PALLIDE NOTE DI MALINCONIA
Introduzione
Questa fiction è la terza che scrivo (so che ancora non ho finito la
prima, ma mi era venuta l’ispirazione ed era un peccato non approfittarne!)
E’ una song-spoiler-fic: mi sono ispirata agli episodi dell’anime (il
titolo stesso è tratto da una puntata del cartone animato della versione
italiana): da quando Miki a New York
lascia Yuri, fino a quando si rimettono insieme al campeggio (dopo un po’ di
tempo, durante il quale succedono un po’ di cose…). A fare da colonna sonora ai pensieri di Miki e Yuri, alcune delle
mie canzoni preferite. Spero che la scelta vi piaccia, anche se è poco
originale… Fatemi sapere che cosa ne pensate!
Alcuni criteri grafici: i brani musicali in rosa rispecchiano i
pensieri di Miki, quelli azzurri i pensieri di Yuri. In verde trovate i
ricordi, in marrone i sogni. I nomi dei personaggi sono quelli italiani per
praticità, mentre fra [ ] sono indicati i pensieri dei personaggi.
I personaggi e tutti i diritti sono di proprietà di Wataru Yoshizumi:
la mia fiction non ha alcuno scopo di lucro.
Buona lettura,
@79
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Miki era ancora sotto le coperte: non aveva
voglia di alzarsi. Il sole era già alto, era la mattina del suo compleanno: 25
anni, doveva essere felice, ma non lo era affatto. Qualcosa la turbava già da
un po’: il pensiero che entro qualche giorno avrebbe rivisto Yuri la
angosciava. Sarebbe ritornato per sempre, questa volta, da architetto. Non si
erano più visti da quel pomeriggio a New York: il ricordo del loro addio era
ancora così nitido nei suoi pensieri, indelebile…
Era seduta su quella panchina in attesa che si liberasse un
posto sul primo aereo per Tokyo. Che stupida che era stata: arrivare fin lì,
per fargli una sorpresa, riabbracciarlo, dirgli di persona quanto sentisse la
sua mancanza e scoprire che Yuri, il suo Yuri, che le aveva promesso che non
l’avrebbe dimenticata, che sarebbe ritornato presto da lei, si era consolato in
fretta con quella bionda-tutta-curve. Come aveva potuto? Non significavano niente
per lui tutti i bei ricordi di quei momenti trascorsi insieme?
Miki si interrogava in silenzio con tutti questi pensieri.
La sua amica Meri era lì con lei: avrebbe voluto consolarla, ma sapeva bene che
per un simile doloro non poteva esserci consolazione alcuna. Ad un tratto una
voce attirò la sua attenzione, per un attimo distolse lo sguardo che da tempo
ormai fissava il pavimento e lo vide. Stava correndo. Sembrava alla disperata
ricerca di qualcosa, di qualcuno. Di lei. Gridava il suo nome. All’improvviso
la vide. Era in fondo alla sala d’attesa, vicino alle vetrate.
-
MIIIKIII!
-
…
-
Oh,
perdonami, Miki. Ho saputo del tuo arrivo solo per caso: ero da Brian per
studiare. Non c’è mai stato niente tra me e Jinny…
-
Mi
dispiace…
-
No,
Miki, non devi scusarti. Sono io dispiaciuto per quanto è successo…
-
Lasciami
parlare. Mi dispiace, ma io non riesco più ad andare avanti in questo modo.
-
Perché,
Miki?
-
Perché
sono tanto stanca. Non ce la faccio più a vivere al telefono, pensando che tu
possa uscire con un’altra...
-
Miki,
mi dispiace. Io pensavo che tu te la cavassi bene anche senza di me, non
immaginavo quanto potesse essere pesante per te questa situazione…
-
[
Perché fa così male? Yuri, vorrei tanto abbracciarti, ma so che sarebbe peggio…
... Through
the storm we reach the shore
You give it all but I want more
And I’m waiting for you
With or without you
With or without you
I can’t live
With or without you[1]...
