Storie originali > Azione
Segui la storia  |       
Autore: _Misaki_    05/03/2021    5 recensioni
Tra i grattacieli della moderna Seoul si nasconde l'associazione segreta per cui lavorano Iris, May, Wendy e Lizzy, quattro agenti oberate di lavoro. Al rientro dall'ennesima missione viene subito assegnato loro un nuovo, urgente incarico: recuperare una micro SD che contiene preziose informazioni sulle attività estere di una nota organizzazione mafiosa. All'inizio sembra un gioco da ragazze, ma la situazione si complica quando il nemico, ex collaboratore della loro stessa agenzia, ordina ai propri sottoposti di ucciderle.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 DANGEROUS
 
- Cap. 22 -



 
  

 
 
   Cancùn, 3:15 PM.
 
   Era una giornata soleggiata. Una leggera brezza rendeva il clima piacevole tanto da far pensare che fosse un vero peccato dover lasciare quel paradiso tropicale per tornare alle torride temperature estive di Seoul. Dopo aver raggiunto a malincuore l’aeroporto, le tre agenti, insieme a Taeoh, Dawon e Daeju, si erano imbarcate sul proprio volo. Come previsto, c’erano anche Buffy e James, che li avevano seguiti a distanza e non erano intenzionati a rivolgere la parola a nessuno di loro.
   Naturalmente tra i passeggeri c’era anche il magnate Kang TaeYoo, che si era riservato un posto in prima classe. La cosa sorprendente, invece, era che in compagnia di quest’ultimo ci fosse la veggente, la stessa donna che aveva parlato a Iris dell’isola segreta. Che avesse avvicinato il magnate per truffarlo in qualche modo? O magari era una sua informatrice? In ogni caso, all’arrivo li avrebbero arrestati entrambi. I dettagli della vicenda sarebbero saltati fuori durante gli interrogatori e non erano comunque affare loro.
   «Se ci riconosce che facciamo? Dici che hanno scoperto chi siamo?» chiese Wendy, dubbiosa.
   «No, non credo sospetti di nulla, ha visto solo Lizzy in faccia ed è stato quasi dieci giorni fa.»
   «A proposito, dov’è Lizzy?»
   «Mi sono seduta vicino a Daeju, se permettete!» rispose la diretta interessata, sporgendosi dal proprio sedile. Mentre le altre avevano preso i posti centrali, nell’ordine Iris, Taeoh, Dawon e Wendy, Lizzy si era seduta nei due posti laterali tra Daeju, vicino al finestrino, e uno sconosciuto, in esterno. «Durante questo lungo, estenuante viaggio noi due potremmo legare un po’ di più e diventare amici... intimi. Molto intimi…» aggiunse con il suo solito tono ammiccante. Il ragazzo però non sembrava dello stesso avviso.
   «Ho il mal di aereo, credo dormirò.» disse, chiudendo gli occhi e girandosi verso il finestrino.
   «Come procediamo?» chiese Wendy «Dobbiamo aspettare fino a Seoul, ma io non mi fido... dovremmo dividerci magari?»
   «Io proporrei di goderci il viaggio, tanto non può andarsene molto lontano!» disse Lizzy.
   «Una volta decollato l’aereo non può scappare, però possiamo per precauzione andare a turno fino alla prima classe per controllare la situazione.» propose Iris.
   «Andate voi però.» concluse Lizzy, calandosi sugli occhi la mascherina per dormire. «E ora scusate, la sveltina in bagno mi è saltata, quindi non mi resta che dormire. La mia pelle ha bisogno di riposo!»
   «Ovviamente…» protestò Wendy.
 
