un messaggio, ma Rebekah era la sorella di Klaus, e nonostante avesse complottato per ucciderlo e avesse chiamato Mikeal due volte a dimostrazione di ciò, tendeva a perdonarlo e a dimenticare il male che lui faceva. E non poteva sopportare di avere vicino a lei delle persone che patteggiavano per Klaus. Immaginava che la bionda originale avesse avviato una squadra di ricerca due volte più apprensiva di quella di Klaus, e immaginava che presto l'avrebbe trovata, perchè checché se ne dica, Rebekah Mikealson era peggiore di Klaus ed Elijah insieme quando perseguiva un obiettivo.

Stava prendendo un libro dalla piccola biblioteca che aveva costruito per sua madre quando stava morendo, quando si sentì improvvisamente bagnata tra le gambe. "O merda" esclamò rilasciando il libro che cadde a terra con un tonfo "KATHERINE" urlò iniziando ad iperventilare.

Katherine vampirizzò nella stanza e notò la pozza d'acqua ai piedi di Caroline, sospirò per la drammaticità della sua  frizzante amica bionda e prese il cellulare in mano, ignorando gli sguardi assassini di Caroline "Si sono rotte le acque di Caroline, ma ci vorrà ancora del tempo, soprattutto perchè non sembra essere per nulla coraggiosa nonostante il suo vampirismo"

"Puttana" sibilò Caroline mentre iniziava a sudare freddo. Katherine era tranquilla come se fosse un'attività quotidiana e Caroline si rimangiò mentalmente tutte le belle cose che aveva pensato su Katherine.

"Sì Bonnie devi fare l'incantesimo entro qualche ora se vuoi riportare la mia brutta copia tra i vivi" Katherine ignorò l'insulto di Caroline e continuò a guardarsi le unghia mentre ascoltava Bonnie dall'altro capo del telefono "No, non c'è bisogno che tu venga in ospedale, sarà un parto naturale perchè il vampirismo di Caroline rimarginerebbe la ferita rapidamente".

"Devi prendere il mio borsone e portarmi in ospedale" urlò Caroline furiosa, facendo sospirare Katherine drammaticamente.

"Puoi farmi raggiungere da Stefan ed Enzo, sì" sbuffò Katherine mentre si accingeva a prendere le cose che Caroline aveva meticolosamente ordinato per settimane. "La porto io" concluse prima di staccare la chiamata.

"Le mie acque si sono rotte, o almeno credo. Potresti fingere che ti importi?" chiese Caroline furiosa.

"Le tue acque si sono rotte, a meno che tu non abbia urinato su te stessa. E mi importa ma farsi prendere dal panico non porta a nulla. Qui non hai genitori cattivi che ti portano via tuo figlio per salvarti dalla vergogna, nè partorirai in questa baita di legno. Quindi fai respiri profondi e andiamo in ospedale, non sembri in travaglio" aggiunse per tranquillizzarla, prima di aiutarla a raggiungere la macchina.

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Elena aprì gli occhi e a parte il comodo letto sotto al suo corpo, vide gli occhi color nocciola della sua migliore amica. "Bonnie?" chiese sorpresa mentre le lacrime iniziavano a rigarle il volto.

"Sono felice di vederti" esclamò la strega stringendola in un abbraccio.

"Lo siamo tutti" sbottò Enzo arrabbiato. Damon aveva deciso di seguire Stefan perchè aveva paura che l'incantesimo non funzionasse o richiedesse più tempo, quindi preferiva aspettare in sala d'attesa in ospedale piuttosto che sulla soglia della sua camera da letto. "Ma adesso dobbiamo andare in ospedale, Caroline ha partorito o sta partorendo un bambino miracoloso" aggiunse mentre Elena sbarrava gli occhi confusa.

"Ha preso la cura?" domandò sorpresa Elena mentre accettava la mano di Bonnie per alzarsi dal letto.

"Questa è una lunghissima storia e te la racconterò mentre voliamo a Richmond, che era più vicino rispetto al nostro ospedale. Inoltre Caroline ha scritto centinaia di diari in questi dieci anni" spiegò Bonnie mentre Elena si bloccava sui suoi passi. Aveva sperato che fosse molto di meno che dieci anni, ma almeno avrebbe rivisto Matt, Jeremy e soprattutto Bonnie. Bonnie si voltò verso Elena e le diede un sorriso rassicurante "Abbiamo fatto il possibile per riportarti indietro, ma le cose erano solo un pò più complicate da gestire, ti riassumerò tutto in breve, ma andiamo, Katherine non è esattamente la mia persona preferita, e attualmente solo lei, Stefan e Damon sono lì".

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Caroline sapeva di non essere stata lucida per la maggior parte del tempo. Aveva insultato Klaus e Katherine ad intervalli continui, il primo colpevole di averla messa incinta e averla abbandonata, la seconda semplicemente perchè non faceva nulla per alleviare il suo dolore. Katherine le aveva risposto a tono per tutto il tempo, e i battibecchi tra le due aiutavano Caroline a respirare con più constanza oltre a distrarla dal dolore. Riuscì anche a sentire un cenno di apprezzamento da parte dell'infermiera verso Katherine, mentre la bruna si vantava del fatto che conosceva molto bene la sua migliore amica.

Fu solo ore dopo, quando sentì il debole piagnucolio e diede la sua ultima spinta che la furia e il dolore nel suo corpo lasciarono spazio all'emozione di tenere una nuova vita in braccio. Katherine aveva preso la bambina e l'aveva messa tra le sue braccia, mentre l'infermiera chiedeva il nome e il cognome da inserire nella cartella, prima di ripulirla. Caroline guardò la bambina e non esitò un attimo. Sapeva sin da quando le era stato comunicato che era una bambina il nome che le avrebbe dato.

"Elizabeth" pronunciò guardando il fascio tra le sue braccia.

"Il cognome?" chiese l'infermiera finendo di scrivere il nome.

Caroline sbarrò gli occhi e guardò Katherine prima che gli occhi le si riempissero di lacrime. "Io non so che cognome darle. Non voglio che sia una Mikealson, ma lo è, e sarà una strega. O mio Dio. E se mi odiasse per averla tenuta lontana dalla sua famiglia? E se preferisse essere una Mikealson? E se fosse un lupo? Io non so cosa fare" esclamò Caroline in preda al panico.

