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Autore: chiocciolina79    17/05/2005    6 recensioni
Dall'addio di Miki a Yuri, fino al loro nuovo inizio, fra ricordi e canzoni...
Genere: Romantico, Triste, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Era seduta su quella panchina in attesa che si liberasse un posto sul primo aereo per Tokyo

PALLIDE NOTE DI MALINCONIA

 

Introduzione

 

Questa fiction è la terza che scrivo (so che ancora non ho finito la prima, ma mi era venuta l’ispirazione ed era un peccato non approfittarne!)

E’ una song-spoiler-fic: mi sono ispirata agli episodi dell’anime (il titolo stesso è tratto da una puntata del cartone animato della versione italiana):  da quando Miki a New York lascia Yuri, fino a quando si rimettono insieme al campeggio (dopo un po’ di tempo, durante il quale succedono un po’ di cose…).  A fare da colonna sonora ai pensieri di Miki e Yuri, alcune delle mie canzoni preferite. Spero che la scelta vi piaccia, anche se è poco originale… Fatemi sapere che cosa ne pensate!

 

Alcuni criteri grafici: i brani musicali in rosa rispecchiano i pensieri di Miki, quelli azzurri i pensieri di Yuri. In verde trovate i ricordi, in marrone i sogni. I nomi dei personaggi sono quelli italiani per praticità, mentre fra [ ] sono indicati i pensieri dei personaggi.

 

 

I personaggi e tutti i diritti sono di proprietà di Wataru Yoshizumi: la mia fiction non ha alcuno scopo di lucro.

 

Buona lettura,

@79

 

*******************************************************

 

 

Miki era ancora sotto le coperte: non aveva voglia di alzarsi. Il sole era già alto, era la mattina del suo compleanno: 25 anni, doveva essere felice, ma non lo era affatto. Qualcosa la turbava già da un po’: il pensiero che entro qualche giorno avrebbe rivisto Yuri la angosciava. Sarebbe ritornato per sempre, questa volta, da architetto. Non si erano più visti da quel pomeriggio a New York: il ricordo del loro addio era ancora così nitido nei suoi pensieri, indelebile…

 

Era seduta su quella panchina in attesa che si liberasse un posto sul primo aereo per Tokyo. Che stupida che era stata: arrivare fin lì, per fargli una sorpresa, riabbracciarlo, dirgli di persona quanto sentisse la sua mancanza e scoprire che Yuri, il suo Yuri, che le aveva promesso che non l’avrebbe dimenticata, che sarebbe ritornato presto da lei, si era consolato in fretta con quella bionda-tutta-curve. Come aveva potuto? Non significavano niente per lui tutti i bei ricordi di quei momenti trascorsi insieme?

Miki si interrogava in silenzio con tutti questi pensieri. La sua amica Meri era lì con lei: avrebbe voluto consolarla, ma sapeva bene che per un simile doloro non poteva esserci consolazione alcuna. Ad un tratto una voce attirò la sua attenzione, per un attimo distolse lo sguardo che da tempo ormai fissava il pavimento e lo vide. Stava correndo. Sembrava alla disperata ricerca di qualcosa, di qualcuno. Di lei. Gridava il suo nome. All’improvviso la vide. Era in fondo alla sala d’attesa, vicino alle vetrate.

 

-          MIIIKIII!

-         

-          Oh, perdonami, Miki. Ho saputo del tuo arrivo solo per caso: ero da Brian per studiare. Non c’è mai stato niente tra me e Jinny…

-          Mi dispiace…

-          No, Miki, non devi scusarti. Sono io dispiaciuto per quanto è successo…

-          Lasciami parlare. Mi dispiace, ma io non riesco più ad andare avanti in questo modo.

-          Perché, Miki?

-          Perché sono tanto stanca. Non ce la faccio più a vivere al telefono, pensando che tu possa uscire con un’altra...