   Dopo qualche ora dall’inizio del viaggio, le agenti decisero che era il momento di controllare come se la stava passando il magnate. Lizzy ovviamente fingeva di dormire, così si propose Wendy. Entrò con discrezione in prima classe e notò che era tutto tranquillo. Il soggetto stava conversando con la veggente, a parte quello non c’era nulla di sospetto.
   Per qualche ora lasciarono correre, poi, la seconda volta, fu il turno di Iris di andare a fare un giro di controllo. Un attimo dopo che la ragazza si fu allontanata dal proprio posto, Wendy notò che anche Taeoh stava per fare lo stesso e sgattaiolare via.
   «Ehi, dove pensi di andare tu?» lo rimproverò.
   «In bagno.» rispose lui.
   «Non mi sembra che tu mi abbia chiesto il permesso.»
   «Devo chiedertelo? Mi pareva che L avesse detto che siamo liberi per ora.»
   «Fa come ti pare allora. Cavoli tuoi se ti sbatte in prigione per sempre.»
   Taeoh non le diede retta e si alzò lo stesso.
   Wendy aveva la netta sensazione che il ragazzo volesse seguire Iris per assicurarsi che non avesse bisogno di aiuto e la cosa la infastidiva parecchio. In un certo senso lui ci stava provando a farsi perdonare, si vedeva che ci teneva a lei, che si preoccupava, invece Dawon che stava facendo per farsi perdonare? Un bel niente. Da quando si era costituito se ne stava lì zitto e buono, obbediva a tutto senza contestare, nemmeno ci provava a contraddirla! Ma forse era meglio così, evidentemente non era l’uomo giusto per lei se non era disposto a fare di tutto pur di riconquistare la sua fiducia.
   Nel frattempo, Iris, fingendo di recarsi verso i bagni vicini alla prima classe, entrò e diede un’occhiata discreta. Anche questa volta non c’era nulla di strano, perciò uscì per tornare al proprio posto. In quell’esatto momento l’aereo incontrò una forte turbolenza e iniziò a traballare, facendole perdere l’equilibrio. La sua caduta fu frenata appena in tempo dalla persona che si trovava dietro di lei.
   «Mi scusi!»
   «Tutto bene?» Neanche a dirlo si trattava di Taeoh. «La gamba ti fa male?»
   Al contatto col ragazzo, Iris non poté che arrossire.
   «Ah, sei tu. È… tutto ok.» rispose in tono leggermente titubante per l’imbarazzo, sgridandosi mentalmente per non riuscire ad essere fredda e razionale.
   Vedendoli in piedi, una hostess si affrettò a ribadire le indicazioni che poco prima erano state date dall’altoparlante, ma a cui i due non avevano fatto caso.
   «Presto, tornate ai vostri posti! È pericoloso!»
   «Sì, ci scusi.» risposero entrambi.
   Senza sentire ragioni, Taeoh si portò il braccio di Iris intorno al collo e le cinse la vita, facendo appoggiare la ragazza a sé ed evitandole così di sforzare troppo la gamba o rischiare di perdere di nuovo l’equilibrio mentre si affrettavano a tornare ognuno al proprio posto.
   Anche se non era per nulla sicura di volerlo perdonare, Iris non riusciva a sentirsi del tutto indifferente alle sue attenzioni e improvvisamente incominciò a sentire una certa inquietudine per l’arrivo a Seoul. Una volta atterrati, Taeoh sarebbe stato immediatamente arrestato insieme agli altri complici di Ray e c’era la possibilità che non ne avrebbe saputo più nulla di lui.
 
   Dopo circa un quarto d’ora la turbolenza era passata ed era tornata la quiete. Dawon, che aveva passato tutto il tempo a cercare di addormentarsi, ci era finalmente riuscito. Senza accorgersene, aveva finito per appoggiare la testa sulla spalla di Wendy, seduta accanto a lui. La ragazza lo fissò per un attimo con sguardo dubbioso. Cos’era, un tentativo di riappacificazione? Una dimostrazione d’affetto? Figuriamoci, ronfava come un ghiro quello stupido bugiardo. Improvvisamente si sentì di nuovo in collera con lui e gli sbatté la testa dall’altra parte senza pietà.
   «E spostati!»
   «Ahi!» si lamentò il ragazzo, svegliandosi di nuovo.
 