Yuri, come faccio a lasciarti? Ma così non
vivo più, non possiamo continuare in questo modo…]
-
[Miki,
come faccio a scegliere fra te e il mio futuro, dopo tutti i sacrifici fatti
per realizzarlo?] Ora come ora, l’unica cosa che posso fare è chiederti se mi
vuoi aspettare ancora… sarebbe troppo, lo so. Per cui non ti chiedo niente… [Non posso credere che stia succedendo
proprio a noi…]
-
Comunque
ti ringrazio. So che mi hai capita. [Sei stato molto importante per me, ti ho
voluto bene]. Addio
-
[Addio,
Miki. Chissà se un giorno ci sarà ancora un futuro per noi…
Non è tempo per noi che non ci svegliamo mai
Abbiam sogni però troppo grandi e belli sai
Belli o brutti abbiam facce che però non cambian mai
Non e' tempo per noi e forse non lo sarà mai[2]
].
In diverse occasioni il ragazzo aveva provato a
cercarla, ma lei, ferma nella sua decisione, non aveva più voluto ritornare sui
suoi passi: aveva sofferto troppo e non voleva più riaprire una ferita che
cercava di curare. Quanto erano stati dolorosi tutti quei mesi lontani, non
poteva più sostenere un simile peso. E poi nella sua vita c’era Alessandro,
ora. Era così dolce e premuroso con lei, comprensivo: era cambiato moltissimo
da quando l’aveva conosciuto. Per amor suo. Anche se Yuri aveva dedotto, dai
suoi silenzi, che nella sua vita oramai non aveva più un posto, perché c’era un
altro, ora avrebbe dovuto dirglielo di persona: come l’avrebbe presa? Erano
passati quattro anni da quella volta. Quattro lunghi anni e di cose ne erano
successe: oramai erano diventati quasi due estranei che non sapevano più niente
l’uno dell’altra. Un po’ la feriva tutto ciò: pensare a quanto erano stati
uniti e a quanto erano stati importanti l’uno per l’altra la tagliava dentro…
ma ora doveva guardare avanti. Dopotutto era innamorata di Alessandro: gli
voleva molto bene… [Ma perché non provo per lui lo stesso trasporto che
sentivo per Yuri? Quel batticuore, quel desiderio?]. E se stesse
sbagliando? Quel dubbio la ossessionava ogni giorno, non lasciandole
tregua…Sentiva le lacrime scivolarle sulle guance: ancora la ferita di quella
perdita non si era rimarginata.
Twenty-five
years and my life is still
Trying to get up that great big hill of hope
For a destination
[...]
And so I cry sometimes
When I'm lying in bed
Just to get it all out
What's in my head
And I am feeling a little peculiar
[...][3]
Alla fine decise di alzarsi. Una doccia calda
l’avrebbe di sicuro aiutata a rilassarsi e a fare un po’ di chiarezza dentro se
stessa o, se non altro, a non pensare ai suoi problemi per un po’…
Si alzò, prese un asciugamano nel cassetto e vide
la scatola che le aveva inviato Yuri: il voice memo e il compositore di numeri
erano ancora lì. Insieme alla lettera che le aveva scritto. La tentazione fu
troppo grande: l’aprì. La lesse…
Certe sere lo sai
a casa non tornerei
una preghiera non c'è per non sentire il vuoto in me
ci si arrampica ai sogni, ma si cade giù
e con i lividi addosso poi non si vola più
E
poi mi dicono ancora
non eri quella per me
ma che ne sanno di noi di come vivo senza te
il tuo profumo sul letto non vuole andare via
e certe sere ho paura di che sarà di me
[…]
E un'altra notte è già qui
sulla mia cena a metà
sulle parole che tu avrai scordato ovunque sei
e questo freddo che ho dentro è già una malattia
in questo mondo sbagliato tu non sei più mia
Chi mi darà la sua mano a chi darò la mia mano
io non so più se una risposta c'è
se nascerà ancora il mondo se salirò dal mio fondo
io te lo giuro sai ho paura
di
che sarà di me
Non potrò scordarti mai mentre il mondo scorda me
ora che tu non ci sei
dimmi che sarà di me […][4]
[Yuri…] non riuscì più a trattenersi, i
singhiozzi, che fino a quel momento aveva soffocato in gole, uscirono in modo
dirompente… Perché era finita? Se lo
