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Autore: Raz0r    06/03/2021    0 recensioni
Marco e Austin non si parlano da due anni, non hanno litigato ma una serie di passi falsi da parte di entrambi li ha fatti passare da amici inseparabili a rispettivamente un cane rancoroso e una volpe che usa la furbizia per non entrare in un conflitto che potrebbe distruggerlo.
Non ne hanno mai parlato, ma hanno deciso tacitamente di non parlarsi più, Marco non sarebbe certo andato ad elemosinare spiegazioni da una persona che ha fatto un gesto così meschino.
Le loro strade finiscono per incrociarsi ancora e il teatro di burattini inscenato da uno dei due sarà costretto a mostrare il dietro le quinte.
Dal testo:
-Austin, visto che oggi sei così spiritoso perchè non lo dici a tutti?- gli chiedo maliziosamente, sorridendo appena.
-Di cosa parli Marco? Non ho niente da dire- e va sulla difensiva, codardo.
-Ma no Austin, non hai niente di cui vergognarti- rincaro la mia provocazione, il suo volto comincia a farsi più scuro, irritato.
-Marco ti ho detto di piantarla- asserisce convinto guardandomi negli occhi, ma non mi tiro indietro.
-Forza signorino Brown, dillo a tutti, o vuoi che lo faccia io?- continuo -dillo a tutti!- urlo".
Grazie per aver letto!
-Raz0r
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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-io ti odio, non riesco nemmeno a guardarti- sentenzio dopo che lui mi ha dato una tazzina di caffè di cui non avevo bisogno: sono abbastanza nervoso di mio, ma la accetto perchè oggi dobbiamo collaborare, questa è una tregua.
-lo sai che il sentimento è reciproco- mi risponde con un sorriso forzato, di sfida -non vedo l' ora che tu te ne vada- ride e poi, camminando con le stampelle, inizia a dirigersi verso la sua stanza, siamo al primo piano della sua villetta che ha un pavimento in mosaico marrone che forma delle fantasie floreali, i muri bianchi e grigi con quadri molto semplici e pezzi di decorazione non molto colorati (i colori principali sono il bianco e il grigio), tutto perfettamente in ordine, questa casa sembra disabitata e dà l'impressione che nessuno ci abiti dentro. L' odore di pulito è così diverso da quello di casa mia, non mi sento a mio agio. Il silenzio che domina in casa mi fa capire che i suoi genitori non devono essere ancora rientrati dal lavoro e questo mi rasserena.
-perchè mi odi così tanto?- mi chiede poi una volta arrivati nella sua stanza al piano superiore.
Mi siedo su una sedia girevole della sua scrivania, nera e comoda, e anche questo ambiente è privo di emozioni e personalità come tutto il resto di questa casa. Non voglio che questo pomeriggio declini in una conversazione che parla di noi, voglio fare questa ricerca sulla cosmologia e andarmene via da qui il prima possibile.
-hai dei modi di fare che non condivido- rispondo stizzito senza aggiungere altro, ma il mio tono risoluto lo invoglia a continuare a parlare, so quanto lui ami punzecchiare le persone.
-capisco, sono due anni che mi tieni quello sguardo da cane rabbioso, penso che sarebbe ora di piantarla- mi parla in tono beffardo in piedi a un metro da me, poi si abbassa all' altezza del mio volto e i suoi occhi azzurri, grandi e intensi, mi guardano facendomi sentire sotto pressione, ma non mi farò mettere i piedi in testa.
-Austin hai fatto outing nei miei confronti- il mio sguardo si fa serio. 
-non so di cosa tu stia parlando- afferma con voce tranquilla e sollevando appena le spalle, ma non fa altro che aumentare la mia rabbia.
-Austin non fare il finto tonto, hai detto a tutti i nostri compagni di classe che sono gay, senza il mio permesso!- dico con voce alta, ma lui non sembra scalfito dalle mie parole, come se non gli importasse assolutamente niente dei miei sentimenti.
-perchè lo hai fatto?!- esclamo, non avrei dovuto iniziare questo discorso. -mi hai causato una marea di problemi, ho cercato di nascondermi in tutti i modi- dico poi in tono più basso, la domanda mi è scivolata dalle labbra senza che me ne accorgessi, una domanda che avrei voluto fargli tanto tempo fa ma non ne ho avuto mai l' occasione, non devo perdere la calma.
-avresti dovuto negare- afferma semplicemente e in modo disinteressato, senza rispondere alla mia domanda.
-non aveva più senso mentire, hai dato conferma alle voci di corridoio e sarebbe stato difficile nascondermi ancora, la mia reazione mi ha tradito, inoltre non sono una persona falsa- rispondo, guardandolo fisso negli occhi. Mi sorride in modo quasi genuino -lo so, per questo è stato facile prenderti di mira- e ride piegando appena le labbra, poi si siede sulla sedia accanto alla mia, decido di ignorarlo e non rispondere a quella ennesima e stupida provocazione, apre il computer e iniziamo a dedicarci alla nostra ricerca di fisica sulla cosmologia.
Siamo i più bravi della classe e, nonostante le nostre divergenze relazionali, collaboriamo anche fin troppo bene per questa ricerca di fisica. È molto più bravo di quanto ricordassi, riesce a imparare molte informazioni a memoria ed è abile nel scrivere concetti piuttosto complessi con spiegazioni semplici, come se riuscisse ad interiorizzare quello che legge senza il bisogno di stare ore ed ore a ripetere. Io dal canto mio riassumo i concetti dai vari siti per poi passaglieli.