 
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
 
   Dopo il lungo e stancante volo, era finalmente arrivato il momento dell’atterraggio. Le agenti si erano pronte all’azione.
   «È ora di arrestare il panzone, sfaticate!» ordinò Lizzy.
   «Parla lei…» protestò Iris, ma la bionda fece finta di non sentirla.
   Wendy si diresse in prima classe prima che i passeggeri fossero autorizzati a lasciare l’aereo e anche Lizzy andò con lei, nel caso fosse necessario dare inizio a un inseguimento.
   «Kang TaeYoo! La dichiaro in arresto per traffico illecito di droga!» scandì chiaramente Wendy. Il magnate saltò in piedi in preda al panico, cercando una via di fuga. «Metta le mani dietro la schiena!»
   L’uomo esitò e la veggente prese l’iniziativa al posto suo. Con un gesto rapido della mano, sollevò il bicchiere di vino dal tavolino e gettò il contenuto verso le agenti allo scopo di distrarle, lanciandosi poi in una fuga impacciata tra i passeggeri ammucchiati nei corridoi e pronti a scendere. Il vino era finito tutto sul costoso vestito di Lizzy, così la ragazza, arrabbiata come non mai, rincorse la veggente, la buttò a terra senza troppi complimenti e la ammanettò con le braccia dietro alla schiena.
   Wendy, invece, arrestò senza troppa fatica il magnate, il quale non era decisamente un atleta.
   «Lasciami! Lasciami! Tu non sai chi sono io! Ti rovinerò l’esistenza, puttanella da quattro soldi!» continuava a urlare il magnate, dimenandosi come se potesse servire a qualcosa.
   «Spero si goda il soggiorno in prigione…» rispose Wendy, per nulla toccata dalle sue minacce da quattro soldi «Lì non hanno vino né tanto meno puttanelle.»
   «Aiuto! Aiuto! Hostess! Fermi questa pazza!»
   «Zitto. Non ce l’ha un po’ di dignità?»
   I passeggeri erano rimasti a fissare l’intera scena come se si trattasse di un film e stavano creando un bel po’ di trambusto, così le agenti chiesero alle hostess di bloccare la folla e farle scendere per prime per scortare al sicuro i due criminali.
 
   Appena gli addetti aprirono le porte, Buffy e James si precipitarono fuori dall’aereo, spintonando tutti nella speranza di fuggire il più in fretta possibile. Purtroppo per loro, la squadra di agenti schierata da L sulla pista di atterraggio li stava aspettando al varco e li arrestò appena misero piede a terra.
 
   Nel frattempo, Iris aveva scortato gli altri tre ragazzi fuori dall’aereo seguendo il flusso dei comuni passeggeri.  Per quanto ne sapeva, quella poteva essere l’ultima volta che li avrebbero visti, o comunque non avrebbero più avuto loro notizie per un periodo indefinito di tempo, perciò cercò di guadagnare qualche minuto in più, in modo che anche Wendy potesse liberarsi in tempo per salutare Dawon e riappacificarsi con lui prima della separazione.
 
   Appena consegnati Kang TaeYoo e la complice ai colleghi inviati da L, Wendy e Lizzy raggiunsero Iris.
   «Vi saluto agenti, è stato bello conoscervi.» disse Daeju.
   Alle sue parole, Lizzy scoppiò in un fiume di lacrime.
   «Nooo, non andare!»
   «Devo… abbiate cura di voi.»
   «Credo sia una liberazione per lui.» commentò Wendy sottovoce. Come previsto, infatti, Daeju corse subito a farsi ammanettare come se non stesse aspettando altro da tutta la vita.
   «Daeju! Non dimenticherò mai le nostre notti di fuoco!!!» continuò Lizzy.
   «Ma di che sta parlando?» borbottò tra sé e sé il ragazzo preso in causa. «Sì, sì, arrivederci agente Lizzy! È stato un piacere!» L’agente che lo teneva in manette gli lanciò un’occhiata d’invidia malcelata.
 