-          Miki, mi dispiace. Io pensavo che tu te la cavassi bene anche senza di me, non immaginavo quanto potesse essere pesante per te questa situazione…

-          [ Perché fa così male? Yuri, vorrei tanto abbracciarti, ma so che sarebbe peggio…

 

... Through the storm we reach the shore
You give it all but I want more
And I’m waiting for you
With or without you
With or without you
I can’t live
With or without you[1]...

 

Yuri, come faccio a lasciarti? Ma così non vivo più, non possiamo continuare in questo modo…]

-          [Miki, come faccio a scegliere fra te e il mio futuro, dopo tutti i sacrifici fatti per realizzarlo?] Ora come ora, l’unica cosa che posso fare è chiederti se mi vuoi aspettare ancora… sarebbe troppo, lo so. Per cui non ti chiedo niente…  [Non posso credere che stia succedendo proprio a noi…]

-          Comunque ti ringrazio. So che mi hai capita. [Sei stato molto importante per me, ti ho voluto bene]. Addio

-          [Addio, Miki. Chissà se un giorno ci sarà ancora un futuro per noi…

 

Non è tempo per noi che non ci svegliamo mai
Abbiam sogni però troppo grandi e belli sai
Belli o brutti abbiam facce che però non cambian mai
Non e' tempo per noi e forse non lo sarà mai[2] ].

 

In diverse occasioni il ragazzo aveva provato a cercarla, ma lei, ferma nella sua decisione, non aveva più voluto ritornare sui suoi passi: aveva sofferto troppo e non voleva più riaprire una ferita che cercava di curare. Quanto erano stati dolorosi tutti quei mesi lontani, non poteva più sostenere un simile peso. E poi nella sua vita c’era Alessandro, ora. Era così dolce e premuroso con lei, comprensivo: era cambiato moltissimo da quando l’aveva conosciuto. Per amor suo. Anche se Yuri aveva dedotto, dai suoi silenzi, che nella sua vita oramai non aveva più un posto, perché c’era un altro, ora avrebbe dovuto dirglielo di persona: come l’avrebbe presa? Erano passati quattro anni da quella volta. Quattro lunghi anni e di cose ne erano successe: oramai erano diventati quasi due estranei che non sapevano più niente l’uno dell’altra. Un po’ la feriva tutto ciò: pensare a quanto erano stati uniti e a quanto erano stati importanti l’uno per l’altra la tagliava dentro… ma ora doveva guardare avanti. Dopotutto era innamorata di Alessandro: gli voleva molto bene… [Ma perché non provo per lui lo stesso trasporto che sentivo per Yuri? Quel batticuore, quel desiderio?]. E se stesse sbagliando? Quel dubbio la ossessionava ogni giorno, non lasciandole tregua…Sentiva le lacrime scivolarle sulle guance: ancora la ferita di quella perdita non si era rimarginata.

 

Twenty-five years and my life is still
Trying to get up that great big hill of hope
For a destination

[...]

And so I cry sometimes
When I'm lying in bed
Just to get it all out
What's in my head
And I am feeling a little peculiar

[...][3]

 

Alla fine decise di alzarsi. Una doccia calda l’avrebbe di sicuro aiutata a rilassarsi e a fare un po’ di chiarezza dentro se stessa o, se non altro, a non pensare ai suoi problemi per un po’…

Si alzò, prese un asciugamano nel cassetto e vide la scatola che le aveva inviato Yuri: il voice memo e il compositore di numeri erano ancora lì. Insieme alla lettera che le aveva scritto. La tentazione fu troppo grande: l’aprì. La lesse…

 

Certe sere lo sai

a casa non tornerei
una preghiera non c'è per non sentire il vuoto in me
ci si arrampica ai sogni, ma si cade giù
e con i lividi addosso poi non si vola più


E poi mi dicono ancora
non eri quella per me
ma che ne sanno di noi di come vivo senza te
il tuo profumo sul letto non vuole andare via
e certe sere ho paura di che sarà di me
[…]
E un'altra notte è già qui
sulla mia cena a metà
sulle parole che tu avrai scordato ovunque sei
e questo freddo che ho dentro è già una malattia
in questo mondo sbagliato tu non sei più mia

