Fanfic su artisti musicali > Katy Perry
Ricorda la storia  |      
Autore: crazy lion    04/03/2021    0 recensioni
[Crossover Katy Perry/Taylor Swift]
Katy si sta occupando della sua bambina, Daisy Dove, quando Taylor bussa alla porta.
Storia stilata con Emmastory.
Disclaimer: con questo nostro scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendiamo dare veritiera rappresentazione del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Katy Perry
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

UNA MATTINATA CON DAISY

 
Katy era a casa. Orlando era appena uscito per andare al lavoro e lei stava facendo colazione. Nugget sgranocchiava le sue crocchette.
"Vado a fare qualche lavoro, comportati bene" disse la cantante alla cagnolina.
Andò in bagno, prese i panni sporchi, scese in lavanderia e li mise in lavatrice. L'aveva appena fatta partire quando un pianto la distrasse. Aveva attaccato un baby monitor a forma di orsetto che la aiutava a sentire quando Daisy piangeva.
"Arrivo, tesoro!" esclamò, correndo di sopra.
Il pianto si interruppe, poi riprese, sempre più insistente e rabbioso. Katy si precipitò in camera e aprì la porta. Trovò Daisy Dove ben coperta. Il ciuccio era caduto vicino alla sua bocca e la bambina strillava come un'aquila. Quando sentì la mamma avvicinarsi, però, si calmò.
"Ciao, piccola!"
Katy si chinò sul lettino e le baciò la testolina bionda. Aveva i capelli uguali ai suoi. La bambina la guardò e i loro occhi, profondi come l'oceano, si incontrarono per un lungo momento.
"Eh?" fece la bimba e la mamma sorrise.
Daisy iniziò a giocare con i capelli di Katy e la donna la lasciò fare, avendo il piacere di sentirla ridere. La sua risata allegra riempì l'aria, era così forte da coprire anche il canto di qualche uccellino che prima si udiva. Per diversi minuti la bambina non fece altro che ridere e agitare le gambette e le manine, riuscì anche a liberarsi delle coperte lanciandole via alla rinfusa.
"Siamo decise oggi, vero?"
Katy notò che la bambina aveva bisogno di essere cambiata. La prese in braccio con delicatezza e se la strinse al cuore, riempiendole le guanciotte paffute di baci.
"Ti voglio un mondo di bene, lo sai?"
Lei rispose con una risatina, poi le starnutì in faccia. Katy rise.
"Daisy!" la rimproverò bonariamente.
La donna si asciugò il viso con un fazzoletto e la bambina unì le mani, come se fosse stata dispiaciuta del suo gesto. Katy non poté far altro che trovarlo adorabile.
La distese sul fasciatoio e la bambina iniziò ad agitarsi.
"Lo so che non ti piace essere cambiata, ma dobbiamo, così poi sarai pulita e starai benissimo."
Staccò le linguette del pannolino mentre Daisy si dimenava, poi fece aderire la parte davanti con quella dietro e rimosse l'indumento, gettandolo nel cestino lì accanto. Con un po' di difficoltà la pulì e le mise il pannolino pulito.
Ma la bambina non aveva finito di lamentarsi e ricominciò a piangere.
"Ho capito, hai fame. Ora andiamo a mangiare."
Katy le preparò il biberon mentre la bambina restava seduta nel passeggino e la guardava. Nugget le si avvicinò e le annusò una manina, poi gliela leccò e lei gorgogliò felice, ripulendosi la mano sui pantaloncini della tuta. Katy sorrise a quella scena e, una volta pronto il latte, lo diede alla piccola dopo averla ripresa in braccio.
"Sai che facciamo, adesso? Andiamo al parco."
Aveva appena messo la bambina nel passeggino e infilato la mascherina quando suonò il campanello. Andò ad aprire e si trovò davanti Taylor Swift. Le due erano amiche da tempo, nonostante i loro diverbi in passato che, per fortuna, si erano risolti.
"Tay, ciao!"
Katy la abbracciò.
"Ciao, sono venuta a trovarti. Come stai?"