   In mezzo al trambusto creato da Lizzy, Iris e Wendy non stavano vivendo una situazione altrettanto comica. Iris avrebbe voluto dire mille cose a Taeoh. Avrebbe voluto in qualche modo rassicurarlo sul suo futuro, dirgli che era convinta avesse fatto la scelta giusta a tradire Ray e che era sicura che ce l’avrebbe fatta a riscattarsi. Se L aveva detto di avere un piano era perché aveva dei progetti in mente e se Taeoh avesse dimostrato le sue buone intenzioni sicuramente tanto male non sarebbe andata. Più di tutto il resto, però, Iris avrebbe voluto prendersi quel bacio che lui non era riuscito a darle la mattina passata sull’isola e dirgli che nonostante tutto provava ancora qualcosa per lui, che ci avrebbe provato ad aspettare il suo ritorno, anche se sarebbe stato difficile non sapere quando e se avrebbe potuto rivederlo. Dirgli una cosa del genere, però, le sembrava del tutto fuori luogo in quella situazione. Oltre a non sentirsi ancora del tutto pronta a perdonarlo, uscire così allo scoperto avrebbe rischiato soltanto di metterlo in difficoltà e rendere gli interrogatori di L ancora più severi, oltre che causare problemi anche a sé stessa, in quanto avrebbero potuto accusarla di aver in qualche modo favorito i complici di Ray.
   «Buona fortuna.» si limitò a dirgli «Non so cosa abbia in mente L, ma spero di rivederti un giorno.»
   Anche Taeoh avrebbe voluto dirle tante cose, chiederle di nuovo scusa per quello che le aveva fatto, sapere se l’aveva perdonato, dirle che non aveva finto i sentimenti nei suoi confronti, che gli piaceva sul serio e che avrebbe fatto del suo meglio per rivederla presto, ma riuscì a esprimersi solo in modo impacciato.
   «Iris… mi dispiace per i guai che ti ho causato. Ecco… so che ti ho mentito sulla mia identità, ma ho mentito solo su quello…» Senza aggiungere altro la abbracciò. «Grazie di tutto.»
   Iris ricambiò l’abbraccio, imprimendosi bene in testa quella sensazione di calore che chissà se un giorno avrebbe mai provato di nuovo.
   «Neanch’io ti ho mai mentito sul resto.» Disse sottovoce, in modo da poter essere sentita solo da lui.
   Non era ben chiaro a nessuno dei due se quella fosse una dichiarazione velata o meno, ma non c’era altro modo di dirsi tutto in quei pochi secondi prima che lo portassero via. Sciolsero entrambi quell’abbraccio durato troppo poco e si scambiarono un sorriso triste. Poi anche Taeoh si consegnò agli agenti di L.
 
   Dawon fino a quel momento si era limitato a guardare Wendy con aria colpevole. Dall’espressione della ragazza poteva chiaramente intuire che fosse ancora decisamente arrabbiata, perciò non sapeva se fosse il caso di aprire bocca. Dopotutto era consapevole di non meritare il suo perdono. Tuttavia, non aveva idea di cosa il futuro gli avrebbe riservato, perciò decise di non lasciare nulla di intentato. Voleva farle sapere che questa volta le sue intenzioni erano sincere e che non l’avrebbe delusa dopo la chance che gli aveva concesso.
   «Wendy, non so se potrai mai cambiare idea sul mio conto, ma ti prometto che farò del mio meglio per diventare una persona migliore.»
   «È impossibile.» rispose seccamente lei. «Sei solo un criminale.»
   Dawon capì che non era il caso di aggiungere nient’altro. Salutò Wendy e le altre a genti e anche lui si consegnò a L, col cuore spezzato ma ugualmente pronto ad affrontare qualsiasi punizione gli sarebbe stata imposta. Certo né lui né gli altri ragazzi potevano neanche lontanamente immaginare cosa li avrebbe aspettati da quel momento in avanti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
 
   Un mese dopo
 
   Seoul, 7:21 PM.
 