domandava ancora: erano così innamorati…
Vide il suo diario. Lo sfogliò…
Cara Meri,
oggi sono uscita con Michael e Alessandro: mi hanno chiesto di
scegliere fra loro e io ho scelto Alessandro. Mi è stato molto vicino
ultimamente, ho capito di avere bisogno di lui: sento che mi capisce e so che
mi vuole bene. Non lo amo, questo è vero, ma sono molto affezionata a lui e
penso che col tempo imparerò ad amarlo […]
[Ci sono riuscita davvero? Lo amo o gli voglio
solo bene?] si domandava Miki continuando a fogliare quelle pagine:
[…] Alessandro è così dolce: oggi siamo andati al parco, ci siamo
seduti sulla panchina “mia e di Yuri”… che incredibile nostalgia! Ma lui è stato
molto comprensivo con me… ogni giorno che passa gli voglio sempre più bene. Ma
la mia paura è così grande: se stessi solo cercando di sostituire Yuri con
Alessandro? […]
Ancora:
Cara Miki,
è normale che tu sia confusa. Ma non devi sentirti in colpa: se hai
agito così ci sarà un motivo: segui il tuo istinto, se in questo momento senti il bisogno di Alessandro non c’è nulla
di male, anche io l’ho fatto con Steve. Quando stavo con lui sono stata molto
bene e se non avessi rivisto Nick credo che sarei stata molto felice insieme a
Steve […]
I suoi dubbi di allora erano gli stessi di
adesso. Si ricordò della conversazione avuta con l’amica nel giardino della
scuola il giorno dopo:
-
Sai, Meri, quando mi ha
riaccompagnata a casa ha provato a baciarmi, ma sono scappata… non mi sento
ancora pronta, non riesco a dimenticare Yuri, i suoi baci, il suo profumo, il
sapore delle sue labbra, il calore del suo corpo, dei suoi abbracci[…]
-
Non devi temere di lasciarti
andare: adesso forse è presto, ma col tempo ti diverrà spontaneo, vedrai…
[I baci di Yuri…] all’improvviso, come in
un film, rivisse tutti i baci che si erano scambiati… Quando si erano messi
insieme sulla spiaggia, quelli scambiatisi di nascosto da tutti in casa, quello così appassionato che si erano dati
quando erano partiti per la gita prima che Yuri partisse per gli Stati Uniti (e
Michael li aveva seguiti!): quella notte avevano fatto l’amore… Era stata la
‘prima volta’ per entrambi… Una fitta al cuore le impedì di respirare per
qualche istante, poi i ricordi riemersero dolci…
Dopo essere rientrati nella hall
dell’albergo, Yuri l’aveva accompagnata davanti alla sua stanza. Michael già
dormiva da un pezzo: si era talmente stancato a pedinarli per tutto il giorno,
che era crollato dal sonno senza nemmeno accorgersene [loro però sì: “Russava
così forte!” – sorrise Miki J ].
Era rimasto in silenzio per tutto il
tragitto: chissà a che cosa stava pensando… se lo domandava con insistente
curiosità, ma non glielo aveva domandato. Preferì non interrompere quel
silenzio, ma restò con la mano nella sua mentre saliva gli scalini, pensando
che voleva passare tutto il tempo che le rimaneva insieme a lui. Ripensava a
quando aveva preparato la valigia prima di partire: si era ripromesse che se
fosse successo qualcosa, fra lei e Yuri, non avrebbe avuto rimorsi. Ora ne era
più convinta che mai. Voleva un ricordo di loro due ‘insieme’. Non che non ne
avesse, ma ne voleva uno talmente forte e grande, che la riscaldasse nei
momenti di solitudine e tristezza quando sarebbero stati lontani. Ma come
dirglielo? Come fargli capire i suoi sentimenti? Temeva di sembrargli una
ragazza facile… Non sapeva che gli stessi dubbi assillavano la mente di Yuri
mentre salivano quei maledetti scalini. Ognuno di essi era il segno del tempo che
veniva loro sottratto: vederli diminuire era come contare gli attimi che
restavano loro. E lei voleva viverli tutti. Fino in fondo. E lo voleva anche
Yuri... Erano arrivati. Si fermò un attimo a guardarla, sempre in silenzio. Le
loro mani l’una dentro l’altra, inseparabili, ancora.
