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Autore: futacookies    06/03/2021    1 recensioni
{nobamaki}
«Ehi, Nobara!», saluta Itadori, dandole una pacca sulla schiena. «Belle scarpe!», aggiunge, e poi, dopo qualche secondo, commenta: «Sembrano pericolose.»
«È perché lo sono.», sbotta Fushiguro, contento di avere finalmente ragione.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Fushiguro Megumi, Itadori Yuji, Kugisaki Nobara, Zenin Maki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note: scritta per la quarta settimana del cow-t con il prompt: "your shoes will make you happy today."
Nobamaki, college au, meet-cute (?).

 


 


Head over heels


«Sai che non mi piace impicciarmi nei fatti degli altri-», inizia Fushiguro, ma Nobara è rapida a zittirlo. 

«Allora non farlo.»

«-ma credo che mettersi quelle cose sia indubbiamente una pessima idea.», continua, imperterrito, lanciando uno sguardo dubbioso ai suoi piedi.

Nobara sbuffa.

«Se solo sapessi quanto mi sono costate, queste cose, non oseresti aprire bocca.»


«Ehi, Nobara!», saluta Itadori, dandole una pacca sulla schiena. «Belle scarpe!», aggiunge, e poi, dopo qualche secondo, commenta: «Sembrano pericolose.»

Il pensiero ti sfilarsi un tacco e piantarglielo in testa le attraversa la mente ‒ povero sciocco, se solo sapesse a cosa sta andando incontro.

Okay, va bene, va bene, indossare tacchi a spillo per spostarsi da un lato all’altro del campus non è stata sicuramente tra le sue idee migliori, ma, insomma, sono così carine, queste scarpe, così lucide ed eleganti, e in più le fanno della gambe da paura, quindi non ha alcuna intenzione di cambiarsele.

«È perché lo sono.», sbotta Fushiguro, contento di avere finalmente ragione. 

Per fortuna poi cominciano a parlare di lezioni e progetti da completare e dei nuovi, orrendi, occhiali da sole di Gojo-sensei, quindi le sue scarpe sono presto dimenticate.


Sono stati così ben dimenticati, i suoi tacchi a spillo, che la stessa Nobara sembra credere di avere un paio di scarpe da ginnastica ‒ infatti, quando lascia i due idioti per recarsi a un’altra lezione, poggia male il piede al primo gradino di una lunga rampa di scale, e crede che la bestemmia che le esce di bocca l’abbiamo sentita fino a Kyoto.

È un attimo in cui, invece di poggiare il suo peso sulla punta del piede, come dovrebbe, lo poggia violentemente sul tallone: l’esile stiletto non regge la pressione e lei rotola giù per i gradini, atterrando sgraziatamente sotto gli sguardi preoccupati e divertiti degli altri studenti.

Maledizione, pensa, questa è tutta colpa di Fushiguro.

Vorrebbe rialzarsi rapidamente e fare finta che quel capitombolo abbia soltanto ferito un po’ il suo orgoglio, ma quando prova a poggiare il piede, ora scalzo, per terra, le esce un mugugno di dolore ancora più imbarazzante della sua caduta in sé.

«Aspetta, ti do una mano.»

«Non ho bisogno di aiut-», sbotta, quando si volta e vede una ragazza china sulla sua caviglia.

Due occhi scuri le lanciano uno sguardo divertito dalla cortina di una frangetta e Nobara si ritrova improvvisamente senza parole, lasciandole ispezionare la sua caviglia.

«Be’, non sembra rotta.», le annuncia. «Se vuoi, posso accompagnarti in infermeria.»

Nobara sta per aprire la bocca per dire che , lei vuole assolutamente essere portata in infermeria, e già che ci sono vuole anche il suo numero, vuole un appuntamento, vuole sposarla e andare a vivere in un attico in città con tre gatti. Però la voce di Fushiguro, che le arriva dalle spalle, la interrompe.

«Oi, Nobara, te l’avevamo detto che era una cattiva idea.»

Ci sono tante cose che vorrebbe rispondere, in questo momento, ma quello che le preme di più è che il pavimento si apra sotto i piedi di Fushiguro e questo venga ingoiato dalla voragine così che questa bellissima ragazza possa continuare a soccorrerla. 

«Maki-san, non preoccuparti, ce ne possiamo occupare noi.», dice Fushiguro, accanto alla ragazza, e Nobara emette un suono strozzato di protesta. 

«Ti abbiamo sentito strillare e siamo venuti a ved-», si giustifica Itadori, inginocchiandosi, ma Nobara lo fulmina, facendogli segno con capo di andarsene. «Ora che ci penso, Megumi, dobbiamo correre a lezione, non possiamo proprio arrivare in ritardo.», dice, afferrando Fushiguro per una spalla e trascinandolo via.

«Penso che mi toccherà occuparmi di te sola.», esordisce la ragazza, «Appoggiati alla mia spalla.», le dice, sollevandola senza difficoltà.


«Ho il suo numero.», annuncia, sventolando il telefono davanti alle facce interdette di Itadori e Fushiguro.

«E una caviglia gonfia.», le fanno notare, mentre lei lancia i suoi tacchi a spillo in un angolo. 

«Com’era? Se sapessi quanto sono costate-», la scimmiotta Fushiguro, ma lei, sprofondando sulla sedia accanto a loro, muove la mano per zittirlo.

«Non mi piacciono più i tacchi a spillo. Domani Maki-senpai mi accompagna a scegliere un nuovo paio di scarpe da ginnastica.»



 
  
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