"Bene, stavo uscendo a fare una passeggiata con Daisy."
"Oh, allora vi lascio da sole, non volevo disturbare."
Stava per uscire, quando Katy le prese la mano, stringendogliela con dolcezza.
"No, aspetta. Resta con noi. Sei venuta fino a qui, non voglio mandarti via. Posso offrirti qualcosa?"
"D'accordo, e no, grazie, sono a posto. Se vuoi vengo con voi a passeggiare."
L'amica le sorrise.
"Prendi tu il guinzaglio di Nugget, per favore?"
Taylor tentennò.
"Non sono brava con i cani, ma ci posso provare."
Dopo poco uscirono. Camminarono per alcuni minuti senza dire niente, godendosi il sole di quella bella giornata di inizio marzo, e ascoltando il canto degli uccelli. L'unica cosa che rovinava quel momento era il traffico, che rendeva tutti i rumori più ovattati e meno gradevoli. Quando arrivarono al parco, però, ritrovarono un po' di tranquillità. Chiusero bene il cancello dietro di loro e iniziarono a passeggiare sull'erba. Nugget tirava il guinzaglio al massimo delle sue possibilità e Taylor faceva del suo meglio per starle dietro.
"Nugget, Nugget, ferma, fermati!" la pregò, rischiando di cadere.
Era incredibile. Come faceva un cane così piccolo ad avere così tanta energia? Non lo sapeva, ma una cosa era certa. Era anche per quello che preferiva i gatti.
"Mmmm, mmm" diceva Daisy guardandosi intorno.
Alzava la testina quando un uccellino cantava e indicava le foglie che si muovevano con il vento.
"È curiosa, eh?" chiese Taylor.
"Molto, come tutti i bambini alla sua età. Ha compiuto sei mesi il 26 febbraio."
"Di notte dorme?"
"Come un ghiro, è bravissima. Ogni tanto si sveglia,  ma non capita utte le notti e comunque è normale."
"Io non me ne intendo molto di bambini, anche se mi piacciono e se ho sempre avuto un grande istinto materno, ma lei ha davvero una faccetta simpatica!"
Katy sorrise
"Grazie. E pensare che figli non ne volevo. Però sono molto felice di essere rimasta incinta e di averla avuta. E tu?"
"Io?" Taylor sorrise. "Mi piacerebbe, sì ma non adesso. In futuro, probabilmente. Con Joe non ne abbiamo ancora parlato, anche se..."
"Anche se?" la incalzò l'amica.
"Mi ha chiesto di sposarlo, il giorno di San Valentino."
L'altra spalancò gli occhi.
"Davvero?" chiese, alzando la voce. "E che hai risposto?"
La bambina si lamentò per il tono troppo alto  della mamma, ma lei si affrettò a rassicurarla.
"Ho detto di sì, ovviamente. Pensa che non ero preparata a quello che mi avrebbe chiesto. Voglio dire, è stato un San Valentino interessante, ma non mi aspettavo si arrivasse a quel punto."
Le raccontò che lei quel giorno non riusciva a scrivere e Joe l'aveva portata in un Neko café, un bar dove si potevano accarezzare dei gatti.
"E poi?"
"E poi mi ha fatto un discorso e mi ha dato questo anello!"
Taylor glielo mostrò con le lacrime agli occhi.
"Mio Dio, ma è bellissimo."
"Mamamamamamamama" mormorò Daisy.
"Guarda, sta provando a dire mamma!"
"Sì Katy, immagino sia molto emozionante."
"Lo è. In realtà non sono vere parole, lo so. Si tratta di vocalizzi, la cosiddetta lallazione, ma non importa, per me è comunque una conquista."
"Tutti i piccoli iniziano così, ma vedrai. Un giorno vi ritroverete a fare un duetto insieme, e io potrò dire che te l'avevo detto" scherzò Taylor, divertita all'idea.
La bambina allungò la manina e arrivò a toccare la corteccia di un albero, prendendo poi in mano un pezzo di corteccia che si era staccato. Se lo portò alla bocca.