Katherine soggiogò l'infermiera ad andare via e a pensare di avere tutti i dati. Poi prese la bambina tra le braccia di Caroline e la diede ad un'altra infermiera per lavarla e vestirla e si voltò verso Caroline. "Sei una Forbes, un vampiro forte e una persona meravigliosa. Tua figlia sarà fortunata ad averti come madre e potrai scegliere ciò che vuoi, ma scegli quello che ti fa bene, non quello che un domani molto lontano potrebbe comportare per la bambina. Non darle due nomi, dalle due cognomi, Elizabeth Forbes Mikealson, lascia che sia lei a scegliere, e sorridi perchè hai appena tenuto tra le tue braccia tua figlia".

Caroline ascoltò le parole di Katherine con emozione. Era riuscita a dirle parole bellissime e a confortarla allo stesso tempo. Aveva appena partorito e dato alla luce una creatura meravigliosa, ma aveva anche avuto l'aiuto di Katherine, che anche se non era la migliore amica che decantava di essere, era stata fondamentale negli ultimi mesi.

"Elizabeth Katherine Forbes Mikealson" la corresse. E potè giurare di aver visto un lampo di emozione negli occhi della bruna.

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Klaus stava ascoltando il divagare di Camille quando in un impeto di rabbia prese un bicchiere e lo lanciò dall'altra parte della stanza.

"Sono stufo di sentirti parlare. Sono stufo dei tuoi divagare. Camille, sono stufo di te e una parte di me, molto grande, avrebbe preferito che restassi morta" sbottó Klaus lasciando la bionda senza parole. Ma Cami aveva la strana capacità di capire e accettare tutto, scoppi di rabbia inclusi.

"Non è colpa mia se Caroline è andata via, se ti avesse amato veramente non se ne sarebbe andata. So che hai disturbi di rabbia e problemi di abbandono, ma non ti lascerò anch'io. Quindi non trattarmi così Klaus" Camille si alzò dal divano e lo guardó con cipiglio severo.

"Non ho alcuna sindrome dell'abbandono Camille. E puoi andartene e non tornare mai più, non mi importa di te. Eri la mia terapista e ti usavo perché non mi fidavo di nessuno qui a New Orleans. Ti ho soggiogata per non avere paura di me e ti ho usata per diventare re. Ma non significhi niente per me e devi smetterla di psicanalizzare chi non te lo chiede, risulti fastidiosa. E penso che ti occorra un altro master considerando la tua incapacità di capire cosa mi affligge" Klaus smise di camminare e si voltò verso di lei con tono minaccioso. "E non osare mai più pronunciare il nome di Caroline".

"Quindi è così? Dovrei temerti perché mi stai minacciando? Klaus smettila di essere ipocrita. Il problema è che odi il fatto che non puoi tenere tutto sotto controllo. Lei è andata via e non sai dove si trova. E so che stai così perché Hope ne sta soffrendo ma-" in pochi secondi le mani di Klaus erano sporche di sangue. Il cuore di Camille era tra le sue mani. Camille lo implorava con gli occhi di non ucciderla. Finalmente stava zitta e aveva paura di lui. Aveva smesso di blaterale le sue teorie, e Klaus si sentì felice.

La porta si spalancó e Kol guardó da Klaus a Camille terrorizzato. La mano di suo fratello era ancora nel petto di un'agonizzante Camille. E i suoi occhi lampeggiavano d'oro.
"Nik non ucciderla" la voce di Kol era insolitamente calma. Non aveva mai visto la furia di Klaus se non dopo aver saputo che Katerina Petrova era scappata. E vederla rivolta verso Cami, fece capire a Kol che se avesse dato un ordine o alzato la voce, la migliore amica di sua moglie sarebbe morta.

"Perché dovrei farlo? Almeno adesso tiene la bocca chiusa" lo sguardo di Klaus non lasciava gli occhi di Camille. Amava il fatto che avesse paura. Per sette lunghi anni aveva tenuto a bada il mostro, ma Caroline non c'era più e sua figlia lo odiava per questo. Rebekah era andata via e lui non aveva nessuno per cui essere migliore. Caroline gli aveva detto di essere migliore per sé stesso ma dopo quello che aveva fatto, non meritava di essere migliore.

"Nik lasciala andare e ti giuro che non darà mai più fastidio. La costringeró ad andare via, ad avere una vita infelice, le lascerò solo la sua amicizia con Davina. Ma non ucciderla. Era innocente la prima volta che è morta, e anche se il suo sé vampiro era ed è discutibile, lasciala vivere. Sana il debito che hai nei suoi confronti per la sua morte. È un pessimo vampiro, durerà poco senza gli originali a guardarle le spalle. Fidati di me" Kol stava tentando la strada della diplomazia. Non erano tutte bugie quelle che stava dicendo a Klaus, anche se le parole erano un pò dure. Ma se lei fosse morta per mano di suo fratello, sua moglie lo avrebbe lasciato e Kol amava Davina, quindi Cami doveva restare viva.

"E così sia" Klaus tolse la mano dal cuore di Cami e Cami cadde a terra respirando a fatica. "Camille sei libera di andare via. Se ti vedrò passeggiare ancora tra le strade di New Orleans, e se non consegnerai gli oggetti oscuri che hai nuovamente rubato alla mia famiglia quando sei tornata in vita, ucciderò tutti quelli che ami. Non so se iniziare con Davina o con Vincent, ma probabilmente tuo cugino Declan è la scelta migliore. Vive in Galles, vero?" chiese consapevole mentre Camille sbarrava gli occhi terrorizzata.

"Klaus lui è innocente" lo supplicó Camille mentre Kol la tirava in piedi e la teneva lontana dalla furia di suo fratello.

"Pensi seriamente che io uccida i malvagi?" Klaus si lasciò sfuggire una sonora risata, mentre avanzava verso di lei, Kol ancora tra loro. "Uccido per il piacere di vedere delle anime spegnersi davanti ai miei occhi. Uccido perché sono pazzo e mi diverto a vedere gli altri morire. Uccido perché sono annoiato e ho bisogno di un pò di divertimento. Lascia la mia città Camille, o nessuno che conosci vedrà la luce del giorno. E quando tutti saranno morti inizierò a cercare te. E tu non sei Caroline, non sei intelligente la metà di lei, non hai idea di come muoverti o sparire nel nulla. Moriresti per la paura che io ti trovi. Con la tua incapacità di affrontare te stessa, ti ritroveresti a suicidarti perché non sai prendere un suggerimento". Klaus si allontanò e asciugò le sue mani insanguinate sulla giacca che Camille aveva lasciato sul divano. Poi gliela lanciò al volo, mentre la bionda senza dire una parola scappava dal complesso.

