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Autore: inzaghina    07/03/2021    7 recensioni
Delle tre volte in cui Ron si è scusato con Hermione, quando era convinto che lei lo odiasse, e della volta in cui Ron si è scusato nuovamente con lei, facendo comprendere a entrambi quanto in realtà si amassero.
[Storia partecipante al contest "Acquerelli - contest fiume" indetto da Juriaka e giudicato da BessieB sul forum efp]
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Le cose che (odio) amo di te
 
 
 
“L’amore e l’odio non sono opposti.
L’opposto dell’amore è l’indifferenza.”
Alexander Sutherland Neill

 
 
 
“Non c'è da stupirsi che nessuno la sopporti. Quella ragazza è un incubo, parola mia!” ¹
 
Il commento, pronunciato con tanta leggerezza da Ron, risuonava ancora e ancora nella testa di Hermione; calde lacrime le rigavano le guance, insieme al timore che il ragazzo potesse avere ragione. Si era ripromessa di fare del proprio meglio per trovare degli amici, una volta arrivata a Hogwarts, ma aveva finito con l’alienare quasi tutti i suoi compagni — proprio com’era accaduto nella sua vecchia scuola Babbana.
Avrebbe tanto voluto odiare Ron e la sua superficialità, ma la voce dentro la sua testa la tormentava ricordandole che ciò che avrebbe dovuto detestare erano semplicemente la sua saccenteria e la sua smania di primeggiare. Del resto, era a causa loro che aveva passato la maggior parte della sua giornata chiusa in un bagno in totale solitudine, perdendosi la sua prima festa di Halloween al castello.
Quando Ron e Harry giunsero in suo soccorso Hermione non ebbe il tempo di ringraziarli, troppo concentrata sul Troll di quattro metri che stava minacciando le loro vite, ma non appena i professori li raggiunsero e iniziarono a fare una ramanzina ai due ragazzi, seppe come avrebbe potuto sdebitarsi. Mentire, dicendo di essere venuta spontaneamente a cercare il mostro, convinta di poterlo sconfiggere, le venne naturale esattamente come arrivare preparata alle lezioni giornaliere; sapere che, grazie alla sua bugia, Ron e Harry non sarebbero stati puniti era decisamente un piccolo prezzo da pagare.
 
“Senti io… volevo, ecco… scusarmi con te per quello che ho detto,” borbottò Ron, quando si ritrovarono l’una accanto all’altro a mangiare il dolce in sala comune.
“In realtà avevi ragione, almeno in parte,” ammise lei, senza sollevare gli occhi dal proprio piatto.
“Forse, ma non avrei dovuto parlare di te alle tue spalle,” continuò lui, con le orecchie in fiamme.
“Credevo che mi odiassi, quindi vederti apparire con Harry in quel bagno mi ha sconvolta.”
“Non ti odio, insomma… nemmeno ti conosco in realtà…”
“E io non conosco te…”
Credevo che conoscessi tutto,” la prese in giro svelto lui, strappandole un sorriso.
Hermione scosse la testa divertita, prima che i due fossero raggiunti da Harry che aveva tra le mani un altro piatto di dolcetti.
 
Come ho potuto credere che mi odiassi, quando il tuo coraggio è riuscito a salvarmi?
 
*
 
“Ron, mi dispiace tanto per Crosta…” ²
 
Immobilizzato nel letto dell’infermeria, Ron ripensava a quanto accaduto nelle ultime ore: era ancora sconvolto dalla scoperta relativa alla vera identità di Crosta e al complesso piano che Minus aveva organizzato per salvarsi la pelle, dopo aver venduto i genitori di Harry. Più di ogni altra cosa però, si sentiva estremamente meschino per essersi dimostrato il solito impulsivo e aver dato più importanza al suo topo, piuttosto che all’amicizia di Hermione e si ripromise di non darla mai più per scontata. Hagrid aveva avuto ragione, quando aveva ricordato loro che il cuore di Hermione era al posto giusto, e Ron ora si tormentava ripensando al trattamento che le aveva riservato negli ultimi mesi — che gli ricordava la frase che l’aveva fatta rifugiare in quel bagno ad Halloween ai tempi del loro primo anno.
Quando lei e Harry tornarono da lui, raccontandogli l’avventura che avevano vissuto grazie alla Giratempo, Ron si ritrovò vittima della gelosia, ma la gioia di sapere che Sirius era riuscito a sfuggire, per di più insieme a Fierobecco, soppiantò presto l’invidia che aveva provato nei loro confronti.
“Ve la immaginate la faccia di Malfoy, quando scoprirà che Fierobecco è fuggito?”
Harry ridacchiò, presto imitato da Hermione.
“Immagino che lo scriverà a suo padre,” ribattè Harry, non appena ebbe smesso di ridere.
 
