Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: hertz    03/03/2021    0 recensioni
"Non voglio certo che tu sia la mia più bella cosa mai successa"
Francesca ha diciannove anni, frequenta l'ultimo anno del liceo e finalmente sta per diplomarsi. Vive la sua adolescenza in maniera serena anche se sta iniziando ad avere dubbi sulla sua sessualità. Sarà Asia, una donna più grande di lei a farle capire cosa e chi le piace davvero.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Appena suonò la campanella Francesca sbadigliò, voleva tornare a casa e riposare prima della festa ma doveva per forza passare dalla Conforti. Altrimenti chissà cosa avrebbe pensato e magari le avrebbe messo realmente un 2.

"Lucre vieni anche tu?" - domandò stiracchiandosi - "Così poi ti accompagno a casa."

"No. Ho detto ad Alberto che facciamo la strada insieme. Poi quelle cose là le so già fare, mi annoierei." - rispose l'altra dandole un bacio veloce sulla fronte - "Stasera passi a prendermi alle 18.30, va bene?"

Francesca annuì, prese il quaderno di matematica e si diresse in aula studio, era consapevole che non avrebbe capito nulla ugualmente ma magari la Conforti avrebbe apprezzato la sua voglia di applicarsi. La porta dell'aula era già aperta, entro sicura e quando vide l'insegnante china su alcuni fogli inspirò profondamente.

"Eccomi prof." - disse con tono stridulo - "Se è impegnata possiamo vedere gli esercizi lunedì."

"Ciao Brighi, siediti." - rispose Asia con mezzo sorriso - "No, nessun impegno. Ti aspettavo"

Francesca si sedette di fronte alla donna e la scrutò, sicuramente era l'insegnante più particolare che avesse conosciuto in cinque anni. Non alzava mai la voce, spiegava sempre più volte e se qualcuno non capiva si scusava perché magari non si era espressa bene. Era affascinata dai suoi modi garbati ma allo stesso tempo autoritari.

"Hai difficoltà nelle disequazioni, vero? Qual è il punto dove ti blocchi?" - chiese Asia distogliendola dai propri pensieri.

"Dall'inizio" - rispose debolmente Francesca facendo ridere l'insegnante - "Il prof Pisano è bravissimo, davvero, però io non capisco... Mi perdo. Cioè mi impegno, davvero, solo non capisco..."

Asia si morse il labbro e sospirò, non sarebbe stato facile ma non le piaceva che qualche studente non riuscisse nella sua materia. Prese una matita e iniziò a spiegare lentamente tutti i passaggi dell'operazione, ripetendo più volte anche concetti banali e senza rendersene conto era stata un'ora intera china sui fogli, aveva parlato solo lei mentre Francesca ogni tanto annuiva.

"Ora l'ho spiegato meglio?" - le domandò guardandola - "Ti chiederei di risolverne una tu ma è già tardi e tra poco le bidelle ci chiudono dentro. Quindi lunedì dopo le lezioni passa nuovamente qua e vediamo se riesci a risolverne almeno una da sola. Anche perché giovedì abbiamo il compito. Ok?" - concluse alzandosi.

"Grazie prof, davvero." - disse Francesca alzandosi e sospirando - "Credo di aver capito, finalmente. Ma mi eserciterò anche a casa. A lunedì"

"A lunedì" - replicò Asia seguendo la giovane con lo sguardo.

Quando sparì dalla sua visuale si passò una mano tra i capelli e sospirò. Amava insegnare, le piaceva quando gli studenti sembravano davvero interessati alle sue spiegazioni, voleva riuscire a trasmettere almeno un briciolo della sua passione. Aveva ancora poca esperienza e in quella scuola c'era solo da una settimana ma si sentiva già responsabile per quei ragazzi. La Brighi era indubbiamente molto intelligente ma non interessata alla materia, se fosse riuscita a farla appassionare anche solo per qualche mese avrebbe vinto. Guardò l'orologio, era tardissimo ma non voleva tornare a casa, non voleva stare sola. Almeno non tra quelle quattro mura.



 

***


Francesca era seduta scomposta su una poltrona e sorseggiava un bicchiere di birra fresca. Non amava bere ma non conosceva nessuno e Lucrezia si era rintanata chissà dove con Alberto, magari un po' di alcool l'avrebbe spinta a socializzare. Si guardò intorno ma era lì da due ore e non aveva ancora scorto un viso familiare.

"Scusa hai da accendere?" - disse una voce roca destandola.

"No, non fumo" - rispose lei guardando il ragazzo di fronte e sistemandosi meglio.

"Riccardo piacere. Tu sei un'amica di Lucrezia, vero?" - chiese allungando la mano per poi sedersi ai piedi della poltrona.

Francesca annuì e lo fissò, non credeva di averlo mai visto, per conoscere Lucrezia però probabilmente frequentava la loro scuola.
"No, non vengo al Deledda. Sono del Martini però conosco Alberto e Lucrezia per il tennis" - spiegò il giovane capendo il dubbio di Francesca - "Ti ho visto qualche volta con lei e le ho chiesto se potesse presentarci ma rimanda sempre! Quindi oggi non potevo farmi sfuggire l'occasione" - aggiunse mettendo un braccio vicino alla gamba della ragazza.