Chi mi darà la sua mano a chi darò la mia mano
io non so più se una risposta c'è
se nascerà ancora il mondo se salirò dal mio fondo
io te lo giuro sai ho paura

di che sarà di me

Non potrò scordarti mai mentre il mondo scorda me
ora che tu non ci sei
dimmi che sarà di me […][4]

 

[Yuri…] non riuscì più a trattenersi, i singhiozzi, che fino a quel momento aveva soffocato in gole, uscirono in modo dirompente…  Perché era finita? Se lo domandava ancora: erano così innamorati…

Vide il suo diario. Lo sfogliò…

 

Cara Meri,

oggi sono uscita con Michael e Alessandro: mi hanno chiesto di scegliere fra loro e io ho scelto Alessandro. Mi è stato molto vicino ultimamente, ho capito di avere bisogno di lui: sento che mi capisce e so che mi vuole bene. Non lo amo, questo è vero, ma sono molto affezionata a lui e penso che col tempo imparerò ad amarlo […]

 

[Ci sono riuscita davvero? Lo amo o gli voglio solo bene?] si domandava Miki continuando a fogliare quelle pagine:

 

[…] Alessandro è così dolce: oggi siamo andati al parco, ci siamo seduti sulla panchina “mia e di Yuri”… che incredibile nostalgia! Ma lui è stato molto comprensivo con me… ogni giorno che passa gli voglio sempre più bene. Ma la mia paura è così grande: se stessi solo cercando di sostituire Yuri con Alessandro? […]

 

Ancora:

 

Cara Miki,

è normale che tu sia confusa. Ma non devi sentirti in colpa: se hai agito così ci sarà un motivo: segui il tuo istinto, se in questo momento  senti il bisogno di Alessandro non c’è nulla di male, anche io l’ho fatto con Steve. Quando stavo con lui sono stata molto bene e se non avessi rivisto Nick credo che sarei stata molto felice insieme a Steve […]

 

I suoi dubbi di allora erano gli stessi di adesso. Si ricordò della conversazione avuta con l’amica nel giardino della scuola il giorno dopo:

 

-          Sai, Meri, quando mi ha riaccompagnata a casa ha provato a baciarmi, ma sono scappata… non mi sento ancora pronta, non riesco a dimenticare Yuri, i suoi baci, il suo profumo, il sapore delle sue labbra, il calore del suo corpo, dei suoi abbracci[…]

-          Non devi temere di lasciarti andare: adesso forse è presto, ma col tempo ti diverrà spontaneo, vedrai…

 

[I baci di Yuri…] all’improvviso, come in un film, rivisse tutti i baci che si erano scambiati… Quando si erano messi insieme sulla spiaggia, quelli scambiatisi di nascosto da tutti in casa,  quello così appassionato che si erano dati quando erano partiti per la gita prima che Yuri partisse per gli Stati Uniti (e Michael li aveva seguiti!): quella notte avevano fatto l’amore… Era stata la ‘prima volta’ per entrambi… Una fitta al cuore le impedì di respirare per qualche istante, poi i ricordi riemersero dolci…

 

Dopo essere rientrati nella hall dell’albergo, Yuri l’aveva accompagnata davanti alla sua stanza. Michael già dormiva da un pezzo: si era talmente stancato a pedinarli per tutto il giorno, che era crollato dal sonno senza nemmeno accorgersene [loro però sì: “Russava così forte!” – sorrise Miki J ].