"No!"
Katy glielo tolse appena in tempo e le pulì le manine con un fazzoletto e un po' d'acqua.
"Piccola monella" disse Taylor, toccandole la punta del naso.
La fece ridere.
"La risata dei bambini è meravigliosa" commentò la cantante e Katy rispose che era d'accordo.
"Allora, com'è avere dei gatti?" chiese, mentre continuavano a camminare.
Daisy, intanto, giocava con un orsetto di peluche. Lo scuoteva, se lo sbatteva in faccia e rideva.
"Bello. Sono tutti coccoloni e giocherelloni e la sera dormono con me. Mi spiace solo lasciarli a casa da soli per così tante ore quando lavoro, ma non posso farci molto."
"Sono sicura che loro sentono che tornerai e poi si faranno compagnia."
Taylor annuì, sollevata dalle parole dell'amica.
"E avere un cane, invece?"
Nugget continuava a camminare instancabile.
"Beh, come vedi lei non si fermerebbe mai. E' una gran giocherellona e, come i tuoi gatti, adora le coccole. Le piace soprattutto fare questo." Katy si fermò, raccolse da terra un bastoncino, liberò Nugget e lo lanciò. La cagnolina corse a prenderlo e glielo riportò. "Visto?"
"Anche i miei gatti lo fanno, a volte."
L'altra spalancò gli occhi.
"Davvero?"
"Sì, soprattutto Benjamin Button."
Rifletterono sul fatto che era strano per un gatto comportarsi così, poi si accomodarono su una panchina, con Nugget di nuovo al guinzaglio che annusava per terra.
"Posso prenderla in braccio?" chiese Taylor indicando la bambina.
"Ma certo! Fai tu o te la passo?"
"Ehm, provo io. Non sono molto pratica" ammise.
Taylor slegò la cintura della bambina e la sollevò, la girò e se la strinse al petto.
"Aaah" fece la piccola, la guardò e le sorrise.
"Mi ha sorriso!"
La ragazza non poteva crederci. Il cuore prese a batterle all'inmpazzata e si sentì formicolare le braccia.
"Hai visto? Lo fa con tutti, ma penso che sia molto felice di stare fra le tue braccia."
"E questo chi è, un tuo amico?"
La bambina fece un versetto, poi diede l'orsacchiotto in mano a Taylor.
"Ci gioca sempre" intervenne Katy. "Non ha ancora un nome, lo sceglierà lei quando sarà più grande."
"Mi sembra giusto."
"Volevo ringraziarti per la copertina che hai fatto per Daisy, sei stata molto dolce."
Taylor sorrise, mentre la bambina le esplorava il viso con una manina.
"Figurati, l'ho fatto volentieri. Cambiando argomento, certo che abbiamo litigato proprio per un motivo stupido."
"Sono felice che pensi questo."
"Altrimenti non saremmo tornate amiche, non credi?"
Era accaduto molti anni prima. Tre ballerini del California Dreams tour di Katy Perry erano stati presi da Taylor Dwift per il proprio tour Red. Ma avevano lasciato prima della fine per raggiungere Katy ed erano stati licenziati.
"E poi io ho scritto Bad Blood perché ero arrabbiata" disse Taylor abbassando lo sguardo. "Mi dispiace. Molti hanno pensato che si trattasse di una canzone d'amore, in realtà era un testo sulla perdita di un'amicizia. Mi dispiace tanto, Katy. Non volevo farti del male."
L'altra sospirò.
"Lo so. Senti, abbiamo già chiarito, è passato, Non pensiamoci più."
Daisy prese a lamentarsi, così Taylor la rimise nel passeggino.
"Ecco fatto, piccola."
Provò a giocare con l'orsetto per farla divertire, ma la bambina si arrabbiò e lo gettò per terra.
"Però, che caratterino!" commentò Taylor.
Katy rise e Nugget andò a raccogliere il pupazzo, dandolo alla padrona che lo disinfettò prima di consegnarlo alla figlia.