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Caroline teneva sua figlia tra le braccia quando Damon e Stefan entrarono nella stanza. Katherine aveva soggiogato tutti per avere una stanza singola e per poter ricevere visitatori sempre, e nel giro di qualche ora avrebbe lasciato l'ospedale e sarebbe tornata a casa, non aveva bisogno di guarire e Lizzie stava bene.

Damon guardò Lizzie con sguardo tenero, uno sguardo che aveva rivolto a poche persone e che fece brillare gli occhi di Caroline per l'emozione "Benvenuta in famiglia, piccola bionda" le disse toccando leggermente la sua testa.

"Famiglia" ripetè Stefan affiancando Damon e spostando lo sguardo da Lizzie a Caroline "Perchè siamo una famiglia Caroline, e se vivrò in eterno con te e Damon, allora voglio che tu sia la parte mancante della nostra famiglia. Una sorella" specificò mentre le lacrime scorrevano libere sul viso della bionda.

Caroline guardò entrambi e vide lo sguardo di amore che stavano riservando a lei e Lizzie. Quando divenne un vampiro, Stefan le aveva assicurato che non sarebbe rimasta sola per l'eternità e che se avesse voluto, lui e Damon sarebbero stati lì per lei. Era stato detto per confortarla, non avevano nemmeno un grande rapporto in quel periodo, ma Caroline si era aggrappata a quelle parole, e sentirsele ripetere era stato veramente bello per lei.

"Volete tenerla?" chiese indicando Lizzie.

Damon fece un passo indietro, lasciando il compito a Stefan. Quella bambina gli piaceva, ma tenerla in braccio sembrava complicato e aveva paura che gli cadesse dalle braccia o la stringesse troppo forte. "Zio Stefan è più capace di me" sorrise a un'inconsapevole Lizzie.

Stefan stava per prendere in braccio la bambina quando la porta si spalancò rivelando Bonnie, Enzo e Katherine. Damon, Stefan e Caroline si bloccarono, ognuno pervaso da sensazioni diverse. Damon non si mosse. Immaginava che Elena potesse essere con loro, ma aveva paura che il piano avesse fallito, Stefan non voleva che questa giornata fosse rovinata da una brutta notizia e Caroline sperava di essere stata utile in qualche modo e di poter riabbracciare la sua migliore amica. Tutti e tre allungarono il collo per cercare di vedere se Elena fosse dietro di loro, ma i loro uditi si sincronizzarono con le voci nel corridoio.

"Ho pensato che non ti avrei rivisto più" stava dicendo Matt. Caroline immaginò di sentire una risposta, ma Damon era vampirizzato fuori dalla stanza alla ricerca di Elena.

"Per rispondere alle vostre domande la nostra doppelganger è viva e vegeta ed è stata riempita rapidamente degli eventi successi in questo decennio, in cui tra parentesi nessuno ha sentito la sua mancanza" Katherine stemperò la tensione come sempre, ma Caroline si voltò verso Bonnie con gli occhi lucidi. Poteva avere entrambe le sue amiche insieme, questo era quanto più potesse desiderare.

"Elena è viva sì, ma a nessuno importa niente. Questa giornata è speciale per altri motivi" esclamò Enzo dirigendosi con ampie falcate nel lato opposto a dove si trovava Stefan, chinandosi a prendere Lizzie dalle braccia di Caroline.

Stefan avrebbe voluto staccargli la testa per aver preso Lizzie senza nemmeno aspettare il suo turno o chiedere il consenso a Caroline, ma la vista di Lizzie, felice e rilassata tra le braccia del vampiro lo calmò. Enzo era uno stronzo, ma sicuramente sapeva farci con i bambini e si prendeva cura delle persone che amava.

Bonnie sorrise alla vista del suo fidanzato che teneva in braccio una bambina, e si avvicinò a Caroline per stringerla in un abbraccio. Katherine l'aveva informata di come era andato il parto e lei si era sentita in colpa per non essere stata affianco alla sua migliore amica. "Sei stata bravissima, e sei raggiante. Sono così fiera di te" disse Bonnie guardando Caroline. 

Caroline le diede un altro veloce abbraccio e poi si alzò dal letto. Ringraziava la guarigione dei vampiri e si era stancata di stare a letto. "Quindi dobbiamo preoccuparci che qualcuno denunci Elena e Damon per atti osceni in luogo pubblico, o possiamo interromperli?" chiese Caroline stiracchiandosi, mentre Stefan prendeva Lizzie dalle braccia di Enzo.

"Penso che Elena sia ancora una santarellina e che tu sia la sua priorità al momento" alzò gli occhi al cielo Katherine, mentre Bonnie si avvicinava a Stefan per guardare Lizzie da vicino.

"Elizabeth?" chiese la strega a Caroline, come conferma del nome della bambina.

"Per gli amici Lizzie" rispose Damon attirando l'attenzione di tutti verso la porta.

Elena era stretta tra le sue braccia e guardava Caroline, Stefan e Lizzie con gli occhi lucidi. Matt al loro fianco sorrise alla scena. Se quindici anni fa gli avessero detto che non avrebbe sposato Elena, e che lei e Caroline avrebbero superato le loro incomprensioni e sarebbero diventate migliori amiche, non ci avrebbe mai creduto. Ma le cose erano cambiate e avrebbero continuato a cambiare. Caroline era un vampiro ed era diventata mamma, ed Elena aveva passato dieci anni dentro una bara.

"O mio Dio" Caroline si portò le mani alla bocca per trattenere un singhiozzo, mentre le lacrime scendevano libere sul suo volto.