Era rimasto in silenzio per tutto il tragitto: chissà a che cosa stava pensando… se lo domandava con insistente curiosità, ma non glielo aveva domandato. Preferì non interrompere quel silenzio, ma restò con la mano nella sua mentre saliva gli scalini, pensando che voleva passare tutto il tempo che le rimaneva insieme a lui. Ripensava a quando aveva preparato la valigia prima di partire: si era ripromesse che se fosse successo qualcosa, fra lei e Yuri, non avrebbe avuto rimorsi. Ora ne era più convinta che mai. Voleva un ricordo di loro due ‘insieme’. Non che non ne avesse, ma ne voleva uno talmente forte e grande, che la riscaldasse nei momenti di solitudine e tristezza quando sarebbero stati lontani. Ma come dirglielo? Come fargli capire i suoi sentimenti? Temeva di sembrargli una ragazza facile… Non sapeva che gli stessi dubbi assillavano la mente di Yuri mentre salivano quei maledetti scalini. Ognuno di essi era il segno del tempo che veniva loro sottratto: vederli diminuire era come contare gli attimi che restavano loro. E lei voleva viverli tutti. Fino in fondo. E lo voleva anche Yuri... Erano arrivati. Si fermò un attimo a guardarla, sempre in silenzio. Le loro mani l’una dentro l’altra, inseparabili, ancora.

-          Beh… allora: buonanotte…

-          Buonanotte…

Si era voltato per andarsene, ma qualcosa glielo impedì. I suoi occhi, quello sguardo, sembravano chiedergli come mai se ne stesse andando via così, già ora. Sarebbe stato via cinque anni e già manteneva le distanze? Non poteva andarsene, si voltò nuovamente e la baciò. Improvvisamente. Con trasporto. Con passione. In un impeto irrefrenabile, la prese fra le braccia: si era totalmente abbandonata a lui e ricambiava quel bacio con uguale, ardente, calore. Tenendola in braccio la portò nella sua stanza: la adagiò sul letto. Miki continuava a baciarlo, mentre, uno per uno, sbottonava i bottoni della sua camicia. Yuri le aveva tolto il maglioncino che indossava. Solamente un reggiseno color glicine, a fiorellini verdi, copriva le dolci curve della ragazza. Com’era bella: aveva già avuto modo di osservarla in costume, al mare, ma poter sentire così da vicino la consistenza setosa e liscia della sua pelle ,profumata e morbida, era una sensazione decisamente nuova e inebriante. Rimase a guardarla un istante. Gli sembrò un’eternità.“Sei sicura?” le aveva chiesto titubante. Aveva annuito. Non un attimo di esitazione in quel gesto: era sicura. Lo voleva. Sarebbero diventati una cosa sola: sarebbe stata parte di lui, come lui parte di lei. Si sarebbero completati e avrebbero condiviso un’esperienza nuova per entrambi, che li avrebbe uniti per sempre. Pian piano anche gli altri indumenti scivolarono giù dal letto, mentre le carezze e i baci che si scambiavano diventavano sempre più intensi, raggiungendo vette mai conquistate prima. Era tutto così naturale. Molte volte avevano immaginato, in segreto, per non mettere fretta all’altro, questo momento, ma nemmeno nei loro sogni più belli avrebbero potuto immaginare con quanta spontaneità e quanta semplicità stavano vivendo quest’esperienza. Prima di accoglierlo dentro di sé, lo guardò intensamente negli occhi: non aveva mai avuto quello sguardo, così adulto, consapevole, maturo. Stava per diventare una donna. “Grazie” gli disse, “Ti amo”  le aveva risposto prima di entrare in lei. La paura di farle male era enorme, ma lei lo aveva guidato dolcemente. Si era ritratta un po’: una lieve smorfia di dolore era apparsa sul suo volto, ma subito dopo aveva preso a muoversi insieme a lui…

Si erano addormentati abbracciati, la sua testa sul suo petto muscoloso e virile, mentre le accarezzava i lunghi capelli. Si sentivano molto vicini ora, più che mai. Avevano riso e scherzato molto insieme, superato ogni imbarazzo, e si erano coccolati a lungo prima di assopirsi…