 
   Era passato un mese da quell’addio in aeroporto. Pur non essendo un periodo di tempo eccessivamente lungo si erano verificati diversi cambiamenti importanti. Wendy aveva deciso di prendersi una pausa dalle missioni e diventare istruttrice per le nuove reclute di L. Tutto sommato, L aveva accettato di buon grado la sua scelta, permettendole di dedicarsi fin da subito al suo nuovo lavoro, così, già dal rientro da Cancún, Wendy aveva iniziato a studiare per il test da insegnate che si sarebbe tenuto di lì a poco. Come conseguenza, la squadra composta dalle quattro agenti si era sciolta, permettendo ad ognuna di loro di seguire la propria strada.
   Iris aveva scelto di continuare a prestare servizio come agente. Più cercava di essere razionale e distaccata, più non faceva altro che pensare a Taeoh. Si chiedeva continuamente se stesse bene, cosa avesse in mente per lui L, se lo avrebbe mai rivisto e in che termini. L’unico modo per togliersi dalla testa questi ragionamenti assillanti, era stato gettarsi a capofitto nel lavoro. Appena si era ripresa da Cancún, aveva iniziato a impegnarsi in una missione dopo l’altra senza concedersi un attimo di sosta. Quando passava dall’associazione andava spesso a trovare Kibeom, si era finalmente rassegnata a seguire un percorso di fisioterapia e liberarsi definitivamente dei suoi capogiri. Durante le sedute parlava molto con il suo amico e qualche volta, dopo l’orario di chiusura dell’ambulatorio, se il fidanzato di Kibeom non c’era, andavano a cena insieme e finivano per parlare per ore ognuno dei proprio problemi di cuore e di lavoro. A lui aveva parlato molto di Taeoh. Era sempre stato un ottimo amico, sapeva ascoltarla e consigliarla senza giudicare a priori. E poi i consigli sulle questioni romantiche erano il suo punto debole, aveva una vera e propria passione per il gossip.
   May aveva continuato a vedersi con Shion. Avevano anche avuto un’altra occasione di svolgere missioni in coppia e con L non c’erano stati problemi. A dire il vero non era certa che lei sapesse che stavano insieme, ma se anche così fosse stato, non si era certo opposta. Quando si pensa a una relazione romantica tra colleghi si ha sempre la paura che possa inficiare negativamente sul lavoro, per questo nell’associazione, fin da quando si è semplici allievi, viene inculcata l’idea che l’amore sia qualcosa di negativo. Un agente dovrebbe essere freddo e impassibile, nel momento stesso in cui inizia a provare sentimenti, insicurezze e indecisioni, la sua fermezza vacilla e la missione ne risente. In realtà, però, tutti crescendo si accorgono che questa storiella è solo un mito. Che tu sia un agente o meno, resti un essere umano, forse sei in grado di nascondere i sentimenti come nascondi il dolore, ma questo non significa che non li provi. Però, convinti dal solito indottrinamento, spesso quando un agente decide di cominciare una relazione seria finisce per prendere la decisione estrema di non essere più attivo e farsi reimpiegare in un ruolo dietro alle quinte. Per May e Shion non era stato così. Per loro il lavoro era importante tanto quanto la loro relazione: nessuno aveva esplicitamente chiesto loro di lasciarsi o cambiare ruolo, quindi perché farlo di propria spontanea volontà?
   Lizzy, a differenza delle colleghe, aveva continuato a lavoricchiare solo il necessario per avere soldi a sufficienza. Di avventure ne aveva passate nelle ultime due missioni, in un certo senso le mancava il brivido dell’andare a letto col nemico, ma dopo Cancún non ne aveva più avuto occasione, ormai ripiegava sempre sullo stesso compagno serale, anche lui in cerca di sesso occasionale e nient’altro di impegnativo. Già da un paio di settimane, però, aveva iniziato a non sentirsi tanto bene, quindi anche le uscite con l’amante si erano diradate. Preferiva riposarsi, sperando di rimettersi in fretta. Era convinta di aver lavorato decisamente troppo.
 