"Gliel'hai insegnato tu?"
"No, fin da cucciola raccoglie le cose che cadono a terra, ma le ho insegnato un paio di giochetti per un video musicale."
"Sul serio? Tipo cosa?" chiese allora Taylor, incuriosita.
"Oh, nulla di che, non per questa signorina. Dai, guarda. Nugget?" Una risposta semplice, seguita poi dal nome della cagnetta, distratta dal dondolio fra l'erba di un fiore. Neanche a farlo apposta, una margherita. Sentendosi chiamare, però, drizzò le orecchie e le andò vicino. Sorridendo debolmente, Katy le mostrò la mano aperta, e chiudendola a pugno, la sollevò in aria. Capendo al volo, la cagnetta girò su se stessa.  "Visto? Facile" commentò la padrona, abbassandosi ad accarezzarla.
Lasciandola fare, Nugget chiuse gli occhi, la coda così veloce da risultare invisibile.
"Cavolo, l'ultima volta che ho provato una cosa del genere con Kitty mi ha quasi stesa" ridacchiò Taylor, divertita al solo pensiero.
"Kitty?” le fece eco l'altra, confusa.
"Sì, scusa, è il cane di mia madre, non te ne avevo mai parlato. Un alano, sai... quelli grandi come cavalli?" le rispose la bionda, facendosi seria per un attimo.
"Capisco benissimo. Ricordo di averne visti, qualche volta, ed è per questo che preferisco Nugget. Non solo per la razza, è anche facile da gestire" rispose subito Katy, memore dell'ultima passeggiata con la cagnolina nonché di una delle scene del video musicale per Small Talk. In quel caso si era trattato di un Weimaraner e non di un alano, ma la stazza era simile, perciò lasciò cadere l'argomento. Scivolando nel silenzio, si chiese come si potesse chiamare un cane con quel nome essendo le due specie completamente diverse, ma si guardò bene dal dirlo, tenendo anche quel pensiero per sé.
Poco dopo, le due tornarono indietro. Taylor accettò una tazza di caffè, poi salutò l'amica.
"Devo tornare dai miei gatti e il pomeriggio lavoro. Ma è stato bello venire qui oggi."
"Anche a noi ha fatto piacere averti, vero Daisy?"
"Ah!" rispose la bambina, decisa.
"Pare di sì." Taylor rise. "Grazie, Daisy."
Si chinò a darle un bacio. Ora la bambina era seduta sul divano, con cuscini da una parte e dall'altra per evitare che cadesse.
"Ci vediamo presto, allora." Katy abbracciò la sua amica. "Mi mancherai!"
"Ti chiamo in questi giorni, promesso."
Le due amiche si separarono e Taylor uscì. Katy si accomodò vicino alla figlia.
"Che dici, è stata una bella mattinata?"
La bambina sorrise.
"Sì, anche secondo me. Taylor è proprio una brava zia." Commentò, sistemandosi meglio sul divano e preparandosi a prenderla in braccio. Delicatamente, con ancora addosso la folle paura di farle male. Felice, la piccola la lasciò fare, e in silenzio, la guardò con i suoi occhioni già azzurri e in tutto simili ai suoi. Stanca, sbadigliò portandosi una manina alla bocca, e volendo conciliarle il sonno, lei iniziò a cantare.
Could spend your whole life, but you couldn't
Describe what makes a woman
She's always been a perfect mystery
Could spend your whole life, but you couldn't
Describe what makes a woman
And that's what makes a woman to me.
That's what makes a woman to me
There it is, Daisy
Come c'era d'aspettarsi, una delle sue canzoni, appositamente modificata perché si adattasse alla bambina. In fin dei conti l'aveva scritta proprio per lei, quindi perché non dedicargliela? Tale fu il pensiero di Katy in quell'istante, mentre per l'ennesima volta si ritrovava a sorridere. In altre parole, la fine perfetta per una mattinata perfetta.
 
 
 
CREDITS:
Katy Perry, What Makes A Woman
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Katy Perry / Vai alla pagina dell'autore: crazy lion