“Si guardò attorno per l’ennesima volta, come per assicurarsi che davvero ogni cosa fosse rimasta uguale all’ultima volta in cui era stato lì: i mobili dagli angoli ormai sbeccati, il tavolo e le sedie in legno chiaro e dalle fattezze rozze, l’altra piccola finestra sulla parete parallela.
Sì, era davvero rimasto tutto come ricordava.
Inspirò forte, cercando di reprimere un colpo di tosse: non voleva spezzare l’atmosfera di silenzio teso che stava respirando. Si trovava da solo in quella casa in cui aveva vissuto per i primi diciott’anni della sua vita, e per quanto la solitudine non gli fosse mai piaciuta particolarmente, in quel momento non gli pesava. Aveva bisogno di restare da solo, di riordinare i pensieri in quella quiete momentanea, in quella casa che aveva portato più dolori che gioie nella sua vita”.