   Quella sera, Wendy si trovava da sola nell’appartamento condiviso al ventesimo piano di un grattacielo di Seoul. Era intenta a svolgere l’ultimo grande ripasso per il test da istruttrice, che si sarebbe tenuto due giorni dopo.
Verso le sette, May rientrò dal lavoro. La sua ultima missione era stata in coppia con Shion, così il ragazzo l’aveva riaccompagnata fino alla porta di casa.
   «Allora ci vediamo domani.» disse il ragazzo, accarezzandole il viso e stampandole un bacio sulla bocca.
   «Buonanotte.» rispose May, sorridendo. Dallo scintillio nei suoi occhi si poteva scorgere chiaramente quanto fosse innamorata.
   Dopo averla salutata, Shion aspettò che rientrasse in casa, poi prese l’ascensore e tornò al parcheggio interrato del palazzo, dove aveva lasciato l’auto.
   «Ho portato sushi a volontà!» disse May, appoggiando sul tavolo della cucina due sacchetti di cibo comprati al take away vicino a casa.
   «Niente pizza?» chiese Wendy con aria acida, spuntando dalla propria camera. Da quando aveva scoperto la vera identità di Dawon era diventata intrattabile e sembrava non ci fosse verso di farla rinsavire. Qualsiasi cosa non andava bene, ogni fuoriprogramma era un complotto contro di lei. In più ci si erano messi i tempi strettissimi di preparazione dell’esame da insegnante a stressarla ulteriormente e a quel punto anche solo rivolgerle la parola rischiava di dare luogo a un vero e proprio dramma.
   «Se vuoi puoi chiamare il ragazzo delle consegne per la pizza. Più sushi per noi…» rispose May. Se in un primo momento tutte le ragazze avevano cercato di essere più comprensive con Wendy, dopo un po’ i suoi malumori avevano iniziato a pesare ed era diventato sempre più difficile mantenere la calma, anche perché, che si rispondesse gentilmente o a tono, poco cambiava in termini di reazione. «Comunque mi è arrivato un messaggio da Iris, stasera torna per cena.»
   Wendy sollevò le spalle e tornò sui libri, ma non dopo aver ordinato una pizza.
 