Francesca non rispose ma spostò la gamba, non amava il contatto fisico e con gli estranei provava disagio. Guardò meglio il ragazzo, era carino con un filo di barba che lo faceva sembrare più adulto, anche se il sorriso perennemente stampato la infastidiva. Si chiese però perché Lucrezia non le avesse detto nulla, anche solo per prenderla in giro.

"Quindi giochi anche tu a tennis?" - chiese non trovando altri argomenti di conversazione - "Non credo di averti mai visto, anche se accompagno spesso Lucre al circolo"

"Sì, ti ho notata subito" - rispose lui accedendo una sigaretta - "Pensavo fossi fidanzata ma anche oggi sei qua sola, quindi presumo che a Lucrezia semplicemente non piaccia o non mi ritenga alla tua altezza."

Francesca rise per la sincerità del giovane, si voltò per averlo di fronte e lo squadrò. Il sorriso continuava a trovarlo irritante ma sembrava un ragazzo piacevole e due chiacchiere non potevano farle male.

"Sei all'ultimo anno?" - chiese lui per evitare silenzi imbarazzanti - "Anche io ma sono già stanco, tutti a ripetere quanto sia importante e fondamentale questo per me, per la crescita e stronzate simili" - aggiunse non dando a Francesca nemmeno il tempo per rispondere - "Comunque per la settimana prossima sto organizzando una gita fuori porta, inviterò anche Albi e la tua amica, mi farebbe piacere venissi anche tu." - aggiunse mettendo una mano sul ginocchio di Francesca che scattò immediatamente in piedi.

"Non lo so" - rispose lei sistemandosi i jeans - "Devo studiare" - disse con un filo di voce e indietreggiò quando lui rise per la sua reazione.

"Volevo solo essere carino, scusa se ti ho infastidita" - replicò spegnendo la sigaretta e cercando con lo sguardo qualcosa da bere.

Francesca stava per rispondere ma appena sentì due mani cingerle i fianchi sobbalzò, voltandosi vide Lucrezia, decisamente felice.

"Scusami Fra, ti ho abbandonata ma ora mi farò perdonare." - le disse senza smettere di sorridere poi quando vide il ragazzo seduto sul pavimento fece una smorfia - "Ciao Riccardo, mi ero dimenticata ci fossi anche tu. Franci mi accompagni a fare un giro?"

Francesca annuì in silenzio e la seguì, la situazione non le era molto chiara ma voleva capire perché l'amica non le avesse mai parlato di questo Riccardo. Sospirò e una volta fuori dalla casa iniziò a parlare.

"Perché non mi hai mai parlato di questo Riccardo? Mi ha detto che voleva conoscermi da parecchio..." - le chiese evitando di guardarla - "Sembra carino, forse un po' esaltato ma Giacomo non era certo migliore."

Lucrezia rise e scosse la testa, parlare con Francesca a volte era snervante e logorante. Soprattutto sapendo che l'amica non si decideva ad affrontare determinati discorsi. Le prese le mani tra le sue, chiuse gli occhi e decise di dirle ciò che realmente pensava.
 
“Hai ragione, non ti ho detto nulla perché tanto sapevo non fosse il tuo tipo” - spiegò inspirando profondamente - “Ferma, ascoltami. Nemmeno Giacomo era il tuo tipo ma tu in quel periodo avevi bisogno di uscire con qualcuno e ogni cosa potessi dirti non avrebbe avuto senso. Fra sai quanto io ti voglia bene, vero? Ci conosciamo dalla prima liceo, parli poco di te ma io ti osservo, come osservo quei dannati numeri che tu non sopporti. E come capisco loro capisco te...”
 
Francesca la guardava dubbiosa, incerta su cosa volessero dire le parole dell'amica. Sorrise e provò a rispondere ma venne nuovamente interrotta da Lucrezia.
“Aspetta Fra...” - disse con voce calma - “Credo tu non prenda in considerazione il reale motivo per cui nessun ragazzo ti interessa o sia il tuo tipo. Qual è il tuo tipo Francesca?”
 
“Lucre sei impazzita? Da dove salta fuori questo discorso?” - rispose ridendo nervosamente senza però lasciare le mani dell'amica - “Te l'ho detto non sono una che guarda tanto l'aspetto fisico, deve essere ironico, amare le serie tv e saper parlare. Semplice no? Hai ragione su Giacomo e forse anche su sto Riccardo ma questo non cambia che tu dovessi dirmelo, magari conoscendolo si rivela una persona meravigliosa e capisco che è solo lui che sto aspettando per farmi battere questo cazzo di cuore.” - disse sentendo le lacrime salire senza nemmeno rendersene conto - “O magari anche solo un po' di attrazione, mica mi farebbe così schifo.”
 
Lucrezia sorrise e l'abbracciò, bastò quel gesto affinché Francesca scoppiasse a piangere. Non capiva cosa le stesse succedendo ma in quel momento si sentiva bloccata e aveva bisogno di liberarsi da quella sensazione. La vicinanza dell'amica era importante.
 
“Franci, non può farti battere il cuore, perché non è una donna.” - disse Lucrezia con un filo di voce - “Voglio solo tu sappia che non cambierà niente per me. Ti voglio bene e te ne vorrò sempre.”
 
Francesca a quelle parole la strinse più forte e il pianto si fece più sommesso, aveva avuto paura per tanti anni di quel fantasma e ora con estrema delicatezza la sua migliore amica la stava mettendo davanti alla realtà.
 
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: hertz