Quando si svegliò, Miki vide che Yuri la stava guardando mentre sorrideva: erano ancora abbracciati come si erano addormentati. “Oh, povero: avrai male alla spalla!” “No, non particolarmente: la tua testa non pesa molto…” Stava ridendo. L’espressione sul viso della ragazza lo divertiva moltissimo. “Yuuuri!!” gli aveva urlato lanciandogli il cuscino! “Ah, vuoi la guerra? E sia!” aveva accolto la sfida di buon grado e le ricambiò l’attacco. Si presero a cuscinate per qualche minuto, poi Yuri si avvicinò di nuovo alla ragazza per sussurrarle all’orecchio: “Sono stato benissimo questa notte…”  era arrossito nel dirglielo. Anche lei era stata molto bene con lui ed era felice di aver condiviso con lui quel momento. Si sarebbe ricordata per sempre di quegli occhi sorridenti dal cui sguardo era stata accarezzata svegliandosi.

 

Vorrei poterti ricordare così
con quel sorriso acceso d'amore
come se fosse uscita di colpo lì
un'occhiata di sole
Vorrei poterti ricordare lo sai
come una storia importante davvero
anche se ha mosso il sentimento che hai
solo un canto leggero
sto pensando a parole di addio
che danno un dispiacere
ma nel deserto che lasciano dietro
sé trovano da bere
Certi amori regalano
un'emozione per sempre
momenti che restano così
impressi nella mente…[5]

 

Stava scotendo la testa per allontanare da sé quel ricordo: non doveva più pensarci. “Il passato è passato” diceva sempre… “Non torna più…” pensò con rammarico. Eppure questo ricordo, per quanto si sforzasse di non pensarvici, era sempre presente nei suoi pensieri. In questi anni era riaffiorato spesso nella sua mente, anche mentre era insieme ad Alessandro. Il pensiero che Yuri fosse di un’altra non le dava tregua: era tormentata dall’idea che quei baci, quelle carezze, quelle dolci parole, i suoi sorrisi potessero essere per un’altra.

 

Viveva al telefono: ogni squillo era un sussulto al pensiero che potesse trattarsi di Yuri. Spesso era lei a cercarlo, ma non lo trovava quasi mai. A volte, la notte, quando tutti dormivano ,entrava nella sua stanza, per cogliere un segno della sua presenza. Sentirlo più vicino. Ripensava a quella volta, in albergo. Ripensava alle altre. E ripensava a tutti gli altri momenti trascorsi con lui. Si guardava intorno stringendo il suo cuscino, odorandolo per respirare il suo profumo, che, giorno dopo giorno, svaniva piano piano, inesorabilmente, lasciando il vuoto dentro di lei.

 

 

Tu non rispondi più al telefono
E appendi al filo ogni speranza mia
Io non avrei creduto mai di poter
Perder la testa per te

All'improvviso sei fuggito via
Lasciando il vuoto in questa vita mia
Senza risposte ai miei perché adesso
Cosa mi resta di te

Non c'è , non c’è il profumo della tua pelle
Non c'è il respiro di te sul viso
Non c'è la tua bocca di fragola
Non c'è il dolce miele dei tuoi capelli

[…]

Strappando i sogni ai giorni miei

te ne sei andato di fretta

Perché?[6]

 

Era stata una decisione sofferta: era stato molto doloroso prenderla, ma sentiva che non poteva più continuare in quel modo. Così l’aveva lasciato. Chissà Yuri come l’aveva presa…

 



[1] “With or without you” dei mitici U2 (trad.: “Attraverso la tempesta raggiungiamo la riva/ tu dai tutto, ma io voglio di più/ E ti sto aspettando / Con o senza di te/ con o senza di te/ non posso vivere/ Con o senza di te”).

[2] “Non è tempo per noi” di Luciano Ligabue

[3] “What’s up” delle 4 Non Blondes (trad. 25 anni di vita e ancora/ sto cercando di risalire quella grande
e alta collina di speranza/ di una destinazione […] così piango qualche volta mentre/ sono distesa a letto/  per esprimere tutto ciò che ho nella mia testa/ poi comincio a sentirmi/ un po’ strana […])

[4] “Che sarà di me” (Massimo di Cataldo)

[5] “Un’emozione per sempre”_Eros.

[6] “Non c’è”_ Laura Pausini

  
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