Elena si allontanò da Damon e corse verso Caroline per stringerla in un abbraccio. Le aveva chiesto di prendersi cura di tutti loro e lei lo aveva fatto. Da ciò che le aveva detto Bonnie, Stefan non era uno squartatore da tempo, e anche se le cose tra loro non funzionarono, Caroline cercò di mantenere i contatti con lui e chiedeva a Bonnie di tenerlo sotto controllo. Bonnie aveva pensato più volte di uccidersi, così da riportarla indietro, perchè nonostante fosse un piano di Lily Salvatore, era stato Kai a maledirle, e lei si sentiva colpevole. Matt aveva trovato la felicità con una poliziotta Penny, e Caroline aveva sempre fatto da cupido tra loro. Tyler aveva superato se stesso e il suo carattere ribelle, ed era finalmente diventato maturo. Jeremy, con il quale aveva parlato al telefono, le aveva detto che lui e Kol avevano charito grazie a Caroline, e che non doveva più vivere nella paura della vendetta. Alaric era andato via con delle figlie che aveva partorito Caroline, e aveva trovato la felicità altrove, con Meredith, finalmente disposta a dargli una possibilità. E poi c'era Damon, che aveva avuto i suoi alti e bassi, ma che non aveva spento la sua umanità e aveva accolto Caroline nella loro famiglia come una sorella. Elena non avrebbe mai ringraziato Caroline abbastanza, e soprattutto non voleva che si sentisse ancora inadeguata come Klaus e i Mikealson l'avevano fatta sentire. Era madre ed Elena l'avrebbe aiutata a crescere Lizzie insieme a tutti gli altri, e non avrebbe mai più dovuto sentirsi meno di nessuno di loro.

"Aspetta un attimo" esclamò Caroline allontanandosi da Elena e scrutandola attentamente. Elena le sorrise consapevole, immaginando che Caroline se ne sarebbe accorta rapidamente "Tu non sei più umana. La cura che era nel tuo corpo è come se fosse sparita".

"Non sono più umana, immagino fosse un effetto collaterale dell'incantesimo di Kai, ma nessuno di noi se n'è reso conto fin quando ho sentito l'impulso di affondare le zanne nel collo di Bonnie, durante il viaggio" ammise Elena facendo ridere Enzo.

Caroline la scrutò preoccupata "Ma tu odi essere un vampiro".

Elena scosse la testa "Odiavo essere un pessimo vampiro e non poter avere figli. Ma ho imparato ad essere brava come vampiro e i bambini si possono adottare, e inoltre ho questa amica speciale, che è magicamente diventata mamma, e non posso farle crescere una bambina da sola" sorrise consapevole. Caroline le sorrise grata e le diede un rapido abbraccio, prima di lasciarle salutare anche Stefan e Lizzie. Tutto sembrava finalmente andare bene.

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Kol aveva seguito rapidamente Camille fuori dallo studio. Nik aveva perso il lume della ragione e non c'era più un briciolo di umanità in lui. Aveva tenuto duro fino a quando la strega Bennett non era arrivata a New Orleans e gliene aveva urlate quattro. Da quel momento in poi era caduto in una spirale distruttiva senza precedenti. Stava cercando Elijah al piano di sotto per far ragionare il loro pazzo fratello, ma invece trovò Freya chiusa nella biblioteca mentre parlava a bassa voce al cellulare. Kol riuscì a sentire la voce di Rebekah dall'altro capo del telefono.

"Ti dico che sono vicina sorella. Ho avuto un piccolo aiuto ma sono veramente ad un passo dal trovare Caroline" la sentí dire.

"Klaus stava uccidendo Camille, Kol lo ha fermato in tempo. Vuole dipingere New Orleans di rosso. Ho bisogno che torni indietro, tu ed Hope dovete aiutarmi a riportarlo indietro. La sua umanità è accesa, ma si comporta come se fosse spenta. Sono preoccupata. Elijah è corso nel Bayou per convincere Hayley a riportare Hope qui. I lupi saranno il suo prossimo obiettivo" la voce di Freya era frenetica e la preoccupazione era tangibile. Kol tirò un sospiro di sollievo, non era l'unico preoccupato. Entrò nella stanza facendo saltare Freya per la sorpresa e le tolse il cellulare dalle mani.

"Se riesci a riportare indietro Caroline, sarebbe ancora meglio" ruggì Kol al telefono, mentre Freya e Rebekah risposero all'unisono un sonoro 'No'.

"Non ascoltare le idiozie di Kol" aggiunse Freya riprendendo il cellulare dalle mani del suo scapestrato fratello.

"Non ho intenzione di farlo. Nik è un segaiolo, amo Caroline ma lui non se la merita" spiegò Rebekah facendo sbuffare Kol.

"Ha minacciato di uccidere Davina e Vincent e poi Cami e un cugino di cui non sapevo l'esistenza. Se riesci a riportare indietro la piccola cosa gustosa di Mystic Falls, salverai tanti innocenti" esclamò Kol sapendo che Rebekah lo avrebbe sentito. Un'aneurisma lo costrinse a piegarsi a terra, mentre Freya gli lanciava uno sguardo gelido.

"La piccola cosa gustosa come la definisci tu, è stata quella che ha cresciuto Hope, ha aiutato me a vivere una vita normale, ha tenuto unita la nostra famiglia, ha amato nostro fratello, ha portato luce nel cognome Mikealson. Non osare sminuirla, non osare pronunciare un'altra parola negativa nei suoi confronti. Né tu, né la tua piccola strega che ci odia così tanto" Freya ruotó il polso per aumentare il dolore alla testa di Kol e poi lo lasciò andare. Non aveva nulla contro Davina, salvo il fatto che la donna cercava sempre di vendicarsi dei Mikealson e non aveva un briciolo di rispetto. Era merito di Klaus se lei aveva riportato Davina in vita giorni dopo la sua morte, eppure non solo non era stata riconoscente, ma aveva messo tutte le congreghe di New Orleans contro l'intera famiglia Mikealson, fatta eccezione per Kol. Per non parlare del fatto che aveva finto di portare indietro Cami per ringraziare Klaus, ma sapevano tutti bene che il suo obiettivo era renderlo infelice e salvare la sua amica.

"Kol, maledetto segaiolo, se Klaus non ti pugnala lo farò io. Nemmeno Davina potrà salvarti" urlò Rebekah dall'altro capo del telefono.

"Tienimi aggiornata sorella" disse Freya prima di chiudere la chiamata.

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Elijah era corso nel Bayou, dove vide in lontananza Hope giocare insieme a Mary, la nonna di Jackson. Poco più in là vide Hayley aiutare un gruppo di giovani adolescenti a lottare e si avvicinò.

"Elijah cosa fai qui?" chiese sorpresa l'ibrido, mentre dava una pausa ai ragazzi e si avvicinava al suo ex amante.