-
Beh… allora: buonanotte…
-
Buonanotte…
Si era voltato per andarsene, ma
qualcosa glielo impedì. I suoi occhi, quello sguardo, sembravano chiedergli
come mai se ne stesse andando via così, già ora. Sarebbe stato via cinque anni e
già manteneva le distanze? Non poteva andarsene, si voltò nuovamente e la
baciò. Improvvisamente. Con trasporto. Con passione. In un impeto
irrefrenabile, la prese fra le braccia: si era totalmente abbandonata a lui e
ricambiava quel bacio con uguale, ardente, calore. Tenendola in braccio la
portò nella sua stanza: la adagiò sul letto. Miki continuava a baciarlo,
mentre, uno per uno, sbottonava i bottoni della sua camicia. Yuri le aveva
tolto il maglioncino che indossava. Solamente un reggiseno color glicine, a
fiorellini verdi, copriva le dolci curve della ragazza. Com’era bella: aveva
già avuto modo di osservarla in costume, al mare, ma poter sentire così da
vicino la consistenza setosa e liscia della sua pelle ,profumata e morbida, era
una sensazione decisamente nuova e inebriante. Rimase a guardarla un istante.
Gli sembrò un’eternità.“Sei sicura?” le aveva chiesto titubante. Aveva annuito.
Non un attimo di esitazione in quel gesto: era sicura. Lo voleva. Sarebbero
diventati una cosa sola: sarebbe stata parte di lui, come lui parte di lei. Si
sarebbero completati e avrebbero condiviso un’esperienza nuova per entrambi,
che li avrebbe uniti per sempre. Pian piano anche gli altri indumenti
scivolarono giù dal letto, mentre le carezze e i baci che si scambiavano
diventavano sempre più intensi, raggiungendo vette mai conquistate prima. Era
tutto così naturale. Molte volte avevano immaginato, in segreto, per non
mettere fretta all’altro, questo momento, ma nemmeno nei loro sogni più belli
avrebbero potuto immaginare con quanta spontaneità e quanta semplicità stavano
vivendo quest’esperienza. Prima di accoglierlo dentro di sé, lo guardò
intensamente negli occhi: non aveva mai avuto quello sguardo, così adulto,
consapevole, maturo. Stava per diventare una donna. “Grazie” gli disse, “Ti
amo” le aveva risposto prima di entrare
in lei. La paura di farle male era enorme, ma lei lo aveva guidato dolcemente.
Si era ritratta un po’: una lieve smorfia di dolore era apparsa sul suo volto,
ma subito dopo aveva preso a muoversi insieme a lui…
Si erano addormentati abbracciati, la
sua testa sul suo petto muscoloso e virile, mentre le accarezzava i lunghi
capelli. Si sentivano molto vicini ora, più che mai. Avevano riso e scherzato
molto insieme, superato ogni imbarazzo, e si erano coccolati a lungo prima di
assopirsi…
Quando si svegliò, Miki vide che Yuri
la stava guardando mentre sorrideva: erano ancora abbracciati come si erano
addormentati. “Oh, povero: avrai male alla spalla!” “No, non
particolarmente: la tua testa non pesa molto…” Stava ridendo. L’espressione
sul viso della ragazza lo divertiva moltissimo. “Yuuuri!!” gli aveva
urlato lanciandogli il cuscino! “Ah, vuoi la guerra? E sia!” aveva
accolto la sfida di buon grado e le ricambiò l’attacco. Si presero a cuscinate
per qualche minuto, poi Yuri si avvicinò di nuovo alla ragazza per sussurrarle
all’orecchio: “Sono stato benissimo questa notte…” era arrossito nel dirglielo. Anche lei era
stata molto bene con lui ed era felice di aver condiviso con lui quel momento.