   Dopo circa mezz’ora arrivò anche Iris.
   «I’m back! Che si mangia per cena? Ho famissima!» esclamò contenta, reduce da una rigenerante seduta di fisioterapia.
   «Shhh!» le urlò Wendy dall’altra stanza «Qui c’è gente che cerca di studiare! Non come voi fancazziste!»
   «Sorry...»
   «C’è il sushi per cena.» le comunicò May sottovoce.
   «Oooh! Che bella sorpresa!»
   Ma le due non fecero nemmeno in tempo a raggiungerla la cucina, perché proprio in quel momento Lizzy spalancò la porta del bagno e lanciò un urlo spaventoso.
   «Noooooo!!!»
   «Che è successo?» chiese May, iniziando a preoccuparsi.
   «Non è possibile! Il test è positivo!!!»
   Wendy uscì di nuovo dalla camera, disturbata da tutto quel trambusto.
   «Non ho ancora fatto il test... è dopodomani, quindi se magari te ne stai zitta…» ribadì.
   «Non quel test!!!»
   «Che test allora?» chiese Iris, un po’ perplessa. A quel punto Lizzy mostrò loro un test di gravidanza.
   «Questo! Sono incinta! E non so nemmeno di chi!»
   «Cosa?» esclamò Iris.
   «E ora che farai?» chiese May.
   «Oh beh, quello si sapeva sarebbe successo prima o poi, di cosa ti sorprendi?» sentenziò Wendy.
   «Eppure ci sono stata attenta! Con tutti gli ultimi non ero ubriaca… anche se ho sospeso gli anticoncezionali ormonali ho sempre usato il preservativo che io ricordi! Oddio, aspetta…» fece una pausa tragica ricordando l’accaduto «Con Jiho non ricordo se l’ho usato! Ero un po’ brilla… Ma è successo più di un mese fa! Però non posso nemmeno escluderlo… oh merda!!!»
   «Jiho?» esclamò May, incredula. «Sei proprio sicura di non poterlo escludere? Cerca di ricordare anche le altre storielle... magari il pizzaiolo?»
   «Lui è solo lo scopamico settimanale, ma ci stiamo attenti quindi non può essere. Accidenti, non lo so, non lo so! Non mi viene in mente nessun’altro! Domani farò i test in ospedale per essere proprio sicura, poi deciderò se dirlo a L.»
   «Sì, conviene esserne certi prima. Ma si può sapere con quanti sei stata nel giro di un mese?» la rimproverò May.
   Lizzy prese la domanda troppo seriamente,
   «Allora... Jiho a Gangnam, poi Buffy e Pablo lì a Cancun se non ricordo male... un collega della sezione Antidroga e il pizzaiolo.»
   «Aspetta» la interruppe Wendy «Anche Buffy? Cioè... il cattivo?»
   «Beh, questo forse non dovevo dirvelo...»
   «Ma sei scema? Certo che ne hai di tempo da buttare! Mai pensato di trovarti un hobby meno rischioso?» la aggredì Wendy.
   «Voi non capite la situazione! Sono spacciata! Spacciata!!! Tornatevene a studiare e a mangiare! Sto abbastanza male da sola.» così dicendo, Lizzy si chiuse in camera a disperarsi.
   «Spero almeno che il magnate sia fuori da questa storia.» disse May, rabbrividendo al solo pensiero.
   «Non lo voglio sapere...» scacciò l’idea Iris «Ah, domani mattina vado via presto, ho un altro incarico. Mi sa che ho detto di sì a troppe richieste di L.»
   «Ancora? Sei sempre al lavoro ultimamente! Spero almeno ti alzi lo stipendio.»
   «Già, dovrebbe.»
   «Come mai così tanto lavoro?» intervenne Wendy «Voglio dire, so che sei una brava agente e ti piace ciò che fai, ma da quando siamo tornate da Cancún non ti sei fermata un attimo... non è che hai qualche tresca in realtà?»
   «Siamo a corto di agenti. E poi non ho nulla di meglio da fare al momento, preferisco tenermi impegnata.»
   «Non me la bevo, so ancora sniffare le bugie quando le sento.»
   «Giuro che non ho una storia con Min-Min!» si giustificò Iris, pensando che l’amica avesse frainteso. Negli ultimi tempi, infatti aveva sempre svolto missioni in coppia con un certo MinHyuk, un nuovo collega che chiamava confidenzialmente Min-Min.
   «Min-Min? Chi ha parlato di Min-Min? Io no, quindi hai una storia con lui?» continuò Wendy, alzando le sopracciglia in modo inquisitorio. Solo l’idea che persino Iris potesse essersi trovata il fidanzato la mandava su tutte le furie. Tutti si stavano divertendo tranne lei. Il mondo intero era contro di lei.
   «No… è carino ma non mi piace in quel senso.»
   Wendy tirò un sospiro di sollievo. Fortunatamente Iris non l’aveva battuta sul tempo, era solo la solita stacanovista.
   «Però ti farebbe bene uscire con qualcuno... senza rimanere incinta magari.» insistette.
   «Mi ci mancherebbe solo quello!»
   «Almeno sapresti chi è il padre…»
   «In ogni caso, sto dando la priorità al lavoro. Così come tu al test per diventare insegnante e May a Shion.»
   «Io non do la priorità a Shion!» protestò May, arrossendo «È tutto perfettamente bilanciato tra lavoro, amore e svago.»
   «Ecco, dovresti fare come May!»
   «Davvero, per ora sto bene così. E poi neanche tu hai il ragazzo, Wendy.»
   «Ma io sto preparando un test! Non ho tempo per le distrazioni!»
   «E dopo che lo avrai passato ne cercherai uno?»
   «Tzk, cercare? Ho la fila fuori che aspetta! Ora torno a studiare, succedono troppe cose qui.»
   May e Iris cenarono e andarono a letto presto, mentre Wendy tornò sui libri, per l’ennesima volta infastidita dal constatare come ogni volta le cose succedessero tutte insieme. Ne aveva passati di periodi noiosi, invece questa volta era più di un mese che non riusciva a tirare il fiato. Se non altro, se fosse riuscita a passare il test al primo colpo, avrebbe avuto degli orari di lavoro umani. Ormai mancava pochissimo.



Fine cap. 22

__________________________________


   E così siamo giunti alla fine della "saga" di Cancun e Tokyo! Da questo punto in poi ci sarà un vero cambiamento. Wendy ha cambiato lavoro, Lizzy si è momentaneamente ritirata: della squadra originale restano solo Iris e May in servizio. Che succederà? E soprattutto, che avrà in mente L per i ragazzi? Lo scopriremo presto ;)

   Grazie a chiunque stia seguendo questa storia! <3 Ormai mancano una decina di capitoli, ma c'è ancora tanto da scoprire!
   Alla prossima!

   Misa 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: _Misaki_