-la cosmologia e chi l' ha creata- sospiro mentre apro l' ennesimo sito da cui cercare informazioni, non amo fisica e neanche la matematica ad essere sincero, preferisco le materie letterarie che sono molto più semplici da imparare.
-non la trovo così male, la teoria sull'esistenza dell'etere è interessante- mi risponde, lo guardo e indossa degli occhiali con le lenti non molto grandi e la montatura fine.
-ti stanno malissimo quegli occhiali- non mi interessa molto dei suoi occhiali in realtà, ma il lavoro sta diventando parecchio noioso.
Inoltre prima mi ha preso in giro alla grande, posso permettermelo.
-almeno non ho il codino come te- risponde pungente.
-è un mezzo codino- ribatto prontamente.
-e poi non ti stanca avere i capelli lunghi?- mi chiede cercando ogni possibile punto debole.
-no, mi piace questo biondo cenere e non sono così scomodi- rispondo senza problemi -ma non mi piacciono sciolti e li lego- dico tranquillamente tenendomi una ciocca di capelli tra le dita.
-frocio- soffia spostando il suo sguardo da me al computer, ed io che pensavo stessimo per intraprendere una conversazione civile mi ritrovo nuovamente con un sentimento di rabbia montarmi dentro.
Ma infondo sono io lo stupido, cosa mi interessa di avere una conversazione con lui? Perchè ci provo anche? 
-smettila Austin- mi giro e lo guardo male, il suo volto è incrinato in una mezza risata, ci trova gusto nel prendermi in giro, è sempre stato così.
-e dimmi, sei l' attivo o il passivo?- ridacchia tra sé e sé , ma io raggiungo il punto di rottura.
Mi alzo dalla sedia e gli prendo il colletto della felpa che ha addosso e lo avvicino a me, lo guardo attraverso gli occhiali -stai andando troppo oltre- gli ripeto guardandolo fisso negli occhi in modo freddo e glaciale, questa gente di merda va messa al suo posto, devo mantenere il controllo delle mie emozioni per non rompergli anche l' altra gamba.
-ma dai, era solo una domanda innocente, non te la sarai mica presa!- ride divertito, non ha paura nonostante sono certo che avverta il mio intento omicida nei suoi confronti, rimango interdetto per qualche secondo, cerco di riprendere il controllo di me stesso e lascio malamente la presa alla sua giacca tornando a sedermi.
-sei solo un cafone, ma la prossima volta che mi prenderai in giro non la passerai liscia, sappilo- gli dico, dentro me sono furioso, ho i nervi a fior di pelle ma cerco di mantenere la calma, sicuramente dargli anche solo una sberla non risolverebbe nessun problema, senza contare che non ne sarei capace.
Vado al balcone della sua stanza che dà sulla strada per fumare una sigaretta, non me lo impedisce e dopo aver smaltito la tensione accumulata posso tornare al lavoro.
Finiamo in tranquillità la ricerca di fisica con tanto di powerpoint (odio farli, ma lui sembra abbastanza bravo) ed entrambi ci alziamo da quelle comode sedie, io mi stiracchio le braccia e lui invece muove un po' il piede fasciato ma con scarsi risultati.
-puoi dirmi dov'è il bagno?- gli chiedo poi.
-certo- e mi ci accompagna nonostante le stampelle, scendiamo al piano di sotto.
-come ti sei fatto male?- domando.
-stavo giocando una partita di pallavolo e sono caduto male dopo aver ricevuto una schiacciata piuttosto forte, è una storta un po' aggressiva ma passerà in fretta- mi risponde e ci ride su, poi mi apre la porta del bagno, lascio lo zaino fuori ed esco qualche minuto dopo, lo ringrazio e mi accompagna alla porta.
-finalmente il tuo culo esce da questa casa- ride mentre apro il cancelletto che mi separa dalla strada.
-ti spaccherò io l'altra caviglia se non la pianti- la mia non è una risposta efficace e tanto meno cattiva, ma non ho spesso la risposta pronta a tutto .
Aspetto il pullman alla fermata e intanto ascolto della musica, stare con queste persone così povere di valori mi distrugge, mi avvio verso casa con l' idea di dimenticare questo pomeriggio, come se questo lasso di tempo non fosse mai esistito. 
Eravamo amici, ma da parte di un amico certe cose non te le aspetti e Austin ha deluso tutte le mie aspettative.






Raz0r's space!
Grazie a tutti per aver letto il primo capitolo di questa storia.
Ho sempre aspettato prima di pubblicare perchè ho sempre avuto paura di non riuscire a trasmettere quello che voglio al lettore, perciò vi prego, se notate errori di qualsiasi tipo o avete dei consigli e suggerimenti da farmi per quanto riguarda questo capitolo o qualcosa che non si capisce vi ringrazierei moltissimo, sarebbe davvero molto importante per me e per migliorare, ovvero il mio obiettivo!
Gli aggiornamenti penso saranno settimanali, dipende da alcuni impegni quotidiani.
Grazie per aver letto questo capitolo,
Raz0r.
   
 
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