"Niklaus ha tentato di uccidere Camille, aveva le mani attorno al suo cuore quando Kol lo ha fermato" spiegò Elijah facendo sbarrare gli occhi di Hayley.

"Cami sta bene?" chiese preoccupata la bruna, incredula per ciò che Elijah le stava dicendo.

"Camille sta bene e sta lasciando la città, Klaus ha minacciato dei membri della sua famiglia. Sembra completamente fuori controllo" spiegò Elijah sfinito.

"Lo vedo. Lui ha ridotto questa città in macerie, come se fosse.." Hayley si interruppe per cercare un termine adatto, ma Elijah proseguì al suo posto.

"Un distruttore" esclamò con voce dura. "Niklaus ha preso alla lettera le parole di Bonnie Bennett e si sta comportando come un distruttore. Come nostro padre". Le spalle curve dell'originale, la giacca spiegazzata e il cipiglio di preoccupazione, non erano un bel segnale.

"Dobbiamo fermarlo Elijah e la colpa è anche mia. Ho portato via Hope facendo leva sul fatto che fosse arrabbiata con suo padre" Hayley si alzò e iniziò a camminare freneticamente. Aveva allontanato Hope per ricreare un legame madre-figlia che avevano perso, e non si era preoccupata delle conseguenze. A Hope suo padre mancava, ma non osava dirlo perchè la vedeva felice di questo allontanamento, e vivere nel Bayou non era stata un'idea saggia. "E mi sento responsabile per le morti di molti membri del mio branco, per le morti dei vampiri che sono capitati a New Orleans nel momento sbagliato e per gli umani che erano qui vivendo semplicemente le loro vite" aggiunse sospirando.

Elijah pensó a Camille e fu scioccato dal fatto che la donna non provasse sensi di colpa, come tutti loro. Ripensò alla conversazione che aveva avuto con Kol pochi giorni prima.

Flashback

"Odio dirlo ad alta voce Elijah, ma Camille è la stessa donna che era arrabbiata con Klaus per averla morsa ma che non lo era mentre lui malediva il branco di Hayley o uccideva Gia. Quella donna è sempre stata una fottuta egoista con il viso d'angelo e tutti noi eravamo incantati dal fatto che vedesse del buono in Klaus" Kol aveva aiutato Davina a riportare la donna in vita, provando rancore per Caroline a causa di quello che i suoi amici avevano fatto a Mystic Falls. E aveva spinto Klaus più volte verso Camille una volta che l'incantesimo di resurrezione ebbe successo. La conseguenza stava nel fatto che tutti loro erano egualmente colpevoli della furia di Klaus e della sua infelicità.

"Pensavamo di salvarlo e pensavamo di conoscerlo meglio. E invece siamo stati ciechi di fronte all'evidenza, e siamo stati burattini nelle mani di una sciocca umana che era troppo ammaliata dalla sua oscurità e che voleva solo qualcuno che la accettasse così com'era. E l'essere più cattivo sulla faccia della terra l'ha rifiutata, mandandola in una spirale discendente e portandola alla morte. Odio Davina per averla riportata in vita e me stesso per aver spinto Klaus nella sua direzione. Odio te per averla aiutata ed Hayley per aver fatto altrettanto. Mi odio per aver allontanato Caroline e non mi perdonerò mai per questo"


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Rebekah si era ritrovata in Virginia nuovamente. Non aveva ottenuto risultati nei mesi precedenti e Mystic Falls sembrava priva di vampiri e conseguenze soprannaturali, ma era anche vero che l'assenza dei Salvatore le puzzava. Trovare Caroline sembrava un'impresa e sembrava quasi più semplice rintracciare Katherine mezzo secolo prima per suo fratello.
Alla menzione della doppelganger, gli occhi di Rebekah si sbarrarono. Forse aveva sbagliato a tartassare Stefan di messaggi, e avrebbe dovuto concentrarsi su altro.
Rebekah aveva scoperto mesi fa che Caroline a volte era in contatto con Katherine, nonostante Nik non ne sapesse nulla, e si diede mentalmente della stupida per non averci pensato prima. Trovare Katherine sembrava difficile, ma non impossibile. Quindi Rebekah si era messa alla ricerca della doppelganger e aveva iniziato a cercarla per mari e per monti.

Due mesi dopo si era ritrovata in uno squallido pub a Richmond, decisa ad affogare i suoi dispiaceri nell'alcool dopo l'ennesimo buco nell'acqua. Si rimangiò tutto ciò che aveva detto: Katherine Pierce era difficile da trovare proprio come Caroline. Seduta con le spalle alla porta, non si accorse di due volti familiari che entravano, fin quando una voce familiare le fece venire la pelle d'oca.

"Ehi Brad, un bourbon e una tequila per la mia amica" la voce di Stefan Salvatore risuonò dietro di lei. Rebekah rimase immobile, perchè non poteva farsi scappare un'occasione simile.

Con la coda dell'occhio vide Stefan sedersi e di fronte a lui c'era una doppelganger. Si chiese se fosse Elena, ma poi notò l'atteggiamento da puttana e capì che si trattava dell'altra doppelganger. Rebekah sorrise prima di soggiogare Brad ad aumentare l'alcool nei cocktail dei due. Era un originale, ma loro erano forti e sicuramente pieni di verbena, quindi avrebbe usato un altro metodo per farli cantare. Anche perchè ricordava vagamente che Stefan aveva ucciso Katherine, e se lei stava bevendo qualcosa con lui, avevano qualcosa da dire.

Si mise così in ascolto dei due, ma la conversazione verteva sull'anziano Salvatore che a quanto pare era riuscito a trovare la felicità con la noiosa Elena, che era tornata in vita; su Matt che era in procinto di sposarsi, e Katherine lo stava deridendo; su Bonnie Bennett che voleva viaggiare per il mondo e su una neo mamma che sembrava essere nata per questo ruolo. Rebekah si chiese chi fosse la famosa neo mamma, ma scosse la testa e aspettò che l'alcool continuasse a scorrere nelle loro vene. Era in occasioni come queste che odiava il vampirismo e l'incapacità di ubriacarsi facilmente.

Quando il telefono di Katherine squillò quasi due ore dopo, Rebekah sintonizzò il suo orecchio alla conversazione.

"Carebear, problemi con Lizzie?" rispose al telefono Katherine, mentre Rebekah capiva che stava parlando con Caroline.