Pochi minuti dopo, Madama Chips venne a intimare ai due ragazzi di lasciar riposare Ron, rassicurandoli che lo avrebbero rivisto il giorno dopo.
“Hermione, posso parlarti un attimo?”
La ragazza si fermò sui suoi passi, mentre Harry raggiungeva la porta.
“Ti aspetto qui fuori,” le disse, facendo un cenno di saluto a Ron.
“Che succede?” domandò Hermione, avvicinandosi alla testata del letto.
“Volevo scusarmi con te per come ti ho trattata dopo la sparizione di Crosta…” iniziò a dirle Ron, “non mi sarei dovuto permettere di tenere un simile atteggiamento nei tuoi confronti e…”
“Credevi che Grattastinchi lo avesse mangiato,” lo interruppe Hermione.
“Certo, ma questo non significa che avessi ragione a comportarmi in modo orribile con te,” mormorò Ron, faticando a sostenere il suo sguardo, chiaramente a disagio.
“Anch’io avrei potuto mostrarmi più solidale con te, invece che ripetere che Grattastinchi si era semplicemente comportato come un gatto, ma non trovavo mai il momento giusto per dirtelo e credevo che tu mi odiassi…” ammise Hermione.
“Io non ti odio, Hermione. Sono testardo e precipitoso, ma questo già lo sapevi, però non potrei mai odiarti… sei la mia migliore amica,” mormorò Ron, scrutandola intensamente.
“E tu sei uno dei miei,” ribattè Hermione in un sussurro.
“Sono contento che abbiamo chiarito…”
“Anche io. Ora risposati, ci vediamo domani…” lo salutò la ragazza, allontanandosi.
 
Come ho potuto credere di odiarti, se riesci a perdonarmi perfino quando non lo merito?
 
*
 
“Oppugno!” ³
 
Si conoscevano da anni ormai, eppure Ron pareva essere sempre in grado di tirare fuori il peggio di lei: era convinta che le cose stessero finalmente cambiando tra loro, ma ancora una volta aveva preso un colossale abbaglio. Erano passate settimane dal momento in cui lo aveva attaccato, ma non riusciva a smettere di ripensarci e chiedersi dove avesse sbagliato, mentre lui se ne andava in giro beato con Lavanda e la ignorava. Eccola qui, rifugiata in un’aula in disuso, per evitare d’incappare in lui e in quell’oca giuliva della sua fidanzata, che pareva non essere in grado di scollarsi dal ragazzo per il tempo necessario a farlo interagire con un altro essere umano. La voce nella sua testa si prendeva beffe di lei, sostenendo che a parlare fosse la sua gelosia, ma Hermione era troppo avvilita per riuscire a fare chiarezza.
Possibile che avesse, davvero, attaccato Ron spinta dalla gelosia?
Era stata sicura di riuscire a scuoterlo, invitando McLaggen al party di Natale di Lumacorno, ma Ron non aveva dato alcun segno di fastidio.
Era inutile continuare a mentire a se stessa: la sua storia con Lavanda la feriva profondamente, ma il timore di perdere la loro amicizia l’aveva spinta a tergiversare troppo a lungo, finendo con il rovinare del tutto il loro rapporto. Quello che per anni era stato uno dei suoi migliori amici, si stava lentamente trasformando in un estraneo e Hermione, per la prima volta, non aveva idea di come risolvere la situazione.
 
Tra tutti i suoi compagni di Grifondoro, mai avrebbe pensato di poter essere grata a Romilda Vane e alla sua smania di conquistare Harry — a qualsiasi costo. Se non fosse stato per lei, Ron non sarebbe stato avvelenato e non sarebbe finito in infermeria, favorendo il riavvicinamento tra loro a cui Hermione auspicava da settimane.
Lo raggiunse alla fine delle lezioni del lunedì, mentre Harry era impegnato con gli allenamenti, sperando che avrebbero potuto chiarirsi una volta per tutte.
“Ciao Ron, come ti senti?”
Vedendola entrare, lui s’illuminò. “Sto molto meglio, grazie… sono felice che tu sia qui, perché… beh, sai credo che…”
“Dovremmo parlare,” terminò per lui Hermione.
“Già,” bofonchiò Ron, arrossendo.
“Lo pensavo anche io.”
“Devo scusarmi con te, Hermione, nell’ultimo periodo mi sono comportato come un vero idiota… e lo comprenderei se non mi perdonassi e, anzi, se mi odiassi, perché sono stato un vero stronzo.”
Hermione però scosse la testa. “Io non ti odio, Ron. Certo, diciamo che ultimamente non sei stato la mia persona preferita, ma non potrei mai detestarti… sei una delle persone più fondamentali della mia vita.”
“Sai che vale lo stesso per me, vero?” sussurrò Ron. “Mi rendo conto che non ho fatto del mio meglio per dimostrartelo, ma eri stata proprio tu ad accusarmi di avere la sfera emotiva di un cucchiaino, se non erro…” celiò il ragazzo, strappandole una risata sincera e togliendole un gran peso dal cuore.
“Sei incorreggibile, Ronald Weasley,” lo rimproverò.
“Se, dopo tutti questi anni al tuo fianco, non sono ancora migliorato, temo di essere irrecuperabile…”
I due si sorrisero, senza aggiungere altro; avrebbero avuto tempo di parlare del loro litigio, di Lavanda e di Cormac in un altro momento, ora si sarebbero semplicemente goduti la reciproca compagnia.
 