Si sarebbe ricordata per sempre di quegli occhi sorridenti dal cui sguardo era
stata accarezzata svegliandosi.
Vorrei poterti ricordare così
con quel sorriso acceso d'amore
come se fosse uscita di colpo lì
un'occhiata di sole
Vorrei poterti ricordare lo sai
come una storia importante davvero
anche se ha mosso il sentimento che hai
solo un canto leggero
sto pensando a parole di addio
che danno un dispiacere
ma nel deserto che lasciano dietro
sé trovano da bere
Certi amori regalano
un'emozione per sempre
momenti che restano così
impressi nella mente…[5]
Stava scotendo la testa per allontanare da sé
quel ricordo: non doveva più pensarci. “Il passato è passato” diceva
sempre… “Non torna più…” pensò con rammarico. Eppure questo ricordo, per
quanto si sforzasse di non pensarvici, era sempre presente nei suoi pensieri.
In questi anni era riaffiorato spesso nella sua mente, anche mentre era insieme
ad Alessandro. Il pensiero che Yuri fosse di un’altra non le dava tregua: era
tormentata dall’idea che quei baci, quelle carezze, quelle dolci parole, i suoi
sorrisi potessero essere per un’altra.
Viveva al telefono: ogni squillo era
un sussulto al pensiero che potesse trattarsi di Yuri. Spesso era lei a
cercarlo, ma non lo trovava quasi mai. A volte, la notte, quando tutti
dormivano ,entrava nella sua stanza, per cogliere un segno della sua presenza.
Sentirlo più vicino. Ripensava a quella volta, in albergo. Ripensava alle
altre. E ripensava a tutti gli altri momenti trascorsi con lui. Si guardava
intorno stringendo il suo cuscino, odorandolo per respirare il suo profumo,
che, giorno dopo giorno, svaniva piano piano, inesorabilmente, lasciando il
vuoto dentro di lei.
Tu non rispondi
più al telefono
E appendi al filo ogni speranza mia
Io non avrei creduto mai di poter
Perder la testa per te
All'improvviso sei fuggito via
Lasciando il vuoto in questa vita mia
Senza risposte ai miei perché adesso
Cosa mi resta di te
Non c'è , non c’è il profumo della tua pelle
Non c'è il respiro di te sul viso
Non c'è la tua bocca di fragola
Non c'è il dolce miele dei tuoi capelli
[…]
Strappando i
sogni ai giorni miei
te ne sei
andato di fretta
Perché?[6]
Era
stata una decisione sofferta: era stato molto doloroso prenderla, ma sentiva
che non poteva più continuare in quel modo. Così l’aveva lasciato. Chissà Yuri
come l’aveva presa…
[1]
“With or without you” dei mitici U2 (trad.: “Attraverso la tempesta
raggiungiamo la riva/ tu dai tutto, ma io voglio di più/ E ti sto aspettando /
Con o senza di te/ con o senza di te/ non posso vivere/ Con o senza di te”).
[2]
“Non è tempo per noi” di Luciano Ligabue
[3]
“What’s up” delle 4 Non Blondes (trad. 25 anni di vita e ancora/ sto cercando di risalire quella grande
e alta collina di speranza/ di una destinazione […] così piango qualche volta
mentre/ sono distesa a letto/ per
esprimere tutto ciò che ho nella mia testa/ poi comincio a sentirmi/ un po’
strana […])
[4]
“Che sarà di me” (Massimo di Cataldo)
[5]
“Un’emozione per sempre”_Eros.
[6] “Non c’è”_ Laura Pausini