"Lizzie dorme profondamente, ma stavo leggendo libri per neonati e penso che devo portarla dal pediatra per i controlli. Mi dispiace disturbarti ma sei tu l'unica mamma tra noi" Rebekah si chiese chi fosse Lizzie e perchè se ne stesse occupando Caroline, ma d'altronde aveva accudito Hope, quindi non doveva essere sorpresa.

"Benvenuta nel club delle mamme, ma spero che tu sia una madre migliore di me" una Katherine ubriaca rise ad alto volume, facendo scuotere la testa a Stefan.

"Ehi aspetta un attimo, cos'è questo rumore? Ti prego dimmi che non stavi mangiando nessuno" la voce preoccupata di Caroline fece ridere Rebekah. Non la vedeva da quasi un anno, eppure era sempre la stessa cosa. Ma qualcosa turbava la mente della bionda originale, chi era Lizzie? Perchè aveva il nome della madre di Caroline? E soprattutto perchè Katherine l'aveva definita una mamma?

Rebekah stava scrutando i due vampiri quando Stefan tolse il telefono dalle mani di Katherine "Katherine è ubriaca, ma sta bene, la controllo io. Faremo fare dei controlli a Lizzie, ma dato che è figlia di un vampiro e un ibrido millenario, non credo che abbia problemi di salute".

Rebekah fece cadere il bicchiere a terra, mentre la sua mascella si abbassava teatralmente. Rimase a bocca aperta, incapace di pronunciare parola, ma il suono dell'infrangersi bicchiere aveva attirato l'attenzione su di sè e vide Stefan e Katherine voltarsi confusi, scioccati e preoccupati verso di lei. Non sentì Stefan chiudere la chiamata o Katherine lanciare battute, rimase sotto shock finchè Stefan non le si avvicinò e la trascinò con sè al loro tavolo.

Rebekah tentava di dare un senso alle parole di Stefan ma non lo trovava. Il significato era chiaro: Caroline aveva avuto una figlia da Nik e nessuno di loro ne sapeva nulla. E questo significava che era già incinta quando ha lasciato la loro casa ma Rebekah non riusciva a capacitarsi della cosa. Se Caroline era rimasta incinta ed era morta, come poteva essere possibile? Hayley era rimasta incinta a causa di Esther, ma Caroline? Nessuna strega a New Orleans ne sapeva nulla, Freya non ne sapeva nulla.

"Rebekah mi stai ascoltando?" le chiese Stefan scuotendola, mentre Katherine rideva di lei mentre continuava a bere.

"Caroline ha avuto una figlia da Nik e non lo sapevo, sono una zia e non lo sapevo" esclamò Rebekah confusa mentre Stefan annuiva.

"Si è vero, ma le cose sono più complicate di quello che pensi" le fece notare il vampiro. "Non avresti dovuto saperlo, non così e non ora" le fece notare Stefan.

"Ma com'è possibile?" chiese Rebekah confusa "Nik è un lupo, ma Caroline è morta, è impossibile" gli fece notare l'originale.

"Non lo sappiamo, nessuno lo sa" alzò le spalle Katherine "Non le streghe di New Orleans almeno" rise divertita, mentre Rebekah la guardava confusa.

"In che senso?" Rebekah alzò un sopracciglio e tirò fuori il suo tono da stronza.

"Nel senso che le streghe di New Orleans sono state volutamente tenute all'oscuro. Non ci serviva una guerra nè la presenza del tuo inutile fratello" le fece notare la bruna, beccandosi uno sguardo ammonitore da Stefan.

"Posso chiedere a Freya se sà qualcosa" constatò Rebekah ma Stefan scosse la testa vistosamente.

"No. Non avresti dovuto nemmeno saperlo tu della gravidanza". Rebekah stava per urlargli contro cose poco carine, ma fu appoggiato da Katherine che tirò fuori uno straccio di lucidità.

"Tuo fratello l'ha spezzata e Caroline non vuole avere niente a che fare con lui. Non abbiamo della quercia bianca, ma potremmo incatenarti da qualche parte se osi rivelare la verità ai tuoi fratelli. L'unico motivo per cui ci facciamo andare bene che tu sia qui e lo sappia, è perchè Caroline ha detto cose decenti sul vostro rapporto" Katherine gettò giù un altro colpo di tequila, e quando Brad si avvicinò, Rebekah rimosse la sua compulsione. Non aveva intenzione di fare da babysitter ai due vampiri.

Stefan si morse la lingua per non commentare il modo in cui Rebekah li aveva raggirati per farsi raccontare tutto, ma una parte di lui fu sollevato dal non doverle mentire ulteriormente. Aveva apprezzato lo scambio di messaggi tra loro nelle settimane precedenti, e forse lui e Rebekah non erano così diversi.

"Avete due minuti di tempo per dirmi tutto o vi dissanguo e vi costringo a farmelo dire" sbottò irritata la bionda. Sarebbe stata una lunga serata.

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Bonnie aveva portato Elena nella sua vecchia casa, che Jeremy aveva fatto sistemare per fargliela trovare una volta che si fosse svegliata. Damon era al Grill con Enzo a bere, mentre Stefan era a caccia di conigli. Katherine aveva avuto una nottata intensa ed era svenuta al piano di sopra, quindi quando suonó il campanello, Caroline dovette prendere un'irrequieta Lizzie dalla culla per andare a controllare chi fosse.

Quando aprì la porta, dovette aumentare la presa sulla bambina perché quasi le cadde dalle braccia per lo shock. Una scalpitante Rebekah in tutto il suo splendore, la stava guardando dall'alto in basso, con sopracciglia inarcate, seppur i suoi occhi erano completamente per la bambina.

"Cosa ci fai qui?" chiese Caroline con un filo di voce. Caroline si era trasferita due settimane prima alla pensione, perchè vivere nel cottage lontana dal mondo, non era comodo per Lizzie.

"Ciao Caroline, anch'io sono felice di vederti. Mi fai accomodare? O mi spieghi perché la bambina tra le tue braccia ha gli occhi di mio fratello?" chiese Rebekah senza troppi convenevoli.

Caroline rimase in silenzio, avendo quasi dimenticato il caratteraccio di Rebekah. Quindi si fece da parte e la fece entrare. Una parte di lei voleva cacciarla, l'altra parte voleva afferrare Lizzie e andare via. Ma Rebekah seppur apparentemente era arrabbiata, era stata sua amica.