Come ho potuto farti credere di odiarti, quando sei l’unico che riesce a farmi sorridere in qualsiasi momento?
 
*
 
“Torni dopo settimane, settimane, e credi che dire 'mi spiace' basti a sistemare tutto?” ⁴
 
Ron sapeva che Hermione non lo avrebbe accolto a braccia aperte, eppure gli era mancata così tanto che anche la furia cieca era un sentimento che riusciva ad apprezzare — qualunque cosa era meglio dell’indifferenza che aveva temuto di leggere nel suo sguardo. Aveva sentito anche la mancanza di Harry, ovviamente, ma sapeva che l’amico lo avrebbe riaccolto e perdonato, mentre non aveva idea di cosa aspettarsi da Hermione, consapevole di averla delusa un’altra volta — l’ennesima. Le sue iridi infiammate dalla rabbia però, avevano riacceso in lui la speranza: avrebbe potuto lavorare su ciò che sembrava odio e capire se anche lei condivideva il medesimo sentimento che ormai riempiva ogni anfratto del suo cuore.
 
Fu durante uno dei primi turni di guardia di Harry, che Ron afferrò il coraggio a due mani e decise di affrontare Hermione, visto che nessuno dei due stava dormendo.
“Hermione, senti io…”
Lei aveva il naso affondato tra le pagine di uno dei suoi libri e, almeno inizialmente, non diede segno di averlo sentito — e in fondo Ron se lo meritava, oltre che esserselo aspettato.
“Devo chiederti scusa, per la milionesima volta, e mi rendo conto di non meritare il tuo perdono, quanto piuttosto il tuo odio, però… ecco, spero che comunque vorrai darmi la possibilità di dimostrarti quanto io sia pentito della mia scelta scellerata e che sono maturato davvero…” aveva scelto di dirle semplicemente la verità e sperare per il meglio.
“Ma quante volte dovrò dirtelo ancora?” s’indispettì lei.
“C-che cosa?” balbettò lui, colto di sorpresa.
“Che io non ti odio, Ron. Sarebbe molto più semplice se fosse così… e invece, tra tutte le persone che esistono, dovevo proprio trovarmi ad avere a che fare con il più esasperante, testardo e impulsivo di tutti…” si lamentò lei.
Non mi odi?” chiese conferma Ron, vagamente incredulo.
“No, anche se forse questa volta te lo meriteresti , ma la verità è che… sei il mio migliore amico, Ron, e io ti voglio bene, nonostante tutto,” confessò Hermione, abbassando le iridi, evitando di incontrare quelle cerulee di Ron.
Anche io ti voglio bene, Hermione,” ribattè Ron, avvicinandosi a lei per afferrare una delle sue mani tra le proprie.

Il momento per confessarle tutta la verità sarebbe arrivato alla fine di questa guerra estenuante, ora si accontentava di essere riuscito a farsi ascoltare e, soprattutto, di farsi perdonare.
“Non sprecherò questa occasione,” le promise, posandole un braccio attorno alle spalle.
“Sarà meglio per te, Ronald Weasley!” esclamò, piegando gli angoli della bocca in un sorriso appena percettibile.
 
Come ho potuto credere che mi odiassi, quando hai sempre trovato la forza di perdonarmi?
 
 


 

¹ Citazione tratta da “Harry Potter e la pietra filosofale”.
² Citazione tratta da “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”.
³ Citazione tratta da “Harry Potter e il principe mezzosangue”.
⁴ Citazione tratta da “Harry Potter e i doni della morte”.
 
 
Nota dell’autrice:
Concludo, ovviamente sul filo del rasoio, questo contest fiume con un’altra delle mie coppie del cuore che mi ha fatta dannare non poco per la stesura di questa storia un po’ fuori dalla mia solita comfort zone.
Sono davvero felice, innanzitutto di aver terminato il contest, e poi di essere riuscita a dare vita a questa storia che analizza alcuni momenti chiave del rapporto tra Ron e Hermione. Ho scelto di partire dal primo anno e arrivare al settimo, proprio per tentare di mostrare al meglio la loro evoluzione e come le insicurezze e le incomprensioni siano sempre stati parte integrante della loro relazione.
Ringrazio Juriaka per aver indetto il contest e aver creato dei pacchetti meravigliosi, così come ringrazio Gaia che lo giudicherà al suo posto.
   
 
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