"Potrei fingere di non sapere cosa fai con una bambina in braccio, ma la notte scorsa Stefan e Katherine mi hanno riempito" spiegò Rebekah incrociando le braccia al petto.

La mascella di Caroline cadde alla menzione dei suoi amici. Perché l'avevano tradita? Vide l'espressione dura sul volto della bionda originale e sospirò frustrata. Era decisamente arrabbiata. "Non puoi seriamente essere arrabbiata con me" sbottó Caroline.

"Non posso?" la scherní Rebekah. "Dall'oggi al domani sei sparita. Il tuo telefono non funzionava più, e non c'era alcuna traccia di te. Non una sola strega è riuscita a rintracciarti, nessun avvistamento, nessun biglietto" Rebekah fece un respiro profondo per non alzare la voce, non voleva spaventare sua nipote "Poi scopro quello che ha fatto Nik e l'ho odiato più di quanto si sia odiato lui. E Hayley ha portato via Hope, perché mia nipote ha particolarmente sofferto la tua assenza, e io ho smosso mari e monti per trovarti. Non ti ho trovato ma ho immaginato non fossi qui perché ho incontrato gli stalker ibridi di mio fratello. Quindi sono tornata a New Orleans incapace di capire cosa fare". Caroline la ascoltava in silenzio mentre Rebekah faceva su e giù per la stanza "La tua amica Bonnie è venuta a New Orleans dopo l'ennesima chiamata di Nik, e ho capito che avrei potuto non vederti più. Ma che tu mi creda o meno sei stata l'amica più costante nella mia lunghissima vita, e ti volevo bene. Quindi non mi sono persa d'animo e sono andata via da New Orleans, ho contattato Stefan e ho atteso tue notizie. Quando ieri ho incontrato Stefan e Katherine puoi immaginare la mia sorpresa. Inizialmente pensavo fosse Elena tornata dai morti, ma era decisamente l'atteggiamento da puttana di Katherine, quindi-"

"Linguaggio Bekah. Se vivessi in questa casa avresti già dovuto mettere delle monete nel barattolo delle parolacce" la interruppe Caroline, mentre indicava Lizzie tra le sue braccia e Rebekah abbassò lo sguardo mortificata.

"Scusa. Stavo dicendo che mi hanno riempito su tutto. E immagina lo shock nel sapere che tu, un vampiro sei incinta, e niente poco di meno che di mio fratello" scosse la testa incredula Rebekah.

"Non so come sia possibile ma lo sono e questa è Lizzie, mia figlia" Caroline interruppe il divagare di Rebekah e le avvicinò Lizzie per presentarle.

Gli occhi di Rebekah si addolcirono mentre sua nipote allungava le braccia verso di lei e trattenne a stento le lacrime "O mio Dio. Lei è bellissima". Rebekah la prese in braccio e la guardò con amore. Spostò lo sguardo dalla bambina a Caroline con curiosità, mentre cercava di scorgere i dettagli di Caroline nella bambina.

Caroline sorrise alla vista di Rebekah che faceva facce buffe per far sorridere Lizzie. Aveva cercato di tenere Rebekah lontana perché avvicinare Rebekah avrebbe comportato avvicinare Klaus, ma vederla con sua figlia le fece stringere il cuore. Lizzie aveva già quasi due mesi e Rebekah la stava incontrando solo ora. Le dispiaceva averle tenute lontane, anche perché aveva la sua stessa forma degli occhi oltre al sorrisetto Mikealson.

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"Quindi vuoi parlarne?" chiese Rebekah seduta sul muretto del portico, mentre osservava Lizzie dormire tra le braccia di Caroline. Erano state un paio d'ore a giocare con Lizzie, Caroline le aveva mostrato delle foto e le aveva raccontato di Elena. Rebekah le aveva parlato di Freya e di come avesse posato nuovamente gli occhi su Stefan.

"Di cosa vuoi parlare?" Caroline le lanciò un'occhiata confusa. Doveva dirle tante cose e non aveva idea di cosa premesse nella testa dell'originale.

"Di mio fratello, le sue scelte sbagliate, il figlio che non sà di avere..." elencò Rebekah con aria fintamente annoiata.

"Non voglio parlare di Klaus e non so se voglio che sappia di Lizzie" ammise Caroline abbassando lo sguardo sulla bambina tra le sue braccia. Era una bugia che ripeteva a sè stessa giornalmente, ma non mancava mai di fotografare Lizzie e riportare in un diario tutto quello che di sorprendente faceva rispetto al giorno prima. Documentava tutto in maniera quasi patologica, ignorando le occhiate curiose che i suoi amici le davano. Aveva solo paura che un giorno la rabbia sarebbe passata e lei sarebbe stata la madre stronza che aveva tenuto sua figlia separata da suo padre. E ogni volta che vedeva un film, il mondo sembrava contro di lei e questa trama veniva spiattellata ovunque.

"Non ti biasimo" ammise Rebekah. Caroline aspettò che continuasse ma l'originale tacque, e questo frustrò e infastidì Caroline.

"Sei andata via per cercare me o per allontanarti dalla tua famiglia?" le chiese quindi tentando di fare conversazione. Amava Bekah ed erano diventate amiche negli anni, ma in questo momento c'era un palese muro tra loro. Caroline immaginava che Rebekah non fosse d'accordo con la sua scelta di tenere lei e la sua famiglia lontana da Lizzie, ma non si pentiva della sua scelta. Non voleva Klaus nella sua vita, e Lizzie era un danno collaterale della sua scelta.

"Entrambe le cose. Sicuramente la mia famiglia è difficile, senza di te ancora di più. Ma abbiamo mille anni, tra qualche decennio tornerò indietro, e magari manderò annualmente degli auguri a Hope, sempre che il Bayou recapiti la posta" sbuffò al pensiero. Rebekah era così concentrata sul come far recapitare i regali a Hope, senza che passassero nelle mani di Klaus, che ignorò la faccia perplessa e confusa di Caroline.

"Nel Bayou? Hope vive nel Bayou?" il suono della sua voce sembrava disgustato, ma Caroline non pensava che Hayley fosse così fuori di testa da lasciare che sua figlia vivesse nelle paludi, lontana dalla civiltà. Si chiese perchè Klaus l'avesse permesso, ma poi ricordò di come probabilmente era impegnato con la sua nuova fidanzata, e che probabilmente non l'aveva nemmeno notato.

"Sei andata via, odiava Nik e ogni volta che Camille appariva nel complesso, andava fuori di testa" spiegò rapidamente Rebekah, senza soffermarsi più di tanto sulla questione.

Caroline non potè fare a meno che incuriosirsi. Si chiese come mai la bionda non vivesse nel complesso, nel suo letto, ma si morse la lingua e rimase in silenzio. Si concentrò invece sul fatto che Hope odiasse Klaus, dal momento che lo amava alla follia "In che senso odia suo padre?".

Rebekah sospirò ma decise di essere onesta "Lo accusa per la tua partenza". Rebekah si fermò per guardare il viso di Caroline mentre realizzava le sue parole. Era scioccata con la bocca aperta, e Rebekah scosse la testa rassegnata. Era di dominio pubblico il fatto che Hope amasse Caroline, quindi non doveva essere così sorpresa.

"Sono sicura che chiariranno" si limitò a dire Caroline, ma all'ennesimo sbuffo di Rebekah, la guardò esasperata "C'è qualcosa che vuoi dirmi Bekah?".

"Lascia perdere Caroline. La tua unica preoccupazione deve essere Lizzie. Abbiamo constatato che almeno avrà un genitore decente e sarà più fortunata di Hope"

Caroline annuì anche se poco convinta. Una parte di lei voleva sapere cosa fosse accaduto a New Orleans nell'anno trascorso lontano. Un'altra parte, quella razionale, pensava fosse meglio non saperlo. Era stata male e aveva sofferto, ma aveva iniziato una nuova vita senza Mikealson e intendeva proseguire su quella scia. Certo, la presenza di Rebekah complicava i suoi piani, e Caroline non poté fare a meno di pensare spesso ad Hope e a come stava. E ora, sapendo che Hayley l'aveva portata a vivere nel Bayou si sentí triste per la bambina. Ma alla fine se Rebekah fosse tornata a New Orleans si sarebbe potuta prendere cura di lei, e anche Freya era lì, quindi Caroline accantonó quel pensiero da parte.

"Sono sicura che Hayley sia una brava madre" si limitò a constatare Caroline. La voce di Tyler nella sua testa che le ricordava di smetterla di vedere il buono nelle persone. Hayley era stata amichevole solo dopo mesi di piedi freddi, e alla prima occasione era entrata nel team Camille, quindi Caroline avrebbe dovuto essere risentita. Ma nonostante le numerose assenze, voleva bene ad Hope e sicuramente c'era una ragione per averla portata a vivere tra i lupi.

Rebekah si controlló le unghie con aria annoiata. Se Hayley fosse stata una brava madre, Hope non avrebbe avuto delle crisi per la partenza di Caroline, e Hope non sarebbe stata trascinata a vivere con i lupi, venendo allontanata da suo padre e dalla sua famiglia. Ma Caroline non poteva sapere niente di tutto ciò. Non dopo essersi finalmente tirata fuori dal dramma dei Mikealson.

"Posso vedere mia nipote crescere o vuoi che vada via?" le chiese Rebekah tornando a prestare attenzione a Caroline davanti a lei. Caroline sgranó gli occhi sorpresa dalla domanda. Rebekah Mikealson non chiedeva mai il permesso, era abituata a prendersi ciò che voleva. Ma sicuramente aveva notato di aver ottenuto un'accoglienza glaciale e questo cambiava le cose. Rebekah notó l'esitazione di Caroline e si affrettò ad aggiungere "Non ho intenzione di chiamare Nik, anche perché in questo momento se dovesse scoprire una cosa simile, New Orleans cadrebbe in macerie" Caroline deglutí sconcertata. "Ma è mia nipote e vorrei viziarla, regalarle tutine rosa, portarla al parco, vederla crescere. È una Mikealson. Sangue del mio sangue. Vorrei solo far parte della sua vita".

"Elizabeth Katherine Forbes Mikealson. É questo il suo nome completo" Caroline non si perse la mascella abbassata di Rebekah alla menzione di Katherine "Non è uno sgarro a Klaus, non mi è passato per la mente finché Damon non ha lanciato una battuta. L'ho fatto perché ha salvato me e la bambina, mi è stata vicina, è stata mia amica".

"Sei scomparsa nel nulla dalla mattina alla sera Caroline, ti ho cercata ovunque e non sono riuscita a trovarti nonostante avessi streghe che lavoravano per me" strilló Rebekah balzando in piedi, e ignorando Lizzie che iniziava a muoversi per il suo tono di voce. "Non puoi accusarmi di non esserci stata per mia nipote, quando non sapevo nemmeno che fossi incinta fino a ieri sera. Non puoi dirmi che era lì per te, come se io avessi scelto di non esserci. Sei tu che sei andata via, non io". Rebekah era ferita e arrabbiata dalle parole di Caroline e non lo nascose. Non era il fatto che sua nipote prendesse il nome di Katherine ad infastidirla, ma il fatto che Caroline avesse sottolineato la vicinanza della doppelganger durante la gravidanza.

Caroline avrebbe voluto essere empatica verso Rebekah, ma le sue viscere bruciavano di rabbia "Non osare addossarmi la colpa Bekah. Non ti permettere a venire a casa mia e ad urlarmi che brutta persona sono stata a tenerti nascosta Lizzie. Tuo fratello mi ha tradito con la sua fottuta fidanzata tornata dai morti e mi ha lasciato, dopo avermi ignorato per settimane. E non sono Hayley, non volevo la pietà di nessuno e non volevo essere accettata dalla tua famiglia dopo sette anni solo perché ero miracolosamente incinta" Caroline cercò di calmare il suo respiro, mentre urlava contro Rebekah "Non volevo nemmeno che fosse una Mikealson. È stata di Katherine l'idea del doppio cognome. Non volevo che avesse a che fare con voi e i vostri nemici, non volevo che tuo fratello scoprisse di lei, perché volevo ferirlo come lui ha ferito me e non volevo una vita costantemente a rischio come quella che ha avuto Hope. E sai" rise amaramente "Forse Hayley ha fatto bene a portare via Hope da voi Mikealson".

Rebekah ascoltò lo sfogo di Caroline in silenzio. Era uno schiaffo in faccia ascoltare le dure parole della bionda. Ma tenne a freno le sue emozioni e senza dire una parola, oltrepassó Caroline e Lizzie e andò via dalla pensione.
   
 
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